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 - Ayrton Senna
















Nel corso di oltre Sessant’anni di Storia della Formula 1, l’Automobilismo Sportivo è stato oggetto

di grandi cambiamenti a livello sportivo e tecnologico che hanno determinato la sua crescita e il suo sviluppo.
Oggi, il termine Formula 1 è spesso assoggettato alla parola “progresso tecnologico e umano”.
In Formula 1, dal 1950 ad oggi, l’evoluzione tecnologica delle monoposto da competizione è stata inarrestabile.
La tecnologia si è sofisticata di anno in anno, compiendo grandi innovazioni
in special modo a livello motoristico e aerodinamico. Molte monoposto  Ferrari hanno rappresentato un passo avanti
 rispetto alla concorrenza stabilendo un taglio verso il passato per l’impiego di particolari innovazioni tecnologiche
che si sono rivelate vincenti e in seguito copiate dai diretti avversari. 








La Società Anonima Scuderia Ferrari Modena fu fondata il 16 novembre del 1929 a Bologna; i soci erano Augusto e Alfredo Caniato, Mario Tadini, Ferruccio Testa e Enzo Ferrari, all'epoca rappresentante regionale dell'ALFA Romeo.
Dal 1934, dopo i primi clienti, arriva la gestione delle ALFA Romeo da GP dopo il ritiro della casa madre; le sue auto erano contraddistinte da uno scudo in campo giallo con una striscia tricolore superiore e un cavallino rampante, simbolo di Francesco Baracca e donato a Ferrari nel 1923 dalla madre dell'aviatore.
Alla fine degli anni '30, dopo che era ritornato come direttore sportivo all'ALFA se ne staccò completamente; Ferrari. sorpreso dal trattamento dell'ALFA Romeo dopo questa risoluzione, pensò di diventare costruttore ma una clausola del contratto precisava il divieto per i successivi 5 anni di realizzare automobili che portassero il suo nome per cui la prima auto si chiamò Auto Avio Costruzioni 815. Nel 1947 debutta la 125S Sport che conquista la prima vittoria del costruttore a Roma il 25 maggio dello stesso anno; l'anno successivo debutta il 5 settembre a Torino nel GP Italia la prima F.1 di Maranello, la 125 che arriva terza con Sommer dietro a Wimille con l'ALFA Romeo e Villoresi con la Maserati.  Nel 1950, quando parte il mondiale conduttori, la Scuderia (come è chiamata in Francia) è pronta alla sfida e rimane l'unica a non avere saltato una sola edizione, sempre con una propria vettura e con un proprio motore, anche con risultati fallimentari; sempre vero costruttore e non semplice "assemblatore", un'icona dell'Italia che ha fatto la storia della nostra nazione nel mondo ed ha alimentato con le proprie vittorie il successo anche della produzione in serie.
Un rifugio sicuro e caldo per gli amici, un'ombra sempre incombente per i nemici, è "la" automobile per definizione, la divinità; il suo santuario si trova in una terra di lavoro e "mutur", l'Emilia. E' la "Rossa", l'unica ad avere mantenuto il colore stabilito un secolo fa per la vetture da corsa italiane, anche in un periodo di estrema commercalizzazione delle corse, vanto di tradizione e storia in un ambiente di frenetico affanno e rimozione.
Una vera leggenda vivente che non vedrà mai l'oscurità. Nessuno potrà oscurare il suo splendore, la sua tirannia. O forse ... Forse, sì. Ma chi?
Forse un uomo. Che, a 10 anni, vedendo correre Nazzaro e Lancia al Circuito di Bologna, non rimase affascinato dal rumore o dagli odori della gara ma dalle condizioni del manto stradale o dal giro più veloce. Che sarebbe diventato pilota da GP senza l'insistenza della moglie. Che preferiva non definirsi esperto di tecnica ma che era capace di mantenere le proprie convinzioni con una base di conoscenza. Che rimaneva sempre in un studio, con il diario e la penna, invece di seguire le corse sul campo, anche a Ferragosto, senza nessun altro nella fabbrica. Che pur senza studi di livello era dotato di intelligenza fine, era capace di fornire sempre spunti interessanti, mai banali, mai uguali, frasi e concetti teatralmente perfetti da cristallizzarsi per diventare aforismi marmorei. Che arrivò alla fama in un età in cui solitamente si continua a combattere con fierezza preparando la resa, l'età in cui si dorme meno e si smette di sognare. Che ha sempre centellinato la sua presenza pubblica. Che ha nascosto dietro gli occhiali neri decenni di angoscie, di paure, di gioie, di emozioni, linfa vitale necessaria alla sua esistenza. Che era capace anche al telefono, pure a migliaia di chilometri di distanza, di esercitare la sua pressione sulla squadra più di una presenza sul posto, un pugnolo costante in ogni condizione.



Maranello

Non c'è campionato o gara prestigiosa in cui la Ferrari non abbia corso, vinto o perso: F.1, F.2, Europeo della Montagna, Mondiale Marche, Le Mans, Daytona, Sebring, Mille Miglia, Targa Florio, Giro di Sicilia, IMSA, Carrera Panamericana. Mentre tutti gli altri costruttori sono arrivati, hanno dominato e si sono ritirate soddisfatte, la marca di Maranello è sempre stata attiva ogni stagione dal 1930. Aquisita nel 1969 dalla FIAT dopo che la Ford fu scottata dalla reazione di Ferrari che "vuole vendere e comandare" nel 1966. Dopo il trionfo della stagione 1972 nel Mondiale Marche e i pessimi risultati in F.1, il "Drake" decise di concentrare tutte le sue forze sui GP lasciando comunque delle possibiltà ai privati che portassero le loro vetture in gara.
Dal 1994, voluto dal figlio Piero Lardi, arriva l'impegno con i privati nel campionato IMSA con la vettura 333SP che porta ad un titolo piloti ed uno marche (Fermin Velez, 1995) ed almeno altri quattro sfiorati (due marche e due piloti con Papis e Montermini); la Scuderia ha costruito il motore Dino (dedicato al primo figlio morto per distrofia muscolare) dell' "animale da vittoria" nei rallies degli anni '70, la Lancia Stratos, e utilizzato anche nella F.2, come pure il propulsore delle Lancia Lc2 Endurance dal 1983 in poi. Conta un palmarés di successi semplicemente inavvicinabile. Anche Enzo fu un buon pilota: avrebbe dovuto partecipare con l'ALFA Romeo ufficiale al GP Francia a Lyon nel 1924, ma la sua P2 n. 19 non si schierò in partenza, ufficialmente per motivi di salute, più facilmente per l'interessamento della moglie. Conta comunque il 2° posto alla Targa Florio 1919



Enzo Ferrari ancora scosso dalla perdita del figlio Dino avvenuta il 30 giugno 1956, decise di ricordarlo nella maniera a lui più congeniale, dando il suo nome ad un motore che fino agli ultimi giorni di vita Dino Ferrari aveva voluto e partecipato alla progettazione
 con grande passione, iniziata da Aurelio Lampredi e terminata da Vittorio Jano, coadiuvati  da Bellantan ed all’Ing.Fraschetti.


Nacque così   un sei cilindri a V di 65° di 1489,35 cc, che sviluppava 180 CV a 9000 giri/minuto, destinato alla F2 del   1957, che richiedeva una cilindrata massima di 1500 cc. e che getta le basi per la futura Dino 246 F1.






Modelli Ferrari F1:
11 246 F1 Dino                                                                               1958
 

 
Ultima monoposto Ferrari a motore anteriore (con la successiva variante 256 F1 del 1959-60)

Non potendo più competere con le leggerissime vetture a motore posteriore degli assemblatori inglesi, Enzo Ferrari fu costretto a rivedere il suo credo "Mai i buoi dietro al carro" e a dare l’ incarico all’ Ing. Carlo Chiti di progettare la prima monoposto Ferrari a motore posteriore.





 

Jim Clark era stato a Maranello nel 1966. In gran segreto, in punta di piedi.
"Vorrei farle visitare la mia bottega" - aveva detto Enzo Ferrari al telefono e un amico
 gli aveva tradotto
"Mr Ferrari vuol farti visitare la sua fabbrica".
Ma Ferrari aveva detto "bottega", non "fabbrica" perché Raffaello e Michelangelo
non avevano una "fabbrica", ma una "bottega
"

La visita era avvenuta in un tardo pomeriggio, quando gli uffici erano deserti, quando nessuno avrebbe potuto raccontare che si erano parlati, che si erano incontrati. Si erano scambiati poche parole, nell'ufficio arredato senza sfarzo, con la foto di un ragazzo, che somigliava a quell'uomo con i pesanti occhiali scuri, appesa al muro.
Quell'uomo parlava con voce profonda, tenendo le mani giunte sulla scrivania, completamente sgombra. Parlava italiano ed un suo collaboratore, altrimenti silenzioso e trasparente, traduceva in un inglese scolastico. La traduzione era inutile, si capiva benissimo quello che diceva. "Vorrei convincerla a correre per me"- aveva detto senza troppi preamboli.
"Sarebbe un onore" - aveva risposto Clark - "ma ho già un posto." Avevano cambiato subito discorso e non se n'era fatto di nulla.
Enzo Ferrari, accompagnato da due collaboratori fidati lo aveva portato a fare un giro, lontano dalla squadra corse. Voleva fargli vedere cos'era capace di fare. Lo aveva fatto sedere al volante di uno dei gioielli che lui costruiva per i potenti di tutto il mondo.
Quando, dopo essersi salutati formalmente, era uscito dal cancello al volante di una macchina, volutamente anonima, presa a noleggio, si erano scambiati un ultimo gesto della mano, come si usa fra piloti. Gli era sembrato di essere stato a colloquio con Dio.



Giulio Borsari al Gran Premio di Francia del 1965,  con  il pilota della Ferrari John Surtees


Giulio Borsari - Il meccanico che fece grande la Ferrari

John Surtees - Giulio Borsari - Mauro Forghieri

Giulio Borsari

Giulio Borsari era il capomeccanico  della squadra quando John Surtees  conquistò il titolo iridato  
nel Campionato del Mondo di  Formula 1 del 1964, al volante della 158 F1






Link: TECNICA

Ferrari 412 T2
Mugello - La Ferrari 412T2, l’ultima a 12 cilindri, l’ultima con muso a formichiere, l’ultima a portare i numeri 27 e 28,
l’ultima che usava benzine Agip… e l’elenco potrebbe continuare.

 Comunque, forse, è quella che ha traghettato la Ferrari

nell’era Schumacher e del V10, il periodo d’oro più luccicante della storia di Maranello. In tutti questi elenchi di “ultima”,
però, c’è anche una “prima”: si tratta, infatti, della prima monoposto
 su cui viene sperimentata la frizione al volante,

 per così dire inventata dalla McLaren l’anno precedente.


Il V12 Ferrari tipo 044/1 usato durante il Campionato mondiale di Formula 1 1995
 dal team di Maranello.

Le due Ferrari di Alesi e Berger al Gran Premio di Gran Bretagna 1994
Una monoposto (progetto numero 647), questa, che dimentica le linee estreme della 412T1 e si ispira a concetti forse più convenzionali: un muso a formichiere classico, con una forma arrotondata, un alettone anteriore biplano e un alettone posteriore con profili orizzontali, senza disegni strani o ricerche varie, complici anche le modifiche regolamentari dopo gli incidenti mortali di Senna e Ratzenberger. Insomma, il trionfo della semplicità, che richiama, forse, i concetti ripresi da monoposto forse più fortunate come la Williams FW16 o la McLaren MP4/8, assumendo i caratteri del perfetto prototipo della Formula 1 degli anni 1990.
Il mago Barnard, quindi, abbandona le linee estreme della T1 e bada alla semplicità per ospitare quello che potrebbe essere definito un piccolo mostro: il motore 044, derivazione diretta dello 043 con cui Claudio Lombardi strabiliò la concorrenza, visto che era capace di erogare quasi 900 cavalli, con una V di 75°, 4 valvole per cilindro e cambio trasversale scatolato ad accompagnare il tutto (di fatto venne solo ridotta la cilindrata). Il genio alessandrino non ci sarà più a seguirne lo sviluppo, visto che la Ferrari dirotterà tutto su Paolo Martinelli (che seguirà la nascita del V10) e Osamu Goto, ma la sua impronta rimane comunque indelebile anche su questo propulsore. Ma quello che farà più impressione, di questa vettura, è il rumore, un vero e proprio boato particolarmente acuto, con un numero di Hertz che raggiunge livelli mai registrati in pochi decimi di secondo, non appena Alesi e Berger misero il piede sul gas.


Qualcosa di unico (anche perchè questo tipo di motori non è mai stato usato da nessuno) e semplicemente indescrivibile, oltre che inarrivabile per tutti gli altri. E se si uniscono le caratteristiche della vettura, molto compatta e agile, a quelle del motore, che schizzava a oltre 17.000 giri, ecco spiegato il motivo di certi comportamenti della vettura, come le scivolate di cui Berger è stato protagonista a Montecarlo in due giri consecutivi in qualifica, quando ha rischiato di fare l’amore con il muro a Mirabeau, citando una famosa frase di Michele Alboreto. Tanto agile da somigliare ad Alberto Tomba quando deve affrontare le porte di uno slalom; proprio il bolognese, fresco vincitore della Coppa del Mondo di sci, si presenta come mascotte di una monoposto che Montezemolo si augura sia “non bella ma vincente”.

                     Mugello 2015 - Ferrari 412 T2
Tanta trazione e tanta coppia quindi, a discapito, forse, della potenza pura; ecco le caratteristiche di una vettura che, presentatasi senza velleità particolari (Todt e Barnard alla presentazione non si sbottonano, mentre Montezemolo si augura l’arrivo di qualche risultato in più), ben presto toglie il sonno a Benetton e Williams, visto che già nelle prime gare arriva sempre a podio e rischia di vincere già da subito. Ne sa qualcosa Michael Schumacher, che in Argentina si vede sopravanzare da Alesi, il quale rischia addirittura di andare a vincere la gara, e a Imola viene costretto a un clamoroso errore dal forcing impostogli da un Gerhard Berger in stato di grazia, piazzatosi in qualifica a soli 8 millesimi dal tedesco.



Jean Todt / Jean Alesi, Ferrari 412T2. GP Mónaco 1995.

Però, c’è anche il rovescio della medaglia ed è rappresentato dalla sfortuna: Berger a Imola viene costretto a retrocedere dietro a Hill e ad Alesi per aver spento il motore ai box, Alesi si ritira a Barcellona e Montecarlo quando viene tradito dal V12 che esplode in pieno rettilineo al Montmelò e, a Montecarlo, a causa di una inspiegabile incomprensione con Brundle. Praticamente, sarebbero stati 4 secondi posti consecutivi per il francese, che pregusta il momento del trionfo. Che immancabile arriva in un giorno speciale, quello del suo 31. compleanno, a Montreal; un trionfo tanto sperato quanto atteso dalla stessa Ferrari, consapevole del fatto che, sì, questa era una stagione in cui ci si poteva giocare quantomeno il Mondiale costruttori. Ecco perchè questa vittoria assume un’importanza fondamentale non solo per Alesi, ma anche per tutto l’ambiente ferrarista, visto che ha significato la conquista della vetta nel Mondiale costruttori (complice anche la perdita dei punti per Benetton e Williams in Brasile).
Ma da qui parte la svolta: si inizia a lavorare al V10 e a quello che sarà il futuro, che ha un nome e un cognome: Michael Schumacher; cosa che porterà al taglio dello sviluppo della 412T2, per la quale vennero già progettati e testati in galleria del vento dei pezzi nuovi, che vennero accantonati. 







Anni '50

ANNO 1950

125 F1

125 F1 GP49

166

275 F1

375 F1

ANNO 1951

125 F1

212 F1

375 F1

ANNO 1952

166

375 F1

500 F2

ANNO 1953

166

500 F2

553 F2

ANNO 1954

553 F1

625 F1

ANNO 1955

555 F1

625 F1

ANNO 1956

555 F1

D50

ANNO 1957

500 F2

801 F1

ANNO 1958

246 F1

ANNO 1959

256 F1



Il 21 maggio 1950 alla seconda stagione del Campionato, la Ferrari debutta per la prima volta in Formula Uno, al Gran Premio di Monaco: Alberto Ascari alla guida della 125 F1 arriva al traguardo in seconda posizione.

E' l'inizio della cavalcata trionfale che porterà il cavallino su tutti i circuiti del mondo; la Ferrari infatti è l'unica scuderia a non avere saltato una sola edizione, inoltre è l'unica vera scuderia costruttrice di automobili, sempre con una propria vettura e con un proprio motore; vero costruttore e non semplice assemblatore, simbolo dell'Italia che ha fatto la storia della nostra nazione nel mondo ed ha alimentato con le proprie vittorie il successo anche della produzione in serie.

Sempre nel 1950 la Ferrari ottiene altri due piazzamenti sul podio, ma la prima vittoria la ottiene nel 1951 nel gran premio di Gran Bretagna dove l’argentino Froilan Gonzales porta alla vittoria la vettura della scuderia modenese, la 375 F1. Il team ha una possibilità di vincere il Campionato del Mondo, con la vittoria del gp di Germania e il successo di Monza, possibilità che sfuma nel gran premio di Spagna quando la scuderia opta per i pneumatici Pirelli: il risultato disastroso consente a Fangio di vincere la gara ed il suo primo titolo mondiale.






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 375 F1
Anno di Produzione 1950
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,5 Kg/Cv (2,2 - 1951)
 
Motore Autotelaio
Tipo Ant. longitudinale 12cil. a V (60°) Telaio Longheroni e traverse
Alesaggio x Corsa
80x74,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille
Cilindrata Unitaria
374,47 cc
Sospensioni Post. Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille
Cilindrata Totale
4493,73 cc
Freni A tamburo
Distribuzione Monoalbero a camme in testa Sterzo A vite senza fine e settore
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 195 litri
Rapporto di compressione 11:1 (12:1 - 1951) Pneumatici ant/post.

5,50-16/7,00-16

Alimentazione 3 carburatori Weber 42DCF (46DCF3 -1951)    
Accensione Singola 2 magneti (doppia 1m '51) Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2320 mm (2420 - 1951)
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1270/1278 mm (1250/1250 - 1951)
Potenza Max
330 Cv a 7000 g/min (380 a 7500)
Lunghezza 3937 mm
Potenza Specifica
77,9 Cv/litro (84,5 -1951)
Larghezza 1428 mm
Altezza 960 mm
Trasmissione Peso a vuoto 850 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio
In blocco col differenziale 4rap+RM




1950 - 1951 375 V 12
Pilota: Alberto Ascari
375 F1

Silverstone, 1951: 1ª vittoria Ferrari in Formula 1



Il weekend del Gran Premio d'Inghilterra si svolge alla metà di luglio 1951. I piloti schierati dalla Ferrari sono Ascari, Villoresi e Gonzalez. Nel Libro delle Corse del 1951 si legge che durante il "Primo Allenamento", corrispondente alle attuali prove libere del venerdì, in questo caso il 12 luglio 1951, il miglior tempo della giornata era stato segnato da Froilan Gonzalez, che aveva girato in 1.43:4, seguito da Fangio e Farina su Alfa Romeo.Le prove del sabato avevano invece visto lo scavalcamento dell'Alfa sulla Ferrari, con il miglior tempo fatto segnare da Juan Manuel Fangio.
La griglia di partenza vedeva in prima fila Ascari (Ferrari), Farina (Alfa R.), Fangio (Alfa R.) e Gonzalez (Ferrari), in seconda Bonetto (Alfa R.), Sanesi (Alfa R.) e Villoresi (Ferrari).




Il Gran Premio d'Inghilterra, disputato il 14 luglio, prevedeva 90 giri e il tracciato misurava 4,649 km, per un totale di 418.421 km. Alla partenza prendeva la testa Bonetto; alla fine del primo giro è ancora in testa, seguito da Gonzalez, Farina, Ascari, Fangio e Villoresi. Al secondo giro Gonzalez assume il comando davanti a Bonetto e manteneva la testa fino alla 9a tornata. Al 10° giro era in testa Fangio e Gonzalez è secondo, e questa situazione permaneva fino al 20esimo giro. Nel corso del 40esimo giro invece le posizioni erano Gonzalez, Fangio, Farina, Ascari, Villoresi. Al 50esimo giro Gonzalez si trovava ancora in testa e amministrava un vantaggio di 1.14 su Fangio, seguito da Ascari, Farina e Villoresi, quinto. Villoresi si ritirava al 57° giro; al 60° Gonzalez si fermava per il rifornimento di carburante (tempo di sosta: 15 secondi), e rientra davanti a Fangio, indietro di 56 secondi. Il vantaggio su Fangio si allungava a circa 1.20:000 e porta alla conclusione con l'ordine di arrivo: Gonzalez, Fangio, Villoresi, Bonetto.

La vittoria della Ferrari in F1 segnava simbolicamente il sorpasso della squadra corse di Maranello nei confronti della grande rivale, l'Alfa Romeo, dove Enzo Ferrari aveva lavorato per vent'anni. Enzo Ferrari ricevette la notizia per telefono con molto ritardo, mentre si trovava solo nel suo ufficio; il giorno dopo un telegramma del presidente di Alfa Romeo inorgogliva ancor di più Ferrari per quella vittoria tanto agognata.



1950 - 1951 - Motori di 1500 cm3 con compressore  o 4500 cm3 aspirati

Esemplari costruiti 7


1952 - Ferrari 375 Indy




 
SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 375 Indy
Anno di Produzione 1952
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 325 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,05 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Ant. longitudinale 12cil. a V (60°) Telaio Longheroni e traverse
Alesaggio x Corsa
79x74,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici
Cilindrata Unitaria
365,17 cc
Sospensioni Post. Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici
Cilindrata Totale
4382,00 cc
Freni A tamburo
Distribuzione Monoalbero a camme in testa Sterzo A vite senza fine e settore
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante - litri
Rapporto di compressione 13:1 Pneumatici ant/post.

6,00-16/8,00-18

Alimentazione 3 carburatori Weber 40IF4C    
Accensione Doppia 4 magneti Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2500 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1270/1250 mm
Potenza Max
400 Cv a 7500 g/min
Lunghezza - mm
Potenza Specifica
91,2 Cv/litro
Larghezza - mm
Altezza - mm
Trasmissione Peso a vuoto 829 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col differenziale 4rap+RM
 



1952 - 1953

Alberto Ascari
Titolo Piloti


CAMPIONE DEL MONDO
  Ferrari 500



(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)



 Ascari e Villoresi  in azione al GP d'Italia 1952
                                                                                                         



Ferrari 500 F2 (1952-53)

Invincibile con Ascari al volante 

La Ferrari aveva dimostrato di essere molto vicina al titolo mondiale piloti già nel 1951, ma per la nuova Formula 2 del 1952 il capo-progettista Aurelio Lampredi compì una vera rivoluzione. 
Lampredi, abbandonato momentaneamente il motore 12 cilindri, ne progettò uno a quattro cilindri. Si racconta che il tecnico lavorasse di getto una intera domenica, con lo stesso Ferrari che lo spronava e gli portava dei panini per rifocillarlo
Comunque siano andate le cose, la vettura, pilotata da Alberto Ascari, si rivelò vincente sin dal debutto in una gara non valida per il campionato. Si trattava del Gran Premio di Modena (23 settembre 1951). 
La 500 F2 si impose successivamente in tutte le prove dei Mondiali del 1952 e 1953, la prima volta con Piero Taruffi e le altre con Ascari, il quale conquistò ovviamente i due titoli. E le piazze d’onore furono sempre appannaggio degli altri corridori della squadra. 

Naturalmente il motore a 4 cilindri non spodestò il V12, ma la Ferrari in quella particolare configurazione volle privilegiare la leggerezza della monoposto, la tenuta di strada e la coppia motrice: tre caratteristiche di grande aiuto per il pilota 

 SCHEDA TECNICA

Motore: anteriore/traz.posteriore 
N/cilindri:
4 in linea 
Cilindrata:
1985 cc 
Potenza/Giri:
185 Cv/7500 
Alimentazione:
2 carburatori Weber 45 DCO 
Telaio:
tubolare 
Produzione:
1952-1953 
Carrozzeria:
alluminio 
Cambio:
4 rapporti 
Dimensioni:
cm 398x140x105 
Peso:
kg 560 
Serbatoio:
150 litri 
Piloti:
Ascari, Farina, Taruffi e Villoresi



Alberto Ascari vince il campionato del mondo di Formula 1 del 1952 con la Ferrari 500.

Sono passati molti anni dalla conquista del primo Campionato del Mondo ad opera di un pilota della Scuderia Ferrari. Un Italiano. Chi non si ricorda Alberto"Ciccio"Ascari, primo ed unico Campione del Mondo di F1 tricolore, figlio del celeberrimo Antonio, pilota anteguerra, quando il Campionato del Mondo ancora non era nato.

 "Ciccio" era irresistibile quando partiva davanti a tutti, meno quando doveva rincorrere i battistrada. Vinse 6 gp su 8 nel 1952 con 36 (52-1/2) punti e 5 GP su 9 nel 1953, 34-1/2 (46-1/2), aggiudicandosi due Campionati del Mondo con la Ferrari, 1952 e 1953. Lasciò la Scuderia Ferrari nel 1954 per passare alla Lancia con Villoresi, prima di perire all'Autodromo di Monza nel 1955, mentre provava la Ferrari Sport di Castellotti. Quel giorno non aveva il suo caschetto e la sua maglietta azzurra da gara



Ferrari 553 F2





 
SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 553 F2
Anno di Produzione 1953
Gategoria F2
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 260 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 3,3 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Ant. longitudinale 4cil. in linea Telaio Tubolare a traliccio
Alesaggio x Corsa
93x73,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici
Cilindrata Unitaria
499,27 cc
Sospensioni Post. Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaille
Cilindrata Totale
1997,11 cc
Freni A tamburo
Distribuzione Monoalbero a camme in testa Sterzo A vite senza fine e settore
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 160 litri 2 laterali
Rapporto di compressione 13:1 Pneumatici ant/post.

5,25-16 / 6,50-16

Alimentazione 2 carburatore Weber 52DCOA3    
Accensione Singola 2 distributori Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2160 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1278/1250 mm
Potenza Max
180 Cv a 7200 g/min
Lunghezza 3988 mm
Potenza Specifica
90 Cv/litro
Larghezza 1427 mm
Altezza 1020 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM
 



1954 - Ferrari 553 F1



SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 553 F1
Anno di Produzione 1954
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 280 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,3 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Ant. longitudinale 4cil. in lina Telaio Tubolare a traliccio
Alesaggio x Corsa
100x79,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaille
Cilindrata Unitaria
624,39 cc
Sospensioni Post. Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houndaiile
Cilindrata Totale
2497,56 cc
Freni A tamburo
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A vite senza fine e settore
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 180 litri 2 laterali 1 posteriore
Rapporto di compressione 13:1 Pneumatici ant/post.

5,25-16 / 7,10-16

Alimentazione 2 carburat. Weber 50DCOA3    
Accensione Doppia 2 magneti Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2160 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1278/1250 mm
Potenza Max
260 Cv a 7500 g/min
Lunghezza 3988 mm
Potenza Specifica
104,1 Cv/litro
Larghezza 1427 mm
Altezza 1020 mm
Trasmissione Peso a vuoto 590 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col differenziale 4rap+RM



1954 - 1960 - Motori di 2500 cm3 aspirati o 750 cm3 con compressore

1954 - 1955
Ferrari
- Modello : 625 F1


Potenza : 250 cv (184 kw - 247 hp)
Motore : 4 cilindri (motore in linea) - Cilindrata : 2498 cm3 - Distribuzione : 8 valvole
Trasmissione : Trazione posteriore, cambio di velocità manuale  - Peso medio : 600 kg 
 Rapporto peso / potenza:
2.4 kg/cv - Accellerazione 0-100 Km/h: 6,1


22 maggio 1955
La Ferrari conquista una sola vittoria, grazie a Maurice Trintignant a Montecarlo, in una gara segnata dall'incidente della Lancia di Ascari finita in mare: quattro giorni dopo, il 26 maggio, il pilota italiano morirà in un incidente in prova all'autodromo di Monza.
La Lancia è costretta a ritirarsi e la casa proprietaria, ovvero la Fiat,
passa tutto il reparto corse alla Ferrari, compreso il grande progettista Vittorio Jano.

Il 1956 vede per la prima e unica volta gareggiare la Ferrari con una vettura non tutta made in Italy, infatti la “D50" è costruita con l’ausilio tecnico dei tecnici Lancia, e vede come pilota di punta il tre volte campione del mondo Juan Manuel Fangio.

JUAN MANUEL FANGIO IN ROSSO…E LE PRIME TRAGEDIE

Il campionato non risulta facile per l’argentino per via di molte rotture che lo costringono a finire le gare con le vetture
dei compagni di scuderia (a quel tempo era possibile cambiare l’auto in corsa) scatenando così malumori nel team
con le accuse di Fangio di sabotaggio nei sui confronti.

All’ultima gara si giocano il titolo Fangio e il suo compagno di squadra Peter Collins. Durante la gara l’argentino esce di pista spianando la strada del titolo all’inglese, ma quest’ultimo con grande sorpresa di tutti cede la sua vettura a Fangio permettendogli di laurearsi per la quarta volta campione del mondo. A fine gara Collins dirà: “lui è ormai a fine carriera, per me, che ho venticinque anni, occasioni per vincere ce ne saranno ancora"…un vero campione di sportività.
La stagione è però segnata anche da un grande lutto in casa Ferrari, infatti muore Dino il giovane figlio del drake.
 La morte di Dino è un duro colpo per Enzo Ferrari che pensa addirittura di ritirarsi dalle competizioni.
 L’anno che segue non vedrà, per questo motivo, essere competitive le Rosse.
Le tragedie non finiscono e all’inizio della stagione 1958 nel GP di Francia muore il pilota Luigi Musso mentre era all’inseguimento del compagno di squadra Mike Hawthorn, e sempre nello stesso anno è Peter Collins a morire nel GP di Germania sbattendo contro gli alberi mentre era dietro a Tony Brooks.
Hawthorn sconvolto dalla morte dei compagni, dopo aver pensato al ritiro, decide di concludere la stagione nel migliore dei modi per onorare la loro morte, e così riesce a vincere il mondiale, dopo di che si ritirerà, morendo poi qualche mese dopo in un incidente d’auto. L’anno seguente il pilota di punta è Tony Brooks. La Ferrari non è per nulla competitiva ed è l’unica vettura ad avere ancora il motore anteriore. Brooks conquisterà solo due vittorie in Francia e Germania.

Ferrari 555 Super Squalo





La Ferrari 553/555 F1, soprannominata supersqualo per via delle sue forme, è la vettura con cui la Scuderia Ferrari corse parte del Campionato mondiale di Formula 1 1955. Nino Farina prova la nuova Ferrari 555 F1 all'aerautodromo di Modena (1955). In fondo, con gli occhiali scuri, si riconosce Enzo Ferrari.

Alla fine del 1954, la 553 F1 fu sottoposta a radicali modifiche mirate a migliorarne le prestazioni che si erano rivelate alquanto deludenti. Il risultato di queste modifiche fu la 555 F1 che per il 1955 avrebbe dovuto rappresentare la vettura di punta della Scuderia Ferrari, quella su cui la casa di Maranello avrebbe concentrato tutti gli sforzi per contrastare Mercedes e Lancia.

Nel complesso la 555 F1 venne rivista nel telaio, che ora inglobava la sospensione posteriore, e adottava le nuove sospensioni anteriori che erano già state provate a partire dal GP di Spagna 1954. Venne inoltre adottato un nuovo radiatore più piccolo che permise di migliorare l'aerodinamica del muso, che ora si presentava più rastremato, accentuando così la caratteristica formale della vettura. Il motore rimase invece invariato.

Come per la 553 F1 il nome, contrariamente alla tradizione del marchio, si riferiva alla cilindrata unitaria (499 cm³ approssimata per eccesso a 500 cm³) solo nella prima cifra seguita dall'anno di produzione della vettura, in questo caso il 1955.

Tuttavia la 555 F1 non ebbe particolare successo e le sue prestazioni, anche a causa delle potenti Mercedes W196, risultarono alquanto deludenti tanto che in alcune gare della stagione 1955 le venne preferita la vecchia 625 F1 che si dimostrò più competitiva e affidabile. A nulla valsero gli sforzi della Ferrari che costrinsero i tecnici di Maranello a un lavoro frenetico per cercare e, possibilmente, recuperare lo svantaggio tecnico nei confronti della Mercedes che disponeva di un ben superiore potenziale tecnico ed economico.

A partire dal 1956 venne sostituita dalla più competitiva Lancia-Ferrari D50
.

1955 - Scuderia Ferrari - Lancia D50 F1






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari Lancia D 50 F1
Anno di Produzione 1955
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 280 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,4 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Ant. longitudinale 8cil. a V (90°) Telaio Tubolare in acciaio
Alesaggio x Corsa
73,6x73,1 mm (76x68,5 - 1956)
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille
Cilindrata Unitaria
310,75 cc
Sospensioni Post. Ponte DeDion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille
Cilindrata Totale
2485,98 cc
Freni A tamburo
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A vite senza fine e settore
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 190 litri
Rapporto di compressione 11,9:1 Pneumatici ant/post.

5,50-16/7,00-16

Alimentazione 4 carburatori Solex 40PII    
Accensione Doppia 2 magneti Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2280 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1270/1270 mm
Potenza Max
265 Cv a 8000 g/min
Lunghezza 3850 mm
Potenza Specifica
106,6 Cv/litro
Larghezza 1448 mm
Altezza 962 mm
Trasmissione Peso a vuoto 640 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col differenziale 5rap+RM
 


1956 - Titolo Piloti
(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)

Ferrari Lancia D50

Nel 1956 la Scuderia corre con la D50 guidata da un giovane pilota argentino destinato a diventare un mito:
Juan Manuel Fangio, che riporta il titolo iridato a Maranello al termine di una stagione tiratissima.
Tre sono i successi conquistati da Fangio, che si laurea Campione grazie all'altruismo di Collins (due vittorie): l'inglese
gli cede la macchina a Monza nell'ultima gara, consentendogli di arrivare secondo e rintuzzare l'attacco di Stirling Moss.




50 (1956)

La monoposto venuta da Torino 

Il campione argentino Juan Manuel Fangio nella sua unica stagione alla Ferrari ha potuto disporre di una vettura singolare come storia e caratteristiche: 
la D 50, che gli permise di conquistare il suo quarto titolo mondiale (il terzo per il Cavallino).La Lancia era tornata dopo molto tempo alle corse di F1, ma il 1955 si era rivelato un anno nero per varie ragioni, tra cui la perdita di Alberto Ascari, suo pilota di punta, scomparso a Monza durante un test privato.Con grande sportività la Casa torinese, allora in mano a Gianni Lancia, nel momento stesso in cui si decise di ritirarsi dal Mondiale offrì tutto il materiale tecnico alla Ferrari. A fine anno la monoposto Lancia arrivò a Maranello insieme con il suo progettista, Vittorio Jano, che Enzo Ferrari aveva avuto come collaboratore all’Alfa Romeo. Jano apportò alcune modifiche alla D 50: il serbatoio della benzina, ad esempio, fu spostato in coda ma i due contenitori laterali rimasero in funzione di carenatura. 

 Il moderno e potente V8 faceva parte integrante del telaio e lo irrobustiva mentre passava di fianco al pilota, che sedeva così più in basso a vantaggio della stabilità. 

 SCHEDA TECNICA

Motore: anteriore/traz.posteriore 
N/cilindri:
v8 di 90° 
Cilindrata:
2486 cc 
Potenza/Giri:
265 Cv/8000 
Alimentazione:
4 carburatori Solex 40 PII 
Telaio:
tubolare 
Produzione:
1956 
Carrozzeria:
alluminio 
Cambio:
5 rapporti 
Dimensioni:
cm 385x144x96 
Peso:
kg 640
Serbatoio:
190 litri 
Piloti:
Castellotti, Collins, De Portago, Fangio, Musso



1957
Gp Pescara 1957 Luigi Musso Ferrari 801 1957 Aintree (Maurice  Trintignant, Ferrari 801)
801 F1 - Cilindrata unitaria cm3 310,75 - Cilindrata totale cm3 2485,98  -N° e Disposizione Cilindri 8 a V di 90°
Disposizione motore anteriore aspirato - HP/giri min. 275 CV a 8400  - Peso Kg. 650 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. d'Argentina - 13.1.1957
Nessuna vittoria per la Ferrari nel 1957, che vede la conquista del suo quinto titolo da parte di Fangio ottenuto con la raffinatissima Maserati 250 F. La casa di Maranello ottiene soltanto alcuni piazzamenti sul podio
 con Musso e Hawthorn.

1958 - Titolo Piloti
(Il campionato costruttori viene instituito nell'anno 1958)
Esemplari costruiti 9
Ferrari 246 F1 Dino ( 1958 - 1960)
 
246 F1 - Campione del Mondo 1958  - Cilindrata unitaria cm3 402,88  - Cilindrata totale cm3 2417,3
N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 65° - Disposizione motore anteriore inclinazione longitudinale - Tipo 143
HP/giri min. 280 CV a 8500  - Peso Kg. 560 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. d'Argentina - 19.1.1958
Varianti successive: 1958 - versione 256/F1: 290 Cv a 8800
                                     
1958 D 246 V6
John Michael Hawthorn, Mike per gli amici, era un cocktail di velocità, grinta e bon ton, un vero inglese a tutti gli effetti.
Il suo piede pesante, il suo giacchino verde inglese e il suo papillon a pois, ne facevano un Lord del volante.
Vinse il Campionato del Mondo nel 1958 con 42 (49) punti e con una sola gara nel suo palmarès:il Gran Premio di Francia.
 Ma i secondi posti (5) e i terzi posti conquistati (1), sommati ai giri veloci, lo hanno consacrato campione.
Si ritirò dalle corse alla fine della stagione, trovando poi la morte alla guida della sua Jaguar il 22 gennaio.
Mike Hawthorn
CAMPIONE DEL MONDO

Il 1958 è un anno tanto ricco di successi quanto di eventi tragici. Il titolo Piloti torna alla Ferrari grazie ad Hawthorn e alla 246 F1
 ma la stagione è segnata dagli indicenti in cui perdono la vita Luigi Musso, a Reims, e Peter Collins, al Nürburgring.
 Due sono le vittorie, in Francia con Hawthorn ed in Gran Bretagna con Collins.La grande avversaria è la Vanwall di Stirling Moss,
che si aggiudica il primo titolo Costruttori. La sorte non smette di accanirsi sui piloti del Cavallino: pochi mesi dopo la conquista
 del titolo e l'annuncio del suo ritiro dalle corse, Hawthorn perde la vita in un incidente stradale in Inghilterra.



Ferrari 246 (1958)

Regina con il potente 6 cilindri Dino 

Nella galassia dei piloti di Maranello sono rappresentate molte nazionalità. Il Mondiale 1958, grazie alla 246, finì nelle mani di un inglese, Mike Hawthorn, un personaggio singolare che scendeva in pista con una cravatta a farfalla. La monoposto campione aveva un potente V6. la passione per i motori, tipica di Enzo Ferrari, portò la Casa a esplorare sempre nuove soluzioni tecniche in questo campo: nella storia del Cavallino si trovano i più svariati propulsori, da 2 a 12 cilindri. Il primo V6 del 1956 fu chiamato Dino in memoria del primo figlio del costruttore, scomparso in quell’anno. . La 246 è l’ultima monoposto a configurazione classica: 
il motore era posto anteriormente mentre la trazione era posteriore. Dopo le successive evoluzioni del 1959 e ’60, sarebbe arrivata la soluzione posteriore-centrale. Su questa vettura sono stati sperimentati i freni a disco, poi definitivamente adottati nella variante del 1959 chiamata 256 (era stata leggermente aumentata la cilindrata). 

Sospensioni anteriori indipendenti e ponte posteriore De Dion con il cambio unito al differenziale per una ottimale distribuzione dei pesi. Eccellente la tenuta di strada 


SCHEDA TECNICA

Motore: anteriore/traz.posteriore 
N/cilindri:
v6 di 65° 
Cilindrata:
2417 cc 
Potenza/Giri:
280 Cv/8500 
Alimentazione:
3 weber 42 DCN 
Telaio:
tubolare 
Produzione:
1958 
Carrozzeria:
alluminio 
Cambio:
trasversale a 4 rapporti 
Dimensioni:
cm 403x150x98 
Peso:
kg 560
Serbatoio:
160 litri 



1959


246 F1/59 - 256 F1  - Cilindrata unitaria cm3 412,41  - Cilindrata totale cm3 2474,5  -N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 65°
Disposizione motore anteriore - Tipo 155/59  - HP/giri min. 295 CV a 8600  - Peso Kg. 560 con acqua e olio
Velocità Km/h. n.d.  - Debutto Int. "200" Race - Aintree - 18.4.1959

Persi i suoi piloti di punta, la Ferrari, nel 1959, si affida a Tony Brooks, che giunge al secondo posto nella classifica finale , alle spalle dell'australiano Jack Brabham. Le vetture di Maranello hanno ancora il motore in posizione anteriore e cominciano a trovarsi in difficoltà contro le prime vetture dotate di motore posteriore. Brooks è in lotta per il titolo fino all'ultima gara, conquistando la vittoria in Francia e in Germania. Non aiuta la Casa di Maranello uno sciopero che la costringe a rinunciare al gran premio di Gran Bretagna su una pista dove aveva ottenuto una doppietta poche settimane prima nella Aintree 200.



Anni '60

ANNO 1960

256 F1

256 PF1

ANNO 1961

156 F1

ANNO 1962

156 F1

ANNO 1963

156 F1 INIEZ.

ANNO 1964

156 F1 INIEZ.

158 F1

512 F1

ANNO 1965

158 F1

512 F1

ANNO 1966

246 BA

312 F1-1967

ANNO 1968

312 F1-1968

ANNO 1969

312 F1-1969


La Ferrari affronta il 1960 ancora con la 256 F1: soltanto nel gran premio di Monaco debutta una vettura con motore posteriore:
 la 246 P F1, che arriva sesta con Richie Ginther. L'unica vittoria arriva proprio a fine stagione: a Monza tre Ferrari concludono
 la gara ai primi tre posti, rispettivamente con Phil Hill, Ginther e Willy Mairesse. Hill è il primo ferrarista nella classifica Piloti (5°),
 mentre in quella Costruttori la Ferrari è terza.


Ferrari 246 F1 Dino 

Il 1960 fu una stagione di transizione. Infatti La Ferrari stava seriamente pensando al motore posteriore e affrontò quella stagione con la mente rivolta al futuro. Infatti il dominio delle leggere Cooper si fece schiacciante tanto che conquistarono ben 6 delle 9 gare previste lasciando due vittorie alla Lotus-Climax e una alla Ferrari, a Monza, ma solo perché i costruttori inglesi non schierarono le proprie vetture al via in segno di protesta in quanto ritenevano l'anello ad alta velocità pericoloso. Il mondiale andò così per il secondo anno consecutivovolta all' australiano Jack Brabham.

Bisogna aspettare il 1961 per vedere la prima Rossa a motore posteriore, la “156". Al quarto gran premio stagionale, in Francia, fa il suo esordio in F1 il giovane Giancarlo Baghetti.
L’italiano, che arriva da una formula ideata da Enzo Ferrari per allevare giovani campioni, vince all’esordio nel massimo campionato per auto da corsa. La Ferrari domina con i suoi piloti ufficiali Von Trips e Philip Hill (che vincerà il titolo), ma nel GP d’Italia a Monza si assiste a un’altra tragedia.
Von Trips esce alla Parabolica uccidendo una decina di spettatori e morendo anch’esso.
Il 1962 è un altro anno sabbatico per le Rosse, infatti il drake decide di licenziare i suoi migliori tecnici firmatari di una lettera in cui si chiedeva l’allontanamento dal box di sua moglie. I nuovi giovani tecnici non sono ancora all’altezza di progettare una monoposto vincente.


1961 - Titolo Piloti e Costruttori


 La prima Rossa a motore posteriore,
 
Ferrari 156 F1 'Sharknose'


Una immagine rara e negli anni seguenti sempre più inconsueta: Enzo Ferrari sulla pista di Monza
 durante le prove della 156 Formula 1.


1961 - Ferrari 156 F1

Spa - Garage Ferrari

  Raccomandato da Luigi Chinetti, dagli Stati Uniti arriva un pilota che forse non fu mai capito a fondo da Enzo Ferrari, grazie al suo carattere non facile da comprendere. Philips "Phil"Toll Hill, fu un pilota leale, mai scorretto con gli avversari e sempre pronto al sacrificio se Ferrari chiedeva.
Primo Campione del Mondo statunitense, vinse il Campionato del Mondo 1961 con due vittorie, tre secondi posti e quattro terzi posti, raccogliendo 34 (38) punti in classifica. Sua amara vittoria fu quella del 10 settembre 1961 all'Autodromo di Monza, che lo vide ignaro vincitore in una giornata di lutto per l'automobilismo sportivo, dovuta alla prematura morte in gara dell'amico von Trips e di 14 spettatori.



SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 156 F1
Anno di Produzione 1961
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 260 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,1 Kg/Cv (2,5 - 120°)
                                   
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 6cil. a V (65°-120°)) Telaio Tubolare a traliccio
Alesaggio x Corsa

81x48,2 mm (73x58,8 - 120°)

Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Unitaria
249,40 cc (246,1 - 120°)
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Totale
1496,43 cc (1476,60 - 120°)
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 75 litri x 2 laterali
Rapporto di compressione 9,8:1 Pneumatici ant/post.

5,50-15/6,00-15

Alimentazione 3 carburatori Weber 42DCN (2 Weber 40IF3C - 120°)    
Accensione Doppia 2 distributori Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2320 mm (2300 - 1962)
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1200/1200 mm
Potenza Max
200 Cv a 10500 g/min (190 - 120°)
Lunghezza 4060 mm
Potenza Specifica
133,7 Cv/litro (128,7 - 120°)
Larghezza 1400 mm
Altezza 1000 mm
Trasmissione Peso a vuoto 420 Kg (470 - 120°)
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM (6rap - 1962)


1961 - 1965 - Cilindrata massima
1500 cm3 aspirati




Phill Hill
CAMPIONE
DEL MONDO
Con l'inizio degli anni 60 la Ferrari diventa una Società per Azioni e vince anche il suo 1° titolo Costruttori: è il 1961, e la Ferrari e i suoi piloti
 dominano la scena, vincendo oltre al campionato Costruttori anche il campionato Piloti con la 156 F1. Cinque sono le vittorie
 (tre con Phil Hill, una ciascuna con Wolfang Von Trips e Giancarlo Baghetti) su otto gran premi disputati. Il titolo se lo giocano il pilota tedesco
e quello americano a Monza: l'esito è tragico perchè la vettura di Von Trips vola fuori pista, causando la morte di 13 spettatori. Hill,
ignaro della morte del suo amico e compagno di squadra. conquista gara e mondiale ma la sua gioia scompare al rientro al box.


Ferrari 156 F1 (1961)

La grande svolta di Maranello 

Le corse d’auto negli USA sono sempre state molto diverse da quelle europee per formule, tipo di circuiti, caratteristiche delle vetture. 
Erano pochissimi i piloti americani che venivano a correre da noi, ma nel 1961 Enzo Ferrari ne aveva allineati due, Richie Ginther e Phil Hill. Quest’ultimo, già noto per le sue vittorie con le vetture sport di Maranello, riuscì con la nuova 156 a conquistare il Mondiale di F1. La 156 ha rappresentato la grande svolta tecnica della Ferrari con il passaggio dal motore anteriore a quello posteriore-centrale.
Tale soluzione, caldeggiata dal progettista Carlo Chiti, era apparsa in due versioni l’anno precedente (debutto a montecarlo con Ginther). Per il 1961 venne ridisegnato il motore con un angolo di 120 gradi contro gli originali 65 e la vettura dotata di sospensioni indipendenti e freni a disco sulle quattro ruote. Poiché la parte posteriore era occupata dal gruppo motopropulsore, i serbatoi trovarono posto nelle fiancate laterali.

I radiatori acqua-olio erano davanti e raffraddati dall’aria che entrava dalle doppie prese dinamiche, caratteristiche di questa versione e poi eliminate nel ’62. 




Esemplari costruiti 5

1962
Ferrari 156 F1 'Sharknose'

Il 1962 è un anno deludente per la Ferrari, condotto con una versione aggiornata della 156 F1.
I punti raccolti dalla squadra sono soltanto 18: il miglior risultato è il 2° posto di Hill a Montecarlo.
Il campione uscente è soltanto 6° nella classifica Piloti, che vede il suo omonimo inglese Graham vincere il primo dei due titoli
da lui conquistati. Fra i Costruttori, prima è la BRM.


1963
Ferrari 156 F1 'Aero'
 Un nuovo pilota, John Surtees, riporta la Ferrari al successo nel gran premio del Nurburgring,
 ma non basta a battere la Lotus di Jim Clark.

                                                                                         Surtees prova la 156 F1 in versione 1963 a Vallelunga



Per il 1963 vennero introdotte numerose innovazioni. Rispetto alla 156 F1 dell'anno precedente, il telaio fu ulteriormente modificato,
con il passo allungato a 2380 mm, ed adottava la pannellatura in alluminio tipica dell'industria aeronautica
(infatti, la denominazione ufficiale divenne 156 Aero).
 Vennero abbandonati i cerchi a raggi con gallettone centrale a favore di più moderni e solidi cerchi in lega leggera
e i freni a disco furono montati inboard. Venne poi utilizzato il solo motore a V di 120° che adottava, per la prima volta su una Ferrari, l'alimentazione ad iniezione diretta della Bosch. L'iniezione permise di aumentare la potenza (205 CV a 10.500 giri/min) e il regime di rotazione del motore.
Esemplari costruiti 4

Ancora novità nel 1964.
La Ferrari corre, per la prima volta, con un motore 8 cilindri e con John Surtess come pilota di punta, che vincerà il mondiale
anche
 grazie al compagno Lorenzo Bandini, che gli regalerà una posizione nell’ultimo gran premio stagionale.

Sempre in quell’anno c’è da registrare una novità in casa Ferrari. Per protestare contro le autorità sportive italiane,
nei gran premi in continente americano, le Ferrari correranno con colori bianco-blu tipici delle auto sportive statunitensi.

Il titolo di Surtess è l’ultimo per molti anni. Dal 1965 al 1973 si registrano solo due vittorie, le prime della carriera
di Jacky Ickx (a Rouen) nel ’68 e di Mario Andretti (a Kyalami) nel ’71 e il tragico incidente, nel ’67,
di Bandini nel GP di Monaco, che lo vede uscire vivo dall’incendio della sua vettura, ma con il 60% del corpo ustionato.


1964 - Ferrari 158 F1
Paddock Ferrari a Silverstone 1965

La 158 F1 e la 512 F1 vengono utilizzate anche nella stagione del 1965, avara di successi per la Ferrari. I migliori risultati sono i secondi posti di Surtees ad East London e di Bandini a Montecarlo all'inizio dell'anno. Peraltro, il cambio di regolamento che sarebbe entrato in vigore all'inizio del 1966 (motori con cilindrata di 3000 cc aspirati e 1500 cc con compressore) orienta quasi tutte le energie sulla vettura per la stagione successiva. La Lotus fa la doppietta , vincendo la Coppa Costruttori e il titolo Piloti con Jim Clark.






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 158 F1
Anno di Produzione 1964
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 270 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 2,2 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 8cil. a V (90°) Telaio Monoscocca con pannelli in alluminio rivettati alla struttura tubolare
Alesaggio x Corsa
67x52,8 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici
Cilindrata Unitaria
186,15 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 2 puntoni, ammortizzatori coassiali
Cilindrata Totale
1489,23 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 125 litri (120 Cabriolet)
Rapporto di compressione 10,5:1 Pneumatici ant/post.

5,00-13/7,00-13

Alimentazione Iniezione diretta Bosch    
Accensione Singola 1 spinterogeni 2 distributori Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2380 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1350/1350 mm
Potenza Max
210 Cv a 11000 g/min
Lunghezza 4950 mm
Potenza Specifica
141,0 Cv/litro
Larghezza 697 mm
Altezza 768 mm
Trasmissione Peso a vuoto 468 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM


MOTORE PORTANTE



 La prima F1 a motore portante fu la Lotus 49, del 1967.
In pratica, il motore risultava elemento strutturale capace di sostenere il resto della scocca, le sospensioni e il cambio.
 La soluzione, in realtà, fu provata già col motore H16 BRM nella Lotus 43 del 1966 ma venne, effettivamente,
 introdotta da Chapman con il modello 49. Tuttavia, sorge un dubbio sul fatto che la Lotus 49 sia stata realmente la prima vettura
 ad introdurre il concetto.
Secondo Forghieri, infatti, la "sua" Ferrari 512 F1 del 1964/1965 introduceva quella soluzione.
Infatti, secondo Forghieri il telaio (che non era tubolare ma una semplice monoscocca composta da pannelli) ricopriva una semplice
 funzione di rinforzo, mentre era effettivamente il motore l'elemento portante.
Sul punto, poi, si introducono ulteriori complicazioni.
 Ad esempio, si scopre, tornando ancora più indietro, che il concetto di motore che sostiene alcuni elementi è già presente
sulla Ferrari 158 F1 del 1964.  Quindi per certi aspetti "portante".
Probabilmente, la soluzione del problema consiste nella differenza tra motore completamente portante
e motore parzialmente sostenuto da un telaio.


                         1964 Surtees Campione del Mondo 158 V8
                                                                  Piloti: John Surtees  Lorenzo Bandini




Nel 1964 John Surtees diventa il primo e finora unico pilota ad ottenere i titoli più importanti sia nelle due che nelle quattro ruote. Il successo in Formula 1 viene grazie alla Ferrari158 F1, una vettura che segna il ritorno di Maranello ai motori ad 8 cilindri. Surtees la spunta per un solo punto su Graham Hill, approfittando del ritiro del rivale all'ultima gara in Messico e dell'aiuto che gli da il compagno di squadra Lorenzo Bandini. Sono tre i diversi modelli schierati dalla Ferrari: oltre alla 158 F1 ci sono la 156 F1-63, con cui Bandini vince in Austria, e la 512 F1, dotata di un motore di 12 cilindri boxer. La squadra di Maranello si aggiudica anche la Coppa Costruttori. Una curiosità: per protesta contro le autorità sportive che non avevano omologato la 250 LM, Ferrari decise di far iscrivere le sue vetture dall'importatore americano, la NART, disegnando lke auto nei colori statunitensi, bianco e azzurro.


Ferrari 158 F1 (1964)

La prima volta di Forghieri 

Corridori e scuderie di lingua inglese dominavano la scena negli anni sessanta. Ferrari assunse un pilota molto valido , John Surtees , affiancandolo a Lorenzo Bandini. Surtees piaceva al costruttore perchè era passato all’ auto dopo aver vinto tutto il possibile in moto, tanto da essere soprannominato “Il figlio del vento". Pochi uominiprima di lui erano riusciti in questa impresa e nessuno fu poi capace di imitarlo.
La 158 era in un certo senso l’evoluzione della 156 ma il progettista era giovane e fresco di nomina: Mauro Forghieri, che sarebbe rimasto quasi 30 anni a capo dell’ ufficio tecnico del reparto corse introducendo numerose innovazioni.
Il motore era nuovo: V8 totalmente diverso da quello derivato Lancia e dotato di un sistema di iniezione diretta della benzina (nei cilindri) sperimentato sul V6 del 1963. Sospensioni indipendenti e ferni a disco sulle quattro ruote figuravano tra le caratteristiche principali della monoposto. 

La vettura era dotata di cambio a 5 marce, ma la Ferrari, in occasione della presentazione, annunciò anche la possibilità di adottare uno a 7 rapporti. Tale variante, però, non fu mai usata in gara. 


Una curiosita: per protesta contro le autorità sportive che non avevano omologato la 250 LM,
Ferrari decise di far iscrivere
le sue vetture dall'importatore americano, la NART, dipingendo le auto nei colori statunitensi, bianco e azzurro.


Una curiosità: per protesta contro le autorità sportive che non avevano omologato la 250 LM, Ferrari decise di far iscrivere le sue vetture dall’importatore americano, la NART, dipingendo le auto nei colori statunitensi, bianco e azzurro. - See more at: http://formula1.ferrari.com/it/monoposto/158-f1#sthash.nCR69d3F.dp
1965 - 512 F 12
Piloti: John Surtees - Lorenzo Bandini

Cilindrata unitaria cm3 124,135  - Cilindrata totale cm3 1489,631  - N° e Disposizione Cilindri 12 a V 180°
Disposizione motore posteriore - Tipo 207  - Iniezione indiretta Lucas - HP/giri min. 225 CV a 11500
Peso Kg. 490 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d. - Debutto 1965 - G.P. di Siracusa


La 158 F1 e la 512 F1 vengono utilizzate anche nella stagione del 1965, avara di successi per la Ferrari. I migliori risultati sono i secondi posti di Surtees ad East London e di Bandini a Montecarlo all'inizio dell'anno. Peraltro, il cambio di regolamento che sarebbe entrato in vigore all'inizio del 1966 (motori con cilindrata di 3000 cc aspirati e 1500 cc con compressore) orienta quasi tutte le energie sulla vettura per la stagione successiva. La Lotus fa la doppietta , vincendo la Coppa Costruttori e il titolo Piloti con Jim Clark.

1966 - 1983 - Motori di 3000 cm3 aspirati o 1500 cm3 sovralimentati

Il 1966 segna il ritorno al motore V12 ma si rivela difficile per la Ferrari. Surtees vince a Spa ma non finisce la sua stagione
a Maranello a causa di contrasti con Ferrari. Lo stesso destino tocca alla Dunlop, che viene rimpiazzata dalla Firestone.
La squadra non partecipa a due gran premi (Gran Bretagna e Messico): la prima rinuncia è dovuta ad uno sciopero,
 la seconda a ragioni tecniche.Nel bilancio finale ci sono due vittorie: oltre a quella di Surtees
c'è la doppietta di Scarfiotti e Parkes a Monza.


Cilindrata unitaria cm3 249,129  -Cilindrata totale cm3 2989,556  -N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 218 Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 360 CV a 10000  - Peso Kg. 610 con acqua e olio Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. di Siracusa - 1.5.1966


Ferrari 312 F1
SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 312 F1
Anno di Produzione 1966
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 300 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,5 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (60°) Telaio Monoscocca a pannelli in alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
77x53,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle e ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,1 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, 2 puntoni, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Totale
2989,56 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 2 per cilindro Serbatoio Carburante 158 litri 2 laterali
Rapporto di compressione 11,8:1 Pneumatici ant/post.

5,50-14/7,00-15

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas    
Accensione Singola o Doppia spinterogeno 1 spinterogeno 2 distributori Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2400 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1450/1435 mm
Potenza Max
360 Cv a 10000 g/min
Lunghezza 3830 mm
Potenza Specifica
120,4 Cv/litro
Larghezza 760 mm
Altezza 870 mm
Trasmissione Peso a vuoto 548 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM



Monza 1966 -  Enzo Ferrari guarda la Brabham Repco  


1967 - 312 V12 Piloti: Lorenzo Bandini - Chris Amon

Cilindrata unitaria cm3 249,129  - Cilindrata totale cm3 2989,556  -  Disposizione Cilindri 12 a V di 60°  - Disposizione motore posteriore -
Tipo 242  - Iniezione indiretta Lucas   HP/giri min. 390 CV a 10000
Peso Kg. 507 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  - Debutto Brands Hatch - 12.3.1967  - Esemplari costruiti 4




Il 1967 è un anno difficilissimo per la Ferrari. La stagione è segnata dal tragico incidente di Montecarlo, in cui perde  la vita Lorenzo Bandini. I migliori risultati arrivano grazie al neozelandese Chris Amon, tre volte sul terzo gradino del podio. E' proprio un suo connazionale ad aggiudicarsi il titolo iridato, Denis Hulme, che supera di stretta misura il compagno di squadra Jack Brabham.  La monoposto, la 312 F1-67, è la versione aggiornata della macchina della stagione precedente.


1968
312 V12 Piloti:
Chris Amon - Jacky Ickx


Cilindrata unitaria cm3 249,129  - Cilindrata totale cm3 2989,556  - N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 242/C  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 410 CV a 11000
Peso Kg. 530  - Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 1.1.1968


Gran Premio di Gran Bretagna 1968
  Settima prova del mondiale 1968 e vide la vittoria di Jo Siffert su Lotus-Ford, seguito da Chris Amon e da Jacky Ickx.

Gli sponsor entrano ufficialmente in Formula 1 nel 1968. La 312 F1-68 è la prima monoposto ad utilizzare gli alettoni:
 l'esordio avviene sul circuito di Spa, in Belgio. Altre squadre seguono immediatamente la strada aperta dalla Casa di Maranello
ma, a seguito di un incidente a Barcellona, che provoca la morte di tre spettatori, le appendici aerodinamiche vengono vietate
 per poi essere reintrodotte con maggiori restrizioni regolamentari.
La Ferrari vince una corsa, a Rouen, in Francia con Jacky Ickx, e ottiene quattro pole position.
Il titolo va all'inglese Graham Hill,alla guida di una Lotus.


1969
312 V12 Piloti:
Chris Amon - Jacky Ickx




Cilindrata unitaria cm3 249,129  - Cilindrata totale cm3 2989,556  - N° e Disposizione Cilindri 12 a V di 60°
Disposizione motore posteriore - Tipo 255/C  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 436 CV a 11000
Peso Kg. 554 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 1.3.1969

Il 1969 è il peggiore anno della storia della Ferrari in Formula 1 (7 punti conquistati), con una partecipazione al Campionato spesso limitata ad un solo pilota per gara. Sono soltanto tre i piazzamenti in zona punti, con il terzo posto di Amon a Zandvoort come miglior risultato. E' comunque un anno fondamentale nella storia dell'azienda: le vetture sono ricercatissime ma non riescono a produrne a sufficienza per soddisfare le richieste e contemporaneamente a mantenere i propri programmi sul fronte agonistico. In aiuto arriva la Fiat che entra come socia paritaria lasciando al Drake la piena autonomia nella conduzione dell'attività sportiva.



Anni '70
ANNO 1970
312 B

ANNO 1971

312 B

ANNO 1972

312 B2

ANNO 1973

312 B2

312 B3-1973

ANNO 1974

312 B3-1974

ANNO 1975

312 B3-1974

312T

ANNO 1976

312 T

312 T2

ANNO 1977

312 T2

ANNO 1978

312 T2

312 T3

ANNO 1979

312 T3

312 T4


1970
312 B F 12
Piloti: Jacky Ickx - Clay Regazzoni

Cilindrata unitaria cm3 249,25  - Cilindrata totale cm3 2991,01  - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 001  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 460 CV a 12000
Peso Kg. 551 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 7.3.1970

Esemplari costruiti 4
Il Gran Premio d'Italia 1970, XLI Gran Premio d'Italia e decima gara del campionato di Formula 1 del 1970,
 si è svolto il 6 settembre sul Circuito di Monza ed è stato vinto da Clay Regazzoni su Ferrari.
 Durante le prove ufficiali del sabato perì in un incidente il pilota austriaco Jochen Rindt, che in quell'anno si sarebbe laureato
 campione del mondo postumo, l'unico della storia della Formula 1.

1971 - Ferrari 312 PB F1


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 312 B2 F1
Anno di Produzione 1971
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,2 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (180°) Telaio Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
80,0x49,6 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle e ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,3 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Totale
2991,80 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 233 litri 2 laterali
Rapporto di compressione 11,5:1 Pneumatici ant/post.

8,6-20,0-13/13,5-24,0-15

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas    
Accensione Singola elettronica Dinoplex MM Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2426 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1523/1580 mm
Potenza Max
470 Cv a 12600 g/min
Lunghezza 4020 mm
Potenza Specifica
157,1 Cv/litro
Larghezza 742 mm
Altezza 956 mm
Trasmissione Peso a vuoto 560 Kg (578 - 1972)
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM




8 aprile 1972
Il circuito di Fiorano è un tracciato di proprietà della Scuderia Ferrari che lo usa per effettuare i propri test privati
(in rari casi ha invitato altre scuderie). È situato a Fiorano Modenese, nei pressi di Maranello.

La costruzione dell'autodromo, espressamente voluto da Enzo Ferrari, è iniziata nel 1971 ed è stata completata in quasi sette mesi. La lunghezza del percorso è di 3 021 metri; la velocità media di percorrenza è di oltre 160 km/h, con una velocità di punta superiore a 290 km/h. All'interno del perimetro della pista il Drake fece costruire anche una casa per sé, nella quale è tuttora conservato pressoché intatto l'ufficio dove lavorava.

Il tracciato è stato parzialmente modificato sul finire del 1995 su richiesta del pilota della Scuderia Ferrari, Michael Schumacher, cambiando il disegno della prima curva.

L'uso che ne fa la Ferrari è legato soprattutto allo sviluppo degli pneumatici. Il circuito è equipaggiato con diversi apparecchi per la telemetria, un sistema di telecamere interrate a circuito chiuso e un impianto d'irrigazione dell'asfalto.

Storicamente chiusa al pubblico, la pista di Fiorano è visitabile a partire dall'agosto 2010: da allora i visitatori della Galleria Ferrari possono effettuare visite guidate del circuito a bordo di bus navetta. Inoltre, com'è sempre accaduto, i tifosi possono osservare le auto in prova in alcuni punti lungo il perimetro del complesso.




1971 1972 - 312 B 2 F 12 - Piloti: Mario Andretti - Clay Regazzoni
Cilindrata unitaria cm3 249,317  - Cilindrata totale cm3 2991,802  - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 001/1  - Iniezione indiretta Lucas HP/giri min. 470 CV a 12600
Peso Kg. 558 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d. - Debutto Brands Hatch -21.3.1971
Esemplari costruiti 8

Ferrari 312 B3 - 1973
Monza 9 settembre 1973  - Gran Premio d'Italia    
  • 312B3/010 . Portata all'esordio da Jacky Ickx nel Gran Premio di Spagna 1973. Utilizzata in 7 Gp del 1973, poi convertita nella Ferrari 312 B3-74
  •  ed usata nel mondiale 1974 da Niki Lauda
  • 312B3/011 . Portata all'esordio da Arturo Merzario nel Gran Premio di Monaco 1973. Utilizzata in 4 Gp del 1973, poi convertita nella Ferrari 312 B3-74 
  • ed usata nel mondiale 1974 da Clay Regazzoni
  • 312B3/012 . Portata all'esordio da Merzario nel Gran Premio di Francia 1973. Utilizzata in 4 Gp del 1973, poi convertita nella Ferrari 312 B3-74
  •  ed usata nel mondiale 1974 da Niki Lauda
  • I MONDIALI DI LAUDA
    Nel 1974 Enzo Ferrari ingaggia Clay Ragazzoni lasciandogli la scelta del proprio compagno di squadra 
  • e lo svizzero sceglie l’austriaco Niki Lauda.
  •  Durante la stagione viene promosso a direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo.
  •  Ing. Forghieri-Montezemolo-Lauda - GP Monaco 1975
Nonostante il fatto che la scelta del secondo pilota fu fatta proprio da Ragazzoni, durante la stagione il rapporto tra i due piloti peggiora anche a causa delle vittorie di Lauda. Nonostante tutto è Ragazzoni a giocarsi il titolo, e nell’ultima gara Montezemolo ordina a Lauda di aiutare lo svizzero ma questo non servirà e a vincere sarà Emerson Fittipaldi su Lotus.
L’anno dopo la Ferrari si rifarà con uno straordinario Lauda, che con la “312T" domina il campionato vincendolo in occasione del GP d’Italia a Monza. Il 1976 vede ancora il dominio delle Rosse e di Niki Lauda, ma proprio l’austriaco è protagonista di un brutto incidente sulla pista del Nurburgring (Germania). Lauda esce di strada battendo contro i guardrail e la sua monoposto prende fuoco. Grazie all’aiuto di altri piloti, tra cui Arturo Merzario, Lauda riesce ad uscirne vivo ma l’incidente lo segnerà e lo terrà lontano dalle piste per 42 giorni.

Al suo ritorno, l’austriaco è ancora leader del campionato con tre punti di vantaggio sul pilota della McLaren James Hunt. Ci si gioca tutto nell’ultimo gran premio in Giappone. La gara inizia con un’ora di ritardo per via di una contestazione di alcuni piloti, tra i quali ci sono anche i due duellanti al titolo, per la pericolosità della pista, che è completamente allagata.
La gara parte e dopo soli tre giri Lauda decide di ritirarsi. Per Hunt, in testa alla gara, è solo questione di conquistare tre punti. Il pilota McLaren si aggiudica il titolo termiando secondo.
Per tutti il ritiro di Lauda significa che il pilota è ormai “bollito", non più in grado di vincere. Questa è anche l’idea di Enzo Ferrari, che decide di affiancargli, per l’anno seguente, Carlos Reutemann.
Tutti sbagliavano, Lauda torna a vincere gare e non solo, si aggiudica anche il titolo piloti zittendo tutti e abbandonando la Ferrari a fine anno dopo essersi sentito tradito dal drake.
Ferrari 312 B3/74 

Nel 1974 arriva un giovane pilota di grande talento, l'austriaco Niki Lauda che nel 1975 conquista entrambi
i titoli (piloti e costruttori)
laureandosi Campione del Mondo sul circuito di Monza.

1975 - Titolo Piloti e Costruttori
Ferrari 312 T

1975
Piloti: Niki Lauda - Clay Regazzoni


1975 - Ferrari 312 T F1
Niki Lauda Campione del Mondo







SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 312 T F1
Anno di Produzione 1975
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 330 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 6,0 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (180°) Telaio Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
80,0x49,6 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,3 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 1 puntone, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Totale
2991,80 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 200 litri (2 laterali 1 centrale)
Rapporto di compressione 11,5:1 Pneumatici ant/post.

9,2-20,0-13/16,2-26,0-13

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas    
Accensione Singola elettronica Dinoplex MM Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2518 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1510/1530 mm
Potenza Max
495 Cv a 12200 g/min
Lunghezza 4143 mm
Potenza Specifica
165,4 Cv/litro
Larghezza 2030mm
Altezza 1275 mm
Trasmissione Peso a vuoto 575 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM



Ferrari 312 T (1975)

T come Trasversale e come Trionfo 

A 11 anni dalla 158, un’altra rossa torna alla vittoria nel Mondiale. Dopo un 1974 di intenso lavoro sotto la direzione sportiva di Luca di Montezemolo, la monoposto Ferrari 312 T del 1975 era pronta per volare al top della F1.Nelle prime gare della stagione Lauda e Regazzoni si accontentarono di “andare a punti”, cioè di entrare nei primi sei posti in classifica, ma dal Gp di Monaco in avanti l’austriaco infilò una serie di vittorie che gli consentirono di conquistare il titolo: a Monza successo di Regazzoni e Lauda campione in un pomeriggio indimenticabile. La vettura, progettata da Mauro Forghieri, fu la base di una nuova serie di monoposto contraddistinta dalla lettera T perchè era stato adottato un cambio trasversale. Il motore 12 cilindri orizzontali e contrapposti aveva iniezione ed accensione elettronica Dinoplex (un sistema che ha portato la Marelli a primeggiare nel settore della gestione dei propulsori di F1). 

 Telaio metallico ma di un tipo che si può chiamare “semimonoscocca”: sulla leggera struttura tubolare in acciaio era fissata rigidamente la carrozzeria di alluminio. Sospensioni indipendenti e freni a disco.

1976 - Titolo Costruttori

Ferrari 312 T2
Cilindrata unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,801  - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 495 CV a 12200
Peso Kg. 606 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 2.3.1975
Esemplari costruiti 7
Il 1976 sembra portare nuovamente alla conquista del titolo mondiale ma il 1° agosto sul circuito del Nűerburgring
in Germania un terribile incidente ferma il campione austriaco; la Ferrari non partecipa al Gran Premio d'Austria
e si presenta al quello d'Olanda solo con l'altro pilota Clay Regazzoni.

Niki Lauda si ripresenta al Gran Premio di Monza, e a quello del Giappone, ma non è ancora in perfetta forma
e nonostante i suoi sforzi è l'inglese Hunt ad aggiudicarsi il titolo mondiale piloti,
 mentre la Ferrari si aggiudica il titolo costruttori.

L'anno seguente, il 1977 è l'anno della rivincita di Niki Lauda che si impone nuovamente come campione del mondo conquistando anche il titolo costruttori, ma le polemiche con la Scuderia che in fondo ha un solo padrone lo costringono
 ad andarsene e nelle ultime due gare del campionato alla guida della Ferrari arriva uno sconosciuto canadese:
Gilles Villeneuve.


1976 - Ferrari 312 T2 F1
SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 312 T2 F1
Anno di Produzione

1976

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,15 Kg/Cv (1,1 - 1977)
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (180°) Telaio Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
80,0x49,6 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,3 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, 1 puntone, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Totale
2991,80 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 200 litri (2 laterali 1 centrale)
Rapporto di compressione 11,5:1 Pneumatici ant/post.

9,2-20,0-13/16,2-26,0-13

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas    
Accensione Singola elettronica Dinoplex Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2560 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1430/1450 mm
Potenza Max
500 Cv a 12200 g/min (512 - 1977)
Lunghezza 4316mm
Potenza Specifica
167,1 Cv/litro (171,1 - 1977)
Larghezza 1930mm
Altezza 1020mm
Trasmissione Peso a vuoto 575 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM

1977 - Titolo Piloti e Costruttori

       
Lauda Campione del Mondo - 1977

Esemplari costruiti 7

Sono passati  undici anni prima che l'Austriaco Nikolaus"Niki"Lauda conquisti il settimo Titolo Piloti per la Ferrari nel 1975, bissandolo poi nel 1977 e "saltando" per i noti motivi quello del 1976. Cinque vittorie, un secondo posto e due terzi posti, accompagnano l'ascesa al titolo di Niki nel 1975 con 64,5 punti, mentre nel 1977 (72 punti), conquisterà tre primi piazzamenti, sei secondi posti e un terzo posto, tanto per elencare i podi al suo attivo.
 Di grande temperamento si scontrerà più volte con Enzo Ferrari, specialmente dopo il ritiro al Gran Premio del Giappone del 1976, ritiro mai digerito da Ferrari, che fece vincere a James Hunt il Campionato del Mondo Piloti per un solo punto di scarto su Niki Lauda: 69 a 68. Lascierà il volante della rossa dopo il Gran Premio USA Est del 1977, ripresentandosi all'inizio stagione 1978 con una Brabham

Ferrari 312 T2 (1976-77)

Potente e stabile , un bel cavallino 

La 312 T2 segue ovviamente la 312 T: una monoposto così efficiente da durare per due stagioni è fatto raro in F1. In effetti nel 1976 avrebbe potuto dare a Lauda un altro titolo non fosse stato per il terribile incidente nel circuito del Nuerburgring. L’austriaco con molta forza d’animo riprese a correre in poco tempo e per un solo punto non riuscì a conquistare il mondiale, mentre la Ferrari otteneva facilmente quello riservato ai costruttori anche per merito dei risultati di Regazzoni.
Rispetto al modello precedente erano state apportate poche modifiche. In particolare, Forghieri aveva leggermente aumentato il passo per migliorare la stabilità in rettilineo e ridotto il peso di una quindicina di Kg.
Il motore era stato affinato e forniva qualche cavallo in più ma soprattutto una coppia meglio sfruttabile dal pilota. La 312 T2 era assai equilibrata tra potenza del motore e prestazioni del telaio. E nel 1977 Lauda e la Ferrari vinsero il Mondiale alla grande. In squadra Regazzoni fu sostituito da Reutemann. 

L’argentino sarebbe rimasto anche nel 1978 mentre Lauda consumava il suo divorzio con Maranello alla fine del 1977. 

SCHEDA TECNICA

Motore: centrale/traz.posteriore 
N/cilindri:
V12 di 180° 
Cilindrata:
2992 cc 
Potenza/Giri:
500 Cv/12.200 
Alimentazione:
Iniezione Lucas 
Telaio:
semimonoscocca 
Produzione:
1976-77 
Carrozzeria:
alluminio e compositi 
Cambio:
trasversale 5 rapporti 
Dimensioni:
cm 431x193x143 
Peso:
kg 592
Serbatoio:
200 litri 
Piloti:
Lauda, Regazzoni, Reutemann

                                                                1978
312 F 12 T 3
Piloti: Gilles Villeneuve - Carlos Reutemann
Cilindrata unitaria cm3 249,317  - Cilindrata totale cm3 2991,801  - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 510 CV a 12200
Peso Kg. 601 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  -Debutto G.P. del Sudafrica - Kyalami - 4.3.1978

Esemplari costruiti 5

1979 - Titolo Piloti e Costruttori



Digione Gran Premio di Francia 1979 :
Duello René Arnoux su Renault, Gilles Villeneuve su Ferrari


Esemplari costruiti 5


 Jody Scheckter

CAMPIONE DEL MONDO

Due anni dopo il trionfo e l'immediato divorzio da Maranello di Niki Lauda, ecco il sudafricano Jody Scheckter: l'"orso", come era chiamato nell'ambiente per il suo non troppo facile carattere. Jody vinse tre gran premi nel 1979: Belgio, Monaco, Italia che sommati ad un secondo posto ed altri piazzamenti a punti, gli garantiranno il titolo per il 1979 con 51 (60) punti in classifica generale.
Jody e Gilles, due grandi amici sulle piste e fuori dall'ambiente, amicizia che verrà ricambiata da Villeneuve, facendo da scudiero per tutta la stagione al sudafricano e aiutandolo alla conquista del titolo. Scheckter si ritirerà dal mondo della F1 dopo la stagione 1980, appagato ormai dal titolo conquistato nel 1979.

1979 - Ferrari 312 T4 F1


Jody Scheckter & Mauro Forghieri, Ferrari's Team Manager 1979




                                           SCHEDA TECNICA
Ferrari 312 T4 F1

1979

F1
Monoposto
320 Km/h
1,15 Kg/Cv (1,1 - 1977)
Motore
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (180°) Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
80,0x49,6 mm
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,31 cc
Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori verticali
Cilindrata Totale
2991,80 cc
A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro 175 - 190 litri
Rapporto di compressione 11,5:1

23/59-13 / 38/68-13

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas  
Accensione Singola elettronica Dinoplex MM
Raffreddamento Ad acqua 2700 mm
Lubrificazione A carter secco 1700/1600 mm
Potenza Max
515 Cv a 12200 g/min
4460mm
Potenza Specifica
172,2 Cv/litro
2120mm
1010mm
Trasmissione 590 Kg
Tipo Trazione posteriore

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 5rap+RM

Ferrari 312 T4 (1979)

Stabile in curva e in rettilineo 

A suo tempo si disse che Jody Scheckter era un pilota che Enzo Ferrari aveva fortissimamente voluto. Non sbagliava il costruttore: il sudafricano era forse meno spettacolare di Villeneuve ma offriva un comportamento più affidabile del compagno di squadra, almeno nell’ottica di un campionato. E fece centro con alcune vittorie e una serie di piazzamenti. 
Sicuramente merito anche della rossa di quel mondiale: nella classifica costruttori la Ferrari concluse con 113 punti contro i 75 della Williams. La 312 T4, penultima tappa nella evoluzione della serie “T”, fruiva di una serie di miglioramenti quali la monoscocca in alluminio (più rigida e leggera dei tubolari in acciaio) e sospensioni adattabili a qualsiasi circuito. In più, il motore, per il suo basso centro di gravità, consentiva alla vettura una eccellente tenuta in curva. Il passo, piuttosto lungo, favoriva la stabilità in rettilineo. C’è da ricordare che proprio sulla T4 la Ferrari sperimentò il primo cambio a comando elettroidraulico nella storia della F1.

Villeneuve, sorpreso della novità, sconsigliò di usarlo, anche perchè l’elettronica non era ancora a punto. 



Nel 1978 è la Lotus a primeggiare ma nel 1979 la Ferrari torna ad imporsi con la conquista
del titolo nel Gran Premio di Monza da parte del sudafricano Jody Scheckter.

Anni '80

ANNO 1980

312 T5

ANNO 1981

126 CK

ANNO 1982

126 C2

ANNO 1983

126 C2-B

126 C3

ANNO 1984

126 C4

ANNO 1985

156-85

ANNO 1986

F1-86

ANNO 1986

F1-87

ANNO 1987

F1-87

ANNO 1988

F1-87/88

ANNO 1989

F1-89



In questi anni la Renault inaugura l’era del turbo e la Ferrari li segue. Il 12 cilindri aspirato ha raggiunto la fine del suo ciclo di sviluppo e viene rimpiazzato dal nuovo 1500 V6 turbo. Come sempre il motore diventa il punto forte della vettura a scapito del telaio e dell’aerodinamica sviluppati ancora in maniera antiquata. La brillante guida di Gilles Villeneuve porta ancora molte vittorie alla Ferrari nel 1981 ma è evidente che il telaio deve essere completamente ridisegnato per poter competere per il titolo del mondo. A metà stagione entra nel team Harvey Postlewaite il cui scopo è quello di costruire un telaio innovativo per la stagione successiva. Postlewaite vorrebbe costruire un telaio di fibra di carbonio ma è costretto a ripiegare su altri materiali a causa dell’inesperienza della Ferrari nella lavorazione di queste nuove leghe. Anche se con un telaio non del tutto decente, le aspettative per il 1982 sono alte ma si conclude tutto in tragedia con la morte del pilota di punta, il grande Villeneuve, e il durissimo incidente che costringe il secondo pilota Didier Pironi, ad abbandonare il mondo della Formula 1. Con il ritiro del suo ultimo campione del mondo, Jody Scheckter, Ferrari non ha piloti di punta da far salire sulle proprie vetture e passeranno anni prima che ne trovino uno. In questo ventennio gli unici anni degni di nota sono il 1982 e 83 quando la scuderia conquista il titolo costruttori.

Enzo Ferrari non riuscirà più a vedere la sua squadra campione del mondo; muore infatti nel 1988 all’età di 90 anni. La scuderia continua comunque nell’intento anche grazie a due grandi nomi, Alain Prost e Nigel Mansell.
L’AVIATORE GILLES VILLENEUVE
È il 1978 e al posto di Lauda arriva Gilles Villeneuve. Reutemann lotterà invano per il titolo contro la Lotus di Mario Andretti. Villeneuve passa un anno a demolire monoposto con voli che gli costarono il soprannome “L’Aviatore".

L’anno seguente, Reutemann passa alla Lotus e il suo posto è preso da Jody Scheckter. È l’anno della prima vittoria di Villeneuve in Sud Africa, poi bissata nel GP degli USA, ma anche del favoloso duello ruota contro ruota tra il canadese e la Renault di Arnoux nel GP di Francia a Digione. La Ferrari torna a vince il titolo piloti con Scheckter.

Negli anni seguenti la Rossa non riesce a riaffermarsi al vertice vincendo solo due gare nel 1981, ma è il 1982 a dare un’ennesimo colpo al cuore a tutti gli sportivi.

Tutto inizia nella quarta gara del mondiale, il GP di San Marino a Imola, con i due ferraristi, Pironi (arrivato in Ferrari nel 1981) e Villeneuve, al comando. Dal box viene mostrato un cartello “Show +45", i due lo interpretano diversamente. Per Villeneuve, al comando, significa congelamento delle posizioni fino alla bandiera a scacchi, per Pironi un via libera per passare tranquillamente davanti al compagno e vincere la gara. Il francese passa in testa, Villeneuve si sente sfidato e così i due si ingaggiano un duello fino all’ultimo giro, che viene vinto da Pironi. Villeneuve è in collera con il compagno, si sente derubato e tradito.

L’8 maggio 1982, nella gara successiva a Zolder (Belgio), Villeneuve tenta l’ultimo giro veloce per scavalcare in classifica il compagno di team, ma durante una piega a sinistra non riesce ad evitare la March di Jochen Mass. La monoposto del canadese prende il volo, il pilota viene catapultato fuori andando a sbattere contro un paletto a bordo pista. Per Gilles non c’è scampo, verrà dichiarato morto alle 21:12.

La tragedia non finisce qui, nelle prove del GP di Germania, ad Hockenheim, Pironi (leader del campionato) nella nube d’acqua in pista, non si accorge della Renault di Prost e gli va a sbattere contro. Pironi riporta gravi ferite agli arti inferiori.
 Il francese non potrà mai più guidare
1980
312 T 5 F 12
Piloti: Jody Scheckter - Gilles Villeneuve

Cilindrata unitaria cm3 249,317 - Cilindrata totale cm3 2991,801 - N° e Disposizione Cilindri 12 a 180° boxer
Disposizione motore posteriore - Tipo 015  - Iniezione indiretta Lucas  - HP/giri min. 515 CV a 12300
Peso Kg. 611 con acqua e olio  - Velocità Km/h. n.d.  - Debutto G.P. d'Argentina - 13.1.1980

Esemplari costruiti 6
1981
126 CK V6 T
Piloti: Gilles Villeneuve - Didier Pironi

Anno di attività : 1981

Motore tipo 02, 6 cilindri a 120 gradi collocato posteriormente, basamento e teste in lega leggera, canne cilindro
in alluminio riportate, raffreddato ad acqua  - Alesaggio e corsa 81 x 48,4 mm  - Cilindrata unitaria e totale 249.40/1496,43 cc
Rapporto di compressione 6,7:1  - Potenza massima CV 580 a 11.500 giri/minuto
Distribuzione 4 valvole per cilindro,2 alberi a camme per fila di cilindri, comando ad ingranaggi situato posteriormente
Alimentazione forzata, 2 turbo KKK in posizione superiore, iniezione indiretta Lucas-Ferrari
Accensione mono, elettronica a scarica capacitiva "Raceplex" della Magneti Marelli  - Lubrificazione forzata, carter a secco
Trasmissione posteriore, frizione a dischi multipli, cambio tipo 021 a 5 velocità + RM, trasversale in blocco unico
 con il differenziale autobloccante  - Rapporti del cambio variabili secondo il circuito di gara
Telaio tipo 024, scocca autoportante, pannelli in alluminio rivettati su struttura in lega leggera di varie sezioni e centine
in fusioni di lega leggera  - Sospensione anteriore quadrilateri deformabili: bilanciere superiore, triangolo inferiore, gruppi molla/ammortizzatore entro bordo Sospensione posteriore quadrilateri deformabili: braccio superiore, trapezio inferiore,
 un puntone centrale  - Freni a dischi Brembo autoventilati in ghisa sulle ruote, pinze Lockheed
Sterzo a cremagliera  - Lunghezza 4.468 mm Larghezza 2.110 mm Altezza 1.025 mm
Passo e carreggiate ant. e post. 2.719/1.761/1.626 mm Peso in ordine di marcia 600 kg
Pneumatici ant. 22/59-13", Michelin Pneumatici post. 38/66-13", Michelin  -Ruote componibili, ant. 11 x 13", post. 16/16,5 x 13"
Serbatoio 210 litri, centrale (benzina NO 98/100)  -Carrozzeria : in materiali compositi

Esemplari construiti 8


1982 - Ferrari 126 C2 F1




SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 126 C2 F1
Anno di Produzione

1982

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,00 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Cent. longitudinale 6cil. a V (120°) Telaio Monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati
Alesaggio x Corsa
81,0x48,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle ammortizzatori entrobordo
Cilindrata Unitaria
249,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti, quadrilateri deformabili, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici
Cilindrata Totale
1496,43 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 240 litri
Rapporto di compressione 6,5:1 Pneumatici ant/post.

23-10,05/13 / 26-15,05/15

Alimentazione Iniezione indiretta Lucas 2 turbo KKK    
Accensione Singola elettronica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2657 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1787/1644 mm
Potenza Max
580 Cv a 11000 g/min
Lunghezza 4333 mm
Potenza Specifica
387,5 Cv/litro
Larghezza 2110 mm
Altezza 1025 mm
Trasmissione Peso a vuoto 595 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col differenziale 5rap+RM

“126 C3"
1982 -1983 - Titolo Costruttori




 Piloti:
Didier Pironi -  Patrik Tambay - René Arnoux

Ferrari 126 C2 (1982)

Grande Vettura, ma annata nera
Il 1982 avrebbe potuto portare alla Ferrari il Mondiale. La monoposto appariva competitiva come non mai: dopo due anni di sviluppo, la 126 turbo C2 era a punto e i piloti caricatissimi, fin troppo.  Villeneuve e Pironi erano due giovani leoni decisi ad imporsi e lo si vide a Imola nel GP di San Marino, vinto a “sportellate” dal francese sul compagno di squadra. poi, nelle prove del GP del Belgio la tragedia di Villeneuve,forse nel tentativo di dimostrare quanto valesse. Arrivava Tambay a sostituire lo sfortunato canadese, e la rossa continuò a fornire ottimi risultati (la Ferrari si aggiudicò il titolo costruttori). Ma Pironi aveva a sua volta un incidente in prova. 
Al suo posto fu assunto Andretti per le ultime gare della stagione. Sul piano tecnico la Ferrari aveva scelto la soluzione delle strutture in materiali compositi mentre per il motore aveva condotto una ricerca avanzata con un inedito compressore a onde sonore (il Brown Boveri), preferendo poi continuare con i classici turbo KKK: dal canto suo la Magneti Marelli

metteva a punto nuovi e perfezionatissimisistemi di gestione elettronica sia per l’accensione che per l’iniezione.





1984 - 1985

156/85 V 6 T

 Motori sovralimentati di 1500 cm3
 consumo max. per GP: 220 litri

Piloti: René Arnoux - Michele Alboreto

Cilindrata unitaria cm3 249,40 Cilindrata totale cm3 1496,43  - N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 120°
Disposizione motore posteriore turbocompresso KKK - Tipo 031
Iniezione elettronica digitale Weber-Marelli HP/giri min. 780 CV a 11000 in gara - Pres.max.3,6 bar
Peso Kg. 548 con acqua e olio Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Brasile a Rio - 7.4.1985

Esemplari costruiti 9




1986 1987

F 187 V 6 T
Piloti: Michele Alboreto - Gerhard Berger


1987 - Ferrari F1/87


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1/87
Anno di Produzione

1987

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 330 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,6 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 6cil. a V (90°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
81x48,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod>
Cilindrata Unitaria
249,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod>
Cilindrata Totale
1496,4 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 195 litri
Rapporto di compressione 8:1 Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione digitale Weber-Marelli 2Turbo Garrett    
Accensione Singola elettronica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2800 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1791/1673 mm
Potenza Max
880 Cv a 11500 g/min
Lunghezza 4280 mm
Potenza Specifica
588 Cv/litro
Larghezza 2120 mm
Altezza 1000 mm
Trasmissione Peso a vuoto 542 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 6rap+RM
 

1987 - motori turbo di 1500 cm3 - pressiome max. 4 bar - consumo 195 litri 
Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo libero -  rifornimento vietato


Cilindrata unitaria cm3 249,40 Cilindrata totale cm3 1496,43 N° e Disposizione Cilindri 6 a V di 90°
Disposizione motore posteriore turbocompresso Garret - Tipo 033/D  - Iniezione elettronica digitale Weber-Marelli
HP/giri min. 880 CV a 11500 in gara - Pres.max.4 bar  - Peso Kg. 542 con acqua e olio Velocità Km/h. n.d.
Debutto G.P. del Brasile a Rio - 12.4.1987  - Varianti successive: 1987 - 910 CV a 11500 in gara - 4 bar
980 CV a 11500 g/m in qualifica





LA MORTE DEL DRAKE

Nel 1988 la Ferrari è in gran lutto, muore infatti il grande Enzo Ferrari,
l’uomo che ha saputo trasformare
 la propria passione in un mito.
Nel week-end successivo i suoi piloti lo onoreranno con una favolosa doppietta nel GP d’Italia firmata
Gerhard Berger e Michele Albereto.



1988
F 187/88C V 6



Piloti: Michele Alboreto - Gerhard Berger




1988 - Ferrari F1/87 - 88C






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1/87-88C
Anno di Produzione

1988

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 310 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,1 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 6cil. a V (90°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
81x48,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod>
Cilindrata Unitaria
249,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a tirante o <pull-rod>
Cilindrata Totale
1496,4 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 150 litri
Rapporto di compressione 10:1 Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione elettronica Weber-Marelli    
Accensione Singola elettronica statica Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2800 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1791/1673 mm
Potenza Max
620 Cv a 12500 g/min
Lunghezza 4280 mm
Potenza Specifica
414,3 Cv/litro
Larghezza 2120 mm
Altezza 1000 mm
Trasmissione Peso a vuoto 542 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 6rap+RM



1989
640 V 12
Piloti: Gerhard Berger - Nigel Mansell


Ferrari 640 prima versione (Vittoria nel GP del Brasile 1989)

1989 - 1993 - Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo libero - rifornimento vietato

1989 - Ferrari F1-89


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1-89
Anno di Produzione

1989

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 310 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,8 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (65°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
84x52,6 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
291,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
3497,96 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 5 per cilindro Serbatoio Carburante 195 - 205 litri 2 laterali 1 centrale
Rapporto di compressione 11,5:1 Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione elettronica Weber-Marelli    
Accensione Singola elettronica statica Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2830 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1800/1675 mm
Potenza Max
600 Cv a 12500 g/min
Lunghezza 4400 mm
Potenza Specifica
171,5 Cv/litro
Larghezza 2130 mm
Altezza 950 mm
Trasmissione Peso a vuoto 505 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 7rap+RM
 
Esemplari costruiti 7


Anni '90

ANNO 1990

F1-90

ANNO 1991

F1-91

ANNO 1992

F92 A

F92 AT

ANNO 1993

F93 A

ANNO 1994

412 T1

ANNO 1995

412 T2

ANNO 1996

F310

ANNO 1997

F310B

ANNO 1998

F300

ANNO 1999

F399

ANNO 2000

F1-2000


Con la scomparsa di Enzo Ferrari una nuova figura torna per prendere il suo posto nella gestione del Team:
Luca Cordero di Montezemolo, che inizia la lunga e difficile ricostruzione.


La quota azionaria della Fiat aumenta fino al 90%, (anche se l'Azienda per la sua specialissima attività mantiene una forte autonomia) ed è grazie al suo impegno e all'appoggio della Malboro che la scuderia nel '93 ingaggia Jean Todt come Direttore Sportivo direttamente dalla direzione del team Peugeot che ha vinto la 24 ore di Le Mans e si porta dietro Niki Lauda come consulente tecnico. L’arrivo nel 1996 del due volte campione del mondo Michael Schumacher e, nel 1997, di Ross Brawn e Rory Byrne dalla Benetton completano uno dei più grandi team mai visti. Sul tedesco Michael Schumacher sono puntate tutte le speranze di rinascita. La macchina non è ancora delle migliori, ma grazie a Schumy arrivano 3 vittorie importanti: Spagna, Belgio e Italia che rivede la rossa sul podio dopo 8 anni.
La squadra prenditutto ha preso forma.

Il primo successo sembra arrivare nel 1999, ma l'incidente di Silverstone toglie a Schumacher la possibilità di conquistare il titolo piloti, portando comunque il titolo costruttori alla Scuderia di Maranello.

Nel 1989 arriva il “Leone" Nigel Mansell al posto di Albereto. L’inglese vince due gare mentre Berger una. Ma la grande novità di quell’anno è la Ferrari “640" denominata “Papera" con cambio semiautomatico a comandi dietro il volante ideato da Barnard. Una novità tecnica che nel corso degli anni tutti i team adotteranno.

Nel 1990 la Ferrari punta al titolo; al posto di Berger arriva il campione del mondo in carica Alain Prost, e sempre dalla McLaren arrivano i tecnici Nichols e Gordon Murray. La Ferrari conquista sei vittorie, di cui cinque con Prost, che arriva all’ultima gara a giocarsi il titolo con Ayrton Senna (McLaren). Prost è in pole ma alla prima curva Senna trascina il francese nella via di fuga.

Per i due è ritiro immediato e il titolo va a Senna, che si riprende il titolo vinto da Prost l’anno prima con una mossa analoga.

Sono così undici gli anni di digiuno dal titolo mondiale piloti. Il 1991 è la prima stagione in cui la Ferrari fornisce ad un’altra scuderia (Minardi) i propri motori. Il posto di Mansell viene preso dal giovane francese Jean Alesi.

La stagione è ben diversa da quella precedente, in Ferrari crescono le divergenze e gli scontri interni, così a farne le spese per primo e’ Cesare Fiorio, che viene allontanato dopo un litigio con Prost, ma anche il francese prima dell’ultima gara viene sostituito dal giovane Gianni Morbidelli.

Nel 1992 la fornitura dei propulsori di Maranello passa dalla Minardi alla Dallara. Viene ingaggiato Ivan Capelli al fianco di Alesi. Nell’anno successivo Capelli è sostituito da Berger, che ritorna in Ferrari.

Per rivedere un successo targato Ferrari bisogna aspettare il 1994 con Berger nel GP di Germania a Hockenheim. Nel 1995 ancora un solo successo, questa volta a vincere per la prima e unica volta con una Rossa, è Alesi in Canada, mentre viene sfiorata una storica doppietta a Monza svanita per inconvenienti tecnici.




1990 - Ferrari F1 641






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1 641
Anno di Produzione

1990

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 310 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (65°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
84x52,6 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
291,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
3497,96 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 5 per cilindro Serbatoio Carburante 220 litri 2 laterali 1 centrale
Rapporto di compressione 12,5:1 Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione indiretta elettronica Marelli    
Accensione Singola elettronica statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2855 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1800/1675 mm
Potenza Max
680 Cv a 12750 g/min
Lunghezza 4460 mm
Potenza Specifica
194,4 Cv/litro
Larghezza 2130 mm
Altezza 1000 mm
Trasmissione Peso a vuoto 503 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 7rap+RM
 



1990 1991
643 F1
Piloti: Nigel Mansell - Alain Prost




Ferrari F1-90 (1990)

La Rossa della centesima vittoria 

La prima era del progettista inglese John Barnard si era conclusa con la messa a punto laboriosa di una vettura innovativa: la Ferrari per prima aveva realizzato un cambio a selezione semiautomatica che interagiva col pilota facilitando la guida. E nel 1990 la rossa (siglata 640 dal numero di progetto del telaio) era a punto come motore (molto potente), aerodinamica e tenuta di strada.
Prost, che aveva già vinto due corse (Brasile e Messico), con il successo nel GP di Francia portò a Maranello la centesima vittoria nel mondiale piloti. Il francese era bene avviato a lottare con Senna per il titolo.
Ma la stagione si concluse in modo amaro. Prima un “malinteso” col compagno di squadra Mansell in Portogallo e poi uno speronamento da parte del brasiliano all’ultima e decisiva prova, in Giappone, lasciarono Prost e la Ferrari in bianco. Peccato, perchè in questo decennio la Ferrari è stata all’avanguardia dell’innovazione con il cambio semiautomatico, con il perfezionamento dei freni e con gli studi in aerodinamica. 

Però, l’avvicendarsi di molti tecnici stranieri ha forse finito per privilegiare la ricerca a scapito dell’efficienza in gara 





1991 - Ferrari F1 642 e F1 643


Nigel Mansell





SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1 642 e F1 643
Anno di Produzione

1991

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv (0,6 - 643)
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (65°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
86x50,2 mm (88x47,9 - 643)
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
291,6 cc (291,3 - 643)
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili,molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
3499,2 cc (3496 - 643)
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 5 per cilindro Serbatoio Carburante 215 litri 2 laterali 1 centrale
Rapporto di compressione 13:1 (13,5:1 - 643) Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione elettronica Weber - Marelli    
Accensione Singola elettronica statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2881 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1800/1675 mm
Potenza Max
720 Cv a 13800 g/min ( 735 - 643)
Lunghezza 4400 mm
Potenza Specifica
- Cv/litro
Larghezza 2130 mm
Altezza 1004 mm
Trasmissione Peso a vuoto 505 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 7rap+RM
 



1992 1993
F 93 A V 12 -
 Piloti: Jean Alesi - Gerhard Berger




1993 - Ferrari F93A F1



SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F93A F1
Anno di Produzione

1993

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (65°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
- mm
Sospensioni Ant. Idraulica a controllo elettronico , quadrilateri deformabili, molle elicoidali, molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
291,3 cc
Sospensioni Post. Idraulica a controllo elettronico , quadrilateri deformabili, molle elicoidali, molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
3497,96 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 5 per cilindro Serbatoio Carburante 225 litri
Rapporto di compressione 13:1 Pneumatici ant/post.

25-10-13 / 26-15-13

Alimentazione Iniezione indiretta Marelli-Weber    
Accensione Singola elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2930 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1690/1605 mm
Potenza Max
730 Cv a 14700 g/min
Lunghezza 4350 mm
Potenza Specifica
- Cv/litro
Larghezza 1995 mm
Altezza 995 mm
Trasmissione Peso a vuoto 505 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 6rap+RM



1994 1995
412 T 1 B V 12
Piloti: Jean Alesi - Gerhard Berger


1994 - Motori atmosferici di 3500 cm3 - consumo e rifornimento libero


1994 - Ferrari 412 T1 e T1B


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 412 T1 e T1B
Anno di Produzione

1994

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,6 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (65°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
- mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
291,4 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
3497,96 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 200 litri
Rapporto di compressione - Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elet. digitale Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2950 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1690/1605 mm
Potenza Max
780 Cv a 15000 g/min
Lunghezza 4495,5 mm
Potenza Specifica
- Cv/litro
Larghezza 1995 mm
Altezza 995 mm
Trasmissione Peso a vuoto 505 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 6rap+RM

Esemplari costruiti 10


1995 - Ferrari 412 T2 F1







SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari 412 T2 F1
Anno di Produzione

1995

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 310 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,8 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 12cil. a V (75°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
- mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
249,7 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
2997,3 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 140 litri
Rapporto di compressione 12,8:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2915 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1690/1605 mm
Potenza Max
700 Cv a 17000 g/min
Lunghezza 4380 mm
Potenza Specifica
233,5 Cv/litro
Larghezza 1995 mm
Altezza 980 mm
Trasmissione Peso a vuoto 595 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio


L’INIZIO DELL’ERA SCHUMACHER

L’anno che segue è l’anno della svolta in Ferrari. Arriva il due volte campione del mondo Michael Schumacher dalla Benetton, alla quale vengono ceduti Berger e Alesi, fiancheggiato da Eddie Irvine.
Il 1996 vede trionfare Schumacher per ben tre volte in Spagna, sotto il diluvio, in Belgio, a Spa e a Monza battendo proprio l’ex ferrarista Alesi. Si capisce che la vettura non è a livello della dominatrice Williams, ma si comincia a lavorare nella direzione giusta, anche grazie ai tecnici arrivati dalla Benetton e portati in Ferrari dallo stesso Schumacher.
Nella stagione seguente il lavoro dei tecnici, e il talento del campione tedesco, cominciano a dare i loro frutti.
Schumacher riesce a lottare per il titolo contro Jacques Villeneuve, figlio di Gilles, nonostante non abbia ancora una monoposto a livello della Williams. Il tedesco perderà il titolo all’ultima gara, prima della quale era al comando della classifica piloti, dopo un contatto nel disperato tentativo di non farsi superare da Villeneuve.
Gli anni di digiuno aumentano ma si capisce che la Ferrari sta crescendo e sta tornando a grandi livelli.
Nel 1998 esordiscono le gomme scanalate, introdotte dalla FIA per diminuire la velocità in curva e migliorare la sicurezza.
Il nuovo avversario della Ferrari è la McLaren motorizzata Mercedes. Schumacher si migliora ancora portando da cinque a sei le vittorie stagionali. L’anno sembra quello buono, Schumacher riesce a giocarsela con le “Frecce d’argento", ma la stagione, si decide a favore di Mika Hakkinen in due occasioni.
Al GP del Belgio (Spa), la gara si corre sul bagnato, Hakkinen esce di scena presto mentre Schumacher domina la corsa, ma al momento di doppiare David Coulthard (McLaren) non si capisce con lo scozzese e lo tampona. Schumacher deve rinunciare a dieci punti facili. Al ritorno nei box il pilota tedesco innesca una “quasi" rissa nel box McLaren accusando Coulthard di avergli tagliato la strada apposta.
Si arriva così all’ultimo gran premio, in Giappone. Schumacher domina le prove aggiudicandosi la pole, ma la domenica, al momento della partenza del giro di allineamento, fa spegnere la sua Ferrari e così è costretto a partire dall’ultima posizione.
Il ferrarista tenta la disperata rimonta, ma una volta raggiunta la terza posizione deve ritirarsi per un problema a una gomma posteriore. Forse senza questi due inconvenienti le cose sarebbero andate diversamente.
L’anno successivo è ancora lotta Ferrari – McLaren. Come da pronostico a giocarsi il titolo sono Schumacher e Hakkinen,
 ma nel primo giro del GP d’Inghilterra (Silversone), Schumacher nel tentativo di superare Irvine va dritto alla curva Stowe
e impatta violentemente contro le protezioni a bordo pista.
Il responso medico è frattura della tibia. Per il tedesco finiscono le speranze per il titolo mondiale e forse anche per tutti
i ferraristi, ma a vincere quel gran premio è Irvine, che da li in poi, aiutato anche dal compagno Mika Salo (che prende il posto
 del tedesco), lotterà fino alla fine con Hakkinen per la conquista del titolo.
 Dalla penultima gara, in Malesia, torna Schumacher ad aiutare Irvine e proprio il tedesco gli regala la vittoria
 in quello stesso gran premio.
In Giappone però a vincere è ancora Hakkinen con Schumacher secondo e Irvine ben lontano dalla lotta delle prime posizioni. Per molti la Ferrari non ha dato il 100% per permettere ad Irvine, in partenza l’anno seguente destinazione Jaguar,
di vincere il titolo. Per i ferraristi è di nuovo delusione, ma nessuno può immaginare cosa riserva per loro il futuro.

1995 - 2000 - Motori atmosferici di 3000 cm3 - consumo e rifornimento libero


1996 1997  -  F 310 V 10
Piloti: Eddie Irvine - Michael Schumacher



1996 - Ferrari F310



SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F310
Anno di Produzione

1996

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,8 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (75°) Telaio Monoscocca in fibre di carbonio
Alesaggio x Corsa
90x47,2 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Unitaria
249,8 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod>
Cilindrata Totale
2998,1 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 140 litri
Rapporto di compressione - Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Magneti Marelli    
Accensione Singola iniezione elettronica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2900 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1690/1650 mm
Potenza Max
700 Cv a 16000 g/min
Lunghezza 4355 mm
Potenza Specifica
233,4 Cv/litro
Larghezza 1995 mm
Altezza 970 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 6rap+RM





1997 - Ferrari F310B


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F310B
Anno di Produzione

1997

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 325 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,8 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (75°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
- mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> con molla elicoidale e ammortizzatore parallelo
Cilindrata Unitaria
299,8 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone o <push-rod> con molla elicoidale e ammortizzatore parallelo
Cilindrata Totale
2998,1 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 140 litri
Rapporto di compressione 12,8:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Magneti Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2935 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1690/1605 mm
Potenza Max
750 Cv a 17000 g/min
Lunghezza 4358 mm
Potenza Specifica
250 Cv/litro
Larghezza 1995 mm
Altezza 968 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 7rap+RM



Ferrari F310B (1997)

La quarantreesima monoposto Ferrari

La F310B è la quarantatreesima monoposto realizzata dalla Ferrari per gareggiare nel Campionato del Mondo Conduttori e Costruttori.La vettura è equipaggiata con un motore 10 cilindri a V di 75°. 
La sua sigla richiama con la lettera B la diretta evoluzione del modello dello scorso anno,della quale è una versione riveduta e corretta..Le principali innovazioni tecniche sono rappresentate in campo aerodinamico dalla riduzione della sezione frontale con l’adozione già in fase progettuale del muso rialzato,nonché del miglioramento del centro di pressione aerodinamico e della riduzione di peso delle masse non sospese.
In campo motoristico la riduzione di peso e di baricentro hanno portato un miglioramento dei consumi ed un incremento di potenza massima relativa. Migliorie sono state apportate al funzionamento del differenziale autobloccante a controllo elettronico,parimenti anche il sistema frenante grazie anche all’applicazione di nuovi materiali di derivazione aerospaziale.Le sospensioni sono studiate per avere la massima flessibilità in fase di set-up.Il cambio dotato di 7 rapporti+Rm.è un trasversale scatolato.

Questa è l’ultima realizzazione dell’inglese John Barnard, il quale si è avvalso sia in fase di progettazione che di costruzione dell’antenna tecnologica d’oltremanica,FDD.





Maranello - 7 gennaio 1998 inaugurazione galleria del vento
Una galleria del vento è un'apparecchiatura che viene utilizzata in laboratorio per studiare l'andamento di un flusso di un fluido
(tipicamente aria) attorno ad un corpo, simulandone l'interazione con buona approssimazione alla realtà.


1998 - Ferrari F300


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F300
Anno di Produzione

1998

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni                         Velocità max 325 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 1,9 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (80°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
94x43,1 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone, molla di torsione
Cilindrata Unitaria
299,8 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, comando molleggio a puntone, molla di torsione
Cilindrata Totale
2998,3 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 200 litri
Rapporto di compressione 13,3:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica digitale Magneti    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

2935 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1490/1405 mm
Potenza Max
760 Cv a 17600 g/min
Lunghezza 4340 mm
Potenza Specifica
253,5 Cv/litro
Larghezza 1795 mm
Altezza 961 mm
Trasmissione Peso a vuoto 500 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 7rap+RM
 



Titolo Costruttori

1999
Piloti: Eddie Irvine - Michael Schumacher

F 399

Eddie Irvine al Gran Premio del Canada 1999

1999 - Ferrari F399 F1


SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F399 F1
Anno di Produzione

1999

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni                        Velocità max 325 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (80°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
96x41,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, molleggio a puntone
Cilindrata Unitaria
299,7 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , quadrilateri deformabili, molleggio a puntone
Cilindrata Totale
2997 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 200 litri
Rapporto di compressione 13,3:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica digitale Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

3000 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1490/1405 mm
Potenza Max
800 Cv a 17600 g/min
Lunghezza 4387 mm
Potenza Specifica
267 Cv/litro
Larghezza 1795 mm
Altezza 961 mm
Trasmissione
Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

3 dischi in carbonio
Cambio In blocco col motore 7rap+RM


Ferrari F399 (1999)


La F399 è la quarantacinquesima monoposto realizzata dalla Ferrari per gareggiare nel Campionato del Mondo Conduttori e Costruttori,la quarta equipaggiata con un propulsore a 10 cilindri. 
Il suo nome indica la cilindrata totale (3 litri) e anno di partecipazione al Mondiale.Grazie anche alla sostanziale stabilità del regolamento tecnico,la vettura, che è stata interamente progettata e costruita a Maranello, rappresenta un’evoluzione di quella che ha disputato la stagione precedente,da cui la differenziano le nuove sospensioni,il baricentro più basso e l’incrementata efficienza aerodinamica,frutto del lavoro di ricerca e sviluppo effettuato nella nuova galleria del vento. Il motore 048 è a sua volta un’evoluzione del propulsore impiegato nel 1998.Anche per migliorare la stabilità della vettura,il baricentro dello 048 è stato abbassato grazie a modifiche effettuate sulla parte inferiore del basamento.Esso inoltre è più leggero e potente.I terminali dei collettori di scarico sono rivolti verso l’alto.Il cambio è un sequenziale longitudinale a sette rapporti+retromarcia di diretta derivazione dell’unità che ha fatto il proprio debutto nella passata stagione.

Peso e dimensioni sono estremamente ridotti per migliorare la distribuzione dei pesi e l’efficienza aerodinamica della vettura. 




2000 - Ferrari F1 2000








SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1 2000
Anno di Produzione

2000

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (90°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
96x41,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Unitaria
299,6 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Totale
2996,6 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A pignone e cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 141 litri
Rapporto di compressione 13,2:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

3010 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1490/1405 mm
Potenza Max
810 Cv a 17600 g/min
Lunghezza 4397 mm
Potenza Specifica
270,3 Cv/litro
Larghezza 1795 mm
Altezza 959 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio
In blocco col motore 7rap+RM


2001 - Ferrari F2001 F1






SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F2001 F1
Anno di Produzione

2001

Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 320 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (90°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
96x41,4 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Unitaria
299,6 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Totale
2996,6 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A pignone e cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante 141 litri
Rapporto di compressione 13,4:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

3010 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1470/1405 mm
Potenza Max
840 Cv a 18000 g/min
Lunghezza 4445 mm
Potenza Specifica
280,3 Cv/litro
Larghezza 1796 mm
Altezza 959 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 7rap+RM



2002 - Ferrari F1 2000



SCHEDA TECNICA
Modello Ferrari F1 2002
Anno di Produzione 2002
Gategoria F1
Corpo Vettura Monoposto
Prestazioni
Velocità max. 330 Km/h
Rapporto Peso/Potenza 0,7 Kg/Cv
 
Motore Autotelaio
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (90°) Telaio Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
97x40,5 mm
Sospensioni Ant. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Unitaria
299,7 cc
Sospensioni Post. Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Totale
2997 cc
Freni A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa Sterzo A pignone e cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro Serbatoio Carburante - litri
Rapporto di compressione 13,4:1 Pneumatici ant/post.

-

Alimentazione Iniezione elettronica Marelli    
Accensione Elettronica Statica Marelli Dimensione e Peso
Raffreddamento Ad acqua

Passo

3050 mm
Lubrificazione A carter secco Carreggiata ant./post. 1470/1405 mm
Potenza Max
850 Cv a 18000 g/min
Lunghezza 4495 mm
Potenza Specifica
283,6 Cv/litro
Larghezza 1796 mm
Altezza 959 mm
Trasmissione Peso a vuoto 600 Kg
Tipo Trazione posteriore  

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 7rap+RM
 



2003 - Ferrari F2003 GA





Ferrari F2003 GA
2003
F1
Monoposto
360 Km/h
0,75 Kg/Cv
 
Motore
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (90°) Monoscocca in materiali compositi
Alesaggio x Corsa
97x40,5 mm
Ruote indipendenti , doppi triangoli sovrapposti, puntone e molla di torsione
Cilindrata Unitaria
299,7 cc
Ruote indipendenti , puntone e molla di torsione
Cilindrata Totale
2997 cc
A disco
Distribuzione Bialbero a camme in testa A pignone e cremagliera
Numero valvole 4 per cilindro - litri
Rapporto di compressione 13,3:1

-

Alimentazione Iniezione elettronica Marelli  
Accensione Elettronica Statica Marelli
Raffreddamento Ad acqua - mm
Lubrificazione A carter secco 1470/1405 mm
Potenza Max
830 Cv a - g/min
4545 mm
Potenza Specifica
277 Cv/litro
959 mm
980 mm
Trasmissione 600 Kg
Tipo Trazione posteriore

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 7rap+RM



2004 - Ferrari F2004 F1



 
Motore
Tipo Post. longitudinale 10cil. a V (90°)
Alesaggio x Corsa
- mm
Cilindrata Unitaria
299,7 cc
Cilindrata Totale
2997 cc
Distribuzione Bialbero a camme in testa
Numero valvole 4 per cilindro
Rapporto di compressione -
Alimentazione Iniezione elettronica MagnetiMarelli
Accensione Elettronica statica MagnetiMarelli
Raffreddamento Ad acqua
Lubrificazione A carter secco
Potenza Max
900 Cv a 18800 g/min
Potenza Specifica
300 Cv/litro
Trasmissione
Tipo Trazione posteriore

Frizione

Multidisco
Cambio In blocco col motore 7rap+RM



MONDIALI VINTI


1952

Ferrari 500 F2

1953

Ferrari 553 F2

1956

Ferrari D 50

1961

Ferrari 156 F1

1964

Ferrari 158 F1

1975

Ferrari 312 T

1976

Ferrari 312 T2

1977

Ferrari 312 T2

1979

Ferrari 312 T4

1982

Ferrari 126 C2

1983

Ferrari 126 C3

1999

Ferrari F 399

2000

Ferrari F1-2000

2001

Ferrari F2001

2002

Ferrari F2002

2003

Ferrari F2003-GA

2004

Ferrari F2004

2007

Ferrari F2007

2008

Ferrari F2008




I TITOLI SFUGGITI ALLA FERRARI

La Ferrari, come si sa, nel bene e nel male è sempre stata protagonista indiscussa del Mondiale di Formula 1 e di certo non manca di far discutere gli appassionati e i tifosi. Nella stagione 2015, anche se è ancora presto per dare giudizi, pare che parta con un pronostico favorevole, ma per evitare facili entusiasmi proponiamo una breve retrospettiva su quelli che, forse, sono state le sconfitte più amare della storia rossa.

Partiamo con quella forse più recente, targata 2012, dove Fernando Alonso, prima dello sciagurato Gran Premio del Belgio in cui è vittima dell’incidente causato da Grosjean, ha un vantaggio di 40 punti su Vettel. Dopo quell’incidente, in cui lo spagnolo rischierà seriamente, Vettel arriverà secondo in quella gara e inizierà progressivamente a erodere il vantaggio che lo spagnolo ha su di lui, vincendo 4 gare consecutive che lo portano in orbita
alomassabrasile2013   Emblematica la gara giapponese, in cui il ferrarista è costretto a ritirarsi subito, mentre Vettel va agevolmente a vincere e recupera 25 punti sullo spagnolo. Si arriva all’epilogo in Brasile con il 2 volte iridato che parte dalla seconda fila e sembra avere gioco facile sullo spagnolo, però al via c’è un incredibile colpo di scena, con Vettel che viene spedito in testacoda e deve rimontare dal fondo. Con il tedesco in difficoltà, sembra che per i ferraristi la strada verso il titolo sia  spianata, visto che ad Alonso basta il secondo posto. Ma gli strateghi della Ferrari non hanno fatto i conti con la rimonta di Seb, che sopperisce agli errori di strategia del suo box e riesce a portarsi fino al sesto posto, che gli verrà consegnato da Michael Schumacher, e si aggiudicherà il suon terzo Mondiale. La delusione è palpabile nei box della Rossa, mentre il tedesco di Heppenheim si gode il suo terzo sigillo e verrà lanciato da Bernie Ecclestone tra i grandi di questo sport, visto che raggiungerà Ayrton Senna.
Peggio ancora, alla Ferrari, andò nel 2010, dove lo spagnolo viene accolto con grandi onori e nelle prime gare stagionali sembra in grado di tenere testa a entrambe le Red Bull, soprattutto quella di Webber che pare lanciato nel ruolo di prima guida. 

 La concorrenza, però, in quella stagione arriverà anche dalla McLaren di Lewis Hamilton, che resta in scia fino alla penultima gara nonostante il mezzo non fosse all’altezza di Ferrari e Red Bull. Tutto sembra andare nella direzione di Maranello, con Vettel e Webber che arrivano allo scontro in Turchia e lo spagnolo che si impone nella penultima gara in Corea, facendo sognare il popolo rosso. Ma nessuno ha fatto i conti con il giovane tedesco di Heppenheim, che vince in Brasile riportandosi nella scia dei due (aiutato anche dalla safety car) e ad Abu Dhabi approfitta dei loro guai per superarli entrambi e aggiudicarsi il suo primo titolo. Alonso e Webber, invece, sono costretti a navigare nelle retrovie per errori di strategia e per un’uscita di pista nel caso dell’australiano e devono arrendersi al più giovane Campione del mondo della storia.

Andiamo indietro di 2 anni: come non dimenticare il famoso titolo perso all’ultima curva da Felipe Massa a Interlagos? In quell’anno la Ferrari, neoiridata con Raikkonen, spera in una facile conferma di Iceman, ma deve vedersela con un compagno di squadra in stato di grazia che tenterà di sopravanzarlo, riuscendoci, e con un Lewis Hamilton che, libero da Alonso, sembra avere tutte le carte in regola per lanciarsi alla conquista del titolo. Il mondiale inizia nel segno dell’inglese, che vince a Melbourne, ma entrambi i piloti della Ferrari sono intenzionati a dare battaglia. Massa e Raikkonen, infatti, vincono le 3 gare successive e tutto fa pensare che il Mondiale si risolva in una lotta in famiglia tra loro due. Con il proseguire della stagione è chiaro, però, che è Massa il pilota di punta della Ferrari, anche se Raikkonen non perde occasione per legittimare il numero 1 sul musetto conquistato l’anno prima. Succede in Ungheria, dove gli finisce davanti (Felipe sarà costretto al ritiro da un problerma al motore) e succede in Belgio, dove sarà Kimi a contendere la vittoria a Hamilton in uno spettacolare duello all’ultimo giro. La vittoria, però, andrà proprio al brasiliano dopo la penalizzazione dell’inglese per aver superato Raikkonen prima della linea del traguardo all’uscita della safety car. Ma i colpi di scena non sono finiti: a Singapore, Massa ha l’opportunità di allontanare Hamilton in classifica, ma a dirgli di no è un errore dei meccanici, che non staccano il bocchettone della benzina e costringono il brasiliano a perdere diversi secondi, cedendo la vittoria ad Alonso. Anche al Fuji Raikkonen finisce davanti a Massa, aiutando certamente la Ferrari a vincere il titolo costruttori, ma ostacolando di fatto il brasiliano. Il quale arriva alla gara di Interlagos sperando di fare quello che il compagno di squadra ha fatto l’anno prima, cioè vincere e sperare nei guai di Hamilton. Le vicende della gara, che si corre sulla pista viscida, sembrano sorridere al brasiliano, con l’inglese che fa molta fatica per risalire la china. Massa vince e la torcida verdeoro esulta con lui, insieme a tutto il muretto della Ferrari, ma all’ultima curva Hamilton supera Glock e getta il brasiliano nella disperazione per un titolo a lungo inseguito ma che è sfuggito per un nulla.

2006F1-Japan E per la serie delle delusioni rosse non poteva certo mancare Michael Schumacher, che avrà vinto 5 Mondiali ma ne ha persi 3 in modo abbastanza clamoroso. Il più recente porta la data del 2006, l’ultima stagione in rosso, quando si ritrova a fare i conti con la Renault di Fernando Alonso, che a inizio stagione sembra pressochè imprendibile ma che si trova costretta a subire la decisione di eliminare il cosiddetto “mass dumper”, il famigerato meccanismo che consente alla vettura di mantenere l’avantreno schiacciato a terra e di migliorare la percorrenza in curva. Schumacher, così, inizia un’incredibile rimonta (favorita dalla rottura del motore dello spagnolo a Monza) che porta al pareggio in Cina, con il tedesco leader della classifica per avere più successi dello spagnolo.

Ma sarà la rottura del motore in Giappone a gettare nello sconforto i tifosi ferraristi e non solo e l’esultanza di Alonso non appena vede la Rossa numero 5 in fumo è evidente. L’ultima gara in Brasile, però, sembra tutt’altro che una formalità, con Schumacher che si lancia in un’incredibile rimonta per cercare la vittoria, ma il tedesco deve fermarsi al quarto posto, mentre ad Alonso basta arrivare dietro a Massa per aggiudicarsi il suo secondo titolo.
Schumacher avrà un’influenza non marginale anche nel titolo perso da Irvine nel 1999. Il tedesco, infatti, dovrà abdicare dalla corsa al titolo dalla gara di Silverstone, in cui sarà costretto a dare forfait per la frattura alle gambe, lasciando il testimone al compagno di squadra che si batterà principalmente con la McLaren di Hakkinen. L’irlandese ci crede fino alla fine, aiutato anche dal ritiro del finnico a Monza, e dal Gran Premio della Malesia può contare anche sul rientro del tedesco, che rientra già al massimo, firmando la pole position e cedendo la vittoria al compagno di squadra, che così si porta in testa. Le speranze e le attese diventano ancora più grandi sull’ottovolante di Suzuka, dove Schumacher parte ancora una volta al palo, con al suo fianco Hakkinen. Ma appena si spengono le luci rosse accade quello che i ferraristi non vorrebbero che accadesse: Schumacher fa pattinare le ruote e Hakkinen lo scalza, vince la gara e va a prendersi il suo secondo titolo. In Ferrari invece scoppiano le polemiche interne e Irvine verrà costretto a fare le valigie.

L’anno prima Schumacher riesce quasi a sovvertire un pronostico che vede la McLaren favoritissima per il titolo, riuscendo a infilarsi tra Hakkinen e Coulthard e riuscendo a tenere testa al finnico soprattutto nella parte centrale della stagione, dove vincerà 3 gare consecutive. Nemmeno l’incidente di Spa serve a fiaccare le speranze di Schumacher, che a Monza trionfa approfittando dei guai di Hakkinen, che regala la doppietta alle due Ferrari. Ma nell’ultima gara stagionale, che si corre a Suzuka, Schumacher sarà costretto a fare a meno della pole position conquistata per un problema al cambio che lo costringe a partire dal fondo. Hakkinen così ha via libera e regala il sigillo a Ron Dennis e Adrian Newey, vincendo la gara a mani basse, mentre il tedesco dovrà alzare bandiera bianca e ritirarsi.

Andando indietro di un anno, Schumacher deve fare i conti con Jacques Vlleneuve e, ancora una volta, con Adrian Newey, dando vita a un duello rusticano con la Williams del canadese, senza esclusione di colpi. L’espressione non è casuale e in questo caso è quanto mai indovinata, visto che sarà proprio una ruotata del tedesco a  firmare la sua condanna alla sconfitta nella corsa all’iride. Schumacher, infatti, a Jerez de la Frontera, dopo essere rientrato in testa dall’ultima sosta ai box vede Villeneuve che arriva all’interno, lo stringe alla frenata, gira il volante e lo colpisce. Nel contatto però ha la peggio perchè deve concludere la sua gara nella ghiaia, mentre il canadese procede al piccolo trotto, cercando di arrivare al traguardo. E ci riesce, chiudendo dietro alle due McLaren di Hakkinen e Coulthard. In classifica Villeneuve sarà seguito dal compagno Frentzen, visto che a Schumacher verranno tolti tutti i punti per la manovra da harakiri che commise ai danni del canadese.

Andando indietro di un anno, Schumacher deve fare i conti con Jacques Vlleneuve e, ancora una volta, con Adrian Newey, dando vita a un duello rusticano con la Williams del canadese, senza esclusione di colpi. L’espressione non è casuale e in questo caso è quanto mai indovinata, visto che sarà proprio una ruotata del tedesco a  firmare la sua condanna alla sconfitta nella corsa all’iride.

gpgiappone1990  Schumacher, infatti, a Jerez de la Frontera, dopo essere rientrato in testa dall’ultima sosta ai box vede Villeneuve che arriva all’interno, lo stringe alla frenata, gira il volante e lo colpisce. Nel contatto però ha la peggio perchè deve concludere la sua gara nella ghiaia, mentre il canadese procede al piccolo trotto, cercando di arrivare al traguardo. E ci riesce, chiudendo dietro alle due McLaren di Hakkinen e Coulthard. In classifica Villeneuve sarà seguito dal compagno Frentzen, visto che a Schumacher verranno tolti tutti i punti per la manovra da harakiri che commise ai dabbi del cabadese.

Anche il 1985 per la Ferrari è stata una stagione da dimenticare, con Michele Alboreto che pareva lanciato a essere l’italiano candidato a succedere ad Alberto Ascari nell’albo doro dei piloti iridati in Formula 1, ma a sbarrargli la strada ci penserà la cattiva affidabilità della 156/85, macchina perfetta dal punto di vista prestazionale ma che nell’ultima parte di stagione è stata vittima di diversi cedimenti, ben 5 ritiri consecutivi che consegnano il titolo ad Alain Prost.
Il 1982 è l’anno della 126 C2, la vettura che avrebbe consacrato definitivamente Gilles Villeneuve dopo i successi di Montecarlo e Jarama dell’anno prima. Ma a mettergli i bastoni tra le ruote ci pensa i compagno di squadra Didier Pironi, che a Imola ingaggia una lotta in famiglia sorprendendo lo stesso Villeneuve e buona parte dei tifosi ferraristi, e va a vincere la gara. Il canadese è su tutte le furie e l’espressione sul podio è emblematica, nemmeno Roberto Nosetto riesce a consolarlo. Parte la guerra e sul tracciato di Zolder va in scena il primo atto, o perlomeno dovrebbe. Già, perchè quel maledetto 8 maggio del 1982 Gilles, che aveva l’ottavo tempo, nel tentativo di avvicinare il compagno di squadra, perde il controllo della vettura. La sua 126C2 si impenna e impatta molto violentemente al suolo, mentre Gilles vola via, sbalzato fuori dalla vettura. Per lui non c’è più nulla da fare, morirà in serata. Per Enzo Ferrari è una mazzata durissima, il pilota al quale voleva bene più di chiunque altro, quello sul quale aveva concentrato le speranze per il titolo, non ce l’ha fatta. E con lui tutti i ferraristi e gli amanti della Formula 1 da quel momento in poi la guarderanno in modo un po’ diverso. Le speranze si concentrano su Pironi, ma anche a lui quella maledetta 126C2 riserva una brutta sorpresa: a Hockenheim anche il francesino è costretto a dire addio alla sua carriera da pilota dopo che in un incidente al Motodrom si frattura entrambe le gambe. Il testimone passa così a Patrick Tambay, che prenderà la numero 27 di Villeneuve e vincerà proprio la gara tedesca, ma a causa di un infortunio in palestra dovrà saltare il Gran Premio di Svizzera e fu tagliato di fatto fuori dalla corsa al titolo. Alla Ferrari andrà comunque il Mondiale costruttori, segno che, forse, con un pizzico di fortuna in più le cose avrebbero potuto andare diversamente.

126c2 E in questa carrellata non si può non menzionare il famoso anno di “Rush”, il 1976, quello del gran rifiuto di Niki Lauda a disputare la gara del Fuji. Ma andiamo con ordine. Lauda, forte del titolo dell’anno precedente, al via della stagione sembra imprendibile per qualsiasi avversario, anche per il compagno Regazzoni che gli fa da fedele scudiero. Ma a metterci lo zampino ci pensa la cattiva sorte e il terribile schianto del Nurburgring in cui la Ferrari 312T2 di Lauda finisce un una palla di fuoco. Lauda perde i sensi e viene trasportato in ospedale. Non appena rinviene il suo desiderio è solo uno: tornare in pista il più velocemente possibile. Fa di tutto e, alla fine, ci riesce; a Monza, infatti, di Ferrari schierate ce ne saranno 3, la 2 di Regazzoni, la 35 di Reutemann e, a sorpresa, la numero 1 di Lauda, che torna sorprendendo tutti con un incredibile quarto posto. Lauda riuscirà a tenere testa a Hunt fino all’ultima gara, appunto, quella del Monte Fuji, dove ad attendere gli sfidanti per il titolo c’è una pioggia torrenziale. 

Quella che indurrà Lauda a ritirarsi senza esitazioni, al secondo giro, cosa che scatenerà le ire di Enzo Ferrari e sarà tra le cause dell’addio dell’austriaco l’anno successivo, dopo che il Drake aveva affidato all’argentino il ruolo di prima guida.

Due anni prima tocca a Regazzoni la palma della sfortuna, dovendo cedere a Emerson Fittipaldi all’ultima gara negli Stati Uniti, dopo che entrambi si erano dati battaglia per tutto il corso della stagione. E se Fittipaldi ha dalla sua una maggiore propensione alla vittoria, la virtù di Regazzoni è quella di fare la formica e raccogliere quanti più punti possibile anche senza vincere, aggiudicandosi una sola gara, quella del Nurburgring, ma arrivando all’ultimo appuntamento con gli stessi punti di Fittipaldi. Al quale basterà approfittare dei guai dell’italo-svizzero e classificarsi quarto per portare a casa il titolo. E il resto è storia.

regaferrari74 Ancora Ferrari e ancora Regazzoni 4 anni prima. Anzi, sarebbe meglio dire Ickx e Regazzoni;che hanno formato un team che avrebbe messo paura a più di qualcuno. Ma a guastare la festa rossa ci pensa un campione tanto veloce quanto sfortunato, voluto da sua maestà Colin Chapman: Jochen Rindt. Il quale ha l’onore e l’onere di inaugurare la fortunata serie della 72, una delle monoposto più longeve e vincenti della storia. E il giovane austriaco, dopo un inizio di stagione balbettante (tra cui il rocanbolesco Gran Premio di Spagna, che falcidia oltre metà dello schieramento), parte a razzo e infila 5 vittorie quasi consecutive. Saranno le ultime della sua carriera e della sua vita. Infatti, due gare più tardi ecco il terribile incidente nelle qualifiche del Gran Premio d’Italia, con uno schianto alla Parabolica che uccide sul colpo l’austriaco.  

Quella che indurrà Lauda a ritirarsi senza esitazioni, al secondo giro, cosa che scatenerà le ire di Enzo Ferrari e sarà tra le cause dell’addio dell’austriaco l’anno successivo, dopo che il Drake aveva affidato all’argentino il ruolo di prima guida. Andiamo indietro di altri 9 anni per trovare un’altra stagione che per la Ferrari si è trasformata in una tragedia, e questa volta non in senso metaforico. Enzo Ferrari aveva scovato un altro pilota sul quale riporre tutte le speranze per la conquista del Mondiale, 5 anni dopo Juan Manuel Fangio e 3 dopo Mike Hawthorn. Si chiamava Wolfgang Von Trips, che arriva in Ferrari proprio l’anno dopo a quello in cui Fangio conquista il suo quarto titolo a bordo della Rossa. Il 1961 sembra l’anno della consacrazione, quello in cui la Ferrari è pronta per dominare grazie allo “squalo”, ossia la 156, la prima a motore posteriore. L’invenzione degli inglesi, montata su una Ferrari, ha tutto un altro effetto e la scuderia di Maranello sorprende praticamente tutti. Con Von Trips corre, tra gli altri, anche Phil Hill; i due sono compagni e amici fuori dalle piste, ma quando indossano gli occhialoni si apre la bagarre e i due fanno letteralmente il vuoto. Ferrari punta sul teutonico, che sembra avere la meglio sull’americano. Fino a che accade l’irreparabile. Circuito di Monza, 10 settembre 1961; non passa nemmeno un giro e in prossimità della Parabolica si assiste a una delle scene più surreali e grottesche della storia della Formula 1: la Ferrari di Von Trips entra in contatto con la Lotus di Clark e diventa una scheggia impazzita, che squarcia le reti di protezione della tribuna e uccide 15 persone. Von Trips muore sul colpo consegnando così il titolo al compagno-rivale Phil Hill. La Ferrari non festeggia, anzi. Non partecipa, in segno di lutto al Gran Premo degli Stati Uniti, quello che avrebbe dovuto celebrare degnamente Hill, ma che invece ha dovuto chinare la testa di fronte alla tragedia di Von Trips.

Insomma, se ci aggiungiamo anche i secondi posti di Ascari nel 1951 e di Gonzalez nel 1954, notiamo che la storia della Ferrari è costellata oltre che da grandi vittorie anche da grandi sconfitte e, nella speranza dei tifosi che a Vettel vada meglio che in passato, il nuovo corso della Scuderia targato Marchionne-Arrivabene sembra intenzionato a non arrivare ad altre brucianti sconfitte, ma a nuove vittorie.




 Ferrari. L’orgoglio di aver fatto grande la Formula 1

1950: Tra il penultimo e l'ultimo Gran Premio della stagione vengono concessi due inusitati mesi di pausa per consentire alla Ferrari di sviluppare un motore aspirato di 4500 cc.

1951: Pedralbes, ultimo GP stagionale. Enzo Ferrari, ostinandosi a montare pneumatici Pirelli più stretti nonostante i consigli contrari dei meccanici, costringe Ascari ad abbandonare le proprie speranze iridate dal momento che le coperture non resisteranno più di nove giri.

1952: Enzo Ferrari, snobbando la corsa di Indianapolis, manda Ascari in Nordamerica con una sola vettura e senza i ricambi necessari. Sarà un disastro.

1956: Fangio sabotato per tutta la stagione in favore di Collins, in modo da ingraziarsi il mercato inglese. Alla fine, però, l'argentino sarà campione nonostante gli ostacoli posti dal team e dai compagni Musso e Castellotti.

1957: Ferrari fornisce a Vandervell (fondatore della Vanwall) vetture clienti obsolete ed inefficienti.

1958: Jean Behra si lamenta della vettura dopo il Gran Premio di Francia e Ferrari, senza troppi complimenti, lo licenzia in tronco.

1961: Enzo Ferrari licenzia tutto lo staff ingegneristico (otto componenti storici) per il fatto che questi ultimi erano in contrasto con l'invasività della moglie del "Drake" (!!!).

1966: L'ex-iridato John Surtees viene cacciato per il fatto che il direttore sportivo Dragoni è in antipatia con l'inglese (!!!).

1976: Jarama, la Ferrari protesta contro la larghezza della carreggiata posteriore della McLaren di Hunt e minaccia di ritirarsi dal campionato nonostante i controlli abbiano appurato che la M23 del campione inglese rientrava nei limiti regolamentari.

1976: Con Lauda appena reduce d'incidente quasi mortale, Ferrari si premura di contattare Emerson Fittipaldi per sostituire in fretta e furia l'austriaco ancor prima di sincerarsi delle condizioni dell'austriaco.

1977: Enzo Ferrari non perdona a Lauda il fatto di aver perso il titolo dell'anno prima ed entra in forte contrasto con l'austriaco. Lauda, da gran signore, porterà a termine la sua rincorsa iridata nostante tutto e sbatterà la porta in faccia al "Drake" a fine stagione.

1979-2000: Ventuno anni di digiuno nel campionato piloti.

1983-1999: Sedici anni di digiuno nel campionato costruttori.

1987: Enzo Ferrari minaccia di correre nelle serie Indy e Cart americane in modo da garantirsi agevolazioni economiche e l'utilizzo del propulsore V12 dopo l'abolizione dei turbo.

1991: Alain Prost (alla stregue di Behra 33 anni prima) presenta alcuni appunti alla vettura poco guidabile e la Ferrari lo licenzia senza repliche.

1997: Michael Schumacher, dopo aver speronato deliberatamente Jacques Villeneuve per salvare le speranze iridate, è radiato dalla classifica finale del campionato.

2003: La Ferrari minaccia di abbandonare il Circus al fine di ottenere 80 milioni aggiuntivi di premio economico da parte della FOM.



 Link: Enzo Ferrari





 

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