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Il Nürburgring è poco
più di una striscia di asfalto in un paesaggio affascinante.
Quello che lo rese speciale furono i piloti che affrontarono e
superarono le difficoltà di un circuito disegnato
per
mettere alla prova la loro perizia. Incredibili prove di coraggio,
spesso tinte di follia e lutto fanno del Ring
un luogo celebrato in
modo ineguagliabile per nessun circuito moderno.
Era un luogo che separò i grandissimi dai grandi, facendo di
campioni di
tutti i giorni dei veri eroi.
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Avus - Nurburgring Nordschleife - Hockenheimring
- Nurburgring Gp-Strecke
Lo chiamano l'inferno verde: è
il tracciato Nordschleife del Nurburgring. Jackie Stewart, uno dei
più grandi piloti di tutti i tempi, vinse tre volte al
Nordschleife. Alcune frasi di Stewart rendono bene l'idea di quanto
fosse terribile la corsaal Nurburgring:
"quando esci di casa per andare a correre al Nurburgring ti giri
indietro e pensi che quella potrebbe essere l'ultima volta
che vedi la
tua casa", "Se ti piace il Nurburgring, vuol dire che non stai andando
abbastanza veloce..
""Se qualche pilota ti dice che gli piace il Nurburgring, sta
mentendo".
La gara del 1968 vinta da Stewart si svolse in condizioni meteo
tremende con pioggia, nebbia e addirittura nevischio: Stewart fu
così abile nella guida che vinse con qualcosa come 4 minuti
di vantaggio sul secondo. Ebbe così il tempo di sorseggiare
una tazza di thè caldo, offertogli dalla moglie, mentre
attendeva il passaggio del secondo sulla linea del traguardo.
L'ultima edizione della gara sul vecchio Nurburgring fu nel 1976, anno
del tremendo incidente di Lauda.
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La "Schwedenkreuz" è dove nel 1638 venne
ucciso dai soldati svedesi Hans Friedrich Datenberg,
sindaco di
Kehlberg; tutt'ora c'è una croce di 290cm in suo ricordo.
Il 27 settembre 1925, fu posata la prima pietra del Nurburgring
• INIZIO UFFICIALE DEI LAVORI 27 Settembre
1925 • APERTURA UFFICIALE 18 Giugno1927
• PRIMA MANIFESTAZIONE 19 Giugno 1927 - G.P. di Germania
• LUNGHEZZA TOTALE Km. 28,265 Nordschleife + Sudschleife
• CURVE TOTALI IN ORIGINE 172, 88 a sinistra e 84 a destra
• LUNGHEZZA INIZIALE NORDSCHLEIFE Km. 22,810
•
LUNGHEZZA SUDSCHLEIFE Km. 7,747 • COSTO 15 Milioni di
Reichsmark • IMPIEGATI circa 3.000 operaii per 2 anni di
lavori
• LUNGHEZZA ATTUALE MAX circa Km. 25,700 Nordschleife + G.P.
Strecke • LUNGHEZZA ATTUALE Nordschleife Km. 20,830
•
CURVE Nordschleife totali 73, 33 a sinistra e 40 a destra •
PENDENZA MAX in salita Nordschleife 17%
• PENDENZA MAX in
discesa Nordschleife 11% • PUNTO PIU' ALTO Nordschleife
T13/Alte Ein. m. 620 s.l.m. •
PUNTO PIU' BASSO Nordschleife Breidscheid m. 320 s.l.m. |
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Il primo Nürburgring è
probabilmente meglio conosciuto come il luogo dove i titani delle corse
d’anteguerra costruirono la loro reputazione e dove diversi
contendenti, nel corso degli anni, pagarono il prezzo più
alto. In questo posto dove, come un serpente addormentato, la strada si
insinua attraverso cime vulcaniche e foreste spettacolari, si
costruirono e si infransero carriere. Per più di
cinquant’anni una vittoria al ‘Ring fu il metro di
valutazione di un pilota. Coloro che dominavano
l’interminabile processione di curve che costituiva il
tracciato erano i migliori della loro epoca ed una vittoria al
‘Ring era solitamente il segno distintivo di un vero
campione.
Questa, dunque, è la loro storia. Una storia ambientata nel
racconto di un circuito che solo Dio avrebbe potuto costruire e che
solo pochissimi dominarono davvero.
Prima del 1927, la Germania non aveva un circuito permanente,
nonostante il fatto che i suoi costruttori fossero
all’avanguardia dello sviluppo automobilistico e che, come
nazione, la Germania avesse già una consistente tradizione
di successi. Questi iniziarono nel 1903 quando Camille Jenatzy vinse il
Gordon Bennet Trophy alla guida di una Mercedes da 90 cavalli. Come
conseguenza, la Germania fu obbligata ad ospitare il Gordon Bennet
Trophy nel 1904 e lo fece con il benestare del Kaiser Guglielmo II.
Camille Jenatzy Il successo e la popolarità di quel primo
evento condussero all’introduzione nel 1907 del primo
campionato tedesco (Kaiserpreis).
Nello stesso periodo, si delineò per la prima volta
l’idea di un impianto per collaudi permanente ad uso dei
costruttori tedeschi. Vi fu una attenta valutazione dell’idea
e fu pianificata persino una ricognizione tra le montagne
dell’Eifel. Alla fine non ne venne fuori nulla e pochi anni
dopo la gente aveva altro a cui pensare, dato che l’Europa
sprofondò nella guerra.
Alla fine del conflitto la Germania era in condizioni precarie, quindi
l’idea non riemerse prima del 1921. Per prima cosa una
sezione della nuova autostrada fuori Berlino fu usata per gare di
rilievo nazionale e l’AVUS, come era conosciuto,
ospitò il primo Gran Premio di Germania nel 1926. Nel 1925
le strade pubbliche attorno Stoccarda furono utilizzate per creare il
circuito temporaneo “Solitude”, anche se le
carreggiate strette erano più adatte per le motociclette.
Nonostante questi tentativi la Germania non aveva ancora un circuito
costruito ad hoc che potesse confrontarsi con Monza, Brooklands o
Montlhéry.
Poi fu concepito il Nürburgring. |
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L’idea per il circuito provenì
da un membro del Consiglio di Distretto dell’Eifel, il Dott.
Otto Creutz. Otto Creutz Con il supporto dell’ADAC [affine al
nostro ACI ndT] e dell’alltora sindaco di Colonia –
e futuro cancelliere della Germania dell’Ovest –
Konrad Adenauer, egli persuase il governo ad investire
nell’idea. I benefici di un circuito provede dedicato,
insieme alla necessità di investire in una regione
economicamente depressa, erano ovvi ed fu approvato uno stanziamento
governativo di 14,1 milioni di marchi. |
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Creutz sottopose
l’idea nell’aprile del 1925 e dopo meno di sei
mesi, il 27 settembre di quell’anno, il Presidente della
provincia del Rheinland pose la prima pietra. Il 'Ring in costruzione.
Sin dal principio il Nürburgring era un progetto vasto ed
ambizioso. Era concepito per essere utilizzato come un unico circuito
da 17,6 miglia che poteva essere anche diviso in due sezioni. Il
Südschleife era una sezione breve, di circa 4,8 miglia,
disegnata per le prove e competizioni di circolo, mentre il
Nordschleife – in tutte le sue 14,2 miglia – doveva
fungere da vetrina per il talento e la supremazia tecnica tedesche.
Entrambe le sezioni condividevano la stessa linea del traguardo che
vantava una grande quantità di infrastrutture. Oltre alle
tribune da 2500 posti, gli architetti avevano incluso un hotel ed un
paddock, comprensivo di settanta garages al coperto.
L’eccellente area pit incorporava anche la Torre Continental
ad uso dei cronometristi e dei commissari di gara. Dopo soltanto
quattro anni dal completamento del tracciato, un pannello elettronico
per il pnteggio – il primo al mondo – fu aggiunto
alla già notevole lista delle infrastrutture.
In totale il Nordschleife incorporava 172 curve – 84 a destra
e 88 a sinistra – e tra loro vi erano curve che includevano
ogni possibile combinazione di raggio, camber e gradiente. Per tutta la
sua lnghezza il circuito era largo 6,7 metri, a parte la linea del
traguardo, che era larga 20 metri e creava un imbuto naturale con cui
iniziare ogni gara. Quasi ogni piega del tracciato era disegnata con
l’obiettivo di mettere alla prova i migliori tra i migliori
ed il vero impatto del circuito può essere percepito
soltanto percorrendolo. Le auto si facevano strada lungo una strada
tortuosa che comprendeva non meno di quattro villaggi, mentre
dall’alto di una collina, le rovine del castello di
Nürburg, una fortezza del XII secolo, dominavano
l’intero circuito. Nel suo stato originario, il ‘Ring non era soltanto una
pista; era la scenografia per un’opera automobilistica che
solo Richard Wagner avrebbe potuto comporre.
Nel 1926, mentre oltre 2500 operai stavano sudando
per trasformare il circuito in realtà, un giovane pilota
tedesco – Rudolf Caracciola – balzò agli
onori della cronaca dopo aver vinto il primo, piovosissimo Gran Premio
di Germania all’AVUS. Rudolf Caracciola Entro i 18 mesi
successivi a quell’evento il Nürburgring era
finalmente pronto per ospitare il suo primo evento –
l’Eroffnung-Feier.
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19 giugno 1927. Corsa di Apertura al Nurburgring.
Una parte dello schieramento di partenza.
Con i numeri 1 e 2 sono le Mercedes Benz 680 "S", caratterizzate dal
telaio più basso visibile nel confronto con la numero 3 che
è una Modell "K" 24/100/140 PS.
In seconda fila a sinistra si scorge il cofano di una OM, mentre con il
numero 11 è una Austro Daimler. |
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Caracciola Karrussel Nürburgring Nordschleif
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La prima gara ebbe luogo il 19 giugno 1927 e Caracciola
registrò il suo record al ‘Ring coronandolo con
una vittoria. Un mese più tardi il circuito
ospitò il Gran Premio di Germania che fu vinto da Otto Merz
allorchè l’auto di Caracciola ebbe un guasto.
Merz, che aveva reputazione di essere un uomo rude, era stato
l’autista dell’Arciduca Ferdinando
d’Austria ed era stato presente all’assassinio del
1914 a Sarajevo che avrebbe scatenato la prima guerra mondiale. Otto
Merz
Nel 1928 Caracciola si prese la rivincita e la bandiera a scacchi con
una bella vittoria a bordo di una Mercedes-Benz SS. Nel 1929,
l’ultima volta in cui fu impiegato l’intero
circuito da 17,6 miglia, vide anche la prima vittoria di uno straniero,
quando Louis Chiron portò la sua piccola Bugatti nel parco
chiuso dei vincitori. Il Gran Premio del 1930 fu cancellato a causa
delle dissestate condizioni dell’economia del Paese ed un
destino simile si abbattè sulla gara del 1933.
Nel 1931 Caracciola registrò una magnifica vittoria in
condizioni di pioggia a bordo della sua SSKL da 7,1 litri, aiutato non
poco dal lavoro perfetto svolto ai box da Alfred Neubauer. Il 1932 vide
una terza vittoria per Rudolf, anche se stavolta alla guida di
un’Alfa Romeo P3. |
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Dal 1934 e fino all’avvento della guerra,
le Mercedes e le Auto Union sponsorizzate dai nazisti dominarono la
serie dei Gran Premi e l’opposizione di Alfa Romeo, Bugatti e
Maserati fu semplicemente annientata. Nel 1934 la vittoria arrise ad
Hans Stuck ed alla squadra dell’Auto Union; i successivi
cinque anni video una serie di parate che riscaldarono anche il
più gelido cuore nazista. Quando alla fine giunse la guerra,
il ‘Ring aveva ospitato un totale di undici Gran Premi e il
punteggio finale vedeva Mercedes con sei vittorie, l’Auto
Union con quattro e soltanto una vittoria a disturbare la macchina
propagandistica nazista. L’anno era il 1935, l’auto
era un’Alfa Romeo vecchia di tre anni ed il pilota era
“il piccolo italiano” – Tazio Nuvolari.
Nel 1935 i teams di Mercedes ed Auto Union avevano dimostrato che con
carrozzerie in lega leggera potevano utilizzare motori più
grossi e potenti e comunque rimanere entro i limiti stabiliti per la
categoria. Come conseguenza i teams arrivarono con le loro nuove
macchine luccicanti. Quattro Mercedes W25 furono prodotte per
Caracciola, Luigi Fagioli, Manfred von Brauchitsch ed il nuovo Hermann
Lang. Contro di loro erano schierate le Auto Union con i V12 da 4,9
litri guidate da Bernd Rosemeyer, Hans Stuck, Achille Varzi e Paul
Pietsch. Nel mezzo, tra una varia mescolanza di Maserati, ERA e
Bugatti, c’era la Scuderia Ferrari ed entrò
l’alfa Romeo P3 di Nuvolari. L’auto di Tazio era
poco più di una vecchia auto con il motore alesato a 3,2
litri. La gara iniziò in una tipica giornata nuvolosa
tedesca con i costruttori sponsorizzati dai nazisti che combattevano
tra loro per le posizioni di testa. Per i primi 9 dei 22 giri, Nuvolari
semplicemente evitò i problemi ed impostò la sua
andatura. Si fece strada lentamente fino alla seconda posizione e nel
decimo giro passò Caracciola ed andò in testa.
Verso metà corsa i primi piloti iniziarono ad arrivare ai
box per fare benzina e montare gomme nuove. Grazie alle routine ben
collaudate delle soste ai box, tipicamente tedesche,
l’aristocratico Von Brauchtish ripartì dopo soli
47 secondi. Fu subito seguito da un pugno di auto tedesche.
Nuvolari dovette attendere in una “tipica” sosta ai
box all’italiana, della durata di oltre due minuti, prima di
poter tornare in pista. Furente per il ritardo accumulato, era su di
giri e guidò come un forsennato. Nelle tornate
immediatamente successive superò Caracciola, Stuck e Fagioli
come se fossero stati dei piloti dilettanti. Una sosta ai box
più tardiva del solito, da parte di Rosemeyer
portò nuovamente in seconda posizione il “piccolo
italiano”. Il gap che lo separava dal leader della corsa
– Von Brauchtish – era di
1′27″, con sette giri ancora da compiere. Nuvolari
continuò a forzare ed il distacco diminuiva. Prima era di
1′17″, poi 1′3″; al 21°
giro, solo 30 secondi separavano i due uomini. Di certo neanche Tazio
avrebbe potuto colmare un tale distacco in un solo giro. Poi il destino
si mise di mezzo. Conscio della minaccia costituita da Nuvolari,
Manfred aveva iniziato ad innalzare il ritmo ed a sette chilometri dal
traguardo pagò il prezzo per la propria guida al limite. Una
gomma posteriore esplose e l’italiano si avviò a
reclamare l’alloro del vincitore di fronte ad un pubblico
costituito da 300.000 tedeschi, incluso lo stesso Adolf Hitler. Tazio
Nuvolari
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Nuvolari umilia Hitler (GP 1935)
Gli organizzatori erano così sicuri che sarebbe stato un
tedesco a vincere la gara che non avevano neanche una copia
dell’inno di Mameli da suonare al momento della consegna
della corona d’alloro a Nuvolari. Fortunatamente Tazio ne
portava sempre una copia con sè come portafortuna e le note
dell’inno echeggiarono sugli spalti per il disappunto della
gerarchia nazista lì riunita. Era stato il trionfo delle
virtù umane, di abilità e coraggio, sulla
velocità e sulla potenza dei motori ed è ancora
oggi considerata la corsa più eccelsa della lunga ed
illustre carriera di Nuvolari.
Era nata la prima leggenda del
‘Ring.
Bernd Rosemeyer
n altro uomo la cui storia fu sempre collegata al
Nürburgring era Bernd Rosemeyer. Bernd iniziò la
propria carriera nel mondo dei motori sulle motociclette ed era un vero
spericolato. Finì sulle prime pagine dei giornali
già nella sua seconda corsa per il team della Auto Union,
quando, durante la “Eifelrennen” [letteralmente:
"corsa dell'Eifel", un'altra corsa tenuta al Nürburgring,
n.d.T.] del 1935 si battè con Caracciola per la maggior
parte della corsa. Per l’Eifelrennen del 1936 si
presentò con un’auto capace di produrre 520 CV,
determinato a vincere. In questo periodo la griglia di partenza era
estratta a sorte e Rosemeyer iniziò la corsa dalla terza
fila. Quasi subito era in terza posizione, dietro Caracciola e Nuvolari
allorchè iniziò a cadere una pioggia leggera.
Quando Nuvolari inziò ad attaccare il suo vecchio rivale,
Bernd si limitò a seguirlo e riuscì a farsi
strada in prima posizione. La pioggia divenne foschia e successivamente
nebbia. Tutti rallentarono. Tutti tranne Rosemeyer. Avendo corso sul
circuito parecchie volte durante la sua carriera su due ruote, egli
conosceva perfettamente il tracciato. Di conseguenza, iniziò
a guadagnare oltre 30 secondi a giro e, alla fine della corsa,
arrivò con un vantaggio di oltre due minuti su Nuvolari e
sei minuti sulla prima Mercedes. Incredibilmente, la sua media di 117
km/h corrispondeva ai tempi di Caracciola registrati l’anno
precedente – in una gara condotta in condizioni meteo ideali.
Per celebrare una corsa dal risultato così evidente, i
tedeschi chiamarono Rosemeyer il “Nebelmeister”
– il signore della nebbia. Bernd Rosemeyer
Rosemeyer collezionò un’altra vittoria nel Grand
Prix del 1935, un mese dopo ed un’altra ancora
nell’Eifelrennen del 1937. Nel 1936 fece registrare un nuovo
record della pista e divenne il primo uomo a compiere un giro in meno
di 10 minuti. Mancò una quarta vittoria consecutiva nel
Grand Prix del 1937, quando problemi alle gomme lo relegarono in quarta
posizione. Quella corsa all fine fu vinta da Caracciola, anche se
Rosemeyer registrò un giro alla velocità media di
138 km/h, un record che avrebbe resistito per oltre 19 anni.
L’intensa propaganda nazista che supportava il dominio delle
proprie squadre ebbe come conseguenza un’affluenza di
pubblico, al Grand Prix del 1938, di oltre 350.000 persone. Tuttavia
l’orgoglio nazionalistico prese un altro calcio sui denti
[sic, non dimentichamo che l'autore è inglese... n.d.T.]
allorchè – dopo un incendio nei box per Von
Brauchitsch – la corsa fu vinta da Richard Seaman. Questo
evento fece di Seaman il primo britannico a vincere un Grand Prix
dall’ultima vittoria di Henry Seagrave a Tours nel 1923.
Richard SeamanPrima che le ombre della guerra si propagassero in Europa
per la seconda volta, altre due corse furono ospitate al
‘Ring ed entrambe andarono alla Mercedes.
L’Eifelrennen fu aggiudicata ad Herman Lang, Campione
Europeo. L’ultimo Grand Prix fu un’altra gara
bagnata e la vittoria andò una volta ancora a Rudi
Caracciola. Fu la sua ultima vittoria in una competizione
internazionale e con essa calò il sipario sul primo atto del
dramma del Nürburgring.
Forse inevitabilmente, il circuito passò la guerra in mani
militari, tuttavia quando la pace tornò infine nel 1945,
esso fu restituito al controllo locale. Carri armati alleati a
Nürburg |
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Gran Premio di Germania1937 |
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Alfa Romeo 12C-36 Carlo Felice Trossi
La stagione del Gran Premio del 1937 fu la quinta stagione del Campionato Europeo AIACR . Il campionato è stato vinto da Rudolf Caracciola , alla guida del team Mercedes-Benz . Caracciola ha vinto tre dei cinque eventi contati per il campionato.
Questa
stagione ha visto le vetture da Gran Premio più potenti finora,
i motori Mercedes-Benz sovralimentati da 5,6 litri in linea-8 che
vantano quasi 650 CV. Considerando che una berlina
media produceva all'epoca circa 25 CV, le prestazioni di queste
monoposto erano estremamente elevate rispetto a qualsiasi altra stagione
nel motorsport
moderno ; tant'è che per la prima volta in assoluto vennero varati
regolamenti per l'anno successivo per limitare la capacità di cilindrata
dei motori di ridurne la potenza e per aggiungere peso alle vetture per
renderle più lente. Lo sviluppo della tecnologia da parte di
Mercedes-Benz fu quasi interamente grazie ai sussidi statali che
all'epoca ricevevano dal governo nazista tedesco . La quantità di potenza della Mercedes-Benz W125
sovralimentata non fu eguagliata nelle auto da corsa fino alle auto
americane Can-Am alla fine degli anni '60, e le auto da Gran Premio
d'Europa non ebbero più questo tipo di potenza fino all'inizio degli
anni '80 (un intervallo di quasi 45 anni), quando i Gran Premi erano
ormai diventati Formula Uno .
La stagione del Gran
Premio del 1937 fu la quinta stagione del Campionato Europeo AIACR . Il
campionato è stato vinto da Rudolf Caracciola , alla guida del team
Mercedes-Benz . Caracciola ha vinto tre dei cinque eventi contati per il
campionato.
Questa stagione ha visto le vetture da Gran Premio più potenti finora, i
motori Mercedes-Benz sovralimentati da 5,6 litri in linea-8 che vantano
quasi 650 CV. Considerando che una berlina media produceva all'epoca
circa 25 CV, le prestazioni di queste monoposto erano estremamente
elevate rispetto a qualsiasi altra stagione nel motorsport moderno ;
tant'è che per la prima volta in assoluto vennero varati regolamenti per
l'anno successivo per limitare la capacità di cilindrata dei motori di
ridurne la potenza e per aggiungere peso alle vetture per renderle più
lente. Lo sviluppo della tecnologia da parte di Mercedes-Benz fu quasi
interamente grazie ai sussidi statali che all'epoca ricevevano dal
governo nazista tedesco . La quantità di potenza della Mercedes-Benz
W125 sovralimentata non fu eguagliata nelle auto da corsa fino alle auto
americane Can-Am alla fine degli anni '60, e le auto da Gran Premio
d'Europa non ebbero più questo tipo di potenza fino all'inizio degli
anni '80 (un intervallo di quasi 45 anni), quando i Gran Premi erano
ormai diventati Formula Uno . Stagione dei Gran Premi 1937 -
https://it.qaz.wiki/wiki/1937_Grand_Prix_season
Campionato Europeo AIACR 1937
Campione Europeo Rudolf Caracciola
Germania
Precedente: 1936 Il prossimo: 1938
Stagione dei Gran Premi 1937
Precedente: 1936 Il prossimo: 1938
La stagione del Gran Premio del 1937 fu la quinta stagione del
Campionato Europeo AIACR . Il campionato è stato vinto da Rudolf
Caracciola , alla guida del team Mercedes-Benz . Caracciola ha vinto tre
dei cinque eventi contati per il campionato.
Questa stagione ha visto le vetture da Gran Premio più potenti finora, i
motori Mercedes-Benz sovralimentati da 5,6 litri in linea-8 che vantano
quasi 650 CV. Considerando che una berlina media produceva all'epoca
circa 25 CV, le prestazioni di queste monoposto erano estremamente
elevate rispetto a qualsiasi altra stagione nel motorsport moderno ;
tant'è che per la prima volta in assoluto vennero varati regolamenti per
l'anno successivo per limitare la capacità di cilindrata dei motori di
ridurne la potenza e per aggiungere peso alle vetture per renderle più
lente. Lo sviluppo della tecnologia da parte di Mercedes-Benz fu quasi
interamente grazie ai sussidi statali che all'epoca ricevevano dal
governo nazista tedesco . La quantità di potenza della Mercedes-Benz
W125 sovralimentata non fu eguagliata nelle auto da corsa fino alle auto
americane Can-Am alla fine degli anni '60, e le auto da Gran Premio
d'Europa non ebbero più questo tipo di potenza fino all'inizio degli
anni '80 (un intervallo di quasi 45 anni), quando i Gran Premi erano
ormai diventati Formula Uno . Stagione dei Gran Premi 1937 -
https://it.qaz.wiki/wiki/1937_Grand_Prix_season
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Richard "Dick" Seaman verso la vittoria al Nurburgring nel 1938.
Carri armati alleati a NürburgNel 1948,
dopo alcuni lavori di ristrutturazione,
il circuito fu nuovamente messo
in servizio per gare a rilievo nazionale.
Inizialmente le forze di
occupazione impedirono alla Germania di competere in eventi
internazionali e fu non prima del 1950
che il circuito fu usato per un
Grand Prix. Quando il “circus” alla fine
tornò in città, il pilota della Ferrari, Alberto
Ascari,
indossò il mantello di Ringmeister con tre vittorie
consecutive (due delle quali durante gli anni della Formula 2).
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Alberto Ascari verso la vittoria al Nurburgring in una gara di Formula 2, 1950.
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Alla fine della seconda guerra mondiale il Gran Premio di Germania
riprese nel 1950
come gara per vetture di Formula 2 per poi venire inserito nel
Campionato Mondiale di Formula 1 nel 1951.
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Il Gran Premio di Germania 1951
si è svolto sul circuito del Nürburgring Nordschleife il 29
luglio 1951
sulla distanza di 20 giri, per un totale di 456,2 km.
Nurburgring 1951
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Nurburgring '51 le 159 ai box
Il Campionato del Mondo visita
la Germania per la prima volta e dopo la gara thrilling di Silverstone
corsa due settimane prima ci si aspetta molto. L'Alfa Romeo porta
quattro 159 per Juan Manuel Fangio,
Nino Farina, Felice Bonetto e Paul Pietsch, mentre la Ferrari corre con
Alberto Ascari, Luigi Villoresi, Piero Taruffi e il vincitore di
Silverstone José Froilán González. In prova Ascari
e González sono più veloci di Fangio e Farina
condividendo la prima fila mentre Villoresi, Taruffi e Pietsch sono in
seconda fila. Farina parte bene e va in testa ma nel corso del primo
giro viene passato da Fangio, Ascari e González, mentre Pietsch
è in quinta posizione, nonostante un'uscita di pista al 2º
giro. Le Alfa Romeo hanno problemi, in particolare Farina costretto al
ritiro, lasciando Fangio a battagliare da solo con le Ferrari. Mentre
le Alfa hanno bisogno di 2 pit-stop, le Rosse possono farne soltanto
uno. Fangio perde la testa quando entra ai box ma la riguadagna quando
Ascari entra a rifornire. Fangio prova a guadagnare il più
possibile per poter tornare in testa dopo la sosta ma non ce la fa e
Ascari va al comando. Negli ultimi giri Ascari rientra inaspettatamente
per cambiare una gomma ma il motore di Fangio non gira più come
i primi giri e la Ferrari rimane davanti. |
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Il Gran Premio di Germania 1953
fu la settima gara della stagione 1953 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 2 agosto sul Circuito del Nürburgring. La
manifestazione vide l'ultima vittoria in carriera di Nino Farina su
Ferrari, seguito da Juan Manuel Fangio su Maserati e da Mike Hawthorn
su Ferrari. È stato il Gran Premio di Formula 1 con il maggior
numero di piloti al via, ben 34.
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Nino Farina
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Nonostante il
mancato piazzamento a punti, Alberto Ascari conquista in questo Gran
Premio il suo secondo e ultimo titolo mondiale, con 2 gare di anticipo
sulla fine del Campionato. |
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È la seconda vittoria consecutiva per la Ferrari che piazza 5 vetture
nei primi 6 posti, è anche la prima vittoria nel mondiale per Ascari.
Alberto
Ascari Giuseppe Farina – il primo campione del mondo
– ne conseguì quattro di seguito per la Ferrari
nel 1953.
Con l’arrivo della formula da 2.5 litri la Mercedes
ritornò sul palcoscenico mondiale. Giuseppe Farina Per
guidare
il suo impressionante mezzo, la Mercedes chiamò la
stella d’anteguerra Hermann Lang e gli amici tedeschi Karl
Kling ed Hans Hermann.
Al loro fianco c’era Juan Manuel
Fangio che emerse vittorioso nel Grand Prix del 1954. Tragicamente, fu
durante questa gara
che il ‘Ring pretese la sua prima vittima
dell’epoca del Campionato del Mondo. Onofre Marimon,
compatriota e protégé di Fangio,
morì
durante le prove nella discesa prima della Wehrseifen.
... passaggio di Fangio durante il Gran Premio di Germania - 38º GP del Mondiale di Formula 1 Gara 6 di 9 del Campionato 1954
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Il Gran Premio di Germania 1954
fu la sesta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 1º agosto sul Circuito del Nürburgring. La
manifestazione fu segnata dalla tragica scomparsa della giovane
promessa argentina Onofre Marimon,
morto durante le prove a causa di un'uscita di pista; si trattò
del primo incidente mortale avvenuto nella storia dellaFormula 1 (ma
non del campionato mondiale, in quanto due anni prima alla 500 Miglia
di Indianapolis era morto Chet Miller).
Dopo oltre tre ore e quarantacinque minuti di corsa vinse Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito da Mike Hawthorn su Ferrari, che sostituì in gara José Froilán González, sconvolto per la morte di Marimon. Terza piazza per il francese Maurice Trintignant su Ferrari.
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Gran Premio di Germania 1956 settima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata
il 5 agosto sul Nürburgring. La corsa vide la vittoria di Juan
Manuel Fangio su Ferrari, seguito da Stirling Moss e da Jean Behra..
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Fangio e Moss - Nurburgring '57
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NURBURGRING 1957, LA VITTORIA FOLLE DI FANGIO
Fangio pit stop Nurburgring 1957
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Nel 1956 Fangio ripetè la vittoria per la Ferrari e nel
mentre infranse il record di Rosemeyer del 1937 con un giro condotto a
141 km/h di media. Come Nuvolari è ricordato per la sua
vittoria del 1935, così Fangio sarà sempre
ricordato per la propria visita al ‘Ring del 1957. Questa fu
l’ultima stagione completa del grande pilota che era,
nonostante i 47 anni di età, all’apice della
forma. Arrivò in Germania dopo aver già vinto a
Buenos Aires, Montecarlo ed a Rouen. A bordo della sua Maserati 250F
aveva dettato il ritmo per tutta la stagione. Quando si
avvicinò alla griglia di partenza fu circondato dal team
Ferrari di Mike Hawthorn e Peter Collins e dalle Vanwall di Stirling
Moss e Tony Brooks. Ognuno di loro era degno del campionato e Fangio
avrebbe dovuto condurre la gara della sua vita per batterli.
Esattamente quello che fece. Juan Manuel Fangio.
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4 agosto 1957 Nurburgring
Juan M
Fangio - Jean Behra - Harry Schell,
tutti su Maserati 250F
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Fangio e Maserati nella leggenda
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Staccò i contendenti uno ad uno e nel terzo giro il pilota
argentino era al comando; intanto aveva abbassato il record sul giro di
un secondo. Nel quinto, sesto, settimo, ottavo e decimo giro
ripetè l’impresa nel tentativo di costruirsi un
margine. Al dodicesimo giro rientrò per il cambio gomme. In
una replica virtuale della sosta di Nuvolari del 1935, il team Maserati
sbagliò tutto e quando Fangio tornò in pista, era
a quasi un minuto dalle Ferrari. Nel quattordicesimo giro
riacciuffò 12 secondi. Due giri dopo ridusse il gap di altri
5 secondi. Quindi, con le gomme ben assettate e l’auto che
dava l’impressione di essere sempre più stabile,
iniziò una sequenza di giri che avrebbero polverizzato tutti
i record e gli avrebbero fatto guadagnare la reputazione di migliore
tra i migliori. Quattro giri più tardi aveva eroso ben 24
secondi dal record del giro e compiuto il primo giro mai effettuato ad
una media di 145 km/h. Fu un impressionante dimostrazione di padronanza
del veicolo che vide cadere il record sul giro ad ogni passaggio della
Maserati sulla linea del traguardo. Al ventesimo giro, era appena a tre
secondi da Collins.
Continuò a spingere ancora e raggiunse l’inglese
all’uscita della Nordkurve. Infilò Hawthorn ed in
questo modo riguadagnò la posizione di testa.
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Flugplatz 1957
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Concluse la
gara 3,6 secondi davanti ad Hawthorn e disse in seguito: “Ho
fatto cose che non ho mai fatto prima
e non intendo guidare
più in quel modo”.
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Mantenendo la parola, non lo fece mai più e quella fu
l’ultima vittoria in un Grand Prix per quel
grand’uomo, che sicuramente si guadagnò
il suo
posto al fianco di Caracciola, Nuvolari e Rosemeyer come quello di un
vero Ringmeister.
Quando il circus tornò al
‘Ring un anno dopo, i protagonisti erano cambiati un poco ma
stavolta era così anche per le auto. La minaccia inglese al
dominio di quelle che Tony Vandervell chiamava “quelle
maledette auto rosse” stava crescendo gara dopo gara. Lo
schieramento Ferrari era ancora capitanato da Collins ed Hawtohrn i
quali probabilmente vissero un déjà-vu, quando
videro Moss imporsi in prima posizione fin dalla partenza. Dovette
essere ancora peggio quando lo videro infrangere
l’incredibile record sul giro di Fangio. Purtroppo per Moss,
il destino aveva deciso che quella non sarebbe stata la sua giornata e
ben presto accostò per ritirarsi. Questo lasciò
gli onori al team Vanwall che contava su un giovane dentista
proveniente dall’Inghilterra rurale.
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1958 Nürburgring Tony Brooks e Moss - Vanwall
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Tony Brooks condusse la corsa della sua carriera
e presto
sorpassò le “rosse” per raggiungere la
prima posizione. Collins ed Hawthorn si lanciarono
all’inseguimento ma purtroppo questo era destinato a
concludersi in tragedia.
Collins, nel tentativo di rimanere vicino a
Brooks, uscì di strada nella veloce curva a destra a
Pflanzgarten. Sarebbe morto per le ferite riportate
nell’incidente. Incapace di mantenere il ritmo della Vanwall,
Hawthorn, che aveva visto con i propri occhi l’incidente del
suo migliore amico, ruppe la frizione e fu costretto a ritirarsi.
questo permise a Brooks di essere il primo britannico a vincere un
Grand Prix della Germania dall’ultima vittoria di Seaman,
circa vent’anni prima. Fu seguito all’arrivo da due
Cooper a motore centrale.
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Verso la fine degli anni ‘50, l’avanzata delle auto
a motore centrale stava progredendo ed i successi di Salvadori e
Trintignant in questa corsa prefiguravano il diverso aspetto della
griglia di partenza nel 1961, quando il Grand Prix tornò sul
Nordschleife. Quel giorno si sarebbe disputata un’altra corsa
destinata a diventare un classico, nella quale lo status di Ringmeister
sarebbe stato conferito ad un altro figliuol prodigo del mondo dei
motori: Stirling Moss.
All’inizio dell’era dei motori da 1,5 litri, la
Ferrari 156 a “muso di squalo” era l’auto
da battere. Quando si arrivò al ‘Ring per la sesta
gara della stagione, la piccola “rossa” era stata
battuta una volta sola – da Moss, a Monaco. Le altre gare
erano state poco più che un match esibizionistico tra
l’americano Phil Hill ed il neo-eletto campione Wolfgang
“Taffy” Von Trips. Durante le qualifiche, Hill
polverizzò il record della pole di ben 14 secondi e nel far
ciò dimostrò il valore di una leggera vettura a
motore centrale su un circuito che premiava la maneggevolezza. Gli
unici ostacoli posti su quella che sembrava dover essere
un’altra passerella per la Ferrari erano le 718 di Bonnier e
Gurney, la Cooper di Brabham (che era stata equipaggiata con il nuovo
V8 Climax) ed una vecchia Lotus 18 con a bordo Stirling Moss.
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Nurburgring 1958 - Scuderia Ferrari
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Stirling non aveva mai vinto una prova del campionato al
‘Ring ma aveva dimostrato le proprie credenziali con la
Vanwall del 1958 e con quattro vittorie nelle 1000 km granturismo per
Maserati ed Aston Martin, con quest’ultima mentre stava per
conquistare il campionato del mondo granturismo del 1959. Come nel
1958, sarebbe partito nella fila di testa.
Quello che i suoi avversari
non sapevano era che Stirling aveva optato per gomme da pioggia. Un
acquazzone poco prima della partenza aveva convinto Stirling
– nonostane i consigli contrari della Dunlop – ad
usare tali gomme. Allo scopo di confondere gli avversari, aveva
mascherato gli appositi riferimenti costituiti da punti verdi [sui
fianchi degli pneumatici, n.d.T.] e così facendo aveva posto
le premesse per una rincorsa tra gatto e topo che avrebbe potuto
rivaleggiare con qualsiasi filmato d’animazione.
Brabham fece la partenza migliore ma dopo meno di un miglio era
scivolato, consegnando la posizione di testa a Stirling. Malgrado i 30
CV in meno che lo separavano dalla concorrenza Ferrari, Moss si
distanziò ed al quinto giro era 15 secondi in vantaggio sul
suo rivale più vicino.
Supportato dal tifo di casa, Von
Trips fece registrare un nuovo record sotto i 9 minuti non appena la
pista iniziò ad asciugarsi e portò il distacco ad
appena 7 secondi. Moss stabilizzò il gap e
nell’ultimo terzo di gara riuscì nuovamente a
distanziarsi. Aiutato dalla pioggia negli ultimi giri,
terminò la gara con un margine di 21 secondi nei confronti
degli avversari ed ancora una volta la vittoria al ‘Ring fu
negata ad Enzo Ferrari. Quella vittoria fu l’ultima nella
carriera di Stirling anche se, come il suo mentore Fangio, aveva
marcato il suo passaggio con stile.
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Furono disputate altre quattro corse con le motorizzazioni da 1,5 litri
al ‘Ring ed ognuna di esse fu vinta da un britannico
– Graham Hill, John Surtees e Jim Clark. La vittoria di Hill
nel 1962 fu seguita da una folla di 360.000 persone allorchè
una pioggia torrenziale causò la corsa più lenta
dal 1950. Surtees vinse nel ‘63 e nel ‘64 e
registrò anche due vittorie in ambito granturismo al
‘Ring per la Ferrari, confermando ulteriormente la sua
padronanza del circuito. Nel 1965 Clark, il più grande
pilota della sua epoca, vinse con il suo tipico stile. Nel far
ciò registrò il primo giro condotto ad una
velocità media di oltre 160 km/h, sia durante le qualifiche
che in gara. |
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Il Gran Premio di Germania 1963 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato
il 4 agosto 1963 sul Nürburgring. La gara fu vinta da John Surtees, al volante di una Ferrari,
prima vittoria in carriera del pilota britannico, mentre la "Rossa"
torna a vincere nel mondiale per la prima volta dopo il Gran Premio
d'Italia 1961.
Ginther, McLaren, Clark, Surtees. Nurburgring 1963
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John Surtees - Nurburgring 1963
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Il Gran
Premio motociclistico di Germania fu il quarto appuntamento del
motomondiale 1958. Si svolse il 20 luglio 1958 sul
Nürburgring
(in particolare sul "circuito Nord") alla presenza di circa 80.000 spettatori. Erano in programma tutte le classi.
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Dominio
MV Agusta nelle classi riservate alle moto sciolte. John Surtees vinse
350 e 500 ottenendo matematicamente i titoli delle due categorie.
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John Surtees,
ex pilota britannico di auto e moto, unico al mondo a vincere il titolo
mondiale sia su due che su quattro ruote.
Lo rende noto l'ente della MotoGp con
un tweet. In totale nel motociclismo Surtees ha vinto sette titoli
mondiali:
dal 1958 al 1960 nella classe 350, nel 1956 e dal 1958 al 1960
nella classe 500.
In Formula 1 ha invece corso dal 1960
(anno in cui partecipò a due gran premi, piazzandosi secondo in quello
d'Inghilterra) al 1972,
vincendo il titolo mondiale nel 1964 al volante
di una Ferrari.
1962 ADAC 1000 Km, Nurburgring
1- Hill / Gendebien - Ferrari Dino 246 SP - Tempo: 7:33:27.700 - Media oraria Km/h: 132.79 - Km 1003.640
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Nurburgring - Flugplatz 1963 |
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Al via Clark
mantenne la prima posizione, mentre Bandini ebbe un incidente subito
dopo il via, dovendosi ritirare. Il pilota della Lotus ebbe però
dei problemi al motore già nel corso del primo passaggio,
venendo superato da Ginther e Surtees. Nel corso del secondo giro,
mentre anche Ginther era colpito da problemi tecnici che lo fecero
scivolare indietro in classifica, Mairesse
ebbe un gravissimo incidente, causando la morte di un soccorritore e
subendo gravi ferite alle braccia; una tornata più tardiMcLaren
si schiantò per la rottura dello sterzo, riportando ferite alle
ginocchia.
In testa alla corsa
Clark provò a insidiare Surtees, ma il problema al motore della
sua Lotus lo costrinse a rinunciare, accontentandosi del secondo posto.
Surtees condusse fino alla bandiera a scacchi, conquistando la prima
vittoria in carriera in Formula 1 davanti a Clark; alle loro spalle
Ginther risalì in terza posizione grazie ai ritiri di McLaren e
Hill, mentre Mitter approfittò dei ritiri di Maggs e Siffert per
giungere quarto al traguardo alla guida di una vecchia Porsche 718.
Chiusero la zona punti Jim Hall e Bonnier.
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NURBURGRING1964
LA HONDA DEBUTTA IN FORMULA 1
Honda RA271
Scuderia Honda R&D Company
L'’attuale tracciato tedesco del Nurburgring e' decisamente
poca cosa rispetto al temutissimo percorso del passato, che vantava 174
curve
lungo 14 miglia.
A essere onesti, solo un’a azienda dalla solida reputazione
sportiva come la Honda avrebbe scelto di correre il primo gran premio di
Formula Uno su un circuito cosi' temibile e impegnativo come il
famosissimo Nordschleife. |
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GP Germania 1965 - Jackie Stewart - Graham Hil
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Il Gran Premio di Germania 1965 fu la settima gara della stagione 1965 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 1º agosto sul Circuito del Nürburgring.
La corsa vide la vittoria di Jim Clark su Lotus-Climax, seguito da Graham Hill su BRM e da Dan Gurney su Brabham-Climax.
A
fine gara Jim Clark e la Lotus si laurearono Campioni del Mondo di F1
con tre Gran Premi di anticipo sulla fine del Campionato.
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Il 1966 vide un cambiamento nella formula, con
l’arrivo dei motori da 3 litri.
Come la Ferrari era stata
pronta nel 1961 per la migrazione ai motori da 1,5 litri,
così questa volta era il turno del team Brabham.
“Black Jack” vinse nel 1966 mentre il compagno di
squadra Denny Hulme registrò una vittoria, diretto verso il
suo campionato del mondo del 1967.
Negli anni successivi le gare furono
dominate da piloti con nomi da donna: Jackie e Jacky. Nel 1968 la gara
si tenne nelle peggiori condizioni meteorologiche possibili, tuttavia
tutta la pioggia, il vento e la nebbia di cui le montagne
dell’Eifel erano capaci non fermarono Jackie Stewart dal
conseguire la sua prima vittoria nel posto che egli chiamò
“L’Inferno Verde”.
Le andature furono
anche ridotte a livelli ante-1937 ma Jackie tagliò il
traguardo quattro minuti prima del suo più vicino rivale e
si guadagnò il diritto di svettare fiero tra i Ringmeister.
Le prime competizioni con motori da 3 litri confermarono quello che era
stato temuto per molto tempo: il ‘Ring stava diventando
semplicemente troppo pericoloso. Come gli altri grandi circuiti di
Reims, Monza e Spa, il circuito non era stato modificato ma le
velocità sempre maggiori ed una nuova consapevolezza della
necessità di maggiore sicurezza per i piloti sindicavano che
il ‘Ring avrebbe dovuto cambiare o morire.
I Grand Prix
stavano diventando più simili a show acrobatici e gli
organizzatori sapevano di aver bisogno di qualcosa di meglio di
barriere e reti da pollaio, per evitare che auto impazzite diventassero
parte integrante del paesaggio. |
I primi due decenni, negli anni ‘50 e ‘60 il
Campionato del Mondo di Formula 1 era solo all'inizio, la punta di un
iceberg
se consideriamo tutte le gare disputate successivamente sotto
il Regolamento di Formula 1.
Il numero totale di corse non valide non
era variato dall’introduzione del campionato mondiale. Molte
gare celebri,
come i Gran Premi di Pau e di Siracusa, il BRDC
International Trophy di Silverstone, la Race of Champions di Brands
Hatch
e la citata Oulton Park Gold Cup, continuano a non far parte del
Campionato del Mondo, ma furono per molti anni
terreno di competizione
per molti piloti e scuderie di gran nome.
1970 - I lavori di ammodernamento del dosso di Brünnchen |
Dopo la costruzione del
Circuito Grand Prix, l'anello nord è stato privato della sola parte compresa fra
la Südkehre (Curva sud) e la Nordkehre (Curva nord): tutto il resto, per
fortuna, non ha subito sostanziali mutamenti, almeno dal 1970, anno in cui si
resero necessari lavori
di messa in sicurezza di molti tratti
giudicati eccessivamente pericolosi.
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Per il 1970 il Grand Prix della Germania cambiò
temporaneamente residenza ad Hockenheim
poichè il
‘Ring subì importanti modifiche.
Molte curve
furono ri-profilate, dossi furono appiattiti e chilometri di guard-rail
furono utilizzati ai bordi della pista. Phil Hill, che aveva corso nel
“vecchio” ‘Ring affermò che
questo era stato castrato. Per certi versi aveva ragione ma certamente
non poteva vedere nel futuro ed essere testimone della
sterilità che avrebbe aleggiato sui circuiti da Grand Prix
durante gli anni ‘70 ed ‘80 quando posti come
Zolder, Fuji e Las Vegas vennero aggiunti al calendario. |
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siep
Dopo un anno ad Hockenheim l’evento principe tedesco
tornò alla sua vera casa nel 1971 ed il dominio Jacky/Jackie
continuò.
Stewart guidò le doppiette Tyrrell nel
1971 e 1973, mentre Ickx registrò una bella vittoria per la
Ferrari nel 1972.
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Nel 1974 Mike Hailwood torna tra i protagonisti della Formula 1, al volante della McLaren-Ford
M23 privata a sponsorizzazione Yardley. Con una macchina vincente, i
risultati non tardarono ad arrivare: quarto posto a Buenos Aires
(Argentina), quinto ad Interlagos (Brasile) e un memorabile terzo posto a
Kyalami (Sud Africa). È una grande Stagione. Purtroppo, la Carriera di
Hailwood in Formula 1 si conclude con una grave uscita di strada durante
il Gran Premio di Germania sul difficile e insidioso circuito del
Nürburgring. L’incidente avviene al 12° passaggio alla curva Bronchen,
quando la McLaren del pilota inglese sbatte violentemente contro
il guard-rail. Mike si frattura la gambe e resta per un lungo periodo in
convalescenza.
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Nel 1974 la Ferrari vinse ancora il titolo piloti con
Clay Regazzoni mentre il 1975 vide Carlos Reutemann indossare la corona
del vincitore
per la Brabham. Il 1975 fu anche l’anno che
vide il primo giro di sempre sotto i 7 minuti, quando Niki Lauda
girò in 6′58″ e 6 decimi
durante le
prove. Poi venne il 1976 e la definitiva sentenza di morte per il
Nürburgring.
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La storia della stagione del 1976 non sarebbe stata
fuori posto in un romanzo di terza categoria ed è ovviamente
troppo ben conosciuta
per giustificarne una ricapitolazione in questa
sede. Basti dire che nel secondo giro al ‘Ring, Lauda si
schiantò sulla parete della collina proprio
prima di
Bergwerk. L’incendio che ne scaturì
costò quasi la vita all’austriaco ma egli era
destinato a tornare nell’abitacolo e vincere altr
i due
campionati prima di appendere definitivamente il casco al chiodo.
Purtroppo questo destino non sarebbe stato condiviso dal
‘Ring. I
primi anni ‘70 videro sempre
più piloti richiedere maggiori misure di sicurezza nel
circuito. L’incidente di Lauda mostrò che le loro
peggiori
paure erano ben fondate ed il ‘Ring fu consegnato
alla storia dei Grand Prix.
Il Gran Premio di Germania 1976 è stata la decima prova della stagione 1976 del Campionato mondiale di Formula 1.
Si è corsa domenica 1º agosto 1976 sul Nürburgring Nordschleife.
La
gara è stata vinta dal britannico James Hunt su McLaren-Ford
Cosworth; per il vincitore si trattò del quarto successo nel
mondiale.
Ha
preceduto sul traguardo il sudafricano Jody Scheckter su Tyrrell-Ford
Cosworth e il tedesco Jochen Mass, anch'egli su McLaren-Ford Cosworth.
La gara viene ricordata per il grave incidente che occorse a Niki Lauda, pilota della Scuderia Ferrari.
A seguito dell'incidente la F1 abbandonò l'utilizzo della Nordschleife.
Nel secondo giro Niki Lauda, complice una "toccata" di troppo sul cordolo, sbandò in una curva al Bergwerk, il punto più lontano del circuito dai box,
perdendo il controllo della sua Ferrari.
La vettura scartò verso destra, colpì il guard-rail esterno e rimbalzò
in mezzo alla pista,
prendendo immediatamente fuoco; il sopraggiungente Guy Edwards riuscì ad evitarla, mentre
Harald Ertl e Brett Lunger la colpirono in pieno.
Nell'impatto Lauda
perse il casco.
I tre piloti già citati, prontamente, scesero dalle loro vetture e
riuscirono a estrarre Lauda dal relitto della vettura, aiutati anche dal
sopraggiunto
Arturo Merzario, che si era fermato appena visto l'incidente[;
quindi lo deposero sull'erba della via di fuga, ove gli furono prestati
i primi soccorsi.
Il pilota austriaco era gravemente ferito e
ustionato, sicché venne trasferito in elicottero all'ospedale militare
di Coblenza; da lì venne condotto
prima al Trauma Clinic di Ludwigshafen, poi al Städliche Krankenanstalten di Mannheim, dove lottò tra la vita e la morte nei giorni seguenti.
La realtà dei fatti era che in termini di sicurezza il
circuito aveva migliori statistiche della maggior parte degli altri
tracciati, anche se aveva
la sua parte di vittime. Solo nelle gare
valevoli come Grand Prix Viktor Junek (1928), Ernst von Delius (1937),
Onofre Marimon (1954),
Peter Collins (1958) Carel Godin de Beaufort
(1964), John Taylor (1966) e Gerard Mitter (1969) persero la vita al
‘Ring.
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Nonostante
la perdita del Grand Prix, che si trasferì presso
la poco evocativa Hockenheim, il ‘Ring rimase in servizio per
qualche altro anno, ospitando eventi legati alle granturismo. Alla fine
fu presa la decisione di costruire un nuovo ‘Ring. Ne
seguì un atto di vandalismo.
Il vecchio complesso dei box e la tribuna furono rasi al
suolo. Fortunatamente il vecchio Nordschleife fu lasciato intatto
ed in questo
senso
rimane un monumento ai grandi eventi che una volta
ospitò.
Il primo evento tenuto sul nuovo circuito ospitò un gran
numero di vetture da Grand Prix d’epoca. Le Auto Union e le
Mercedes furono riunite con persone come Lang e Fangio per un giro sul
nuovo circuito. Un solo evento competitivo fu ospitato – era
per Mercedes 190 berlina e fu vinto da un giovane brasiliano chamato
Ayrton Senna.
Durante i suoi anni ruggenti il ‘Ring non pretese mai di
essere il circuito più veloce, quello era il primato di
Monza. Non fu mai neanche il luogo più mondano per le corse
motoristiche, quell’onore era riservato a Monaco.
Probabilmente non ha neanche una reputazione come dimora spirituale
delle corse, attributo che sicuramente appartiene a
Montlhéry o Brooklands. In effetti, molti piloti odiavano il
circuito. Stewart lo chiamava “L’Inferno
Verde” ed una volta disse: “Ero sempre sollevato
quando era giunta l’ora di andarsene. L’unica volta
in cui ti sentivi a tuo agio nel pensare al ‘Ring era quando
ti trovavi molto lontano, rannicchiato in casa di fronte al fuoco in
una serata invernale. Non feci mai un giro tirato in più di
quelli assolutamente necessari. Qualunque pilota che afferma di aver
amato il ‘Ring mente o non guidava abbastanza
velocemente”.
In tutti i Gran Premi, dal 1927 al 1976, ci furono solo due corse in
cui un Campione del Mondo, o l’equivalente Campione Europeo
d’anteguerra, non finì tra i primi tre. In
effetti, in quattro occasioni, tutti i tre gradini del podio furono
occupati da Campioni, confermando il pedigree del ‘Ring come
la prova più impegnativa del vero talento. |
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VIDEO
Nurburgring 67-76
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1977 - Lauda ritorna campione del
mondo!!
Formula 1, Mercedes: Niki Lauda confermato fino al 2020
Presidente onorario nel segno della continuità
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Diluvio al Gran Premio del Nurburgring
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Gran Premio di Germania Nurburgring 1968 |
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La Nordschleife (anello nord), da 22,834 km
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Jackie Stewart |
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Ferrari 312 - F1 1968
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Scheda tecnica:
Larghezza: 1,550 m (anteriore)/1,557 m (posteriore)
Peso: 523 Kg -
Passo: 2,400 m
Telaio: Struttura tubolare in acciaio con pannelli in alluminio
rivettati in doppia parete -Trazione: posteriore
Cambio: 5 marce e retromarcia -Freni: a disco
Girling |
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Motore:
Num. cilindri e disposizione: 12 a V 60° - Valvole: 48 (4 per
cilindro) - Cilindrata: 2985,5 cm³ Potenza: 410 CV a 10600 giri
- Alesaggio: 77 x 53,5 mm - Velocità massima: 310 km/h
Innovazioni tecniche : La 312 F1 del 1968 fu la terza della serie e differiva dalle precedenti
in termini di una maggiore profilatura del musetto e della carrozzeria.
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La costante presenza della nebbia
e della pioggia, consiglia gli organizzatori a rinviare la partenza di
45 minuti.Il ritardo si spiega anche con la
mediazione che fu necessaria per convincere i piloti a scendere in
pista. Anche se, ad onor del vero, Ken Tyrrell ordinò - senza troppi giri di
parole a Stewart di salire nella vettura…Jackie Ickx con la Ferrari
vanifica il risultato delle qualifiche con una partenza disastrosa, in
seguito ad un eccessivo pattinamento degli pneumatici. La
Ferrari di Amon parte in seconda fila.
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Tiergarten - giardino degli animali
Quindi raggiungiamo Tiergarten. Nei tempi andati
qui furono seppelliti degli animali; le versioni però sono
quattro: era uso seppellire gli animali non edibili, si seppellivano
gli animali usati per la caccia o gli animali domestici di un nobile
locale, furono seppelliti i cavalli morti in combattimento per la
gloria di Nürburg.
Bé, forse la più
attendibile è la prima.
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Antoniusbuche - faggio di (San) Antonio -
Km.0,300
Appena usciti dai coni, che c'instradano dal
parcheggio al circuito, percorriamo la seconda metà del
lungo rettilineo passando per Antoniusbuche. Il nome deriva da una
leggenda che racconta della presenza di un enorme faggio, ai piedi del
quale i locali denunciavano le cose che avevano smarrito nella speranza
di poterle ritrovare. Sant'Antonio è difatti il santo delle
cose perse. Qui si passa sotto un ponte (P) che segna il punto d'inizio
del giro "turistico" cronometrato: il cosidetto Bridge to Gantry (BtG)
parte appunto dal ponte di Antoniusbuche e termina al ponteggio
pubblicitario di Döttinger Höhe
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La
pioggia aumenta..... Sono le sequenze della partenza che gli spettatori
vedono abbastanza
nitidamente. Da questo momento
in poi, si rivela difficile anche solo
capire il colore delle
monoposto che transitano. Surtees
è
fermo: guasto all'accensione. |
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Hoenrain - Confine alto tra i campi - Ci stiamo avvicinando alla chicane di Hoenrain
(costruita nel 1967 per ridurre drasticamente la velocità
dopo il lungo rettilineo), dove una volta c'era un confine nella parte
più alta tra due campi. In effetti ci stiamo avvicinando
alla parte più alta della Nordschleife.
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T13 / alte einfahrt - tribuna 13 / entrata
vecchia
Passata la chicane, di fronte a noi c' è
il collegamento (chiuso E) con il circuito da G.P. Quando si effettuano
gare a circuiti uniti (VLN, 24 ore del Nurburgring), la Nordschleife ed
il circuito da G.P. sono un'unica pista di Km. 25,359 . Noi siamo
invece obbligati a fare la seconda curva a destra e raggiungere T13. E'
la parte più elevata di tutto il percorso (m. 620 s.l.m.) ed
è stata, per alcuni anni, il punto d'inizio della
Nordschleife. L'appellativo T13 fa riferimento alla sigla delle tribune
poste all'esterno della Coca-Cola kurve sul circuito da G.P. (la
Coca-Cola Kurve CK e la T13 della Nordschleife sono parallele). U
è il raccordo per uscire dal circuito G.P. e rientrare sulla
Nordschleife (gare a circuiti uniti).
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Hatzenbach - ruscello Hatzen
Bel tornante a sinistra in discesa e raggiungiamo
le curve di Hatzenbach, dal nome del ruscello che scorre alla sinistra
del circuito. Di fatto sono tre: la prima in discesa a destra, la
seconda (dopo un raddrizzamento a sinistra) nuovamente a destra e la
terza... è una "S" sinistra-destra-sinistra: inizia il
divertimento!!
Hocheichen - querce alte - Km.3
Non è finita, perché subito
dopo la "S" ci aspetta in agguato Hocheichen, scivolosa destra-sinistra
in leggera discesa. In questo tratto, durante la costruzione, fu
abbattuta parte della foresta composta anche da querce secolari.
Evidentemente ai tempi non c'erano ancora i Verdi, ma le querce sono
riuscite comunque a vendicarsi con questa curva infida.
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Alla prima curva arriva Graham
Hill, Chris Amon e Jackie Stewart.
Alla nebbia, ora si somma la nuvola d'acqua che le
vetture sollevano.
Stewart ha davanti due sole
vetture, riesce a malapena a vedere la
pista. |
Quiddelbacher Hohe - cima Quiddelbach
Riprendiamo in piena accelerazione e, passando
vicino al punto più alto del territorio del villaggio di
Quiddelbach, raggiungiamo la fine di una salita con un dubbio: freniamo
prima che finisca la salita o subito dopo al "salto", appena prima
però della veloce curva a destra di Quiddelbacher Hohe? In
verità si potrebbe anche non frenare, ma un colpetto a
salita finita non fa di certo male!!
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Flugplatz - aerodromo - Km.4
Arriviamo quindi (più o meno) sparati a
Flugplatz, una lieve curva a sinistra che segue alla lunga destra
precedente; stiamo prendendo il volo (non per niente siamo vicini ad un
campo di volo a vela) verso un rettilineo in leggera salita, che al
fondo nasconde un'insidia. Prima di fare i "Socchmacher", è
meglio conoscere bene la pista!
Schwedenkreuz - croce svedese - Km.5
Eccola l'insidia, non poteva che essere una croce!
Veloce curva a sinistra in leggera e costante discesa, da raggiungere
tenendosi a destra, ma proprio a destra!! Schwedenkreuz prende il nome
da una croce di pietra presente sulla destra del circuito. Questa croce
ricorda la guerra con la Svezia (1618 - 1648) e, considerata la data
apposta (1638), più probabilmente ricorda l'assassinio di
Hans Friedrich Datenberg (sindaco di Kalberg ed esattore delle tasse di
Adenau) da parte di alcuni disertori dell'esercito svedese. |
Stewart sfonda la nuvola d'acqua
che solleva la vettura che lo precede e la supera all'Adenauer Forst.
La vettura superata è la Ferrari di Chris Amon. Peccato.....!
Amon aveva tutti i vantaggi per mantenere almeno la seconda posizione:
la macchina migliore e il muro d'acqua che la Ferrari sollevava per
tenere lontano Stewart. |
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Fuchsrohre - tubo della volpe - Km.6
Ci immergiamo ora nella discesa di Fuchsrohre: 4 o
5 curvette che non si fanno, o meglio, nelle quali conviene sempre
tenere una traiettoria rettilinea, facendo il filotto ai cordoli, per
teminare nella "compressione" (C) . Ah la compressione, posso solo dire
che è uno dei punti in cui (come dice un Maestro della
Nordschleife) se ti ritrovi con un oliva nel ehm... fai l'olio! Gli
operai chiamarono così questo tratto perché qui,
durante la costruzione nel 1927, una volpe spaventata si
rifugiò per parecchio tempo in un tubo della canalizzazione
dell'acqua; cioè, qui si sono sempre spaventati tutti, anche
le volpi.
Adenauer Forst - foresta di Adenau
Risaliamo con ancora un po' di tachicardia e, dopo
un sinistra-destra, ci ritroviamo nella foresta di Adenau. Ci attende
una "S" super-schiacciata, quasi come due tourniquet in successione, a
sinistra il più chiuso e a destra il secondo in
accelerazione. Adenauer Forst è uno dei tratti tecnicamente
più difficili (a dire il vero però non sono
pochi!). |
Lo scozzese ora continua a
spingere supera il ferrarista all'Adenauer Forst, si sente come libero. |
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Metzgesfeld - campo Metzges
Dopo un tratto di rettilineo, ci sembra di essere
tornati alla croce svedese... ma è un'altra cosa (in tutti i
sensi). E' sì un curvone a sinistra, ma che finisce in una
"S" che si percorre dritta e che porta alla curva successiva. Le
ragioni del nome Metzgesfeld sono sconosciute. Da una mappa del 13860
deriverebbe che fosse il terreno della famiglia Mertgends (con un
errore di trascrizione del Cognome). Bò, sarà, ma
a noi interessa solo che stiamo entrando in uno dei tratti
più belli della Nordschleife.
Kallenhard - foresta di Kallen - Km.8
"Hard", in tedesco antico, significa "foresta di
montagna". Il termine Kallen, al contrario, è di origine
sconosciuta. Oramai l'abbiamo capito, stiamo correndo, immersi nella
foresta, sui saliscendi delle colline vulcaniche dell'Eifel (la zona
turistica tedesca ai confini con il Belgio che ospita il Nurburgring).
Ora dobbiamo proprio iniziare ad impegnarci con la guida.
Perché? Solo da qui?! Comunque, facciamo la destra di
Kallenhard e poi.. e poi cerchiamo solo di non ostacolare i fulmini che
conoscono il 'Ring al millimetro ed arrivano improvvisamente alle
spalle (gli specchietti retrovisori si consumano più di
freni e gomme!) |
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La visibilità si
è ridotta a poche decine di metri. Hill è sempre in prima posizione
Aumenta il distacco di Brabham
da Hill... |
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Miss-Hit-Miss - mancare-colpire-mancare
Come dire, qui non mi resta che fare il
cattedratico stringato: denominazione non ufficiale della tripla curva
cieca a destra tra Kallenhard e Wehrseifen. I tedeschi la chiamano Drei
Rechte (tre destri). Questo appellativo consegue alla linea di
traiettoria, rispetto ai tre punti di corda (Miss-Hit-Miss), da tenere
durante la curva: mancare, colpire, mancare... i cordoli! Faites vos
jeux!
Wehrseifen - valle di difesa
Quindi scendiamo in questa sottospecie di cavatappi
di Wehrseifen, dal nome della valle che separa gli abitati di
Breidscheid e Adenau (che ora sono fusi nel comune di Adenau).
Giù a destra, tornantino a sinistra, su a destra. |
Stewart guadagna secondi su Hill. |
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Breidscheid - striscia larga della foresta
(cioè zona disboscata)
Scendiamo una volta per tutte. Questa lunga (a dire
il vero sarebbero due in successione) curva a sinistra di Breidscheid
è la più bassa del circuito (m. 320 s.l.m.) e
prende il nome dall'omonimo e vicino villaggio. In questo tratto
c'è il secondo accesso alla Nordschleife che (trovandosi
quasi a metà circuito) può essere utile come
uscita d'emergenza; il sottoscritto ne approfittò nel 2001
per un bullone della ruota posteriore sinistra che si era allentato.
Attenzione, qui bisognerebbe fare i 50 Km/h...
Exmühle - mulino ad acqua
Con un colpetto di freni in salita, imbocchiamo la
destra di Exmühle dove i cavalli, oltre alla
capacità, fanno la differenza.
La fama del mulino (sottostante alla curva) è dovuta al suo
proprietario che si rifiutò di vendere il terreno per la
costruzione del paddock. Exmühle è anche conosciuta
come Junek Kurve, dal nome del pilota ceco Viktor Junek morto qui nel
1928.
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Stewart ora è nella
scia della Lotus di Hill.
Sicuramente pensa quale può essere il punto migliore per
tentare il sorpasso ai danni di Graham Hill.
Sta diluviando... La gara non viene sospesa...
Hulme è in testa-coda.......perde cira 1 minuto. |
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Lauda Linksknick - curva a sinistra di
Lauda
Passiamo, con un attimo di raccoglimento, per
questa veloce curva a sinistra dal nome non ufficiale, ma che ricorda
il tratto di circuito in cui Niki Lauda ebbe il tremendo incidente che
determinò la chiusura del circuito ai G.P. di Formula 1
(1° agosto 1976).
Bergwerk - miniera
In leggera discesa, dobbiamo decidere quando
frenare; verrebbe voglia di frenare prima, ma bisogna saper aspettare e
pestare il piede solo all'inizio della canalina di scolo che vediamo
sulla sinistra. Siamo entrati nel lungo curvone a destra ed in discesa
di Bergwerk, nome dovuto alla miniera d'argento esistente fino al 1900. |
Stewart
per superare Hill deve
guidare la sua Matra al meglio nel tratto del piccolo Karusell, in modo
da avvantaggiarsi in
uscita ed attacare l'inglese nella curva che
precede il rettilineo Dottinger
Hohe. Siffert è fermo:
guasto all'accensione. |
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Kesselchen - piccola valle - Km.12
Ci immettiamo quindi in questo lungo rettilineo,
prima sinistrorso e poi destrorso, che (a percorrerlo) proprio
rettilineo non sembra. A Kesselchen, il tracciato della Nordschleife si
è dovuto adeguare alle caratteristiche di questa piccola
valle, tanto da prenderne il nome. E dopo una bella tirata, arriviamo
alla curva della mutua... ma che mutua, del coraggio!!
Mutkurve - curva del coraggio
Per capire il nome dato a questo curvone a
sinistra, bisogna già conoscere un po' la Nordschleife ed
iniziare a volerla percorrere sempre più velocemente.
Arrivati a Mutkurve, bè, bisogna avere parecchio coraggio
per andare veramente forte! |
Intanto si susseguono testacoda e
ritiri, i motori esasperati si rompono con perdite di olio rendendo
l'asfalto viscido.
Bruce McLaren perde 30 secondi a giro. |
• Klostertal - valle del convento
Felici della propria audacia, percorriamo dapprima
questa veloce destra con dosso di Klostertal, nome dovuto alla presenza
(nel 14° secolo) di un convento. |
Steilstrecke Kurve - Curva del percorso
ripido |
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Poco dopo raggiungiamo un lungo tornante sempre a
destra denominato la curva di Steilstrecke. Di fatto Steilstrecke (S)
è un tratto di circuito, attualmente non in uso, che collega
direttamente le uscite di Klostertal e di Hohe Acht. Questo nastro di
strada è lungo 450 metri ed ha una pendenza massima (per
gran parte della sua lunghezza) del 27%!!! Non fu costruito per le
corse (anche se alcune volte fu utilizzato), ma per i test motoristici
(funzione tutt'ora molto sfruttata sulla Norschleife e già
considerata all'atto della progettazione).
Questa ripida salita è stata così rilevante per
la storia della Nordschleife, da dare il nome a questa curva; gli
aneddoti si sprecano. |
Lo scenario è
infernale..... Rodriguez è in difficoltà con la sua BRM. |
Caracciola Karussell - giostra di
Caracciola |
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Dopo un breve tratto, saliamo su questa famosissima
giostra, conosciuta anche come Grande Karussell (per distinguerla dal
Piccolo Karussell, altra curva con caratteristiche simili). Di fatto la
metà interna della carreggiata, molto angolata, fu ideata
solo a fini di drenaggio dell'acqua. Ma Caracciola, per andare più veloce, provò a
girare sulla superficie di drenaggio e non sulla pista vera e propria.
La "traiettoria" del grande Rudolf fu presto copiata anche dagli altri
piloti e così nel 1932 si decise di rivestire la superficie
di drenaggio con delle lastre di calcestruzzo. Per entrare correttamente nella giostra ci si può aiutare
puntando un pino. Qualcuno dice che è dura cercarlo in mezzo
alla foresta... ma si vede, l'importante è non sbagliare
pino!!
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Hohe Acht - alto punto di osservazione
Passato il Karussell, saliamo ancora con una
leggera (ma cieca) curva a sinistra (non freniamo, non ce
n'è bisogno) e raggiungiamo questo tratto dove si susseguono
una curva nuovamente a sinistra (qui è igienico frenare) ed
una (praticamente doppia) curva a destra. Hohe Acht è il
nome della vicina montagna che, con i suoi 746,9 metri, è la
cima più alta dell'Eifel.
Questo tratto di circuito è di fatto il secondo in altezza,
preceduto solo dal settore denominato T13.
Hedwigshöhe - cima Hedwig
Raggiungiamo quindi la Cima di Hedwig: curva a
destra dedicata alla moglie dal dott. Otto Creuz (padre del 'Ring).
Pronti alla battaglia! Entriamo nei tre chilometri per me
più belli in assoluto della Nordschleife. |
La pioggia e la nebbia hanno
creato dei distacchi abissali, Hulme, McLaren, Gurney, Ickx, Brabham,
girano con alcuni minuti di ritardo. |
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Wippermann - uomo ondeggiante
I primi 500 metri circa sono una successione di
destra-sinistra in cui ci si diverte a prendere almeno un cordolo in
pieno, ma solo se si va veramente forte, altrimenti non serve!
Terminiamo lo shakeraggio con la doppia curva a destra di Wippermann,
il cui nome deriva dal fatto che originariamente aveva una superficie
molto irregolare. Già non è una curva facilissima
adesso, non voglio pensarci con l'ondeggiamento!
Eschbach - torrente dei frassini
Poi ci infiliamo in questo curvone a sinistra,
mezzo in salita e mezzo in discesa (una libidine!), che prende il nome
da un vicino ruscello così chiamato per i frassini che lo
costeggiano: Eschbach. |
La Matra blu dello scozzese sul
rettilineo Dottinger Hohe entra nella nuvola d'acqua sollevata dalla Lotus di Hill.
La supera - pochi secondi in "apnea" - poi via libera. Stewart è in prima
posizione nell' "inferno verde" come lui chiama il Nurburgring. .Lo scozzese ha 8 secondi di
vantaggio su Hill. Aumenta ancora il distacco da
Hill 25 secondi. |
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Brünnchen - piccolo pozzo - km. 16
E scendiamo sulla ribalta. Qui sotto c'è
una raccolta d'acqua (da qui il nome) che in passato serviva a fornire
il villaggio di Herschbroich. Ma a Brünnchen abbiamo di fronte
il pubblico che ci osserva: è in effetti uno dei punti
d'osservazione più quotati, la gente non manca mai ed i Ring
Taxi (e non solo loro) spesso si esibiscono in spettacolari scodate.
Di fatto scendiamo curvando a destra e, dopo un breve rettilineo,
risaliamo sempre curvando a destra.
Eis (Hollywood)-kurve - curva ghiacciata
Dopo una curva a sinistra, raggiungiamo questa
insidiosa destra praticamente perennemente in ombra e per di
più anche un po' in contropendenza. Non per niente il suo
nome avverte che scivolare non è poi così
difficile!
Sul perché Eis Kurve sia detta anche Hollywood, non saprei,
ma dopo di lei si apre di certo un altro spettacolo! |
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Chris Amon in terza posizione
cerca di portarsi sulla scia del pilota inglese Graham Hill.
Il ferrarista cerca uno spiraglio tra quel
muro d'acqua, ma senza
successo.
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Pflanzgarten - vivaio - Km.17
Le curve chiamate Pflanzgarten sono due successive
(o tre, se si considera anche la destra dopo il salto) e si trovano in
una zona dove il comune di Nürburg patrocinò un
vivaio di piante. Sinistra-destra-sinistra da percorrere in linea
retta, curvone a destra in salita, curva a sinistra con... il salto
più fotografato del Nurburgring!
Chwalbenschwanz - coda di rondine
Dopo 6-700 metri di velocità, drizzando
una lunga "S" destra-sinistra-destra, raggiungiamo Schwalbenschwanz,
così chiamata dai costruttori per la forma apparentemente
biforcuta, a coda di rondine.
Curva a destra, salita che curva a sinistra e nuovamente a sinistra per
entrare nel... |
Stewart guadagna ancora secondi,
sono 34 di vantaggio su Hill. Lo scozzese inizia a pensare che sarebbe stato il caso di gestire quel
divario che
- per gli altri - sarebbe stato molto difficile colmare. Il pupillo di
Ken Tyrrell
dunque inizia a rischiare molto di meno in alcuni tratti
del tracciato, preoccupandosi solamente di mantenere
il controllo della
sua Matra e di tenerla lontana dalle insidie del circuito dell'Eifel. |
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Kleines Karussell - piccolo Karussell
Il nome della curva deriva dalla somiglianza con il
Caracciola-Karussell (lastre di calcestruzzo inclinate), ma
l'inclinazione minore ed il raggio maggiore fanno sì che la
si consideri Kleines Karussel, cioè la giostra piccola. Io
però non la dimenticherò mai, perché
qui ho rifatto la fiancata della mia cara 3,2. Solo un consiglio:
è meglio entrare a metà, "scivolando" leggermente
per uscire in basso.
Se si sta troppo rasenti al limite esterno delle lastre, si rischia che
la posteriore destra esca dallo scalino, con le inevitabili conseguenze
che io ho avuto modo di provare. Ma grazie a quell'avventura, ho
conosciuto anche il mitico Bongard (il giallo carro-attrezzi del
Nurburgring). Bella soddisfazione!?!
Algenkopf - collina del patibolo - Km.19
Via verso il patibolo: sulla collina alla destra
del circuito, un tempo si eseguivano le esecuzioni pubbliche. E dopo la
lunga, interminabile svolta a destra di Galgenkopf, si apre davanti a
noi il lungo rettilineo della Nordschleife. |
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Amon è sulla scia
della Lotus di Graham Hill. Il ferrarista decide che il momento per attaccare Hill è
arrivato.
La sagoma della Ferrari entra nel muro d'acqua per uscirne subito, non
a fianco della Lotus del britannico,
ma fuori pista, in testa-coda. |
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Döttinger Höhe - cima
Döttingen
Qui, sulla discesa verso la fine del nostro giro,
si passa per il punto più alto del territorio del villaggio
di Döttingen, a me particolarmente caro perché da
sempre (Maggio 1999) il paese in cui risiedo quando sono al
Nurburgring. S'incontra anche il ponte (P), in tralicci di ferro, che
segna il termine del giro cronometrato (BtG).
Anche se siamo sul rettilineo, dobbiamo
però rallentare perché ai "turisti" del 'Ring
tocca uscire. Nei week-end qui si forma anche la coda: siamo o non
siamo turisti!!!
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La
monoposto del Cavallino
Rampante è andata ad impattarsi contro il guard-rail. Anche se
non ci sono state conseguenze
per il pilota, l'uscita di pista ha
coinciso con il ritiro della Ferrari. Hill rimane in seconda posizione.
L'austriaco Jochen Rindt con Amon
fuori gara, ha sul mirino la verde Lotus di Graham Hill ma il motore
della sua Brabham
non è
più competitivo e deve arrendersi al pilota inglese.
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Stewart vince alla media di 139800 Km/h.
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Matra MS 10 Cosworth |
NURBURGRING |
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Dosso di Brünnchen 1969
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Bruce McLaren - McLaren
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Vincitore della gara Jacky Ickx - Brabham
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.Piers Courage - Brabham
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Jochen Rindt - Lotus
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Vic Elford - McLaren
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Jo Siffert - Lotus
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Francois Cévert - Tecno |
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Graham Hill - Lotus |
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GP Germania -Settima prova del mondiale 1967. Vittoria di Denny Hulme su Brabham-Repco, seguito da Jack Brabham e da Chris Amon. |
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Dosso di Brünnchen |
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Gran Premio di Germania 1976
La
gara è stata vinta dal britannico James Hunt su McLaren-Ford
Cosworth; per il vincitore si trattò del quarto successo nel
mondiale. Ha preceduto sul traguardo il sudafricano Jody
ScheckterTyrrell-Ford Cosworth e il tedesco Jochen Mass, anch'egli su
McLaren-Ford Cosworth.
La gara viene ricordata per il grave incidente che occorse a Niki Lauda,
pilota della Scuderia Ferrari.
A seguito dell'incidente la F1 abbandonò l'utilizzo della Nordschleife. |
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Il Record è rimasto a Clay
Regazzoni (Ferrari)
7'06"4 (media: 192,8 km/h) Gran Premio di Germania 1975 - "tracciato di
Km. 22,900".
A voler essere precisi, il record assoluto in F1 lo detiene Niki Lauda
che, sempre nel 1975, conquistò la pole-position (quindi
durante le prove e non in gara) con la Ferrari 312B, girando in 6'58"6
alla media di 196,4 km/h.
Il Nurburgring fu progettato e costruito come
complesso di due circuiti: Nordschleife di 22.810 metri e Sudschleife
di 7.747 metri. Due stupendi circuiti distinti, ma sfruttabili anche
come unico circuito di 28.265 metri, grazie ad un settore comune (il
doppio rettilineo di 2.292 metri) comprendente la zona di
partenza/arrivo. |
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La Sudschleife, con le sue 37 curve e dislivelli
dal 5 al 16%, fin da subito patì la grandezza e la
superiorità della Nordschleife. Le gare negli anni furono
disputate sempre un po' a singhiozzo; molto spesso, inoltre, l'uso
della Sudschleife fu legato all'uso della Nordschleife, cioè
nella conformazione a circuiti uniti. Con la fine degli anni '70
cessò di essere utilizzata e nei primi anni '80 fu demolita,
per far posto al nascituro GP Strecke.
Proviamo a fare un giro su questo pezzo di storia dell'automobilismo
sportivo |
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Si parte dal primo rettilineo in senso N-S
o orario. Siamo praticamente sull'attuale rettilineo dei box del GP
Strecke.
Quindi svoltiamo a SX su di un tratto che non
esiste più, ma che può essere localizzato con
l'inizio della strada per Welcherath (foto 1); è quella che
incrocia il rettilineo che corre lungo il complesso del 'Ring (strada
B412), con indicazione appunto per Welcherath. Quindi prendiamo a Dx la
strada per Müllenbach (foto 2).
Se vogliamo invece continuare solo sulla Nordschleife (ante anni '80),
a fine rettilineo facciamo un curvone di 180° a Dx, posto
più o meno a livello dell'attuale Mercedes Arena del GP
Strecke, per percorrere il 2° rettilineo (attualmente non
più esistente), che corre in senso contrario, parallelo e a
ridosso del primo. |
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Continuiamo a percorrere la
Sudschleife. Proseguiamo quindi in direzione Mullenbach, percorrendo
una strada che ricalca
quasi fedelmente il tracciato della Sudschleife:
una lunga discesa, con belle curve in successione.
Parallelamente sulla destra sono ancora visibili
dei tratti del vecchio circuito.
Anche se non si percorre il vecchio tracciato vero e proprio, l'
emozione e tanta, perché è praticamente lo
stesso!
Curva a Dx di 90°, rasente l'abitato, e si inizia a salire
gradualmente.
Anche qui si possono vedere tratti del vecchio percorso correre
paralleli alla strada che stiamo percorrendo. Ma, dopo un breve semi
rettilineo, per vedere i resti della Sudschleife bisogna fermare l'auto
ed andare un po' più all'interno e... spettacolo!
Si può ammirare una bella e lunga discesa sinistrorsa (foto
3), che prosegue con una stupenda e sempre più ripida salita
destrorsa (foto 4). |
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A vedere ancora oggi questo tratto, ci si
immaginano auto e moto degli anni passati sfrecciare per la discesa e
risalire a velocità folle, incuranti di correre immersi nel
verde dell'Eifel.
La salita continua, fino a sterzare sempre più a Dx (foto 5)
e si arriva dove è parcheggiata la mia bella (foto 6),
quindi si sterza decisamente ulteriormente a Dx per aggirare poi, con
una lunga rotonda sinistrorsa, lo Scharfer Kopf (Testa Aguzza, collina
di 678 m. s.l.m.).
Si percorre praticamente la stessa strada esistente, per poi dirigersi
veloci (almeno quando c'era la Sudschleife, visto che questo ultimo
tratto non esiste più) verso il secondo rettilineo, che
correva (in senso contrario), parallelo e a ridosso del primo.
Ecco, questa è la Sudschleife, più corta, meno
avvincente della sorella maggiore, ma pur sempre una gran bella pista
di curve e sali-scendi immersi nella foresta, degna di piloti con il
fegato, ma anche con il cuore.
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Dopo la guerra il Gran Premio di Germania riprese nel 1950 come gara per vetture di Formula 2
per poi venire inserito nel Campionato mondiale di Formula 1 nel 1951.
Gran Premio di Germania - 1951
Nürburgring
domenica 29 luglio 1951 - 20 giri x 22.810 km - 456.200 km |
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Gran Premio di Germania 1951
si è svolto sul circuito
del Nürburgring Nordschleife il 29 luglio 1951 sulla distanza di
20 giri, per un totale di 456,2 km.
È la seconda vittoria
consecutiva per la Ferrari che piazza 5 vetture nei primi 6 posti,
è anche la prima vittoria nel mondiale per Ascari..
Resoconto
Il Campionato del
Mondo visita la Germania per la prima volta e dopo la gara thrilling di
Silverstone corsa due settimane prima ci si aspetta molto. L'Alfa Romeo
porta quattro 159 per Juan Manuel
Fangio, Nino Farina, Felice Bonetto e Paul Pietsch, mentre la Ferrari
corre con Alberto Ascari, Luigi Villoresi, Piero Taruffi e il vincitore
di Silverstone José Froilán González. In prova
Ascari e González sono più veloci di Fangio e Farina
condividendo la prima fila mentre Villoresi, Taruffi e Pietsch sono in
seconda fila. Farina parte bene e va in testa ma nel corso del primo
giro viene passato da Fangio, Ascari e González, mentre Pietsch
è in quinta posizione, nonostante un'uscita di pista al 2º
giro. Le Alfa Romeo hanno problemi, in particolare Farina costretto al
ritiro, lasciando Fangio a battagliare da solo con le Ferrari. Mentre
le Alfa hanno bisogno di 2 pit-stop, le Rosse possono farne soltanto
uno. Fangio perde la testa quando entra ai box ma la riguadagna quando
Ascari entra a rifornire. Fangio prova a guadagnare il più
possibile per poter tornare in testa dopo la sosta ma non ce la fa e
Ascari va al comando. Negli ultimi giri Ascari rientra inaspettatamente
per cambiare una gomma ma il motore di Fangio non gira più come
i primi giri e la Ferrari rimane davanti.
1a vittoria per Alberto ASCARI |
1a pole position per Alberto ASCARI |
2a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1952
Nürburgring
domenica 3 agosto 1952 - 18 giri x 22.810 km - 410.580 km |
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Il Gran Premio di Germania 1952 fu la sesta gara della stagione
1952 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 3 agosto sul
Circuito del Nürburgring.
Jean Behra Nurburgring, 1952
La manifestazione vide la vittoria di
Alberto Ascari, seguito da Nino Farina, Rudi Fischer e Piero Taruffi,
che realizzarono un incredibile poker per la Scuderia Ferrari.
- 6a vittoria per Alberto ASCARI
- 2o e ultimo podio per Rudi FISCHER
- 10o podio per Giuseppe FARINA
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10o podio per Alberto ASCARI |
8a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1953
Nürburgring
domenica 2 agosto 1953 - 18 giri x 22.810 km - 410.580 km
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Il Gran Premio di Germania 1953
fu la settima gara della stagione 1953 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 2 agosto sul Circuito del Nürburgring. La
manifestazione vide l'ultima vittoria in carriera di Nino Farina su
Ferrari, seguito da Juan Manuel Fangio su Maserati e da Mike Hawthorn
su Ferrari.
È stato il Gran Premio di Formula 1 con il maggior numero di
piloti al via, ben 34.
Nonostante
il mancato piazzamento a punti, Alberto Ascari conquista in questo Gran
Premio il suo secondo e ultimo titolo mondiale, con 2 gare di anticipo
sulla fine del Campionato.
Alberto ASCARI è Campione del Mondo |
5a e ultima vittoria per Giuseppe FARINA |
16a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1954
Nürburgring
domenica 1 agosto 1954 - 22 giri x 22.810 km - 501.820 km |
Gran Premio di Germania 1954.
La
manifestazione fu segnata dalla tragica scomparsa della giovane
promessa argentina Onofre Marimon,
morto durante le prove a causa
di un'uscita di pista; si trattò
del primo incidente mortale avvenuto nella storia dellaFormula 1.
Qualifiche
Dopo la
sconfitta riportata ad opera delle Ferrari nel gran premio precedente,
la Mercedes porta al Nürburgring una nuova versione a ruote
scoperte della W196 per Juan Manuel Fangio, Karl Kling ed Hermann Lang,
mentre Hans Herrmann continua ad usare il modello carenato.La sessione
di qualifica vede Fangio conquistare la pole-position davanti ad
Hawthorn, ma è funestata dall'incidente mortale di Onofre
Marimon; mentre percorre un tratto in discesa, il giovane pilota
argentino perde il controllo della sua Maserati, esce di pista e si
ribalta diverse volte, rimanendo ucciso sul colpo. Luigi Villoresi e
Ken Wharton, compagni di squadra di Marimon si ritirano dalla
manifestazione, addolorati dal tragico evento, mentre Sergio Mantovani
decide di prendere il via.Stirling Moss, al volante di una Maserati
privata, si schiera in terza posizione, davanti alla Mercedes di Hans
Herrmann, al trionfatore di Silverstone José Froilán
González e al sorprendente Paul Frere su Gordini.
Gara
Fangio e Kling balzano subito al comando della gara con le loro Mercedes, mentre Mike Hawthorn,
uno dei principali pretendenti alla vittoria, si deve ritirare nelle
fasi iniziali per la rottura di un asse; lo imiteranno Moss, Frere e il
pilota privato Roberto Mieres. Hermann Lang,
idolo dei tifosi locali e stella dell'automobilismo tedesco prima della
guerra, è costretto al ritiro dopo 10 giri: sarà la sua ultima
apparizione in un Gran Premio valido per il Campionato del Mondo di
Formula 1.
Al 16º giro Fangio continua a comandare davanti al compagno Kling
e a Gonzalez; quest'ultimo abbandona la competizione addolorato per la
morte del connazionale Marimon, cedendo il volante della sua Ferrari al
compagno Mike Hawthorn,
che parte all'inseguimento delle Frecce d'Argento. Sale al secondo
posto quando Kling si ferma ai box per rifornire, e comincia ad
incalzare la vettura di Fangio. Verso la fine della gara, però,
l'inglese, rallentato dalla pioggia, rinuncia ad attaccare il rivale, e
si accontenta di preservare la posizione dalla vettura gemella di Maurice Trintignant.
Fangio
vince così una gara dominata dall'inizio alla fine, la quarta in
stagione e l'undicesima in Formula 1; alle sue spalle finiranno
Hawthorn, Trintignant, Karl Kling, che si aggiudica anche il punto per
aver fatto segnare il giro più veloce della gara, e Sergio
Mantovani, per la prima volta in carriera a punti, che porta una magra
consolazione alla Maserati. Il pilota argentino aumenta con questa
vittoria il suo distacco dai rivali in classifica: ora ha più
del doppio dei punti del secondo, Gonzalez, e una vittoria nel Gran
Premio successivo, in Svizzera, gli consegnerebbe il secondo titolo
iridato.
La gara, durata 3 ore e 45 minuti è passata alla storia come la
più lunga della storia della Formula 1. Questo record durerà fino al Gran Premio del Canada 2011,
che durò poco più di 4 ore, anche se in quell'occasione
ci fu una lunga interruzione dovuta alla pioggia battente.
- 11a vittoria per Juan Manuel FANGIO
- 14a pole position per Juan Manuel FANGIO (nuovo record)
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1o e unico migliore giro per Karl KLING |
2a vittoria per Mercedes |
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Nel 1955 il Gran Premio fu sospeso in seguito alla tragedia avvenuta durante la 24 ore di Le Mans
Gran Premio di Germania - 1956
Nürburgring
domenica 5 agosto 1956 - 22 giri x 22.810 km - 501.820 km |
Il Gran Premio di Germania 1956 fu la settima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 5 agosto sul Nürburgring.
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito da Stirling Moss e da Jean Behra.
- 20a vittoria per Juan Manuel FANGIO
- 20o migliore giro per Juan Manuel FANGIO
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25a vittoria per Ferrari |
75o podio per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1957
Nürburgring
domenica 4 agosto 1957 - 22 giri x 22.810 km - 501.820 km |
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Gran Premio di Germania 1957
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Maserati,
in una da molti considerata come tra le più belle vittorie nella storia
dell'automobilismo, nonché l'ultima in carriera per il pilota
argentino.
Gara
Prima della gara Fangio prese nota dei livelli di carburante e delle gomme usate dai piloti Ferrari
e capì che probabilmente avrebbero corso l'intera gara senza fare
pit-stop. Decise così di usare gomme più morbide con metà serbatoio di
benzina. Questo gli avrebbe permesso di affrontare le curve più
velocemente, ma si sarebbe dovuto fermare per far rifornimento durante
la corsa. Fangio si fermò al tredicesimo giro, in prima posizione, con
30 secondi di vantaggio su Hawthorn e Collins.
Il pit stop fu un disastro, con i meccanici in difficoltà nel
cambio di una gomma. Fangio tornò in gara in terza posizione, 48 secondi
dietro Collins, che al momento era secondo. Nei successivi 10 giri il
pilota argentino batté il record sul giro 9 volte (di cui 7 volte in
giri consecutivi). All'inizio del ventunesimo giro riuscì a superare
Collins in rettilineo quando le vetture si presentarono sotto un ponte
che permetteva a malapena il passaggio di due macchine affiancate. Al
termine dello stesso giro Fangio, arrivando in una curva a sinistra,
superò Hawthorn mettendo entrambe le ruote interne sull'erba. Mantenne
la prima posizione e vinse la gara.
Dopo la gara Fangio disse: «Non ho mai corso così velocemente in
tutta la mia vita, e penso che non sarò mai più in grado di farlo».
Per aumentare la partecipazione di concorrenti all'evento, gli organizzatori accettarono in gara anche vetture da Formula 2.
Ai piloti in Formula 2 (mostrati in giallo nella tabella sottostante)
non fu possibile far segnare punti nel campionato costruttori ed alcune
fonti non considerano queste apparizioni tra le statistiche in carriera.
Juan Manuel FANGIO è Campione del Mondo |
24a e ultima vittoria per Juan Manuel FANGIO |
9a vittoria per Maserati |
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Gran Premio di Germania - 1958
Nürburgring
domenica 3 agosto 1958 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Tony Brooks e Stirling Moss Nürburgring, 1958
Il Gran Premio di Germania 1958 fu l'ottava gara della stagione 1958 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 3 agosto al Nürburgring.
La
corsa vide la vittoria di Tony Brooks su Vanwall, seguito dalle Cooper
di Roy Salvadori e Maurice Trintignant. All'undicesimo giro, nel
disperato tentativo di raggiungere il leader della corsa Brooks, Peter
Collins uscì di pista sotto gli occhi del compagno di scuderia
Hawthorn e finì contro un albero. A causa delle gravi ferite
subite morirà durante il tragitto verso l'ospedale di Bonn.
Per
aumentare la partecipazione di concorrenti all'evento, gli
organizzatori accettarono in gara anche vetture di categoria Formula 2.
Ai piloti in Formula 2 (mostrati in giallo nella tabella sottostante)
non fu possibile far segnare punti nel campionato costruttori ed alcune
fonti non considerano queste apparizioni tra le statistiche in
carriera.
Si tratta del primo Gran Premio della storia della Formula 1 senza alcun pilota italiano al via.
- 2o e ultimo podio per Roy SALVADORI
- 32o e ultimo Gran Premio per Peter COLLINS
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3a vittoria per Tony BROOKS |
6a vittoria per Vanwall |
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Gran Premio di Germania - 1959
Avus
domenica 2 agosto 1959 - 60 giri x 8.300 km - 498.000 km
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Il Gran Premio di Germania 1959 fu la sesta gara della stagione 1959 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 2 agosto sul tracciato dell'AVUS.
Sesta gara della stagione 1959 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 2 agosto sul tracciato dell'AVUS.
A causa delle altissime velocità in pista l'evento fu diviso in due
manche da 30 giri ciascuna. La classifica finale data dalla somma dei
tempi
vide un podio tutto Ferrari, con Tony Brooks vincitore, ed a seguire Dan Gurney e Phil Hill.
Il pilota francese Jean Behra morì in una gara di contorno al
volante di una Porsche RSK uscendo di pista alla curva sopraelevata.
- 6a e ultima vittoria per Tony BROOKS
- 3a e ultima pole position per Tony BROOKS
- 1o podio per Dan GURNEY
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50o Gran Premio per Stirling MOSS |
29a vittoria per Ferrari |
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Nel
1960 la gara fu riservata alle Formula 2, nell'unica occasione in cui
si usò la Südschleife (tracciato Sud) del Nürburgring
invece della tradizionale Nordschleife.
Gran Premio di Germania - 1961
Nürburgring
domenica 6 agosto 1961 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Richie GintherNurburgring, 1961.
La gara è stata vinta da
Stirling Moss su Lotus seguito dai due piloti della Ferrari Wolfgang
von Trips e Phil Hill.
Con questa gara, che rappresentava il ritorno della Formula 1 in
Germania dopo un anno di assenza e anche la XXIa edizione del Gran
Premio d'Europa, venne tagliato il traguardo dei 100 gran premi da
quello inaugurale in Gran Bretagna
che diede il via al Campionato mondiale di Formula 1
- 16a e ultima vittoria per Stirling MOSS
- 6a e ultima pole position per Phil HILL
- 6o e ultimo podio per Wolfgang von TRIPS
- 24o e ultimo podio per Stirling MOSS
- 6o e ultimo migliore giro per Phil HILL
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4a vittoria per Lotus |
17a vittoria per Climax |
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Gran Premio di Germania - 1962
Nürburgring
domenica 5 agosto 1962 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Gran Premio di Germania 1962
La gara
è stata vinta da Graham Hill su BRM, seguito da John Surtees su
Lola e da Dan Gurney su Porsche
.Il Gran Premio vede il debutto in Formula 1 della scuderia Brabham, guidata dal solo Jack Brabham;
qualificatosi solo al 25° e penultimo posto, il pilota australiano
porta la sua monoposto fino al 9º posto già al termine del primo giro,
per poi ritirarsi al 9º passaggio quando occupava la 14ª posizione.
- 16a e ultima vittoria per Stirling MOSS
- 6a e ultima pole position per Phil HILL
- 6o e ultimo podio per Wolfgang von TRIPS
- 24o e ultimo podio per Stirling MOSS
- 6o e ultimo migliore giro per Phil HILL
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4a vittoria per Lotus |
17a vittoria per Climax |
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Gran Premio di Germania - 1963
Nürburgring
domenica 4 agosto 1963 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Gran Premio di Germania 1963 .
La gara fu
vinta da John Surtees, al volante di una Ferrari, prima vittoria in
carriera del pilota britannico, mentre la "Rossa"
torna a vincere nel
mondiale per la prima volta dopo il Gran Premio d'Italia 1961
Qualifiche
Clark conquistò la quarta pole position consecutiva, precedendo
la Ferrari di Surtees. Terzo si piazzò Bandini sulla BRM della
Scuderia Centro Sud; alle spalle dell'italiano si piazzarono Hill,
McLaren, Ginther e Mairesse.
Gara
Al via Clark
mantenne la prima posizione, mentre Bandini ebbe un incidente subito
dopo il via, dovendosi ritirare. Il pilota della Lotus ebbe però
dei problemi al motore già nel corso del primo passaggio,
venendo superato da Ginther e Surtees. Nel corso del secondo giro,
mentre anche Ginther era colpito da problemi tecnici che lo fecero
scivolare indietro in classifica, Mairesse
ebbe un gravissimo incidente, causando la morte di un soccorritore e
subendo gravi ferite alle braccia; una tornata più tardiMcLaren
si schiantò per la rottura dello sterzo, riportando ferite alle
ginocchia.In testa alla corsa Clark provò a insidiare Surtees,
ma il problema al motore della sua Lotus lo costrinse a rinunciare,
accontentandosi del secondo posto. Surtees condusse fino alla bandiera
a scacchi, conquistando la prima vittoria in carriera in Formula 1
davanti a Clark; alle loro spalle Ginther risalì in terza
posizione grazie ai ritiri di McLaren e Hill, mentreMitter
approfittò dei ritiri di Maggs e Siffert per giungere quarto al
traguardo alla guida di una vecchia Porsche 718. Chiusero la zona punti
Jim Hall e Bonnier.
- 1a vittoria per John SURTEES
- 50o Gran Premio per Jo BONNIER
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- 36a vittoria per Ferrari
- 100o Gran Premio per Ferrari
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36a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1964
Nürburgring
domenica 2 agosto 1964 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km
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La corsa vide la vittoria di John Surtees su Ferrari, seguito da Graham Hill su BRM e da Lorenzo Bandini su Ferrari.
Durante le prove, alla curva Bergwerk, avvenne l'incidente che portò alla morte del pilota olandese Carel Godin de Beaufort.
2a vittoria per John SURTEES |
1o Gran Premio per Honda |
- 37a vittoria per Ferrari
- 40a pole position per Ferrari
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Gran Premio di Germania - 1965
Nürburgring
domenica 1 agosto 1965 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Il Gran Premio di Germania 1965
fu la settima gara della stagione 1965 del Campionato mondiale di
Formula 1,
disputata il 1º agosto sul Circuito del
Nürburgring.
La corsa vide la vittoria di Jim Clark su Lotus-Climax, seguito da Graham Hill su BRM e da Dan Gurney su Brabham-Climax.
A fine gara Jim Clark e la Lotus si laurearono Campioni del Mondo di F1
con tre Gran Premi di anticipo sulla fine del Campionato.
Jim CLARK è Campione del Mondo
- 19a vittoria per Jim CLARK
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Lotus è Campione del Mondo
- 24a vittoria per Lotus
- 25o migliore giro per Lotus
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- 40a e ultima vittoria per Climax
- 40a pole position per Climax
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Gran Premio di Germania - 1966
Nürburgring
domenica 7 agosto 1966 - 15 giri x 22.810 km - 342.150 km |
Il Gran Premio di Germania 1966
fu una gara di Formula 1, disputatasi il 7 agosto 1966 sul
Nürburgring. Fu la sesta prova del mondiale 1966 e vide la
vittoria di Jack Brabham su Brabham-Repco, seguito da John Surtees e da
Jochen Rindt.
Il
Gran premio è funestato dal grave incuidente di John Taylor, che
morirà circa un mese più tardi a causa delle ustioni
procuratesi dall'incendio susseguente all'urto della sua Brabham con la
Matra Formula 2 di Jacky Ickx (per rimpinguare la griglia di partenza
erano state ammesse, fuori classifica, anche delle vetture di Formula
2, mostrati in giallo nelle tabelle sottostanti).
11a vittoria per Jack BRABHAM |
6a vittoria per Brabham |
- 4a vittoria per Repco
- 44a e ultima pole position per Climax
- 40o podio per Maserati
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Gran Premio di Germania - 1967
Nürburgring
domenica 6 agosto 1967 - 15 giri x 22.835 km - 342.525 km |
Gran Premio di Germania 1967
Fu la settima prova del mondiale e vide la vittoria di Denny Hulme su Brabham-Repco, seguito da Jack Brabham e da Chris Amon.
Per la prima volta
dopo 50 Gran Premi, nessun pilota di nazionalità britannica
finisce a podio; l'ultima volta era accaduto alGran Premio di Francia 1962.I piloti di Formula 1 e di Formula 2
hanno corso insieme. Quelli di Formula 2 sono evidenziati dallo sfondo
giallo. Questi ultimi partono dal fondo dello schieramento
indipendentemente dal tempo fatto segnare in prova; per questo Jacky Ickx,
autore della terza miglior prestazione assoluta, è costretto a partire
dalla 18ª posizione, dietro ai piloti di vetture di Formula 1.
.
- 2a vittoria per Denny HULME
- 6o e ultimo migliore giro per Dan GURNEY
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- 9a vittoria per Brabham
- 2o e ultimo migliore giro per Eagle
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- 7a vittoria per Repco
- 2o e ultimo migliore giro per Weslake
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Gran Premio di Germania - 1968
Nürburgring
domenica 4 agosto 1968 - 14 giri x 22.835 km - 319.690 km |
Il Gran Premio di Germania 1968 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 4 agosto 1968 sul Nürburgring.
Fu l'ottava prova del mondiale 1968 e vide la vittoria di Jackie Stewart su Matra-Ford, seguito da Graham Hill e da Jochen Rindt
- 4a vittoria per Jackie STEWART
- 1a pole position per Jacky ICKX
- 1o migliore giro per Jackie STEWART
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- 2a vittoria per Matra
- 100o Gran Premio per Lotus
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- 11a vittoria per Ford Cosworth
- 25o e ultimo podio per Repco
- 10o migliore giro per Ford Cosworth
- 150o Gran Premio per Ferrari
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Gran Premio di Germania - 1969
Nürburgring
domenica 3 agosto 1969 - 14 giri x 22.835 km - 319.690 km |
Gran Premio di Germania 1969,
XXXII Großer Preis von Deutschland,
e settima gara del campionato di Formula 1 del 1969, si è svolto
il 3 agosto sul circuito
del Nürburgring ed è stato vinto
da Jacky Ickx su Brabham-Ford Cosworth
Qualifiche
Gerhard
Mitter durante le prove del Gran Premio. Lo stesso giorno
rimarrà vittima dell'incidente mortale che gli costerà la
vita.
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La
prima giornata di prove fu funestata dalla morte di Gerhard Mitter: il
pilota tedesco, alla guida di una BMW di Formula 2, uscì di pista alla
curva Schwedenkreuz, schiantandosi contro un albero. Estratto ancora vivo dalla vettura, morì durante il trasporto in ospedale.[ Sospettando una rottura alla sospensione o allo sterzo il team BMW ritirò Hubert Hahne e Dieter Quester;[senza fonte] vengono seguiti nella decisione dal compagno di squadra di Mitter alla Porsche, Hans Herrmann.
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Nella
sessione del primo pomeriggio Jackie Stewart fece realizzare i migliori
parziali, battendo il precedente record del circuito, prima di essere
scavalcato da Jacky Ickx nella sessione successiva, che fissò il
cronometro in 7'44"2 e ottenne la pole position provvisoria. Al secondo
posto si piazzò Jo Siffert,
staccato di oltre sei secondi. Solamente terzo lo scozzese, che
però si dichiarò molto soddisfatto della vettura. Dietro di lui Jochen
Rindt, che precedeva Bruce McLaren e Graham Hill.
Al sabato, Ickx si confermò, migliorando di circa due secondi il
proprio crono e conquistando la partenza al palo. Secondo fu Stewart, a
poco più di tre decimi dal pilota belga.
Solo quarto Siffert, protagonista nella sessione del venerdì; lo
svizzero non riuscì a migliorare il suo tempo e venne scavalcato pure da
Rindt. A chiudere il gruppo dei primi sei si schierarono invece Denis Hulme e Vic Elford..
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Gara
La gara si svolse
la domenica, in condizioni di tempo soleggiato, davanti a 350.000
tifosi. Al via Stewart, scattato molto bene, prese il comando superando
Ickx, scivolato al quarto posto. Nel corso del primo giro Vic Elford fu
vittima di un incidente in cui si fratturò un braccio e fu
costretto ad abbandonare la corsa]
Anche Mario Andretti, poco prima, era stato costretto ad abbandonare.
Al secondo giro Ickx passò Rindt e al passaggio seguente pure
Siffert, installandosi al secondo posto e cominciando a recuperare
secondi su Stewart. Dopo aver abbassato più volte il tempo
limite il belga raggiunse lo scozzese e, dopo un breve duello, lo
superò portandosi al comando.Intanto Rindt, già in
difficoltà da alcuni giri cominciò ad accusare noie al
motore e di lì a breve fu costretto al ritiro per la rottura
dell'impianto di iniezione. Al decimo giro Ickx guidava la corsa con
quattro secondi e mezzo di vantaggio su Stewart, mentre più
staccati seguivano Siffert, Hulme, McLaren e Beltoise. Il giro
seguente, però, Hulme fu costretto al ritiro, imitato pochi giri
più tardi da Siffert e Beltoise. I due vennero comunque
classificati al quinto e sesto posto.Vinse così Ickx per la
seconda volta in carriera, precedendo Stewart e McLaren..
- 2a vittoria per Jacky ICKX
- 1o migliore giro per Jacky ICKX
- 100o Gran Premio per Jo BONNIER
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- 11a vittoria per Brabham
- 10o podio per McLaren
- 10o migliore giro per Brabham
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22a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1971
Nürburgring
domenica 1 agosto 1971 - 12 giri x 22.835 km - 274.020 km |
Gran Premio di Germania 1971
XXXIII Großer Preis von Deutschland,
e settima gara del campionato di Formula 1 del 1971, si è svolto
il 1º agosto sul circuito
del Nürburgring ed è stato
vinto da Jackie Stewart su Tyrrell-Ford Cosworth.
- 17a vittoria per Jackie STEWART
- 10a pole position per Jackie STEWART
- 1o migliore giro per François CEVERT
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5a vittoria per Tyrrell |
39a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1972
Nürburgring
domenica 30 luglio 1972 - 14 giri x 22.835 km - 319.690 km |
Gran Premio di Germania 1972, XXXIV Großer Preis von Deutschland,
e ottava gara del campionato di Formula 1 del 1972,
si è svolto
il 30 luglio sul circuito del Nürburgring ed è stato vinto
da Jacky Ickx su Ferrari, seguito dal compagno di squadra Clay Regazzoni;
fu l'unica doppietta della stagione che riuscì ad ottenere la Scuderia Ferrari.
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Partecipanti
La Tyrrell schiera una 003 per Stewart e una 002 per Cevert.
La BRM schiera tre P160C per Beltoise,
Ganley e Wisell e una P160B per Helmut Marko che però essendo
ancora infortunato non corre.
La Ferrari iscrive tre 312B2 per Ickx, Andretti e Regazzoni, guarito dalla frattura al braccio.
La March schiera due 721G per Peterson e Lauda.
La Lotus schiera due 72D per Fittipaldi e Walker.
La McLaren iscrive una M19C per Hulme e una M19A per Redman.
La Matra schiera la nuova MS120D per Amon.
La Surtees schiera due vetture
ufficiali per Hailwood e Schenken, oltre alla solita semi-ufficiale di
De Adamich. Tutti e tre corrono sulla TS9B.
La Brabham schiera due BT37 per Hill e Reutemann e una BT34 per Wilson Fittipaldi
La Tecno iscrive una PA123/3 per Derek Bell.
La Eifelland March schiera una E21 per Stommelen.
Si iscrivono anche diversi team privati:
La Williams schiera una March 711 privata per Pace e una March 721 per Pescarolo che aveva distrutto a Brands Hatch la nuova Politoys.
La squadra Clarke-Mordaunt-Guthrie per la quale corre Beuttler schiera una March 721G.
La Scuderia Scribante, schiera una Lotus 72D per il sudafricano Charlton.
8a e ultima vittoria per Jacky ICKX |
- 49a vittoria per Ferrari
- 150o Gran Premio per BRM
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49a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1973
Nürburgring
domenica 5 agosto 1973 - 14 giri x 22.835 km - 319.690 km
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Il Gran Premio di Germania 1973, XXXV Großer Preis von Deutschland,
e undicesima gara del campionato di Formula 1 del 1973, si è
svolto il 5 agosto sul circuito del Nürburgring ed è stato
vinto da Jackie Stewart su Tyrrell-Ford Cosworth, ultima vittoria in
carriera per il pilota britannico.
Assente la Ferrari, con Jackie Ickx che si accorda per una partecipazione con la McLaren.
- 27a e ultima vittoria per Jackie STEWART
- 17a e ultima pole position per Jackie STEWART
- 13o e ultimo podio per François CEVERT
- 1o migliore giro per Carlos PACE
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16a vittoria per Tyrrell |
62a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania 1975
. La gara è stata vinta dall'argentino Carlos
Reutemann su Brabham-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò
del quarto successo nel mondiale.
Ha preceduto sul traguardo il francese Jacques Laffite su Williams-Ford Cosworth e l'austriaco Niki Lauda su Ferrar i.
Qualifiche
Nella
prima giornata di prove Niki Lauda su Ferrari fece segnare il tempo
migliore, in 7'00"6, migliorando il tempo ufficioso fatto segnare dallo
stesso austriaco nella stagione precedente. Lauda precedette le due
McLaren-Ford Cosworth di Jochen Mass e Emerson Fittipaldi; il quarto
tempo venne fatto dall'altro ferrarista Clay Regazzoni. Fittipaldi
scontò dei problemi di surriscaldamento del motore dovuto a una
perdita d'acqua.[3]
Il giorno seguente Lauda abbatté il muro dei 7 minuti sul giro
del circuito, ottenendo 6'58"6, alla media di 196,383 km/h. In prima
fila si classificò Carlos Pace su Brabham,
a un secondo e quattro decimi. Il giorno precedente le Brabham erano
state poco competitive, a causa del mancato adattamento della vettura
alle sconnessioni del circuito. La seconda fila venne egemonizzata dalla
Tyrrell, con Jody Scheckter davanti a Patrick Depailler.
Regazzoni chiuse quinto, mentre Mass, secondo al venerdì, fu solo
sesto, penalizzato da un brutto incidente che lo costrinse all'uso del
muletto. Una sua uscita nella zona dell'Adenauer Forst
danneggiò lievemente la vettura ma il sopraggiungente Tony Brise
uscì anch'egli nello stesso punto, e l'impatto della sua Hill
sulla vettura di Mass fu tale da distruggerla e metterla fuori uso. Al
mattino Ian Ashley, della Williams, ebbe un incidente che gli
costò una frattura al piede e l'impossibilità di prendere
il via alla gara.
Gara
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Niki Lauda prese
la testa della gara, seguito da Carlos Pace. Jody Scheckter fu invece
autore di una pessima partenza, tanto che fece spegnere il motore e
venne sfilato da quasi tutte le altre vetture. Nel corso del primo
giro, Patrick Depailler passò Pace. Dietro ai primi tre vi erano
poi Jochen Mass, Carlos Reutemann, Clay Regazzoni, Hans-Joachim Stuck e
Emerson Fittipaldi. Sempre nel corso del primo giro la vettura di Mass
colpì un detrito sulla pista, questo danneggiò uno
pneumatico, provocando un incidente, che costrinse il tedesco al
ritiro.Nel secondo giro fu Emerson Fittipaldi a subire un problema
simile: un detrito gli forò una gomma, costringendolo a compiere
gli ultimi cinque kilometri del tracciato a velocità ridotta,
prima di poter cambiare lo pneumatico. Al termine del giro comandava
sempre Lauda, davanti a Depailler, Pace, Reutemann e Regazzoni. Nelle
retrovie intanto Scheckter si era portato già in dodicesima
posizione, grazie a diversi sorpassi e facilitato dai ritiri.Il giro
seguente John Watson, che era undicesimo, subì la rottura di una
sospensione dopo un salto; per fortuna l'inguidabilità della
monoposto non ebbe conseguenze per il pilota, che fu comunque costretto
al ritiro. Regazzoni passò Reutemann, mentre James Hunt
sorpassò Hans-Joachim Stuck, sul lungo rettilineo del Tiergarten,
passando in sesta posizione. Poco dopo il tedesco della March fu
costretto al ritiro per l'esplosione del propulsore. Nel quinto giro
Pace fu autore di un testacoda che gli costò ben tre posizioni,
tanto che venne passato da Clay Regazzoni, Carlos Reutemann e James
Hunt. Nel giro 6 Pace forò una gomma, uscì di pista,
ruppe una sospensione, e fu costretto al ritiro. |
Davanti Lauda venne
sempre più pressato da Depailler. Nel settimo giro Jody
Scheckter passò Jarier, installandosi al sesto posto. Il
francese, poco dopo, fu anche lui colpito da una foratura e costretto
al ritiro. Stessa sorte per il sudafricano, a causa di un incidente.
All'ottavo giro finì, di fatto, la gara di Depailer che
subì la rottura della sospensione; fu costretto così a
una lunga sosta ai box, che lo
allontanò definitivamente dalle posizioni di testa. Ora dietro a
Lauda si trovò il compagno di scuderia Clay Regazzoni, seguito
da Carlos Reutemann, James Hunt, Tom Pryce e Jacques Laffite. Nel nono
giro le possibilità della Ferrari di agguantare una doppietta
vennero meno a causa della rottura del motore sulla vettura di
Regazzoni e di una foratura per Lauda. Ora in testa si trovava Carlos
Reutemann, seguito da Hunt, Pryce, Laffite, Lauda e
Jones.All'undicesimo giro forò anche Hunt; un errore ai box
però gli costò la possibilità di ripartire. Poco
dopo, sulla vettura di Tom Pryce si ruppe un apparato dell'impianto del
carburante. Il gallese dovette così rallentare, anche
perché stava subendo delle ustioni chimiche ed era
semi-intossicato dai vapori di benzina, venendo passato sia da Laffite
che da Lauda.Vinse così Carlos Reutemann, davanti a Jacques
Laffite (per la prima volta a punti), che colse così il primo
podio per la Williams da quando la scuderia britannica correva con
vetture che portavano il suo nome. Terzo fu Lauda; a punti anche Tom
Pryce e, per la prima volta nella sua carriera, Alan Jones; sesto fu
Gijs van Lennep: per l'Ensign questo sesto posto rappresentò il
primo arrivo a punti, al 16 gran premio valido per il mondiale, che
disputava. Nelle classifiche mondiali Reutemann si portò a 17
punti da Lauda, mentre la Brabham a soli tre dallaFerrari.La Goodyear,
fonitrice degli pneumatici per tutte la case, emise un comunicato a
fine gara in cui affermò che l'alto numero di forature, che le vetture
avevano subito durante il gran premio, era dovuto alla presenza di molti
detriti sulla pista. La casa statunitense invitò gli organizzatori a
provvedere per gli anni seguenti.
- 4a vittoria per Carlos REUTEMANN
- 1o podio per Jacques LAFFITE
- 50o Gran Premio per Carlos PACE
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- 18a vittoria per Brabham
- 1o podio per Williams
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85a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1976
Nürburgring
domenica 1 agosto 1976 - 14 giri x 22.835 km - 319.690 km |
Gran Premio di Germania 1976
Lo spettacolare incidente di Niki Lauda
Qualifiche
Nella prima
giornata di prove il miglior tempo venne fatto da James Hunt, che
chiuse con 7'06"5, sopra il 6'58"6 fatto segnare da Niki Lauda nel
1975. L'austriaco fece comunque segnare il secondo tempo, davanti a
Patrick Depailler, Hans-Joachim Stuck e Clay Regazzoni. Lauda
scontò dei problemi di sovrasterzo, mentre Regazzoni fu autore
di un testacoda e soffrì per delle perdite di potenza sulla sua
vettura. Anche Vittorio Brambilla fu protagonista di un incidente. Al
termine delle prove le due Brabham del team RAM vennero sequestrate
dalla polizia tedesca su richiesta del pilota svizzero Loris Kessel,
che era stato appiedato dalla scuderia dopo il gran premio di Francia.
Rolf Stommelen fu così assunto dal team ufficiale Brabham per il
prosieguo del weekend.
Il tedesco venne iscritto col numero 77 che non veniva utilizzato in
una gara valida per il mondiale dalla 500 Miglia di Indianapolis 1959,
usato da Mike Magill. Il sabato una leggera pioggia disturbò le
prove, tanto che nessuno dei piloti di testa riuscì a migliorare
il proprio tempo. Hunt conquistò così la pole numero 5, davanti ancora a Niki
Lauda. Nuovamente Brambilla fu autore di un incidente così come
Arturo Merzario, quest'ultimo per il cedimento di un portamozzo sulla
sua Wolf Williams.
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La
gara è stata vinta dal britannico James Hunt su McLaren-Ford Cosworth;
per il vincitore si trattò del quarto successo nel mondiale.
Gara
La pioggia fece la sua apparizione sul tracciato pochi minuti prima
della partenza, che era stata posticipata per la necessità di riparare
delle protezioni lungo il tracciato, danneggiate nel corso di una gara
di contorno.
Tutti i piloti scelsero così gomme da bagnato; l'unica eccezione
fu Jochen Mass della McLaren che, consigliato da un amico, scelse gomme
da asciutto, immaginando che il tempo potesse migliorare rapidamente.
Alla partenza il comando della gara venne preso da Clay Regazzoni, che
precedeva Jacques Laffite, James Hunt, Jochen Mass e Carlos Pace.
Partì male Lauda che si trovò ottavo, passato quasi
subito da Jody Scheckter e Ronnie Peterson, mentre Stuck fu costretto a
partire ultimo per un problema alla frizione. Hunt passò Laffite
già alla prima curva; il francese venne poi passato da Mass,
Pace e Ronnie Peterson, poco dopo.
Nel corso del primo giro il protagonista fu Ronnie Peterson che
scalò diverse posizioni, fino a ritrovarsi in testa dopo un
testacoda di Clay Regazzoni. Lo svedese della March comandava davanti a
Hunt, Mass, Pace, Regazzoni e Mario Andretti, altro protagonista di
diversi sorpassi.
Al termine della prima tornata molti piloti decisero di cambiare gli
pneumatici per passare a quelli da asciutto: non il battistrada Ronnie
Peterson né Clay Regazzoni. Ora dietro allo svedese si trovava
Jochen Mass, seguito da Regazzoni, Andretti, Nilsson e Hunt. Nel corso
del secondo giro Mass, sfruttando le gomme slick, passò Peterson.
Ma nel secondo giro Niki Lauda, complice una "toccata" di troppo sul cordolo, sbandò in una curva al Bergwerk,
il punto più lontano del circuito dai box, perdendo il controllo
della sua Ferrari. La vettura scartò verso destra, colpì
il guard-rail esterno e rimbalzò in mezzo alla pista, prendendo
immediatamente fuoco; il sopraggiungente Guy Edwards riuscì ad
evitarla, mentre Harald Ertl e Brett Lunger la colpirono in pieno.
Nell'impatto Lauda perse il casco.
I tre piloti già citati, prontamente, scesero dalle loro vetture e
riuscirono a estrarre Lauda dal relitto della vettura, aiutati anche
dal sopraggiunto Arturo Merzario, che si era fermato appena visto l'incidente[9];
quindi lo deposero sull'erba della via di fuga, ove gli furono prestati
i primi soccorsi. Il pilota austriaco era gravemente ferito e
ustionato, sicché venne trasferito in elicottero all'ospedale militare
di Coblenza; da lì venne condotto prima al Trauma Clinic di Ludwigshafen, poi al Städliche Krankenanstalten di Mannheim, dove lottò tra la vita e la morte nei giorni seguenti.
La gara venne interrotta: al momento dello stop Mass stava conducendo
su Gunnar Nilsson e James Hunt. La nuova partenza venne fissata alle
16, per una lunghezza pari quella inizialmente stabilita, di 14 giri.
Ai piloti non venne consentito di utilizzare il muletto per
rischierarsi sulla griglia di partenza e non venne data la
possibilità a Henri Pescarolo, unico non qualificato con una
vettura disponibile, di rimpiazzare uno dei piloti ritirati. Oltre a
Niki Lauda, non ripresero parte alla gara Harald Ertl e Brett Lunger, a
causa dell'impossibilità di riparare le loro vetture; Chris Amon
che decise di non prendere parte alla nuova partenza per l'eccessiva
pericolosità del tracciato. Anche Stuck non partì, a
causa del problema alla frizione scontato alla prima partenza,
così come Jacques Laffite, che si trovò col cambio guasto.
Al secondo via i piloti ripartirono dalla posizione ottenuta
nelle qualifiche, senza che venissero occupati gli stalli di partenza
dei piloti ritiratisi.
James Hunt prese la testa della gara davanti a Clay Regazzoni, Patrick Depailler, Jody Scheckter, Pace e Peterson. Al Flugplatz
Peterson perse il controllo della sua March ed ebbe incidente, mentre
Scheckter, nel tentativo di passare Depailler mise parte della vettura
fuori dal tracciato, perdendo così diverse posizioni. Clay Regazzoni
ebbe un altro testacoda, con Depailler che uscì di pista, ritirandosi,
per evitare la Ferrari. Pace superò inoltre Scheckter e così terminò il
giro in seconda posizione, dietro a Hunt. La classifica vedeva, dopo i
primi tre, Regazzoni, Nilsson, Brambilla e Andretti.
Nel secondo giro Jody Scheckter ripassò Pace, mentre Mass
entrò in zona punti passando Andretti. Vittorio Brambilla ebbe
un incidente al ponte di Adenau
a causa di un problema all'impianto frenante della sua March. Regazzoni
il giro seguente sorpassò Pace, entrando sul podio virtuale. Al quinto
giro Mass passò anche Nilsson
Al settimo giro un errore di Gunnar Nilsson permise ad Andretti di
passare in zona punti. Tre giri dopo Andretti fu costretto a una sosta
ai box
per sostituire la batteria, mentre Mass passò anche Pace, installandosi
al quarto posto. Al giro 12 Regazzoni fu autore di una sortita di pista
al Karrousel che distrusse il musetto della sua vettura. Tornato ai box perse diverse posizioni. Entrò in zona punti così Rolf Stommelen.
Vinse Hunt, per la quarta volta in carriera. Questa fu l'ultima
volta in cui si svolse un Gran Premio di Formula 1 sulla Nordschleife.
4a vittoria per James HUNT |
- 18a vittoria per McLaren
- 250o Gran Premio per Ferrari
|
90a vittoria per Ford Cosworth |
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Hockenheim
Dopo il grave incidente di Niki Lauda durante il Gran Premio di Germania 1976 il Nürburgring fu abbandonato
e la gara si spostò stabilmente all'Hockenheimring.
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Lunghezza totale: 4,574 Km - Curve: 13 - Giri GP F1: 67 - Lunghezza GP F1: 306,458 Km
Giro Record: 1:13.780 Kimi Raikkonen (2004)
Dal 1976 ricercando una maggiore sicurezza, gli organizzatori
hanno spostato permanentemente il Gran Premio del Nurburgring ad Hockenheim. Costruito
in principio come pista per i test della Mercedes, è tuttora uno dei pià
vecchi circuiti ancora in uso nel Campionato.
E' possibile dividere
idealmente Hockenheim in due parti. La velocissima sezione attraverso la
foresta ed il famoso Motodromo (Stadium), una sezione mista, molto
lenta e tortuosa, inserita in un complesso di tribune che la fanno
somigliare proprio ad uno stadio, e che si raccorda con il rettilineo
d'arrivo e la zona box.
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L'Hockenheimring
è un circuito automobilistico che si trova vicino alla cittadina di
Hockenheim nel nord del Land Baden-Württemberg in Germania. Oltre al tracciato
principale fu costruito anche un centro di guida sicura all'interno
dell'autodromo.
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Gran Premio di Germania - 1977
Hockenheim
domenica 31 luglio 1977 - 47 giri x 6.789 km - 319.083 km
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Il Gran Premio di Germania 1977
è stata l'undicesima prova della stagione 1977 del Campionato
mondiale di Formula 1.
Si è corsa domenica 31 luglio 1977
sull'Hockenheimring.
La gara è stata vinta dall'austriaco Niki
Lauda, su Ferrari; per il vincitore si trattò del
quattordicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il
sudafricano Jody Scheckter su Wolf-Ford Cosworth e il tedesco
Hans-Joachim Stuck su Brabham-Alfa Romeo.
Qualifiche
Nella prima
giornata di prove il migliore tempo fu fatto segnare da James Hunt su
McLaren in 1'53"68, che precedette Jacques Laffite e John Watson.
Hunt fu il solo tra i primi cinque della classifica a utilizzare di un
motore a 8 cilindri, a differenza di Laffite, Watson e il duo della
Ferrari che disponevano di vetture con motori a 12 cilindri,
considerati più favoriti sui lunghi rettilinei del tracciato
tedesco. Tra l'altro sia la Brabham che la Ferrari contestarono il
tempo attribuito dai cronometristi dall'inglese. La sessione
pomeridiana fu penalizzata dall'arrivo della pioggia, tanto che nessun
pilota fu capace di migliorarsi.Nelle prime prove libere del sabato
Jochen Mass fu autore di un incidente alla prima chicane
che lo portò a distruggere la sua vettura; fu costretto a
proseguire le prove col muletto. Jody Scheckter conquistò la pole,
la seconda per lui nel mondiale, la prima e unica per la Wolf, in
1'53"07. Il sudafricano sfrutta la scia creata sui lunghi rettilinei
del circuito tedesco dal fratello Ian, che era al volante di una March.
La prima fila venne completata da John Watson. Il tempo di Hunt venne battuto anche da Niki Lauda, che chiuse terzo.
Gara
Prima
della gara la Theodore Racing, scuderia di proprietà di un
magnate di Hong Kong Teddy Yip, che utilizzava una Ensign, offrì
a Patrick Tambay un nuovo contratto Il contratto però, redatto
in ideogrammi cinesi, venne rifiutato da Tambay. In risposta al rifiuto
il team minacciò di non far partire il francese per la gara.
Solo l'intervento di Prima della gara la Theodore Racing, scuderia di
proprietà di un magnate di Hong Kong Teddy Yip, che utilizzava
una Ensign, offrì a Patrick TambayBernie Ecclestone
consentì al francese di partire regolarmente. Sempre alla
domenica una grande gru trasportata da un camion abbatté il
tabellone che segnava la classifica lungo il rettilineo dei box.
La struttura cadde a terra sfiorando un gruppo di persone; vennero
colpiti da frammenti, tra gli altri, anche Mauro Forghieri e un
giornalista italiano.[
Jody Scheckter mantenne il comando della gara al via, precedendo John Watson,
James Hunt e Niki Lauda. L'austriaco passò Hunt già nel
corso del primo giro. Completavano le prime posizioni Hans-Joachim
Stuck, Jacques Laffite, Carlos Reutemann e Mario Andretti. Vi fu un
incidente al via tra Alan Jones e Clay Regazzoni. Prese così il
via dai box anche il pilota locale Hans Heyer con una Penske
del team tedesco ATS, che non si era qualificato per la gara, ma che
decise di avviarsi quale "riserva", anche se ben due piloti nelle
qualifiche (Patrick Nève ed Emilio de Villota) avevano ottenuto
un tempo migliore del suo ed erano considerate riserve ufficiali.
Certamente, alla sua possibilità di accesso al tracciato non fu
estranea la solidale complicità dei commissari di percorso,
compatrioti. Il tedesco rimase in pista per nove giri, prima di essere
costretto al ritiro per un guasto alla trasmissione. Fu l'ultimo caso di
partenza abusiva in un GP di Formula 1: prima di lui partirono
non autorizzati, dopo aver mancato la qualificazione nelle prove
ufficiali, Tim Schenken in USA 1974 - su Lotus Ford- e l'austriaco
Harald Ertl su Hesketh Ford, in Francia 1976.
La gara di Watson terminò dopo otto giri, quando il pilota
nord-irlandese fu costretto al ritiro per un guasto al propulsore. Al
tredicesimo giro Lauda attaccò Scheckter nel lungo rettilineo, prima di
passarlo all'entrata del Motodrome. Il sudafricano resistette all'attacco di Hunt, e rimase in seconda posizione.
Il caldo e la natura della pista, molto veloce, misero in crisi molti
motori. Al trentatreesimo giro fu infatti il Cosworth di James Hunt a
rompersi, costringedo l'inglese al ritiro. Ora, dietro a Niki Lauda, si
trovavano Jody Scheckter, Hans-Joachim Stuck, Carlos Reutemann, Mario
Andretti, Vittorio Brambilla e Ronnie Peterson. Un giro dopo anche
Andretti fu costretto ad abbandonare il gran premio col motore rotto e,
poco dopo, Brambilla venne passato da Peterson. Al giro 38 l'italiano
riprese la posizione allo svedese. Peterson fu poi costretto anch'egli
al ritiro, sempre a causa del motore.
Niki Lauda
conquistò il quattordicesimo successo nel mondiale, precedendo
Scheckter e Stuck, entrambi con problemi di consumo del carburante,
tanto che il tedesco tagliò il traguardo a motore spento. Per Stuck fu
il primo podio nel mondiale. A punti per la prima volta anche Patrick Tambay.
- 14a vittoria per Niki LAUDA
- 1o podio per Hans Joachim STUCK
- 20o podio per Jody SCHECKTER
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- 67a vittoria per Ferrari
- 1a e unica pole position per Wolf
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- 67a vittoria per Ferrari
- 90a pole position per Ford Cosworth
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Gran Premio di Germania - 1978
Hockenheim
domenica 30 luglio 1978 - 45 giri x 6.789 km - 305.505 km |
Il Gran Premio di Germania 1978 su è stata l'undicesima
prova della stagione 1978 del Campionato mondiale di Formula 1. Si
è corsa domenica 30 luglio 1978 sull'Hockenheimring. La gara
è stata vinta dallo statunitense Mario Andretti su Lotus-Ford
Cosworth; per il vincitore si trattò dell'undicesimo successo
nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il sudafricano Jody Scheckter
su Wolf-Ford Cosworth e il francese Jacques LaffiteLigier-Matra.
Aspetti tecnici
Il 19 luglio l'Alta Corte di giustizia inglese discusse in merito alla causa presentata dalla Shadow nei confronti dell'Arrows e della sua vettura FA1, considerata copia della Shadow DN9. Il progettista Tony Southgate era passato in inverno dalla Shadow alla neocostituita scuderia (a sua volta creata da ex membri della Shadow) e, secondo gli accusanti, aveva copiato quanto era già stato progettato in Shadow.
La
Theodore Racing, che nella prima parte della stagione aveva impiegato
un proprio modello, rientrò nel campionato, utilizzando la Wolf
WR3. Per la prima volta due vetture della casa canadese affrontavano
una stessa gara di campionato.
Dopo
il divieto imposto alla Brabham di utilizzare la grande ventola sul
retrotreno della propria vettura, vi furono delle richieste di non
consentire nemmeno alla Lotus l'utilizzo delle minigonne
laterali che avevano la funzione di sigillare l'auto al suolo. La
decisione venne rimandata a una riunione della Commissione Sportiva
Internazionale, fissata pochi giorni dopo il gran premio tedesco.
Niki Lauda, pilota della Brabham, protestò:
«Non
ci devono essere due pesi e due misure, qui bisogna interpretare bene i
regolamenti. Se è vietato il ventilatore, lo devono essere anche
le minigonne. La Lotus non può avere questo vantaggio rispetto a
noi. Se tutto tornerà alla normalità, potremo ancora
combattere per il titolo mondiale, altrimenti sarà inutile:
Andretti e Peterson avrebbero troppo vantaggio dalla loro parte e
nessuno riuscirebbe più contrastarli, neppure su una pista come
quella di Hockenheim.»
|
Gara
Nel giro di ricognizione Carlos Reutemann riscontrò dei problemi sulla sua monoposto. Per tale ragione rientrò ai box
e i meccanici furono capaci di approntare il muletto in pochi minuti, e
consentire all'argentino di prendere parte regolarmente alla gara.
Mario Andretti scattò bene però, alla prima chicane,
commise un errore che consentì a Ronnie Peterson di prendere il
comando della gara. Dietro alle due vetture Lotus si posero Niki Lauda,
Alan Jones, John Watson e James Hunt. Al giro 3 Jones passò Lauda.
Al quinto passaggio Andretti si riprese la testa della corsa. Nei
giri seguenti il protagonista in negativo fu Watson, che perse molte
posizioni per un guasto al cambio. Dopo 10 tornate, a seguire i due
della Lotus, vi erano Jones, Lauda, Hunt, Jacques Laffite e Gilles Villeneuve.
Dalle retrovie stava intanto rinvenendo Jody Scheckter,
penalizzato nelle prime tornate da un problema all'alimentazione; il
sudafricano si trovava penultimo al primo giro, ma con una serie di
sorpassi, già al giro 11, era in nona posizione. Anche l'altra Brabham, quella di Niki Lauda,
scontò dei problemi tecnici, dovuti alla pompa dell'olio, e fu così
costretto a ritirarsi. Tre giri dopo Scheckter passò anche Villeneuve e
si trovò in zona punti, dietro a Laffite.
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Al ventesimo giro Hunt forò l'anteriore sinistra davanti ai box:
sarebbe perciò costretto a compiere un giro intero sul lungo
anello di Hockenheim prima di poter cambiare lo pneumatico. Il pilota
della McLaren
imboccò però un raccordo interno alla pista per
accorciare il tragitto, tanto da riportarsi subito nei pressi del paddock.
I commissari lo squalificarono. Anche Rolf Stommelen fu squalificato,
nel corso della gara, per lo stesso comportamento scorretto.
Mario
Andretti precedeva sempre Peterson, Alan Jones, Scheckter, Laffite,
Didier Pironi, Emerson Fittipaldi e Gilles Villeneuve. Il canadese
dovette cambiare gli pneumatici, e sprofondò lontano dalla zona
dei punti, all'undicesimo posto.
Poco
dopo il trentesimo giro Jones fu costretto al ritiro per un guaio
all'alimentazione mentre, sette giri dopo, Ronnie Peterson
abbandonò il secondo posto con il cambio fuori uso. Jody
Scheckter scalò così al secondo posto, seguito da Laffite
e Fittipaldi, che passò Pironi al giro 38.
Si
riportò in zona punti Gilles Villeneuve che però, a causa
di un problema all'alimentazione, fu passato dall'austriaco Harald
Ertl, che ruppe subito dopo il motore, ritirandosi, nello sconforto del
''suo ''pubblico del Motodrom, che lo vedeva ormai prossimo a
conquistare il primo punto iridato in carriera. Villeneuve, nuovamente
sesto, venne però superato da Héctor Rebaque e John Watson.
Fu Rebaque a conquistare il suo primo punto mondiale. Era dal 1971 che
un pilota messicano non andava a punti (Pedro Rodríguez secondo
nel Gp d'Olanda). Rebaque correva con una Lotus 78 privata: fu questo
l'ultimo punto iridato conquistato da una vettura non ufficiale.
Per Mario Andretti fu la quinta vittoria stagionale e l'undicesima in carriera.
- 11a vittoria per Mario ANDRETTI
- 1o Gran Premio per Nelson PIQUET
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- 69a vittoria per Lotus
- 125o podio per Lotus
- 60o migliore giro per Lotus
- 200o Gran Premio per Brabham
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115a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1979
Hockenheim
domenica 29 luglio 1979 - 45 giri x 6.789 km - 305.505 km
|
Gran Premio di Germania 1979
La gara è stata vinta dall'australiano
Alan Jones su Williams-Ford Cosworth; per il vincitore si tratto del
secondo successo nel mondiale.
Ha preceduto sul traguardo lo svizzero Clay Regazzoni anch'egli su Williams-Ford Cosworth
e il francese Jacques Laffite su Ligier-Ford Cosworth
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Alan Jones, al via, passò subito al comando davanti a
Jean-Pierre Jabouille, Jacques Laffite, Jody Scheckter, Clay Regazzoni
e Nelson Piquet. Il brasiliano venne passato dal suo compagno di
scuderia Niki Lauda al secondo giro. Sempre nel secondo giro Carlos
Reutemann fu costretto al ritiro per una collisione con Riccardo
Patrese. L'argentino, a fine gara, accusò il pilota italiano per
l'incidente.
All'ottavo giro Jabouille attaccò Jones alla Sachs,
sbagliò però il tempo della frenata, terminando in
testacoda, e dovendosi ritirare. Nel corso dello stesso giro Clay
Regazzoni prese una posizione a Scheckter. Nelle retrovie era autore di
un buon recupero Gilles Villeneuve, che già dopo pochi giri, si
era riportato in quinta posizione.
Al tredicesimo passaggio Regazzoni passò anche Jacques Laffite, grazie anche a un errore del francese alla prima chicane,
ma non attaccò poi successivamente Jones, per ordini di
scuderia. Villeneuve scontava la rottura dell'alettone posteriore,
ciò permise a Niki Lauda di passarlo al ventisettesimo giro. Un
giro dopo l'austriaco fu però costretto al ritiro per la rottura
del motore.
Al giro 33 Piquet passò Villeneuve per la quinta posizione.
Negli ultimi giri il canadese fu costretto a una sosta ai box per
sostituire l'alettone, sosta gli costò la sesta posizione. Anche
Piquet però fu costretto ad abbandonare la gara a due tornate
dal termine per un problema al motore. Il battistrada Jones, negli
ultimi giri, dovette rallentare il ritmo sia a causa di un problema a
uno pneumatico, sia per la perdita di potenza del suo motore.Vinse
comunque Alan Jones, per la seconda volta nel mondiale dopo la vittoria
nel Gran Premio d'Austria 1977, al volante di una Shadow. Fu la prima vittoria iridata per una vettura che portava il numero 27.[16]
Per La Williams questa fu la seconda vittoria consecutiva. Clay
Regazzoni giunse secondo, davanti a Jacques Laffite, poi Scheckter, John Watson e Jochen Mass.
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Aspetti sportivi
Dopo
un gran premio d'assenza avrebbe dovuto rientrare l'Alfa Romeo, su cui
avrebbe dovuto fare il suo esordio stagionale Vittorio Brambilla, fermo
dall'incidente patito nel Gran Premio d'Italia 1979. Successivamente la
casa italiana decise di non prendere parte all'evento.[9][10] L'Alfa giustificò la scelta affermando di voler concentrare gli sforzi per l'approntamento della nuova monoposto.Jean-Pierre
Jarier della Tyrrell non poté prendere parte al gran premio per
un'epatite. Inizialmente venne indicato come suo sostituto Bruno
Giacomelli, che fino a quel momento era stato l'unico pilota presentato
dall'Alfa. Proprio la casa milanese, pur non presente all'evento, pose
un veto alla sua partecipazione. La Tyrrell decise così di impiegare Geoff Lees,
pilota britannico che però non era fornito di licenza per
correre in F1, che gli venne però rapidamente concessa. Lees aveva tentato, senza successo, di qualificarsi al Gran Premio di Gran Bretagna 1978 con l'Ensign.
2a vittoria per Alan JONES |
2a vittoria per Williams |
- 122a vittoria per Ford Cosworth
- 300o Gran Premio per Ferrari
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Gran Premio di Germania - 1980
Hockenheim
domenica 10 agosto 198045 giri x 6.789 km - 305.505 km |
Gran Premio di Germania 1980
La gara è
stata vinta dal francese Jacques Laffite su Ligier-Ford Cosworth; per il
vincitore si trattò del secondo, e ultimo successo.
Aspetti sportivi
A
fine luglio il Circuito Dino Ferrari di Imola, che avrebbe ospitato il
Gran Premio d'Italia fu sede di alcuni test. Prima toccò alle
scuderie che montavano gomme Goodyear. Il più rapido
risultò Didier Pironi (in 1'36"79), davanti ad Alan Jones e
Bruno Giacomelli. La settimana successiva fu il turno delle scuderie
che montavano pneumatici della Michelin. Il più rapido fu Arnoux
in 1'38"39.
Il 1º agosto, nel corso di prove
sul circuito di Hockenheim, morì il pilota francese Patrick
Depailler. Il pilota dell'Alfa Romeo perse il controllo della sua
vettura presso la Ost-Kurve
ad altissima velocità: estratto dai rottami della sua monoposto in
gravissime condizioni, decedette nel corso del trasporto in elicottero
verso la Clinica Universitaria di Heidelberg.
Secondo il comunicato medico Depailler era deceduto per una frattura
cranica e per numerose emorragie interne. Sulla pista non vennero
trovati segni di frenata.
All'esterno della curva, tra la pista e il guardrail, non erano ancora
state posate le reti di protezione che avrebbero potuto attutire la
velocità della monoposto. Le reti, ancora disposte nei rotoli, erano
appoggiate contro il guardrail, pronte per essere fissate per la gara.
L'Alfa
decise di non sostituire il francese perciò schierò una
sola vettura (la casa milanese affermò di non avere una seconda
monoposto pronta e perciò negò di aver contattato Arturo
Merzario e Patrick Tambay), anche se Bruno Giacomelli e Vittorio
Brambilla vennero lasciati di liberi di decidere se partecipare al gran
premio o meno]
Depailler, che avrebbe compiuto 36 anni il 9 agosto, il giorno prima
del gran premio di Germania, aveva corso 95 gran premi iridati, vincendo
in due occasioni, ottenendo una pole position, quattro giri veloci e 141 punti.
La scuderia di casa, l'ATS, schierò una seconda vettura per l'austriaco Harald Ertl che tornava nel circus dopo due stagioni, dai tempi del Gran Premio d'Italia 1978. Non si ripresentò invece la Brands Hatch Racing.Il Gran Premio, previsto per il 3 agosto, venne posticipato al 10 agosto per evitare la concomitanza con le Olimpiadi di Mosca.
Gara
Poco dopo il
via Jean-Pierre Jabouille passò Alan Jones, sfruttando la
potenza del motore turbo della sua Renault, sui lunghi rettilinei del
tracciato tedesco. Al termine del primo giro, dietro ai due, vi erano
Jacques Laffite, Didier Pironi, René Arnoux, Keke Rosberg,
Carlos Reutemann e le due Lotus di Mario Andretti ed Elio De Angelis.
Partì male Nelson Piquet, che si trovò solo
diciannovesimo al primo giro.
Al terzo
giro Rosberg cedette il sesto posto a Reutemann, mentre Laffite
passò Pironi; più dietro Gilles Villeneuve
(partito sedicesimo e già undicesimo al termine della prima
tornata) era già salito in ottava posizione, dopo aver
passatoEmerson Fittipaldi e le due Lotus. Al sesto giro Rosberg, dopo
essere precipitato in ultima posizione, si ritirò per la rottura
di un cuscinetto. La gara di Villeneuve venne influenzata dai soliti
problemi agli pneumatici, che gli fecero perdere un paio di piazze, a
vantaggio di Elio De Angelis e di Nelson Piquet che, in pochissimi
giri, era passato dal diciannovesimo all'ottavo posto. Al giro 14 il
brasiliano passò anche De Angelis e si installò al
settimo posto. La zona punti era composta da Jabouille, che comandava
davanti a Jones, Arnoux, Laffite, Pironi e Reutemann.
Al giro 18
Pironi si ritirò per un guasto alla trasmissione. Nove giri dopo
vi fu il doppio ritiro delle Renault: entrambe le monoposto furono
costrette al ritiro per un guasto al motore. Andò così a
condurre Alan Jones, davanti a Jacques Laffite, Carlos Reutemann,
Nelson Piquet, Elio De Angelis e John Watson. L'unico pilota dell'Alfa Romeo in gara, Bruno Giacomelli, passò prima Mario Andretti
al giro 28, e poi anche Watson al giro 34, entrando così in zona punti.
Watson perse altre posizioni, fino al ritiro al trentanovesimo giro per
la rottura del motore.
Al giro 41
la gomma anteriore destra di Jones si afflosciò, costringendolo
anche a fermarsi ai box, in cui perse diciotto secondi per il cambio
gomme. Ripartì terzo, dietro a Laffite e Reutemann. In uscita
però non si avvide delle bandiere rosse esposte dai commissari
per impedirgli di riprendere la pista, a causa del sopraggiungere di
altri piloti. Due giri dopo Elio De Angelis, quando era quinto, fu
costretto all'abbandono per la rottura di un cuscinetto. Entrò
così in zona punti Gilles Villeneuve, che aveva passato Andretti
il giro precedente.
Vinse Jacques Laffite, per la quarta volta nel mondiale, secondo fu Carlos Reutemann, terzo Alan Jones.
Al termine della gara Jones non si presentò sul podio in
protesta contro il presidente della FISA Jean-Marie Balestre per i
fatti relativi al Gran Premio di Spagna. Jacques Laffite, giunto primo,
non festeggiò, in rispetto del decesso di Patrick Depailler,
avvenuto il 1º agosto, sulla stessa pista.
- 4a vittoria per Jacques LAFFITE
- 6a e ultima pole position per Alan JONES
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6a vittoria per Ligier |
132a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1981
Hockenheim
domenica 2 agosto 1981 - 45 giri x 6.789 km - 305.505 km
|
Il Gran Premio di Germania 1981
è stata la decima prova della stagione 1981 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 2 agosto 1981
sull'Hockenheimring. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson
Piquet su Brabham-Ford Cosworth; per il vincitore si trattò del
sesto successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo i francesi
Alain Prost su Renault e Jacques Laffite su Ligier-Matra.
Aspetti tecnici
Un particolare di una Tyrrell 011;
la monoposto esordì nel
Gran Premio di Germania 1981,
con Eddie Cheever alla guida.
|
Gérard Ducarouge, tecnico della Ligier, abbandonò la scuderia francese.
Il 27 luglio, presso il proprio Museo Storico di Arese, l'Alfa Romeo
presentò una nuova versione della 179C, vettura dotata di motore
turbo. Si trattava però solo un prototipo, visto che la versione
definitiva sarebbe stata costruita in fibra di carbonio. La vettura,
che non partecipò a gare del mondiale (anche se ne venne
prospettato l'impiego per il successivo Gran Premio d'Italia), venne
testata, presso la pista del Balocco, da Giorgio Francia. Il motore
turbo era frazionato in 8 cilindri, e non in sei, come il Ferrari 021 e
il Renault EF1, o 4, come l'Hart, motori sovralimentati già presenti in F1.
La Tyrrell abbandonò anch'essa le Michelin e passò alle Avon. Venne
inoltre presentata la 011Eddie Cheever. La McLaren, invece, firnò un
accordo con la Michelin per terminare la stagione con le gomme francesi. |
Gara
Alain Prost
scattò in testa davanti a Carlos Reutemann, René Arnoux,
Didier Pironi (col ferrarista che già alla prima chicane
passò il pilota della Renault) e Alan Jones. Arnoux fu costretto
subito ai box per una foratura, dovuta a un contatto con Piquet.
Già
al secondo giro Didier Pironi si ritirò per un guasto elettrico
sulla sua monoposto. Tre giri dopo Jones, che al quarto passaggio,
aveva fatto segnare il miglior giro del gran premio, passò il
compagno di scuderia Reutemann. La classifica era sempre guidata da
Prost, seguito dalla due Williams, poi Nelson Piquet, Jacques Laffite,
Gilles Villeneuve e Patrick Tambay. Al giro 8 Tambay sopravanzò
Villeneuve, mentre Jones attaccava, senza successo Prost. Il duello tra
i primi due proseguì per diversi giri: ciò permise
l'avvicinamento di Nelson Piquet e di Carlos Reutemann.
Villeneuve scontava dei problemi agli pneumatici mentre l'altro pilota della Brabham, Héctor Rebaque,
entrò in zona punti al giro 12, dopo il sorpasso su Tambay. Al
quindicesimo giro Reutemann riprese il terzo posto, passando Piquet.
Al ventunesimo passaggio Alan Jones sfruttò, all'interno del Motodrom,
un malinteso tra Prost e Arnoux (il primo stava doppiando il secondo), e
divenne primo. Al giro 27 Piquet riprese nuovamente la terza piazza a
Reutemann, che un giro dopo fu costretto al ritiro col motore fuori uso.
Nella parte centrale di gara furono soggetti a problemi tecnici
sia Jones che Prost. Il primo scontava dei guai all'alimentazione mentre
il francese aveva un guasto al limitatore del turbo. Tra il 37º e il
39º passaggio Piquet non ebbe difficoltà a passarli entrambi e portarsi
al primo posto. Jones resistette fino al giro 42, quando si presentò ai box
nel tentativo di far riparare la sua vettura. L'australiano riprese la
gara ma ormai era sceso al di fuori della zona dei punti.
Nelson Piquet si aggiudicò la
gara, davanti a due francesi, Alain Prost e Jacques Laffite.
Jean-Pierre Jarier chiuse ottavo con l'Osella, miglior prestazione,
fino a quel momento, per la scuderia italiana.
- 6a vittoria per Nelson PIQUET
- 1a pole position per Alain PROST
|
- 26a vittoria per Brabham
- 30o podio per Ligier
- 200o Gran Premio per McLaren
|
143a vittoria per Ford Cosworth |
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Gran Premio di Germania - 1982
Hockenheim
domenica 8 agosto 1982 - 45 giri x 6.797 km - 305.865 km
|
Il Gran Premio di Germania 1982
è stata la dodicesima prova della stagione 1982 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 8 agosto 1982 sul
Circuito di Hockenheim. La gara è stata vinta dal francese
Patrick Tambay su Ferrari; per il vincitore si trattò del primo
successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il connazionale
René Arnoux su Renault e il finlandese Keke Rosberg su
Williams-Ford Cosworth.
Didier Pironi, pilota francese della Scuderia Ferrari,
e leader del campionato, ebbe un grave incidente nel corso delle
qualifiche. A seguito dei postumi dello stesso fu costretto ad
abbandonare la carriera in Formula 1.
Gara
René Arnoux bruciò al via Alain Prost, che venne passato alla prima chicane, anche da Nelson Piquet. Seguivano poi Patrick Tambay, Andrea De Cesaris, Riccardo Patrese, Michele Alboreto ed Eddie Cheever.
Piquet, già al secondo giro, si pose al comando scavalcando Arnoux; il
compagno di scuderia del brasiliano, Patrese, conquistò il quinto posto
ai danni De Cesaris, mentre Cheever fu costretto a una sosta ai box per
un problema ai radiatori. Le due Brabham erano favorite dalla strategia che prevedeva un pit stop, con cambio degli pneumatici e rabbocco di benzina.
Al giro 4 Tambay entrò sul
podio virtuale sorpassando Prost, mentre nelle retrovie si faceva largo
Rosberg che passava Alboreto. Cinque giri dopo Andrea De Cesaris fu
costretto all'abbandono della gara per un problema al cambio. Un giro
dopo Tambay passò anche Arnoux, ponendosi alle spalle di Piquet.
Tra il dodicesimo e il quattordicesimo passaggio andarono ai box sia
Alain Prost (per un guaio elettrico), che Patrese, che fu anche
costretto al ritiro per un guasto del propulsore.
Al diciannovesimo passaggio ci fu la svolta della gara: Piquet, giunto alla Ostkurve,
si trovava di fronte Eliseo Salazar: il brasiliano impostò il
doppiaggio, Salazar frenò tardi e le due vetture collisero.
Piquet, sceso dalla vettura cercò di malmenare il pilota cileno.
Si trovò così in testa, per la prima volta nel mondiale
di F1, Patrick Tambay, che ora precedeva René Arnoux, John Watson Keke Rosberg, Michele Alboreto e Jacques Laffite.
Laffite proseguì la sua rimonta passando prima Alboreto
poi Rosberg; al ventinovesimo giro però, il francese, nel
doppiaggio diNigel Mansell,
fece un errore, uscì di pista e venne ripassato dai due. Nei giri
seguenti Laffite perse altre posizioni e si allontanò definitivamente
dalla zona dei punti.
Al giro 37 Watson scontò la rottura di una sospensione all'Ostkurve
e fu costretto al ritiro. Al quarantaduesimo giro Tambay doppiò
anche Rosberg, che era terzo: il solo Arnoux era ancora a pieni giri,
assieme al ferrarista. Patrick Tambay vinse per la prima volta nel
mondiale, settantesimo pilota diverso nella storia. Sul podio finirono
Arnoux e Rosberg.
- 1a vittoria per Patrick TAMBAY
- 4a e ultima pole position per Didier PIRONI
|
84a vittoria per Ferrari |
10o podio per René ARNOUX |
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Gran Premio di Germania - 1983
Hockenheim
domenica 7 agosto 1983 - 45 giri x 6.797 km - 305.865 km
|
Il Gran Premio di Germania 1983
è stata la decima prova della stagione 1983 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 7 agosto 1983 sul
Circuito di Hockenheim. La gara è stata vinta dal francese
René Arnoux su Ferrari; per il vincitore si trattò del
sesto successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo gli italiani
Andrea De Cesaris su Alfa Romeo e Riccardo Patrese su Brabham-BMW.
Aspetti sportivi
A un anno dal grave incidente, che lo vide vittima, proprio sul
tracciato tedesco, Didier Pironi fece visita alla sua vecchia Scuderia
Ferrari. La scuderia tedesca ATS iscrisse alla gara, una seconda
vettura, affidata a Stefan Bellof. L'iscrizione non venne poi
confermata.
Gara
Nelson Piquet decise di affrontare la gara col muletto, mentre Patrick Tambay e Alain Prost
optarono per cambiare il motore sulle loro vetture. Il pilota della
Renault, dopo il giro d'installazione, preferì passare all'utilizzo del
muletto.
Alla
partenza Patrick Tambay mantenne il comando della gara, davanti al
compagno di scuderia René Arnoux, poi Andrea De Cesaris, Nelson
Piquet e le due Renault; la difficile partenza delle Toleman
provocò confusione nella pancia del gruppo, tanto che Keke
Rosberg dovette sorpassarle passando sull'erba. Già nel corso
del primo passaggio Piquet passò De Cesaris.
René
Arnoux prese il comando della gara al secondo giro; dietro, Andrea De
Cesaris, venne passato prima da Alain Prost, poi, dopo un bel duello,
anche da Eddie Cheever. Il pilota dell'Alfa Romeo cedette, al settimo
giro, ancora una posizione, questa volta a Riccardo Patrese.
Al decimo giro, dei problemi al motore, costrinsero Patrick Tambay
a fermarsi ai box: gli vennero montate nuove candele, ma la gara del
francese terminò dopo poco. Anche Prost soffriva di noie tecniche; sulla
sua vettura era mancata la prima marcia.
Al
diciassettesimo giro terminò anche la gara per Derek Warwick.
L'inglese, che era settimo, si ritirò per un guasto al
propulsore Hart.
Tre giri dopo Prost, a cui erano sorti problemi anche per l'uso della
quinta marcia, si fermò per il rabbocco di carburante e il cambio degli
pneumatici: rientrò in pista sesto. Al ventitreesimo giro fu il turno,
della sosta, del leader della gara, Arnoux. La velocità dei
meccanici della Ferrari permisero al pilota di rientrare in pista
secondo, alle spalle del solo Nelson Piquet. Dietro al francese c'era invece Andrea De Cesaris, che aveva ripassato Patrese.
Al giro 24 vi fu la sosta per Cheever, seguito, al giro 26 da De
Cesaris. Piquet rimaneva al comando, davanti ad Arnoux, Patrese,
Cheever, Prost, De Cesaris. Riccardo Patrese
si fermò al ventinovesimo passaggio, ma rientrò in pista
davanti a De Cesaris. Nello stesso giro effettuò la sosta ancheNiki Lauda,
che però giunse lungo alla sua piazzola, e venne aiutato dai meccanici a
fermare la monoposto nel punto migliore per il rifornimento.
Nelson
Piquet si fermò al giro 31; la velocità dei suoi
meccanici non fu sufficiente per consentire di fargli mantenere la
prima posizione, in cui tornò René Arnoux. Nello stesso
giro Andrea De Cesaris passò nuovamente Patrese, mentre, poco
dopo, il pilota dell'Alfa approfittò dei guai al cambio di
Prost, per salire in quarta posizione. Il francese fece passare, al
giro 33, anche Patrese.
La gara di
Eddie Cheever si interruppe al giro 39, quando un problema alla pompa
della benzina lo costrinse all'abbandono. De Cesaris scalò
così in terza posizione. Al quarantaduesimo giro, dalla vettura
di Nelson Piquet, iniziò a fuoriuscire della benzina, a causa
della rottura del filtro del carburante. Il motore turbo BMW del
brasiliano andò in fiamma, costringendolo ad abbandonare il gran
premio.
Negli ultimi giri si verificarono dei problemi sia sulla vettura di René Arnoux
(al motore) che su quella di De Cesaris (rottura di una guarnizione).
Ciò non impedì al francese di vincere per la sesta volta nel mondiale.
Due italiani, Andrea De Cesaris e Riccardo Patrese,
completarono il podio. Per Patrese fu il primo arrivo a punti in
stagione, dopo 9 ritiri (anche se era stato classificato in una gara).
6a vittoria per René ARNOUX |
87a vittoria per Ferrari |
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Gran Premio di Germania - 1984
Hockenheim
domenica 5 agosto 1984 - 44 giri x 6.797 km - 299.068 km |
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Gran Premio di Germania 1984,
XLVI AvD-Großer Preis von Deutschland
e undicesima gara del campionato di Formula 1 del 1984,
si è
svolto il 5 agosto sul circuito del Hockenheimring ed è stato
vinto da Alain Prost su McLaren-TAG Porsche.
Gara
Prima della
partenza, per un problema alla pompa dell'olio, Alain Prost dovette
sostituire la sua monoposto, e affidarsi al muletto, che era stato
preparato per Lauda.
Al via il
francese fu prudente e venne passato da Elio De Angelis, mentre il
francese riuscì a difendersi dall'attacco di Derek Warwick. Nel
corso del primo giro Prost cercò di passare De Angelis, mentre
un errore di Warwick permise a Nelson Piquet di superare il britannico.
Seguivano Tambay, Senna, Alboreto e Lauda. Nel secondo giro Senna
sorpassò Tambay, che soffriva di un problema al motore. Nel
seguito Alboreto cedette due posizioni, a Lauda e Fabi.
Al quarto
giro Lauda prese un'altra posizione, passando Tambay. Al giro 5
terminò la gara per Ayrton Senna, che vide volare via l'alettone
anteriore della sua Toleman, uscendo di circuito alla Ostkurve. Tre giri dopo arrivò il momento del ritiro anche per Elio De Angelis,
tradito dal cedimento di un pistone. Prost si trovò a comandare
per pochi metri, in quanto Piquet lo passò alla terza chicane. Alboreto fu costretto, nel frattempo, a una lunga sosta ai box, per un problema al pescaggio della benzina.
Al giro 9
Niki Lauda passò Warwick, ottenendo la terza piazza. Il pilota
della Renault venne, nello stesso giro, superato anche da Keke Rosberg.
Il finlandese fu costretto all'abbandono, poco dopo, per un problema
all'impianto elettrico. La classifica vedeva sempre in testa Nelson
Piquet, davanti al duo della McLaren Prost-Lauda, poi Warwick, Fabi,
Tambay, Mansell e Arnoux.
Improvvisamente, al ventiduesimo giro, un problema al cambio della sua Brabham,
costrinse Piquet a rallentare, e a farsi passare dai due piloti della
McLaren. Nel giro seguente il brasiliano fu costretto alla sosta ai box e
al ritiro. Piquet, arrivato, ai box, chiese prima il cambio degli
pneumatici, poi spense il motore.
Al
ventisettesimo passaggio René Arnoux,
con l'unica Ferrari rimasta in gara, cambiò gli pneumatici,
restando settimo. Al giro 29 si ritirò anche l'altro pilota
dellaBrabham Teo Fabi. Nei giri successivi Prost portò a 6
secondi il vantaggio su Lauda, ma temeva che, un pezzo di polietilene
ficcatosi nel musetto della monoposto, potesse danneggiare la presa
d'aria della sua vettura. Al giro 34 Nigel Mansell passò Tambay,
mentre tre giri dopo un errore di guida di François Hesnault
permise al suo compagno di team Andrea De Cesaris di prendergli la
settima piazza. Il francese, il giro dopo, riprese la posizione
all'italiano, che prevalse definitivamente al giro 41.
Alain Prost conquistò la sua tredicesima vittoria, precedendo Niki Lauda e Derek Warwick..
- 13a vittoria per Alain PROST
- 4o e ultimo podio per Derek WARWICK
|
- 37a vittoria per McLaren
- 20a pole position per McLaren
- 25o migliore giro per McLaren
|
7a vittoria per TAG Porsche |
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Gran Premio di Germania - 1985
Nürburgring
domenica 4 agosto 1985 - 67 giri x 4.542 km - 304.314 km
|
Gran Premio di Germania 1985
.
Ha visto l'ultima vittoria del leader del mondiale Michele Alboreto,
seguito da Alain Prost e da Jacques Laffite.
Dietro di loro si
piazzarono Thierry Boutsen, Niki Lauda e Nigel Mansell
La Brabham portò per la gara in
Germania diverse novità tecniche
al fine di migliorare le prestazioni
della BT54.
|
Aspetti tecnici
Il
fine settimana tedesco non portò importanti novità
tecniche per quanto riguardava lo sviluppo delle monoposto. La Brabham
fu l'unica squadra a introdurre diverse innovazioni sulle proprie
vetture, apportando modifiche alla linea della BT54: venne infatti
montato un nuovo cofano motore, con lo scopo di migliorare
l'aerodinamica, e un nuovo alettone posteriore, simile a quello
utilizzato dalla Williams.
La McLaren apportò invece sostanziali modifiche all'impianto
frenante e a quello di raffreddamento, che si erano dimostrato poco
efficace nelle gare precedenti.
Le altre squadre si limitarono ad introdurre alcune migliorie
tecniche volte a incrementare l'efficienza aerodinamica delle vetture: è
il caso di squadre come Arrows,
Ligier e Ferrari. Sulle monoposto di Lotus e Renault venne invece
montata un'apposita apparecchiatura per monitorare i consumi di
carburante.
|
Gara
Al via, Fabi
scattò lentamente dalla pole position, venendo sfilato da varie
vetture. Già durante il giro di ricognizione l'italiano aveva
lamentato alcuni problemi al motore, che ne avrebbero poi influenzato
l'intera prestazione. Al contrario, Senna fu autore di un'ottima
partenza e prese momentaneamente la testa della corsa, seguito da
Rosberg e Michele Alboreto. L'italiano della Ferrari ebbe però
un contatto con il compagno di squadra Johansson, che danneggiò
lo pneumatico posteriore destro e dovette rientrare ai box, vedendo la
sua corsa già compromessa.
Dopo poche curve, Rosberg prese la testa della gara seguito da Senna,
Alboreto, De Angelis, Prost e Piquet. Nelle retrovie, invece, De
Cesaris veniva costretto al ritiro dopo essere stato toccato da Jacques
Laffite.
|
Nei primi giri Rosberg e Senna staccarono leggermente il resto
del gruppo, costruendosi un vantaggio di circa tre secondi sugli
inseguitori]
Il finlandese, però, a causa di un'errata scelta di gomme cominciò a
soffrire di un'usura maggiore rispetto agli avversari sugli pneumatici
posteriori e al sedicesimo giro venne sopravanzato da Senna.
In questo momento della corsa, il duo di testa era riuscito a portare
sui sette secondi il vantaggio nei confronti del terzetto di piloti
formato da Alboreto, De Angelis e Prost, che erano in lotta e molto
vicini tra loro.Le posizioni di testa rimasero ressoché inalterate fino al 27º giro,
quando Senna venne costretto al ritiro, imitato alcuni giri più tardi
anche dal compagno di squadra De Angelis. Rosberg, nuovamente in testa,
era però in difficoltà nella gestione degli pneumatici e perse
progressivamente il proprio vantaggio nei confronti dei piloti che lo
seguivano. Nel corso del 44º passaggio, sia Alboreto, con una manovra
rischiosa, sia Prost superarono il rivale della Williams e presero la
testa del comando, costruendo immediatamente un buon vantaggio. Rosberg
decise quindi di cambiare gli pneumatici, ma venne comunque costretto al
ritiro pochi giri più tardi.La lotta tra i due alfieri di Ferrari e McLaren si risolse al 58º
giro, quando Prost andò in testacoda, probabilmente a causa di una resa
dei freni ormai non più ottimale,
e si ritrovo a circa venti secondi da Alboreto, che controllò la gara
fino al termine. Terzo giunse il francese Laffite, protagonista di un
lungo duello con Mansell
e al suo secondo podio consecutivo. L'inglese della Williams, con
l'impianto frenante ormai compromesso, negli ultimi giri cedette anche a
Boutsen e Lauda, concludendo sesto e chiudendo la zona punti.
|
Alboreto conquistò quindi la sua quinta e ultima vittoria in
carriera, rafforzando la sua leadership in campionato e riportando a
cinque le lunghezze di vantaggio su Prost. Nel campionato costruttori la
Ferrari guadagnò invece un punto sulla McLaren..
- 5a e ultima vittoria per Michele ALBORETO
- 1a pole position per Teo FABI
- 24o e ultimo migliore giro per Niki LAUDA
|
- 91a vittoria per Ferrari
- 1a e unica pole position per Toleman
- 50o Gran Premio per Toleman
|
- 91a vittoria per Ferrari
- 1a pole position per Hart
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Gran Premio di Germania - 1986
Hockenheim
domenica 27 luglio 1986 - 44 giri x 6.797 km - 299.068 km
|
Michele Alboreto - Stefan Johansson - Nelson Piquet - GP Hockenheim 1986.
Alain Prost (mancanza di benzina)
Il Gran Premio di Germania 1986, XLVIII
AvD-Großer Preis von Deutschland e decima gara del campionato di Formula
1 del 1986,
si è svolto il 27 luglio sul circuito del Hockenheimring ed
è stato vinto da Nelson Piquet su Williams-Honda.
- 15a vittoria per Nelson PIQUET
- 5a e ultima pole position per Keke ROSBERG
- 1o migliore giro per Gerhard BERGER
|
- 28a vittoria per Williams
- 25a pole position per McLaren
- 1o migliore giro per Benetton
|
- 13a vittoria per Honda
- 7a e ultima pole position per TAG Porsche
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Gran Premio di Germania - 1987
Hockenheim
domenica 26 luglio 1987 - 44 giri x 6.797 km - 299.068 km
|
Gran Premio di Germania 1987
La vittoria andò al Nelson Piquet su Williams, davanti alla McLaren
di Stefan Johansson e ad Ayrton Senna su Lotus.
|
Gara
Nelle qualifiche, la pole position andò a Nigel Mansell su Williams davanti ad Ayrton Senna su Lotus ed Alain Prost con la McLaren,
con l'altra Williams di Nelson Piquet quarta. Quinto fu Alboreto su
Ferrari davanti al compagno di Prost, Stefan Johansson, a Teo Fabi su
Benetton e Gerhard Berger su Ferrari.
Alla partenza, Senna scattò bene dalla seconda casella prendendo
la vetta davanti a Mansell, Prost, Piquet, Bousten, Alboreto e
Johansson.
Al secondo giro Senna cominciò
a perdere posizioni, facendosi sopravanzare rispettivamente da Mansell
e Prost. Il francese riuscì a mantenersi vicino a Mansell, e
all'ottavo giro lo passò andando in testa. Nelle retrovie la
lotta per le posizioni era accesa, mentre davanti non ci furono
cambiamenti fino al 19º giro, quando Prost si fermò per il
cambio-gomme. Quando, al 23º giro, anche Mansell rientrò
per il pit-stop, il francese tornò a guidare la gara. Per
contro, la corsa dell'inglese durò solo altri due giri, in
quanto alla 25ma tornata la Williams soffrì di un guasto al motore e costrinse Mansell al ritiro.
In questo modo, Piquet guadagnò la seconda posizione. Nel frattempo Senna
rientrò per la seconda volta, per tentare di risolvere un serio
problema di trazione, perdendo posizioni e lasciando a Stefan Johansson
la terza posizione dopo il ritiro della Benetton di Boutsen per un guasto al motore.
Prost
sembrava avviato a vincere la gara, ma a quattro giri dalla fine fu
costretto al ritiro per un guasto all'alternatore. Di conseguenza, la
vittoria andò al Nelson Piquet su Williams, davanti alla McLaren
di Stefan Johansson e ad Ayrton Senna su Lotus. Dietro di loro si
piazzarono, con un notevole ritardo, le Tyrrell di Streiff e Palmer e
la Lola Larrousse di Alliot. L'unico altro pilota che concluse la gara
fu Martin Brundle su Zakspeed, che non fu però classificato in
quanto arrivò a 10 giri dal vincitore.
- 18a vittoria per Nelson PIQUET
- 10a pole position per Nigel MANSELL
|
- 35a vittoria per Williams
- 90o podio per Williams
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22a vittoria per Honda |
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Gran Premio di Germania - 1988
Hockenheim
domenica 24 luglio 1988 - 44 giri x 6.797 km - 299.068 km
|
Gran Premio di Germania 1988
Fu la nona prova del mondiale 1988 e vide la
vittoria di Ayrton Senna su McLaren - Honda, seguito da Alain Prost e da Gerhard Berger
Qualifiche
Senna
conquistò la settima pole position stagionale, con quasi tre
decimi di vantaggio sul compagno di squadra Prost; in seconda fila si
schierarono, più staccate, le Ferrari di Berger e Alboreto,
seguite da Piquet, Nannini, Capelli e Nakajima.
Gara
Dopo
che durante tutto il fine settimana sul circuito tedesco si erano
abbattuti diversi acquazzoni, la gara fu disputata con il tracciato
bagnato, ma senza pioggia; tutti i piloti ad eccezione di Piquet
montarono gomme da bagnato. Al via Senna mantenne la prima posizione,
mentre Prost scivolò alle spalle di Nannini e Berger; il
francese ebbe rapidamente la meglio su entrambi, ma non riuscì
mai ad impensierire seriamente il compagno di squadra, concludendo in
seconda posizione. Terzo e quarto giunsero Berger e Alboreto, seguiti
sul traguardo da Capelli e Boutsen.
.
- 11a vittoria per Ayrton SENNA
- 1o migliore giro per Alessandro NANNINI
- 150o Gran Premio per Nelson PIQUET
|
64a vittoria per McLaren |
36a vittoria per Honda |
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Gran Premio di Germania - 1989
Hockenheim
domenica 30 luglio 1989 - 45 giri x 6.797 km - 305.865 km
|
Il Gran Premio di Germania 1989
fu la nona gara della stagione 1989 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 30 luglio sul Circuito di Hockenheim. La manifestazione
vide la vittoria di Ayrton Senna su McLaren - Honda su , seguito dal compagno di squadra Alain Prost e da Nigel Mansell su Ferrari.
Prima della gara
- Da metà stagione in poi i due piloti della Brabham, Caffi e Weidler
non dovettero più prendere parte alle prequalifiche in virtù dei
risultati fatti segnare dalle loro scuderie nella prima parte di
campionato; al loro posto furono costretti a parteciparvi i due piloti
della Larrousse, Moreno e Tarquini.
- La Larrousse ingaggiò
Michele Alboreto per il resto della stagione, dopo aver affidato la
propria seconda vettura a Éric Bernard nelle due gare precedenti.
.
Gara
Al via Berger provò ad insidiare le due McLaren, ma fu sopravanzato nuovamente sia da Senna che da Prost.
Il brasiliano mantenne il comando fino al cambio gomme, quando il suo
pit stop fu piuttosto lungo e gli fece perdere la prima posizione a
vantaggio del compagno di squadra. A tre tornate dal termine, però,
Senna riprese la prima posizione, approfittando di noie al cambio che
rallentavano Prost. Mansell
chiuse in terza posizione, mentre il suo compagno di squadra Berger fu
costretto al ritiro dallo scoppio di uno pneumatico; quarto giunse Patrese, seguito da Piquet e Warwick
- 18a vittoria per Ayrton SENNA
- 30o podio per Nigel MANSELL
- 40o podio per Ayrton SENNA
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- 77a vittoria per McLaren
- 450o Gran Premio per Ferrari
|
49a vittoria per Honda |
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Gran Premio di Germania - 1990
Hockenheim
domenica 29 luglio 1990 - 45 giri x 6.802 km - 306.090 km
|
Gran Premio di Germania 1990
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
La potenza del motore Honda si rivela determinante per l'esito della
gara, che Senna vince davanti a Nannini ed al compagno
di squadra
Berger; Prost, quarto, perde la testa della classifica Piloti, conquistata al Gran Premio precedente.
.
- 24a vittoria per Ayrton SENNA
- 50o podio per Ayrton SENNA
- 1o e unico migliore giro per Thierry BOUTSEN
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84a vittoria per McLaren |
- 56a vittoria per Honda
- 25o migliore giro per Renault
|
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Gran Premio di Germania - 1991
Hockenheim
domenica 28 luglio 1991 - 45 giri x 6.802 km - 306.090 km
|
Gran Premio di Germania 1991
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su
Williams.
Gara
Alla partenza
Mansell parte bene e mantiene la testa della corsa; alle sue spalle
Berger sopravanza il compagno di squadra Senna, che precede Prost,
Patrese ed Alesi. A fondo gruppo Blundell entra in collisione con
Larini,
che è costretto al ritiro. Berger scivola in decima posizione
dopo un pit stop problematico, mentre Prost comincia a pressare Senna.
In testa alla corsa Mansell conquista un grande vantaggio sugli
inseguitori; quando entra ai box per il cambio gomme torna in pista
alle spalle di Alesi, che sopravanza dopo due tornate, riprendendosi il
comando. Alle spalle dei due si scatena un gran duello tra Senna, Prost
e Patrese per la terza posizione; alla fine la spunta l'italiano, che
comincia a rimontare su Alesi, mentre gli altri due continuano a
contendersi il quarto posto. Al 37º passaggio Prost tenta un
attacco all'esterno alla prima chicane, ma Senna resiste, mandando
fuori pista il rivale e costringendolo così al ritiro. Questo
episodio riaccende la rivalità tra i due: a fine gara Prost
dichiara che, trovandosi nella stessa situazione, avrebbe mandato fuori
pista Senna, mentre quest'ultimo accusa il francese di "lamentarsi solo
per il gusto di farlo".Mansell continua a condurre la corsa fino alla
fine, tagliando il traguardo davanti a Patrese, Alesi, Berger,De
Cesaris e Gachot; Senna è classificato settimo dopo essere
rimasto senza benzina all'ultimo giro (come gli era già successo
nella gara precedente), mentre occupava la quarta posizione.
19a vittoria per Nigel MANSELL |
- 48a vittoria per Williams
- 125o podio per Williams
|
28a vittoria per Renault |
|
Gran Premio di Germania - 1992
Hockenheim
domenica 26 luglio 1992 - 45 giri x 6.815 km - 306.675 km
|
Gran Premio di Germania 1992
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su Williams
seguito da Ayrton Senna su McLaren e da Michael Schumacher su Benetton.
Gara
Al via Patrese
prova ad attaccare Mansell, senza però riuscire a superarlo. Nei
primi giri si verifica una situazione curiosa, con le due Williams che
occupano le prime posizioni, seguite dalle due McLaren di Senna e
Berger, dalle Benetton di Schumacher e Brundle, dalle due Ferrari di Alesi e Capelli, dalle Ligier di Comas e Boutsen e dalle Lotus di Häkkinen e Herbert.
I piloti della Williams hanno previsto un pit stop, mentre gli altri
piloti di testa sono partiti per arrivare fino in fondo senza cambi
gomme; al 15º giro Mansell è il primo a fermarsi e torna in pista alle
spalle di Senna, che sopravanza dopo pochi giri. Patrese torna ai box
cinque passaggi più tardi, rientrando in pista quarto dietro a
Schumacher, mentre Berger è rallentato da problemi al motore, che lo
costringeranno al ritiro. Patrese ha la meglio su Schumacher e rimonta
lo svantaggio nei confronti di Senna; il pilota italiano attacca il
rivale nel corso dell'ultima tornata, ma sbaglia ed esce di pista,
dovendosi ritirare. Mansell conquista l'ottava vittoria stagionale
davanti a Senna, Schumacher, Brundle, Alesi e Comas; il pilota inglese
può conquistare matematicamente il suo primo titolo mondiale già dalla
gara successiva, in Ungheria.
.
- 29a vittoria per Nigel MANSELL
- 70o podio per Ayrton SENNA
- 13o e ultimo migliore giro per Riccardo PATRESE
|
- 59a vittoria per Williams
- 230o podio per McLaren
|
39a vittoria per Renault |
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Gran Premio di Germania - 1993
Hockenheim
domenica 25 luglio 1993 - 45 giri x 6.815 km - 306.675 km |
|
Gran Premio di Germania 1993
La gara è stata vinta da Alain Prost su
Williams: per il francese fu la 51ª ed ultima vittoria in carriera
Gara
Al via Prost viene sopravanzato da Hill, Schumacher e Senna
dopo uno scatto poco brillante; alla staccata della prima variante però
il francese attacca all'interno il brasiliano che prova a resistere
all'esterno finendo in testacoda e vedendo sfilato dal resto del gruppo.
La Ligier di Brundle
tenta di attaccare il pilota della Williams alla seconda chicane, ma va
in testacoda e taglia la variante; anche Prost taglia la chicane, per
evitare l'incidente, e così pure fa Suzuki dietro di loro. Tutti e tre i
piloti vengono penalizzati con uno stop-and-go al giro 10; Prost
criticherà questa decisione a fine gara. Prima di doversi fermare, il
francese rimonta facilmente infilando Schumacher nel corso del sesto
giro e Hill nell'ottavo, portandosi in testa alla gara; quando rientra è
quinto, alle spalle anche di Blundell, Patrese
e davanti ad Alesi. Il francese della Ferrari si ferma ai box per
fissare un problema alla carrozzeria e lascia la zona puntI al compagno
Berger alle spalle del quale si profila minacciosa la sagoma della
McLaren di Senna in rimonta. Il brasiliano, pur sensibilmente più rapido
sul giro, non riesce a passare l'austriaco forte della velocità di
punta della rossa. Nel frattempo Prost recupera fino alla terza piazza
diventando secondo quando Schumacher si ferma per il cambio gomme. Si
fermano anche Patrese, che rischia finendo in testacoda alla chicane
Clark, Blundell e Senna ma non le due WIlliams e Berger. A metà gara
Hill ha 22" su Prost e 24" su Schumacher; seguono Berger, Blundell,
Patrese e Senna. Spettacolare il giro 24 quando Blundell infila Berger
alla prima variante ma l'austriaco risponde con una decisa staccata a
quella prima della ost-kurve. Il giro seguente però l'inglese passa
all'ingresso del motodrom e il ferrarista deve cedere rapidamente anche a
Senna, che ha passato anche Patrese, e allo stesso padovano. A questo
punto il brasiliano prova ad insidiare la Ligier dell'inglese che
resisterà fino alla fine senza troppi patemi. A cinque giri dal termine
Hill sembra vicino al primo successo in carriera forte di 12" di
vantaggio sul compagno mentre il tedesco della Benetton segue staccato
dopo aver nuovamente sostituito le gomme. A una tornata e mezzo dal
termine Hill si ritira però per il cedimento della gomma posteriore
sinistra; Prost vince così per la 51. volta davanti a Schumacher,
Blundell, Senna, Patrese e Berger. Con 27 punti di vantaggio su Senna, il francese ipoteca il suo quarto mondiale.
.
- 51a e ultima vittoria per Alain PROST
- 250o Gran Premio per Riccardo PATRESE
|
68a vittoria per Williams |
- 48a vittoria per Renault
- 140o podio per Renault
|
|
Gran Premio di Germania - 1994
Hockenheim
domenica 31 luglio 1994 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km |
Gran Premio di Germania 1994
La gara segnò il ritorno alla
vittoria della Ferrari dopo quasi quattro anni di assenza dal gradino
più alto del podio,
ovvero dal Gran Premio di Spagna 1990 vinto
dall'ex ferrarista Alain Prost.
Gara
Alla partenza avviene un primo incidente nelle retrovie che coinvolge
quattro monoposto, ma il peggio accade qualche istante dopo: alla fine
del rettilineo, Hakkinen stringe verso il centro della pista e causa un contatto con la Williams-Renault di Coulthard.
Il pilota della Mclaren perde il controllo della vettura, che si gira
ed esce di pista tagliando la strada alle monoposto che sopraggiungono.
Altre sei vetture vengono coinvolte in questo incidente e sono costrette
al ritiro, mentre altre, essendo danneggiate, rientrano ai box il giro
seguente. Per fortuna non c'è nessuna conseguenza fisica per nessuno dei
piloti coinvolti. Intanto anche Alesi
è costretto a ritirarsi poche centinaia di metri più avanti per
problemi all'elettronica della monoposto. Nonostante il pericolo di
detriti in pista e di vetture ferme in vari punti del tracciato, la gara
non viene interrotta.
Le due Williams di Coulthard e Hill rientrano ai box dopo l'incidente e
finiscono nelle retrovie perdendo più di un giro nei confronti
degli avversari e non potendo più lottare per posizioni
importanti. Dunque la gara continua con Berger, sulla Ferrari, in prima
posizione, seguito a pochi decimi da Schumacher.
Il tedesco della Benetton si rivela nettamente più veloce sul
giro, tuttavia non riesce a superare il ferrarista: sui rettilinei si
palesa la superiorità del motore V12 della Ferrari, rispetto al
Ford V8 della Benetton.
Al quindicesimo passaggio il secondo pilota Benetton Jos Verstappen
rientra ai box per il pit stop. Nel completare le operazioni tuttavia i
meccanici sfilano troppo rapidamente il bocchettone di rifornimento del
carburante: tale manovra impropria, complice la particolare soluzione
implementata dalla scuderia britannica sulla valvola d'immissione del
liquido (priva di filtro, in modo tale da velocizzare il travaso nel
serbatoio e rendere l'operazione più veloce), causa una copiosa
fuoriuscita di benzina
che inonda la monoposto e, a contatto con il retrotreno rovente,
s'incendia. Le fiamme vengono rapidamente domate e l'olandese riesce a
mettersi in salvo autonomamente, riportando solo alcune lievi ustioni.
Nel frattempo la gara continua con Berger e Schumacher in lotta, seguiti a lunga distanza dalle Ligier di Panis e Bernard
(avvantaggiate dalla bontà dei propulsori Renault, rispetto alle altre
vetture). Il tedesco della Benetton decide di anticipare il pit-stop,
cercando di avvantaggiarsi nei confronti di Berger, tuttavia al
ventesimo giro è costretto al ritiro a causa della rottura del
propulsore della sua Benetton.
Nelle battute finali della gara si scatena un duello tra Gianni Morbidelli ed Erik Comas
per la conquista della quinta posizione, vinto infine dal pilota
italiano.Berger mantiene il comando della gara e vince: dopo quasi 4
anni di digiuno, la Ferrari torna alla vittoria. Completano il podio
Olivier Panis ed Eric Bernard: a quasi 9 anni di distanza dall'ultima volta (il Gran Premio d'Australia 1985) la Ligier
piazza due vetture sul podio. È la quarta e ultima volta che ciò accade
nella storia della casa francese, destinata a cessare le attività di lì
a due anni.
- 9a vittoria per Gerhard BERGER
- 1o e unico podio per Eric BERNARD
- 1o podio per Olivier PANIS
- 1o migliore giro per David COULTHARD
|
80o migliore giro per Williams |
104a vittoria per Ferrari |
|
Gran Premio di Germania - 1995
Hockenheim
domenica 30 luglio 1995 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km
|
Gran Premio di Germania 1995
Fu l'ottava prova del mondiale 1995 e vide la
vittoria di Michael Schumacher su Benetton-Renault,
seguito da David
Coulthard e da Gerhard Berger
Questa è stata l'ultima gara per il pilota italiano Pierluigi Martini che decise di lasciare la F1
Al via Damon Hill prende il comando, ma un banale errore lo mette
già fuori all'inizio del 2º giro, quando perde il controllo
della sua Williams in frenata, finendo in testacoda alla prima curva. Lascia
così, il comando a Schumacher che prosegue
vincendo davanti a Coulthard e Berger.
- 15a vittoria per Michael SCHUMACHER
- 20o migliore giro per Michael SCHUMACHER
|
- 21a vittoria per Benetton
- 70o podio per Benetton
- 300o Gran Premio per Williams
|
- 66a vittoria per Renault
- 180o podio per Renault
|
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Gran Premio di Germania - 1996
Hockenheim
domenica 28 luglio 1996 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km |
Gran Premio di Germania 1996
La gara è stata vinta da Damon Hill su Williams
seguito da Jean Alesi su Benetton e da Jacques Villeneuve su Williams.
|
- Prima della gara
- La
Forti non partecipa alla gara, nonostante i camion del team arrivino al
circuito; la squadra, afflitta da problemi economici e di gestione
interna, non ha infatti pagato alla Cosworth la fornitura dei motori,
che quindi è stata sospesa.
- La Minardi sostituisce Fisichella con il Pay driver Giovanni Lavaggi.
Qualifiche
La sessione di
qualificazione è piuttosto combattuta; Schumacher resta in cima alla
classifica dei tempi per gran parte del tempo, ma negli ultimi minuti a
disposizione viene sopravanzato prima da Hill, che conquista così la
settima pole position stagionale, e poi da Berger. Il pilota tedesco è
quindi terzo, seguito da Häkkinen, Alesi, Villeneuve, Coulthard, Irvine
e dalle due Jordan di Barrichello e Brundle, che chiudono la top ten.
In fondo alla griglia Lavaggi, alla prima gara con la Minardi, rimane
fuori dal 107% e non si qualifica per la gara.
|
Gara
Al via Hill scatta
male, venendo superato sia da Alesi che da Berger; al termine del primo
passaggio l'austriaco conduce la gara davanti al compagno di squadra,
Hill, Schumacher, Coulthard, Villeneuve e Häkkinen. La gara si
sviluppa piuttosto linearmente, con i primi tre che guadagnano un buon
margine sugli inseguitori, guidati dall'alfiere della Ferrari; il
leader del mondiale, partito per effettuare due pit stop, è
nettamente più veloce dei due piloti della Benetton, la cui
strategia prevede invece una singola sosta, ma non è in grado di
sopravanzarli in pista.Il pilota inglese rifornisce una prima volta nel
corso del 16º passaggio, conquistando poi il comando della corsa
quando i piloti della Benetton effettuano i propri pit stop; a questo
punto Hill spinge al massimo e quando torna in pista si trova davanti
ad Alesi, ma ancora alle spalle di Berger. Il pilota austriaco sembra
in grado di controllare agevolmente la situazione, nonostante Hill
rimonti rapidamente lo svantaggio e si porti alle sue spalle, ma a tre
tornate dalla fine il motore della sua Benetton si rompe,
costringendolo al ritiro. Hill conquista così la settima
vittoria stagionale, davanti ad Alesi, Villeneuve, Schumacher,
Coulthard e Barrichello..
20a vittoria per Damon HILL |
92a vittoria per Williams |
- 83a vittoria per Renault
- 90o migliore giro per Renault
|
|
Gran Premio di Germania - 1997
Hockenheim
domenica 27 luglio 1997 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km
|
|
Il Gran Premio di Germania 1997 fu il decimo appuntamento della stagione di Formula 1 1997.
1. Gerhard Berger
Benetton |
2. Michael Schumacher
Ferrari |
3. Mika Häkkinen
McLaren |
Gara
Al
via, scattano molto bene entrambi i piloti della Ferrari: Michael
Schumacher passa Häkkinen, portandosi in terza posizione, mentre
Irvine, partito in quinta fila, risale addirittura fino al quinto
posto. Il nordirlandese si ritira però subito dopo, in seguito
ad un contatto con Frentzen, costretto anch'egli ad abbandonare la
gara. Al termine del primo giro Berger conduce davanti a Fisichella,
Schumacher, Häkkinen, Alesi, Villeneuve, Trulli e Barrichello.
Coulthard, che era andato in testacoda per evitare la collisione tra
Irvine e Frentzen, si ferma ai box per riparare la vettura; tuttavia,
appena ripartito si ferma nuovamente dopo poche centinaia di metri,
tradito dalla trasmissione della sua McLaren.
Più
indietro Ralf Schumacher, partito malissimo, rimonta passando Herbert e
Barrichello; il pilota della Sauber viene sopravanzato poco dopo anche
da Hill. Nel corso del 9º giro Diniz,
che sta seguendo Herbert, arriva lungo alla seconda variante e tampona
la Sauber; entrambi si devono ritirare. Prima dei pit stop Berger
conduce davanti a Fisichella, che tiene a distanza Schumacher, Häkkinen,
Alesi, Villeneuve e Trulli. Al 16º giro il pilota austriaco rientra ai
box; Fisichella si ritrova così per la prima volta in carriera in testa
ad una corsa.
Dopo la prima serie di rifornimenti, Berger si trova saldamente
al comando, con ben sedici secondi di margine su Fisichella; dietro le
posizioni restano invariate. Nel corso della 28ª tornata sulla Stewart
di Magnussen esplode il motore; poco prima si era ritirato anche Katayama,
rimasto inspiegabilmente senza benzina. Nel frattempo, comincia un
acceso duello tra Häkkinen, Villeneuve e Trulli: il canadese cerca di
sorprendere il pilota della McLaren alla staccata della prima curva, ma
finisce per uscire dalla traiettoria ideale; ne approfitta Trulli, che
lo sorpassa all'esterno.
Villeneuve tenta di riprendersi subito la posizione, attaccando
il rivale già alla prima variante; il pilota della Prost resiste però al
suo attacco e il canadese finisce in testacoda nella via di fuga, dove
si deve ritirare. Dopo la seconda sosta Berger riparte dietro
Fisichella, ma neanche un giro dopo l'austriaco ripassa in testa. Al 39º
giro esplode lo pneumatico posteriore, all'entrata del Motodrome.
Fisichella compie un testacoda, ma riesce a riguadagnare i box: qui i
meccanici sostituiscono la gomma danneggiata, ma sulla Jordan del romano
si è rotta una sospensione ed il pilota viene fermato per motivi
precauzionali.
Non succede più niente fino all'arrivo, dove Berger festeggia nel
migliore dei modi il proprio ritorno agonistico, conquistando la sua
decima ed ultima vittoria in carriera davanti a Michael Schumacher,
Häkkinen, Trulli, Ralf Schumacher e Alesi. Nel giro d'onore l'idolo di
casa Michael Schumacher si soffermò sulla prestazione di Fisichella,
ponendolo difatti nella lista dei "top driver", mostrando la stima per
questo ragazzo (tra l'altro compagno-rivale del fratello Ralf in Jordan)
portandolo in sella al suo cavallino, visto che quest'ultimo si era
ritirato a pochi giri dal traguardo per un guasto. Questa gara è stata
l'ultima vinta (e la sola con la licenza italiana) per la Benetton e Gerhard Berger undici anni dopo aver vinto la prima gara per la scuderia.
- 10a e ultima vittoria per Gerhard BERGER
- 12a e ultima pole position per Gerhard BERGER
- 48o e ultimo podio per Gerhard BERGER
- 21o e ultimo migliore giro per Gerhard BERGER
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27a e ultima vittoria per Benetton |
- 92a vittoria per Renault
- 130a pole position per Renault
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Gran Premio di Germania - 1998
Hockenheim
domenica 2 agosto 1998 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km
|
Gran Premio di Germania 1998
Disputatosi
il 2 agosto sullo Hockenheimring, ha visto la vittoria di Mika
Häkkinen su McLaren,
seguito da David Coulthard e da Jacques
Villeneuve.
Gara
Poco prima della
partenza cadono alcune gocce di pioggia, ma la precipitazione cessa
immediatamente. Al via, Häkkinen e Coulthard mantengono la testa
della corsa; più indietro, Wurz si avvia a fatica e Michael
Schumacher lo evita all'ultimo istante. I piloti della McLaren tengono
fin dall'inizio un ritmo inavvicinabile per tutti; l'unico a non essere
staccato è Ralf Schumacher, unico ad aver scelto di effettuare
due soste e quindi alla guida di una vettura più leggera degli
altri. Alle spalle dei primi tre si trovano, nell'ordine, Villeneuve,
Hill, Irvine, Michael Schumacher, Fisichella, Frentzen e Alesi. Mentre Diniz
si ritira, Irvine compie un errore alla seconda chicane, perdendo la
sua quinta posizione a favore del compagno di squadra. Wurz, in rimonta,
sopravanza Salo, Verstappen e Trulli, mentre Panis viene penalizzato con uno stop & go per partenza anticipata.
Nel corso della 14ª tornata, Ralf Schumacher è il primo pilota a
rifornire; il pilota tedesco rientra in pista decimo. La gara continua
senza particolari scossoni fino al 22º giro, quando Alesi inaugura la
prima ed unica serie di rifornimenti, imitato via via da tutti gli
altri. Nel frattempo, le due Stewart si ritirano a tre giri di distanza
l'una dall'altra, con entrambi i piloti traditi dal cambio delle proprie
vetture. Al 29º passaggio Ralf Schumacher rifornisce per la seconda
volta tornando in pista al sesto posto; non ci sono altri avvenimenti
degni di nota nelle prime posizioni e la McLaren coglie la quarta
doppietta stagionale, con Häkkinen che va a vincere davanti a Coulthard,
Villeneuve (al primo podio stagionale), Hill (a punti per la prima
volta nel 1998), Michael Schumacher e Ralf Schumacher.
- 7a vittoria per Mika HAKKINEN
- 20o podio per Jacques VILLENEUVE
|
- 114a vittoria per McLaren
- 90a pole position per McLaren
|
- 19a vittoria per Mercedes
- 600o Gran Premio per Ferrari
|
|
Gran Premio di Germania - 1999
Hockenheim
domenica 1 agosto 1999 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km |
Gran Premio di Germania 1999
La gara è stata vinta da Eddie
Irvine, su Ferrari; secondo e terzo sono giunti rispettivamente Mika
Salo e Heinz-Harald Frentzen.
Gara
Al via
Häkkinen mantiene il comando della corsa; alle sue spalle si
inserisce Salo, seguito da Coulthard, Irvine, Barrichello, Ralf
Schumacher e Wurz. Più indietro, Villeneuve travolge
letteralmente Diniz,
mandandolo fuori pista: entrambi sono costretti al ritiro. Nel corso
del primo passaggio Barrichello sopravanza Irvine, superando due tornate
più tardi anche Frentzen e portandosi in quarta posizione; la gara del
brasiliano finisce però quasi subito per un problema meccanico.
|
Nel
frattempo, Häkkinen controlla la gara senza grossi problemi, mentre
dietro di lui il suo compagno di squadra segue da vicino Salo. Dopo
diversi tentativi di sorpasso andati a vuoto, nel corso del decimo giro
Coulthard attacca il finlandese alla seconda chicane, finendo per
tamponarlo. Salo continua senza problemi, mentre il pilota della McLaren
deve tornare ai box per sostituire il musetto della propria vettura,
ripartendo decimo.La situazione nelle prime posizioni rimane stabile fino al 21º
giro, quando Frentzen apre la prima ed unica serie di pit stop. In
sequenza, riforniscono anche Irvine, Salo e Häkkinen, quest'ultimo alla
fine della 24a
tornata; la sosta del finlandese è però rallentata da un
problema con il sistema di rifornimento, che gli costa una decina di
secondi. Passa così in testa Salo, che dopo un giro cede il
comando al proprio compagno di squadra, che aveva sopravanzato Frentzen
nel gioco dei pit stop. Contemporaneamente, sulla vettura di
Häkkinen, rientrato in pista in quarta posizione alle spalle di
Frentzen, si sgonfia improvvisamente la gomma posteriore sinistra: il
finlandese perde il controllo della propria monoposto, che sbatte
violentemente contro le barriere; Häkkinen, pur scosso, rimane
illeso.La corsa per le posizioni di vertice è decisa, con Irvine
e Salo che controllano facilmente gli inseguitori, guidati da Frentzen
eRalf Schumacher;
più indietro, fatica a rimontare Coulthard, che deve anche effettuare
uno stop & go per aver tagliato la seconda chicane nel sorpassare Panis. Lo scozzese approfitta anche del ritiro di Herbert
(quinto fino a cinque tornate dal termine) per risalire fino alla
quinta posizione finale, proprio davanti al pilota francese della Prost,
che conquista il secondo punto stagionale.
- 3a vittoria per Eddie IRVINE
- 1o podio per Mika SALO
- 10o migliore giro per David COULTHARD
|
- 124a vittoria per Ferrari
- 100a pole position per McLaren
|
124a vittoria per Ferrari |
|
Gran Premio di Germania - 2000
Hockenheim
domenica 30 luglio 2000 - 45 giri x 6.823 km - 307.035 km
|
Gran Premio di Germania 2000
La gara fu vinta da Rubens
Barrichello, alla prima vittoria in carriera in Formula 1.
|
Gara
Alla partenza Coulthard strinse Schumacher verso il lato esterno della pista; Fisichella,
partito alle spalle del pilota tedesco, fu colto di sorpresa dal cambio
di traiettoria del ferrarista e finì per tamponarlo, spedendolo nella
via di fuga e dovendosi ritirare a sua volta. Häkkinen,
scattato dalla quarta posizione, si infilò nel varco lasciatogli dal
compagno di squadra e si portò in testa; la manovra dei due piloti della
McLaren
suscitò nel dopogara molte polemiche, anche perché il
terzo ritiro consecutivo di Schumacher avrebbe permesso ai due piloti
della scuderia inglese di riaprire definitivamente il Campionato.
Häkkinen e Coulthard condussero senza particolari problemi la
gara, seguiti da Trulli, de la Rosa, Irvine e Herbert; alle loro spalle
si fa strada Barrichello,
che già nel corso del primo giro risalì fino alla decima
posizione.Il brasiliano, partito con una tattica su due soste contro
l'unica della maggior parte degli avversari, continuò nei
passaggi successivi la sua rimonta, entrando in zona punti già
nel corso della quinta tornata, ma non era nella posizione di insidiare
concretamente i piloti della McLaren, che accumularono un grande
vantaggio sugli inseguitori. AncheFrentzen (partito con la stessa
strategia di Barrichello) e Herbert misero a segno diversi sorpassi,
risalendo in classifica, ma il pilota della Jaguar fu costretto al
ritiro dopo aver percorso solo dodici giri. Nel frattempo, nel corso
dell'ottavo passaggio, la Arrows di Verstappen
perse l'intero cofano motore in pieno rettilineo, ma l'olandese
riuscì a continuare.Barrichello e Frentzen, portatisi
rispettivamente in terza e quinta posizione, si fermarono ai box al
diciassettesimo ed al diciottesimo giro, rientrando in pista al quinto
ed al sesto posto. Le due McLaren sembravano poter controllare la gara,
gestendo il grande vantaggio su Trulli, terzo, quando, al 24º
giro, un ex dipendente francese della Mercedes di 47 anni compì
un'invasione di pista per protestare contro il licenziamento subito
dall'azienda tedesca dopo vent'anni di servizio. L'uomo, che indossava
un impermeabile con scritte contro la Mercedes, si mise a camminare
lungo il bordo della pista, attraversandola anche mentre alcune
monoposto arrivavano a tutta velocità 200 metri più
indietro. Entrò così la safety car, annullando il
vantaggio delle McLaren: praticamente tutti i piloti rientrarono nella
corsia dei box per rifornire, compresi Barrichello e Frentzen che si
portarono, in questo modo, alla pari con gli altri. Quando la safety
car uscì di scena, dietro ad Häkkinen si trovavano Trulli,
Barrichello, De la Rosa, Frentzen e Coulthard; tuttavia, il giro
successivo,Alesi fu protagonista di una violenta uscita di pista dopo
essersi toccato con Diniz
e la vettura di sicurezza rientrò sul tracciato. Al 31º
giro, quando la safety car tornò ai box, iniziò a
piovere:Button e Heidfeld rientrarono ai box per montare gomme da
bagnato alla fine del 32º passaggio, imitati un giro dopo da tutti
gli altri. Gli unici a mantenere le gomme da asciutto furono Frentzen,
Coulthard e Barrichello: per il brasiliano sarebbe stata la mossa
vincente. La pioggia, infatti, non cadde in maniera uniforme sul lungo
circuito tedesco, concentrandosi principalmente sulla zona del
Motodrom, e gli inseguitori non furono in grado di guadagnare tanto da
diventare pericolosi. Dietro a Barrichello si trovavano Coulthard,
Frentzen, Zonta (che pochi giri prima aveva mandato in testacoda il suo
compagno di squadra), Häkkinen, De la Rosa e Trulli. Coulthard
rinunciò però a proseguire con le gomme da asciutto,
montando quelle da bagnato al 37º giro; nello stesso passaggio, a
Trulli e a Zonta fu inflitto uno stop & go, che nel caso del pilota
abruzzese si rivelò nel dopogara completamente ingiustificato
(la stessa direzione gara ammise, a corsa finita, che la
penalità era stata inflitta al pilota italiano erroneamente). Il
brasiliano della BAR uscì di pista subito dopo, dando
così ad Häkkinen la possibilità di attaccare
Frentzen, in difficoltà a causa di problemi all'impianto
elettrico della sua Jordan; il pilota tedesco si ritirò al
39º giro, subito dopo avere subito il sorpasso da parte del
finlandese.Nonostante la pioggia aumentasse di intensità negli
ultimi giri, permettendo ad Häkkinen di recuperare qualche decimo
al giro su Barrichello, il pilota brasiliano conquistò la sua
prima vittoria in Formula 1, dopo essere partito dalla diciottesima
posizione. Alle spalle del ferrarista chiusero Häkkinen e
Coulthard, seguiti da Button, Salo e de la Rosa. Nel Campionato Piloti
la coppia dei piloti McLaren rimase appaiata al secondo posto staccata
di due punti da Michael Schumacher, mentre nel Campionato Costruttori
la Ferrari mantenne inalterato il proprio vantaggio nei confronti della
McLaren.
- 1a vittoria per Rubens BARRICHELLO
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131a vittoria per Ferrari |
10a pole position per David COULTHARD |
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Prima del Campionato Mondiale
1926 AVUS Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1927 Nürburgring Otto Merz Mercedes-Benz
1928 Nürburgring Caracciola e Werner Mercedes-Benz
1929 Nürburgring Louis Chiron Bugatti
1931 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1932 Nürburgring Rudolf Caracciola Alfa Romeo
1934 Nürburgring Hans Stuck Auto Union
1935 Nürburgring Tazio Nuvolari Alfa Romeo
1936 Nürburgring Bernd Rosemeyer Auto Union
1937 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1938 Nürburgring Richard Seaman Mercedes-Benz
1939 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
Gare valide per il Mondiale
1951 Nürburgring Alberto Ascari Ferrari
1952 Nürburgring Alberto Ascari Ferrari
1953 Nürburgring Nino Farina Ferrari
1954 Nürburgring Juan Manuel Fangio Mercedes-Benz
1956 Nürburgring Juan Manuel Fangio Ferrari
1957 Nürburgring Juan Manuel Fangio Maserati
1958 Nürburgring Tony Brooks Vanwall
1959 AVUS Tony Brooks Ferrari
1961 Nürburgring Stirling Moss Lotus
1962 Nürburgring Graham Hill BRM
1963 Nürburgring John Surtees Ferrari
1964 Nürburgring John Surtees Ferrari
1965 Nürburgring Jim Clark Lotus
1966 Nürburgring Jack Brabham Brabham
1967 Nürburgring Denny Hulme Brabham
1968 Nürburgring Jackie Stewart Matra
1969 Nürburgring Jacky Ickx Brabham
1970 Hockenheim Jochen Rindt Lotus
1971 Nürburgring Jackie Stewart Tyrrell
1972 Nürburgring Jacky Ickx Ferrari
1973 Nürburgring Jackie Stewart Tyrrell
1974 Nürburgring Clay Regazzoni Ferrari
1975 Nürburgring Carlos Reutemann Brabham
1976 Nürburgring James Hunt McLaren
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Gare valide per il Mondiale
1977 Hockenheim Niki Lauda Ferrari
1978 Hockenheim Mario Andretti Lotus
1979 Hockenheim Alan Jones Williams
1980 Hockenheim Jacques Laffite Ligier
1981 Hockenheim Nelson Piquet Brabham
1982 Hockenheim Patrick Tambay Ferrari
1983 Hockenheim René Arnoux Ferrari
1984 Hockenheim Alain Prost McLaren
1985 Nürburgring Michele Alboreto Ferrari
1986 Hockenheim Nelson Piquet Williams
1987 Hockenheim Nelson Piquet Williams
1988 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1989 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1990 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1991 Hockenheim Nigel Mansell Williams
1992 Hockenheim Nigel Mansell Williams
1993 Hockenheim Alain Prost Williams
1994 Hockenheim Gerhard Berger Ferrari
1995 Hockenheim Michael Schumacher Benetton
1996 Hockenheim Damon Hill Williams
1997 Hockenheim Gerhard Berger Benetton
1998 Hockenheim Mika Häkkinen McLaren
1999 Hockenheim Eddie Irvine Ferrari
2000 Hockenheim Rubens Barrichello Ferrari
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