Nel corso di oltre Sessant’anni di Storia della Formula 1, l’Automobilismo
Sportivo è stato oggetto
di grandi cambiamenti a livello sportivo e tecnologico
che hanno determinato la sua crescita e il suo sviluppo.
Oggi, il termine
Formula 1 è spesso assoggettato alla parola “progresso tecnologico e umano”.
In
Formula 1, dal 1950 ad oggi, l’evoluzione tecnologica delle monoposto da
competizione è stata inarrestabile.
La tecnologia si è sofisticata di anno in
anno, compiendo grandi innovazioni
in special modo a livello motoristico e aerodinamico. Molte monoposto
Ferrari hanno rappresentato un passo avanti
rispetto
alla concorrenza stabilendo un taglio verso il passato per
l’impiego di particolari innovazioni tecnologiche
che si sono
rivelate vincenti e in seguito copiate dai diretti avversari.
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La Società Anonima Scuderia Ferrari Modena fu
fondata il 16 novembre del 1929 a Bologna; i soci erano Augusto e
Alfredo Caniato, Mario Tadini, Ferruccio Testa e Enzo Ferrari,
all'epoca rappresentante regionale dell'ALFA Romeo.
Dal 1934, dopo i primi clienti, arriva la gestione delle ALFA
Romeo da GP dopo il ritiro della casa madre; le sue auto erano contraddistinte
da uno scudo in campo giallo con una striscia
tricolore superiore e un cavallino rampante, simbolo di Francesco
Baracca e donato a Ferrari nel 1923 dalla madre dell'aviatore.
Alla fine degli anni '30, dopo che era ritornato come direttore
sportivo all'ALFA se ne staccò completamente; Ferrari. sorpreso dal
trattamento dell'ALFA Romeo dopo questa risoluzione, pensò di diventare
costruttore ma una clausola del contratto precisava il divieto
per i successivi 5 anni di realizzare automobili che portassero il suo
nome per cui la prima auto si
chiamò Auto Avio Costruzioni 815. Nel 1947 debutta la 125S Sport
che conquista la prima vittoria del costruttore a Roma il 25
maggio dello stesso anno; l'anno successivo debutta il 5
settembre a Torino nel GP Italia la prima F.1 di Maranello, la
125 che arriva terza con Sommer dietro a Wimille con l'ALFA Romeo
e Villoresi con la Maserati. Nel 1950, quando parte il mondiale
conduttori, la Scuderia (come è chiamata in Francia) è pronta
alla sfida e rimane l'unica a non avere saltato una sola edizione,
sempre con una propria vettura e con un proprio motore, anche con
risultati fallimentari; sempre vero costruttore e non semplice
"assemblatore", un'icona dell'Italia che ha fatto la
storia della nostra nazione nel mondo ed ha alimentato con le
proprie vittorie il successo anche della produzione in serie.
Un rifugio sicuro e caldo per gli amici, un'ombra sempre
incombente per i nemici, è "la" automobile per
definizione, la divinità; il suo santuario si trova in una terra
di lavoro e "mutur", l'Emilia. E' la "Rossa",
l'unica ad avere mantenuto il colore stabilito un secolo fa per
la vetture da corsa italiane, anche in un periodo di estrema
commercalizzazione delle corse, vanto di tradizione e storia in
un ambiente di frenetico affanno e rimozione.
Una vera leggenda vivente che non vedrà mai l'oscurità. Nessuno
potrà oscurare il suo splendore, la sua tirannia. O forse ...
Forse, sì. Ma chi?
Forse un uomo. Che, a 10 anni, vedendo correre Nazzaro e Lancia
al Circuito di Bologna, non rimase affascinato dal rumore o dagli
odori della gara ma dalle condizioni del manto stradale o dal
giro più veloce. Che sarebbe diventato pilota da GP senza l'insistenza
della moglie. Che preferiva non definirsi esperto di tecnica ma
che era capace di mantenere le proprie convinzioni con una base
di conoscenza. Che rimaneva sempre in un studio, con il diario e
la penna, invece di seguire le corse sul campo, anche a
Ferragosto, senza nessun altro nella fabbrica. Che pur senza
studi di livello era dotato di intelligenza fine, era capace di
fornire sempre spunti interessanti, mai banali, mai uguali, frasi
e concetti teatralmente perfetti da cristallizzarsi per diventare
aforismi marmorei. Che arrivò alla fama in un età in cui
solitamente si continua a combattere con fierezza preparando la
resa, l'età in cui si dorme meno e si smette di sognare. Che ha
sempre centellinato la sua presenza pubblica. Che ha nascosto
dietro gli occhiali neri decenni di angoscie, di paure, di gioie,
di emozioni, linfa vitale necessaria alla sua esistenza. Che era
capace anche al telefono, pure a migliaia di chilometri di
distanza, di esercitare la sua pressione sulla squadra più di
una presenza sul posto, un pugnolo costante in ogni condizione.
Maranello
Non c'è campionato o gara prestigiosa in
cui la Ferrari non
abbia corso, vinto o perso: F.1, F.2, Europeo della Montagna,
Mondiale Marche, Le Mans, Daytona, Sebring, Mille Miglia, Targa
Florio, Giro di Sicilia, IMSA, Carrera Panamericana. Mentre tutti
gli altri costruttori sono arrivati, hanno dominato e si sono
ritirate soddisfatte, la marca di Maranello è sempre stata
attiva ogni stagione dal 1930. Aquisita nel 1969 dalla FIAT dopo che la
Ford fu scottata dalla reazione di Ferrari che "vuole vendere e
comandare" nel 1966. Dopo il trionfo della
stagione 1972 nel Mondiale Marche e i pessimi risultati in F.1,
il "Drake" decise di concentrare tutte le sue forze sui
GP lasciando comunque delle possibiltà ai privati che portassero
le loro vetture in gara.
Dal 1994, voluto dal figlio Piero Lardi, arriva l'impegno con i
privati nel campionato IMSA con la vettura 333SP che porta ad un
titolo piloti ed uno marche (Fermin Velez, 1995) ed almeno altri
quattro sfiorati (due marche e due piloti con Papis e Montermini);
la Scuderia ha costruito il motore Dino (dedicato al primo figlio
morto per distrofia muscolare) dell' "animale da vittoria"
nei rallies degli anni '70, la Lancia Stratos, e utilizzato anche
nella F.2, come pure il propulsore delle Lancia Lc2 Endurance dal
1983 in poi. Conta un palmarés di successi semplicemente
inavvicinabile. Anche Enzo fu un buon pilota: avrebbe dovuto
partecipare con l'ALFA Romeo ufficiale al GP Francia a Lyon nel
1924, ma la sua P2 n. 19 non si schierò in partenza,
ufficialmente per motivi di salute, più facilmente per l'interessamento
della moglie. Conta comunque il 2° posto alla Targa Florio 1919 |
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Enzo Ferrari ancora scosso dalla perdita del figlio
Dino avvenuta il 30 giugno 1956, decise di ricordarlo nella maniera a
lui più congeniale, dando il suo nome ad un motore che fino
agli ultimi giorni di vita Dino Ferrari aveva voluto e partecipato
alla progettazione
con grande passione, iniziata da Aurelio Lampredi e
terminata da Vittorio Jano, coadiuvati da Bellantan ed all’Ing.Fraschetti.
Nacque così un sei cilindri a
V di 65° di 1489,35 cc, che sviluppava 180 CV a 9000
giri/minuto, destinato alla F2 del 1957, che richiedeva una cilindrata
massima di 1500 cc. e che getta le basi per la futura Dino 246 F1.
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Modelli
Ferrari
F1:
11
246
F1
Dino
1958 |
Ultima
monoposto
Ferrari
a
motore
anteriore
(con
la
successiva
variante
256
F1
del
1959-60)
Non
potendo
più
competere
con
le
leggerissime
vetture
a
motore
posteriore
degli
assemblatori
inglesi,
Enzo
Ferrari
fu
costretto
a
rivedere
il
suo
credo
"Mai
i
buoi
dietro
al
carro"
e
a
dare l’
incarico
all’
Ing.
Carlo
Chiti
di
progettare
la
prima
monoposto
Ferrari
a
motore
posteriore.
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Jim
Clark era stato a Maranello nel 1966. In gran segreto, in punta di piedi.
"Vorrei farle visitare la mia bottega" - aveva detto Enzo Ferrari al
telefono e un amico
gli aveva tradotto "Mr Ferrari vuol farti visitare la sua fabbrica".
Ma Ferrari aveva detto "bottega", non "fabbrica" perché
Raffaello e Michelangelo
non avevano una "fabbrica", ma una "bottega"
La visita era avvenuta in un tardo pomeriggio, quando gli uffici erano
deserti, quando nessuno avrebbe potuto raccontare che si erano parlati,
che si erano incontrati. Si erano scambiati poche parole, nell'ufficio arredato senza sfarzo,
con la foto di un ragazzo, che somigliava a quell'uomo con i pesanti
occhiali scuri, appesa al muro.
Quell'uomo parlava con voce profonda, tenendo le mani giunte sulla
scrivania, completamente sgombra. Parlava italiano ed un suo
collaboratore, altrimenti silenzioso e trasparente, traduceva in un
inglese scolastico. La traduzione era inutile, si capiva benissimo quello che diceva. "Vorrei convincerla a correre per me"- aveva detto senza troppi
preamboli.
"Sarebbe un onore" - aveva risposto Clark - "ma ho già un
posto." Avevano cambiato subito discorso e non se n'era fatto di nulla.
Enzo Ferrari, accompagnato da due collaboratori fidati lo aveva portato
a fare un giro, lontano dalla squadra corse. Voleva fargli vedere
cos'era capace di fare. Lo aveva fatto sedere al volante di uno dei
gioielli che lui costruiva per i potenti di tutto il mondo.
Quando, dopo essersi salutati formalmente, era uscito dal cancello al
volante di una macchina, volutamente anonima, presa a noleggio, si
erano scambiati un ultimo gesto della mano, come si usa fra piloti. Gli era sembrato di essere stato a colloquio con Dio.
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Giulio Borsari al Gran Premio di Francia del 1965, con il pilota della Ferrari John Surtees
Giulio Borsari - Il meccanico che fece grande la Ferrari
Giulio Borsari era il capomeccanico della squadra quando John Surtees conquistò il titolo iridato
nel Campionato del Mondo di Formula 1 del 1964, al volante della 158 F1
Ferrari 412 T2
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Mugello - La Ferrari 412T2,
l’ultima a 12 cilindri, l’ultima con muso a formichiere, l’ultima a
portare i numeri 27 e 28,
l’ultima che usava benzine Agip… e l’elenco
potrebbe continuare.
Comunque, forse, è quella che ha traghettato la
Ferrari
nell’era Schumacher e del V10, il periodo d’oro più luccicante
della storia di Maranello. In tutti questi elenchi di “ultima”,
però,
c’è anche una “prima”: si tratta, infatti, della prima monoposto
su cui
viene sperimentata la frizione al volante,
per così dire inventata dalla
McLaren l’anno precedente. |
Il V12 Ferrari tipo 044/1 usato durante il Campionato mondiale di Formula 1 1995
dal team di Maranello.
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Le due Ferrari di Alesi e Berger al Gran Premio di Gran Bretagna 1994 |
Una monoposto (progetto numero 647), questa, che dimentica le linee
estreme della 412T1 e si ispira a concetti forse più convenzionali: un
muso a formichiere classico, con una forma arrotondata, un alettone
anteriore biplano e un alettone posteriore con profili orizzontali,
senza disegni strani o ricerche varie, complici anche le modifiche
regolamentari dopo gli incidenti mortali di Senna e Ratzenberger.
Insomma, il trionfo della semplicità, che richiama, forse, i concetti
ripresi da monoposto forse più fortunate come la Williams FW16 o la
McLaren MP4/8, assumendo i caratteri del perfetto prototipo della
Formula 1 degli anni 1990.
Il mago Barnard, quindi, abbandona le linee
estreme della T1 e bada alla semplicità per ospitare quello che potrebbe
essere definito un piccolo mostro: il motore 044, derivazione diretta
dello 043 con cui Claudio Lombardi strabiliò la concorrenza, visto che
era capace di erogare quasi 900 cavalli, con una V di 75°, 4 valvole per
cilindro e cambio trasversale scatolato ad accompagnare il tutto (di
fatto venne solo ridotta la cilindrata). Il genio alessandrino non ci
sarà più a seguirne lo sviluppo, visto che la Ferrari dirotterà tutto su
Paolo Martinelli (che seguirà la nascita del V10) e Osamu Goto, ma la
sua impronta rimane comunque indelebile anche su questo propulsore. Ma
quello che farà più impressione, di questa vettura, è il rumore, un vero
e proprio boato particolarmente acuto, con un numero di Hertz che
raggiunge livelli mai registrati in pochi decimi di secondo, non appena
Alesi e Berger misero il piede sul gas.
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Qualcosa di unico (anche perchè
questo tipo di motori non è mai stato usato da nessuno) e semplicemente
indescrivibile, oltre che inarrivabile per tutti gli altri. E se si
uniscono le caratteristiche della vettura, molto compatta e agile, a
quelle del motore, che schizzava a oltre 17.000 giri, ecco spiegato il
motivo di certi comportamenti della vettura, come le scivolate di cui
Berger è stato protagonista a Montecarlo in due giri consecutivi in
qualifica, quando ha rischiato di fare l’amore con il muro a Mirabeau,
citando una famosa frase di Michele Alboreto. Tanto agile da somigliare
ad Alberto Tomba quando deve affrontare le porte di uno slalom; proprio
il bolognese, fresco vincitore della Coppa del Mondo di sci, si presenta
come mascotte di una monoposto che Montezemolo si augura sia “non bella
ma vincente”.
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Mugello 2015 - Ferrari 412 T2 |
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Tanta trazione e tanta coppia quindi, a discapito, forse, della potenza
pura; ecco le caratteristiche di una vettura che, presentatasi senza
velleità particolari (Todt e Barnard alla presentazione non si
sbottonano, mentre Montezemolo si augura l’arrivo di qualche risultato
in più), ben presto toglie il sonno a Benetton e Williams, visto che già
nelle prime gare arriva sempre a podio e rischia di vincere già da
subito. Ne sa qualcosa Michael Schumacher, che in Argentina si vede
sopravanzare da Alesi, il quale rischia addirittura di andare a vincere
la gara, e a Imola viene costretto a un clamoroso errore dal forcing
impostogli da un Gerhard Berger in stato di grazia, piazzatosi in
qualifica a soli 8 millesimi dal tedesco.
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Jean Todt / Jean Alesi, Ferrari 412T2. GP Mónaco 1995.
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Però, c’è anche il rovescio della medaglia ed è rappresentato dalla
sfortuna: Berger a Imola viene costretto a retrocedere dietro a Hill e
ad Alesi per aver spento il motore ai box, Alesi si ritira a Barcellona e
Montecarlo quando viene tradito dal V12 che esplode in pieno rettilineo
al Montmelò e, a Montecarlo, a causa di una inspiegabile incomprensione
con Brundle. Praticamente, sarebbero stati 4 secondi posti consecutivi
per il francese, che pregusta il momento del trionfo. Che immancabile
arriva in un giorno speciale, quello del suo 31. compleanno, a Montreal;
un trionfo tanto sperato quanto atteso dalla stessa Ferrari,
consapevole del fatto che, sì, questa era una stagione in cui ci si
poteva giocare quantomeno il Mondiale costruttori. Ecco perchè questa
vittoria assume un’importanza fondamentale non solo per Alesi, ma anche
per tutto l’ambiente ferrarista, visto che ha significato la conquista
della vetta nel Mondiale costruttori (complice anche la perdita dei
punti per Benetton e Williams in Brasile).
Ma da qui parte la svolta: si inizia a lavorare al V10 e a quello che
sarà il futuro, che ha un nome e un cognome: Michael Schumacher; cosa
che porterà al taglio dello sviluppo della 412T2, per la quale vennero
già progettati e testati in galleria del vento dei pezzi nuovi, che
vennero accantonati. |
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Anni '50
ANNO
1950
125
F1
125
F1 GP49
166
275
F1
375
F1 |
ANNO
1951
125
F1
212
F1
375
F1 |
ANNO
1952
166
375
F1
500
F2 |
ANNO
1953
166
500
F2
553
F2 |
ANNO
1954
553
F1
625
F1 |
ANNO
1955
555
F1
625
F1 |
ANNO
1956
555
F1
D50
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ANNO
1957
500
F2
801
F1
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ANNO
1958
246
F1 |
ANNO
1959
256
F1 |
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Il 21 maggio 1950 alla seconda stagione del
Campionato, la Ferrari debutta per la prima volta in Formula Uno, al
Gran Premio di Monaco: Alberto Ascari alla guida della 125 F1 arriva al
traguardo in seconda posizione.
E' l'inizio della cavalcata trionfale che porterà il
cavallino su tutti i circuiti del mondo; la Ferrari infatti
è l'unica scuderia a non avere saltato una sola edizione,
inoltre è l'unica vera scuderia costruttrice di automobili,
sempre con una propria vettura e con un proprio motore; vero
costruttore e non semplice assemblatore, simbolo dell'Italia che ha
fatto la storia della nostra nazione nel mondo ed ha alimentato con le
proprie vittorie il successo anche della produzione in serie.
Sempre nel 1950 la Ferrari ottiene altri due piazzamenti sul podio, ma
la prima vittoria la ottiene nel 1951 nel gran premio di Gran Bretagna
dove l’argentino Froilan Gonzales porta alla vittoria la
vettura della scuderia modenese, la 375 F1. Il team ha una
possibilità di vincere il Campionato del Mondo, con la
vittoria del gp di Germania e il successo di Monza,
possibilità che sfuma nel gran premio di Spagna quando la
scuderia opta per i pneumatici Pirelli: il risultato disastroso
consente a Fangio di vincere la gara ed il suo primo titolo mondiale.
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 375 F1 |
Anno di Produzione |
1950 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,5 Kg/Cv (2,2 - 1951) |
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Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Ant. longitudinale 12cil. a V (60°) |
Telaio |
Longheroni e traverse |
Alesaggio x Corsa |
80x74,5 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille |
Cilindrata Unitaria |
374,47 cc |
Sospensioni Post. |
Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille |
Cilindrata Totale |
4493,73 cc |
Freni |
A tamburo |
Distribuzione |
Monoalbero a camme in testa |
Sterzo |
A vite senza fine e settore |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
195 litri |
Rapporto di compressione |
11:1 (12:1 - 1951) |
Pneumatici ant/post. |
5,50-16/7,00-16
|
Alimentazione |
3 carburatori Weber 42DCF (46DCF3 -1951) |
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Accensione |
Singola 2 magneti (doppia 1m '51) |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2320 mm (2420 - 1951) |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1270/1278 mm (1250/1250 - 1951) |
Potenza Max |
330 Cv a 7000 g/min (380 a 7500) |
Lunghezza |
3937 mm |
Potenza Specifica |
77,9 Cv/litro (84,5 -1951) |
Larghezza |
1428 mm |
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Altezza |
960 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
850 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
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Cambio
|
In blocco col differenziale 4rap+RM
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1950 - 1951 375 V 12
Pilota: Alberto Ascari
375 F1
Silverstone, 1951: 1ª vittoria
Ferrari in Formula 1
Il weekend del Gran Premio d'Inghilterra si svolge
alla metà di luglio 1951. I piloti schierati dalla Ferrari
sono Ascari, Villoresi e Gonzalez. Nel Libro delle Corse del 1951 si
legge che durante il "Primo Allenamento", corrispondente alle attuali
prove libere del venerdì, in questo caso il 12 luglio 1951,
il miglior tempo della giornata era stato segnato da Froilan Gonzalez,
che aveva girato in 1.43:4, seguito da Fangio e Farina su Alfa Romeo.Le
prove del sabato avevano invece visto lo scavalcamento dell'Alfa
sulla Ferrari, con il miglior tempo fatto segnare da Juan Manuel
Fangio.
La griglia di partenza vedeva in prima fila Ascari (Ferrari),
Farina (Alfa R.), Fangio (Alfa R.) e Gonzalez (Ferrari), in seconda
Bonetto (Alfa R.), Sanesi (Alfa R.) e Villoresi (Ferrari). |
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Il Gran Premio d'Inghilterra, disputato il 14 luglio, prevedeva 90 giri
e il tracciato misurava 4,649 km, per un totale di 418.421 km. Alla
partenza prendeva la testa Bonetto; alla fine del primo giro
è ancora in testa, seguito da Gonzalez, Farina, Ascari,
Fangio e Villoresi. Al secondo giro Gonzalez assume il comando davanti
a Bonetto e manteneva la testa fino alla 9a tornata. Al 10°
giro era in testa Fangio e Gonzalez è secondo, e questa
situazione permaneva fino al 20esimo giro. Nel corso del 40esimo giro
invece le posizioni erano Gonzalez, Fangio, Farina, Ascari, Villoresi.
Al 50esimo giro Gonzalez si trovava ancora in testa e amministrava un
vantaggio di 1.14 su Fangio, seguito da Ascari, Farina e Villoresi,
quinto. Villoresi si ritirava al 57° giro; al 60°
Gonzalez si fermava per il rifornimento di carburante (tempo di sosta:
15 secondi), e rientra davanti a Fangio, indietro di 56 secondi. Il
vantaggio su Fangio si allungava a circa 1.20:000 e porta alla
conclusione con l'ordine di arrivo: Gonzalez, Fangio, Villoresi,
Bonetto.
La vittoria della Ferrari in F1 segnava simbolicamente il sorpasso
della squadra corse di Maranello nei confronti della grande rivale,
l'Alfa Romeo, dove Enzo Ferrari aveva lavorato per vent'anni. Enzo
Ferrari ricevette la notizia per telefono con molto ritardo, mentre si
trovava solo nel suo ufficio; il giorno dopo un telegramma del
presidente di Alfa Romeo inorgogliva ancor di più Ferrari
per quella vittoria tanto agognata.
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1950 - 1951 - Motori di 1500 cm3 con compressore o 4500 cm3 aspirati
Esemplari costruiti 7
1952 - Ferrari 375 Indy
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 375 Indy |
Anno di Produzione |
1952 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
325 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,05 Kg/Cv |
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Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Ant. longitudinale 12cil. a V (60°) |
Telaio |
Longheroni e traverse |
Alesaggio x Corsa |
79x74,5 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici |
Cilindrata Unitaria |
365,17 cc |
Sospensioni Post. |
Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici |
Cilindrata Totale |
4382,00 cc |
Freni |
A tamburo |
Distribuzione |
Monoalbero a camme in testa |
Sterzo |
A vite senza fine e settore |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
- litri |
Rapporto di compressione |
13:1 |
Pneumatici ant/post. |
6,00-16/8,00-18
|
Alimentazione |
3 carburatori Weber 40IF4C |
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Accensione |
Doppia 4 magneti |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2500 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1270/1250 mm |
Potenza Max |
400 Cv a 7500 g/min |
Lunghezza |
- mm |
Potenza Specifica |
91,2 Cv/litro |
Larghezza |
- mm |
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Altezza |
- mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
829 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
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Cambio |
In blocco col differenziale 4rap+RM |
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1952 - 1953
Alberto Ascari
Titolo Piloti
CAMPIONE DEL MONDO
Ferrari 500
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(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)
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Ascari e Villoresi in azione al GP d'Italia 1952
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Ferrari
500 F2 (1952-53)
Invincibile con Ascari al volante
La
Ferrari aveva dimostrato di essere molto vicina al titolo mondiale
piloti già nel 1951, ma per la nuova Formula 2 del 1952 il
capo-progettista Aurelio Lampredi compì una vera rivoluzione.
Lampredi, abbandonato momentaneamente il
motore 12 cilindri, ne progettò uno a quattro cilindri. Si racconta che
il tecnico lavorasse di getto una intera domenica, con lo stesso Ferrari
che lo spronava e gli portava dei panini per rifocillarlo
Comunque siano andate le cose, la vettura, pilotata da Alberto Ascari,
si rivelò vincente sin dal debutto in una gara non valida per il
campionato. Si trattava del Gran Premio di Modena (23 settembre 1951).
La 500 F2 si impose successivamente in
tutte le prove dei Mondiali del 1952 e 1953, la prima volta con Piero
Taruffi e le altre con Ascari, il quale conquistò ovviamente i due
titoli. E le piazze d’onore furono sempre appannaggio degli altri
corridori della squadra.
Naturalmente il motore a 4 cilindri non spodestò il V12, ma la Ferrari
in quella particolare configurazione volle privilegiare la leggerezza
della monoposto, la tenuta di strada e la coppia motrice: tre
caratteristiche di grande aiuto per il pilota
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SCHEDA
TECNICA
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Motore:
anteriore/traz.posteriore
N/cilindri:
4 in linea
Cilindrata:
1985 cc
Potenza/Giri:
185 Cv/7500
Alimentazione:
2 carburatori Weber 45 DCO
Telaio:
tubolare
Produzione:
1952-1953
Carrozzeria:
alluminio
Cambio:
4 rapporti
Dimensioni:
cm 398x140x105
Peso:
kg 560
Serbatoio:
150 litri
Piloti:
Ascari, Farina, Taruffi e Villoresi
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Alberto Ascari vince il campionato del mondo di
Formula 1 del 1952 con la Ferrari 500.
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Sono passati molti anni dalla conquista del primo
Campionato del Mondo ad opera di un pilota della Scuderia Ferrari. Un
Italiano. Chi non si ricorda Alberto"Ciccio"Ascari, primo ed unico
Campione del Mondo di F1 tricolore, figlio del celeberrimo Antonio,
pilota anteguerra, quando il Campionato del Mondo ancora non era nato.
"Ciccio" era irresistibile quando partiva davanti a tutti, meno quando
doveva rincorrere i battistrada. Vinse 6 gp su 8 nel 1952 con 36
(52-1/2) punti e 5 GP su 9 nel 1953, 34-1/2 (46-1/2), aggiudicandosi
due Campionati del Mondo con la Ferrari, 1952 e 1953. Lasciò
la Scuderia Ferrari nel 1954 per passare alla Lancia con Villoresi,
prima di perire all'Autodromo di Monza nel 1955, mentre provava la
Ferrari Sport di Castellotti. Quel giorno non aveva il suo caschetto e
la sua maglietta azzurra da gara |
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 553 F2 |
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Anno di Produzione |
1953 |
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Gategoria |
F2 |
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Corpo Vettura |
Monoposto |
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Prestazioni |
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Velocità max. |
260 Km/h |
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Rapporto Peso/Potenza |
3,3 Kg/Cv |
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Motore |
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Autotelaio |
Tipo |
Ant. longitudinale 4cil. in linea |
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Telaio |
Tubolare a traliccio |
Alesaggio x Corsa |
93x73,5 mm |
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Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici |
Cilindrata Unitaria |
499,27 cc |
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Sospensioni Post. |
Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaille |
Cilindrata Totale |
1997,11 cc |
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Freni |
A tamburo |
Distribuzione |
Monoalbero a camme in testa |
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Sterzo |
A vite senza fine e settore |
Numero valvole |
2 per cilindro |
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Serbatoio Carburante |
160 litri 2 laterali |
Rapporto di compressione |
13:1 |
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Pneumatici ant/post. |
5,25-16 / 6,50-16
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Alimentazione |
2 carburatore Weber 52DCOA3 |
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Accensione |
Singola 2 distributori |
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Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
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Passo
|
2160 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
|
Carreggiata ant./post. |
1278/1250 mm |
Potenza Max |
180 Cv a 7200 g/min |
|
Lunghezza |
3988 mm |
Potenza Specifica |
90 Cv/litro |
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Larghezza |
1427 mm |
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|
Altezza |
1020 mm |
Trasmissione |
|
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
|
Frizione
|
Multidisco |
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|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 553 F1 |
Anno di Produzione |
1954 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
280 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,3 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Ant. longitudinale 4cil. in lina |
Telaio |
Tubolare a traliccio |
Alesaggio x Corsa |
100x79,5 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaille |
Cilindrata Unitaria |
624,39 cc |
Sospensioni Post. |
Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaiile |
Cilindrata Totale |
2497,56 cc |
Freni |
A tamburo |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A vite senza fine e settore |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
180 litri 2 laterali 1 posteriore |
Rapporto di compressione |
13:1 |
Pneumatici ant/post. |
5,25-16 / 7,10-16
|
Alimentazione |
2 carburat. Weber 50DCOA3 |
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Accensione |
Doppia 2 magneti |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2160 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1278/1250 mm |
Potenza Max |
260 Cv a 7500 g/min |
Lunghezza |
3988 mm |
Potenza Specifica |
104,1 Cv/litro |
Larghezza |
1427 mm |
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Altezza |
1020 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
590 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
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Cambio |
In blocco col differenziale 4rap+RM |
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1954 - 1960 - Motori di 2500 cm3 aspirati o 750 cm3 con compressore
1954 - 1955
Ferrari - Modello : 625 F1
|
Potenza : 250 cv (184 kw - 247 hp)
Motore : 4 cilindri (motore in linea) - Cilindrata : 2498 cm3 - Distribuzione : 8 valvole
Trasmissione : Trazione posteriore, cambio di velocità manuale - Peso medio : 600 kg
Rapporto peso / potenza: 2.4 kg/cv - Accellerazione 0-100 Km/h: 6,1
|
22 maggio 1955
La Ferrari conquista una sola
vittoria, grazie a Maurice Trintignant a Montecarlo, in una gara
segnata dall'incidente della Lancia di Ascari finita in mare: quattro
giorni dopo, il 26 maggio, il pilota italiano morirà in un
incidente in prova all'autodromo di Monza.
La Lancia è
costretta a ritirarsi e la casa proprietaria, ovvero la Fiat, passa
tutto il reparto corse alla Ferrari, compreso il grande progettista
Vittorio Jano.
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Il 1956 vede per la prima e unica volta gareggiare
la Ferrari con una vettura non tutta made in Italy, infatti la
“D50" è costruita con l’ausilio tecnico
dei tecnici Lancia, e vede come pilota di punta il tre volte campione
del mondo Juan Manuel Fangio.
JUAN MANUEL FANGIO IN ROSSO…E
LE PRIME TRAGEDIE
Il campionato non risulta facile per l’argentino per via di
molte rotture che lo costringono a finire le gare con le vetture
dei
compagni di scuderia (a quel tempo era possibile cambiare
l’auto in corsa) scatenando così malumori nel team
con le accuse di Fangio di sabotaggio nei sui confronti.
All’ultima gara si giocano il titolo Fangio e il suo compagno
di squadra Peter Collins. Durante la gara l’argentino esce di
pista spianando la strada del titolo all’inglese, ma
quest’ultimo con grande sorpresa di tutti cede la sua vettura
a Fangio permettendogli di laurearsi per la quarta volta campione del
mondo. A fine gara Collins dirà: “lui è
ormai a fine carriera, per me, che ho venticinque anni, occasioni per
vincere ce ne saranno ancora"…un vero campione di
sportività.
La stagione è però segnata anche da un grande
lutto in casa Ferrari, infatti muore Dino il giovane figlio del drake.
La morte di Dino è un duro colpo per Enzo Ferrari che pensa
addirittura di ritirarsi dalle competizioni.
L’anno che segue
non vedrà, per questo motivo, essere competitive le Rosse.
Le tragedie non finiscono e all’inizio della stagione 1958
nel GP di Francia muore il pilota Luigi Musso mentre era
all’inseguimento del compagno di squadra Mike Hawthorn, e
sempre nello stesso anno è Peter Collins a morire nel GP di
Germania sbattendo contro gli alberi mentre era dietro a Tony Brooks.
Hawthorn sconvolto dalla morte dei compagni, dopo aver pensato al
ritiro, decide di concludere la stagione nel migliore dei modi per
onorare la loro morte, e così riesce a vincere il mondiale,
dopo di che si ritirerà, morendo poi qualche mese dopo in un
incidente d’auto. L’anno seguente il pilota di
punta è Tony Brooks. La Ferrari non è per nulla
competitiva ed è l’unica vettura ad avere ancora
il motore anteriore. Brooks conquisterà solo due vittorie in
Francia e Germania.
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La Ferrari 553/555 F1, soprannominata supersqualo per via delle sue forme, è la vettura con cui la Scuderia Ferrari corse parte del Campionato mondiale di Formula 1 1955. |
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Nino
Farina prova la nuova Ferrari 555 F1 all'aerautodromo di Modena (1955).
In fondo, con gli occhiali scuri, si riconosce Enzo Ferrari. |
Alla fine del 1954, la 553 F1
fu sottoposta a radicali modifiche mirate a migliorarne le prestazioni
che si erano rivelate alquanto deludenti. Il risultato di queste
modifiche fu la 555 F1 che per il 1955 avrebbe dovuto rappresentare la
vettura di punta della Scuderia Ferrari, quella su cui la casa di
Maranello avrebbe concentrato tutti gli sforzi per contrastare Mercedes e
Lancia.
Nel complesso la 555 F1 venne rivista nel telaio, che ora inglobava
la sospensione posteriore, e adottava le nuove sospensioni anteriori che
erano già state provate a partire dal GP di Spagna 1954.
Venne inoltre adottato un nuovo radiatore più piccolo che permise di
migliorare l'aerodinamica del muso, che ora si presentava più
rastremato, accentuando così la caratteristica formale della vettura. Il
motore rimase invece invariato.
Come per la 553 F1 il nome, contrariamente alla tradizione del
marchio, si riferiva alla cilindrata unitaria (499 cm³ approssimata per
eccesso a 500 cm³) solo nella prima cifra seguita dall'anno di
produzione della vettura, in questo caso il 1955.
Tuttavia la 555 F1 non ebbe particolare successo e le sue prestazioni, anche a causa delle potenti Mercedes W196,
risultarono alquanto deludenti tanto che in alcune gare della stagione
1955 le venne preferita la vecchia 625 F1 che si dimostrò
più competitiva e affidabile. A nulla valsero gli sforzi della
Ferrari che costrinsero i tecnici di Maranello a un lavoro frenetico
per cercare e, possibilmente, recuperare lo svantaggio tecnico nei
confronti della Mercedes che disponeva di un ben superiore potenziale tecnico ed economico.
A partire dal 1956 venne sostituita dalla più competitiva Lancia-Ferrari D50
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1955 - Scuderia Ferrari - Lancia D50 F1
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari Lancia D 50 F1 |
Anno di Produzione |
1955 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
280 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,4 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Ant. longitudinale 8cil. a V (90°) |
Telaio |
Tubolare in acciaio |
Alesaggio x Corsa |
73,6x73,1 mm (76x68,5 - 1956) |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille |
Cilindrata Unitaria |
310,75 cc |
Sospensioni Post. |
Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille |
Cilindrata Totale |
2485,98 cc |
Freni |
A tamburo |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A vite senza fine e settore |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
190 litri |
Rapporto di compressione |
11,9:1 |
Pneumatici ant/post. |
5,50-16/7,00-16
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Alimentazione |
4 carburatori Solex 40PII |
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Accensione |
Doppia 2 magneti |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2280 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1270/1270 mm |
Potenza Max |
265 Cv a 8000 g/min |
Lunghezza |
3850 mm |
Potenza Specifica |
106,6 Cv/litro |
Larghezza |
1448 mm |
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Altezza |
962 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
640 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
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Frizione
|
Multidisco |
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Cambio |
In blocco col differenziale 5rap+RM |
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1956 - Titolo Piloti
(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)
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Nel 1956 la Scuderia corre con la D50 guidata da un
giovane pilota argentino destinato a diventare un mito:
Juan Manuel
Fangio, che riporta il titolo iridato a Maranello al termine di una
stagione tiratissima.
Tre sono i successi conquistati da Fangio, che si
laurea Campione grazie all'altruismo di Collins (due vittorie):
l'inglese
gli cede la macchina a Monza nell'ultima gara, consentendogli
di arrivare secondo e rintuzzare l'attacco di Stirling Moss.
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50 (1956)
La monoposto venuta da Torino
Il
campione argentino Juan Manuel Fangio nella sua unica stagione alla
Ferrari ha potuto disporre di una vettura singolare come storia e
caratteristiche:
la D 50, che gli permise di conquistare il
suo quarto titolo mondiale (il terzo per il Cavallino).La Lancia era
tornata dopo molto tempo alle corse di F1, ma il 1955 si era rivelato un
anno nero per varie ragioni, tra cui la perdita di Alberto Ascari, suo
pilota di punta, scomparso a Monza durante un test
privato.Con
grande sportività la Casa torinese, allora in mano a Gianni Lancia, nel
momento stesso in cui si decise di ritirarsi dal Mondiale offrì tutto
il materiale tecnico alla Ferrari. A fine anno la monoposto Lancia
arrivò a Maranello insieme con il suo progettista, Vittorio Jano, che
Enzo Ferrari aveva avuto come collaboratore all’Alfa Romeo. Jano apportò
alcune modifiche alla D 50: il serbatoio della benzina, ad esempio, fu
spostato in coda ma i due contenitori laterali rimasero in funzione di
carenatura.
Il moderno e potente V8 faceva parte integrante del telaio e lo
irrobustiva mentre passava di fianco al pilota, che sedeva così più in
basso a vantaggio della stabilità.
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SCHEDA
TECNICA
|
Motore:
anteriore/traz.posteriore
N/cilindri: v8 di 90°
Cilindrata: 2486 cc
Potenza/Giri: 265 Cv/8000
Alimentazione: 4 carburatori Solex 40 PII
Telaio: tubolare
Produzione: 1956
Carrozzeria: alluminio
Cambio: 5 rapporti
Dimensioni: cm 385x144x96
Peso: kg 640
Serbatoio: 190 litri
Piloti: Castellotti, Collins, De Portago, Fangio, Musso
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1957
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Gp Pescara 1957 Luigi Musso Ferrari 801 |
1957 Aintree (Maurice Trintignant, Ferrari 801) |
801 F1 - Cilindrata unitaria cm3 310,75 - Cilindrata totale cm3 2485,98 -N° e Disposizione Cilindri 8 a V di 90°
Disposizione motore anteriore aspirato - HP/giri min. 275 CV a 8400 - Peso Kg. 650 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. d'Argentina - 13.1.1957
Nessuna vittoria per la Ferrari nel 1957, che vede
la conquista del suo quinto titolo da parte di Fangio ottenuto con la
raffinatissima Maserati 250 F. La casa di Maranello ottiene soltanto
alcuni piazzamenti sul podio
con Musso e Hawthorn.
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1958 - Titolo Piloti
(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)
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246 F1 - Campione del Mondo 1958 - Cilindrata unitaria cm3 402,88 - Cilindrata totale cm3 2417,3
N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 65° - Disposizione motore anteriore inclinazione longitudinale - Tipo 143
HP/giri min. 280 CV a 8500 - Peso Kg. 560 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d. - Debutto G.P. d'Argentina - 19.1.1958
Varianti successive: 1958 - versione 256/F1: 290 Cv a 8800
|
1958 D 246 V6
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John Michael Hawthorn, Mike per gli amici,
era un cocktail di velocità, grinta e bon ton, un vero
inglese a tutti gli effetti.
Il suo piede pesante, il suo giacchino
verde inglese e il suo papillon a pois, ne facevano un Lord del
volante.
Vinse il Campionato del Mondo nel 1958 con 42 (49) punti e con
una sola gara nel suo palmarès:il Gran Premio di Francia.
Ma
i secondi posti (5) e i terzi posti conquistati (1), sommati ai giri
veloci, lo hanno consacrato campione.
Si ritirò dalle corse
alla fine della stagione, trovando poi la morte alla guida della sua
Jaguar il 22 gennaio.
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Mike Hawthorn
CAMPIONE DEL MONDO
|
Il 1958 è un anno tanto ricco di
successi quanto di eventi tragici. Il titolo Piloti torna alla Ferrari
grazie ad Hawthorn e alla 246 F1
ma la stagione è segnata
dagli indicenti in cui perdono la vita Luigi Musso, a Reims, e Peter
Collins, al Nürburgring.
Due sono le vittorie, in Francia con
Hawthorn ed in Gran Bretagna con Collins.La grande avversaria
è la Vanwall di Stirling Moss,
che si aggiudica il primo
titolo Costruttori. La sorte non smette di accanirsi sui piloti del
Cavallino: pochi mesi dopo la conquista
del titolo e l'annuncio del suo
ritiro dalle corse, Hawthorn perde la vita in un incidente stradale in
Inghilterra.
Ferrari
246 (1958)
Regina con il potente 6 cilindri Dino
Nella
galassia dei piloti di Maranello sono rappresentate molte nazionalità.
Il Mondiale 1958, grazie alla 246, finì nelle mani di un inglese, Mike
Hawthorn, un personaggio singolare che scendeva in pista con una
cravatta a farfalla. La monoposto campione aveva un potente V6. la
passione per i motori, tipica di Enzo Ferrari, portò la Casa a esplorare
sempre nuove soluzioni tecniche in questo
campo: nella storia del Cavallino si trovano i più svariati propulsori,
da 2 a 12 cilindri. Il primo V6 del 1956 fu chiamato Dino in memoria
del primo figlio del costruttore, scomparso in quell’anno. . La 246 è
l’ultima monoposto a configurazione classica:
il motore era posto anteriormente mentre
la trazione era posteriore. Dopo le successive evoluzioni del 1959 e
’60, sarebbe arrivata la soluzione posteriore-centrale. Su questa
vettura sono stati sperimentati i freni a disco, poi definitivamente
adottati nella variante del 1959 chiamata 256 (era stata leggermente
aumentata la cilindrata).
Sospensioni anteriori indipendenti e ponte posteriore De Dion con il
cambio unito al differenziale per una ottimale distribuzione dei pesi.
Eccellente la tenuta di strada
|
SCHEDA
TECNICA
|
Motore:
anteriore/traz.posteriore
N/cilindri: v6 di 65°
Cilindrata: 2417 cc
Potenza/Giri: 280 Cv/8500
Alimentazione: 3 weber 42 DCN
Telaio: tubolare
Produzione: 1958
Carrozzeria: alluminio
Cambio: trasversale a 4 rapporti
Dimensioni: cm 403x150x98
Peso: kg 560
Serbatoio: 160 litri
|
|
1959
246
F1/59 - 256 F1 - Cilindrata unitaria cm3 412,41 -
Cilindrata totale cm3 2474,5 -N° e Disposizione Cilindri 6 a
V di 65°
Disposizione motore anteriore - Tipo 155/59 - HP/giri min. 295 CV a 8600 - Peso Kg. 560 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d. - Debutto Int. "200" Race - Aintree - 18.4.1959
Persi i suoi piloti di punta, la Ferrari, nel 1959,
si affida a Tony Brooks, che giunge al secondo posto nella classifica
finale , alle spalle dell'australiano Jack Brabham. Le vetture di
Maranello hanno ancora il motore in posizione anteriore e cominciano a
trovarsi in difficoltà contro le prime vetture dotate di
motore posteriore. Brooks è in lotta per il titolo fino
all'ultima gara, conquistando la vittoria in Francia e in Germania. Non
aiuta la Casa di Maranello uno sciopero che la costringe a rinunciare al gran premio di Gran Bretagna su una pista dove aveva ottenuto una
doppietta poche settimane prima nella Aintree 200.
|
Anni '60
ANNO
1960
256
F1
256
PF1
|
ANNO
1961
156
F1 |
ANNO
1962
156
F1 |
ANNO
1963
156
F1 INIEZ. |
ANNO
1964
156
F1 INIEZ.
158
F1
512
F1 |
ANNO
1965
158
F1
512
F1 |
ANNO
1966
246
BA
312
F1-1967 |
ANNO
1968
312
F1-1968 |
ANNO
1969
312
F1-1969 |
|
|
La Ferrari affronta il 1960 ancora con la 256 F1:
soltanto nel gran premio di Monaco debutta una vettura con motore
posteriore:
la 246 P F1, che arriva sesta con Richie Ginther. L'unica
vittoria arriva proprio a fine stagione: a Monza tre Ferrari concludono
la gara ai primi tre posti, rispettivamente con Phil Hill, Ginther e
Willy Mairesse. Hill è il primo ferrarista nella classifica
Piloti (5°),
mentre in quella Costruttori la Ferrari
è terza.
|
|
Il 1960 fu una stagione di transizione. Infatti La Ferrari stava
seriamente pensando al motore posteriore e affrontò quella stagione con
la mente rivolta al futuro. Infatti il dominio delle leggere Cooper si
fece schiacciante tanto che conquistarono ben 6 delle 9 gare previste
lasciando due vittorie alla Lotus-Climax e una alla Ferrari, a Monza, ma
solo perché i costruttori inglesi non schierarono le proprie vetture al
via in segno di protesta in quanto ritenevano l'anello ad alta velocità
pericoloso. Il mondiale andò così per il secondo anno consecutivovolta
all' australiano Jack Brabham.
|
Bisogna aspettare il 1961 per vedere la prima Rossa
a motore posteriore, la “156". Al quarto gran premio
stagionale, in Francia, fa il suo esordio in F1 il giovane Giancarlo
Baghetti.
L’italiano, che arriva da una formula ideata da Enzo Ferrari
per allevare giovani campioni, vince all’esordio nel massimo
campionato per auto da corsa. La Ferrari domina con i suoi piloti
ufficiali Von Trips e Philip Hill (che vincerà il titolo),
ma nel GP d’Italia a Monza si assiste a un’altra
tragedia.
Von Trips esce alla Parabolica uccidendo una decina di spettatori e
morendo anch’esso.
Il 1962 è un altro anno sabbatico per le Rosse, infatti il
drake decide di licenziare i suoi migliori tecnici firmatari di una
lettera in cui si chiedeva l’allontanamento dal box di sua
moglie. I nuovi giovani tecnici non sono ancora all’altezza
di progettare una monoposto vincente.
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1961 - Titolo Piloti e Costruttori
La prima Rossa
a motore posteriore,
Una
immagine rara e negli anni seguenti sempre più inconsueta: Enzo
Ferrari sulla pista di Monza
durante le prove della 156 Formula 1.
|
1961 - Ferrari 156 F1
Spa - Garage Ferrari
|
|
Raccomandato da Luigi Chinetti, dagli
Stati Uniti arriva un pilota che forse non fu mai capito a fondo da
Enzo Ferrari, grazie al suo carattere non facile da comprendere.
Philips "Phil"Toll Hill, fu un pilota leale, mai scorretto con gli
avversari e sempre pronto al sacrificio se Ferrari chiedeva.
Primo
Campione del Mondo statunitense, vinse il Campionato del Mondo 1961 con
due vittorie, tre secondi posti e quattro terzi posti, raccogliendo 34
(38) punti in classifica. Sua amara vittoria fu quella del 10 settembre
1961 all'Autodromo di Monza, che lo vide ignaro vincitore in una
giornata di lutto per l'automobilismo sportivo, dovuta alla prematura
morte in gara dell'amico von Trips e di 14 spettatori. |
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari 156 F1 |
Anno di Produzione |
1961 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
260 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,1 Kg/Cv (2,5 - 120°) |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 6cil. a V (65°-120°)) |
Telaio |
Tubolare a traliccio |
Alesaggio x Corsa |
81x48,2 mm (73x58,8 - 120°)
|
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Unitaria |
249,40 cc (246,1 - 120°) |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Totale |
1496,43 cc (1476,60 - 120°) |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
75 litri x 2 laterali |
Rapporto di compressione |
9,8:1 |
Pneumatici ant/post. |
5,50-15/6,00-15
|
Alimentazione |
3 carburatori Weber 42DCN (2 Weber 40IF3C - 120°) |
|
|
Accensione |
Doppia 2 distributori |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2320 mm (2300 - 1962) |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1200/1200 mm |
Potenza Max |
200 Cv a 10500 g/min (190 - 120°) |
Lunghezza |
4060 mm |
Potenza Specifica |
133,7 Cv/litro (128,7 - 120°) |
Larghezza |
1400 mm |
|
Altezza |
1000 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
420 Kg (470 - 120°) |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
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Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM (6rap - 1962) |
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1961 - 1965 - Cilindrata massima
1500 cm3 aspirati
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Phill Hill
CAMPIONE
DEL MONDO |
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Con l'inizio degli anni 60 la Ferrari diventa una Società
per Azioni e vince anche il suo 1° titolo Costruttori:
è il 1961, e la Ferrari e i suoi piloti
dominano la scena,
vincendo oltre al campionato Costruttori anche il campionato Piloti con
la 156 F1. Cinque sono le vittorie
(tre con Phil Hill, una ciascuna con
Wolfang Von Trips e Giancarlo Baghetti) su otto gran premi disputati.
Il titolo se lo giocano il pilota tedesco
e quello americano a Monza:
l'esito è tragico perchè la vettura di Von Trips
vola fuori pista, causando la morte di 13 spettatori. Hill,
ignaro
della morte del suo amico e compagno di squadra. conquista gara e
mondiale ma la sua gioia scompare al rientro al box.
Ferrari 156 F1 (1961)
La grande svolta di Maranello
Le
corse d’auto negli USA sono sempre state molto diverse da quelle
europee per formule, tipo di circuiti, caratteristiche delle vetture.
Erano pochissimi i piloti americani che venivano a correre da noi, ma
nel 1961 Enzo Ferrari ne aveva allineati due, Richie Ginther e Phil
Hill. Quest’ultimo, già noto per le sue vittorie con le vetture sport di
Maranello, riuscì con la nuova 156 a conquistare il Mondiale di F1.
La 156 ha rappresentato la grande svolta tecnica della Ferrari con il
passaggio dal motore anteriore a quello posteriore-centrale.
Tale soluzione, caldeggiata dal
progettista Carlo Chiti, era apparsa in due versioni l’anno precedente
(debutto a montecarlo con Ginther). Per il 1961 venne ridisegnato il
motore con un angolo di 120 gradi contro gli originali 65 e la vettura
dotata di sospensioni indipendenti e freni a disco sulle quattro ruote.
Poiché la parte posteriore era occupata dal gruppo motopropulsore, i
serbatoi trovarono posto nelle fiancate laterali.
I radiatori acqua-olio erano davanti e
raffraddati dall’aria che entrava dalle doppie prese dinamiche,
caratteristiche di questa versione e poi eliminate nel ’62.
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Esemplari costruiti 5
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1962
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Il 1962 è un anno deludente per la Ferrari, condotto con una
versione aggiornata della 156 F1.
I punti raccolti dalla squadra sono
soltanto 18: il miglior risultato è il 2° posto di
Hill a Montecarlo.
Il campione uscente è soltanto 6°
nella classifica Piloti, che vede il suo omonimo inglese Graham vincere
il primo dei due titoli
da lui conquistati. Fra i Costruttori, prima
è la BRM.
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1963
Un nuovo pilota, John Surtees, riporta la
Ferrari al successo nel gran premio del Nurburgring,
ma non basta a
battere la Lotus di Jim Clark.
Surtees prova la 156 F1 in versione 1963 a Vallelunga
Per il 1963 vennero introdotte numerose innovazioni. Rispetto alla 156 F1
dell'anno precedente, il telaio fu ulteriormente modificato,
con il
passo allungato a 2380 mm, ed adottava la pannellatura in alluminio
tipica dell'industria aeronautica
(infatti, la denominazione ufficiale
divenne 156 Aero).
Vennero abbandonati i cerchi a raggi con gallettone
centrale a favore di più moderni e solidi cerchi in lega leggera
e i
freni a disco furono montati inboard. Venne poi utilizzato il solo
motore a V di 120° che adottava, per la prima volta su una Ferrari, l'alimentazione ad iniezione diretta della Bosch. L'iniezione permise di aumentare la potenza (205 CV a 10.500 giri/min) e il regime di rotazione del motore.
Esemplari costruiti 4
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Ancora novità nel 1964.
La Ferrari
corre, per la prima volta, con un motore 8 cilindri e con John Surtess
come pilota di punta, che vincerà il mondiale
anche grazie
al compagno Lorenzo Bandini, che gli regalerà una posizione
nell’ultimo gran premio stagionale.
Sempre in quell’anno c’è da registrare
una novità in casa Ferrari. Per protestare contro le
autorità sportive italiane,
nei gran premi in continente
americano, le Ferrari correranno con colori bianco-blu tipici delle
auto sportive statunitensi.
Il titolo di Surtess è l’ultimo per molti anni.
Dal 1965 al 1973 si registrano solo due vittorie, le prime della
carriera
di Jacky Ickx (a Rouen) nel ’68 e di Mario Andretti
(a Kyalami) nel ’71 e il tragico incidente, nel
’67,
di Bandini nel GP di Monaco, che lo vede uscire vivo
dall’incendio della sua vettura, ma con il 60% del corpo
ustionato.
1964 - Ferrari 158 F1
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Paddock Ferrari a Silverstone 1965
La 158 F1 e la 512 F1 vengono utilizzate anche
nella stagione del 1965, avara di successi per la Ferrari. I migliori
risultati sono i secondi posti di Surtees ad East London e di Bandini a
Montecarlo all'inizio dell'anno. Peraltro, il cambio di regolamento che
sarebbe entrato in vigore all'inizio del 1966 (motori con cilindrata di
3000 cc aspirati e 1500 cc con compressore) orienta quasi tutte le
energie sulla vettura per la stagione successiva. La Lotus fa la
doppietta , vincendo la Coppa Costruttori e il titolo Piloti con Jim
Clark.
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 158 F1 |
Anno di Produzione |
1964 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
270 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
2,2 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 8cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca con pannelli in alluminio rivettati alla struttura tubolare |
Alesaggio x Corsa |
67x52,8 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici |
Cilindrata Unitaria |
186,15 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 2 puntoni, ammortizzatori coassiali |
Cilindrata Totale |
1489,23 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
125 litri (120 Cabriolet) |
Rapporto di compressione |
10,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
5,00-13/7,00-13
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Alimentazione |
Iniezione diretta Bosch |
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Accensione |
Singola 1 spinterogeni 2 distributori |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2380 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1350/1350 mm |
Potenza Max |
210 Cv a 11000 g/min |
Lunghezza |
4950 mm |
Potenza Specifica |
141,0 Cv/litro |
Larghezza |
697 mm |
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Altezza |
768 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
468 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
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Frizione
|
Multidisco |
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Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
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MOTORE PORTANTE
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La prima F1 a motore
portante fu la Lotus 49, del 1967.
In pratica, il motore risultava
elemento strutturale capace di sostenere il resto della scocca, le
sospensioni e il cambio.
La soluzione, in realtà, fu provata già col
motore H16 BRM nella Lotus 43 del 1966 ma venne, effettivamente,
introdotta da Chapman con il modello 49.
Tuttavia, sorge un dubbio sul fatto che la Lotus 49 sia stata
realmente la prima vettura
ad introdurre il concetto. Secondo Forghieri,
infatti, la "sua" Ferrari 512 F1 del 1964/1965 introduceva quella
soluzione.
Infatti, secondo Forghieri il telaio (che non era tubolare ma
una semplice monoscocca composta da pannelli) ricopriva una semplice
funzione di rinforzo, mentre era effettivamente il motore l'elemento
portante. Sul punto, poi, si introducono ulteriori complicazioni.
Ad
esempio, si scopre, tornando ancora più indietro, che il concetto di
motore che sostiene alcuni elementi è già presente
sulla Ferrari 158 F1
del 1964.
Quindi per certi aspetti "portante".
Probabilmente, la soluzione del problema consiste nella differenza tra motore completamente portante
e motore parzialmente sostenuto da un telaio.
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1964 Surtees
Campione del Mondo
158 V8
Piloti: John Surtees Lorenzo Bandini
Nel 1964 John Surtees diventa il primo e finora
unico pilota ad ottenere i titoli più importanti sia nelle
due che nelle quattro ruote. Il successo in Formula 1 viene grazie alla
Ferrari158 F1, una vettura che segna il ritorno di Maranello ai motori
ad 8 cilindri. Surtees la spunta per un solo punto su Graham Hill,
approfittando del ritiro del rivale all'ultima gara in Messico e
dell'aiuto che gli da il compagno di squadra Lorenzo Bandini. Sono tre
i diversi modelli schierati dalla Ferrari: oltre alla 158 F1 ci sono la
156 F1-63, con cui Bandini vince in Austria, e la 512 F1, dotata di un
motore di 12 cilindri boxer. La squadra di Maranello si aggiudica anche
la Coppa Costruttori. Una curiosità: per protesta contro le
autorità sportive che non avevano omologato la 250 LM,
Ferrari decise di far iscrivere le sue vetture dall'importatore
americano, la NART, disegnando lke auto nei colori statunitensi, bianco
e azzurro.
Ferrari 158 F1 (1964)
La prima volta di Forghieri
Corridori
e scuderie di lingua inglese dominavano la scena negli anni sessanta.
Ferrari assunse un pilota molto valido , John Surtees , affiancandolo a
Lorenzo Bandini. Surtees piaceva al costruttore perchè era passato all’
auto dopo aver vinto tutto il possibile in moto, tanto da essere
soprannominato “Il figlio del vento". Pochi uominiprima di lui erano
riusciti in questa impresa e nessuno fu poi capace di imitarlo.
La 158 era in un certo senso l’evoluzione della 156 ma il progettista
era giovane e fresco di nomina: Mauro Forghieri, che sarebbe rimasto
quasi 30 anni a capo dell’ ufficio tecnico del reparto corse
introducendo numerose innovazioni.
Il motore era nuovo: V8 totalmente diverso
da quello derivato Lancia e dotato di un sistema di iniezione diretta
della benzina (nei cilindri) sperimentato sul V6 del 1963. Sospensioni
indipendenti e ferni a disco sulle quattro ruote figuravano tra le
caratteristiche principali della monoposto.
La vettura era dotata di cambio a 5 marce,
ma la Ferrari, in occasione della presentazione, annunciò anche la
possibilità di adottare uno a 7 rapporti. Tale variante, però, non fu
mai usata in gara.
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Una
curiosita: per protesta contro le autorità sportive che non
avevano omologato la 250 LM,
Ferrari decise di far iscrivere le sue vetture dall'importatore americano, la NART, dipingendo le auto nei colori statunitensi, bianco e azzurro.
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Una curiosità: per protesta contro le autorità sportive che non avevano
omologato la 250 LM, Ferrari decise di far iscrivere le sue vetture
dall’importatore americano, la NART, dipingendo le auto nei colori
statunitensi, bianco e azzurro. - See more at:
http://formula1.ferrari.com/it/monoposto/158-f1#sthash.nCR69d3F.dp
1965 - 512 F 12
Piloti: John Surtees - Lorenzo Bandini
Cilindrata unitaria cm3 124,135 - Cilindrata totale cm3 1489,631 - N° e Disposizione Cilindri 12 a V 180°
Disposizione motore posteriore - Tipo 207 - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 225 CV a 11500
Peso Kg. 490 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto 1965 - G.P. di Siracusa
La 158 F1 e la 512 F1 vengono utilizzate anche
nella stagione del 1965, avara di successi per la Ferrari. I migliori
risultati sono i secondi posti di Surtees ad East London e di Bandini a
Montecarlo all'inizio dell'anno. Peraltro, il cambio di regolamento che
sarebbe entrato in vigore all'inizio del 1966 (motori con cilindrata di
3000 cc aspirati e 1500 cc con compressore) orienta quasi tutte le
energie sulla vettura per la stagione successiva. La Lotus fa la
doppietta , vincendo la Coppa Costruttori e il titolo Piloti con Jim
Clark.
1966 - 1983 - Motori di 3000 cm3 aspirati o 1500 cm3 sovralimentati
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Il 1966 segna il ritorno al motore V12 ma si rivela
difficile per la Ferrari. Surtees vince a Spa ma non finisce la sua
stagione
a Maranello a causa di contrasti con Ferrari. Lo stesso
destino tocca alla Dunlop, che viene rimpiazzata dalla Firestone.
La
squadra non partecipa a due gran premi (Gran Bretagna e Messico): la
prima rinuncia è dovuta ad uno sciopero,
la seconda a
ragioni tecniche.Nel bilancio finale ci sono due vittorie: oltre a quella di Surtees
c'è la doppietta di Scarfiotti e Parkes a Monza.
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Cilindrata unitaria cm3 249,129
-Cilindrata totale cm3 2989,556
-N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 218
Iniezione indiretta Lucas
- HP/giri min. 360 CV a 10000
- Peso Kg. 610 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d.
- Debutto G.P. di Siracusa - 1.5.1966 |
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 312 F1 |
Anno di Produzione |
1966 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
300 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,5 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (60°) |
Telaio |
Monoscocca a pannelli in alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
77x53,5 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle e ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,1 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, 2 puntoni, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Totale |
2989,56 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
2 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
158 litri 2 laterali |
Rapporto di compressione |
11,8:1 |
Pneumatici ant/post. |
5,50-14/7,00-15
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas |
|
|
Accensione |
Singola o Doppia spinterogeno 1 spinterogeno 2 distributori |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2400 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1450/1435 mm |
Potenza Max |
360 Cv a 10000 g/min |
Lunghezza |
3830 mm |
Potenza Specifica |
120,4 Cv/litro |
Larghezza |
760 mm |
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Altezza |
870 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
548 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
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Monza 1966 - Enzo Ferrari guarda la Brabham Repco
1967
- 312 V12 Piloti: Lorenzo Bandini - Chris Amon
Cilindrata unitaria cm3 249,129 - Cilindrata totale cm3 2989,556 - Disposizione Cilindri 12 a V di 60° - Disposizione motore posteriore -
Tipo 242 - Iniezione indiretta Lucas HP/giri min. 390 CV a 10000
Peso Kg. 507 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto Brands Hatch - 12.3.1967 - Esemplari costruiti 4
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Il 1967 è un anno difficilissimo per la
Ferrari. La stagione è segnata dal tragico incidente di
Montecarlo, in cui perde la vita Lorenzo Bandini. I migliori risultati
arrivano grazie al neozelandese Chris Amon, tre volte sul terzo gradino
del podio. E' proprio un suo connazionale ad aggiudicarsi il titolo
iridato, Denis Hulme, che supera di stretta misura il compagno di
squadra Jack Brabham. La monoposto, la 312 F1-67, è la
versione aggiornata della macchina della stagione precedente. |
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1968
312 V12 Piloti:
Chris Amon - Jacky Ickx
Cilindrata unitaria cm3 249,129 - Cilindrata totale cm3 2989,556 - N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 242/C - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 410 CV a 11000
Peso Kg. 530 - Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 1.1.1968
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Gran Premio di Gran Bretagna 1968
Settima prova del mondiale 1968 e vide la vittoria di Jo Siffert su Lotus-Ford, seguito da Chris Amon e da Jacky Ickx.
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Gli sponsor entrano ufficialmente in Formula 1 nel
1968. La 312 F1-68 è la prima monoposto ad utilizzare gli
alettoni:
l'esordio avviene sul circuito di Spa, in Belgio. Altre
squadre seguono immediatamente la strada aperta dalla Casa di Maranello
ma, a seguito di un incidente a Barcellona, che provoca la morte di tre
spettatori, le appendici aerodinamiche vengono vietate
per poi essere
reintrodotte con maggiori restrizioni regolamentari.
La Ferrari vince una corsa, a Rouen, in Francia con Jacky Ickx, e
ottiene quattro pole position.
Il titolo va all'inglese Graham Hill,alla guida di una Lotus.
1969
312 V12 Piloti:
Chris Amon - Jacky Ickx
Cilindrata unitaria cm3 249,129 - Cilindrata totale cm3 2989,556 - N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 255/C - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 436 CV a 11000
Peso Kg. 554 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 1.3.1969
Il 1969 è il peggiore anno della storia
della Ferrari in Formula 1 (7 punti conquistati), con una
partecipazione al Campionato spesso limitata ad un solo pilota per
gara. Sono soltanto tre i piazzamenti in zona punti, con il terzo posto
di Amon a Zandvoort come miglior risultato. E' comunque un anno
fondamentale nella storia dell'azienda: le vetture sono ricercatissime
ma non riescono a produrne a sufficienza per soddisfare le richieste e
contemporaneamente a mantenere i propri programmi sul fronte
agonistico. In aiuto arriva la Fiat che entra come socia paritaria
lasciando al Drake la piena autonomia nella conduzione
dell'attività sportiva.
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Anni '70
ANNO
1970
312
B |
ANNO
1971
312
B |
ANNO
1972
312
B2 |
ANNO
1973
312
B2
312
B3-1973 |
ANNO
1974
312
B3-1974 |
ANNO
1975
312
B3-1974
312T |
ANNO
1976
312
T
312
T2 |
ANNO
1977
312
T2 |
ANNO
1978
312
T2
312
T3 |
ANNO
1979
312
T3
312
T4 |
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1970
312 B F 12
Piloti: Jacky Ickx - Clay Regazzoni
Cilindrata unitaria cm3 249,25 - Cilindrata totale cm3 2991,01 - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 001 - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 460 CV a 12000
Peso Kg. 551 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 7.3.1970
Esemplari costruiti 4
|
Il Gran Premio d'Italia 1970, XLI Gran Premio d'Italia e decima gara del campionato di Formula 1 del 1970,
si è svolto il 6 settembre sul Circuito di Monza ed è stato vinto da Clay Regazzoni su Ferrari.
Durante le
prove ufficiali del sabato perì in un incidente il pilota
austriaco Jochen Rindt, che in quell'anno si sarebbe laureato
campione del mondo postumo, l'unico della storia della Formula 1.
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 312 B2 F1 |
Anno di Produzione |
1971 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,2 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (180°) |
Telaio |
Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
80,0x49,6 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle e ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,3 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Totale |
2991,80 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
233 litri 2 laterali |
Rapporto di compressione |
11,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
8,6-20,0-13/13,5-24,0-15
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas |
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|
Accensione |
Singola elettronica Dinoplex MM |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2426 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1523/1580 mm |
Potenza Max |
470 Cv a 12600 g/min |
Lunghezza |
4020 mm |
Potenza Specifica |
157,1 Cv/litro |
Larghezza |
742 mm |
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Altezza |
956 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
560 Kg (578 - 1972) |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
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8 aprile 1972
Il circuito di Fiorano è un tracciato di proprietà della Scuderia Ferrari che lo usa per effettuare i propri test privati
(in rari casi ha invitato altre scuderie). È situato a Fiorano Modenese, nei pressi di Maranello.
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La costruzione dell'autodromo, espressamente voluto da Enzo Ferrari,
è iniziata nel 1971 ed è stata completata in quasi sette mesi. La
lunghezza del percorso è di 3 021 metri; la velocità media di
percorrenza è di oltre 160 km/h, con una velocità di punta superiore a
290 km/h. All'interno del perimetro della pista il Drake
fece costruire anche una casa per sé, nella quale è
tuttora conservato pressoché intatto l'ufficio dove lavorava.
Il
tracciato è stato parzialmente modificato sul finire del 1995 su
richiesta del pilota della Scuderia Ferrari, Michael Schumacher,
cambiando il disegno della prima curva.
L'uso che ne fa la Ferrari è legato soprattutto allo sviluppo
degli pneumatici. Il circuito è equipaggiato con diversi apparecchi per
la telemetria, un sistema di telecamere interrate a circuito chiuso e un impianto d'irrigazione dell'asfalto.
Storicamente
chiusa al pubblico, la pista di Fiorano è visitabile a partire
dall'agosto 2010: da allora i visitatori della Galleria Ferrari possono effettuare visite guidate del circuito a bordo di bus navetta.
Inoltre, com'è sempre accaduto, i tifosi possono osservare le
auto in prova in alcuni punti lungo il perimetro del complesso.
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1971 1972 - 312 B 2 F 12 - Piloti: Mario Andretti - Clay Regazzoni |
Cilindrata
unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,802 -
N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 001/1 - Iniezione indiretta Lucas HP/giri min. 470 CV a 12600
Peso Kg. 558 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto Brands Hatch -21.3.1971
Esemplari costruiti 8
|
Ferrari 312 B3 - 1973
Monza 9 settembre 1973 - Gran Premio d'Italia
- 312B3/010 . Portata all'esordio da Jacky
Ickx nel Gran Premio di Spagna 1973. Utilizzata in 7 Gp del 1973, poi
convertita nella Ferrari 312 B3-74
- ed usata nel mondiale 1974 da Niki
Lauda
- 312B3/011 . Portata all'esordio da Arturo
Merzario nel Gran Premio di Monaco 1973. Utilizzata in 4 Gp del 1973,
poi convertita nella Ferrari 312 B3-74
- ed usata nel mondiale 1974 da
Clay Regazzoni
- 312B3/012 . Portata all'esordio da Merzario
nel Gran Premio di Francia 1973. Utilizzata in 4 Gp del 1973, poi
convertita nella Ferrari 312 B3-74
- ed usata nel mondiale 1974 da Niki
Lauda
-
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I MONDIALI DI LAUDA
Nel 1974 Enzo Ferrari ingaggia Clay Ragazzoni
lasciandogli la scelta del proprio compagno di squadra
- e lo svizzero
sceglie l’austriaco Niki Lauda.
- Durante la stagione viene promosso a direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo.
Nonostante il fatto che la scelta del secondo pilota fu
fatta proprio da Ragazzoni, durante la stagione il rapporto tra i due
piloti peggiora anche a causa delle vittorie di Lauda. Nonostante tutto
è Ragazzoni a giocarsi il titolo, e nell’ultima
gara Montezemolo ordina a Lauda di aiutare lo svizzero ma questo non
servirà e a vincere sarà Emerson Fittipaldi su
Lotus.
L’anno dopo la Ferrari si rifarà con uno
straordinario Lauda, che con la “312T" domina il campionato
vincendolo in occasione del GP d’Italia a Monza. Il 1976 vede
ancora il dominio delle Rosse e di Niki Lauda, ma proprio
l’austriaco è protagonista di un brutto incidente
sulla pista del Nurburgring (Germania). Lauda esce di strada battendo
contro i guardrail e la sua monoposto prende fuoco. Grazie
all’aiuto di altri piloti, tra cui Arturo Merzario, Lauda
riesce ad uscirne vivo ma l’incidente lo segnerà e
lo terrà lontano dalle piste per 42 giorni.
Al suo ritorno, l’austriaco è ancora leader del
campionato con tre punti di vantaggio sul pilota della McLaren James
Hunt. Ci si gioca tutto nell’ultimo gran premio in Giappone.
La gara inizia con un’ora di ritardo per via di una
contestazione di alcuni piloti, tra i quali ci sono anche i due
duellanti al titolo, per la pericolosità della pista, che
è completamente allagata.
La gara parte e dopo soli tre giri Lauda decide di ritirarsi. Per Hunt,
in testa alla gara, è solo questione di conquistare tre
punti. Il pilota McLaren si aggiudica il titolo termiando secondo.
Per tutti il ritiro di Lauda significa che il pilota è ormai
“bollito", non più in grado di vincere. Questa
è anche l’idea di Enzo Ferrari, che decide di
affiancargli, per l’anno seguente, Carlos Reutemann.
Tutti sbagliavano, Lauda torna a vincere gare e non solo, si aggiudica
anche il titolo piloti zittendo tutti e abbandonando la Ferrari a fine
anno dopo essersi sentito tradito dal drake. |
Nel 1974 arriva un giovane pilota di grande
talento, l'austriaco Niki Lauda che nel 1975 conquista entrambi
i
titoli (piloti e costruttori)
laureandosi Campione del Mondo sul
circuito di Monza.
1975 - Titolo Piloti e Costruttori
|
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1975
Piloti: Niki Lauda - Clay Regazzoni
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1975 - Ferrari 312 T F1
Niki Lauda
Campione del Mondo
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari 312 T F1 |
Anno di Produzione |
1975 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
330 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
6,0 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (180°) |
Telaio |
Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
80,0x49,6 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,3 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 1 puntone, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Totale |
2991,80 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
200 litri (2 laterali 1 centrale) |
Rapporto di compressione |
11,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
9,2-20,0-13/16,2-26,0-13
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas |
|
|
Accensione |
Singola elettronica Dinoplex MM |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2518 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1510/1530 mm |
Potenza Max |
495 Cv a 12200 g/min |
Lunghezza |
4143 mm |
Potenza Specifica |
165,4 Cv/litro |
Larghezza |
2030mm |
|
Altezza |
1275 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
575 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
|
|
|
Ferrari 312 T (1975)
T come Trasversale e come Trionfo
A
11 anni dalla 158, un’altra rossa torna alla vittoria nel Mondiale.
Dopo un 1974 di intenso lavoro sotto la direzione sportiva di Luca di
Montezemolo, la monoposto Ferrari 312 T del 1975 era pronta per volare
al top della F1.Nelle prime gare della stagione Lauda e Regazzoni si
accontentarono di “andare a punti”, cioè di entrare nei primi sei posti
in classifica, ma dal Gp di Monaco in avanti l’austriaco infilò una
serie di vittorie che gli consentirono di conquistare il titolo: a Monza
successo di Regazzoni e Lauda campione
in un pomeriggio indimenticabile. La vettura, progettata da Mauro
Forghieri, fu la base di una nuova serie di monoposto contraddistinta
dalla lettera T perchè era stato adottato un cambio trasversale. Il
motore 12 cilindri orizzontali e contrapposti aveva iniezione ed
accensione elettronica Dinoplex (un sistema che ha portato la Marelli a
primeggiare nel settore della gestione dei propulsori di F1).
Telaio metallico ma di un tipo che si può chiamare “semimonoscocca”:
sulla leggera struttura tubolare in acciaio era fissata rigidamente la
carrozzeria di alluminio. Sospensioni indipendenti e freni a disco.
|
1976 - Titolo Costruttori
Cilindrata unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,801 - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015 - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 495 CV a 12200
Peso Kg. 606 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 2.3.1975
Esemplari costruiti 7
Il 1976 sembra portare nuovamente alla conquista
del titolo mondiale ma il 1° agosto sul circuito del
Nűerburgring
in Germania un terribile incidente ferma il campione
austriaco; la Ferrari non partecipa al Gran Premio d'Austria
e si
presenta al quello d'Olanda solo con l'altro pilota Clay Regazzoni.
Niki Lauda si ripresenta al Gran Premio di Monza, e a quello del
Giappone, ma non è ancora in perfetta forma
e nonostante i
suoi sforzi è l'inglese Hunt ad aggiudicarsi il titolo
mondiale piloti,
mentre la Ferrari si aggiudica il titolo costruttori.
L'anno seguente, il 1977 è l'anno della
rivincita di Niki Lauda che si impone nuovamente come campione del
mondo conquistando anche il titolo costruttori, ma le polemiche con la
Scuderia che in fondo ha un solo padrone lo costringono
ad andarsene e
nelle ultime due gare del campionato alla guida della Ferrari arriva
uno sconosciuto canadese:
Gilles Villeneuve. |
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari 312 T2 F1 |
Anno di Produzione |
1976
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,15 Kg/Cv (1,1 - 1977) |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (180°) |
Telaio |
Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
80,0x49,6 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,3 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 1 puntone, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Totale |
2991,80 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
200 litri (2 laterali 1 centrale) |
Rapporto di compressione |
11,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
9,2-20,0-13/16,2-26,0-13
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas |
|
|
Accensione |
Singola elettronica Dinoplex |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2560 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1430/1450 mm |
Potenza Max |
500 Cv a 12200 g/min (512 - 1977) |
Lunghezza |
4316mm |
Potenza Specifica |
167,1 Cv/litro (171,1 - 1977) |
Larghezza |
1930mm |
|
Altezza |
1020mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
575 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM |
|
|
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1977 - Titolo Piloti e Costruttori
Lauda Campione del Mondo - 1977
Esemplari costruiti 7
Sono passati undici anni prima che
l'Austriaco Nikolaus"Niki"Lauda conquisti il settimo Titolo Piloti per
la Ferrari nel 1975, bissandolo poi nel 1977 e "saltando" per i noti
motivi quello del 1976. Cinque vittorie, un secondo posto e due terzi
posti, accompagnano l'ascesa al titolo di Niki nel 1975 con 64,5 punti,
mentre nel 1977 (72 punti), conquisterà tre primi
piazzamenti, sei secondi posti e un terzo posto, tanto per elencare i
podi al suo attivo.
Di grande temperamento si scontrerà
più volte con Enzo Ferrari, specialmente dopo il ritiro al
Gran Premio del Giappone del 1976, ritiro mai digerito da Ferrari, che
fece vincere a James Hunt il Campionato del Mondo Piloti per un solo
punto di scarto su Niki Lauda: 69 a 68. Lascierà il volante
della rossa dopo il Gran Premio USA Est del 1977, ripresentandosi
all'inizio stagione 1978 con una Brabham
Ferrari 312 T2 (1976-77)
Potente e stabile , un bel cavallino
La
312 T2 segue ovviamente la 312 T: una monoposto così efficiente da
durare per due stagioni è fatto raro in F1. In effetti nel 1976 avrebbe
potuto dare a Lauda un altro titolo non fosse stato per il terribile
incidente nel circuito del Nuerburgring. L’austriaco con molta forza
d’animo riprese a correre in poco tempo e per un solo punto non riuscì a
conquistare il mondiale, mentre la Ferrari otteneva facilmente quello
riservato ai costruttori anche per merito dei risultati di Regazzoni.
Rispetto al modello precedente erano state apportate poche modifiche.
In particolare, Forghieri aveva leggermente aumentato il passo per
migliorare la stabilità in rettilineo e ridotto il peso di una
quindicina di Kg.
Il motore era stato affinato e forniva
qualche cavallo in più ma soprattutto una coppia meglio sfruttabile dal
pilota. La 312 T2 era assai equilibrata tra potenza del motore e
prestazioni del telaio. E nel 1977 Lauda e la Ferrari vinsero il
Mondiale alla grande. In squadra Regazzoni fu sostituito da Reutemann.
L’argentino sarebbe rimasto anche nel 1978 mentre Lauda consumava il suo divorzio con Maranello alla fine del 1977.
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SCHEDA
TECNICA
|
Motore:
centrale/traz.posteriore
N/cilindri: V12 di 180°
Cilindrata: 2992 cc
Potenza/Giri: 500 Cv/12.200
Alimentazione: Iniezione Lucas
Telaio: semimonoscocca
Produzione: 1976-77
Carrozzeria: alluminio e compositi
Cambio: trasversale 5 rapporti
Dimensioni: cm 431x193x143
Peso: kg 592
Serbatoio: 200 litri
Piloti: Lauda, Regazzoni, Reutemann
|
|
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1978
312 F 12 T 3
Piloti: Gilles Villeneuve - Carlos Reutemann
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Cilindrata
unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,801 -
N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015 - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 510 CV a 12200
Peso Kg. 601 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. -Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 4.3.1978
Esemplari costruiti 5 |
|
1979 - Titolo Piloti e Costruttori
|
Digione Gran Premio di Francia 1979 :
Duello René Arnoux su Renault, Gilles Villeneuve su Ferrari |
Esemplari costruiti 5
Jody Scheckter
CAMPIONE DEL MONDO
Due anni dopo il trionfo e l'immediato
divorzio da Maranello di Niki Lauda, ecco il sudafricano Jody
Scheckter: l'"orso", come era chiamato nell'ambiente per il suo non
troppo facile carattere. Jody vinse tre gran premi nel 1979: Belgio,
Monaco, Italia che sommati ad un secondo posto ed altri piazzamenti a
punti, gli garantiranno il titolo per il 1979 con 51 (60) punti in
classifica generale.
Jody e Gilles, due grandi amici sulle piste e fuori dall'ambiente,
amicizia che verrà ricambiata da Villeneuve, facendo da
scudiero per tutta la stagione al sudafricano e aiutandolo alla
conquista del titolo. Scheckter si ritirerà dal mondo della
F1 dopo la stagione 1980, appagato ormai dal titolo conquistato nel
1979. |
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1979 - Ferrari 312 T4 F1
Jody Scheckter & Mauro Forghieri, Ferrari's Team Manager 1979
|
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SCHEDA TECNICA |
Ferrari 312 T4 F1 |
1979
|
F1 |
Monoposto |
|
320 Km/h |
1,15 Kg/Cv (1,1 - 1977) |
Motore |
|
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (180°) |
Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
80,0x49,6 mm |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,31 cc |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori verticali |
Cilindrata Totale |
2991,80 cc |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
175 - 190 litri |
Rapporto di compressione |
11,5:1 |
23/59-13 / 38/68-13
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas |
|
Accensione |
Singola elettronica Dinoplex MM |
|
Raffreddamento |
Ad acqua |
2700 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
1700/1600 mm |
Potenza Max |
515 Cv a 12200 g/min |
4460mm |
Potenza Specifica |
172,2 Cv/litro |
2120mm |
|
1010mm |
Trasmissione |
590 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 5rap+RM
|
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Ferrari 312 T4 (1979)
Stabile in curva e in rettilineo
A
suo tempo si disse che Jody Scheckter era un pilota che Enzo Ferrari
aveva fortissimamente voluto. Non sbagliava il costruttore: il
sudafricano era forse meno spettacolare di Villeneuve ma offriva un
comportamento più affidabile del compagno di squadra, almeno nell’ottica
di un campionato. E fece centro con alcune vittorie e una serie di
piazzamenti.
Sicuramente merito anche della rossa di
quel mondiale: nella classifica costruttori la Ferrari concluse con 113
punti contro i 75
della
Williams. La 312 T4, penultima tappa nella
evoluzione della serie “T”, fruiva di una serie di miglioramenti quali
la monoscocca in alluminio (più rigida e leggera dei tubolari in
acciaio) e sospensioni adattabili a qualsiasi circuito. In più, il
motore, per il suo basso centro di gravità, consentiva alla vettura una
eccellente tenuta in curva. Il passo, piuttosto lungo, favoriva la
stabilità in rettilineo. C’è da ricordare che proprio sulla T4 la
Ferrari sperimentò il primo cambio a comando elettroidraulico nella
storia della F1.
Villeneuve, sorpreso della novità,
sconsigliò di usarlo, anche perchè l’elettronica non era ancora a
punto.
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|
Nel 1978 è la Lotus a primeggiare ma nel
1979 la Ferrari torna ad imporsi con la conquista
del titolo nel Gran
Premio di Monza da parte del sudafricano Jody Scheckter.
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|
Anni '80
ANNO
1980
312
T5 |
ANNO
1981
126
CK |
ANNO
1982
126
C2 |
ANNO
1983
126
C2-B
126
C3 |
ANNO
1984
126
C4 |
ANNO
1985
156-85 |
ANNO
1986
F1-86 |
ANNO
1986
F1-87 |
ANNO
1987
F1-87 |
ANNO
1988
F1-87/88 |
ANNO
1989
F1-89 |
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|
In questi anni la Renault inaugura
l’era del turbo e la Ferrari li segue. Il 12 cilindri
aspirato ha raggiunto la fine del suo ciclo di sviluppo e viene
rimpiazzato dal nuovo 1500 V6 turbo. Come sempre il motore diventa il
punto forte della vettura a scapito del telaio e
dell’aerodinamica sviluppati ancora in maniera antiquata. La
brillante guida di Gilles Villeneuve porta ancora molte vittorie alla
Ferrari nel 1981 ma è evidente che il telaio deve essere
completamente ridisegnato per poter competere per il titolo del mondo.
A metà stagione entra nel team Harvey Postlewaite il cui
scopo è quello di costruire un telaio innovativo per la
stagione successiva. Postlewaite vorrebbe costruire un telaio di fibra
di carbonio ma è costretto a ripiegare su altri materiali a
causa dell’inesperienza della Ferrari nella lavorazione di
queste nuove leghe. Anche se con un telaio non del tutto decente, le
aspettative per il 1982 sono alte ma si conclude tutto in tragedia con
la morte del pilota di punta, il grande Villeneuve, e il durissimo
incidente che costringe il secondo pilota Didier Pironi, ad abbandonare
il mondo della Formula 1. Con il ritiro del suo ultimo campione del
mondo, Jody Scheckter, Ferrari non ha piloti di punta da far salire
sulle proprie vetture e passeranno anni prima che ne trovino uno. In
questo ventennio gli unici anni degni di nota sono il 1982 e 83 quando
la scuderia conquista il titolo costruttori.
Enzo Ferrari non riuscirà più a vedere la sua
squadra campione del mondo; muore infatti nel 1988
all’età di 90 anni. La scuderia continua comunque
nell’intento anche grazie a due grandi nomi, Alain Prost e
Nigel Mansell. |
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L’AVIATORE GILLES VILLENEUVE |
|
È il 1978 e al posto di Lauda arriva
Gilles Villeneuve. Reutemann lotterà invano per il titolo
contro la Lotus di Mario Andretti. Villeneuve passa un anno a demolire
monoposto con voli che gli costarono il soprannome
“L’Aviatore".
L’anno seguente, Reutemann passa alla Lotus e il suo posto
è preso da Jody Scheckter. È l’anno
della prima vittoria di Villeneuve in Sud Africa, poi bissata nel GP
degli USA, ma anche del favoloso duello ruota contro ruota tra il
canadese e la Renault di Arnoux nel GP di Francia a Digione. La Ferrari
torna a vince il titolo piloti con Scheckter.
Negli anni seguenti la Rossa non riesce a riaffermarsi al vertice
vincendo solo due gare nel 1981, ma è il 1982 a dare
un’ennesimo colpo al cuore a tutti gli sportivi.
Tutto inizia nella quarta gara del mondiale, il GP di San Marino a
Imola, con i due ferraristi, Pironi (arrivato in Ferrari nel 1981) e
Villeneuve, al comando. Dal box viene mostrato un cartello
“Show +45", i due lo interpretano diversamente. Per
Villeneuve, al comando, significa congelamento delle posizioni fino
alla bandiera a scacchi, per Pironi un via libera per passare
tranquillamente davanti al compagno e vincere la gara. Il francese
passa in testa, Villeneuve si sente sfidato e così i due si
ingaggiano un duello fino all’ultimo giro, che viene vinto da
Pironi. Villeneuve è in collera con il compagno, si sente
derubato e tradito.
L’8 maggio 1982, nella gara successiva a Zolder (Belgio),
Villeneuve tenta l’ultimo giro veloce per scavalcare in
classifica il compagno di team, ma durante una piega a sinistra non
riesce ad evitare la March di Jochen Mass. La monoposto del canadese
prende il volo, il pilota viene catapultato fuori andando a sbattere
contro un paletto a bordo pista. Per Gilles non
c’è scampo, verrà dichiarato morto alle
21:12.
La tragedia non finisce qui, nelle prove del GP di Germania, ad
Hockenheim, Pironi (leader del campionato) nella nube d’acqua
in pista, non si accorge della Renault di Prost e gli va a sbattere
contro. Pironi riporta gravi ferite agli arti inferiori.
Il francese
non potrà mai più guidare
1980
312 T 5 F 12
Piloti: Jody Scheckter - Gilles Villeneuve
Cilindrata unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,801 - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015
- Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 515 CV a 12300
Peso Kg. 611 con acqua e olio - Velocità Km/h. n.d. - Debutto G.P. d'Argentina - 13.1.1980
Esemplari costruiti 6 |
1981
126 CK V6 T
Piloti: Gilles Villeneuve - Didier Pironi
Anno di attività : 1981
Motore tipo 02, 6 cilindri a 120 gradi collocato posteriormente,
basamento e teste in lega leggera, canne cilindro
in alluminio
riportate, raffreddato ad acqua - Alesaggio e corsa 81 x 48,4 mm - Cilindrata unitaria e totale 249.40/1496,43 cc
Rapporto di compressione 6,7:1 - Potenza massima CV 580 a 11.500 giri/minuto
Distribuzione 4 valvole per cilindro,2 alberi a camme per fila di
cilindri, comando ad ingranaggi situato posteriormente
Alimentazione forzata, 2 turbo KKK in posizione superiore, iniezione
indiretta Lucas-Ferrari
Accensione mono, elettronica a scarica capacitiva "Raceplex" della
Magneti Marelli - Lubrificazione forzata, carter a secco
Trasmissione posteriore, frizione a dischi multipli, cambio tipo 021 a
5 velocità + RM, trasversale in blocco unico
con il
differenziale autobloccante - Rapporti del cambio variabili secondo il circuito di gara
Telaio tipo 024, scocca autoportante, pannelli in alluminio rivettati
su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine
in fusioni di
lega leggera - Sospensione anteriore quadrilateri deformabili: bilanciere superiore,
triangolo inferiore, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo Sospensione posteriore quadrilateri deformabili: braccio superiore,
trapezio inferiore,
un puntone centrale - Freni a dischi Brembo autoventilati in ghisa sulle ruote, pinze
Lockheed
Sterzo a cremagliera - Lunghezza 4.468 mm Larghezza 2.110 mm Altezza 1.025 mm
Passo e carreggiate ant. e post. 2.719/1.761/1.626 mm Peso in ordine di
marcia 600 kg
Pneumatici ant. 22/59-13", Michelin Pneumatici post. 38/66-13",
Michelin -Ruote componibili, ant. 11 x 13", post. 16/16,5 x 13"
Serbatoio 210 litri, centrale (benzina NO 98/100) -Carrozzeria : in materiali compositi
Esemplari construiti 8
|
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari 126 C2 F1 |
Anno di Produzione |
1982
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,00 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Cent. longitudinale 6cil. a V (120°) |
Telaio |
Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati |
Alesaggio x Corsa |
81,0x48,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo |
Cilindrata Unitaria |
249,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici |
Cilindrata Totale |
1496,43 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
240 litri |
Rapporto di compressione |
6,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
23-10,05/13 / 26-15,05/15
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Lucas 2 turbo KKK |
|
|
Accensione |
Singola elettronica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2657 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1787/1644 mm |
Potenza Max |
580 Cv a 11000 g/min |
Lunghezza |
4333 mm |
Potenza Specifica |
387,5 Cv/litro |
Larghezza |
2110 mm |
|
Altezza |
1025 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
595 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col differenziale 5rap+RM |
|
|
|
|
“126 C3"
1982 -1983 - Titolo Costruttori
|
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1984 - 1985
156/85 V 6 T
|
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Motori sovralimentati di 1500 cm3
consumo max. per GP: 220 litri
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Piloti: René Arnoux - Michele Alboreto |
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Cilindrata unitaria cm3 249,40 Cilindrata totale cm3 1496,43 - N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 120°
Disposizione motore posteriore turbocompresso KKK - Tipo 031
Iniezione elettronica digitale Weber-Marelli HP/giri min. 780 CV a 11000 in gara - Pres.max.3,6 bar
Peso Kg. 548 con acqua e olio Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Brasile a Rio - 7.4.1985
Esemplari costruiti 9
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1986 1987
F 187 V 6 T
Piloti: Michele Alboreto - Gerhard Berger
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SCHEDA TECNICA
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Modello |
Ferrari F1/87 |
Anno di Produzione |
1987
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
330 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,6 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 6cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
81x48,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod> |
Cilindrata Unitaria |
249,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod> |
Cilindrata Totale |
1496,4 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
195 litri |
Rapporto di compressione |
8:1 |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione digitale Weber-Marelli 2Turbo Garrett |
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|
Accensione |
Singola elettronica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2800 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1791/1673 mm |
Potenza Max |
880 Cv a 11500 g/min |
Lunghezza |
4280 mm |
Potenza Specifica |
588 Cv/litro |
Larghezza |
2120 mm |
|
Altezza |
1000 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
542 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 6rap+RM |
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1987 - motori turbo di 1500 cm3 - pressiome max. 4 bar - consumo 195 litri
Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo libero - rifornimento vietato
Cilindrata unitaria cm3 249,40 Cilindrata totale cm3 1496,43 N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 90°
Disposizione motore posteriore turbocompresso Garret - Tipo 033/D
- Iniezione elettronica digitale Weber-Marelli
HP/giri min. 880 CV a 11500 in gara - Pres.max.4 bar - Peso Kg. 542 con acqua e olio Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Brasile a Rio - 12.4.1987 - Varianti successive: 1987 - 910 CV a 11500 in gara - 4 bar
980 CV a 11500 g/m in qualifica
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LA MORTE DEL DRAKE
Nel 1988 la Ferrari è in gran lutto, muore infatti il grande
Enzo Ferrari,
l’uomo che ha saputo trasformare la propria
passione in un mito.
Nel week-end successivo i suoi piloti lo onoreranno con una favolosa
doppietta nel GP d’Italia firmata
Gerhard Berger e Michele
Albereto.
1988
F 187/88C V 6
Piloti: Michele Alboreto - Gerhard Berger
1988 - Ferrari F1/87 - 88C
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1/87-88C |
Anno di Produzione |
1988
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
310 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,1 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 6cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
81x48,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod> |
Cilindrata Unitaria |
249,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod> |
Cilindrata Totale |
1496,4 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
150 litri |
Rapporto di compressione |
10:1 |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Weber-Marelli |
|
|
Accensione |
Singola elettronica statica |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2800 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1791/1673 mm |
Potenza Max |
620 Cv a 12500 g/min |
Lunghezza |
4280 mm |
Potenza Specifica |
414,3 Cv/litro |
Larghezza |
2120 mm |
|
Altezza |
1000 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
542 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 6rap+RM |
|
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1989
640 V 12
Piloti: Gerhard Berger - Nigel Mansell
Ferrari 640 prima versione (Vittoria nel GP del Brasile 1989)
1989 - 1993 - Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo libero - rifornimento vietato
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1-89 |
Anno di Produzione |
1989
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
310 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,8 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (65°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
84x52,6 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
291,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
3497,96 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
5 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
195 - 205 litri 2 laterali 1 centrale |
Rapporto di compressione |
11,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Weber-Marelli |
|
|
Accensione |
Singola elettronica statica |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2830 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1800/1675 mm |
Potenza Max |
600 Cv a 12500 g/min |
Lunghezza |
4400 mm |
Potenza Specifica |
171,5 Cv/litro |
Larghezza |
2130 mm |
|
Altezza |
950 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
505 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
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Esemplari costruiti 7
|
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Anni '90
ANNO
1990
F1-90 |
ANNO
1991
F1-91 |
ANNO
1992
F92
A
F92
AT |
ANNO
1993
F93
A |
ANNO
1994
412
T1 |
ANNO
1995
412
T2 |
ANNO
1996
F310 |
ANNO
1997
F310B |
ANNO
1998
F300 |
ANNO
1999
F399 |
ANNO
2000
F1-2000 |
Con la scomparsa di Enzo Ferrari una nuova
figura torna per prendere il suo posto nella gestione del Team:
Luca
Cordero di Montezemolo, che inizia la lunga e difficile ricostruzione.
La quota azionaria della Fiat aumenta fino al 90%, (anche se l'Azienda
per la sua specialissima attività mantiene una forte
autonomia) ed è grazie al suo impegno e all'appoggio della
Malboro che la scuderia nel '93 ingaggia Jean Todt come Direttore
Sportivo direttamente dalla direzione del team Peugeot che ha vinto la
24 ore di Le Mans e si porta dietro Niki Lauda come consulente tecnico.
L’arrivo nel 1996 del due volte campione del mondo Michael
Schumacher e, nel 1997, di Ross Brawn e Rory Byrne dalla Benetton
completano uno dei più grandi team mai visti. Sul tedesco
Michael Schumacher sono puntate tutte le speranze di rinascita. La
macchina non è ancora delle migliori, ma grazie a Schumy
arrivano 3 vittorie importanti: Spagna, Belgio e Italia che rivede la
rossa sul podio dopo 8 anni.
La squadra prenditutto ha preso forma.
Il primo successo sembra arrivare nel 1999, ma l'incidente di
Silverstone toglie a Schumacher la possibilità di
conquistare il titolo piloti, portando comunque il titolo costruttori
alla Scuderia di Maranello.
Nel 1989 arriva il “Leone" Nigel Mansell
al posto di Albereto. L’inglese vince due gare mentre Berger
una. Ma la grande novità di quell’anno
è la Ferrari “640" denominata “Papera"
con cambio semiautomatico a comandi dietro il volante ideato da
Barnard. Una novità tecnica che nel corso degli anni tutti i
team adotteranno.
Nel 1990 la Ferrari punta al titolo; al posto di Berger arriva il
campione del mondo in carica Alain Prost, e sempre dalla McLaren
arrivano i tecnici Nichols e Gordon Murray. La Ferrari conquista sei
vittorie, di cui cinque con Prost, che arriva all’ultima gara
a giocarsi il titolo con Ayrton Senna (McLaren). Prost è in
pole ma alla prima curva Senna trascina il francese nella via di fuga.
Per i due è ritiro immediato e il titolo va a Senna, che si
riprende il titolo vinto da Prost l’anno prima con una mossa
analoga.
Sono così undici gli anni di digiuno dal titolo mondiale
piloti. Il 1991 è la prima stagione in cui la Ferrari
fornisce ad un’altra scuderia (Minardi) i propri motori. Il
posto di Mansell viene preso dal giovane francese Jean Alesi.
La stagione è ben diversa da quella precedente, in Ferrari
crescono le divergenze e gli scontri interni, così a farne
le spese per primo e’ Cesare Fiorio, che viene allontanato
dopo un litigio con Prost, ma anche il francese prima
dell’ultima gara viene sostituito dal giovane Gianni
Morbidelli.
Nel 1992 la fornitura dei propulsori di Maranello passa dalla Minardi
alla Dallara. Viene ingaggiato Ivan Capelli al fianco di Alesi.
Nell’anno successivo Capelli è sostituito da
Berger, che ritorna in Ferrari.
Per rivedere un successo targato Ferrari bisogna aspettare il 1994 con
Berger nel GP di Germania a Hockenheim. Nel 1995 ancora un solo
successo, questa volta a vincere per la prima e unica volta con una
Rossa, è Alesi in Canada, mentre viene sfiorata una storica
doppietta a Monza svanita per inconvenienti tecnici.
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1990 - Ferrari F1 641
|
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1 641 |
Anno di Produzione |
1990
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
310 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (65°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
84x52,6 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
291,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
3497,96 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
5 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
220 litri 2 laterali 1 centrale |
Rapporto di compressione |
12,5:1 |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta elettronica Marelli |
|
|
Accensione |
Singola elettronica statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2855 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1800/1675 mm |
Potenza Max |
680 Cv a 12750 g/min |
Lunghezza |
4460 mm |
Potenza Specifica |
194,4 Cv/litro |
Larghezza |
2130 mm |
|
Altezza |
1000 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
503 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
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1990 1991
643 F1
Piloti: Nigel Mansell - Alain Prost
Ferrari F1-90 (1990)
La Rossa della centesima vittoria
La
prima era del progettista inglese John Barnard si era conclusa con la
messa a punto laboriosa di una vettura innovativa: la Ferrari per prima
aveva realizzato un cambio a selezione semiautomatica che interagiva col
pilota facilitando la guida. E nel 1990 la rossa (siglata 640 dal
numero di progetto del telaio) era a punto come motore (molto potente),
aerodinamica e tenuta di strada.
Prost, che aveva già vinto due corse
(Brasile e Messico), con il successo nel GP di Francia portò a Maranello
la centesima vittoria nel mondiale piloti.
Il francese era bene avviato a lottare con Senna per il titolo.
Ma la stagione si concluse in modo amaro.
Prima un “malinteso” col compagno di squadra Mansell in Portogallo e poi
uno speronamento da parte del brasiliano all’ultima e decisiva prova,
in Giappone, lasciarono Prost e la Ferrari in bianco. Peccato, perchè in
questo decennio la Ferrari è stata all’avanguardia dell’innovazione con
il cambio semiautomatico, con il perfezionamento dei freni e con gli
studi in aerodinamica.
Però, l’avvicendarsi di molti tecnici
stranieri ha forse finito per privilegiare la ricerca a scapito
dell’efficienza in gara
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1991 - Ferrari F1 642 e F1 643
Nigel Mansell
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1 642 e F1 643 |
Anno di Produzione |
1991
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv (0,6 - 643) |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (65°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
86x50,2 mm (88x47,9 - 643) |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
291,6 cc (291,3 - 643) |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
3499,2 cc (3496 - 643) |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
5 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
215 litri 2 laterali 1 centrale |
Rapporto di compressione |
13:1 (13,5:1 - 643) |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Weber - Marelli |
|
|
Accensione |
Singola elettronica statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2881 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1800/1675 mm |
Potenza Max |
720 Cv a 13800 g/min ( 735 - 643) |
Lunghezza |
4400 mm |
Potenza Specifica |
- Cv/litro |
Larghezza |
2130 mm |
|
Altezza |
1004 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
505 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
|
|
|
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1992 1993
F 93 A V 12 -
Piloti: Jean Alesi - Gerhard Berger
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F93A F1 |
Anno di Produzione |
1993
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (65°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
- mm |
Sospensioni Ant. |
Idraulica a controllo elettronico , quadrilateri deformabili, molle elicoidali, molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
291,3 cc |
Sospensioni Post. |
Idraulica a controllo elettronico , quadrilateri deformabili, molle elicoidali, molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
3497,96 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
5 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
225 litri |
Rapporto di compressione |
13:1 |
Pneumatici ant/post. |
25-10-13 / 26-15-13
|
Alimentazione |
Iniezione indiretta Marelli-Weber |
|
|
Accensione |
Singola elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2930 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1690/1605 mm |
Potenza Max |
730 Cv a 14700 g/min |
Lunghezza |
4350 mm |
Potenza Specifica |
- Cv/litro |
Larghezza |
1995 mm |
|
Altezza |
995 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
505 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 6rap+RM |
|
|
|
|
|
|
1994 1995
412 T 1 B V 12
Piloti: Jean Alesi - Gerhard Berger
1994 - Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo e rifornimento libero
1994 - Ferrari 412 T1 e T1B
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari 412 T1 e T1B |
Anno di Produzione |
1994
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,6 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (65°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
- mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
291,4 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
3497,96 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
200 litri |
Rapporto di compressione |
- |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elet. digitale Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2950 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1690/1605 mm |
Potenza Max |
780 Cv a 15000 g/min |
Lunghezza |
4495,5 mm |
Potenza Specifica |
- Cv/litro |
Larghezza |
1995 mm |
|
Altezza |
995 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
505 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 6rap+RM |
|
|
Esemplari costruiti 10
|
|
1995 - Ferrari 412 T2 F1
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari 412 T2 F1 |
Anno di Produzione |
1995
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
310 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,8 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 12cil. a V (75°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
- mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
249,7 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
2997,3 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
140 litri |
Rapporto di compressione |
12,8:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2915 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1690/1605 mm |
Potenza Max |
700 Cv a 17000 g/min |
Lunghezza |
4380 mm |
Potenza Specifica |
233,5 Cv/litro |
Larghezza |
1995 mm |
|
Altezza |
980 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
595 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
|
L’INIZIO DELL’ERA
SCHUMACHER
L’anno che segue è
l’anno della svolta in Ferrari. Arriva il due volte campione
del mondo Michael Schumacher dalla Benetton, alla quale vengono ceduti
Berger e Alesi, fiancheggiato da Eddie Irvine.
Il 1996 vede trionfare Schumacher per ben tre volte in Spagna, sotto il
diluvio, in Belgio, a Spa e a Monza battendo proprio l’ex
ferrarista Alesi. Si capisce che la vettura non è a livello
della dominatrice Williams, ma si comincia a lavorare nella direzione
giusta, anche grazie ai tecnici arrivati dalla Benetton e portati in
Ferrari dallo stesso Schumacher.
Nella stagione seguente il lavoro dei tecnici, e il talento del
campione tedesco, cominciano a dare i loro frutti.
Schumacher riesce a lottare per il titolo contro Jacques Villeneuve,
figlio di Gilles, nonostante non abbia ancora una monoposto a livello
della Williams. Il tedesco perderà il titolo
all’ultima gara, prima della quale era al comando della
classifica piloti, dopo un contatto nel disperato tentativo di non
farsi superare da Villeneuve.
Gli anni di digiuno aumentano ma si capisce che la Ferrari sta
crescendo e sta tornando a grandi livelli.
Nel 1998 esordiscono le gomme scanalate, introdotte dalla FIA per
diminuire la velocità in curva e migliorare la sicurezza.
Il nuovo avversario della Ferrari è la McLaren motorizzata
Mercedes. Schumacher si migliora ancora portando da cinque a sei le
vittorie stagionali. L’anno sembra quello buono, Schumacher
riesce a giocarsela con le “Frecce d’argento", ma
la stagione, si decide a favore di Mika Hakkinen in due occasioni.
Al GP del Belgio (Spa), la gara si corre sul bagnato, Hakkinen esce di
scena presto mentre Schumacher domina la corsa, ma al momento di
doppiare David Coulthard (McLaren) non si capisce con lo scozzese e lo
tampona. Schumacher deve rinunciare a dieci punti facili. Al ritorno
nei box il pilota tedesco innesca una “quasi" rissa nel box
McLaren accusando Coulthard di avergli tagliato la strada apposta.
Si arriva così all’ultimo gran premio, in
Giappone. Schumacher domina le prove aggiudicandosi la pole, ma la
domenica, al momento della partenza del giro di allineamento, fa
spegnere la sua Ferrari e così è costretto a
partire dall’ultima posizione.
Il ferrarista tenta la disperata rimonta, ma una volta raggiunta la
terza posizione deve ritirarsi per un problema a una gomma posteriore.
Forse senza questi due inconvenienti le cose sarebbero andate
diversamente.
L’anno successivo è ancora lotta Ferrari
– McLaren. Come da pronostico a giocarsi il titolo sono
Schumacher e Hakkinen,
ma nel primo giro del GP d’Inghilterra
(Silversone), Schumacher nel tentativo di superare Irvine va dritto
alla curva Stowe
e impatta violentemente contro le protezioni a bordo
pista.
Il responso medico è frattura della tibia. Per il
tedesco finiscono le speranze per il titolo mondiale e forse anche per
tutti
i ferraristi, ma a vincere quel gran premio è Irvine,
che da li in poi, aiutato anche dal compagno Mika Salo (che prende il
posto
del tedesco), lotterà fino alla fine con Hakkinen per
la conquista del titolo.
Dalla penultima gara, in Malesia, torna
Schumacher ad aiutare Irvine e proprio il tedesco gli regala la
vittoria
in quello stesso gran premio.
In Giappone però a vincere è ancora Hakkinen con
Schumacher secondo e Irvine ben lontano dalla lotta delle prime
posizioni. Per molti la Ferrari non ha dato il 100% per permettere ad
Irvine, in partenza l’anno seguente destinazione Jaguar,
di
vincere il titolo.
Per i ferraristi è di nuovo delusione, ma nessuno
può immaginare cosa riserva per loro il futuro. |
1995 - 2000 - Motori atmosferici di 3000 cm3 - consumo e rifornimento libero
1996 1997 - F 310 V 10
Piloti: Eddie Irvine - Michael Schumacher
|
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SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F310 |
Anno di Produzione |
1996
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,8 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (75°) |
Telaio |
Monoscocca in fibre di carbonio |
Alesaggio x Corsa |
90x47,2 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Unitaria |
249,8 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> |
Cilindrata Totale |
2998,1 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
140 litri |
Rapporto di compressione |
- |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Magneti Marelli |
|
|
Accensione |
Singola iniezione elettronica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2900 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1690/1650 mm |
Potenza Max |
700 Cv a 16000 g/min |
Lunghezza |
4355 mm |
Potenza Specifica |
233,4 Cv/litro |
Larghezza |
1995 mm |
|
Altezza |
970 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 6rap+RM |
|
|
|
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F310B |
Anno di Produzione |
1997
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
325 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,8 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (75°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
- mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri
deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> con molla
elicoidale e ammortizzatore parallelo |
Cilindrata Unitaria |
299,8 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri
deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> con molla
elicoidale e ammortizzatore parallelo |
Cilindrata Totale |
2998,1 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
140 litri |
Rapporto di compressione |
12,8:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Magneti Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2935 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1690/1605 mm |
Potenza Max |
750 Cv a 17000 g/min |
Lunghezza |
4358 mm |
Potenza Specifica |
250 Cv/litro |
Larghezza |
1995 mm |
|
Altezza |
968 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
Ferrari F310B (1997)
La
quarantreesima monoposto Ferrari
La
F310B è la quarantatreesima monoposto realizzata dalla Ferrari per
gareggiare nel Campionato del Mondo Conduttori e Costruttori.La vettura è
equipaggiata con un motore 10 cilindri a V di 75°.
La sua sigla richiama con la lettera B la
diretta evoluzione del modello dello scorso anno,della quale è una
versione riveduta e corretta..Le principali innovazioni tecniche sono
rappresentate in campo aerodinamico dalla riduzione della sezione
frontale con l’adozione già in fase progettuale del muso
rialzato,nonché del miglioramento del centro di pressione aerodinamico e della riduzione di peso delle masse non sospese.
In campo motoristico la riduzione di peso e
di baricentro hanno portato un miglioramento dei consumi ed un
incremento di potenza massima relativa. Migliorie sono state apportate
al funzionamento del differenziale autobloccante a controllo
elettronico,parimenti anche il sistema frenante grazie anche
all’applicazione di nuovi materiali di derivazione aerospaziale.Le
sospensioni sono studiate per avere la massima flessibilità in fase di
set-up.Il cambio dotato di 7 rapporti+Rm.è un trasversale
scatolato.
Questa
è l’ultima realizzazione dell’inglese John Barnard, il quale si è
avvalso sia in fase di progettazione che di costruzione dell’antenna
tecnologica d’oltremanica,FDD. |
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|
Maranello - 7 gennaio 1998 inaugurazione galleria del vento |
|
Una galleria del vento è un'apparecchiatura che viene utilizzata in laboratorio per studiare l'andamento di un flusso di un fluido
(tipicamente aria) attorno ad un corpo, simulandone l'interazione con buona approssimazione alla realtà.
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|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F300 |
Anno di Produzione |
1998
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni Velocità max 325 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
1,9 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (80°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
94x43,1 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone, molla di torsione |
Cilindrata Unitaria |
299,8 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone, molla di torsione |
Cilindrata Totale |
2998,3 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
200 litri |
Rapporto di compressione |
13,3:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica digitale Magneti |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
2935 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1490/1405 mm |
Potenza Max |
760 Cv a 17600 g/min |
Lunghezza |
4340 mm |
Potenza Specifica |
253,5 Cv/litro |
Larghezza |
1795 mm |
|
Altezza |
961 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
500 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
|
|
Titolo Costruttori
1999
Piloti: Eddie Irvine - Michael Schumacher
F 399
Eddie Irvine al Gran Premio del Canada 1999
1999 - Ferrari F399 F1
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F399 F1 |
Anno di Produzione |
1999
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni Velocità max 325 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (80°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
96x41,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, molleggio a puntone |
Cilindrata Unitaria |
299,7 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, molleggio a puntone |
Cilindrata Totale |
2997 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
200 litri |
Rapporto di compressione |
13,3:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica digitale Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
3000 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1490/1405 mm |
Potenza Max |
800 Cv a 17600 g/min |
Lunghezza |
4387 mm |
Potenza Specifica |
267 Cv/litro |
Larghezza |
1795 mm |
|
Altezza |
961 mm |
Trasmissione
|
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
3 dischi in carbonio |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
Ferrari F399 (1999)
La
F399 è la quarantacinquesima monoposto realizzata dalla Ferrari per
gareggiare nel Campionato del Mondo Conduttori e Costruttori,la quarta
equipaggiata con un propulsore a 10 cilindri.
Il suo nome indica la cilindrata totale (3
litri) e anno di partecipazione al Mondiale.Grazie anche alla
sostanziale stabilità del regolamento tecnico,la vettura, che è stata
interamente progettata e costruita a Maranello, rappresenta
un’evoluzione di quella che ha disputato la stagione precedente,da cui
la differenziano
le nuove sospensioni,il baricentro più basso e l’incrementata
efficienza aerodinamica,frutto del lavoro di ricerca e sviluppo
effettuato nella nuova galleria del vento. Il motore 048 è a sua volta
un’evoluzione del propulsore impiegato nel 1998.Anche per migliorare la
stabilità della vettura,il baricentro dello 048 è stato abbassato grazie
a modifiche effettuate sulla parte inferiore del basamento.Esso inoltre
è più leggero e potente.I terminali dei collettori di scarico sono
rivolti verso l’alto.Il cambio è un sequenziale longitudinale a sette
rapporti+retromarcia di diretta derivazione dell’unità che ha fatto il
proprio debutto nella passata
stagione.
Peso
e dimensioni sono estremamente ridotti per migliorare la distribuzione
dei pesi e l’efficienza aerodinamica della vettura. |
|
|
2000 - Ferrari F1 2000
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1 2000 |
Anno di Produzione |
2000
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
96x41,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Unitaria |
299,6 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Totale |
2996,6 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A pignone e cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
141 litri |
Rapporto di compressione |
13,2:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
3010 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1490/1405 mm |
Potenza Max |
810 Cv a 17600 g/min |
Lunghezza |
4397 mm |
Potenza Specifica |
270,3 Cv/litro |
Larghezza |
1795 mm |
|
Altezza |
959 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio
|
In blocco col motore 7rap+RM
|
|
|
|
|
2001 - Ferrari F2001 F1
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F2001 F1 |
Anno di Produzione |
2001
|
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
320 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
96x41,4 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Unitaria |
299,6 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Totale |
2996,6 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A pignone e cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
141 litri |
Rapporto di compressione |
13,4:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
3010 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1470/1405 mm |
Potenza Max |
840 Cv a 18000 g/min |
Lunghezza |
4445 mm |
Potenza Specifica |
280,3 Cv/litro |
Larghezza |
1796 mm |
|
Altezza |
959 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
|
|
SCHEDA TECNICA
|
Modello |
Ferrari F1 2002 |
Anno di Produzione |
2002 |
Gategoria |
F1 |
Corpo Vettura |
Monoposto |
Prestazioni |
Velocità max. |
330 Km/h |
Rapporto Peso/Potenza |
0,7 Kg/Cv |
|
Motore |
Autotelaio |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (90°) |
Telaio |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
97x40,5 mm |
Sospensioni Ant. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Unitaria |
299,7 cc |
Sospensioni Post. |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Totale |
2997 cc |
Freni |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Sterzo |
A pignone e cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Serbatoio Carburante |
- litri |
Rapporto di compressione |
13,4:1 |
Pneumatici ant/post. |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Marelli |
|
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
Dimensione e Peso |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Passo
|
3050 mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
Carreggiata ant./post. |
1470/1405 mm |
Potenza Max |
850 Cv a 18000 g/min |
Lunghezza |
4495 mm |
Potenza Specifica |
283,6 Cv/litro |
Larghezza |
1796 mm |
|
Altezza |
959 mm |
Trasmissione |
Peso a vuoto |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
|
|
2003 - Ferrari F2003 GA
|
|
|
Ferrari F2003 GA |
2003 |
F1 |
Monoposto |
|
360 Km/h |
0,75 Kg/Cv |
|
Motore |
|
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (90°) |
Monoscocca in materiali compositi |
Alesaggio x Corsa |
97x40,5 mm |
Ruote indipendenti , doppi triangoli sovrapposti, puntone e molla di torsione |
Cilindrata Unitaria |
299,7 cc |
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione |
Cilindrata Totale |
2997 cc |
A disco |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
A pignone e cremagliera |
Numero valvole |
4 per cilindro |
- litri |
Rapporto di compressione |
13,3:1 |
-
|
Alimentazione |
Iniezione elettronica Marelli |
|
Accensione |
Elettronica Statica Marelli |
|
Raffreddamento |
Ad acqua |
- mm |
Lubrificazione |
A carter secco |
1470/1405 mm |
Potenza Max |
830 Cv a - g/min |
4545 mm |
Potenza Specifica |
277 Cv/litro |
959 mm |
|
980 mm |
Trasmissione |
600 Kg |
Tipo |
Trazione posteriore |
|
Frizione
|
Multidisco |
|
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
|
|
|
|
Motore |
Tipo |
Post. longitudinale 10cil. a V (90°) |
Alesaggio x Corsa |
- mm |
Cilindrata Unitaria |
299,7 cc |
Cilindrata Totale |
2997 cc |
Distribuzione |
Bialbero a camme in testa |
Numero valvole |
4 per cilindro |
Rapporto di compressione |
- |
Alimentazione |
Iniezione elettronica MagnetiMarelli |
Accensione |
Elettronica statica MagnetiMarelli |
Raffreddamento |
Ad acqua |
Lubrificazione |
A carter secco |
Potenza Max |
900 Cv a 18800 g/min |
Potenza Specifica |
300 Cv/litro |
|
Trasmissione |
Tipo |
Trazione posteriore |
Frizione
|
Multidisco |
Cambio |
In blocco col motore 7rap+RM |
|
MONDIALI VINTI
1952
|
Ferrari 500 F2
|
|
|
1953
|
Ferrari 553 F2
|
|
|
1956
|
Ferrari D 50
|
|
|
1961
|
Ferrari 156 F1
|
|
|
1964
|
Ferrari 158 F1
|
|
|
1975
|
Ferrari 312 T
|
|
|
1976
|
Ferrari 312 T2
|
|
|
1977
|
Ferrari 312 T2
|
|
|
1979
|
Ferrari 312 T4
|
|
|
1982
|
Ferrari 126 C2
|
|
|
1983
|
Ferrari 126 C3
|
|
|
1999
|
Ferrari F 399
|
|
|
2000
|
Ferrari F1-2000
|
|
|
2001
|
Ferrari F2001
|
|
|
2002
|
Ferrari F2002
|
|
|
2003
|
Ferrari F2003-GA
|
|
|
2004
|
Ferrari F2004
|
|
|
2007
|
Ferrari F2007
|
|
|
2008
|
Ferrari F2008
|
|
|
|
I TITOLI SFUGGITI ALLA FERRARI
La Ferrari, come si sa, nel bene
e nel male è sempre stata protagonista indiscussa del Mondiale di
Formula 1 e di certo non manca di far discutere gli appassionati e i
tifosi. Nella stagione 2015, anche se è ancora presto per dare giudizi,
pare che parta con un pronostico favorevole, ma per evitare facili
entusiasmi proponiamo una breve retrospettiva su quelli che, forse, sono
state le sconfitte più amare della storia rossa.
Partiamo
con quella forse più recente, targata 2012, dove Fernando Alonso, prima
dello sciagurato Gran Premio del Belgio in cui è vittima dell’incidente
causato da Grosjean, ha un vantaggio di 40 punti su Vettel. Dopo
quell’incidente, in cui lo spagnolo rischierà seriamente, Vettel
arriverà secondo in quella gara e inizierà progressivamente a erodere il
vantaggio che lo spagnolo ha su di lui, vincendo 4 gare consecutive che
lo portano in orbita
|
Emblematica la gara giapponese, in cui il
ferrarista è costretto a ritirarsi subito, mentre Vettel va agevolmente a
vincere e recupera 25 punti sullo spagnolo. Si arriva all’epilogo in
Brasile con il 2 volte iridato che parte dalla seconda fila e sembra
avere gioco facile sullo spagnolo, però al via c’è un incredibile colpo
di scena, con Vettel che viene spedito in testacoda e deve rimontare dal
fondo. Con il tedesco in difficoltà, sembra che per i ferraristi la
strada verso il titolo sia spianata, visto che ad Alonso basta il
secondo posto. Ma gli strateghi della Ferrari non hanno fatto i conti
con la rimonta di Seb, che sopperisce agli errori di strategia del suo
box e riesce a portarsi fino al sesto posto, che gli verrà consegnato da
Michael Schumacher, e si aggiudicherà il suon terzo Mondiale. La
delusione è palpabile nei box della Rossa, mentre il tedesco di
Heppenheim si gode il suo terzo sigillo e verrà lanciato da Bernie
Ecclestone tra i grandi di questo sport, visto che raggiungerà Ayrton
Senna.
Peggio ancora, alla Ferrari, andò nel
2010, dove lo spagnolo viene accolto con grandi onori e nelle prime gare
stagionali sembra in grado di tenere testa a entrambe le Red Bull,
soprattutto quella di Webber che pare lanciato nel ruolo di prima guida. |
La concorrenza, però, in quella stagione arriverà anche dalla McLaren
di Lewis Hamilton, che resta in scia fino alla penultima gara nonostante
il mezzo non fosse all’altezza di Ferrari e Red Bull. Tutto sembra
andare nella direzione di Maranello, con Vettel e Webber che arrivano
allo scontro in Turchia e lo spagnolo che si impone nella penultima gara
in Corea, facendo sognare il popolo rosso. Ma nessuno ha fatto i conti
con il giovane tedesco di Heppenheim, che vince in Brasile riportandosi
nella scia dei due (aiutato anche dalla safety car) e ad Abu Dhabi
approfitta dei loro guai per superarli entrambi e aggiudicarsi il suo
primo titolo. Alonso e Webber, invece, sono costretti a navigare nelle
retrovie per errori di strategia e per un’uscita di pista nel caso
dell’australiano e devono arrendersi al più giovane Campione del mondo
della storia.
Andiamo indietro di 2 anni: come non
dimenticare il famoso titolo perso all’ultima curva da Felipe Massa a
Interlagos? In quell’anno la Ferrari, neoiridata con Raikkonen, spera in
una facile conferma di Iceman, ma deve vedersela con un compagno di
squadra in stato di grazia che tenterà di sopravanzarlo, riuscendoci, e
con un Lewis Hamilton che, libero da Alonso, sembra avere tutte le carte
in regola per lanciarsi alla conquista del titolo. Il mondiale inizia
nel segno dell’inglese, che vince a Melbourne, ma entrambi i piloti
della Ferrari sono intenzionati a dare battaglia. Massa e Raikkonen,
infatti, vincono le 3 gare successive e tutto fa pensare che il Mondiale
si risolva in una lotta in famiglia tra loro due. Con il proseguire
della stagione è chiaro, però, che è Massa il pilota di punta della
Ferrari, anche se Raikkonen non perde occasione per legittimare il
numero 1 sul musetto conquistato l’anno prima. Succede in Ungheria, dove
gli finisce davanti (Felipe sarà costretto al ritiro da un problerma al
motore) e succede in Belgio, dove sarà Kimi a contendere la vittoria a
Hamilton in uno spettacolare duello all’ultimo giro. La vittoria, però,
andrà proprio al brasiliano dopo la penalizzazione dell’inglese per aver
superato Raikkonen prima della linea del traguardo all’uscita della
safety car. Ma i colpi di scena non sono finiti: a Singapore, Massa ha
l’opportunità di allontanare Hamilton in classifica, ma a dirgli di no è
un errore dei meccanici, che non staccano il bocchettone della benzina e
costringono il brasiliano a perdere diversi secondi, cedendo la
vittoria ad Alonso. Anche al Fuji Raikkonen finisce davanti a Massa,
aiutando certamente la Ferrari a vincere il titolo costruttori, ma
ostacolando di fatto il brasiliano. Il quale arriva alla gara di
Interlagos sperando di fare quello che il compagno di squadra ha fatto
l’anno prima, cioè vincere e sperare nei guai di Hamilton. Le vicende
della gara, che si corre sulla pista viscida, sembrano sorridere al
brasiliano, con l’inglese che fa molta fatica per risalire la china.
Massa vince e la torcida verdeoro esulta con lui, insieme a tutto il
muretto della Ferrari, ma all’ultima curva Hamilton supera Glock e getta
il brasiliano nella disperazione per un titolo a lungo inseguito ma che
è sfuggito per un nulla.
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E
per la serie delle delusioni rosse non poteva certo mancare Michael
Schumacher, che avrà vinto 5 Mondiali ma ne ha persi 3 in modo
abbastanza clamoroso. Il più recente porta la data del 2006, l’ultima
stagione in rosso, quando si ritrova a fare i conti con la Renault di
Fernando Alonso, che a inizio stagione sembra pressochè imprendibile ma
che si trova costretta a subire la decisione di eliminare il cosiddetto
“mass dumper”, il famigerato meccanismo che consente alla vettura di
mantenere l’avantreno schiacciato a terra e di migliorare la percorrenza
in curva. Schumacher, così, inizia un’incredibile rimonta (favorita
dalla rottura del motore dello spagnolo a Monza) che porta al pareggio
in Cina, con il tedesco leader della classifica per avere più successi
dello spagnolo. |
Ma sarà la rottura del motore in Giappone a gettare
nello sconforto i tifosi ferraristi e non solo e l’esultanza di Alonso
non appena vede la Rossa numero 5 in fumo è evidente. L’ultima gara in
Brasile, però, sembra tutt’altro che una formalità, con Schumacher che
si lancia in un’incredibile rimonta per cercare la vittoria, ma il
tedesco deve fermarsi al quarto posto, mentre ad Alonso basta arrivare
dietro a Massa per aggiudicarsi il suo secondo titolo.
Schumacher avrà un’influenza non
marginale anche nel titolo perso da Irvine nel 1999. Il tedesco,
infatti, dovrà abdicare dalla corsa al titolo dalla gara di Silverstone,
in cui sarà costretto a dare forfait per la frattura alle gambe,
lasciando il testimone al compagno di squadra che si batterà
principalmente con la McLaren di Hakkinen. L’irlandese ci crede fino
alla fine, aiutato anche dal ritiro del finnico a Monza, e dal Gran
Premio della Malesia può contare anche sul rientro del tedesco, che
rientra già al massimo, firmando la pole position e cedendo la vittoria
al compagno di squadra, che così si porta in testa. Le speranze e le
attese diventano ancora più grandi sull’ottovolante di Suzuka, dove
Schumacher parte ancora una volta al palo, con al suo fianco Hakkinen.
Ma appena si spengono le luci rosse accade quello che i ferraristi non
vorrebbero che accadesse: Schumacher fa pattinare le ruote e Hakkinen lo
scalza, vince la gara e va a prendersi il suo secondo titolo. In
Ferrari invece scoppiano le polemiche interne e Irvine verrà costretto a
fare le valigie.
L’anno prima Schumacher riesce quasi a
sovvertire un pronostico che vede la McLaren favoritissima per il
titolo, riuscendo a infilarsi tra Hakkinen e Coulthard e riuscendo a
tenere testa al finnico soprattutto nella parte centrale della stagione,
dove vincerà 3 gare consecutive. Nemmeno l’incidente di Spa serve a
fiaccare le speranze di Schumacher, che a Monza trionfa approfittando
dei guai di Hakkinen, che regala la doppietta alle due Ferrari. Ma
nell’ultima gara stagionale, che si corre a Suzuka, Schumacher sarà
costretto a fare a meno della pole position conquistata per un problema
al cambio che lo costringe a partire dal fondo. Hakkinen così ha via
libera e regala il sigillo a Ron Dennis e Adrian Newey, vincendo la gara
a mani basse, mentre il tedesco dovrà alzare bandiera bianca e
ritirarsi.
Andando indietro di un anno, Schumacher
deve fare i conti con Jacques Vlleneuve e, ancora una volta, con Adrian
Newey, dando vita a un duello rusticano con la Williams del canadese,
senza esclusione di colpi. L’espressione non è casuale e in questo caso è
quanto mai indovinata, visto che sarà proprio una ruotata del tedesco a
firmare la sua condanna alla sconfitta nella corsa all’iride.
Schumacher, infatti, a Jerez de la Frontera, dopo essere rientrato in
testa dall’ultima sosta ai box vede Villeneuve che arriva all’interno,
lo stringe alla frenata, gira il volante e lo colpisce. Nel contatto
però ha la peggio perchè deve concludere la sua gara nella ghiaia,
mentre il canadese procede al piccolo trotto, cercando di arrivare al
traguardo. E ci riesce, chiudendo dietro alle due McLaren di Hakkinen e
Coulthard. In classifica Villeneuve sarà seguito dal compagno Frentzen,
visto che a Schumacher verranno tolti tutti i punti per la manovra da
harakiri che commise ai danni del canadese.
Andando indietro di un anno, Schumacher
deve fare i conti con Jacques Vlleneuve e, ancora una volta, con Adrian
Newey, dando vita a un duello rusticano con la Williams del canadese,
senza esclusione di colpi. L’espressione non è casuale e in questo caso è
quanto mai indovinata, visto che sarà proprio una ruotata del tedesco a
firmare la sua condanna alla sconfitta nella corsa all’iride.
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Schumacher, infatti, a Jerez de la Frontera, dopo essere rientrato in
testa dall’ultima sosta ai box vede Villeneuve che arriva all’interno,
lo stringe alla frenata, gira il volante e lo colpisce. Nel contatto
però ha la peggio perchè deve concludere la sua gara nella ghiaia,
mentre il canadese procede al piccolo trotto, cercando di arrivare al
traguardo. E ci riesce, chiudendo dietro alle due McLaren di Hakkinen e
Coulthard. In classifica Villeneuve sarà seguito dal compagno Frentzen,
visto che a Schumacher verranno tolti tutti i punti per la manovra da
harakiri che commise ai dabbi del cabadese.
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Anche il 1985 per la Ferrari è stata una
stagione da dimenticare, con Michele Alboreto che pareva lanciato a
essere l’italiano candidato a succedere ad Alberto Ascari nell’albo doro
dei piloti iridati in Formula 1, ma a sbarrargli la strada ci penserà
la cattiva affidabilità della 156/85, macchina perfetta dal punto di
vista prestazionale ma che nell’ultima parte di stagione è stata vittima
di diversi cedimenti, ben 5 ritiri consecutivi che consegnano il titolo
ad Alain Prost.
Il 1982 è l’anno della 126 C2, la
vettura che avrebbe consacrato definitivamente Gilles Villeneuve dopo i
successi di Montecarlo e Jarama dell’anno prima. Ma a mettergli i
bastoni tra le ruote ci pensa i compagno di squadra Didier Pironi, che a
Imola ingaggia una lotta in famiglia sorprendendo lo stesso Villeneuve e
buona parte dei tifosi ferraristi, e va a vincere la gara. Il canadese è
su tutte le furie e l’espressione sul podio è emblematica, nemmeno
Roberto Nosetto riesce a consolarlo. Parte la guerra e sul tracciato di
Zolder va in scena il primo atto, o perlomeno dovrebbe. Già, perchè quel
maledetto 8 maggio del 1982 Gilles, che aveva l’ottavo tempo, nel
tentativo di avvicinare il compagno di squadra, perde il controllo della
vettura. La sua 126C2 si impenna e impatta molto violentemente al
suolo, mentre Gilles vola via, sbalzato fuori dalla vettura. Per lui non
c’è più nulla da fare, morirà in serata. Per Enzo Ferrari è una mazzata
durissima, il pilota al quale voleva bene più di chiunque altro, quello
sul quale aveva concentrato le speranze per il titolo, non ce l’ha
fatta. E con lui tutti i ferraristi e gli amanti della Formula 1 da quel
momento in poi la guarderanno in modo un po’ diverso. Le speranze si
concentrano su Pironi, ma anche a lui quella maledetta 126C2 riserva una
brutta sorpresa: a Hockenheim anche il francesino è costretto a dire
addio alla sua carriera da pilota dopo che in un incidente al Motodrom
si frattura entrambe le gambe. Il testimone passa così a Patrick Tambay,
che prenderà la numero 27 di Villeneuve e vincerà proprio la gara
tedesca, ma a causa di un infortunio in palestra dovrà saltare il Gran
Premio di Svizzera e fu tagliato di fatto fuori dalla corsa al titolo.
Alla Ferrari andrà comunque il Mondiale costruttori, segno che, forse,
con un pizzico di fortuna in più le cose avrebbero potuto andare
diversamente.
|
E
in questa carrellata non si può non menzionare il famoso anno di
“Rush”, il 1976, quello del gran rifiuto di Niki Lauda a disputare la
gara del Fuji. Ma andiamo con ordine. Lauda, forte del titolo dell’anno
precedente, al via della stagione sembra imprendibile per qualsiasi
avversario, anche per il compagno Regazzoni che gli fa da fedele
scudiero. Ma a metterci lo zampino ci pensa la cattiva sorte e il
terribile schianto del Nurburgring in cui la Ferrari 312T2 di Lauda
finisce un una palla di fuoco. Lauda perde i sensi e viene trasportato
in ospedale. Non appena rinviene il suo desiderio è solo uno: tornare in
pista il più velocemente possibile. Fa di tutto e, alla fine, ci
riesce; a Monza, infatti, di Ferrari schierate ce ne saranno 3, la 2 di
Regazzoni, la 35 di Reutemann e, a sorpresa, la numero 1 di Lauda, che
torna sorprendendo tutti con un incredibile quarto posto. Lauda riuscirà
a tenere testa a Hunt fino all’ultima gara, appunto, quella del Monte
Fuji, dove ad attendere gli sfidanti per il titolo c’è una pioggia
torrenziale. |
Quella che indurrà Lauda a ritirarsi senza esitazioni, al
secondo giro, cosa che scatenerà le ire di Enzo Ferrari e sarà tra le
cause dell’addio dell’austriaco l’anno successivo, dopo che il Drake
aveva affidato all’argentino il ruolo di prima guida.
Due anni prima tocca a Regazzoni la
palma della sfortuna, dovendo cedere a Emerson Fittipaldi all’ultima
gara negli Stati Uniti, dopo che entrambi si erano dati battaglia per
tutto il corso della stagione. E se Fittipaldi ha dalla sua una maggiore
propensione alla vittoria, la virtù di Regazzoni è quella di fare la
formica e raccogliere quanti più punti possibile anche senza vincere,
aggiudicandosi una sola gara, quella del Nurburgring, ma arrivando
all’ultimo appuntamento con gli stessi punti di Fittipaldi. Al quale
basterà approfittare dei guai dell’italo-svizzero e classificarsi quarto
per portare a casa il titolo. E il resto è storia.
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Ancora Ferrari e ancora Regazzoni 4 anni
prima. Anzi, sarebbe meglio dire Ickx e Regazzoni;che hanno formato un
team che avrebbe messo paura a più di qualcuno. Ma a guastare la festa
rossa ci pensa un campione tanto veloce quanto sfortunato, voluto da sua
maestà Colin Chapman: Jochen Rindt. Il quale ha l’onore e l’onere di
inaugurare la fortunata serie della 72, una delle monoposto più longeve e
vincenti della storia. E il giovane austriaco, dopo un inizio di
stagione balbettante (tra cui il rocanbolesco Gran Premio di Spagna, che
falcidia oltre metà dello schieramento), parte a razzo e infila 5
vittorie quasi consecutive. Saranno le ultime della sua carriera e della
sua vita. Infatti, due gare più tardi ecco il terribile incidente nelle
qualifiche del Gran Premio d’Italia, con uno schianto alla Parabolica
che uccide sul colpo l’austriaco. |
Quella che indurrà Lauda a ritirarsi senza esitazioni, al
secondo giro, cosa che scatenerà le ire di Enzo Ferrari e sarà tra le
cause dell’addio dell’austriaco l’anno successivo, dopo che il Drake
aveva affidato all’argentino il ruolo di prima guida. Andiamo
indietro di altri 9 anni per trovare un’altra stagione che per la
Ferrari si è trasformata in una tragedia, e questa volta non in senso
metaforico. Enzo Ferrari aveva scovato un altro pilota sul quale riporre
tutte le speranze per la conquista del Mondiale, 5 anni dopo Juan
Manuel Fangio e 3 dopo Mike Hawthorn. Si chiamava Wolfgang Von Trips,
che arriva in Ferrari proprio l’anno dopo a quello in cui Fangio
conquista il suo quarto titolo a bordo della Rossa. Il 1961 sembra
l’anno della consacrazione, quello in cui la Ferrari è pronta per
dominare grazie allo “squalo”, ossia la 156, la prima a motore
posteriore. L’invenzione degli inglesi, montata su una Ferrari, ha tutto
un altro effetto e la scuderia di Maranello sorprende praticamente
tutti. Con Von Trips corre, tra gli altri, anche Phil Hill; i due sono
compagni e amici fuori dalle piste, ma quando indossano gli occhialoni
si apre la bagarre e i due fanno letteralmente il vuoto. Ferrari punta
sul teutonico, che sembra avere la meglio sull’americano. Fino a che
accade l’irreparabile. Circuito di Monza, 10 settembre 1961; non passa
nemmeno un giro e in prossimità della Parabolica si assiste a una delle
scene più surreali e grottesche della storia della Formula 1: la Ferrari
di Von Trips entra in contatto con la Lotus di Clark e diventa una
scheggia impazzita, che squarcia le reti di protezione della tribuna e
uccide 15 persone. Von Trips muore sul colpo consegnando così il titolo
al compagno-rivale Phil Hill. La Ferrari non festeggia, anzi. Non
partecipa, in segno di lutto al Gran Premo degli Stati Uniti, quello che
avrebbe dovuto celebrare degnamente Hill, ma che invece ha dovuto
chinare la testa di fronte alla tragedia di Von Trips.
Insomma, se ci aggiungiamo anche i
secondi posti di Ascari nel 1951 e di Gonzalez nel 1954, notiamo che la
storia della Ferrari è costellata oltre che da grandi vittorie anche da
grandi sconfitte e, nella speranza dei tifosi che a Vettel vada meglio
che in passato, il nuovo corso della Scuderia targato
Marchionne-Arrivabene sembra intenzionato a non arrivare ad altre
brucianti sconfitte, ma a nuove vittorie.
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Ferrari. L’orgoglio di aver fatto grande la Formula 1
1950:
Tra il penultimo e l'ultimo Gran Premio della stagione vengono concessi
due inusitati mesi di pausa per consentire alla Ferrari di sviluppare
un motore aspirato di 4500 cc.
1951:
Pedralbes, ultimo GP stagionale. Enzo Ferrari, ostinandosi a montare
pneumatici Pirelli più stretti nonostante i consigli contrari dei
meccanici, costringe Ascari ad abbandonare le proprie speranze iridate
dal momento che le coperture non resisteranno più di nove giri.
1952:
Enzo Ferrari, snobbando la corsa di Indianapolis, manda Ascari in
Nordamerica con una sola vettura e senza i ricambi necessari. Sarà un
disastro.
1956: Fangio sabotato per tutta
la stagione in favore di Collins, in modo da ingraziarsi il mercato
inglese. Alla fine, però, l'argentino sarà campione nonostante gli
ostacoli posti dal team e dai compagni Musso e Castellotti.
1957: Ferrari fornisce a Vandervell (fondatore della Vanwall) vetture clienti obsolete ed inefficienti.
1958:
Jean Behra si lamenta della vettura dopo il Gran Premio di Francia e
Ferrari, senza troppi complimenti, lo licenzia in tronco.
1961:
Enzo Ferrari licenzia tutto lo staff ingegneristico (otto componenti
storici) per il fatto che questi ultimi erano in contrasto con
l'invasività della moglie del "Drake" (!!!).
1966:
L'ex-iridato John Surtees viene cacciato per il fatto che il direttore
sportivo Dragoni è in antipatia con l'inglese (!!!).
1976:
Jarama, la Ferrari protesta contro la larghezza della carreggiata
posteriore della McLaren di Hunt e minaccia di ritirarsi dal campionato
nonostante i controlli abbiano appurato che la M23 del campione inglese
rientrava nei limiti regolamentari.
1976:
Con Lauda appena reduce d'incidente quasi mortale, Ferrari si premura di
contattare Emerson Fittipaldi per sostituire in fretta e furia
l'austriaco ancor prima di sincerarsi delle condizioni dell'austriaco.
1977:
Enzo Ferrari non perdona a Lauda il fatto di aver perso il titolo
dell'anno prima ed entra in forte contrasto con l'austriaco. Lauda, da
gran signore, porterà a termine la sua rincorsa iridata nostante tutto e
sbatterà la porta in faccia al "Drake" a fine stagione.
1979-2000: Ventuno anni di digiuno nel campionato piloti.
1983-1999: Sedici anni di digiuno nel campionato costruttori.
1987:
Enzo Ferrari minaccia di correre nelle serie Indy e Cart americane in
modo da garantirsi agevolazioni economiche e l'utilizzo del propulsore
V12 dopo l'abolizione dei turbo.
1991:
Alain Prost (alla stregue di Behra 33 anni prima) presenta alcuni
appunti alla vettura poco guidabile e la Ferrari lo licenzia senza
repliche.
1997: Michael Schumacher, dopo
aver speronato deliberatamente Jacques Villeneuve per salvare le
speranze iridate, è radiato dalla classifica finale del campionato.
2003: La Ferrari minaccia di abbandonare il Circus al fine di ottenere 80 milioni aggiuntivi di premio economico da parte della FOM.
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