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Immerso nella contea del Northamptonshire, questo tracciato è la sede storica della massima serie
e,assieme al circuito di Monza, ha sempre occupato una posto nel campionato mondiale.
SILVERSTONE
AINTREE - BRANDS HATCH
Il Gran Premio di Gran Bretagna 2014 è stata la nona prova della stagione 2014 del campionato mondiale di Formula 1.
La
gara, disputatasi domenica 6 luglio 2014 sul circuito di Silverstone,
è stata vinta da Lewis Hamilton su Mercedes, al ventisettesimo
successo
nel mondiale; Hamilton ha preceduto sul traguardo Valtteri Bottas
su Williams-Mercedes e Daniel Ricciardo su Red Bull Racing-Renault.
Gran Premio di Gran Bretagna 2014
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Il Principe Harry con Jackie Stewart al Gran Premio di Silverstone del 2014
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 2014
è stata la nona prova della stagione 2014 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, disputatasi domenica 6 luglio 2014 sul
circuito di Silverstone, è stata vinta da Lewis Hamilton su
Mercedes, al ventisettesimo successo nel mondiale; Hamilton ha
preceduto sul traguardo Valtteri Bottas su Williams-Mercedes e Daniel
Ricciardo su Red Bull Racing-Renault.
della Nico Rosberg, pilota della Mercedes, risulta il più rapido
nella prima sessione di prove libere. Il tedesco precede in graduatoria
il compagni di scuderia Lewis Hamilton, staccato di 7 decimi, e
Fernando Alonso. Felipe Massa è uscito di pista nei pressi
dell'entrata dei box: la sua vettura ha colpito le barriere,
danneggiandosi. L'incidente ha portato all'esposizione della bandiera
rossa che ha interrotto la sessione. Anche Susie Wolff, impegnata
sull'altra Williams ha potuto compiere pochi giri per un problema
tecnico. Gravi problemi tecnici hanno fermato anche Pastor
MaldonadoLotus.[8] Rosberg e Daniel Ricciardo
sono stati richiamati dai commissari per aver effettuato dei sorpassi
in regime di bandiera rossa. I due però non sono stati penalizzati.
Nella seconda sessione Lewis Hamilton
ha preso il comando della classifica, precedendo Rosberg e Alonso. Il
britannico della Mercedes, dopo aver ottenuto il miglior tempo, ha
dovuto interrompere la sessione per un problema alla power unit. Hanno riscontrato dei problemi tecnici anche Marcus Ericsson (sempre alla power unit), e Jules Bianchi alla batteria.
La pioggia ha condizionato lo svolgimento delle libere del sabato. Sebastian Vettel
ha chiuso con il miglior riscontro cronometrico, davanti al compagno di
scuderia Ricciardo. I piloti di Mercedes e Ferrari hanno deciso di non
effettuare nessun giro cronometrato per salvaguardare un treno di gomme
in più per il resto del weekend. Jules Bianchi è stato autore di un'uscita di pista, mentre il suo compagno di team Max Chilton
non ha potuto provare per un problema tecnico al cambio, la cui
sostituzione produce una penalizzazione di 5 posizioni sulla griglia di
partenza.
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Tutta la F1 inglese ha come sede la zona a
ovest di Londra.
Williams, McLaren, Jordan, Benetton e Arrows risiedono in questo piccolo angolo di campagna inglese.
Silverstone, è
ribattezzato dagli inglesi la "casa dell'automobilismo sportivo
mondiale".
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13 maggio 1950, a Silverstone la prima gara di Formula 1
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Storia del circuito
Silverstone è uno di quei circuiti su
cui sono state scritte importanti pagine di storia della F1.
È curioso ricordare che il territorio su cui sorge il
tracciato era la sede di un aeroporto militare da dove gli Split-Fire
inglesi decollavano per svolgere le missioni di guerra durante il
secondo conflitto mondiale. La pista di Northampton fu inaugurata nel
1948 ed ha ospitato la prima storica gara ufficiale di F1 il 13 maggio
1950.
Si può affermare, senza retorica, che la nascita di
Silverstone è strettamente legata a quella della F1 e il
circuito ha avuto il grande onore di tenere a battesimo il campionato
mondiale che si disputa ininterrottamente da 58 anni. Durante questo
lungo periodo, lo sport automobilistico è cresciuto subendo
radicali cambiamenti e anche il circuito britannico non è
stato esente da variazioni evolvendosi nella direzione indicata dal
tempo.
Complessivamente la pista ha totalizzato 40 partecipazioni nell'albo
d'oro dei gp ma la configurazione della stessa ha subito rilevanti
interventi strutturali dal 1950 ad oggi. In quella storica "prima
volta", il circuito misurava 4,710 km e, fino al 1990, le sue
caratteristiche principali sono rimaste pressochè invariate.
Silverstone era una delle piste più veloci del mondiale e si
toccavano medie sul giro impressionanti. I primi ritocchi risalgono al
1975, anno in cui venne aggiunta una chicane per un guadagno totale di
9 metri di estensione. Successivamente, nel 1987, Silverstone
subì un'altra lieve modifica e si raggiunse una lunghezza
pari a 4,778 km. Le caratteristiche che rendevano famoso quel circuito
erano i curvoni ad alta velocità e i lunghi rettilinei in
cui i motori davano libero sfogo ai loro cavalli. Questa configurazione
caratterizzò la F1 fino al 1990.
All'epoca Silverstone era, addirittura, la pista più veloce
dell'intero campionato. Anche un tempio della velocità per
antonomasia come Monza ne usciva ridimensionato dal confronto diretto.
Pensate che Nigel Mansell con la Ferrari 641/2 ottenne la pole nel '90
facendo registrare 255,099 km/h di media!. Quella, tuttavia, fu
l'ultima occasione in cui Silverstone apparve nella sua veste abituale.
A partire dal '91, infatti, il tracciato subì una mezza
rivoluzione. I rettilinei e le curve da pelo scomparvero in larga
parte, la lunghezza passò a 5,226 km e non è
esagerato affermare che la Silverstone di oggi è tutta
un'altra cosa rispetto al passato. Di sicuro gli interventi hanno
incrementato il livello di sicurezza della pista ma lo spettacolo ha
ricevuto una mazzata notevole.
Ogni settore del vecchio impianto si è rifatto il look. Il
primo intervento ha riguardato la curva Copse, considerevolmente
rallentata grazie ad una riduzione dell'angolo di ampiezza.
Nel successivo rettilineo sono state introdotte due veloci curve
denominate "Maggots" che, unite al veloce cambio di direzione
Becketts-Chapel, danno vita ad un gruppo di curve "massacranti" per la
stabilità delle vetture e la concentrazione del pilota.
Superato l'"Hangar Straight", il lungo rettilineo teatro di
indimenticabili battaglie senza quartiere, le monoposto si fiondano
verso la "Stowe", mitica curva, "ammorbidita" rispetto al passato ma
ugualmente insidiosa ed emozionante, soprattutto in fase di uscita.
Ciò che resta del tracciato da ora in avanti è
quello che ha subito le maggiori modifiche. La nuova chicane della
curva Club uccide la naturale rapidità di questa famosa
piega mentre la esse "Abbey" ha spezzato brutalmente la regolare
percorrenza del vecchio rettilineo.
Un tempo, poi, c'era il "Farm Straight", che si raccordava alla
velocissima "Woodcote" fino al traguardo. Questo tratto, adesso,
è divenuto il "Complex", un tormentato insieme di curve
lentissime dove la più alta marcia utilizzata è
la seconda. Dal 1991 ad oggi questa configurazione non ha visto mutare
le proprie caratteristiche essenziali ma sono state ugualmente compiute
alcune variazioni con l'obiettivo di ottenere un rapporto
sicurezza-spettacolo più elevato possibile. Nel '94 la
lunghezza della pista ha raggiunto 5,057 km, nel '96 5,072 e nel '97,
grazie all'introduzione del tornante Luffield che ha rimpiazzato le
doppie curve precedenti, si sono toccati i 5,141 km.
Nonostante le numerose modifiche di questi anni, Silverstone rimane
comunque una pista da alta velocità e, a conferma di
ciò, nel 2004 la Mclaren di Raikkonen toccò 236 km/h di media in prova. |
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Il 13 maggio del 1950 si disputava in Gran Bretagna il primo Gran
Premio della Formula 1. 65 anni fa infatti nasceva il primo vero
Campionato del Mondo Piloti, dato che fino a quel momento la Formula
Grand Prix e le diverse gare automobilistiche davano maggior spazio alle
scuderie e quindi al Mondiale Costruttori.
La FIA
decise di creare così un Mondiale Piloti in risposta al Campionato
Mondiale di Motociclismo istituito nel 1949: il calendario prevedeva 6
Gran Premi europei ai quali si aggiunse la 500 Miglia di Indianapolis,
la quale però negli anni ebbe sempre un regolamento proprio e differente
dal resto delle gare. La prima stagione del Mondiale di Formula 1 fu
dominata dall’Alfa Romeo, che vinse tutte le gare con la Alfetta 158, costruita da Enzo Ferrari prima della guerra.
La stagione cominciò sul circuito britannico di Silverstone
– ad oggi sempre presente nel calendario del Mondiale insieme al Gp
d’Italia – il 13 maggio 1950 e la gara fu vinta dall’italiano Nino Farina davanti al connazionale Luigi Fagioli e al britannico Reg Parnell, tutti e tre piloti dell’Alfa Romeo.
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Il primo inglese a vincere la gara di casa è Sir Stirling Moss seguito da Fangio e Kling che completa il podio Mercedes-Benz.
Il record del gradino più alto fu in mano allo scozzese Jim Clark che qui vinse per ben 5 volte, record poi eguagliato da Alain Prost trent’anni dopo.
Per ben tre anni di fila dal 1963 al 1965 il GP di Silverstone è affare inglese: lo stesso Clark è dominatore assoluto
con Hill e Surtees che si alternano in seconda e terza posizione.
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Gran Bretagna (Silverstone)
Giri: 52
Lunghezza: 5891 m.
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SILVERSTONE - 13 MAGGIO 1950
PRIMO GRAN
PREMIO - F1 |
Questa
prima gara valida per il Campionato Mondiale vede la presenza sulle
tribune del Re Giorgio VI, la Regina Elisabetta,
la principessa Margaret, Earl Mountbatten e Lady Mountbatten.
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La
scuderia Alfa Romeo si presentò nel circuito con quattro Alfetta
guidate da Nino Farina, Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e,
in segno di omaggio alla nazione ospitante, Reg Parnell;
le vetture si piazzarono ai primi quattro posti nelle qualifiche, occupando per intero la prima fila dello schieramento.
L'altra
casa automobilistica italiana presente fu la Maserati, che
schierò sei vetture portate in gara da tre scuderie diverse: la
Scuderia Ambrosiana con David Murray e David Hampshire, l'Officina
Alfieri Maserati con Louis Chiron di passaporto monegasco e Joe Fry,
per finire con la Enrico Platé dove si distinguevano due piloti
dotati di titoli nobiliari, Toulo de Graffenried e Prince Bira;
quest'ultimo occupò il quinto posto nella griglia di partenza.
Dei 22 iscritti Felice Bonetto della Scuderia Milano sarà
l'unico che non riuscirà a qualificarsi.
La
Ferrari, invece, preferì non prendere parte alla corsa con Enzo
Ferrari che si lamentò con la stampa del limitato ingaggio
offertogli dagli organizzatori. Le vetture inglesi erano le tre ERA e le due ALTA. I cinque francesi presenti invece gareggiarono con la Talbot-Lago
(con le migliori due vetture che occuparono la seconda fila di
partenza) e con due scuderie non manifatturiere. Parecchi corsero come
privati e Leslie Johnson si presentò col nome di una scuderia, la Taso Mathieson per la prima e ultima volta. |
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Silverstone 1950 - Alfa Romeo 158
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Alfa Romeo 158 - Nino Farina a Silverstone 1950
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Il Gran Premio di Gran Bretagna del 1950 vinto da Nino Farina su Alfa Romeo, fu il primo round del Campionato Mondiale Piloti della stagione 1950 di Formula 1 e la quinta gara complessiva di quell'annata, dopo il Gran Premio di Pau e il Gran Premio di Sanremo, entrambe vinte da Juan Manuel Fangio, il Richmond Trophy, vinto da Reg Parnell e il Gran Premio di Parigi, vinto da Georges Grignard.
Disputato il 13
maggio sul Circuito di Silverstone nella classica configurazione del
1948, e inoltre designato anche come Gran Premio d'Europa per il 1950,
questa prima gara valida per il Campionato Mondiale vede la presenza
sulle tribune del re George VI, la regina Elizabeth, la principessa
Margaret, Louis Mountbatten e Edwina Ashley.
La scuderia Alfa
Romeo si presentò nel circuito con quattro Alfetta guidate da
Nino Farina, Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e, in segno di omaggio
alla nazione ospitante, Reg Parnell; le vetture si piazzarono ai primi
quattro posti nelle qualifiche, occupando per intero la prima fila
dello schieramento.
L'altra casa
automobilistica italiana presente fu la Maserati, che schierò
sei vetture portate in gara da tre scuderie diverse: la Scuderia
Ambrosiana con David Murray e David Hampshire, l'Officina Alfieri
Maserati con Louis Chiron di passaporto monegasco e Joe Fry, per finire
con la Enrico Platé dove si distinguevano due piloti dotati di
titoli nobiliari, Toulo de Graffenried e Prince Bira;
quest'ultimo occupò il quinto posto nella griglia di partenza.
Dei 22 iscritti Felice Bonetto della Scuderia Milano sarà
l'unico che non riuscirà a qualificarsi.
La Ferrari, invece,
preferì non prendere parte alla corsa con Enzo Ferrari che si
lamentò con la stampa del limitato ingaggio offertogli dagli
organizzatori. Le vetture inglesi erano le tre ERA e le due ALTA. I
cinque francesi presenti invece gareggiarono con la Talbot-Lago (con le
migliori due vetture che occuparono la seconda fila di partenza) e con
due scuderie non manifatturiere. Parecchi corsero come privati e Leslie
Johnson si presentò col nome di una scuderia, la Taso Mathieson per la prima e ultima volta.
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Il weekend del Gran Premio d'Inghilterra si svolge
alla metà di luglio 1951. I piloti schierati dalla Ferrari
sono Ascari, Villoresi e Gonzalez. Nel Libro delle Corse del 1951 si
legge che durante il "Primo Allenamento", corrispondente alle attuali
prove libere del venerdì, in questo caso il 12 luglio 1951,
il miglior tempo della giornata era stato segnato da Froilan Gonzalez,
che aveva girato in 1.43:4, seguito da Fangio e Farina su Alfa Romeo.
Le prove del sabato avevano invece visto lo scavalcamento dell'Alfa
sulla Ferrari, con il miglior tempo fatto segnare da Juan Manuel
Fangio. La griglia di partenza vedeva in prima fila Ascari (Ferrari),
Farina (Alfa R.), Fangio (Alfa R.) e Gonzalez (Ferrari), in seconda
Bonetto (Alfa R.), Sanesi (Alfa R.) e Villoresi (Ferrari).
Il Gran Premio di Gran Bretagna
fu la quinta gara della stagione 1951 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 14 luglio al Circuito di Silverstone. La
manifestazione vide la prima vittoria in carriera di José
Froilán González su Ferrari (prima vittoria iridata del
cavallino), seguito da Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo e Luigi
Villoresi su Ferrari.
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Il Gran Premio d'Inghilterra, disputato il 14 luglio, prevedeva 90 giri
e il tracciato misurava 4,649 km, per un totale di 418.421 km. Alla
partenza prendeva la testa Bonetto; alla fine del primo giro
è ancora in testa, seguito da Gonzalez, Farina, Ascari,
Fangio e Villoresi. Al secondo giro Gonzalez assume il comando davanti
a Bonetto e manteneva la testa fino alla 9a tornata. Al 10°
giro era in testa Fangio e Gonzalez è secondo, e questa
situazione permaneva fino al 20esimo giro. Nel corso del 40esimo giro
invece le posizioni erano Gonzalez, Fangio, Farina, Ascari, Villoresi.
Al 50esimo giro Gonzalez si trovava ancora in testa e amministrava un
vantaggio di 1.14 su Fangio, seguito da Ascari, Farina e Villoresi,
quinto. Villoresi si ritirava al 57° giro; al 60°
Gonzalez si fermava per il rifornimento di carburante (tempo di sosta:
15 secondi), e rientra davanti a Fangio, indietro di 56 secondi. Il
vantaggio su Fangio si allungava a circa 1.20:000 e porta alla
conclusione con l'ordine di arrivo: Gonzalez, Fangio, Villoresi,
Bonetto.
La vittoria della Ferrari in F1 segnava simbolicamente il sorpasso
della squadra corse di Maranello nei confronti della grande rivale,
l'Alfa Romeo, dove Enzo Ferrari aveva lavorato per vent'anni. Enzo
Ferrari ricevette la notizia per telefono con molto ritardo, mentre si
trovava solo nel suo ufficio; il giorno dopo un telegramma del
presidente di Alfa Romeo inorgogliva ancor di più Ferrari
per quella vittoria tanto agognata.
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Alberto Ascari vince - Circuito di Silverstone - 1953
La stagione 1953 del Ca
Lampionato mondiale FIA è stata, nella storia della categoria, la 4a ad assegnare il Campionato Piloti.
È iniziata il 18 gennaio ed è terminata il 13 settembre, dopo 9 gare
.
Il titolo mondiale piloti è andato per la seconda volta all'italiano Alberto Ascari.
NEL 1953 SI RIPETE ANCORA LO STESSO TEMA
DELL'ANNO PRECEDENTE E ASCARI DOMINA, QUESTA VOLTA PERÒ VIENE CONTRASTATO
LEGGERMENTE DAI SUOI COMPAGNI DI SQUADRA HAWTHORN E FARINA CHE VINCONO UNA GARA
A TESTA.
IL RIENTRANTE FANGIO SEPPUR SU UNA
RECALCITRANTE MASERATI, RIESCE A VINCERE IL G.P. D'ITALIA, ULTIMA PROVA DEL
CAMPIONATO DI QUELL'ANNO, LA QUALE INSIEME AD INDIANAPOLIS COSTITUIRANNO LE
UNICHE DUE SCONFITTE DELLA FERRARI 500, UNA VETTURA CHE NON VENNE PIÙ
EGUAGLIATA NEI RISULTATI OTTENUTI PER OLTRE 30 ANNI. LA STESSA FERRARI NON
RIUSCIRÀ PIÙ A RIPETERE QUESTI PRODIGIOSI RISULTATI NELL'ARCO DELLA SUA
STORIA.
AD INDIANAPOLIS SI REGISTRANO PURTROPPO I
PRIMI DUE INCIDENTI MORTALI: CHET MILLER DURANTE LE PROVE DI QUALIFICAZIONE,
CARL SCARBOROUGH DURANTE LA CORSA.
ASCARI È IL PRIMO PILOTA A VINCERE IL
SECONDO TITOLO MONDIALE (TRA L'ALTRO ANCHE DI SEGUITO).
INOLTRE EGLI È ANCHE IL
PRIMO PILOTA CHE VINCE IL TITOLO STANDO IN TESTA ALLA CLASSIFICA DALL'INIZIO
ALLA FINE.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1954
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1954
fu la quinta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 17 luglio sul Circuito di Silverstone. La
manifestazione vide la seconda ed ultima vittoria in carriera di
José Froilán González su Ferrari, seguito dal
compagno di squadra Mike Hawthorn e dal giovane Onofre Marimon su
Maserati, al primo podio in carriera.
Le Mercedes
non riuscirono a replicare il successo conseguito a Reims, anche se
Fangio stabilì il giro più veloce di sempre a Silverstone, abbattendo la
barriera delle 100 mph con una media di 100,35 mph.
Sette piloti fecero segnare il tempo più veloce in gara a 1'50.0, dividendosi il punto in palio.
È stato il Gran Premio di debutto in Formula 1 per la Vanwall.
Da segnalare la gara di Onofre Marimon: costretto a partire dal
fondo dello schieramento a causa del ritardo nell'arrivo delle Maserati a
Silverstone, conclude al terzo posto, riuscendo a risalire dal 28º al
6º posto nel corso del primo giro; si tratta rispettivamente del secondo
maggior numero di posizioni guadagnate in un Gran Premio (25) e del
maggior numero di posizioni guadagnate in un solo giro (22) da parte di
un pilota nella storia della Formula 1 (500 Miglia di Indianapolis
esclusa). Il compagno e connazionale Roberto Mieres,
partito 32° e arrivato 6° stabilisce in questa stessa gara il record
assoluto in questa speciale classifica, con un totale di 26 posizioni
acquis
- 2ª e ultima vittoria per José Froilán González - 2º e ultimo podio per Onofre Marimon
- 1º giro più veloce per Stirling Moss
- 1° e unico giro più veloce per Onofre Marimon - 1º giro più veloce per Mike Hawthorn
- 1° e unico giro più veloce per Jean Behra
- 1º Gran Premio per Clemar Bucci, Horace Gould, Leslie Marr e Ron Flockhart
- 1° e unico Gran Premio per Don Beauman, John Riseley-Prichard, Leslie Thorne e Bill Whitehouse
- Ultimo Gran Premio per Reg Parnell, Peter Whitehead, Eric Brandon e Alan Brown
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Gran Premio di Gran Bretagna 1955
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1955
fu la sesta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 16 luglio sul Circuito di Aintree. La manifestazione
vide la prima vittoria in carriera di Stirling Moss su Mercedes, seguito a poca distanza dai compagni di squadra Juan Manuel Fangio e Karl Kling.
Il Gran Premio ha visto il debutto del futuro tre volte Campione del Mondo Jack Brabham;
qualificatosi all'ultimo posto, l'australiano risale in gara fino alla
12ª posizione, prima di ritirarsi per un guasto al motore.
Pur mancando ancora quattro gare alla fine del campionato, la
successiva cancellazione dei Gran Premi di Germania, Svizzera e Spagna
rese quello britannico il penultimo della stagione. Per questo motivo,
Fangio si laureò per la terza volta Campione del Mondo di Formula 1 con
una gara di anticipo sulla fine del Campionato |
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Alfonso de Portago su Ferrari GP di Gran Bretagna 1956
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1956 fu la sesta gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 14 luglio sul Circuito di Silverstone.
La
corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito dalla
coppia Alfonso de Portago-Peter Collins
e da Jean Behra.
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Gran Bretagna 1956 - Insegnante con i propri alunni in visita al paddock di Silverstone |
Gran Premio di Gran Bretagna 1957
i
La Vanwall vincitrice del Gran Premio prima della partenza
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1957 fu la quinta gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 20 luglio sul Circuito di Aintree.
La corsa vide
la vittoria di Stirling Moss e Tony Brooks (prima in carriera per
Brooks), che si avvicendarono alla guida di una Vanwall, seguiti
dall'italiano Luigi Musso e dal britannico Hawthorn, entrambi su
Ferrari.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1958
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1958 fu la settima gara della stagione 1958 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 19 luglio sul Circuito di Silverstone.
La corsa vide la vittoria di Peter Collins su Ferrari 246, seguito dal compagno di scuderia Mike Hawthorn e dalla Cooper di Roy Salvadori.
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Il collaudatore Martino Severi prova
la Dino 156 F2 nei pressi di Modena.
A destra, seduto sul muretto,
Enzo Ferrari. |
Cliff Allison prova la 256 F1
sulla pista junior di Monza |
Una 256 F1 ferma ai box dell'areautodromo
di Modena |
Ferrari 246 F1 del 1958
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Gran Premio di Gran Bretagna 1960
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1960 si è svolto domenica 16 luglio 1960 sul circuito di Silverstone. La gara è stata vinta da Jack Brabham
seguito dai due piloti della Lotus John Surtees e Innes Ireland.
6a vittoria per Jack BRABHAM - 1o podio per John SURTEES - 1o migliore giro per Graham HILL
- 2º titolo Mondiale per la Cooper -
12° vittoria per la Cooper - 30° podio per la Cooper - Ultimo
Gran Premio per la Aston Martin
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Gran Premio di Gran Bretagna 1962
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1962
si è svolto domenica 21 luglio 1962 sul circuito di Aintree. La
gara è stata vinta da Jim Clark su Lotus, seguito da John
Surtees su Lola e da Bruce McLaren su Cooper.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1963
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1963 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 20 luglio 1963 sul circuito di Silverstone.
La gara fu vinta da Jim Clark, alla guida di una Lotus - Climax.
1963 Silverstone passaggio di Dan Gurney su Brabham BT7 Climax.
Griglia di partenza 1.J.Clark - 2. D.Gurney - 3.G.Hill - 4. J. Brabham
Al via Clark scivolò in quinta posizione, sopravanzato da Brabham, Gurney, McLaren e Graham Hill,
ma in poche tornate il pilota scozzese riguadagnò la testa della corsa,
staccando rapidamente gli inseguitori. Alle sue spalle, McLaren si
ritirò per un guasto al motore, mentre Gurney sopravanzò Brabham; il
pilota australiano mantenne la terza posizione fino al 28º passaggio,
quando anche sulla sua vettura il motore cedette.
Hill e Surtees
lottarono tra loro per tutta la gara, superandosi più volte; al 60º
passaggio, quando Gurney si ritirò per un problema al motore, i due
passarono rispettivamente al secondo e terzo posto. Il loro duello si
risolse solo all'ultima tornata, quando Surtees ebbe la meglio sul
rivale, rimasto senza benzina, tagliando il traguardo in seconda
posizione dietro a Clark. Hill chiuse comunque sul gradino più basso del
podio, precedendo Ginther, Bandini e Hall.
Jim Clark consegue
ancora una vittoria a Silverstone dove non ci fu veramente storia:
Clark
girò in tempi straordinari sia in qualifica che in gara, devastando psicologicamente
i suoi avversari.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1965
Gran Premio di Gran Bretagna 1965 quinta gara della stagione 1965 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 10 luglio sul Circuito di Silverstone.
1965 Silverstone - Graham Hill (BRM P261)
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Vince Jim Clark su Lotus-Climax, seguito da Graham Hill su BRM e da John Surtees su Ferrari.
- 17° vittoria per Jim Clark - 20° podio per Graham Hill - 50º Gran Premio per Dan Gurney
- 1° e unico Gran Premio per John Rhodes, Brian Gubby e Alan Rollinson
- 22° vittoria per la Lotus - 10º giro più veloce per la BRM - 38° vittoria per il motore Climax
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Gran Premio di Gran Bretagna 1966
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1966
fu una gara di Formula 1, disputatasi il 16 luglio 1966 sul Circuito di
Brands Hatch. Fu la quarta prova del mondiale 1966 e vide la vittoria
di Jack Brabham su Brabham-Repco, seguito da Denny Hulme e da Graham
Hill. Al gran premio non parteciparono le Ferrari.
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In 67 edizioni, il Gran Premio di Gran Bretagna è stato ospitato nella
sua storia da tre diverse sedi. Comanda chiaramente Silverstone, con 50
edizioni ospitate, seguita da Brands Hatch, con 12, e da Aintree, con 5.
I piloti più vincenti nella storia di questo evento sono Jim Clark ed
Alain Prost, entrambi con 5 successi;ma lo 'Scozzese Volante'
fa meglio nel complesso, assommando anche 5 pole position, 5 podi totali
e 2 giri record, contro una pole, 2 giri record e 7 podi totali del
francese.
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Il dominio inglese e il record di Jim Clark
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Se la prima
edizione del Gran Premio di Gran Bretagna è stata un vero e
proprio trionfo italiano, quelle successive hanno visto i sudditi
di sua Maestà prendersi la rivincita con gli interessi:
dal 1962 al 1967, infatti, sul gradino più alto del podio sono
saliti solo piloti britannici. Nel 1962, nella gara corsa sulla pista di Aintree fu Jim Clark a
trionfare. L'anno dopo cambiò la pista, ma non il protagonista
con l'inglese a ribadire la superiorità sua e dei connazionali Surtees e Hill.
Jim Clark vinse anche le edizioni del 1963 e del 1964 trionfando poi
anche in quella del 1967 e diventando così il pilota più vincente nella storia del Gp di Gran Bretagna. |
Jim Clark, durante il vittorioso Gran Premio di Gran Bretagna 1967.
Lo
scozzese ha ottenuto 5 pole e 5 vittorie nella gara di casa
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1969 Silverstone - Team Lotus al lavoro lavorano su una delle Lotus 49B
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Gran Premio di Gran Bretagna 1969
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1969, XXII RAC British Grand Prix e sesta gara del campionato di Formula 1 del 1969, si è svolto il 19 luglio
sul circuito di Silverstone ed è stato vinto da Jackie Stewart su Matra-Ford Cosworth
Matra MS80
Il telaio monoscocca della vettura venne disegnato dal progettista della Matra Bernard Boyer, e al suo interno vi fu inserito il propulsore 8 cilindri Ford Cosworth DFV.
Tale propulsore veniva gestito da un cambio a cinque marce Hewland. Il
corpo vettura inglobava nei lati i serbatoi del carburante, allargando
di molto l'auto.
La
vettura, nella stagione 1969, venne pilotata da Jackie Stewart, mentre
il team veniva gestito da Ken Tyrrell. Con quest'auto, il pilota
inglese riuscì a vincere i gran premi di Gran Bretagna, di
Spagna, d'Olanda, di Francia e d'Italia, conquistando in questo modo
sia il titolo costruttori che quello piloti.
10° vittoria per Jackie Stewart - 8° vittoria per la Matra
- 21° vittoria per il motore Ford
Cosworth - 20° pole position per il motore Ford Cosworth - 20º
giro più veloce per il motore Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna 1970
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1970, XXIII RAC British Grand Prix
e settima gara del campionato di Formula 1 del 1970, si è svolto
il 18 luglio sul Circuito di Brands Hatch ed è stato vinto da Jochen Rindt su Lotus-Ford Cosworth.
Così come già accaduto nel GP di Monaco,
anche in questa gara Jochen Rindt befferà Jack Brabham all'ultimo giro:
a 12 giri dal termine l'australiano sorpassa l'austriaco e a una
tornata dal termine ha ben 15 secondi di vantaggio, ma a poche curve
dalla conclusione rimane senza benzina e viene nettamente superato dal
rivale.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1973
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1973, XXVI John Player British Grand Prix
e nona gara del campionato di Formula 1 del 1973, si è svolto il
14 luglio sul circuito di Silverstone ed è stato vinto da Peter
Revson su McLaren-Ford Cosworth.
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Ronnie Peterson Lotus-Ford
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Dopo il semaforo verde Jackie Stewart esegue una partenza magistrale
e, dal 4º posto, riesce a issarsi in testa; alle sua spalle però
Scheckter va in testacoda sul curvone che immette sul rettilineo del
traguardo, picchia contro il muretto e torna in pista. La carambola che
ne segue è drammatica, con 10 macchine coinvolte, tutte costrette al
ritiro.
Chi ne paga le conseguenze maggiori è Andrea De Adamich, che si
frattura entrambe le gambe e deve dire addio alla F1: i medici gli
somministrano morfina e lo tirano fuori dall'abitacolo dopo 52
interminabili minuti. La gara, a causa di questo incidente, viene
fermata e fatta ripartire da capo con sole 18 vetture in griglia visti
gli 11 ritirati.
Peterson riscatta dalla pole e tiene il comando seguito da Lauda e
il solito Stewart. Lo scozzese passa l'austriaco e prova l’attacco allo
svedese che però chiude la porta e lo costringe ad andare sull’erba:
danneggerà così la sua monoposto e finirà la gara 10°, peggior
piazzamento della stagione per lui. Dopo il ritiro di Lauda, la lotta
per la vittoria è tra Peterson, Hulme, Hunt e Revson. |
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La spunta
l’americano, al primo successo in carriera, che con la sua McLaren
precede lo svedese e il compagno di squadra. Hunt, al primo giro veloce
in F1, chiude quarto con la Hesketh. Punti iridati anche per Cévert e
Reutemann, che approfittano del ritiro di Emerson Fittipaldi per
giungere in 5ª e 6ª posizione.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1975
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1975 è stata la decima prova della stagione 1975 del Campionato mondiale di Formula 1.
Si è
corsa sabato 19 luglio 1975 sul Circuito di Silverstone. La gara
è stata vinta dal brasiliano Emerson Fittipaldi su McLaren-Ford
Cosworth;
per il vincitore si trattò del quattordicesimo ed ultimo
successo in carriera. Ha preceduto sul traguardo il brasilianoCarlos
Pace su Brabham-Ford Cosworth e il sudafricano Jody Scheckter su
Tyrrell-Ford Cosworth.
La corsa venne interrotta dopo 56 dei 67 giri previsti a causa
dell'arrivo di una forte pioggia che aveva comportato
innumerevoli
uscite di pista da parte dei concorrenti.
Silverstone 1975 - Il Principe Filippo
in visita al Gran Premio di Gran Bretagna
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Ronnie Peterson a Silverstone con la Lotus.
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Emerson Fittipaldi, vincitore della gara,
qui impegnato alla guida della sua vettura |
Nella
solita alternanza con il Circuito di Brands Hatch, Silverstone
tornò ad ospitare il Gran Premio di Gran Bretagna, per la
quindicesima volta nella storia del mondiale.
Una
nuova chicane (per ragioni di sicurezza) venne prevista alla curva
Woodcote. Vennero utilizzati anche nuovi box, con l'inaugurazione
avvenuta in occasione dell'International Trophy, corso ad aprile. Si
sperimentò anche un sistema di partenza con semaforo al posto
del tradizionale via libera dato con la bandiera nazionale.
La Penske affidò a Mark Donohue una March (acquistata per 20.000 sterline), al posto della monoposto costruita in proprio. La March provò sulla vettura di Vittorio Brambilla
due alettoni di circa 30 cm, posti dietro a ciascuna delle ruote
posteriori. Tale soluzione venne contestata da altre scuderie ma i
commissari di gara la reputarono corretta.
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La BRM
decise di non prendere parte al gran premio visti gli scarsi risultati
recenti, nel tentativo di migliorare la sua competitività.
Dopo
l'abbandono di Jacky Ickx, la Lotus, la scuderia di Colin Chapman
affiancò a Ronnie Peterson due piloti britannici all'esordio nel
mondiale: Jim Crawford e Brian Henton. Fece il suo esordio anche un
altro pilota locale, Dave Morgan, sulla seconda Surtees. Per lui questo
fu l'unico gran premio valido per il mondiale a cui prese parte.
Il tedesco Hans-Joachim Stuck, che mancava dal GP degli USA 1974, trovò un ingaggio con la terza March.
La
Williams ingaggiò Ian Ashley, ma l'indisponibilità di
motori non permise al britannico di prendere parte alle prove. Si
rividero sia la Maki sia la Lyncar (con al volante il neozelandese John
Nicholson) che non si era qualificata nell'edizione del 1974.
All'Ensign tornò Roelof Wunderink che affiancò van
Lennep, che però non prese parte alle prove.
Graham
Hill annunciò il suo ritiro definitivo dalle corse, dopo 175
gran premi di Formula 1 corsi (all'epoca numero record), con 14
vittorie, 13 pole e 10 giri veloci, nonché 6 vittorie in gare
non valide per il campionato. Hill aveva conquistato il titolo di
campione del mondo nel 1962 e 1968, una 500 Miglia di Indianapolis e
una 24 Ore di Le Mans, unico pilota a riuscire in tale impresa.
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Embassy Hill
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1975 Silverstone - Tony Brise (Embassy Racing), chiacchera con Graham Hill nuovo proprietario del team
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L'Embassy Hill è stata un
costruttore britannico di Formula 1. Scuderia fondata dal bicampione
del mondo Graham Hill si iscrisse per la prima volta al campionato 1973
con il nome Embassy Racing utilizzando una Shadow
e, l'anno successivo una Lola derivata dalla formula 5000, facendo
segnare anche un punto nel Gran Premio di Svezia (punto assegnato al
costruttore Lola).
Nella stagione 1975 fece debuttare una vettura di sua costruzione, anche se derivata da il modello Lola T370, al Gran premio del Sud Africa con Rolf Stommelen che chiuse settimo. Il debutto ufficiale della Embassy Racing with Graham Hill con una propria vettura, denominata GH1, si ebbe nel successivo Gran Premio di Spagna dove gareggiarono per il team François Migault e Rolf Stommelen.
Proprio quando il pilota tedesco era in testa al Gran Premio, la
perdita dell'alettone provocò la sua uscita di pista con l'uccisione di
quattro spettatori. Nel Gran premio di Montecarlo proprio Graham Hill
tentò di qualificarsi, ma senza fortuna. Questo gli fece prendere la
decisione di ritirarsi dall'attività di pilota, per concentrarsi sulla
gestione della squadra.
Sostituito Stommelen con Tony Brise (pupillo
di Hill), la scuderia riuscì ad ottenere i suoi primi punti
iridati al Gran Premio di Svezia proprio con Brise che arrivò
sesto. Successivamente, il futuro campione del mondo Alan Jones,
conquistò un ottimo quinto posto nel Gran Premio di Germania
disputato al Nürburgring. L'incidente aereo in cui morì
Graham Hill, assieme al pilota Tony Brise, determinò la chiusura
della scuderia.
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Al
via si portò in testa Carlos Pace, che sfruttò il lato
"gommato" della pista, portandosi davanti a Pryce; stessa sorte per
Niki Lauda, passato dal compagno di scuderia Clay Regazzoni. Dietro ai
primi quattro, al termine della prima tornata, vi erano James Hunt,
Jody Scheckter, Mario Andretti e Emerson Fittipaldi. Nel secondo giro
Hunt passò Scheckter alla Copse, mentre Fittipaldi superò Andretti, autore di un errore alla Beckett's. Quattro giri dopo l'italoamericano cedette un'altra posizione, questa volta a Tony Brise.
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Le Ferrari
erano molto veloci, tanto che Regazzoni al giro 9 passò Pryce e,
pochi giri dopo, si trovò in testa, dopo aver passato anchePace.
Nelle retrovie Brise, ormai vicino a Hunt (settimo), cercò di
attaccarlo, ma arrivò lungo e fu autore di un'escursione che gli forò
uno pneumatico, costringendolo a una fermata ai box. Mario Andretti, nel tentativo di difendersi da Jean-Pierre Jarier sbagliò anche lui la frenata alla Woodcote, spiattellando le gomme. Ciò costò anche lui una fermata ai box, che lo fece passare dalla decima alla 21ª posizione. |
Ora la classifica vedeva in testa Regazzoni, seguito da Pace, Pryce,
Lauda, Scheckter e Fittipaldi e Hunt. Le nuovole fecero capolino sul
circuito, annunciando pioggia. Al giro 16, intanto, Pryce passò Pace e
si installò in seconda posizione. Al 18º giro un primo scroscio d'acqua
colpì la zona delle curve Club e Stowe. La situazione non venne segnalata a Regazzoni, che si girò alla Stowe, toccò le barriere, ripartì, ma dovette fermarsi ai box per sostituire le gomme e l'alettone posteriore. L'elvetico ripartì ventunesimo.
Jody Scheckter
invece sfruttò bene l'arrivo della pioggia, passando sia Lauda che Pace
che Pryce nel volgere di pochi giri, portandosi in prima posizione. Al
22º sia Niki Lauda che Scheckter andarono ai box per montare gomme da bagnato. Alla Scuderia Ferrari
però non fissarono bene lo pneumatico che subì così una foratura lenta
che costrinse l'austriaco a un nuovo stop il giro successivo. Ora la
classifica veniva guidata da Pace, seguito da Emerson Fittipaldi e James Hunt.
I
tre di testa decisero di non cambiare le coperture, ma dalla retrovie
rispuntò velocissimo Scheckter che riuscì a riprendersi
la testa della gara, con una serie di sorpassi. Fittipaldi, nel
tentativo di resistere al sudafricano, sbagliò frenata e perse
due posizioni. Ora dietro a Scheckter si trovava Pace, seguito da James
Hunt, Jochen Mass e Fittipaldi. Anche Pace fu autore di un errore di
guida che consentì il sorpasso sia a Hunt che Mass.
La
pioggia però era cessata, le traiettorie si erano asciugate,
tanto che Mario Andretti decise di montare nuovamente le gomme slick. Nei giri seguenti Mass passò Hunt e Fittipaldi fece lo stesso con Pace. Al 30º giro Jean-Pierre Jarier,
che montava gomme da bagnato, superò ben quattro piloti (Pace,
Fittipaldi, Hunt e Mass) portandosi addirittura secondo, dietro al solo Jody Scheckter. Col pit stop
di quest'ultimo Jarier trovò la cima della classifica. Ciò per due
giri: infatti al giro 35 anche Jarier andò al cambiogomme, dando il via
libera a James Hunt.
Dietro all'inglese della Hesketh
si trovavano ora Emerson Fittipaldi, Carlos Pace, Jean-Pierre Jarier,
Jody Scheckter, Jochen Mass, Mark Donohue e Vittorio Brambilla. Al giro
36 Mass fu autore di un testacoda che lo relegò in ottava
posizione, mentre Scheckter passò Jarier che, poco dopo, fu
anch'esso autore di un errore, che dette via libera a Mark Donohue e
Vittorio Brambilla (ora quinto e sesto rispettivamente).
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Hunt manterrà la testa della gara fino al giro 42, quando la rottura di
uno scarico fece perdere potenza alla sua monoposto che verrà passata
da quella di Fittipaldi. Nello stesso giro Brambilla sfruttò un errore
di Donohue, ponendosi in quinta posizione. Un giro seguente anche Pace
passò Hunt, sempre in difficoltà. Al 51º girò fu il turno di Jody
Scheckter nel passare Hunt. Brambilla "restituì", di fatto, la
posizione a Mark Donohue, con un errore in fase di doppiaggio. |
Hunt
manterrà la testa della gara fino al giro 42, quando la rottura
di uno scarico fece perdere potenza alla sua monoposto che verrà
passata da quella di Fittipaldi. Nello stesso giro Brambilla
sfruttò un errore di Donohue, ponendosi in quinta posizione. Un
giro seguente anche Pace passò Hunt, sempre in
difficoltà. Al 51º girò fu il turno di Jody
Scheckter nel passare Hunt. Brambilla "restituì", di fatto, la
posizione a Mark Donohue, con un errore in fase di doppiaggio.
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Attorno al 55º giro la pioggia fece la sua ricomparsa sul tracciato, tanto che Emerson Fittipaldi decise di rientrare ai box per montare nuovamente le gomme da bagnato. La curva Club
divenne un vero e proprio "cimitero" di vetture in cui andarono a
sbattere, uno dopo l'altro, Carlos Pace, Jody Scheckter, John
Nicholson, Brian Henton, Dave Morgan, James Hunt e Wilson Fittipaldi.
Questa situazione fu estremamente pericolosa per i commissari che non
potevano intervenire in sicurezza per aiutare i piloti a uscire dalle
vetture, rischiando di essere investiti da qualche altra monoposto.
Anche alla Stowe si verificò una situazione simile, con le uscite di pista di Donohue, Mass, Watson e Depailler.
La
direzione di gara decise di sospendere la gara. Vincitore fu Emerson
Fittipaldi, per la 14ª e ultima volta in una gara del mondiale,
classificato, con un giro di vantaggio, su Carlos Pace e Jody Scheckter.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1977
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1977
è stata la decima prova della stagione 1977 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa sabato 16 luglio 1977 sul
Circuito di Silverstone. La gara è stata vinta dal britannico
James Hunt, su McLaren-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò
dell'ottavo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo
l'austriaco Niki Lauda su Ferrari e lo svedese Gunnar Nilsson su
Lotus-Ford Cosworth. La gara fu anche valida come Gran Premio d'Europa.
Nelle prequalifiche il pilota britannico David Purley fu vittima di un
grave incidente.
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Nella
solita alternanza tra autodromi britannico fu il turno del Circuito di
Silverstone nell'ospitare il gran premio nazionale, per la sedicesima
volta nella storia del mondiale di Formula 1.
La gara
vide l'esordio effettivo per la Renault. La casa transalpina, che non
aveva mai preso parte a nessun gran premio di F1, ma aveva partecipato
negli anni cinquanta a delle edizioni della 24 Ore di Le Mans,
presentò il modello RS01. Era spinto, per la prima volta per una
vettura di Formula 1, da un motore turbo V6, da 1.500 cm³. I
motori sovralimentati era ammessi da sempre in Formula 1 ma non erano
stati utilizzati da molto tempo (gli ultimi risalivano agli anni
cinquanta ed erano sovralimentati da un compressore), in quanto si
considerava troppo sfavorevole il rapporto di cilindrata ammessa,
rispetto a quanto concesso ai motori a pressione atmosferica. L'altra
novità sulla vettura francese fu l'esordio degli pneumatici
radiali forniti dalla Michelin. Il gommista transalpino, anch'esso
all'esordio nella Formula 1, aveva ottenuto ottimi risultati sia nelle
gare di durata, con vittorie alla 24 Ore di Le Mans, che nel
Motomondiale (nel 1976 aveva vinto il titolo in 125cc, 250cc, 350cc e
500cc).
Vi fu
anche l'unica apparizione nel mondiale per la McGuire, un costruttore
britannico, che utilizzava una Williams FW04 modificata e denominata McGuire BM1.
La
McLaren fornì il modello M26 anche a Jochen Mass, mentre
utilizzò il più desueto M23 quale terza vettura
ufficiale, affidata a Gilles Villeneuve. La Wolf impiegò
nuovamente la WR1.
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Alla
partenza James Hunt venne passato da John Watson, Niki Lauda e Jody
Scheckter. Dietro all'inglese della McLaren si trovarono le due Lotus
di Gunnar Nilsson e Mario Andretti e le due altre McLaren di Gilles
Villeneuve e Jochen Mass. Al sesto giro Andretti passò il
compagno di scuderia Nilsson.
Hunt riconquistò una posizione al settimo giro, passando
Scheckter, mentre al decimo giro un problema al motore costrinse
Villeneuve a una sosta, che gli fece perdere due giri. La rimonta del
britannico della McLaren proseguì al giro 23 quando riuscì a passare Niki Lauda alla Copse.
L'austriaco scontava un piccolo problema all'impianto frenante. La
classifica vedeva perciò in testa sempre John Watson, seguito da
Hunt, Lauda, Scheckter, Andretti, Nilsson e Jochen Mass.
Hunt si avvicinò rapidamente al battistrada Watson, che con la sua Brabham, spinta da un motore Alfa Romeo,
riusciva a distanziare sul rettilineo la più agile vettura di Hunt. Al
cinquantesimo giro Watson fu costretto a fermarsi ai box per un guasto
all'impianto di alimentazione (si era rotta la pompa che aspirava la
benzina): questo consentì a James Hunt di trovarsi in testa alla gara.
Gunnar
Nilsson, tre giri dopo, passò il suo compagno di scuderia
Andretti, che scontava dei problemi all'impianto di alimentazione.
Nilsson si portò alle spalle di Scheckter, che fuse il suo
motore al giro 59, ritirandosi. Dopo i ritiri di Watson e Scheckter
entrarono in zona punti Jochen Mass e Hans-Joachim Stuck. Al giro 65 fu
il turno del ritiro anche per Mario Andretti.
James
Hunt vinse per l'ottava volta nel mondiale, precedendo sul podio Niki
Lauda e Gunnar Nilsson, che si avvicinò all'austriaco nelle
ultime fasi di gara. Hunt conquistò anche per l'ottava volta il
giro veloce in gara.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1983
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1983 sul è stata la nona prova della stagione 1983 del Campionato mondiale di Formula 1.
Si è corsa sabato 16 luglio 1983Circuito di Silverstone. La gara
è stata vinta dal francese Alain Prost su Renault; per il
vincitore si trattò dell'ottavo
successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il brasiliano Nelson
Piquet su Brabham-BMW e il francese Patrick Tambay su Ferrari.
Prost, il francese che divenne Re d'Inghilterra
La
Honda rientrò nel mondiale di F1 (da cui mancava dal Gran Premio del
Messico 1968), quale fornitrice dei motori per il team Spirit, anch'esso
esordiente nel mondiale. La casa nipponica preparò un motore turbo,
denominato RA163, V6 da 1.500 cm³. La scuderia britannica fece esordire il suo primo modello, la 201C,
derivata da una vettura di Formula 2, con cui la casa aveva corso il
campionato di F2 1982. La vettura era stata utilizzata già nella Race of
Champions, gara non titolata, disputata in primavera, a Brands Hatch.
In realtà il modello che disputò il gran premio era fortemente
modificato, rispetto alla versione che aveva debuttato ad aprile.
La Scuderia Ferrari presentò una nuova vettura la "126 C3", disegnata da Harvey Postlethwaite.
Fu la prima Ferrari con monoscocca in fibra di carbonio e ma mantenne
meccanica, sospensioni e aerodinamica della 126C2 (anche se
un'aerodinamica con il radiatori a "freccia" era stata sperimentata, ma
scartata per problemi di raffreddamento). Alcuni notarono la somiglianza con la Brabham BT52, tantò che venne soprannominata la Brabham rossa. La scuderia italiana, per premunirsi da guasti, portò in Inghilterra anche due vetture del vecchio modello.
La Scuderia Ferrari fece esordire
nel GP di Silverstone la nuova 126 C3.
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Anche
la Lotus mandò in pista la sua nuova vettura, la Lotus 94T;
realizzata in sei settimane, sotto la guida di Gérard Ducarouge,
dopo il suo allontanamento dell'Alfa Romeo. La vettura era spinta da un
motore turbo della Renault, che così sostituiva il motore a
pressione atmosferica Ford Cosworth DFY, montato ancora sulla Lotus 92
di Nigel Mansell. La nuova monoposto s'ispirava alla Lotus 91, ma le
sospensioni anteriori riprendevano quella della 92, mentre quelle
posteriori erano totalmente nuove. La parte bassa della vettura era
ispirata alle forme della Renault, mentre la parte alta era simile
all'Alfa Romeo 183T, disegnata dallo stesso Ducarouge. Elio de Angelis,
pilota della scuderia britannica, confidò che il nuovo modello potesse
abbassare di due secondi il tempo sul giro, rispetto a quello fatto
segnare dal modello precedente. La Lotus godette anche di nuovi
pneumatici, portati dalla Pirelli.
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Nuova versione della FA1/E per l'Osella.
Sostituì le due vetture usate fino a quel momento: la FA1/D, a motore
Ford Cosworth, usata da Corrado Fabi, e la prima versione della FA1/E
(telaio vecchio e motore Alfa Romeo) usata da Ghinzani. Anche la Brabham
presentò la versione B della BT52: la parte anteriore fu legata da
baffi aerodinamici ai dei flap,
mentre quella posteriore risultava più bassa e bombata. Curiosamente i
colori della vettura vennero modificati: le parti prima dipinte in
bianco, vennero dipinte in blu, e viceversa. Venne modificata anche
l'Alfa Romeo 183T, con una riduzione del serbatoio, nuove sospensioni
anteriori, e dei nuovi wastegate per il turbo. La Renault
modificò il suo motore, con lo spostamento laterale dei tubi di
scarico: la motivazione addotta fu quella di evitare dei
surriscaldamenti, anche se la scuderia transalpina temeva che la
precedente posizione degli stessi potesse scatenare delle proteste,
principalmente da parte della Brabham. Sulla Ligier di Jean-Pierre Jarrier venne montato, per la prima volta, il nuovo Ford Cosworth DFY, che già motorizzava diverse vetture dello schieramento.
Altre
modifiche minori vennero presentate sulla McLaren MP4/1, sull'Arrows
A6, sulla Toleman TG183 e sulla RAM 01. La McLaren posticipò ad altra
gara l'esordio dei motori turbo della TAG-Porsch
Se è Jim Clark il pilota inglese più vincente sulla
pista, il pilota di Sua Maestà deve condividere il record con un
altro collega che risponde al nome di Alain Prost. Il francese,
infatti, è riuscito a tagliare per primo il traguardo in 5
edizioni del Gran Premio di Gran Bretagna anche se l'impresa più
memorabile è quella del 1990. Prost aveva già 3 successi
all'attivo, ottenuti nel ’83-’85-‘89, e si presenta
al via al volante della Ferrari, ma senza avere i favori del
pronostico; nonostante due vittorie consecutive in testa alla
classifica c'è Ayrton Senna che guida con 3 punti di vantaggio
sul rivale. Nelle prime fasi della corsa il duello è tra Mansell
e Senna ma il brasiliano va largo nell'erba alla prima curva e deve
rientrare ai box lasciando strada proprio all'inglese che però
non riesce a frenare la rimonta del pilota del Cavallino che va a vincere prendendosi la testa del mondiale. |
L'ultima vittoria, quella del record, arriverà poi nel 1993 al volante della Williams.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1984
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1984
è stata la decima prova della stagione 1984 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 22 luglio 1984 sul
Circuito di Brands Hatch. La gara è stata vinta dall'austriaco
Niki Lauda su McLaren-TAG Porsche;
per il vincitore si trattò del ventiduesimo successo nel
mondiale. Ha preceduto sul traguardo il britannico Derek Warwick su
Renault e il brasiliano Ayrton Senna su Toleman-Hart.
Prima
del via i commissari tecnici della federazione scoprirono sul fondo
delle Tyrrell dei fori illegali, che dovettero essere coperti prima del
via.
Keke Rosberg dovette affrontare la gara col muletto, a causa di un
problema alla pressione della pompa della benzina.
Alla
partenza Nelson Piquet mantenne il comando, seguito da Alain Prost,
Elio De Angelis e Niki Lauda. L'austriaco passò De Angelis alla Druids, mentre, alla curva Graham Hill
Riccardo Patrese perse il controllo della sua Alfa Romeo, per evitare
la vettura di Jacques Laffite, mettendola di traverso; il padovano
recuperò il controllo della vettura, ma il compagno di team
Eddie Cheever fu costretto a rallentare di colpo, e venne a sua volta
centrato da Philippe Alliot. La RAM del francese si alzò da
terra, dopo aver colpito la Tyrrell di Stefan Johansson. Jo Gartner,
che non trovò lo spazio, perse la sua Osella e andò a
sbattere contro un muro di gomme. Alliot, Johansson e Gartner furono
costretti all'abbandono.
La corsa continuò con Piquet al comando, capace di allungare sul
dritto, mentre nel misto doveva difendersi da Prost, penalizzato da una
scelta di gomme infelice, che portava al sovrasterzo. Al secondo giro
Lauda superò De Angelis, portandosi al terzo posto. Al decimo giro
Piquet venne passato prima da Prost (alla Paddock Hill) e poi da Lauda (alla Druids). Il brasiliano rientrò subito ai box per cambiare le gomme. Poco dopo Jonathan Palmer uscì di pista, alla Clearways,
a causa di un guasto allo sterzo. Il pilota uscì indenne, ma la
gara venne sospesa per permettere di sistemare la barriera danneggiata.
La gara ripartì, ma la classifica sarebbe stata stilata per
somma di tempi, con prima parte determinata sulla base dell'undicesimo
giro, quando Piquet era ancora davanti alle due McLaren. Questa
decisione fece infuriare Prost, che accusò i commissari di
favorire Piquet, su pressione di Bernie Ecclestone. Il gran premio
veniva ridotto a 71 giri.
Il
gran premio ripartì con Piquet, davanti a Prost, Lauda, Warwick,
De Angelis, Senna, Alboreto e Tambay. Malgrado qualche riparazione non
poterono prendere parte alla seconda partenza né Keke Rosberg,
né Teo Fabi, ritirati nella prima parte di gara, mentre a
Manfred Winkelhock furono i commissari a non permettere di riprendere
il gran premio.
Alla
ripartenza Alain Prost
passò subito Piquet, che dovette anche difendersi da Lauda.
Tambay prese subito una posizione ad Alboreto. Il pilota dellaFerrari
cedette poi a Ayrton Senna, Andrea De Cesaris e anche al compagno di
team René Arnoux. Al giro ventisette Arnoux cercò di
passare De Cesaris, che oppose una strenua resistenza.
Al giro 29 Piquet dovette cedere la posizione a Lauda.
Considerando che la classifica era per somma di tempi, Prost si trovava a
condurre con 6 secondi di margine su Lauda, mentre Piquet conservava la
terza posizione. Tambay si fermò per il cambio gomme, scalando settimo.
Al trentottesimo giro Prost fu costretto al ritiro, con il cambio fuori
uso. Niki Lauda si trovò così a condurre. Seguiva Piquet, Warwick, De Angelis, Senna e Tambay.
Al quarantaquattresimo giro Lauda si trovò di fronte il gruppo da
piloti da doppiare, De Cesaris, Alboreto e Arnoux. Alboreto sfruttò il
momento per passare De Cesaris e, grazie al suo ritmo, rese difficile a
Lauda il doppiaggio. Ciò portò Piquet ad avvicinarsi all'austriaco della
McLaren. La lotta tra De Cesaris e Arnoux fece perdere del tempo anche a
Derek Warwick, in fase di doppiaggio. Al giro 64 Arnoux tentò di passare alla Druids, le due vetture arrivarono a una collisione, ma entrambi i piloti poterono proseguire la gara.
Piquet
soffriva si un problema al turbo della sua Brabham, e decise
così di concludere la gara a ritmo ridotto. Al giro 66 Ayrton
Senna superò Elio De Angelis, alla Paddock Bend,
favorito dalla difficile condizione degli pneumatici della Lotus del
pilota romano. Nei giri successivi le difficoltà tecniche della vettura
di Piquet costrinsero il brasiliano a cedere diverse posizioni, prima a
Warwick, poi a Senna e a De Angelis. Al giro 68 Piquet venne passato
anche da Tambay e da Alboreto.
De Angelis si trovò, negli ultimi giri, a subire una perdita di
potenza del turbo. Al giro 69 anche Arnoux passò Piquet, mentre
nell'ultimo giro Tambay si fermò col propulsore in panne, per un
surriscaldamento dovuto a un pezzo della vettura di Piquet che si era
conficcata in un radiatore.
Niki Lauda colse il suo ventiduesimo successo nel mondiale, davanti a Derek Warwick e Ayrton Senna. Elio De Angelis
chiuse quarto, mentre giunsero a punti anche le due Ferrari. Lauda
raggiunse i 367,5 punti iridati, battendo così il limite stabilito da Jackie Stewart (360).
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La Brabham
presentò la versione B della BT53, con una sospensione anteriore
revisionata. Anche l'alettone anteriore veniva rivisto, e la linea della
parte anteriore della monoposto riprendeva quella proposta dalla
McLaren. Anche la Ferrari
presentò una versione rivisitata della sua vettura con pontoni
allungati, nuova posizione dei radiatori e alettone anteriore nuovo. La Williams
portò una versione della FW9 che presentava una nuova sospensione
anteriore, cambiamento di posto per turbo e scambiatori, apparizione di
un grosso estrattore d'aria, freni in carbonio SEP e passo allungato di
17 cm. La scuderia britannica confermò che la FW10 sarebbe apparsa solo
nel 1985.
Anche la Renault presentò diverse novità: venne abbandonato l'uso del kevlar,
sostituito da placche di carbonio all'altezza della pedaliera. Venne
montato un nuovo scambiatore di temperatura, che regolava
automaticamente la stessa; un nuovo motore che economizzava il consumo
di carburante; infine, vi furono delle novità anche sull'aerodinamica
della monoposto.
Modifiche
limitate vennero presentate dall'Arrows (alla sospensione posteriore,
ora più rigida) così come alla RAM e all'ATS.
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Keke Rosberg - Frank Williams |
Podio: 1 Alain Prost - 2 Michele Alboreto - 3 Jacques Laffite |
Nel 1985 arriva la seconda della cinque vittorie di Prost, ma il vero protagonista è il finlandese volante Rosberg. Buttata via la sigaretta,
Keke sale sulla sua Williams e durante le qualifiche segna il record della pista che rimarrà imbattuto
per ben 17 anni: 1.05,591sec con una velocità media di 260Km/h.
Gran Premio di Gran Bretagna 1986
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1986, (XXXIX Shell Oils British Grand Prix)
e nona gara del campionato di Formula 1 del 1986, si è svolto il 13
luglio sul Circuito di Brands Hatch ed è stato vinto da Nigel Mansell
su Williams-Honda. Inoltre fu l'ultima apparizione in F1 per Jacques
Laffite e anche l'ultima volta in cui si corre sul quel circuito.
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Jacques Laffite campione europeo di Formula 3 nel 1973 e di Formula 2 nel 1975, ha fatto il suo esordio
nella massima serie nel 1974 e vi è rimasto fino al 1986, anno
in cui si è dovuto ritirare a causa di un grave incidente. |
Gran Premio di Gran Bretagna 1987
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1987 è stato il 443º Gran Premio di Formula 1 della storia, corso il 12 luglio 1987 sul circuito di Silverstone.
Fu la settima gara del Campionato Mondiale di Formula 1 1987.
Le
qualifiche furono dominate, come ormai solito accadere, dalle monoposto
motorizzate Honda, con Nelson Piquet in pole, di un decimo davanti al
compagno Nigel Mansell (pilota "di casa" a Silverstone) per una prima
fila tutta Williams. Ayrton Senna su Lotus ed Alain Prost con la McLaren occuparono la seconda fila, rispettivamente 3º e 4º. Durante le qualifiche Piercarlo Ghinzani su Ligier
esaurì la benzina durante un giro: i suoi meccanici gli rifornirono in
pista facendolo ripartire, ma i commissari considerarono quest'azione
come contraria al regolamento ed esclusero il pilota italiano per il
resto del weekend.
Alla partenza Prost scattò meglio di tutti e prese la prima
posizione, ma alla seconda curva fu passato da Piquet, mentre Mansell
cominciò ad inseguire il compagno di squadra. La gara si trasformò in un
duello per la prima posizione fra le due Williams, mentre Prost e Senna
non riuscirono a reggere il ritmo dei primi due.
Al 12º giro Mansell
cominciò a soffrire di una perdita di pressione agli pneumatici e
iniziò a perdere terreno dal compagno di squadra; al 36º giro l'inglese
era distante 5 secondi da Piquet ed ancora alle prese con le vibrazioni causate dal problema alle gomme. Entrambe le Williams
avrebbero dovuto concludere la gara senza un cambio-gomme, ma a causa
del progressivo peggioramento del problema di pressione e del buon
vantaggio sulla terza posizione di Ayrton Senna,
Mansell e il team decisero di cambiare strategia per risolvere il
problema del britannico. Mansell riprese la gara con 29 secondi di
distacco da Piquet e 28 giri rimasti. Con gomme nuove e più efficaci
rispetto a quelle del compagno di squadra, Mansell fu autore di un'epica
rimonta, facendo segnare un susseguirsi di giri veloci. Al 58º giro
l'inglese fece segnare il suo miglior tempo e il giro veloce della gara,
raggiungendo Piquet. Un giro più avanti, Mansell sorpassò Piquet,
mettendo in scena l'ora famoso sorpasso Silverstone Two Step, affiancando il compagno sul rettilineo "Hangar" e passandolo alla curva "Stowe".
Subito
dopo aver tagliato il traguardo, Mansell, inglese e pilota di casa a
Silverstone, esaurì la benzina e fu assalito dalla folla in
festa. Dietro di lui si piazzò ancora una volta il compagno
Piquet, per la seconda doppietta consecutiva Williams.
Ayrton Senna conquistò la terza posizione, mentre Alain Prost fu
costretto al ritiro da un guasto al motore, cedendo così la
quarta piazza a Satoru Nakajima, compagno di squadra di Senna in Lotus.
A punti andarono anche Warwick su Arrows e Fabi su Benetton, rispettivamente 5º e 6º al traguardo.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1989
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1989
fu l'ottava gara della stagione 1989 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 16 luglio sul Circuito di Silverstone. La
manifestazione vide la vittoria di Alain Prost su McLaren - Honda, seguito da Nigel Mansell su Ferrari e da Alessandro Nannini su Benetton - Ford Cosworth.
Al via Prost tentò di insidiare Senna,
ma il brasiliano lo chiuse con decisione, mantenendo il comando. Senna
fu però costretto al ritiro nel corso del 12º giro, quando uscì di pista
in seguito ad un problema al cambio. Prost prese quindi la testa della
corsa, precedendo Mansell, i due piloti della Williams, Nannini e Piquet.
I primi due erano
imprendibili per gli altri, che lottarono quindi per il terzo posto:
Boutsen fu rallentato da una foratura, mentre Patrese si ritirò
per un incidente; Piquet sembrò avere la meglio, ma a poche
tornate dal termine fu sopravanzato da Nannini, che conquistò il
terzo gradino del podio.
In zona punti,
approfittando del ritiro di Gugelmin (partito dal fondo del gruppo dopo
un problema sulla griglia di partenza), chiusero anche Martini e Perez-Sala. Grazie a questo risultato la Minardi poté evitare le prequalifiche, mentre la Onyx dovette continuare a prendervi parte.
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato
l'11 luglio 1993 sul Circuito di Silverstone.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1993
1. Alain Prost - 2. Michael Scumacher - 3. Riccardo Patrese
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Al via Hill parte meglio del compagno di squadra e si porta al comando;
scatta ancora meglio Senna, che dal quarto posto sulla griglia di
partenza balza in seconda posizione. Dietro ai quattro, all'ingresso
della Copse ci sono Brundle, Patrese, Herbert e Alesi che guadagna
cinque posizioni con l'unico lampo Ferrari del weekend. Mentre Hill
allunga indisturbato, inizia una fase molto spettacolare in cui Senna,
pur sensibilmente più lento, prova a chiudere la porta agli
attacchi di Prost; la battaglia tra i due culmina con il sorpasso del
francese alla staccata della stowe nel corso del settimo passaggio. Pur
senza il conforto di un vantaggio di motore, la stessa manovra riesce
anche a Schumacher tre giri più tardi. Dopo 11 tornate Hill
comanda con 8" su Prost e 15" su Schumacher. I cambi gomme non mutano
la sostanza ma Prost riesce a rosicchiare qualcosa e poi a tornare a
contatto sfruttando qualche indecisione di Hill in fase di doppiaggio.
Al giro 37 la safety car entra in pista per un incidente di Badoer alla
curva Woodcote. Dopo la ripartenza Hill prova ad allungare ottenendo il
giro più veloce al giro 41 ma deve abbandonare solo una tornata
dopo per rottura del motore, dicendo addio alle speranze di vincere il
primo gp proprio davanti al pubblico amico; Prost passa così al
comando davanti a Schumacher, Senna, Brundle e Patrese. Se si eccettua
il ritiro di Brundle a sei giri dalla fine, l'ordine rimane invariato
fino all'ultima tornata, quando Senna, come già accaduto due
anni prima, rimane senza benzina e si ferma lungo il tracciato; il
brasiliano viene comunque classificato quinto, alle spalle di Prost,
Schumacher, Patrese e Herbert e davanti a Warwick, che porta il primo
punto della stagione alla Footwork. |
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Gran Premio di Bretagna 1998
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1998 fu il nono appuntamento della stagione di Formula 1 1998.
Disputatosi il 12 luglio sul Circuito di Silverstone,
ha visto la vittoria di Michael Schumacher su Ferrari, seguito da Mika Häkkinen e da Eddie Irvine.
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Per la prima
volta nel 1998, la partenza avviene sotto la pioggia; tutti i piloti
decidono di partire con gomme intermedie. Al via scattano bene
Häkkinen e Michael Schumacher, che mantengono le prime due
posizioni; parte invece male Irvine, che perde addirittura cinque
posizioni, mentre Alesi si porta in quarta posizione e Ralf Schumacher,
partito penultimo, risale fino al 14º posto. Alla fine del primo
passaggio, Häkkinen conduce davanti a Michael
Schumacher,Coulthard, Alesi, Villeneuve, Frentzen, Hill, Herbert, Wurz
e Irvine: il nordirlandese comincia subito la sua rimonta, superando
immediatamente il pilota austriaco e, successivamente, Herbert;
continua la sua risalita anche Ralf Schumacher, che infila le due
Arrows.
Al 5º giro, dopo diverse azioni di disturbo, Coulthard sopravanza
Schumacher alla curva Abbey; più indietro, Irvine passa Hill e, nel
corso dello stesso giro, anche Villeneuve, che va in testacoda e deve
lasciare strada anche al compagno di squadra Frentzen. Il tedesco viene
poi superato da Irvine, che si porta in quinta posizione proprio mentre
Ralf Schumacher si ferma per primo ai box.
Al 13º giro Hill inizia la serie dei ritiri uscendo di pista a
Brooklands; due giri più tardi Frentzen lo imita alla curva Bridge.
Le vetture cominciano a fermarsi per il primo pit stop, mentre la
pioggia aumenta di intensità. Al 22º passaggio Häkkinen è in testa
davanti a Coulthard; seguono Schumacher, Alesi, Irvine, Herbert (che ha
optato per una sola sosta), Ralf Schumacher, Villeneuve, Wurz e
Fisichella. Herbert va in testacoda, finendo bloccato in una via di
fuga; riesce a ripartire, ma per farlo viene spinto dai commissari e
prima che scatti la squalifica si ferma e si ritira ai box. Nel
frattempo, la pioggia aumenta ancora; ne fa le spese Salo che finisce la sua corsa nell'erba, subito imitato da Rosset e Tuero.
Al 38º giro Coulthard cerca di doppiare Wurz ma finisce in testacoda e
fuori pista, dovendosi ritirare. Häkkinen, alla guida dell'unica McLaren
rimasta, conduce con 24 secondi di vantaggio su Schumacher; seguono
Irvine, Alesi, Fisichella, Wurz, Ralf Schumacher, Villeneuve e Nakano.
Le condizioni
meteo sono sempre peggiori e anche Trulli e Verstappen chiudono la loro
gara con uscite di pista; anche il leader Häkkinen arriva lungo
alla curva Bridge, ma il finlandese riesce a tornare sul tracciato.
Finisce contro le barriere anche Barrichello, subito imitato da Panis,
mentre Nakano riesce a ripartire dopo un'escursione fuoripista. Durante
il 43º passaggio, Michael Schumacher doppia Wurz con le bandiere
gialle esposte; questo gli costerà uno stop & go. Una
tornata più tardi, il direttore di gara manda in pista la safety
car, ricompattando un gruppo composto ormai da sole dieci vetture e
annullando il vantaggio di Häkkinen sugli inseguitori. Alla
ripartenza, al 49º passaggio, il finlandese conduce davanti a
Michael Schumacher, Irvine, Alesi, Fisichella, Wurz, Ralf Schumacher,
Villeneuve, Nakano e Takagi, ma alla curva Becketts il pilota della
McLaren esce nuovamente di pista, venendo superato da Schumacher.
Anche Irvine si fa sotto ad Häkkinen senza però riuscire a
superarlo; si ritira invece Alesi per noie al sistema idraulico. A pochi
minuti dalla fine, i commissari infliggono uno stop & go a
Schumacher; tuttavia, la comunicazione con il box Ferrari è piuttosto
caotica e all'ultimo giro fra lo stupore generale Michael Schumacher
taglia il traguardo passando nella corsia dei box per scontare la
penalità, vincendo la gara. La McLaren sporgerà un reclamo formale per
questa azione, che verrà rifiutato dalla FIA in quanto non vi era tempo
materiale, per la Ferrari, di far scontare la penalità al proprio
pilota, per un ritardo nella comunicazione della stessa.
A seguito di questo episodio verrà modificato il regolamento
sportivo con l'imposizione di 25 secondi sul tempo finale per le
infrazioni non scontate durante la corsa. Grazie a questa vittoria, la
trentunesima in carriera, Schumacher riapre il Campionato, portandosi a
soli due punti da Häkkinen; il terzo posto di Irvine permette alla
Ferrari di avvicinarsi alla McLaren. Infine Ralf Schumacher porta il
primo punto della stagione alla Jordan.
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Silverstone, 11 Luglio 1999
Pronti via e subito un clamoroso colpo di scena che segnerà le sorti
del mondiale: Zanardi e Villeneuve (BAR) restano piantati in griglia di
partenza, provocando così la bandiera rossa. Nel frattempo Schumacher
viene scansato da Coulthard e Irvine. Il tedesco prova subito a passare
Irvine alla staccata della curva “Stowe” dopo il lungo rettilineo, ma la
rottura dei freni della Ferrari di Schumi provoca un incidente
terribile: il pilota tedesco va a finire dritto per dritto contro le
barriere di protezione, procurandosi la frattura della gamba destra e
mandando in fumo il campionato piloti.
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Alla ripartenza Hakkinen procede
tranquillamente al comando fino al suo primo pit stop, quando la sua
gomma posteriore sinistra viene probabilmente fissata male. Il problema
però non si manifesta immediatamente: passano infatti cinque giri prima
che la gomma di Hakkinen si stacchi dalla monoposto, guarda caso proprio
nei pressi dei box.
Neanche nella sosta precauzionale prima
dell’incidente i meccanici hanno trovato delle anomalie, ma fatto sta
che Mika è costretto a ritirarsi, lasciando così campo aperto a David
Coulthard, che dopo la sosta riesce a sopravanzare Irvine complice anche
un rifornimento non andato benissimo in casa Ferrari, che fino a quel
momento si trovava in testa. Non sarà l’unica sosta ai box deleteria
della stagione, probabilmente decisive per la perdita del mondiale.
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Vince Coulthard dunque davanti a Eddie Irvine e Ralf Schumacher (Williams). Michael Schumacherstarà fuori fino
alla penultima gara di Sepang,e verrà sostituito per le gare successive da Mika Salo.
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Lewis Hamilton qui conta 3 vittorie, quella più bella risale al 2008.
L’inglese parte quarto su una pista bagnata, al quinto giro
passa Kovalainen ed è leader, intanto dietro Raikkonen non sta a guardare e in poco tempo
raggiunge Hamilton; la gara viene decisa dopo il pit-stop
quando un temporale si abbatte sulla pista, niente da fare per
Raikkonen che aveva optato
per rimanere con le sue intermedie usate.
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Silverstone rimane la culla della Formula 1, nonostante l’alternanza con i circuiti di Brands Hatch e Aintree
durante gli anni passati.
Silverstone è diventato ufficialmente il
circuito ufficiale del Gran Premio di Gran Bretagna dal 1987.
Gran Premio di Gran Bretagna - 1950
Silverstone
sabato 13 maggio 1950 - 70 giri x 4.649 km - 325.430 km
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Il Gran Premio di Gran Bretagna del 1950 fu il primo round del Campionato Mondiale Piloti della stagione 1950 di Formula 1 e la quinta gara complessiva di quell'annata, dopo il Gran Premio di Pau e il Gran Premio di Sanremo, entrambe vinte da Juan Manuel Fangio, il Richmond Trophy, vinto da Reg Parnell e il Gran Premio di Parigi, vinto da Georges Grignard.
Disputato il 13 maggio sul Circuito di Silverstone nella classica
configurazione del 1948, e inoltre designato anche come Gran Premio
d'Europa per il 1950, questa prima gara valida per il Campionato
Mondiale vede la presenza sulle tribune del re George VI, la regina
Elizabeth, la principessa Margaret, Louis Mountbatten e Edwina Ashley.
In una giornata di sole e di fronte ad un pubblico competente, le
Alfa Romeo dominano gli avversari fin dalla giornata delle qualifiche,
riuscendo a piazzare i suoi quattro piloti in prima fila. Alla partenza
della gara, Farina prende subito la testa e ottiene alla 2ª tornata il
giro più veloce in 1'50"6 incamerando un punto ulteriore, con Fagioli e
Fangio che lo seguono a breve distanza. Nei primi giri i tre si
scambiarono frequentemente le posizioni di testa fino a quando Fangio è
costretto a ritirarsi per problemi di lubrificazione al 62º giro. Così
Farina vince tranquillamente la gara distanziando Fagioli per 2"6 con
Parnell che si classifica terzo.
Parteipanti
La
scuderia Alfa Romeo si presentò nel circuito con quattro Alfetta
guidate da Nino Farina, Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e, in segno
di omaggio alla nazione ospitante, Reg Parnell; le vetture si
piazzarono ai primi quattro posti nelle qualifiche, occupando per
intero la prima fila dello schieramento.
L'altra
casa automobilistica italiana presente fu la Maserati, che
schierò sei vetture portate in gara da tre scuderie diverse: la
Scuderia Ambrosiana con David Murray e David Hampshire, l'Officina
Alfieri Maserati con Louis Chiron di passaporto monegasco e Joe Fry,
per finire con la Enrico Platé dove si distinguevano due piloti
dotati di titoli nobiliari, Toulo de Graffenried e Prince Bira;
quest'ultimo occupò il quinto posto nella griglia di partenza.
Dei 22 iscritti Felice Bonetto della Scuderia Milano sarà
l'unico che non riuscirà a qualificarsi.
La
Ferrari, invece, preferì non prendere parte alla corsa con Enzo
Ferrari che si lamentò con la stampa del limitato ingaggio
offertogli dagli organizzator. Le vetture inglesi erano le tre ERA e le
due ALTA. I cinque francesi presenti invece gareggiarono con la
Talbot-Lago (con le migliori due vetture che occuparono la seconda fila
di partenza) e con due scuderie non manifatturiere. Parecchi corsero
come privati e Leslie Johnson si presentò col nome di una
scuderia, la Taso Mathieson per la prima e ultima volta.
Gara
L'Alfa
Romeo riesce a realizzare il pieno dominio nell'intero week-end; l'Alfa
Romeo 158 venne costruita nel 1938 per limitare la superiorità
delle tedesche Auto Union e Mercedes, ma le altre auto del lotto erano
assai inferiori.
Degli
altri piloti, Prince Bira compie una buona gara fino al suo ritiro per
esaurimento del carburante al 49º giro. Geoff Crossley e David
Murray si ritirano entrambi al 44º giro, rispettivamente per
problemi alla trasmissione e al motore. Toulo de Graffenried esce al
34º giro per problemi alla trasmissione mentre Louis Chiron ha
noie alla frizione e si ritira al 24º giro. Quasi subito escono di
scena Eugène Martin al 9º giro, per insufficiente pressione
dell'olio, al 5º giro Peter Walker per il cambio, e al 2º
giro Leslie Johnson per noie all'alimentazione.
Nino Farina realizza il primo Hat Trick, ovvero pole position, vittoria e giro più veloce, nella storia della Formula 1. Rimane in testa per 63 dei 70 giri, e dunque fallisce il Grand Chelem per non aver condotto la gara nei rimanenti 7 giri.
L'Alfa Romeo realizza il primo Royal Flush nella storia
del Campionato del Mondo. Fa segnare, per il pilota italiano Nino
Farina, la prima pole, il primo giro più veloce, la prima vittoria e in
più conduce l'intera gara davanti a Fagioli e Fangio, piazzando tre
vetture nei primi tre posti con Farina, Fagioli e Parnell. Durante la
sessione di qualifica, come detto, compie inoltre la storica impresa di
piazzare tutte le sue quattro vetture in prima fila.
- 1a vittoria per Giuseppe FARINA
- 1a pole position per Giuseppe FARINA
- 1o e unico podio per Reg PARNELL
- 1o podio per Luigi FAGIOLI
- 1o migliore giro per Giuseppe FARINA
- 1o Gran Premio per Luigi FAGIOLI
- 1o Gran Premio per Juan Manuel FANGIO
- 1o Gran Premio per Giuseppe FARINA
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- 1a vittoria per Alfa Romeo
- 1a pole position per Alfa Romeo
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- 1o migliore giro per Alfa Romeo
- 1o Gran Premio per Maserati
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1951
Silverstone
sabato 14 luglio 1951 - 90 giri x 4.649 km - 418.410 km
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Bonetto, Sanesi, Farina e Fangio - Gran Premio di Gran Bretagna, 1951
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Gran Premio di Gran Bretagna 1951
. La manifestazione vide la prima vittoria in carriera di
José Froilán González su Ferrari (prima vittoria
iridata del cavallino),
seguito da Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo e Luigi Villoresi su Ferrari.
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Resoconto
Due settimane dopo
il Gp di Francia i team si ritrovano a Silverstone per il quinto round
del Campionato con Alfa Romeo e Ferrari in continua lotta per il
titolo, mentre la BRM fa il suo esordio in F1 con Reg Parnell e Peter
Walker.Nino Farina e Juan-Manuel Fangio
erano affiancati da Consalvo Sanesi e Felice Bonetto mentre la Ferrari
conferma José Froilán González accanto a Luigi
Villoresi e Alberto Ascari, ma l'argentino dispone di una vettura e un
motore più vecchio dei compagni di squadra. Questo non sembra
però così importante perché è in pole
position davanti a Fangio, Farina e Ascari tutti affiancati in prima
fila. Villoresi, Sanesi e Bonetto si qualificarono con il 5º,
6º e 7º tempo. Le BRM non segnarono tempi ma furono ammesse
alla partenza.Bonetto fa la miglior partenza e rimane in testa per un
giro ma poi deve lasciare strada ai più veloci González e
Fangio. Al 10º Giro Fangio va in testa, ma la Ferrari
dell'argentino rimane attaccato all'Alfa Romeo. Dopo 39 giri
González torna in testa ma Fangio lo riattacca e lo risupera.
Ascari, che si era ritirato, decise di lasciare continuare
González visto la situazione dell'argentino. González
riesce a ripassare davanti all'argentino dell'Alfa vincendo di 50" la
gara, è la prima vittoria della Scuderia Ferrari in Formula 1,
ed è la prima volta che l'Alfa Romeo non vince. Villoresi
finì terzo a oltre due giri dai primi due..
- 1a vittoria per Jose-Froilan GONZALEZ
- 1a pole position per Jose-Froilan GONZALEZ
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- 1a vittoria per Ferrari
- 1a pole position per Ferrari
- 10o podio per Ferrari
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- 10o migliore giro per Alfa Romeo
- 1o Gran Premio per BRM
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1952
Silverstone
sabato 19 luglio 1952 - 85 giri x 4.711 km - 400.435 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1952
si è svolto sul Circuito di Silverstone il 19 luglio 1952, e ha
visto la vittoria di Alberto Ascari su Ferrari, seguito dal compagno
Piero Taruffi
e da Mike Hawthorn su Cooper, al primo podio in carriera
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Resoconto
La maggior parte
delle squadre venivano dal GP di Francia a Rouen o da una gara non
valida per il mondiale a Sables d'Olonne dove Jean Behra su Gordini
fece un incidente rompendosi la clavicola. Questo significa che a
Silverstone il francese è rimpiazzato dal connazionaleMaurice Trintignant.
La Ferrari si presenta con il suo classico trio: Alberto Ascari, Nino
Farina e Piero Taruffi. C'erano ben tre HWM per Peter Collins, Lance
Macklin e Duncan Hamilton mentre la Connaught debutta in F1 con 4
macchine motorizzate Lea Francis. È presente anche la
Cooper-Bristols con a capo Mike Hawthorn, invece Stirling Moss corse
per la ERA. Il resto degli iscritti comprende una serie di vetture
private tra Ferrari e Maserati. Farina, Ascari e Taruffi sono in prima
fila con Manzon quarto e Ken Downing su Connaught è quinto, a
seguire le Cooper-Bristol di Reg Parnell e Hawthorn.
La gara è dominata dalle Ferrari con Ascari e Farina in testa.
Taruffi parte male e deve lottare con una serie di Connaught e
Cooper-Bristol. Raggiunge presto la sesta posizione davanti alla
Connaught di Dennis Pooree a Hawthorn. Farina ha problemi e deve
rientrare spesso ai box per riparare la vettura, arrivando solamente
sesto.Quando Poore si ferma per rifornire Hawthorn passa terzo
rimanendoci fino alla bandiera a scacchi. Mentre i britannici
festeggiano Hawthorn, Ascari stravince ancora.La gara si conclude con
la prima doppietta del team di Maranello ad un Gran Premio di Gran
Bretagna, con Ascari primo e Taruffi secondo.
- 5a vittoria per Alberto ASCARI
- 1o podio per Mike HAWTHORN
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- 7a vittoria per Ferrari
- 1o podio per Cooper
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- 1o e unico podio per Bristol
- 1o Gran Premio per BMW
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1953
Silverstone
sabato 18 luglio 1953 - 90 giri x 4.711 km - 423.990 km |
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1953 fu la sesta gara della
stagione 1953 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 18
luglio sul Circuito di Silverstone.
La manifestazione vide la vittoria
di Alberto Ascari su Ferrari, seguito da Juan Manuel Fangio su Maserati
e da Nino Farina su Ferrari.
- 12a vittoria per Alberto ASCARI
- 10o podio per Juan Manuel FANGIO
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40o podio per Ferrari |
- 15a vittoria per Ferrari
- 10o migliore giro per Ferrari
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1954
Silverstone
sabato 17 luglio 1954 - 90 giri x 4.711 km - 423.990 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1954
La manifestazione vide la seconda ed ultima vittoria in carriera
di José Froilán González su Ferrari, seguito dal
compagno di squadra Mike Hawthorn e dal giovane Onofre Marimon su
Maserati, al primo podio in carriera.
Le Mercedes
non riuscirono a replicare il successo conseguito a Reims, anche se
Fangio stabilì il giro più veloce di sempre a Silverstone, abbattendo la
barriera delle 100 mph
con una media di 100,35 mph.Sette piloti fecero segnare il tempo
più veloce in gara a 1'50.0, dividendosi il punto in palio.
È stato il Gran Premio di debutto in Formula 1 per la Vanwall.
Da segnalare la gara di Onofre Marimon: costretto a partire dal fondo
dello schieramento a causa del ritardo nell'arrivo delle Maserati a
Silverstone, conclude al terzo posto, riuscendo a risalire dal 28º
al 6º posto nel corso del primo giro; si tratta rispettivamente
del secondo maggior numero di posizioni guadagnate in un Gran Premio
(25) e del maggior numero di posizioni guadagnate in un solo giro (22)
da parte di un pilota nella storia della Formula 1 (500 Miglia di
Indianapolis esclusa). Il compagno e connazionale Roberto Mieres,
partito 32° e arrivato 6° stabilisce in questa stessa gara il
record assoluto in questa speciale classifica, con un totale di 26
posizioni acquisite rispetto al via.
- 2a e ultima vittoria per Jose-Froilan GONZALEZ
- 2o e ultimo podio per Onofre MARIMON
- 1o migliore giro per Stirling MOSS
- 1o e unico migliore giro per Onofre MARIMON
- 1o migliore giro per Mike HAWTHORN
- 1o e unico migliore giro per Jean BEHRA
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- 18a vittoria per Ferrari
- 1o e unico migliore giro per Gordini
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1o Gran Premio per Vanwall |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1955
Aintree
sabato 16 luglio 1955 - 90 giri x 4.828 km - 434.520 km
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1955
fu la sesta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 16 luglio sul Circuito di Aintree. La manifestazione
vide la prima vittoria in carriera di Stirling Moss su Mercedes,
seguito a poca distanza dai compagni di squadra Juan Manuel Fangio e
Karl Kling.
Il Gran Premio ha visto il debutto del futuro tre volte Campione del Mondo Jack Brabham;
qualificatosi all'ultimo posto, l'australiano risale in gara fino alla
12ª posizione, prima di ritirarsi per un guasto al motore.
Pur mancando ancora quattro gare alla fine del campionato, la
successiva cancellazione dei Gran Premi di Germania, Svizzera e Spagna
rese quello britannico il penultimo della stagione. Per questo motivo,
Fangio si laureò per la terza volta Campione del Mondo di Formula 1 con
una gara di anticipo sulla fine del Campionato.
- 1a vittoria per Stirling MOSS
- 1a pole position per Stirling MOSS
- 2o e ultimo podio per Karl KLING
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8a vittoria per Mercedes |
1o Gran Premio per Jack BRABHAM |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1956
Silverstone
sabato 14 luglio 1956 - 101 giri x 4.711 km - 475.811 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1956
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito
dalla coppia Alfonso de Portago-Peter Collins e da Jean Behra.
- 19a vittoria per Juan Manuel FANGIO
- 1o e unico podio per Alfonso de PORTAGO
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1o Gran Premio per Tony BROOKS |
24a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1957
Aintree
sabato 20 luglio 1957 - 90 giri x 4.828 km - 434.520 km |
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1957 fu la quinta gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 20 luglio sul Circuito di Aintree.
La corsa vide la vittoria di Stirling Moss e Tony Brooks (prima in
carriera per Brooks), che si avvicendarono alla guida di una Vanwall,
seguiti dall'italiano Luigi Musso e dal britannico Hawthorn, entrambi
su Ferrari.
- 1a vittoria per Tony BROOKS
- 4a vittoria per Stirling MOSS
- 10o podio per Mike HAWTHORN
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- 1a vittoria per Vanwall
- 1a pole position per Vanwall
- 80o podio per Ferrari
- 1o migliore giro per Vanwall
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50o Gran Premio per Maserati |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1958
Silverstone
sabato 19 luglio 1958 - 75 giri x 4.711 km - 353.325 km
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1958 fu la
settima gara della stagione 1958 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 19 luglio sul Circuito di Silverstone.
Peter Collins verso la vittoria
La corsa vide la vittoria di Peter Collins su Ferrari, seguito dal
compagno di scuderia Mike Hawthorn e dalla Cooper di Roy Salvadori.
- 3a e ultima vittoria per Peter COLLINS
- 9o e ultimo podio per Peter COLLINS
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1o podio per Roy SALVADORI |
27a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1959
Aintree
sabato 18 luglio 1959 -75 giri x 4.828 km - 362.100 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1959
La corsa vide la vittoria di Jack Brabham su Cooper-Climax, seguito da Stirling Moss su BRM e da Bruce McLaren su Cooper-Climax.
Facendo segnare il giro più veloce della gara, a pari merito con Stirling Moss, Bruce McLaren
diventa in questo Gran Premio il più giovane pilota della storia della
Formula 1 ad ottenere il giro più veloce, all'età di 21 anni e 322
giorni; il record durerà
fino al Gran Premio del Canada 2003, quando verrà battuto da Fernando Alonso.
- 1o podio per Roy SALVADORI
- 9o e ultimo podio per Peter COLLINS
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3a e ultima vittoria per Peter COLLINS |
27a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1960
Silverstone
sabato 16 luglio 1960 - 77 giri x 4.711 km - 362.747 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1960
si è svolto domenica 16 luglio 1960 sul circuito di Silverstone.
La gara è stata vinta da Jack Brabham seguito dai due piloti della Lotus John Surtees e Innes Ireland.
- 6a vittoria per Jack BRABHAM
- 1o podio per John SURTEES
- 1o migliore giro per Graham HILL
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- 12a vittoria per Cooper
- 30o podio per Cooper
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13a vittoria per Climax |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1961
Aintree
sabato 15 luglio 1961 - 75 giri x 4.828 km - 362.100 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna si è svolto domenica 15 luglio 1961 sul circuito di Aintree.
La gara è stata vinta da Wolfgang von Trips seguito da
Phil Hill e da Richie Ginther, tutti su Ferrari; si trattò
inoltre dell'ultima tripletta
ottenuta dalla scuderia di Maranello.
- 2a e ultima vittoria per Wolfgang von TRIPS
- 3o e ultimo migliore giro per Tony BROOKS
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3o e ultimo migliore giro per Tony BROOKS |
34a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1962
Aintree
sabato 21 luglio 1962 - 75 giri x 4.828 km - 362.100 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1962 si è svolto domenica 21 luglio 1962 sul circuito di Aintree.
La gara è stata vinta da Jim Clark su Lotus, seguito da John Surtees su Lola e da Bruce McLaren su Cooper.
2a vittoria per Jim CLARK |
- 7a vittoria per Lotus
- 1o podio per Lola
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21a vittoria per Climax |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1963
Silverstone
sabato 20 luglio 1963 - 82 giri x 4.711 km - 386.302 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1963
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 20 luglio 1963
sul circuito di Silverstone. La gara fu vinta da Jim Clark,
alla guida di una Lotus - Climax
Prima della gara
- In seguito all'infortunio subito da
Scarfiotti durante le prove del Gran Premio di Francia, la Ferrari
schierò la sola vettura di Surtees.
- La ATS non prese parte alla gara; anche la De Tomaso,
pur avendo portato una propria vettura sul tracciato, non partecipò
alle qualifiche, non potendo quindi prendere parte alla gara.
- La Scirocco schierò una seconda vettura per Ian Burgess.
Gara
Al via Clark scivolò in quinta posizione, sopravanzato da Brabham, Gurney, McLaren e Graham Hill,
ma in poche tornate il pilota scozzese riguadagnò la testa della corsa,
staccando rapidamente gli inseguitori. Alle sue spalle, McLaren si
ritirò per un guasto al motore, mentre Gurney sopravanzò Brabham; il
pilota australiano mantenne la terza posizione fino al 28º passaggio,
quando anche sulla sua vettura il motore cedette.Hill e Surtees
lottarono tra loro per tutta la gara, superandosi più volte; al 60º
passaggio, quando Gurney si ritirò per un problema al motore, i due
passarono rispettivamente al secondo e terzo posto. Il loro duello si
risolse solo all'ultima tornata, quando Surtees ebbe la meglio sul
rivale, rimasto senza benzina, tagliando il traguardo in seconda
posizione dietro a Clark. Hill chiuse comunque sul gradino più basso del
podio, precedendo Ginther, Bandini e Hall.
- 7a vittoria per Jim CLARK
- 10a pole position per Jim CLARK
- 10o podio per Graham HILL
- 10o podio per Jim CLARK
- 50o Gran Premio per Jack BRABHAM
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- 12a vittoria per Lotus
- 20o podio per Lotus
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- 26a vittoria per Climax
- 100o Gran Premio per Ferrari
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1965
Silverstone
sabato 10 luglio 1965 - 80 giri x 4.711 km - 376.880 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1965
La corsa vide la vittoria di Jim Clark su Lotus-Climax, seguito da Graham Hill su BRM e da John Surtees su Ferrari.
- 17a vittoria per Jim CLARK
- 20o podio per Graham HILL
- 50o Gran Premio per Dan GURNEY
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- 22a vittoria per Lotus
- 10o migliore giro per BRM
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38a vittoria per Climax |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1966
Brands Hatch
sabato 16 luglio 1966 - 80 giri x 4.265 km - 341.200 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1966
fu una gara di Formula 1, disputatasi il 16 luglio 1966 sul Circuito di
Brands Hatch. Fu la quarta prova del mondiale 1966 e vide la vittoria
di Jack Brabham su Brabham-Repco, seguito da Denny Hulme e da Graham Hill. Al gran premio non parteciparono le Ferrari.
9a vittoria per Jack BRABHAM |
- 4a vittoria per Brabham
- 20o podio per Brabham
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- 2a vittoria per Repco
- 1a pole position per Repco
- 1o migliore giro per Repco
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1967
Silverstone
sabato 15 luglio 1967 - 80 giri x 4.711 km - 376.880 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1967
La corsa vide la vittoria di Jim Clark su Lotus-Ford, seguito da Denny Hulme e da Chris Amon.
22a vittoria per Jim CLARK |
a vittoria per Lotus |
- 2a vittoria per Ford Cosworth
- 4o e ultimo migliore giro per Repco
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1968
Brands Hatch
sabato 20 luglio 1968 - 80 giri x 4.265 km - 341.200 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1968
Fu la settima prova del mondiale 1968 e vide la vittoria di Jo
Siffert su Lotus-Ford, seguito da Chris Amon e da Jacky Ickx
- 1a vittoria per Jo SIFFERT
- 13a e ultima pole position per Graham HILL
- 1o migliore giro per Jo SIFFERT
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33a vittoria per Lotus |
10a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1969
Silverstone
sabato 19 luglio 1969 - 84 giri x 4.711 km - 395.724 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1969
XXII RAC British Grand Prix e sesta gara del campionato di Formula 1 del 1969, si è svolto il 19 luglio sul circuito di Silverstone
ed è stato vinto da Jackie Stewart su Matra-Ford Cosworth.
10a vittoria per Jackie STEWART |
8a vittoria per Matra |
- 21a vittoria per Ford Cosworth
- 20a pole position per Ford Cosworth
- 20o migliore giro per Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1970
Brands Hatch
sabato 18 luglio 1970 - 80 giri x 4.265 km - 341.200 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1970
XXIII RAC British Grand Prix e settima gara del campionato di Formula 1 del 1970, si è svolto il 18 luglio sul Circuito di Brands Hatch
ed è stato vinto da Jochen Rindt su Lotus-Ford Cosworth.
Gara
Così come già accaduto nel GP di Monaco,
anche in questa gara Jochen Rindt befferà Jack Brabham all'ultimo giro:
a 12 giri dal termine l'australiano sorpassa l'austriaco e a una
tornata dal termine ha ben 15 secondi di vantaggio, ma a poche curve
dalla conclusione
rimane senza benzina e viene nettamente superato dal
rivale.
- 5a vittoria per Jochen RINDT
- 31o e ultimo podio per Jack BRABHAM
- 12o e ultimo migliore giro per Jack BRABHAM
- 1o Gran Premio per Emerson FITTIPALDI
- 86o e ultimo Gran Premio per Dan GURNEY
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40a vittoria per Lotus |
32a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1972
Brands Hatch
sabato 15 luglio 1972 - 76 giri x 4.265 km - 324.140 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1972
XXV John Player British Grand Prix nonché Gran Premio d'Europa (Grand Prix of Europe) e settima gara del campionato di Formula 1
del 1972, si è svolto il 15 luglio sul Circuito di Brands
Hatch ed è stato vinto da Emerson Fittipaldi su Lotus-Ford
Cosworth.
Partecipanti
La Tyrrell schiera la 003 per Stewart e la 002 per Cevert, lasciando a casa Patrick Depailler.
La BRM schiera Gethin,
Wisell e Beltoise come in Francia. A questi aggiunge Jackie Oliver al
posto di Howden Ganley e iscrive anche Helmut Marko, la cui carriera
però è terminata dopo la perdita di un occhio
nell'incidente di Clermont Ferrand. Di questi 5 non corrono Marko e
Wisell. Beltoise corre con la P160C, Gethin e Ganley con le P160B.
La Ferrari iscrive tre 312B2 per Ickx, Andretti e il debuttante comasco Arturo Merzario, già pilota Ferrari nel Campionato del Mondo Sport Prototipi, al posto di Nanni Galli. Tuttavia Andretti non corre, perché ancora una volta è impegnato in America.
La March schiera due 721G per Peterson e Lauda.
La Lotus schiera tre 72D per Fittipaldi, Walker e il debuttante Tony Trimmer, che però non prende il via per problemi al motore.
La McLaren iscrive una
M19C per Hulme e due M19A per Revson, libero da impegni in America e
Redman, ma avendone una sola Redman non corre.
La Matra schiera una MS120C per Amon.
La Surtees schiera una
vettura ufficiale per Hailwood e, oltre alla solita semi-ufficiale di
De Adamich, Schenken si presenta al via con la sponsorizzazione "Flame
Out" sulla sua vettura. Tutti e tre corrono sulla TS9B.
La Brabham schiera due BT37 per Hill e Reutemann e una BT34 per Wilson Fittipaldi
La Tecno iscrive una PA123/3 per Nanni Galli.
La Eifelland March schiera la E21 per Stommelen.
La Connew si iscrive per
la prima volta a un gran premio con una PC1 per il francese
François Migault. La vettura passa le qualifiche ma il pilota
non riesce a partire per problemi alla sospensione
Si iscrivono anche diversi team privati:
La Williams schiera una March 711 privata per Pace e, per la prima volta, diventa costruttore autonomo con la Politoys FX3 schierata per Pescarolo.
La Scuderia Scribante, schiera una Lotus 72D per il sudafricano Charlton.
La squadra Clarke-Mordaunt-Guthrie per la quale corre Beuttler schiera una March 721G.
La squadra Speed International si iscrive per la prima volta, schierando una vecchia March 711 per Ray Allen.
La macchina però non è pronta e la squadra è costretta a dichiarare
forfait. Non si ripresenterà più al via di una gara di Formula 1.
- 4a vittoria per Emerson FITTIPALDI
- 10o podio per Emerson FITTIPALDI
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45a vittoria per Lotus |
47a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1974
Brands Hatch
sabato 20 luglio 197475 giri x 4.265 km - 319.875 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1974
XXVII John Player British Grand Prix e decima gara del campionato di Formula 1 del 1974, si è svolto
il 20 luglio sul Circuito di
Brands Hatch ed è stato vinto da Jody Scheckter su Tyrrell-Ford
Cosworth.
Alla
prima curva Niki Lauda mantenne il comando della gara, seguito da Jody
Scheckter e da Clay Regazzoni, che avevano sorpreso Ronnie Peterson,
partito dalla prima fila. Alle spalle dello svedese c'erano Carlos
Reutemann, Emerson Fittipaldi, Tom Pryce e Hans-Joachim Stuck. Nel
corso del primo giro si ritirò Peter Gethin: costretto a partite
col muletto della Lola-Hill, da lui mai utilizzato, e sistemato per
Graham Hill, non riusciva a raggiungere bene i pedali.
Nel
secondo giro Jacky Ickx prese la posizione a Stuck. Un giro dopo, a
causa della rottura della sospensione posteriore, James Hunt
partì in testacoda, e fu costretto al ritiro.
Dopo 10 giri Lauda conduceva la gara con una certa tranquillità
su Scheckter, a circa 5 secondi, che staccava, a sua volta, ancora di 5
secondi Regazzoni, pressato da Peterson. L'austriaco ampliò in maniera
costante il suo vantaggio su Scheckter, portandolo a 10 secondi, nel
corso del quindicesimo giro.
Le
postazioni al comando rimasero congelate per molti giri, fino a quando,
al trentaseiesimo passaggio Carlos Reutemann andò in testacoda,
alla Surtees. L'errore di guida gli costò cinque
posizioni in classifica. Un giro un altro incidente coinvolse
Hans-Joachim Stuck, che finì contro il guardrail alla Stirling,
prima di ricarambolare sul tracciato. Il pilota della March uscì
presto dalla vettura, mentre i commissari di pista esposero le bandiere
gialle.
Una foratura alla gomma posteriore sinistra costrinse Ronnie Peterson
ai box, facendolo uscire così dalle parti alte della graduatoria. Poco
dopo lo stesso problema toccò anche all'altro duellante per il terzo
posto, Clay Regazzoni.
Probabilmente entrambi i piloti subirono la foratura passando sui
detriti lasciati dalla vettura di Stuck. Il ticinese rientrò in gara
settimo. Nel frattempo minacciava di staccarsi l'alettone posteriore
della BRM di François Migault, che fu costretto a rientrare ai box per la necessaria riparazione.
Dopo
questi avvenimenti, alle spalle di Lauda e Scheckter, si trovava
Emerson Fittipaldi, anche se staccato di trenta secondi. Al quarto
posto c'era Tom Pryce, poi seguivano Jacky Ickx e Mike Hailwood.
Nel corso del quarantasettesimo passaggio il pilota gallese fu passato
da entrambi. Al giro 58 terminò il gran premio perMike Hailwood,
che effettuò un testacoda e non fu capace di far ripartire la
sua McLaren. Quattro giri dopo Clay Regazzoni passò Pryce che,
dopo altri quattro giri, cedette la posizione anche a Reutemann.
Attorno al sessantanovesimo giro Niki Lauda
si accorse di una foratura lenta al pneumatico posteriore destro.
L'austriaco decise di non passare ai box, ma ciò permise a Scheckter di
avvicinarsi. Il sudafricano attaccò Lauda al giro 70, passandolo alla
curva Clark. Diveniva sempre più difficile per Lauda gestire la sua vettura: al giro 72 venne passato anche da Fittipaldi.
Il
box della Scuderia Ferrari chiese all'austriaco di passare ai box, ma
il pilota rifiutò l'invito e decise di proseguire. John Watson,
doppiato, penalizzò Pryce, che così venne passato da
Denny Hulme. Solo al penultimo giro Lauda decise di entrare ai box,
dopo che lo pneumatico era completamente distrutto. Ciò permise
a Ickx di passare al terzo posto.
Jody
Scheckter vinse il suo secondo gran premio valido per il mondiale di
F1, davanti a Emerson Fittipaldi. Jacky Ickx chiuse sul gradino
più basso del podio, davanti a Clay Regazzoni e Carlos
Reutemann. Lauda, però, lamentò di non aver potuto uscire
dai box, per la folla che aveva iniziato a invadere la pista, tanto da
venir fermato da un commissario con bandiera rossa. A seguito di una
ricorso all'austriaco venne abbuonato un giro, e si trovò
classificato quinto.
- 2a vittoria per Jody SCHECKTER
- 30o e ultimo Gran Premio per Peter GETHIN
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- 18a vittoria per Tyrrell
- 50o Gran Premio per Tyrrell
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74a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1975
Silverstone
sabato 19 luglio 1975 - 56 giri x 4.719 km - 264.264 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1975
La gara è stata vinta dal brasiliano Emerson Fittipaldi su
McLaren-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del
quattordicesimo ed ultimo successo in carriera. Ha preceduto sul
traguardo il brasiliano Carlos Pace su Brabham-Ford Cosworth
e il
sudafricano Jody Scheckter su Tyrrell-Ford Cosworth.
Qualifiche
Nelle sessioni del
giovedì i tempi furono di circa 3-4 secondi più alti
rispetto alla configurazione del tracciato precedente. Il miglior tempo
di giornata venne fatto segnare da Carlos Pace su Brabham-Ford
Cosworth, seguito da Vittorio Brambilla su March e Niki Lauda della
Ferrari.
I primi undici piloti furono racchiusi in appena un secondo. Al
venerdì il tempo fu variabile, e questo rese più
difficile per i piloti migliorare le prestazioni del giorno precedente.
La pole venne ottenuta da Tom Pryce per la prima e unica volta nella sua carriera nel mondiale di F1. Per la Shadow questa fu la terza pole
stagionale, dopo le due conquistate da Jean-Pierre Jarier in Argentina
e Brasile. In prima fila si confermò Pace che precedette le due
Ferrari di Lauda e Regazzoni. Niki Lauda venne penalizzato, nella
sessione pomeridiana, da uno pneumatico difettoso, che non gli
consentì di migliorare il tempo fatto al mattino.
Gara
Al via si portò
in testa Carlos Pace, che sfruttò il lato "gommato" della pista,
portandosi davanti a Pryce; stessa sorte per Niki Lauda, passato dal
compagno di scuderia Clay Regazzoni. Dietro ai primi quattro, al
termine della prima tornata, vi erano James Hunt, Jody Scheckter, Mario
Andretti e Emerson Fittipaldi. Nel secondo giro Hunt passò
Scheckter alla Copse, mentre Fittipaldi superò Andretti, autore di un errore alla Beckett's. Quattro giri dopo l'italoamericano cedette un'altra posizione, questa volta a Tony Brise.
Le Ferrari erano molto
veloci, tanto che Regazzoni al giro 9 passò Pryce e, pochi giri
dopo, si trovò in testa, dopo aver passato anchePace.
Nelle retrovie Brise, ormai vicino a Hunt (settimo), cercò di
attaccarlo, ma arrivò lungo e fu autore di un'escursione che gli forò
uno pneumatico, costringendolo a una fermata ai box. Mario Andretti, nel tentativo di difendersi da Jean-Pierre Jarier sbagliò anche lui la frenata alla Woodcote, spiattellando le gomme. Ciò costò anche lui una fermata ai box, che lo fece passare dalla decima alla 21ª posizione.
Ora la classifica vedeva in testa Regazzoni, seguito da Pace,
Pryce, Lauda, Scheckter e Fittipaldi e Hunt. Le nuovole fecero capolino
sul circuito, annunciando pioggia. Al giro 16, intanto, Pryce passò Pace
e si installò in seconda posizione. Al 18º giro un primo scroscio
d'acqua colpì la zona delle curve Club e Stowe. La situazione non venne segnalata a Regazzoni, che si girò alla Stowe, toccò le barriere, ripartì, ma dovette fermarsi ai box per sostituire le gomme e l'alettone posteriore. L'elvetico ripartì ventunesimo.
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Jody Scheckter
invece sfruttò bene l'arrivo della pioggia, passando sia Lauda che Pace
che Pryce nel volgere di pochi giri, portandosi in prima posizione. Al
22º sia Niki Lauda che Scheckter andarono ai box per montare gomme da bagnato. Alla Scuderia Ferrari
però non fissarono bene lo pneumatico che subì così una foratura lenta
che costrinse l'austriaco a un nuovo stop il giro successivo.
Ora la
classifica veniva guidata da Pace, seguito da Emerson Fittipaldi e James Hunt.
I tre di testa decisero
di non cambiare le coperture, ma dalla retrovie rispuntò
velocissimo Scheckter che riuscì a riprendersi la testa della
gara, con una serie di sorpassi. Fittipaldi, nel tentativo di resistere
al sudafricano, sbagliò frenata e perse due posizioni. Ora
dietro a Scheckter si trovava Pace, seguito da James Hunt, Jochen Mass
e Fittipaldi. Anche Pace fu autore di un errore di guida che
consentì il sorpasso sia a Hunt che Mass.
La pioggia però
era cessata, le traiettorie si erano asciugate, tanto che Mario
Andretti decise di montare nuovamente le gomme slick. Nei giri seguenti Mass passò Hunt e Fittipaldi fece lo stesso con Pace. Al 30º giro Jean-Pierre Jarier,
che montava gomme da bagnato, superò ben quattro piloti (Pace,
Fittipaldi, Hunt e Mass) portandosi addirittura secondo, dietro al solo Jody Scheckter. Col pit stop
di quest'ultimo Jarier trovò la cima della classifica. Ciò per due
giri: infatti al giro 35 anche Jarier andò al cambiogomme, dando il via
libera a James Hunt.
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Dietro all'inglese della Hesketh
si trovavano ora Emerson Fittipaldi, Carlos Pace, Jean-Pierre Jarier,
Jody Scheckter, Jochen Mass, Mark Donohue e Vittorio Brambilla. Al giro
36 Mass fu autore di un testacoda che lo relegò in ottava
posizione, mentre Scheckter passò Jarier che, poco dopo, fu
anch'esso autore di un errore, che dette via libera a Mark Donohue e
Vittorio Brambilla (ora quinto e sesto rispettivamente). |
Hunt manterrà la
testa della gara fino al giro 42, quando la rottura di uno scarico fece
perdere potenza alla sua monoposto che verrà passata da quella
di Fittipaldi. Nello stesso giro Brambilla sfruttò un errore di
Donohue, ponendosi in quinta posizione. Un giro seguente anche Pace
passò Hunt, sempre in difficoltà. Al 51º girò
fu il turno di Jody Scheckter nel passare Hunt. Brambilla
"restituì", di fatto, la posizione a Mark Donohue, con un errore
in fase di doppiaggio.
Attorno al 55º giro la pioggia fece la sua ricomparsa sul tracciato, tanto che Emerson Fittipaldi decise di rientrare ai box per montare nuovamente le gomme da bagnato. La curva Club
divenne un vero e proprio "cimitero" di vetture in cui andarono a
sbattere, uno dopo l'altro, Carlos Pace, Jody Scheckter, John
Nicholson, Brian Henton, Dave Morgan, James Hunt e Wilson Fittipaldi.
Questa situazione fu estremamente pericolosa per i commissari che non
potevano intervenire in sicurezza per aiutare i piloti a uscire dalle
vetture, rischiando di essere investiti da qualche altra monoposto.
Anche alla Stowe si verificò una situazione simile, con le uscite di pista di Donohue, Mass, Watson e Depailler.
La direzione di gara
decise di sospendere la gara. Vincitore fu Emerson Fittipaldi, per la
14ª e ultima volta in una gara del mondiale, classificato, con un
giro di vantaggio, su Carlos Pace e Jody Scheckter.
- 14a e ultima vittoria per Emerson FITTIPALDI
- 1a e unica pole position per Tom PRYCE
- 50o Gran Premio per Carlos REUTEMANN
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- 15a vittoria per McLaren
- 3a e ultima pole position per Shadow
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- 84a vittoria per Ford Cosworth
- 70a pole position per Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1976
Brands Hatch
domenica 18 luglio 1976 - 76 giri x 4.207 km - 319.732 km |
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C. Paсе, Brabham BT45 - Alfa Romeo. British Grand Prix (Brands Hatch), 1976. |
Gran Premio di Gran Bretagna 1976
Si è corsa domenica 18 luglio 1976 sul Circuito di Brands
Hatch. La gara è stata vinta dall'austriaco Niki Lauda su
Ferrari;
per il vincitore si trattò del dodicesimo successo nel mondiale.
Ha preceduto sul traguardo il sudafricano Jody Scheckter su Tyrrell-Ford Cosworth e il britannico John Watson su Penske-Ford Cosworth
Aspetti tecnici
Il Gran Premio di Gran
Bretagna si spostò, nella tradizionale alternanza, al Circuito
di Brands Hatch, da quello di Silverstone. Il circuito così
ospitava per la settima volta una gara valida per il mondiale di
Formula 1.
Il circuito venne modificato: venne infatti leggermente accorciato (da 4.265 m a 4.207 m) per fare posto ai nuovi box. Esso si presentava con diverse tipologie di asfalto, cosa che rendeva difficile per i piloti trovare il giusto feeling con la pista, visto che il manto stradale era ancora in assestamento.[6] Vennero inoltre rimodellate la Paddock Hill, il Bottom Straight (rinominato John Cooper Straight) e la curva South Bank (rinominata Surtees)
Qualifiche
Nella prima
giornata di prove il miglior tempo venne fatto segnare da James Hunt
con 1'20"39, undici centesimi meno di Niki Lauda. Le Tyrrell a sei
ruote si trovarono in difficoltà sul tracciato, tanto che Jody
Scheckter, dopo un'uscita di pista, decise di riutilizzare il vecchio
modello tradizionale, a quattro ruote.Al sabato Lauda fece scendere il
suo tempo a 1'19"35, conquistando così la pole. In prima
fila restava Hunt, staccato di 6 centesimi. La seconda fila venne
conquistata da Mario Andretti su Lotus e Clay Regazzoni sull'altra
Ferrari. Nessuna delle due donna iscritte riuscì a qualificarsi.
Il tempo ottenuto da Lauda era di 35 centesimi più basso della pole ottenuta nel 1974, dallo stesso Niki Lauda, sulla vecchia configurazione del tracciato.
Gara
Alla partenza i due
piloti della Scuderia Ferrari furono protagonisti di un incidente:
Regazzoni, che aveva passato James Hunt, colpì la vettura di
Niki Lauda alla prima curva. Successivamente la sua Ferrari, in
testacoda, collise anche con la vettura di Hunt, e venne colpita da
quella del sopraggiungente Jacques Laffite. La pista, piena di detriti
e olio, venne giudicata impraticabile, tanto che venne esposta la
bandiera rossa che fermò il gran premio.
Il regolamento prevedeva che solo i piloti che avessero terminato
il giro ove fosse stata esposta la bandiera rossa potessero riprendere
la gara. Sia Hunt che Laffite, invece, erano stati costretti al ritiro
per l'incidente della partenza, mentre Regazzoni era stato capace di
riguadagnare i box, pur con la vettura incidentata. Hunt era
riuscito a riportarsi sulla griglia, per la seconda partenza,
utilizzando non la vettura titolare, ma il muletto.
Per evitare le proteste
del pubblico per l'esclusione di James Hunt, venne deciso di
riammettere alla gara l'inglese della McLaren (con la macchina titolare
nel frattempo riparata) e, come compromesso, si permise a Jacques
Laffite e Clay Regazzoni di riprendere la gara col muletto, anche se sub judice,
visto che loro vetture titolari non erano ancora state riparate. Si
decise così di ripartire, annullando di fatto la prima partenza, e di
compiere tutti i 76 giri originali.
Anche la seconda
partenza venne caratterizzata da un problema: la Lotus di Mario
Andretti, che partiva terzo, rimase ferma sulla griglia per un problema
tecnico, ma venne schivata da tutte le monoposto sopraggiungenti. La
gara veniva condotta da Niki Lauda, seguito da James Hunt, Clay
Regazzoni, Chris Amon, Ronnie Peterson, Jody Scheckter, Patrick
Depailler e Hans-Joachim Stuck. Nel corso del primo giro Amon venne
passato sia da Peterson che da Scheckter, mentre Depailler e Stuck
vennero a contatto: il tedesco fu costretto al ritiro, mentre Depailler
perse innumerevoli posizioni. Al secondo giro Amon venne passato anche
da Vittorio Brambilla.
Brambilla all'ottavo giro passò Peterson, mentre Arturo Merzario passò John Watson,
installandosi all'ottavo posto. La vettura del nordirlandese fu
danneggiata nella situazione, tanto che Watson fu costretto a cambiare
il musetto, e ripartire nelle retrovie. Il giro seguente Amon si ritirò
per una perdita d'acqua. Dopo dieci giri Lauda comandava sempre davanti a
Hunt, Regazzoni, Scheckter, Brambilla, Peterson, Merzario e Gunnar Nilsson.
Al tredicesimo giro Merzario conquistò un'altra posizione
passando Peterson, in crisi con gli pneumatici, dopo essere riuscito a
evitare un contatto con Brambilla. Lo svedese della March fu costretto a una sosta ai box
per cambiare gli pneumatici, che lo fece passare al quindicesimo posto.
Al 15º giro anche Vittorio Brambilla fu costretto a una sosta ai box sempre per cambiare le gomme, che lo fece uscire dalla zona punti.
Al giro 26 la direzione
comunicò la decisione di squalificare Regazzoni (in quel momento
terzo) e Laffite (nono) in quanto ripartiti col muletto. Al 32º
giro il francese fu però costretto al ritiro per la rottura di
una sospensione; quattro giri dopo fu il turno anche di Regazzoni,
tradito da un problema alla pressione dell'olio. Dopo il ritiro del
ticinese, dietro alla coppia Lauda-Hunt, si trovavano Jody Scheckter,
Arturo Merzario, Gunnar Nilsson, Tom Pryce e Alan Jones. Dalla retrovie
stava rinvenendo la Penske di Watson che, dopo un sorpasso su Brett Lunger, era nono.
Al giro 39 Merzario fu costretto al ritiro per la rottura del
semiasse, dopo che per molti giri era stato capace di impensierire la Tyrrell di Jody Scheckter. Al giro 45 James Hunt
prese il comando, dopo aver passato Lauda, che scontava dei problemi al
cambio. Un giro dopo Watson passò anche Jones, entrando così in zona
punti.
Al 64º giro Watson
passò Tom Pryce, sulla cui vettura vi erano dei problemi col
propulsore e, quattro gri dopo, anche Gunnar Nilsson.
La gara venne
così vinta da James Hunt, davanti a Niki Lauda e Jody Scheckter.
Subito dopo la gara vennero inviati diversi reclami in merito alla
decisione di riammettere al via Hunt.
Inizialmente tali reclami vennero rigettati dalla direzione di corsa,
che confermò invece la squalifica di Regazzoni e Laffite.
Solo il 24 settembre la
FIA decise per la squalifica di Hunt, reo di aver utilizzato il muletto
al fine di riallinearsi sulla griglia di partenza.
12a vittoria per Niki LAUDA |
50o Gran Premio per Shadow |
64a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1977
Silverstone
sabato 16 luglio 1977 - 68 giri x 4.719 km - 320.892 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1977
Si è corsa sabato 16 luglio 1977 sul Circuito di Silverstone.
La gara è stata vinta dal britannico James Hunt, su McLaren-Ford
Cosworth;
per il vincitore si trattò dell'ottavo successo nel mondiale
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Nella solita alternanza
tra autodromi britannico fu il turno del Circuito di Silverstone
nell'ospitare il gran premio nazionale, per la sedicesima volta nella
storia del mondiale di Formula 1.
La gara vide l'esordio
effettivo per la Renault. La casa transalpina, che non aveva mai preso
parte a nessun gran premio di F1, ma aveva partecipato negli anni
cinquanta a delle edizioni della 24 Ore di Le Mans, presentò il
modello RS01. Era spinto, per la prima volta per una vettura di Formula
1, da un motore turbo V6, da 1.500 cc.
I motori sovralimentati era
ammessi da sempre in Formula 1 ma non erano stati utilizzati da molto
tempo (gli ultimi risalivano agli anni cinquanta ed erano
sovralimentati da un compressore), in quanto si considerava troppo
sfavorevole il rapporto di cilindrata ammessa, rispetto a quanto
concesso ai motori a pressione atmosferica. L'altra novità sulla
vettura francese fu l'esordio degli pneumatici radiali forniti dalla
Michelin. Il gommista transalpino, anch'esso all'esordio nella Formula
1, aveva ottenuto ottimi risultati sia nelle gare di durata, con
vittorie alla 24 Ore di Le Mans, che nel Motomondiale (nel 1976 aveva
vinto il titolo in 125cc, 250cc, 350cc e 500cc).
Vi fu anche l'unica
apparizione nel mondiale per la McGuire, un costruttore britannico, che
utilizzava una Williams FW04 modificata e denominata McGuire BM1. La McLaren
fornì il modello M26 anche a Jochen Mass, mentre utilizzò
il più desueto M23 quale terza vettura ufficiale, affidata a
Gilles Villeneuve. La Wolf impiegò nuovamente la WR.
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Gara
Alla partenza James Hunt venne passato da John Watson,
Niki Lauda e Jody Scheckter. Dietro all'inglese della McLaren si
trovarono le due Lotus di Gunnar Nilsson e Mario Andretti e le due
altre McLaren di Gilles Villeneuve e Jochen Mass. Al sesto giro
Andretti passò il compagno di scuderia Nilsson.
Hunt riconquistò una posizione al settimo giro, passando
Scheckter, mentre al decimo giro un problema al motore costrinse
Villeneuve a una sosta, che gli fece perdere due giri. La rimonta del
britannico della McLaren proseguì al giro 23 quando riuscì a passare Niki Lauda alla Copse. L'austriaco scontava un piccolo problema all'impianto frenante. La classifica vedeva perciò in testa sempre John Watson, seguito da Hunt, Lauda, Scheckter, Andretti, Nilsson e Jochen Mass.
Hunt si avvicinò rapidamente al battistrada Watson, che con la sua Brabham, spinta da un motore Alfa Romeo,
riusciva a distanziare sul rettilineo la più agile vettura di Hunt. Al
cinquantesimo giro Watson fu costretto a fermarsi ai box per un guasto
all'impianto di alimentazione (si era rotta la pompa che aspirava la
benzina): questo consentì a James Hunt di trovarsi in testa alla gara.
Gunnar Nilsson, tre giri
dopo, passò il suo compagno di scuderia Andretti, che scontava
dei problemi all'impianto di alimentazione. Nilsson si portò
alle spalle di Scheckter, che fuse il suo motore al giro 59,
ritirandosi. Dopo i ritiri di Watson e Scheckter entrarono in zona
punti Jochen Mass e Hans-Joachim Stuck. Al giro 65 fu il turno del
ritiro anche per Mario Andretti.
James Hunt vinse per
l'ottava volta nel mondiale, precedendo sul podio Niki Lauda e Gunnar
Nilsson, che si avvicinò all'austriaco nelle ultime fasi di
gara. Hunt conquistò anche per l'ottava volta il giro veloce in
gara.
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- 8a vittoria per James HUNT
- 4o e ultimo podio per Gunnar NILSSON
- 20o podio per James HUNT
- 8o e ultimo migliore giro per James HUNT
- 1o Gran Premio per Gilles VILLENEUVE
- 1o Gran Premio per Patrick TAMBAY
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- 22a vittoria per McLaren
- 70o podio per McLaren
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- 103a vittoria per Ford Cosworth
- 1o Gran Premio per Renault
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1978
Brands Hatch
domenica 16 luglio 1978 - 76 giri x 4.207 km - 319.732 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1978
Si è corsa domenica 16 luglio 1978 sul Circuito di
Brands Hatch. La gara è stata vinta dall'argentino Carlos Reutemann su
Ferrari;
per il vincitore si trattò dell'ottavo successo nel mondiale
Aspetti tecnici
La Lotus
sperimentò una nuova versione della 79, con la
possibilità per il pilota di regolare manualmente la durezza
della barre antirollio anteriore, oltre che di quella posteriore. Venne
prospettata l'ipotesi che anche la Goodyear potesse sperimentare degli
pneumatici radiali, come quelli della Michelin, ma tale ipotesi venne
respinta dai tecnici della casa americana. La Goodyear portò
comunque un nuovo tipo di coperture.
Sull'Arrows FA1 a disposizione di Riccardo Patrese
venne montato un microcomputer. Il dispositivo, creato dalla scuderia
britannica in collaborazione con la Scicon, montato per la prima volta
su una monoposto, sarebbe servito per controllare la vettura e
consentire così alla scuderia di apportare le modifiche necessarie
all'assetto della vettura stessa. Il computer aveva un costo di 30.000 sterline.
Dopo il difficile gran premio di Francia la Scuderia Ferrari
indicò che la gara fosse servita come una sorta di test per gli
pneumatici, viste le molte soste a cui erano stati costretti i piloti
del Cavallino. L'ing. Mauro Forghieri spiegò:
«La sofisticazione delle macchine di Formula 1 ha raggiunto tali
livelli che le componenti necessarie per portare una vettura al vertice
sono innumerevoli.Gli pneumatici sono uno dei fattori determinanti. Se
non si riesce a mettere sull'asfalto, con le gomme, la potenza espressa
dal motore è finita. La costruzione delle coperture e la composizione
delle mescole sono complicatissime. Basta la variazione della
temperatura ambiente, la modifica della struttura dell'asfalto della
pista di un minimo grado per alterare tutti i rapporti. Noi purtroppo,
con la Michelin,
siamo in una fase sperimentale e dobbiamo pagare l'inesperienza. Del
resto, non possiamo neppure pretendere di essere sempre al vertice.
Anche gli altri hanno avuto i loro alti e bassi.»
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La gara tornò, nella solita alternanza fra
tracciati, a disputarsi sul Circuito di Brands Hatch, pista che
ospitava il mondiale per l'ottava volta.
John Watson Brahabam Alfa Romeo - Brands Hatch, 1978
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Gara
Al via fu Mario Andretti
a scattare meglio di tutti, mettendo in fila Ronnie Peterson, Jody
Scheckter, Alan Jones (partito sesto), Lauda e Riccardo Patrese
(partito quinto).
Le Lotus sembravano poter condurre agevolmente la gara, staccando
di quasi un secondo a giro il terzo, Scheckter. Al sesto giro, però, si
ritirò Peterson, per noie al sistema di alimentazione. Le coperture
portate dalla Goodyear subivano un forte degrado, tanto che al giro 24 Mario Andretti fu costretto a una sosta ai box
per sostituire la gomma posteriore destra. L'italoamericano
tornò in pista solo undicesimo. La Goodyear testò nel
gran premio anche delle gomme radiali, che vennero utilizzate da
Patrick Tambay.
Jody Scheckter si trovò al comando davanti a Jones, Lauda, Patrese, Carlos Reutemann, Watson. L'australiano della Williams,
Jones, si ritirò al giro ventisei per un guasto alla frizione. Poco
dopo il motore tradì Andretti, già in rimonta. Erano ceduti dei
cuscinetti che regolavano la pressione dell'olio.
Senza le vetture
oro-nere la gara risultava molto combattuta: tra il primo, Scheckter,
ed il sesto, Patrick Depailler, vi erano solo 2 secondi di gap.
Al 34º giro Niki Lauda passò a condurre, sfruttando un
problema al cambio per Scheckter, che fu costretto al ritiro poco dopo.
Lauda ora comandava davanti a Riccardo Patrese, Carlos Reutemann,
Patrick Depailler e Watson. Depailler però fu fermato anche lui
da problemi alle gomme, e retrocesse in settima posizione. Entrarono in
zona punti Didier Pironi e Keke Rosberg. Pironi però fu
costretto al ritiro per noie al cambio.
La gara ad eliminazione
proseguì quando al 40º giro Patrese dovette rientrare ai
box per una foratura e una sospensione rotta, ritirandosi. Ora era
Reutemann secondo che precedeva Watson, Keke Rosberg poi Depailler,
Jochen Mass con l'altra ATS; chiudeva la zona punti Patrick Tambay, che
precedeva un altro tedesco, Stuck su Shadow.
Anche Mass dovette però, poco dopo, fermarsi ai box. Al giro 49
Depailler superò Rosberg, che poco dopo si ritirò per la rottura di una
sospensione.
Al sessantunesimo
passaggio, Carlos Reutemann sfruttò il doppiaggio di Bruno
Giacomelli da parte di Niki Lauda, alla curva Clearways, e passò a condurre fino al termine. Nel dopo gara Lauda accusò Giacomelli di averlo ostacolato.
Carlos Reutemann vinse
per l'ottava volta nel mondiale, davanti a Lauda, Watson, Patrick
Depailler, Hans-Joachim Stuck (per la prima volta a punti in stagione).
Poi seguivano tre McLaren: sesto Patrick Tambay, Giacomelli settimo,
davanti a Brett Lunger..
- 8a vittoria per Carlos REUTEMANN
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- 240o podio per Ferrari
- 50o Gran Premio per Copersucar
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240o podio per Ferrari |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1979
Silverstone
sabato 14 luglio 1979 - 68 giri x 4.719 km - 320.892 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1979
La gara è stata vinta dallo svizzero Clay Regazzoni su Williams-Ford
Cosworth
Aspetti sportivi
L'Alfa Romeo saltò l'appuntamento di Silverstone, ma confermò la presenza nel successivo Gran Premio di Germania.
Nei test effettuati sul tracciato britannico nella settimana precedente
il gran premio il miglior tempo venne fatto segnare da Alan Jones su
Williams in 1'12"7, tempo di ben 6"9 più basso rispetto al
record ufficiale.
James Hunt, che aveva appena abbandonato il mondiale di F1, debuttò come commentatore tecnico per la BBC.
Gara
Al via Clay Regazzoni
prese la testa della gara, seguito da Alan Jones e Jean-Pierre
Jabouille mentre, nelle retrovie, Elio De Angelis fu autore di una
partenza anticipata. Nel corso del primo giro sia Jones che Jabouille
attaccarono Regazzoni alla Stowe, riuscendolo a passare uno all'interno e l'altro all'esterno della curva. Poco dopo anche Nelson Piquet
cercò di attaccare il ticinese, ma senza successo. Al termine del primo
giro comandava perciò Jones, seguito da Jabouille, Regazzoni, Piquet, Niki Lauda e Mario Andretti.
Nelson Piquet si ritirò al secondo giro per un testacoda alla Woodcote,
mentre René Arnoux passò Mario Andretti. Jacques Laffite
perse inoltre tre posizioni a favore delle due Ferrari e Carlos
Reutemann. Ancora un giro e Arnoux passò anche Lauda, in crisi
coi freni, che dovette cedere il passo anche a Villeneuve, e un giro
dopo, anche a Jody Scheckter. La gara dell'austriaco terminò al
giro 12 col ritiro.
Al giro 15 un errore
nella cambiata costò una posizione a Gilles Villeneuve, a favore
di Jody Scheckter. Due giri dopo Jean-Pierre Jabouille, che era
secondo, fu costretto a una sosta ai box, per cambiare gli
pneumatici, e sprofondare così nelle retrovie. La classifica
vedeva sempre primo Jones, seguito da Clay Regazzoni, René
Arnoux, Jody Scheckter, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite e John Watson.
Al 34º giro un rimontante Jacques Laffite passò Villeneuve alla Woodcote,
e tentò il sorpasso anche su Scheckter un giro dopo. Il
sudafricano resistette, ma venne poi passato al giro 36. Al
trentanovesimo giro Alan Jones, che comandava con tranquillità
la gara, fu costretto al ritiro per un guasto al motore. Prese il
comando il suo compagno di scuderia Clay Regazzoni, che tornava a
condurre una gara iridata dal GP di Long Beach 1976.
Al giro 42 Laffite fu costretto a una sosta ai box
per un problema alle candele. Rientrò in pista undicesimo. Ora,
dietro al ticinese, si trovava sempre René Arnoux, seguito dalle
due Ferrari e da Jean-Pierre Jarier. Dietro al francese vi era Watson,
autore di una bella rimonta.
Al giro 51 anche
Villeneuve fu costretto a una sosta, dove gli vennero cambiati gli
pneumatici: tornò in pista settimo. Al sessantaquattresimo giro
Jean-Pierre Jarier passò Scheckter e conquistò la terza
posizione. Un giro dopo e l'altro ferrarista Gilles Villeneuve si
ritirò per un problema all'impianto di alimentazione. Scheckter,
con degli pneumatici ormai consunti, non rientrò ai box,
come richiesto dalla sua scuderia, ma proseguì fino al termine anche se
venne passato anche da Watson. Al termine della gara il sudafricano si
lamentò di non essere stato avvisato dal muretto dell'avvicinarsi di
Watson.
Vinse Clay Regazzoni,
per la quinta e ultima volta nel mondiale. Per la Williams fu il primo
successo, diventando così la ventisettesima scuderia capace
nell'impresa, dopo che nel gran premio precedente era stato il turno
della Renault.René Arnoux, secondo, conquistò il suo
secondo podio, mentre Jean-Pierre Jarier, terzo, conquistò il
terzo e ultimo podio della carriera in F1.
Sul podio Clay Regazzoni, per un accordo con gli sponsor arabi della sua scuderia, festeggiò bevendo succo d'arancia..
- 5a e ultima vittoria per Clay REGAZZONI
- 1a pole position per Alan JONES
- 3o e ultimo podio per Jean-Pierre JARIER
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- 1a vittoria per Williams
- 1a pole position per Williams
- 50o Gran Premio per Williams
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121a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1980
Brands Hatch
domenica 13 luglio 1980 - 76 giri x 4.207 km - 319.732 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1980
. La gara è stata vinta dall'australiano Alan Jones, su
Williams-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò dell'ottavo successo
nel mondiale.
Qualifiche
Nella prima
giornata di prove il più rapido fu Didier Pironi su Ligier, che
chiuse in 1'11"004, davanti ad Alan Jones e Jacques Laffite. Vi fu
anche un piccolo incidente tra Laffite e la Wilson, senza conseguenze
per i piloti. Bruno Giacomelli ruppe il motore della sua Alfa Romeo, e
chiuse diciassettesimo. Le Ferrari furono ancora meno competitive con
Gilles Villeneuve che chiuse tredicesimo e Jody Scheckter ventunesimo.
La nuova Fittipaldi F8 effettuò un solo giro, con un tempo di
oltre sei minuti. Il giorno seguente Pironi limò il suo tempo a
1'11 netto, (contro l'1'16"80 ottenuto daRonnie Peterson due anni prima), conquistando così la seconda pole
della carriera in F1. La prima fila venne monopolizzata dalla Ligier,
grazie a Jacques Laffite, che scavalcò Jones. Pironi ebbe anche
una collisione con Derek Daly che gli provocò una piccola
lesione al polso, che non mise però in dubbio la sua partenza al
gran premio. Vi furono una serie di altri incidenti: René Arnoux
uscì di pista alla curva Hill,
danneggiando la sua vettura. Elio De Angelis subì lo scoppio di
uno pneumatico mentre Nelson Piquet perse il controllo della sua
vettura e compì una sera di testa coda ad alta velocità.
Le Ferrari non riuscirono a migliorare, tanto che Jody Scheckter si
qualificò penultimo, con un vantaggio di soli due decimi su Jan
Lammers, primo dei non qualificati. Non si qualificò nemmeno
Desiré Wilson, mentre ci riuscì Rupert Keegan.
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Gara
Didier Pironi
partì bene e comandò la gara davanti al compagno di
scuderia Jacques Laffite, poi Alan Jones, Nelson Piquet, che
passò Carlos Reutemann alla Surtees, seguito a sua volta dalle due Alfa Romeo di Patrick Depailler e Bruno Giacomelli.
La classifica rimase
immutata, nelle primissime posizioni, per diversi giri. Il duo della
Ligier si trovò a guidare con un margine di circa otto secondi
su Jones. Al giro 17 Giacomelli fu costretto a una sosta ai box per
cambiare gli pneumatici. Passò così quindicesimo. Un giro
dopo fu il battistrada Didier Pironi a rallentare vistosamente per una
foratura alla gomma anteriore sinistra, dovuta alla rottura del
cerchione. Giunto ai box, molto lentamente, ne riuscì ultimo.
Andò così a condurre Laffite seguito da Jones, Piquet,
Reutemann, Depailler, Derek Daly e Mario Andretti. Nello stesso giro ci
fu il ritiro, per la rottura di una sospensione, per Eddie Cheever, che
era nella retrovie. Uscendo di pista però la sua vettura
terminò nella via di fuga, ove era rimasto parcheggiato un
caccia-bombardiere Harrier, che aveva preso parte a delle dimostrazioni
prima della gara. Il pilota riuscì a evitare l'impatto per pochi
metri.
Patrick Depailler
perse, in pochi giri, diverse posizioni, per un malfunzionamento del
motore. Il francese dell'Alfa si ritirò al giro 30. Al giro seguente,
l'altra Ligier,
quella di Laffite, subì anch'essa una rottura del cerchione che provocò
l'esplosione dello pneumatico posteriore sinistro con conseguente
uscita di pista e ritiro per Laffite.
|
Passò in testa Alan Jones,
che precedeva di quattro secondi Piquet, seguito poi da Reutemann,
Daly, Andretti e Jarier. Nel frattempo Pironi fu protagonista di un
recuperò che lo porto, al giro 43, in settima posizione. Andretti
scontava dei problemi tecnici sulla sua Lotus:
venne così passato prima da Jarier, poi dallo stesso Pironi. Al 55º
giro l'unico pilota della Ligier rimasto in gara passò anche il
connazionale Jarier, ponendosi in quinta posizione. Al giro 59 Andretti
si ritirò definitivamente.
Al sessantacinquesimo giro, sulla vettura di Pironi, si verificò
nuovamente una foratura dovuta alla rottura del cerchione: in questo
caso il francese fu costretto al ritiro.Negli ultimi giri la
pioggia minacciò la gara, ma senza arrivare. Vinse ancora Alan
Jones che precedette Nelson Piquet, Carlos Reutemann, Derek Daly,
Jean-Pierre Jarier e Alain Prost.
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8a vittoria per Alan JONES
1o migliore giro per Didier PIRONI
95o e ultimo Gran Premio per Patrick DEPAILLER |
- 9a vittoria per Williams
- 20o podio per Williams
- 90o podio per Brabham
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- 131a vittoria per Ford Cosworth
- 120a pole position per Ford Cosworth
- 120o migliore giro per Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1981
Silverstone
sabato 18 luglio 1981 - 68 giri x 4.719 km - 320.892 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1981
La gara è stata vinta dal britannico John Watson su McLaren-Ford
Cosworth; per il vincitore si trattò del secondo successo nel mondiale.
Qualifiche
La presenza della
Lotus 88B nelle prove ufficiali portò alla reazione della FISA
che minacciò di non far considerare valido il gran premio, quale
prova del mondiale, di squalificare la Lotus e di escludere il Regno
Unito dalle prove mondiali future. Gli organizzatori decisero
così di escludere la 88B, giustificandosi col ritardo nella
comunicazione da parte della Federazione. furono protagonisti di
spettacolari incidenti, ma senza conseguenze fisiche.
Le prove vennero dominate dalle due Renault di René Arnoux
(primo in 1'12"15) e Alain Prost che precedettero Nelson Piquet
(l'unico vicino ai tempi dei due francesi) e Alan Jones. Il
comportamento in pista delle Lotus 88B fu, in verità, poco
competitivo: Elio De Angelis chiuse diciannovesimo, mentre Nigel
Mansell era diciassettesimo. Eddie Cheever e Brian HentonLe Renault
confermarono la loro forza, monopolizzando la prima fila. René
Arnoux conquistò la settima pole iridata, in 1'11"00,
alla media di quasi 240 km/h, precedendo Alain Prost di 46
millesimi. Nelson Piquet, terzo, era staccato di quasi un secondo da
Arnoux. La Lotus, che riutilizzava il modello 87,
fu ancora poco competitiva, tanto che De Angelis fu solo ventiduesimo,
mentre Mansell non fu capace di qualificarsi. Si qualificarono invece le
Arrows, che così riportarono in gara le gomme Pirelli, assenti dal Gran Premio di Francia 1958.
Henton fu nuovamente protagonista di un incidente: in questo caso la
sua vettura prese fuoco nella corsia dei box, dopo aver impattato contro
le barriere, riempiendo di fumo il paddock. Il pilota non ebbe conseguenze.
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Gara
Alain Prost partì
bene e scattò davanti a tutti, seguito da Didier Pironi,
René Arnoux, Gilles Villeneuve, Nelson Piquet, John Watson, Andrea De Cesaris, Alan Jones e Carlos Reutemann. Nel primo giro Villeneuve passò Arnoux, Alan Jones
fece lo stesso con De Cesaris e Watson. Il giro seguente Arnoux ripassò
Villeneuve che perse tempo, nel tentativo di passare Pironi. Un'altra
tornata e Arnoux infilò anche Pironi, portandosi all'inseguimento di Alain Prost.
Al quarto giro Villeneuve andò in testacoda alla Woodcote.
Alcuni piloti che lo seguivano (Jones, Watson e De Cesaris) cercarono
di evitare l'impatto. Jones però non ne fu capace e lo centrò,
danneggiando il musetto, De Cesaris uscì di pista e Watson si fermò, ma
fu comunque in grado di riprendere con la vettura ancora integra. La
Ferrari di Villeneuve era ormai danneggiata e il canadese dovette, poco
dopo, ritirarsi, pur tentando di riprendere la via dei box con gli
alettoni ormai distrutti. Intanto Nelson Piquet si era portato al terzo posto, dopo aver passato l'altro ferrarista, Pironi.
Nelson Piquet, nel tentativo di passare Arnoux, andò a sbattere violentemente alla curva Becketts,
a causa dell'esplosione della gomma anteriore sinistra. Il brasiliano,
dolorante agli arti inferiori, venne portato via in ambulanza, ma non
subì conseguenze fisiche gravi. Da dietro rinviene Watson che
passò Mario Andretti al giro 12, Carlos Reutemann al giro
seguente e Didier Pironi,
portandosi al terzo posto. Il ferrarista, poco dopo, si ritirò
per il guasto del turbo. Ora la gara vedeva al comando le dueRenault di
Prost e Arnoux, seguite da Watson, Reutemann, Andretti, Patrese,
Laffite e De Angelis.
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Al diciassettesimo giro
la gara cambiò leader: Alain Prost si ritirò, anche lui
col propulsore fuori uso. Andò a condurre l'altro pilota della Renault Arnoux. Intanto De Angelis passò Laffite, che venne superato anche da Héctor Rebaque.
Al giro 25
terminò la gara di Elio De Angelis: gli viene esposta bandiera
nera per aver superato Jacques Laffite in regime di bandiere gialle.
Rebaque scalò così sesto.
La classifica nelle prime posizioni rimase immutata per diversi giri. Al giro 61, a sette dal termine, John Watson
conquistò la testa della gara: il turbo della Renault di Arnoux era
entrato in crisi, tanto che tre giri dopo Arnoux si ritirò. Poco dopo
stessa sorte toccò a Riccardo Patrese che si ritirò con il motore rotto quando si trovava in terza posizione.
Vinse così Watson,
seconda vittoria in carriera, cinque anni dopo il primo trionfo (Gran
Premio d'Austria 1976); prima vittoria per la McLaren dopo 4 anni
(ultima Gran Premio del Giappone 1977), e prima della gestione Ron
Dennis. Secondo fu Reutemann, terzo Laffite, poi Eddie Cheever,
Héctor Rebaque e Slim Borgudd che conquistò l'unico punto
in carriera. Per la sua scuderia, la tedesca ATS furono i primi punti
iridati dal GP del Watkins Glen 1979.
- 2a vittoria per John WATSON
- 100o Gran Premio per Jean-Pierre JARIER
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25a vittoria per McLaren |
- 142a vittoria per Ford Cosworth
- 200o Gran Premio per Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1982
Brands Hatch
domenica 18 luglio 1982 - 76 giri x 4.207 km - 319.732 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1982
. La gara è stata vinta dall'austriaco Niki Lauda su
McLaren-Ford Cosworth; per il vincitore
si trattò del
diciannovesimo successo nel mondiale.
Ha preceduto sul traguardo i francesi Didier Pironi e Patrick Tambay,
entrambi su Ferrari. Per Tambay
si trattò del primo podioin una gara del mondiale di Formula 1
Aspetti tecnici
In questa occasione la Ligier affidò
nuovamente la JS19 a Jacques Laffite, che la utilizzò non solo
in prova, ma anche in gara. La Lotus presentò una nuova
sospensione anteriore sulla vettura affidata a Elio De Angelis.
La Brabham
presentò una vettura in cui era modificata la posizione del bocchettone
per il caricamento della benzina: tale soluzione consentiva
un'erogazione del carburante più rapida. La casa inglese intendeva così
effettuare un rifornimento in gara, che avrebbe consentito alle
monoposto di partire con soli 60 kg di carburante, contro i 180-220
delle altre monoposto. Il tempo, necessario per l'effettuazione del
rifornimento, era stimato attorno ai 12-14 secondi.
Qualifiche
Nella prima giornata di prove il tempo migliore fu di Keke Rosberg su Williams
era la -Ford Cosworth, l'unico a scendere sotto il muro del minuto e
dieci: il finlandese precedette Didier Pironi e Nelson Piquet. La
classifica era dominata da vetture gommate Goodyear; la prima vettura
gommata dalla MichelinMcLaren di Niki Lauda, settima.Nelle libere del
sabato Bruno Giacomelli dell'Alfa Romeo uscì, ad alta
velocità alla Hawthorne Bend:
l'auto fu distrutta ma il pilota rimase illeso. Nelle prove ufficiali
nessuno fu capace di battare il tempo ottenuto da Rosberg, che così
conquistò la sua prima pole position nel mondiale di F1, dopo 44
gare disputate. Fu il sessantatreesimo pilota diverso a ottenere questo
risultato nella storia del campionato.
Si inserì in prima fila Riccardo Patrese, mentre in seconda fila
l'altro pilota della Brabham Nelson Piquet riuscì a precedere
Didier Pironi.Rosberg fu il secondo pilota della stagione a riuscire a
ottenere una pole senza utilizzare una vettura a motore turbo, dopo quella ottenuta da Andrea De Cesaris nel Gran Premio di Long Beach.
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Gara
Al momento del giro di ricognizione la Williams del poleman Keke Rosberg
rimase ferma a causa di un problema all'alimentazione; i meccanici
riuscirono a farlo ripartire, a spinta, ma fu costretto a prendere il
via dal fondo della griglia.
Al via Riccardo Patrese,
in prima fila, non riuscì a partire: il padovano alzò un
braccio per segnalare il problema, Didier Pironi riuscì ad
evitarlo, ma René Arnoux, che lo vide all'ultimo momento, e
tamponò la Brabham
ferma; entrambi finirono fuori pista. Una ruota, staccatasi, dalla
Renault di Arnoux, attraversò la pista e venne urtata
dallaToleman di Teo Fabi: tutti e tre piloti furono costretti al
ritiro. Nelson Piquet prendeva così il comando della corsa
seguito da Niki Lauda, Didier Pironi, Elio De Angelis, Michele Alboreto
e Andrea De Cesaris.
Al terzo giro, all'entrata, della curva Hawthorn
Jean-Pierre Jarier e Chico Serra si toccarono; la Fittipaldi del
brasiliano si ribaltò e finì ribaltandosi e prendendo
fuoco, mentre John Watson,
costretto a passare sull'erba, andò in testacoda e si ritirò. Serra
venne immediatamente soccorso e non subì gravi danni fisici.
La gara continuò con Piquet al comando fino al decimo giro,
quando fu costretto al ritiro per un problema di alimentazione; la
Brabham non poté così implementare la strategia di rifornimento
carburante in gara.
Nello stesso giro Derek
Daly passò De Angelis ponendosi così al terzo posto, alle
spalle di Lauda e Pironi. Dalle retrovie Derek Warwick della Toleman fu
protagonista di una grande rimonta: decimo al fine del primo giro,
scalò sesto già al giro 6, mentre al giro 12 passò
anche De Angelis e al giro 18 Daly. L'inglese tallonò poi Pironi
per tre giri, poi tentò l'attacco alla Druids Bend ma Pironi lo chiuse. Il giro
dopo, sul rettilineo d'arrivo, Warwick riuscì a prendere la scia di
Pironi e lo superò alla frenata della Paddock Hill Bend
portandosi in seconda posizione. L'inglese continuò a spingere e iniziò a
rimontare su Lauda, ma al quarantesimo giro rientrò ai box, ritirandosi
per una rottura del semiasse.
Lauda comandava ora su
Pironi, De Angelis, De Cesaris e Patrick Tambay. Il francese
passò al giro 47 De Cesaris, che cedette poi una posizione a
Daly. Dodici giri dopo anche Alain Prost superò il pilota
dell'Alfa Romeo. La gara del pilota romano si chiuse al giro 66 per un
problema elettrico.
Negli ultimi giri Elio De Angelis
si avvicinò a Pironi, ma i problemi di alimentazione della Lotus ne
impedirono l'attacco; anzi, al penultimo passaggio il pilota italiano
venne passato da Tambay.
Niki Lauda
conquistò il suo diciannovesimo trionfo iridato, davanti alle
due Ferrari: per Tambay si trattò del primo podio nel mondiale.
Brian Henton, della Tyrrell, conquistò il suo primo e unico giro
veloce in gara. Per la sua scuderia fu il primo gpv dal GP degli USA
Est 1977.
- 19a vittoria per Niki LAUDA
- 1a pole position per Keke ROSBERG
- 1o podio per Patrick TAMBAY
- 1o e unico migliore giro per Brian HENTON
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29a vittoria per McLaren |
- 149a vittoria per Ford Cosworth
- 130a pole position per Ford Cosworth
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1983
Silverstone
sabato 16 luglio 1983 - 67 giri x 4.719 km - 316.173 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1983
La gara è stata vinta dal francese Alain Prost su Renault; per il
vincitore si trattò dell'ottavo successo nel mondiale.
Aspetti sportivi
La gara tornò sul Circuito di Silverstone,
nella solita alternanza col Circuito di Brands Hatch. Per il tracciato
era la diciannovesima presenza nel calendario del mondiale di F1. Per
la prima volta l'accesso al paddock venne vietato ai tifosi.
Bernie Ecclestone decise, per evitare dei furti nei box, il
posizionamento di barriere, controllate da uomini di sicurezza.
La Spirit riportò nel mondiale Stefan
Johansson, pilota svedese che aveva già tentato, senza successo,
nel 1980, di qualificarsi a due gran premi, al volante della Shadow.
Johansson era stato anche iscritto, senza poi presentarsi al gran
premio, anche al Gran Premio di Gran Bretagna 1981, dalla March. Lo
svedese utilizzò il numero 40, che mancava nel mondiale di F1
dal Gran Premio di Gran Bretagna 1978, usato da Tony Trimmer, pilota
però non qualificato per la gara.
Un'altra novità è quella
dell'esordiente britannico Kenny Acheson, terzo pilota stagionale della
RAM dopo Eliseo Salazar e Jacques Villeneuve Sr.. Acheson era giunto
secondo nel campionato 1982 di F3 inglese.
La scuderia tedesca ATS iscrisse alla gara una seconda vettura,
affidata a Stefan Bellof. L'iscrizione non venne poi confermata.
Nei test effettuati sulla pista inglese, due
settimane prima del gran premio, i tempi migliori vennero fatti segnare
dalla Brabham.
Gara
Dopo aver testato la Lotus 94T nel warm up, Nigel Mansell decise di affrontare la gara con questo modello, e non con la 93T, utilizzata nelle prove.
Alla partenza vi fu
subito un duello tra le due Ferrari, dove Patrick Tambay riuscì
a prevalere su René Arnoux; terzo si pose Alain Prost, seguito
da Riccardo Patrese, Eddie Cheever e Nelson Piquet; Elio De Angelis,
autore di una cattiva partenza, era solo settimo. L'italiano
passerà però Piquet nel corso del primo giro. La gara di
De Angelis si interruppe già al secondo giro, quando fu
costretto al ritiro per la rottura del condotto dell'alimentazione: la
benzina provocò un incendio al motore.
Al quarto giro anche
Cheever fu costretto all'abbandono, per la rottura di un giunto. La
gara proseguì nei giri seguenti con le Ferrari che, veloci sul
dritto, perdevano nei confronti delle altre nelle curve. Alain Prost si
avvicinò a René Arnoux, mentre al nono giro, Riccardo
Patrese, quarto, fu costretto al ritiro, nono su nove gare, per un
motore in panne (anche se nella seconda gara stagionale, il Gran Premio
di Long Beach, il padovano era stato comunque classificato).
Arnoux venne passato da Prost al giro 14: il pilota della Renault sorprese il connazionale alla Copse.
Dietro al ferrarista, intanto, si fece minaccioso anche Piquet. Il
brasiliano, approfittando del doppiaggio di Arnoux su Thierry Boutsen,
passò il francese, e s'installò al terzo posto. La gara
era sempre comandata da Tambay, che però vedeva vicino Prost.
Al ventesimo giro Alain Prost passò Tambay, ancora una volta alla Copse,
e s'involò al primo posto, mentre, dietro René Arnoux
soffriva il deperimento delle prestazioni degli pneumatici. Le
coperture della Goodyear,
utilizzate dalla Ferrari, non riuscivano a garantire una buona tenuta,
stante il grande caldo in cui si effettuò la gara.
Al trentunesimo passaggio anche Nelson Piquet passò Patrick Tambay: prima tentò di sorprenderlo alla Becketts, in seguito alla Stowe, infine ebbe la meglio all'altezza della curva Woodcote. La classifica vedeva sempre in testa Prost, seguito da Piquet, Tambay, Arnoux, De Cesaris, Mansell, Lauda, Baldi e Watson.
Al giro 32 René
Arnoux
si fermò per il cambio gomme, e il rabbocco di carburante.
Rientrò in pista settimo. Due giri dopo toccò anche
adAndrea De Cesaris: un problema alla frizione non gli permise
però di rientrare in gara velocemente, tanto da scalare al
dodicesimo posto.
Dopo le soste di Prost e
Tambay, Nelson Piquet si trovò in testa alla gara, seguito da
Prost, ma con Nigel Mansell scalato al terzo posto, davanti a Tambay,
Arnoux e Winkelhock. Il brasiliano fece la sua sosta al quarantaduesimo
giro: uscendo dai box però trovò la vettura di Raul
Boesel,
che procendendo lentamente nella corsia dei box, ne rallentò il
rientro in pista. Piquet scalò perciò terzo, dietro
adAlain Prost e Mansell. Dopo la sosta del pilota inglese della Lotus,
lo stesso scalò quinto, dietro a Patrick Tambay e René
Arnoux.
Arnoux era di nuovo alle
prese con problemi alle gomme, tanto che Mansell gli si avvicinò
presto. Dovette rinunciare al sorpasso al giro 47, per la presenza di
un doppiato, ma ebbe successo solo un giro dopo. Sempre al giro 47
Manfred Winkelhock, che scontava problemi tecnici alla sua ATS-BMW,
venne passato da Niki Lauda, prima di abbandonare il gran premio due
giri dopo. Nigel Mansell,
intanto, riuscì a ridurre le distanze anche da Tambay, fino a
quando, negli ultimi giri, fu rallentato da alcuni doppiaggi.
Alain Prost vinse per la terza volta in stagione, precedendo Nelson
Piquet e Patrick Tambay; Nigel Mansell giunse quarto, mentre Niki
Lauda, sesto, fu il primo pilota a guidare una vettura non con motore
turbo, distanziato però di un giro dal vincitore.
- 8a vittoria per Alain PROST
- 18a e ultima pole position per René ARNOUX
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1984
Brands Hatch
domenica 22 luglio 1984 - 71 giri x 4.207 km - 298.697 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1984
XXXVII John Player British Grand Prix e decima gara del campionato di Formula 1 del 1984,
si è svolto il 22 luglio sul Circuito di Brands Hatch ed è stato vinto da Niki Lauda su McLaren-TAG Porsche
Aspetti sportivi
Al termine del GP di Detroit, le vetture della Tyrrell erano state sottoposte a verifica.[6]
Il peso delle Tyrrell risultò regolare, ma i tecnici della federazione
vollero controllare anche il serbatoio d'acqua delle vetture,
all'interno del quale venne scoperto un liquido sconosciuto, nel quale
galleggiavano dei pallini di piombo.
A seguito di ulteriori indagini, la Federazione scoprì che sulle
vetture inglesi, durante la gara, veniva effettuato un rabbocco con
questo liquido contenente pallini di piombo, che serviva per arricchire
l'aria immessa sui tromboncini di aspirazione, al fine di ritardare la
detonazione del motore, rendendo così possibile l'utilizzo di un maggior
rapporto di compressione, ottenendo una maggiore potenza.
Il 18 luglio, la Commissione F1 della FISA con 6 voti favorevoli e 4 schede bianche, decise per l'esclusione della Tyrrell
dal campionato. La scuderia britannica veniva accusata di rifornimento
illegale di carburante durante la gara, utilizzo di carburante non
conforme e presenza di canalizzazioni autosigillanti di sicurezza. Jean-Marie Balestre,
il presidente della FISA, annunciò che la zavorra trovata sulle
monoposto, dopo i controlli della gara di Detroit, avrebbe superato i 60
kg. Una zavorra non era vietata dal regolamento, ma era ammessa in un
unico pezzo, fissata al telaio, rimovibile da uno strumento. Inoltre, il
liquido brunastro trovato nel serbatoio dell'acqua, sembrava fosse un
combustibile speciale.
La scuderia si difese affermando che i pallini di piombo erano
contenuti in una busta che poteva essere sigillata, costituendo così una
zavorra come stabilito nel regolamento. La scuderia rimproverò inoltre
alla FISA di aver nascosto i risultati delle analisi, cosa che non aveva
permesso loro di difendersi. La Tyrrell si rivolse all'Alta Corte di
Londra, che al venerdì, prima della gara, mise a confronto gli avvocati
delle parti.
L'Alta Corte decise infine di riammettere alla gara la scuderia,
in quanto l'esclusione sarebbe stata un ostacolo, al diritto del lavoro
per i dipendenti del team, deciso da un tribunale sportivo
internazionale, con quartier generale a Parigi.
Nigel Mansell, dopo i fatti del gran premio precedente, in cui aveva cercato di spingere a mano la sua Lotus,
rimasta senza carburante a pochi metri dal traguardo, venne
squalificato per un anno dalle competizioni; la pena venne accompagnata
dalla condizionale, che consentì al pilota britannico di partecipare al
resto del campionato.
Teo Fabi tornò al
volante della Brabham, al posto del fratello Corrado. La Tyrrell decise
di sostituire l'infortunato Martin Brundle con lo svedese Stefan
Johansson. Johansson aveva corso 6 gare con la Spirit nel 1983, e tra
il 1980 e il 1981 aveva tentato in qualche occasione di qualificarsi,
senza successo, con Shadow e March. L'Osella iscrisse una seconda
vettura, per Jo Gartner.
Il tracciato di Brands
Hatch tornò a ospitare, nella solita alternanza con Silverstone,
il Gran Premio di Gran Bretagna. Il tracciato aveva comunque ospitato
il Campionato mondiale del 1983, quale sede del Gran Premio d'Europa.
Uno sciopero dei traghetti che collegavano l'Inghilterra con la Francia
provocò grossi problemi per l'arrivo delle vetture delle scuderie che
avevano sede sul continente. Le vetture dovettero essere inviate per via
aerea: vi furono però dei problemi burocratici alle dogane, che fecero
giungere in ritardo le monoposto.[8]
Un mese prima della gara, in alcune prove libere effettuate sul
tracciato, la Lotus ottenne un tempo attorno al minuto e dieci secondi,
mentre le Ferrari risultarono staccate di due secondi circa.
Gara
Prima del via i
commissari tecnici della federazione scoprirono sul fondo delle Tyrrell
dei fori illegali, che dovettero essere coperti prima del via.
Keke Rosberg dovette affrontare la gara col muletto, a causa di un
problema alla pressione della pompa della benzina.
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Alla partenza Nelson
Piquet mantenne il comando, seguito da Alain Prost, Elio De Angelis e
Niki Lauda. L'austriaco passò De Angelis alla Druids, mentre, alla curva Graham Hill
Riccardo Patrese perse il controllo della sua Alfa Romeo, per evitare
la vettura di Jacques Laffite, mettendola di traverso; il padovano
recuperò il controllo della vettura, ma il compagno di team
Eddie Cheever fu costretto a rallentare di colpo, e venne a sua volta
centrato da Philippe Alliot. La RAM del francese si alzò da
terra, dopo aver colpito la Tyrrell di Stefan Johansson. Jo Gartner,
che non trovò lo spazio, perse la sua Osella e andò a
sbattere contro un muro di gomme. Alliot, Johansson e Gartner furono
costretti all'abbandono. |
La corsa continuò con Piquet al comando, capace di allungare sul
dritto, mentre nel misto doveva difendersi da Prost, penalizzato da una
scelta di gomme infelice, che portava al sovrasterzo. Al secondo giro
Lauda superò De Angelis, portandosi al terzo posto. Al decimo giro
Piquet venne passato prima da Prost (alla Paddock Hill) e poi da Lauda (alla Druids). Il brasiliano rientrò subito ai box per cambiare le gomme. Poco dopo Jonathan Palmer uscì di pista, alla Clearways,
a causa di un guasto allo sterzo. Il pilota uscì indenne, ma la
gara venne sospesa per permettere di sistemare la barriera danneggiata.
La gara ripartì, ma la classifica sarebbe stata stilata per
somma di tempi, con prima parte determinata sulla base dell'undicesimo
giro, quando Piquet era ancora davanti alle due McLaren. Questa
decisione fece infuriare Prost, che accusò i commissari di
favorire Piquet, su pressione di Bernie Ecclestone. Il gran premio
veniva ridotto a 71 giri.
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Il gran premio
ripartì con Piquet, davanti a Prost, Lauda, Warwick, De Angelis,
Senna, Alboreto e Tambay. Malgrado qualche riparazione non poterono
prendere parte alla seconda partenza né Keke Rosberg, né
Teo Fabi, ritirati nella prima parte di gara, mentre a Manfred
Winkelhock furono i commissari a non permettere di riprendere il gran
premio.
Alla ripartenza Alain
Prost
passò subito Piquet, che dovette anche difendersi da Lauda.
Tambay prese subito una posizione ad Alboreto. Il pilota dellaFerrari
cedette poi a Ayrton Senna, Andrea De Cesaris e anche al compagno di
team René Arnoux. Al giro ventisette Arnoux cercò di
passare De Cesaris, che oppose una strenua resistenza.
Al giro 29 Piquet dovette cedere la posizione a Lauda.
Considerando che la classifica era per somma di tempi, Prost si trovava a
condurre con 6 secondi di margine su Lauda, mentre Piquet conservava la
terza posizione. Tambay si fermò per il cambio gomme, scalando settimo.
Al trentottesimo giro Prost fu costretto al ritiro, con il cambio fuori
uso. Niki Lauda si trovò così a condurre. Seguiva Piquet, Warwick, De Angelis, Senna e Tambay.
|
Al quarantaquattresimo giro Lauda si trovò di fronte il gruppo da
piloti da doppiare, De Cesaris, Alboreto e Arnoux. Alboreto sfruttò il
momento per passare De Cesaris e, grazie al suo ritmo, rese difficile a
Lauda il doppiaggio. Ciò portò Piquet ad avvicinarsi all'austriaco della
McLaren. La lotta tra De Cesaris e Arnoux fece perdere del tempo anche a
Derek Warwick, in fase di doppiaggio. Al giro 64 Arnoux tentò di passare alla Druids, le due vetture arrivarono a una collisione, ma entrambi i piloti poterono proseguire la gara.
Piquet soffriva si un
problema al turbo della sua Brabham, e decise così di concludere
la gara a ritmo ridotto. Al giro 66 Ayrton Senna superò Elio De
Angelis, alla Paddock Bend,
favorito dalla difficile condizione degli pneumatici della Lotus del
pilota romano. Nei giri successivi le difficoltà tecniche della vettura
di Piquet costrinsero il brasiliano a cedere diverse posizioni, prima a
Warwick, poi a Senna e a De Angelis. Al giro 68 Piquet venne passato
anche da Tambay e da Alboreto.
De Angelis si trovò, negli ultimi giri, a subire una perdita di
potenza del turbo. Al giro 69 anche Arnoux passò Piquet, mentre
nell'ultimo giro Tambay si fermò col propulsore in panne, per un
surriscaldamento dovuto a un pezzo della vettura di Piquet che si era
conficcata in un radiatore.
Niki Lauda colse il suo ventiduesimo successo nel mondiale, davanti a Derek Warwick e Ayrton Senna. Elio De Angelis
chiuse quarto, mentre giunsero a punti anche le due Ferrari. Lauda
raggiunse i 367,5 punti iridati, battendo così il limite stabilito da Jackie Stewart (360).
- 22a vittoria per Niki LAUDA
- 20o migliore giro per Niki LAUDA
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36a vittoria per McLaren |
6a vittoria per TAG Porsche |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1987
Silverstone
domenica 12 luglio 1987 - 65 giri x 4.778 km - 310.570 km
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1987
. Fu la settima gara del Campionato Mondiale di Formula 1 1987. Vinto da Nigel Manse
|
Le qualifiche
furono dominate, come ormai solito accadere, dalle monoposto
motorizzate Honda, con Nelson Piquet in pole, di un decimo davanti al
compagno Nigel Mansell (pilota "di casa" a Silverstone) per una prima
fila tutta Williams.
Ayrton Senna su Lotus ed Alain Prost con la occuparono la seconda fila,
rispettivamente 3º e 4º. Durante le qualifiche Piercarlo
Ghinzani su Ligier esaurì la benzina durante un giro: i suoi
meccanici gli rifornirono in pista facendolo ripartire, ma i commissari
considerarono quest'azione come contraria al regolamento ed esclusero
il pilota italiano per il resto del weekend.Alla partenza Prost
scattò meglio di tutti e prese la prima posizione, ma alla
seconda curva fu passato da Piquet, mentre Mansell cominciò ad
inseguire il compagno di squadra. La gara si trasformò in un
duello per la prima posizione fra le due Williams, mentre Prost e Senna
non riuscirono a reggere il ritmo dei primi due.Al 12º giro
Mansell cominciò a soffrire di una perdita di pressione agli
pneumatici e iniziò a perdere terreno dal compagno di squadra;
al 36º giro l'inglese era distante 5 secondi da Piquet ed ancora
alle prese con le vibrazioni causate dal problema alle gomme. Entrambe
le McLarenWilliams
avrebbero dovuto concludere la gara senza un cambio-gomme, ma a causa
del progressivo peggioramento del problema di pressione e del buon
vantaggio sulla terza posizione di Ayrton Senna,
Mansell e il team decisero di cambiare strategia per risolvere il
problema del britannico. Mansell riprese la gara con 29 secondi di
distacco da Piquet e 28 giri rimasti. Con gomme nuove e più efficaci
rispetto a quelle del compagno di squadra, Mansell fu autore di un'epica
rimonta, facendo segnare un susseguirsi di giri veloci. |
Al 58º giro
l'inglese fece segnare il suo miglior tempo e il giro veloce della gara,
raggiungendo Piquet. Un giro più avanti, Mansell sorpassò Piquet,
mettendo in scena l'ora famoso sorpasso Silverstone Two Step, affiancando il compagno sul rettilineo "Hangar" e passandolo alla curva "Stowe".Subito
dopo aver tagliato il traguardo, Mansell, inglese e pilota di casa a
Silverstone, esaurì la benzina e fu assalito dalla folla in
festa. Dietro di lui si piazzò ancora una volta il compagno
Piquet, per la seconda doppietta consecutiva Williams.
Ayrton Senna conquistò la terza posizione, mentre Alain Prost fu
costretto al ritiro da un guasto al motore, cedendo così la
quarta piazza a Satoru Nakajima, compagno di squadra di Senna in Lotus.
A punti andarono anche Warwick su Arrows e Fabi su Benetton, rispettivamente 5º e 6º al traguardo.
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- 10a vittoria per Nigel MANSELL
- 20o podio per Nigel MANSELL
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34a vittoria per Williams |
21a vittoria per Honda |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1988
Silverstone
domenica 10 luglio 1988 - 65 giri x 4.778 km - 310.570 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1988
Fu l'ottava prova del mondiale 1988 e vide la vittoria di Ayrton Senna su McLaren - Honda,
seguito da Nigel Mansell e da Alessandro Nannini
Qualifiche
Per la prima volta nella stagione la pole position non fu conquistata
da un pilota della McLaren; a interrompere il monopolio del team
inglese fu Berger, al fianco del quale si qualificò il compagno
di squadra Alboreto. Senna e Prost si dovettero accontentare della
terza e quarta posizione, seguiti dalle sorprendenti March di Gugelmin
e Capelli, la cui sofisticata aerodinamica sopperiva alla mancanza di
potenza del motore aspirato Judd rispetto ai turbo dei rivali. Nel
corso del week-end la Williams abbandonò, fino al termine della
stagione, la soluzione delle sospensioni attive, montandone altre di
tipo convenzionale.
Gara
La gara si
disputò sotto una forte pioggia; al via Berger mantenne il
comando, difendendosi dall'arrembante Senna, mentre Prost scattò
male, scivolando indietro. Al 14º passaggio Senna ebbe la meglio
su Berger, conquistando la prima posizione e mantenendola poi fino al
traguardo. Alle sue spalle si mise in luce Mansell, che, dopo un duello
con Nannini e Gugelmin, superò entrambi i piloti della Ferrari
(tutti e due costretti al ritiro nelle ultime fasi di gara
perché rimasti senza benzina), portandosi al secondo posto. Sul
podio chiuse anche Nannini, al primo podio in Formula 1, seguito da
Gugelmin (per la prima volta a punti in carriera), Piquet e Warwick;
Prost, in difficoltà sin dall'inizio, si ritirò al
24º giro, definendo inguidabile la sua vettura.
- 10a vittoria per Ayrton SENNA
- 1o podio per Alessandro NANNINI
- 10o migliore giro per Nigel MANSELL
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- 63a vittoria per McLaren
- 100o podio per Williams
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- 35a vittoria per Honda
- 1o podio per Judd
- 75o podio per Honda
- 1o migliore giro per Judd
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1989
Silverstone
domenica 16 luglio 1989 - 64 giri x 4.780 km - 305.920 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1989
. La manifestazione vide la vittoria di Alain Prost su McLaren - Honda,
seguito da Nigel Mansell su Ferrari e da Alessandro Nannini su Benetton - Ford Cosworth
Prima della gara
- Il Gran Premio di Gran Bretagna sarebbe stato decisivo per le
scuderie che disputavano le prequalifiche: dopo che nelle prime otto
gare erano state costrette a farlo le nuove squadre (Brabham e Onyx)
e quelle peggio piazzate nel mondiale precedente, dal Gran Premio di
Germania avrebbero dovuto prendervi parte i sette team peggio piazzati
in classifica nella prima parte di stagione.
- Derek Warwick tornò alla guida della sua Arrows dopo aver saltato il Gran Premio di Francia per un infortunio.
- L'AGS sostituì Joachim Winkelhock con Yannick Dalmas.
- La Larrousse confermò Éric
Bernard, annunciando di essersi accordata con Michele Alboreto per il
resto della stagione.
Qualifiche
Dopo che il compagno di squadra lo aveva battuto per due Gran Premi di
fila, Senna ottenne la sesta pole position stagionale, precedendo Prost
di poco meno di due decimi. In seconda fila si piazzarono le due
Ferrari di Mansell e Berger, seguiti da Gugelmin, Patrese, Capelli e
Boutsen.
Gara
Al via Prost
tentò di insidiare Senna, ma il brasiliano lo chiuse con
decisione, mantenendo il comando. Senna fu però costretto al
ritiro nel corso del 12º giro, quando uscì di pista in
seguito ad un problema al cambio. Prost prese quindi la testa della
corsa, precedendo Mansell, i due piloti della Williams, Nannini e
Piquet. I primi due erano imprendibili per gli altri, che lottarono
quindi per il terzo posto: Boutsen fu rallentato da una foratura,
mentre si ritirò per un incidente; Piquet sembrò avere la
meglio, ma a poche tornate dal termine fu sopravanzato da Nannini, che
conquistò il terzo gradino del podio.Patrese
In zona punti, approfittando del ritiro di Gugelmin (partito dal fondo
del gruppo dopo un problema sulla griglia di partenza), chiusero anche
Martini e Perez-Sala. Grazie a questo risultato la Minardi poté evitare le prequalifiche, mentre la Onyx dovette continuare a prendervi parte
38a vittoria per Alain PROST |
- 76a vittoria per McLaren
- 180o podio per McLaren
- 110o migliore giro per Ferrari
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- 48a vittoria per Honda
- 110o migliore giro per Ferrari
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1990
Silverstone
domenica 15 luglio 1990 - 64 giri x 4.780 km - 305.920 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1990
La gara è stata vinta da Alain Prost su Ferrari.
Gara
L'idolo locale Nigel Mansell conduce la gara fino a quando non comincia ad avere problemi al cambio; superato da Prost
in contrasto agli ordini di scuderia, dopo essersi ritirato Mansell
lancia i suoi guanti al pubblico, dichiarando al termine della corsa il
proprio ritiro (poi ritrattato) dalla Formula 1.
Prost vince la gara davanti a Boutsen e al rivale per il campionato
Senna, che in classifica generale viene scavalcato dal francese, ora in
vantaggio di due punti. Ottima prestazione per le due Larrousse di
Bernard e Aguri Suzuki, quarto e sesto al traguardo; per entrambi si
tratta del miglior risultato in carriera. Tra i due giunge Piquet, che
porta due punti alla Benetton. Grande crisi, infine, per la Ligier; per
evitare di dover effettuare le prequalifiche a partire dal Gran Premio
successivo, lo storico team francese avrebbe dovuto ottenere almeno un
arrivo tra i primi otto, ma Larini non riesce a far meglio del decimo
posto.
- 200o Gran Premio per Riccardo PATRESE
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101a vittoria per Ferrari |
- 43a vittoria per Alain PROST
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1991
Silverstone
domenica 14 luglio 1991 - 59 giri x 5.226 km - 308.334 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1991 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 14 luglio 1991
sul Circuito di Silverstone.
La gara è stata vinta da Nigel
Mansell su Williams.
Prima della gara
- Per l'edizione 1991 del Gran Premio di Gran Bretagna il Circuito di Silverstone
viene ampiamente modificato, con l'aggiunta di diverse nuove curve; il
tracciato perde quindi il primato di circuito più veloce del Mondiale.
- Tom Walkinshaw compra il 35% della Benetton..
Gara
Al via Senna scatta molto bene,
sopravanzando Mansell e portandosi al comando; tuttavia il brasiliano
viene subito risuperato dal pilota della Williams, che lo infila alla
Stowe. Nel frattempo, Patrese si ritira dopo essere stato spinto fuori
pista da Berger. Mansell e Senna si staccano subito dal gruppo degli
inseguitori, capitanato da Berger, Prost e Alesi; quest'ultimo si
ritira successivamente dopo un contatto con il doppiato Suzuki. Al
41º passaggio De Cesaris ha un brutto incidente, causato dalla
rottura di una sospensione alla curva Abbey; la vettura del pilota
italiano rimbalza contro le barriere e riattraversa la pista, evitando
per poco la Tyrrell del sopraggiungente Nakajima. De Cesaris esce
illeso dall'incidente.Mansell rimane in testa per tutta la corsa,
andando a conquistare la seconda vittoria consecutiva; Senna, rimasto
senza benzina durante l'ultimo giro, viene classificato quarto, mentre
a podio concludono Berger e Prost. Chiudono la zona punti Piquet e
Gachot. Per evitare di dover disputare le prequalifiche a partire dal
Gran Premio successivo, la Brabham avrebbe avuto bisogno di un arrivo
tra i primi sette, ma né Brundle né Blundell concludono
la gara..
- 18a vittoria per Nigel MANSELL
- 50o Gran Premio per Stefano MODENA
- 50o Gran Premio per Mauricio GUGELMIN
- 150o Gran Premio per Michele ALBORETO
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- 47a vittoria per Williams
- 100o Gran Premio per Minardi
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27a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1992
Silverstone
domenica 12 luglio 1992 - 59 giri x 5.226 km - 308.334 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1992
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su Williams seguito dal compagno di squadra Riccardo Patrese e da Martin Brundle su Benetton
Qualifiche
Nel Gran Premio di casa Mansell
domina letteralmente le qualifiche, conquistando la pole position con
quasi due secondi di vantaggio sul più vicino inseguitore, il compagno
di squadra Patrese. Terzo è Senna, che precede Schumacher, Berger, Brundle, Herbert, Alesi, Häkkinen e Comas.
In fondo alla griglia la Brabham ottiene la seconda qualificazione
dell'anno, dopo quella di Van de Poele in Sudafrica, grazie a Hill, che
fa segnare il ventiseiesimo tempo.
Gara
Al via Patrese prova ad insidiare Mansell,
ma il pilota inglese respinge l'attacco del compagno di squadra,
mantenendo il comando: non lo cederà più per tutta la gara. Alle spalle
dei due piloti della Williams si piazza Brundle, che duella per la terza posizione con Senna, mentre Schumacher e Berger
si contendono il quinto posto: alla fine entrambe le lotte sono vinte
dai piloti della Benetton, con Senna costretto al ritiro per problemi al
cambio e Berger rallentato da guai al motore. Mansell conduce
indisturbato tutta la gara, vincendo davanti a Patrese, Brundle,
Schumacher, Berger e Häkkinen.
.
- 28a vittoria per Nigel MANSELL
- 1o Gran Premio per Damon HILL
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58a vittoria per Williams |
- 38a vittoria per Renault
- 500o Gran Premio per Ferrari
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1993
Silverstone
domenica 11 luglio 1993 - 59 giri x 5.226 km - 308.334 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1993
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato l'11 luglio 1993 sul Circuito di Silverstone. La gara è stata vinta da Alain Prost su Williams.
Qualifiche
Le Williams dominano ancora una volta le qualifiche; nel Gran
Premio di casa, Hill sembra poter conquistare la pole position, ma il
compagno di squadra Prost gliela strappa negli ultimi minuti della
sessione. Più staccati gli altri; Schumacher, terzo, si trova ad
oltre un secondo dai due piloti del team inglese, Senna, quarto, quasi
a tre. Chiudono la top ten Patrese, Brundle, Herbert, Warwick, Blundell
e Suzuki. Molto in difficoltà le Ferrari, con AlesiBerger
rispettivamente dodicesimo e tredicesimo con oltre quattro secondi di
distacco dalla pole position.
Gara
Al via Hill
parte meglio del compagno di squadra e si porta al comando; scatta
ancora meglio Senna, che dal quarto posto sulla griglia di partenza
balza in seconda posizione. Dietro ai quattro, all'ingresso della Copse
ci sono Brundle, Patrese, Herbert e Alesi che guadagna cinque posizioni
con l'unico lampo Ferrari del weekend. Mentre Hill allunga
indisturbato, inizia una fase molto spettacolare in cui Senna, pur
sensibilmente più lento, prova a chiudere la porta agli attacchi
di Prost; la battaglia tra i due culmina con il sorpasso del francese
alla staccata della stowe nel corso del settimo passaggio. Pur senza il
conforto di un vantaggio di motore, la stessa manovra riesce anche a
Schumacher tre giri più tardi. Dopo 11 tornate Hill comanda con
8" su Prost e 15" su Schumacher. I cambi gomme non mutano la sostanza
ma Prost riesce a rosicchiare qualcosa e poi a tornare a contatto
sfruttando qualche indecisione di Hill in fase di doppiaggio. Al giro
37 la safety car entra in pista per un incidente di Badoer alla curva
Woodcote. Dopo la ripartenza Hill prova ad allungare ottenendo il giro
più veloce al giro 41 ma deve abbandonare solo una tornata dopo
per rottura del motore, dicendo addio alle speranze di vincere il primo
gp proprio davanti al pubblico amico; Prost passa così al
comando davanti a Schumacher, Senna, Brundle e Patrese. Se si eccettua
il ritiro di Brundle a sei giri dalla fine, l'ordine rimane invariato
fino all'ultima tornata, quando Senna, come già accaduto due
anni prima, rimane senza benzina e si ferma lungo il tracciato; il
brasiliano viene comunque classificato quinto, alle spalle di Prost,
Schumacher, Patrese e Herbert e davanti a Warwick, che porta il primo
punto della stagione alla Footwork.
- 50a vittoria per Alain PROST
- 1o migliore giro per Damon HILL
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- 67a vittoria per Williams
- 70o migliore giro per Williams
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47a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1994
Silverstone
domenica 10 luglio 1994 - 60 giri x 5.057 km - 303.420 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1994
si svolse il 10 luglio 1994 sul circuito di Silverstone e fu l'ottavo appuntamento mondiale della stagione 1994. La gara segnò l'inizio del recupero di Damon Hill nei confronti di Michael Schumacher, squalificato per aver superato due volte il rivale inglese nel giro di ricognizione
Pre-gara: David Coulthard torna alla Williams dovuto al ritorno nelle Champ Car di Nigel Mansell.
.
Gara
Durante il giro di ricognizione Schumacher passò più volte il rivale
Hill, il quale partiva dalla pole position. La manovra, non consentita,
venne sanzionata con uno stop&go, ignorato però dal pilota tedesco.
Successivamente viene esposta al pilota della Benetton
la bandiera nera, ma nonostante ciò Schumacher continuò
la sua corsa fino al termine della gara.Dietro i due, nelle battute
finali della corsa,Häkkinen e Barrichello , in lotta per il terzo
posto, si scontrarono, pur senza conseguenza per nessuno dei due. Hill
vinse quindi la gara. Schumacher, giunto secondo, venne squalificato
per non aver rispettato gli ordini dei commissari. Sul podio salirono
quindiAlesi e Häkkinen, seguiti da Barrichello, Coulthard e Katayama. I trofei sul podio vennero consegnati ai piloti dalla principessa del Galles Diana Spencer..
5a vittoria per Damon HILL |
- 73a vittoria per Williams
- 50o Gran Premio per Footwork
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53a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1996
Silverstone
domenica 14 luglio 1996 - 61 giri x 5.072 km - 309.392 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 1996
La gara è stata vinta da Jacques Villeneuve su Williams seguito da
Gerhard Berger su Benetton e da Mika Häkkinen su McLaren.
Qualifiche
La Williams domina le
qualifiche, con i suoi piloti che si disputano la pole position per
tutta la durata della sessione; alla fine ha la meglio Hill, che batte
il compagno di squadra Villeneuve di poco meno di due decimi. Terzo
è Schumacher, staccato però di ben otto decimi dal tempo
della pole position; seguono Häkkinen, Alesi, Barrichello, Berger,
Brundle, Coulthard ed Irvine. A fondo griglia nessuna delle due Forti
riesce a qualificarsi, ed entrambi i piloti restano ben lontani dalla
soglia del 107%.
.
Gara
Al via Hill non
scatta bene, scivolando in quinta posizione; davanti all'inglese si
inseriscono, nell'ordine, Villeneuve, Alesi, Häkkinen e
Schumacher. Mentre Villeneuve comincia subito a guadagnare un
consistente margine sugli avversari, il pilota tedesco della Ferrari si
ritira già al secondo giro per un problema idraulico; appena tre
tornate più tardi anche Irvine, risalito in sesta posizione,
è costretto al ritiro per un problema tecnico: per la scuderia
di Maranello si tratta del terzo doppio ritiro consecutivo. Nel
frattempo Hill rimane bloccato dietro ad Häkkinen, non riuscendo a
sopravanzarlo; l'inglese lamenta problemi di guidabilità della
sua Williams, sulla quale un dado ruota si sta allentando. Il team non
si rende però conto del problema e nel corso del 27º
passaggio la vettura dell'inglese ha una brusca reazione alla curva
Copse, finendo la sua corsa nella via di fuga. In testa al Gran Premio,
nel frattempo, Villeneuve effettua il primo dei due rifornimenti da lui
previsti; prende così il comando Alesi, partito con una
strategia di una sola sosta.
Quando anche il francese entra ai box Villeneuve spinge al
massimo, tornando in pista al comando e con un buon vantaggio dopo aver
effettuato il secondo pit stop. Nel frattempo Alesi comincia ad avere
problemi ai freni, dovendo poi abbandonare a diciassette giri dal
termine; il secondo posto passa così a Berger,
che aveva sopravanzato Häkkinen quando quest'ultimo aveva effettuato il
suo secondo rifornimento. L'austriaco è però troppo lontano per
impensierire Villeneuve, che coglie la sua seconda vittoria in carriera
davanti a Berger, Häkkinen, Barrichello, Coulthard e Brundle.
- 2a vittoria per Jacques VILLENEUVE
- 10o podio per Mika HAKKINEN
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91a vittoria per Williams |
82a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1997
Silverstone
domenica 13 luglio 1997 - 59 giri x 5.140 km - 303.260 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1997
Disputatosi il 13 luglio sul circuito di Silverstone, ha visto la
vittoria di Jacques Villeneuve su Williams,
seguito da Jean Alesi e da
Alexander Wurz.
Qualifiche
Alla vigilia del Gran Premio di Inghilterra Eddie Jordan annuncia che
dal prossimo anno le sue vetture monteranno motori Mugen-Honda. I V10 giapponesi saranno in esclusiva per due anni e abbandoneranno la Prost.
Nelle prove tornano a dominare le Williams: Villeneuve è il più
veloce davanti al compagno di squadra Frentzen, Häkkinen, Michael
Schumacher, Ralf Schumacher e Coulthard.
La mattina nel Warm-Up piove e l'eroe di casa Damon Hill è il più
veloce, ma la gioia per una possibile sorpresa nel pomeriggio dura
poco.
Gara
Quando le ventidue
vetture si schierano brilla il sole e ci sono 24 gradi. Alla fine del
giro di formazione, sulla vettura di Frentzen si spegne il motore: la
procedura di partenza deve essere ripetuta e il pilota tedesco deve
schierarsi in fondo al gruppo. Alla seconda partenza Villeneuve
è il più veloce davanti a Michael Schumacher, Coulthard e
Häkkinen. Più indietro, Katayama perde il controllo della
sua Minardi e va a sbattere contro le barriere; al primo giro si ritira
anche Frentzen, dopo un contatto con Verstappen. Al termine del primo
passaggio Villeneuve transita sul traguardo davanti a Michael
Schumacher, Coulthard, Häkkinen, Herbert (autore di un ottimo
scatto al via), Ralf Schumacher e Irvine.
I commissari non riescono a spostare la monoposto incidentata di
Katayama ed entra in pista la Safety Car. La corsa riparte al 5º
giro; subitoFisichella sopravanza Wurz, portandosi alle spalle
dell'altra Benetton di Alesi, che il pilota romano supera nel corso
dell'undicesima tornata. La situazione nelle prime posizioni è
stabile, con Villeneuve e Schumacher che prendono il largo, mentre
Coulthard fa da tappo sul resto del gruppo. Al 20º passaggio
Magnussen è il primo a fermarsi per il rifornimento; il pilota
danese è imitato un giro più tardi da Villeneuve, la cui
sosta è però rallentata da un problema nel fissaggio di
una ruota anteriore della sua Williams: a causa di questo inconveniente
il pilota canadese rimane fermo per 33"6. Michael Schumacher passa
così al comando della gara; alle sue spalle, Coulthard fatica
parecchio a tenere dietro il compagno di squadra Häkkinen, che nel
corso del 28º giro lo sorpassa, portandosi in seconda posizione.
Villeneuve comincia la sua rimonta, ma si blocca dietro ai due piloti
della Benetton, partiti per effettuare un solo pit stop; per
sorpassarli, dovrà aspettare il loro rifornimento. Mentre
Coulthard si ferma ai box per l'unica sosta prevista, Michael
Schumacher conduce davanti a Häkkinen, Alesi, Wurz e Villeneuve;
al 36º passaggio, il pilota della Ferrari effettua la sua seconda
sosta ai box, ma appena ripartito è costretto al ritiro a causa
del grippaggio di un cuscinetto di una ruota posteriore. Al 43º
giro si ritira anche Herbert per noie elettriche, contemporaneamente
Fisichella esce di pista, riuscendo però a riprendere la corsa.
Una tornata più tardi, anche Irvine deve ritirarsi a causa della
rottura del semiasse, avvenuta mentre occupava la seconda posizione.
Grazie all'abbandono di Schumacher, Häkkinen si porta al comando
della gara, davanti a Villeneuve, Alesi, Wurz, Coulthard e Ralf
Schumacher; tuttavia, il motore Mercedes tradisce il finlandese,
costringendolo al ritiro nel corso del 53º passaggio. Al penultimo
giro si rompe anche il Mugen di Nakano, che lascia così un
insperato sesto posto a Damon Hill, al primo punto con la Arrows. Non
ci sono altri avvenimenti degni di nota e Villeneuve vince davanti ad
Alesi, Wurz, Coulthard, Ralf Schumacher e Hill. Il canadese dà
alla Williams la vittoria numero 100 nella storia del team inglese,
portandosi a soli quattro punti dalla vetta della classifica guidata da
Schumacher.
- 8a vittoria per Jacques VILLENEUVE
- 1o podio per Alexander WURZ
- 50o Gran Premio per David COULTHARD
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100a vittoria per Williams |
91a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1998
Silverstone
domenica 12 luglio 1998 - 60 giri x 5.140 km - 308.400 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1998
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Disputatosi il 12 luglio sul Circuito di Silverstone, ha visto la
vittoria di Michael Schumacher su Ferrari,
seguito da Mika
Häkkinen e da Eddie Irvine.
Aspetti sportivi
Nel fine settimana
britannico cominciarono a diffondersi le prime voci concrete
riguardanti il debutto della BAR, una nuova squadra i cui proprietari
(Craig Pollock, manager di Jacques Villeneuve, e la multinazionale del
tabacco British American Tobacco) avevano acquistato, nell'inverno del
1997 la Tyrrell. La scuderia inaugurò a Brackley la nuova sede e
Pollock assicurò che la struttura avrebbe cominciato a operare a
partire dell'autunno. Il manager statunitense confermò anche la
fornitura dei nuovi propulsori progettati in veste non ufficiale dalla
Renault e marchiati Supertec, che avrebbero equipaggiato anche Benetton
e Williams
Sul fronte piloti circolava la voce di un passaggio di Villeneuve alla
BAR, ma tra i piloti seguiti dalla nuova scuderia vi era anche Alessandro Zanardi,
campione della serie CART nella stagione 1997. L'italiano aveva,
però, secondo altri già firmato un contratto biennale con
la Williams per il 1999].
Qualifiche
Mika Häkkinen
conquista la sesta pole position stagionale (nove consecutive per la
Mclaren); il pilota finlandese precede di circa mezzo secondo Michael
Schumacher. Terzo tempo per Villeneuve, seguito da Coulthard, Irvine,
Frentzen, Hill, Alesi, Herbert e Fisichella. Alla fine della sessione,
Ralf Schumacher ed Olivier Panis vengono relegati in fondo allo
schieramento; entrambi non hanno passato la verifica dell'articolo 13.3
del regolamento, in pratica non sono riusciti ad uscire in tempo utile
dalla propria vettura con le gambe piegate all'indietro
contemporaneamente senza essere ostacolati da parte della stessa
vettura, procedura per uscire dalla monoposto in caso di incendio.
Gara
Per la prima volta nel
1998, la partenza avviene sotto la pioggia; tutti i piloti decidono di
partire con gomme intermedie. Al via scattano bene Häkkinen e
Michael Schumacher, che mantengono le prime due posizioni; parte invece
male Irvine, che perde addirittura cinque posizioni, mentre Alesi si
porta in quarta posizione e Ralf Schumacher,
partito penultimo, risale fino al 14º posto. Alla fine del primo
passaggio, Häkkinen conduce davanti a Michael
Schumacher,Coulthard, Alesi, Villeneuve, Frentzen, Hill, Herbert, Wurz
e Irvine: il nordirlandese comincia subito la sua rimonta, superando
immediatamente il pilota austriaco e, successivamente, Herbert;
continua la sua risalita anche Ralf Schumacher, che infila le due
Arrows.
Al 5º giro, dopo diverse azioni di disturbo, Coulthard sopravanza
Schumacher alla curva Abbey; più indietro, Irvine passa Hill e, nel
corso dello stesso giro, anche Villeneuve, che va in testacoda e deve
lasciare strada anche al compagno di squadra Frentzen. Il tedesco viene
poi superato da Irvine, che si porta in quinta posizione proprio mentre
Ralf Schumacher si ferma per primo ai box.
Al 13º giro Hill inizia la serie dei ritiri uscendo di pista a
Brooklands; due giri più tardi Frentzen lo imita alla curva Bridge.
Le vetture cominciano a fermarsi per il primo pit stop, mentre la
pioggia aumenta di intensità. Al 22º passaggio Häkkinen è in testa
davanti a Coulthard; seguono Schumacher, Alesi, Irvine, Herbert (che ha
optato per una sola sosta), Ralf Schumacher, Villeneuve, Wurz e
Fisichella. Herbert va in testacoda, finendo bloccato in una via di
fuga; riesce a ripartire, ma per farlo viene spinto dai commissari e
prima che scatti la squalifica si ferma e si ritira ai box. Nel
frattempo, la pioggia aumenta ancora; ne fa le spese Salo che finisce la sua corsa nell'erba, subito imitato da Rosset e Tuero.
Al 38º giro Coulthard cerca di doppiare Wurz ma finisce in testacoda e
fuori pista, dovendosi ritirare. Häkkinen, alla guida dell'unica McLaren
rimasta, conduce con 24 secondi di vantaggio su Schumacher; seguono
Irvine, Alesi, Fisichella, Wurz, Ralf Schumacher, Villeneuve e Nakano.
Le condizioni meteo sono
sempre peggiori e anche Trulli e Verstappen chiudono la loro gara con
uscite di pista; anche il leader Häkkinen arriva lungo alla curva
Bridge, ma il finlandese riesce a tornare sul tracciato. Finisce contro
le barriere anche Barrichello, subito imitato da Panis, mentre Nakano
riesce a ripartire dopo un'escursione fuoripista. Durante il 43º
passaggio, Michael Schumacher doppia Wurz con le bandiere gialle
esposte; questo gli costerà uno stop & go. Una tornata
più tardi, il direttore di gara manda in pista la safety car,
ricompattando un gruppo composto ormai da sole dieci vetture e
annullando il vantaggio di Häkkinen sugli inseguitori. Alla
ripartenza, al 49º passaggio, il finlandese conduce davanti a
Michael Schumacher, Irvine, Alesi, Fisichella, Wurz, Ralf Schumacher,
Villeneuve, Nakano e Takagi, ma alla curva Becketts il pilota della
McLaren esce nuovamente di pista, venendo superato da Schumacher.
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Anche Irvine si fa sotto ad Häkkinen senza però riuscire a
superarlo; si ritira invece Alesi per noie al sistema idraulico. A pochi
minuti dalla fine, i commissari infliggono uno stop & go a
Schumacher; tuttavia, la comunicazione con il box Ferrari è piuttosto
caotica e all'ultimo giro fra lo stupore generale Michael Schumacher
taglia il traguardo passando nella corsia dei box per scontare la
penalità, vincendo la gara.
La McLaren sporgerà un reclamo formale per
questa azione, che verrà rifiutato dalla FIA in quanto non vi era tempo
materiale, per la Ferrari, di far scontare la penalità al proprio
pilota, per un ritardo nella comunicazione della stessa.
A seguito di questo episodio verrà modificato il regolamento
sportivo con l'imposizione di 25 secondi sul tempo finale per le
infrazioni non scontate durante la corsa.
Grazie a questa vittoria, la
trentunesima in carriera, Schumacher riapre il Campionato, portandosi a
soli due punti da Häkkinen; il terzo posto di Irvine permette alla
Ferrari di avvicinarsi alla McLaren. Infine Ralf Schumacher porta il
primo punto della stagione alla Jordan. |
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- 31a vittoria per Michael SCHUMACHER
- 50o Gran Premio per Jos VERSTAPPEN
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- 117a vittoria per Ferrari
- 130o migliore giro per Ferrari
- 350o Gran Premio per Williams
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- 117a vittoria per Ferrari
- 130o migliore giro per Ferrari
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Gran Premio di Gran Bretagna - 1999
Silverstone
domenica 11 luglio 1999 - 60 giri x 5.140 km - 308.400 km |
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Gran Premio di Gran Bretagna 1999
La gara è stata vinta da David Coulthard su McLaren;
secondo e terzo sono giunti rispettivamente Irvine e Ralf Schumacher.
Gara
Al via
Häkkinen mantiene la prima posizione, mentre al suo fianco Michael
Schumacher parte male e viene sopravanzato sia da Coulthard che da
Irvine. Sullo schieramento rimangono ferme le vetture di Villeneuve e
Zanardi; la direzione gara decide di interrompere la gara con la
bandiera rossa, ma nel frattempo i piloti di testa arrivano alla curva
Stowe. Schumacher affianca il suo compagno di squadra, tentando di
superarlo all'interno; sulla sua vettura si verifica però un
problema all'impianto frenante, causato da una vite di spurgo del
circuito idraulico allentata, e il tedesco va a sbattere violentemente
contro le barriere, con la sua Ferrari che si infila quasi
perpendicolarmente alle gomme di protezione. Schumacher riporta la
frattura di tibia e della gamba destra; il tedesco perde così la
possibilità di lottare con Häkkinen per il titolo
mondiale.peroneLa procedura di partenza viene ripetuta; dopo il secondo
via, Häkkinen conduce davanti a Irvine, Coulthard e Frentzen. La
gara procede piuttosto linearmente fino al 24º passaggio, quando
Häkkinen effettua il proprio pit stop: ripartito dai box, il
finlandese avverte delle reazioni irregolari della sua vettura,
fermandosi nuovamente dopo un giro. I meccanici della McLaren
controllano la monoposto, senza trovare anomalie; tornato in pista,
Häkkinen fa segnare il giro più veloce, ma nel corso del
29º passaggio la ruota posteriore sinistra della sua vettura si
stacca improvvisamente. Il finlandese riesce a tornare ai box, ma dopo
aver effettuato qualche tornata di prova si ferma definitivamente.
Restano quindi a lottare per la vittoria Irvine e Coulthard; il pilota
della Ferrari, rallentato nel suo rifornimento da un problema con il
bocchettone della benzina, viene superato dallo scozzese, non riuscendo
poi a insidiarlo fino al traguardo. Coulthard conquista la prima
vittoria stagionale, vanti a Irvine, Ralf Schumacher e Frentzen,
autori di un duello a distanza per il terzo gradino del podio; chiudono
la zona punti Hill e Diniz.da
- 5a vittoria per David COULTHARD
- 10o migliore giro per Mika HAKKINEN
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120a vittoria per McLaren |
- 25a vittoria per Mercedes
- 60o podio per Mercedes
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Gran Premio di Gran Bretagna - 2000
Silverstone
domenica 23 aprile 2000 - 60 giri x 5.140 km - 308.400 km
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Gran Premio di Gran Bretagna 2000
. La corsa fu vinta da David Coulthard
su McLaren, che interruppe la serie di vittorie di Michael Schumacher
che aveva caratterizzato i primi tre Gran Premi della stagione
Qualifiche
Le sessione di qualifica del sabato pomeriggio
iniziò con asfalto bagnato, ma senza pioggia. Quasi tutti i
piloti ottennero i propri tempi migliori negli ultimi minuti a
disposizione, sfruttando il graduale asciugamento della pista. La pole
position fu conquistata da Rubens Barrichello, più veloce di
appena tre millesimi di secondo rispetto ad Heinz-Harald Frentzen. La
seconda fila fu occupata dalle McLaren di Mika Häkkinen e David
Coulthard: il pilota finlandese si disse insoddisfatto dell'assetto
scelto per la sua monoposto, mentre il suo compagno di squadra fu
rallentato dal traffico.
Michael Schumacher,
vincitore delle prime tre gare, fece segnare solo il quinto tempo, a
conclusione di una sessione tormentata che lo aveva visto cambiare più
volte l'assetto della sua Ferrari e perdere l'opportunità di effettuare
un ultimo giro cronometrato per appena un decimo di secondo[5][6].
Alle spalle del pilota tedesco si piazzarono Jenson Button, Ralf
Schumacher e Jos Verstappen, quest'ultimo autore della migliore
prestazione fino a un minuto dal termine e poi autore di un testacoda.
Gara
Barrichello
scattò bene dalla pole position e mantenne la testa della corsa,
seguito da Frentzen. Alle spalle del duo di testa Häkkinen,
partito male, fu sorpassato dal compagno di squadra Coulthard e
bloccò Michael Schumacher, che scivolò in ottava
posizione sopravanzato dalle due Williams e da Villeneuve. Barrichello,
con più benzina rispetto agli immediati rivali, controllò
gli avversari alle sue spalle: il primo del gruppo di testa a rifornire
fu Frentzen, che entrando ai box diede il via libera a Coulthard per
attaccare il leader della corsa. Il pilota scozzese riuscì a
superare Barrichello al 30º giro, ma dovette fermarsi poche
tornate più tardi per il pit stop.Tuttavia, la corsa di
Barrichello terminò poco dopo, al 35º passaggio, a causa di
un problema idraulico che lo mandò anche in testacoda. Quando,
il giro successivo, Michael Schumacher entrò ai box, le due
McLaren passarono tranquillamente al comando della corsa, con Coulthard
davanti ad Häkkinen; quest'ultimo era più veloce e avrebbe
potuto attaccare il compagno, ma dal muretto fu imposto l'ordine di
congelare le posizioni e i due conclusero con queste
posizioni.Schumacher, grazie al pit stop singolo, tagliò il
traguardo in terza posizione, precedendo le due Williams del fratello
Ralf e di Button. L'ultimo punto disponibile fu conquistato da Jarno
Trulli, che sfruttò i ritiri del compagno di squadra Frentzen
(quinto prima di avere problemi al cambio) e di Villeneuve.
- 7a vittoria per David COULTHARD
- 100o Gran Premio per Eddie IRVINE
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- 124a vittoria per McLaren
- 150o Gran Premio per Jordan
- 250o Gran Premio per Arrows
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29a vittoria per Mercedes |
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Questo è un sito-blog personale non a scopo di lucro.
Si propone di rivivere alcuni frammenti storici della F1:
quella dove la guida delle monoposto apparteneva ai
piloti,
su piste che oggi giudicheremmo assurde, circuiti disegnati
dal computer piuttosto che dal cuore.
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