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Elettronica e Agonismo
Nei primi anni novanta, le squadre introdussero diversi aiuti elettronici nella
guida: le sospensioni attive,
il cambio semi-automatico e il controllo di
trazione. Alcune di queste innovazioni vennero introdotte sulle auto
di serie.
La FIA, consapevole che tanta tecnologia tendesse ad attenuare molto le abilità
dei piloti, abolì l'assistenza
elettronica nel 1994. Molti osservatori sostennero che tale
abolizione derivasse dal fatto che la FIA non avesse
i mezzi necessari per
supportare tali aiuti ai piloti e così, negli anni seguenti,l'elettronica ritornò gradualmente
nelle competizioni, anche se in maniera meno massiccia.
Alain Prost (Ferrari V12, 643). Gran Premio di Germania, Hockenheim, 28 luglio 1991
SICUREZZA REGOLAZIONI E REGOLAMENTI |
Con
la reintroduzione del rifornimento di carburante ai pit stops le gare
vennero trasformate in una serie di sprint, con il risultato
conseguente che le strategie finirono per guadagnare importanza
rispetto all’abilità del pilota. Nei primi anni
‘90, le scuderie iniziarono a introdurre aiuti elettronici al
pilota, e il loro uso si sparse con estrema rapidità. Le
sospensioni attive (anticipate dalla Lotus nel 1987), i cambi
semi-automatici (Ferrari nel 1989), e il controllo di trazione
(Williams nel 1991) divennero essenziali per competere.
1992 - Williams FW14B sospensioni attive.
La Williams FW14 aveva il suo punto di forza nel sistema di sospensioni "attive",
e permise a Nigel Mansell di vincere finalmente il titolo mondiale del 1992.
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Qualcuna di
queste tecnologie erano state prese in prestito alle contemporanee
automobili da strada. Altri invece vennero sviluppati appositamente per
essere utilizzati in pista e più avanti presero la via degli
autosaloni. Erano tutte vetture capaci di andare a velocità
sempre maggiori in rapporto alla capacità di spesa delle
diverse scuderie. La FIA, consapevole che l’eccesso di
tecnologia minasse totalmente l’abilità del
pilota, tolse l’elettronica nel 1994. Naturalmente, molti
osservatori sostennero che tale eliminazione derivasse dal fatto che la
FIA non avesse i mezzi necessari per supportare tali aiuti ai piloti.
Neppure queste controversie diminuirono l'entusiasmo degli sportivi
britannici quando Nigel Mansell vinse il titolo nel 1992 e fu il primo
pilota a ritirarsi da campione del mondo, dopo un decennio di tentativi
falliti, né gli sportivi francesi quando nel 1993 Alain
Prost vinse il suo quarto e ultimo titolo ritirandosi
anch’egli come il collega inglese. Entrambi i piloti
guidavano le vetture della Williams.
Le telecamere leggere delle televisioni erano diventate pratica comune
nei primi anni ’90. Come pure l’amplificazione del
pubblico che lo rendeva più attraente ai garanti delle
sponsorizzazioni oltre le aziende tradizionali del tabacco da fumo.
I
miglioramenti alla sicurezza inoltre, hanno significato che i fornitori
principali di vetture erano più propensi a realizzare un
connubio con la scuderia su una base a rotazione.
Il 1994, sulla carta, era l’anno della maturazione per
produrre una stagione indimenticabile. Ayrton Senna era stato ceduto
alla Williams per rimpiazzare Prost. Il giovane pilota tedesco Michael
Schumacher guidava la Benetton potenziata Ford. La McLaren nutriva
grandi speranze per il nuovo motore Peugeot, e la Ferrari era
proiettata a cancellare le ultime tre stagioni deludenti con Gerhard
Berger e Jean Alesi. Quella stagione fu indimenticabile, ma per motivi
ben diversi da quelli previsti.
A partire dal 1986, quando Elio de Angelis perì durante i
test sul circuito Paul Ricard a Le Castellet, e fino al 1994 nessun
pilota era più deceduto alla guida di una vettura di Formula
1. C’erano stati parecchi incidenti sconvolgenti (per esempio
Nelson Piquet e Gerhard Berger a Imola o Martin Donnelly a Jerez de la
Frontera), ma non furono fatali. La velocità delle monoposto
della massima serie era aumentata continuamente in otto anni, malgrado
i motori turbo fossero stati dichiarati illegali, la riduzione della
lunghezza degli pneumatici e la rimozione degli aiuti elettronici al
pilota. C’era un "aria di invincibilità" in
Formula 1, una credenza che le vetture fossero intrinsecamente sicure e
i piloti non sarebbero più deceduti.
Al Gran Premio di San Marino del 1994 queste leggende metropolitane
crollarono in un attimo, dapprima con le gravi ferite occorse a Rubens
Barrichello durante le prove libere del venerdì poi con la
morte di Roland Ratzenberger nelle prove ufficiali del sabato e infine
con quella di Ayrton Senna durante la gara. Ancora, Karl Wendlinger
restò in stato di coma per due settimane dopo uno scontro al
Gran Premio di Montecarlo., oltre ad altri 3 gravi incidenti (uno
scontro alla partenza, Comas che non si accorge delll'incidente di
Senna, una ruota persa da Alboreto
che ferisce 4 meccanici).
Il conto dei decessi e i due feriti gravi rappresentarono una scossa
terribile per tutti. Non solo due piloti rimasero uccisi durante un
singolo week-end di gara, ma uno di loro era il tre volte campione del
mondo. Sembrava di essere tornati improvvisamente negli anni
’70, dove in una stagione di 12 gare, morivano in media due
piloti e altri tre o quattro rimanevano gravemente feriti. La FIA
reagì rapidamente e con grandissima severità con
cambiamenti importanti da far rispettare per il resto
dell’annata e in quelle seguenti, rappresentando
l’inizio della spinta da parte della FIA per aumentare la
sicurezza in Formula 1.
Mentre cambiamenti significativi non potevano essere fatti alle vetture
nel 1994, la FIA richiese la perforazione dei contenitori
d’aria (gli "airboxes") per ridurre il loro effetto "ram-air"
e quindi la potenza. Per la stessa ragione i combustibili speciali, in
precedenza una strana mistura di benzene e toluene, vennero vietati;
soltanto quelli con caratteristiche simili al petrolio vennero
permessi. Per ridurre le forze verso il basso, e quindi la
velocità delle vetture in prossimità delle curve,
venne introdotta una speciale "plancia" di legno adattata sotto la
parte centrale del telaio, forzando una larga sezione del pavimento
più lontano dalla pista. Se tale plancia consumandosi
venisse portata sopra una certa tolleranza al Regolamento
(approssimativamente 10 mm), la vettura sarebbe stata ritenuta
illegale.
Ferrari 412 T2
Più avanti, dal 1995, i progetti sono stati richiesti per
essere disegnati secondo un piano di riferimento (la mascherina), e
rigorose limitazioni sono state fatte rispettare quanto alle tolleranze
minime e massime per le funzioni del veicolo (come il formato
dell’apertura della cabina di guida, un'idea molto nota nelle
serie Champ Car e IndyCar da almeno un decennio, e dei dispositivi
aerodinamici, comunemente chiamate ali). Dopo, la massima cilindrata
del motore venne ridotta da 3.5 a 3 litri. Ulteriori cambiamenti erano
demandati dalla FIA per continuare a provare di mettere un freno
nell’incremento di velocità nelle vetture di
Formula 1 durante la loro progressione lungo gli anni. Questi
cambiamenti includono l’aumento del formato di apertura della
cabina di guida (per assicurare l’uscita del pilota con una
certa facilità, minimizzando possibili impatti laterali),
introcendo gli pneumatici con quattro scanalature (per ridurre la
velocità in curva e il grip) e la carrozzeria più
stretta (questo complicherebbe il raffreddamento e inoltre ridurrebbe
la velocità), formati e elementi delle ali rialzati e
ridotti (tagliando le forse aerodinamiche, altro elemento di riduzione
della velocità), e introducendo accurati controlli sulle
tolleranze di rigidezza e le misure di accertamento sulle vetture e
sulle loro conformità nelle regolazioni prestabilite (per
esempio, i test del peso sulle ali e sulla carrozzeria per accertarsi
il loro mantenimento integro e non flettessero per dare vantaggi
aerodinamici in linea retta).
La rapida introduzione di tutti questi nuovi regolamenti –
particolarmente quelli introdotti nel 1994 – rese
l’atmosfera se possibile ancora più caotica in
Formula 1. Michael Schumacher doveva disperatamente combattere per la
conquista del suo primo Campionato del Mondo Piloti mentre la sua
squadra, la Benetton venne scoperta in frequenti violazioni del
Regolamento FIA, e Schumacher venne sospeso di conseguenza per diverse
corse. Anche la gara valevole per il titolo in Australia fu
controversa, a causa della collisione con il rivale Damon Hill, figlio
di Graham, e assicurandosi la vittoria.
Tuttavia, al principio della stagione 1995 le cose si erano assai
aggiustate e Schumacher prese il suo secondo titolo piloti, e la
Benetton, il suo primo titolo costruttori con relativa
facilità, battendo la scuderia Williams di Hill
e David
Coulthard.
Il motore Renault, che ha alimentato entrambe le squadre era
virtualmente imbattibile, con la sola Ferrari a contrastarla
timidamente con la vittoria singola al Gran Premio del Canada di Jean
Alesi, la sua unica vittoria in carriera.
FINE DELL'ERA DEI PRIVATI (1996 - 1999)
Per la stagione 1996, la FIA diede mandato di un più largo
formato della minima grandezza della cabina di guida, con la protezione
della testa del pilota, per assicurargli maggiore sicurezza. Come parte
del piano per ricostruire la Ferrari, Jean Todt fece ingaggiare Michael
Schumacher dal team Benetton in quell’anno, in cambio dei due
piloti Alesi and Berger. Ci furono effetti immediati, nel suo primo
anno con la scuderia Schumacher vinse tre gare, più di
quanto la squadra aveva ottenuto nei cinque anni precedenti. La Ferrari
non poteva ancora lottare per il titolo e Damon Hill diede un impatto
forte al suo campionato, conquistando la corona dopo tre anni di
tentativi falliti.
Nella stagione 1997, un altro figlio di un pilota leggendario della F1
conquistò il titolo ancora una volta con la Williams, e
Jacques Villeneuve divenne il quarto pilota a vincere nello stesso anno
in Formula One e nel campionato CART (gli altri erano Mario Andretti,
Emerson Fittipaldi, e Nigel Mansell). Questa stagione fu più
combattuta della precedente, e Villeneuve conquistò il
Campionato Piloti soltanto nella gara finale. Ancora una volta, Michael
Schumacher ebbe una collisione con il suo rivale nella corsa finale, ma
a differenza del 1994 l’evento si ritorse contro di lui.
Schumacher non solo venne battuto in gara, ma venne scoperto per
provare a buttare deliberatamente fuori dalla pista Villeneuve. A
Schumacher venne tolta la seconda posizione nel Campionato, pur
preservando tutti i risultati ottenuti, ma cadde in disgrazia tra i
suoi colleghi e nei piani alti della Federazione.
Alla fine del 1997 la Renault si ritirò momentaneamente
dalla Formula 1. La McLaren-Mercedes prese la corona di campione per i
due anni successivi, entrambi conquistati da Mika Häkkinen.
Nelle prime gare del 1998 il finlandese era veramente irraggiungibile e
i suoi contendenti, Schumacher e Villeneuve, potevano solo guardare.
Schumacher nel prosieguo della stagione diede vita ad una ammirabile
rimonta che lo portò a lottare per il titolo fino all'ultima
gara. Ma lo spegnimento del motore sulla griglia del Gran Premio del
Giappone e una successiva foratura nel corso della gara resero il tutto
vano. La stagione 1999 fu una stagione combattuta quanto anomala.
Villeneuve fu subito fuori dai giochi con la nuova scuderia BAR mentre
Schumacher fu a lungo in lotta con Hakkinen fino a che un intervento
malriuscito nello spurgo dei freni lo fece andare dritto contro le
barriere degli pneumatici sul circuito di Silverstone, nel Gran Premio
di Gran Bretagna, fratturandosi una gamba. Il suo compagno di squadra
Eddie Irvine divenne così primo pilota della Scuderia
Ferrari e finì lui stesso in corsa per il titolo. Schumacher
lo aiutò al rientro dopo sei gare saltate e sebbene Irvine
perse per solo due punti dal vincitore Mika Häkkinen, il suo
sforzo bastò per ridare alla Ferrari il titolo costruttori
che non vinceva dal 1983.
Dietro le corse al titolo, tuttavia, vi erano segnali di fermento non
incoraggianti di problemi in Formula 1. Nomi presenti per lungo tempo,
gloriosi e rispettati come Brabham e Lotus, con il passaggio di
Ecclestone alla guida della serie e la scomparsa di Chapman, svanirono
subito dalle griglie di partenza. La scuderia francese Ligier si
trovò in condizioni economiche disperate e venne venduta ad
Alain Prost. La scuderia di Ken Tyrrell continuò ancora per
qualche tempo, con risultati miseri, fino al 1998, quando la BAR
rilevò il team. La variopinta era delle piccole scuderie
fondate da privati stava volgendo al termine e lo stesso accadde con le
sponsorizzazioni. Nomi come Larrousse, Dallara, Simtek, Pacific, e
Forti non si videro più. Le ultime a chiudere i battenti
furono la Jordan, Sauber, Arrows e naturalmente la Minardi che
sopravvissero ancora qualche tempo. La breve notorietà della
Jordan nel 1998 e nel 1999, sotto la guida di piloti di solida
esperienza come lo stesso Damon Hill, Heinz-Harald Frentzen, e il
fratello minore di Michael, Ralf Schumacher fu l’ultimo
sussulto di orgoglio dei privatisti e non rappresentò
un’autentica rinascita dello sport. Anche un team come la
Benetton, di proprietà e guida italiani ma di telaio
britannico, campioni soltanto pochi anni prima, stava sopravvivendo a
malapena. Jackie Stewart fronteggiò la sua scuderia dal 1997
al 1999 con il sostegno della Ford ma alla fine arrivò la
vendita inevitabile e la trasformazione del nome nella Jaguar.
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Nel 1990 e nel 1991 Senna, affiancato alla
McLaren da Gerard Berger, vince entrambi i titoli
mettendo in mostra
una superiorità disarmante. Inizia però il declino della McLaren che perde i motori
Honda
e si deve accontentare dei meno potenti Cosworth.
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Rimane solo il talento di Senna che, nel 1993, disputa la sua migliore
stagione.
Con una vettura decisamente poco competitiva, riesce a vincere cinque
gare ed è il protagonista
di una gara che rimarrà
per sempre nella storia delle corse: Donington park 1993
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La Ferrari 641 F1, colloquialmente nota come F1-90,
è una monoposto da competizione prodotta dalla Scuderia Ferrari,
che partecipò al campionato mondiale di Formula 1 1990.
Questo
modello fu pilotato dal campione del mondo in carica, il francese Alain
Prost, e dall'inglese Nigel Mansell; con tale monoposto la Ferrari
ritornò a competere, con Prost, per il titolo mondiale dopo anni
di digiuno, e sempre con il transalpino ottenne a Le Castellet la sua
vittoria numero cento nelle gare della massima serie. Durante la
stagione l'auto venne evoluta in una versione aggiornata e identificata
come 641/2,[ pur se altri non era che una F1-90 più affinata.
Oltre che per la sua competitività, la vettura è ricordata per la
bellezza e l'armoniosità delle sue forme, che ne hanno fatto una delle
monoposto di F1 più apprezzate di sempre: la 641/2 è tuttora l'unica
auto da competizione, e una delle sole sei automobili, entrate a far
parte della collezione storica del Museum of Modern Art di New York.
Il modello usato da Prost nel Gran Premio del Giappone 1990 è
stato battuto all'asta il 17 maggio 2009, aggiudicato per la cifra di
352 000 euro.
La 641 F1 aveva un'impostazione meccanica e aerodinamica tipica delle monoposto Ferrari a cavallo degli anni 1980 e 1990. Il progetto venne iniziato nel 1989 da John Barnard,
ex direttore tecnico della McLaren, il quale però lasciò il Cavallino
prima della nuova stagione a causa di sopravvenuti dissidi col nuovo
organigramma di Maranello, accasandosi alla Benetton[10]
(anche se ritornerà poi alla Rossa qualche anno dopo); la F1-90 venne
così portata a termine dal nuovo direttore tecnico Enrique Scalabroni
assieme al nuovo arrivato Steve Nichols, quest'ultimo già all'opera
sull'imbattibile McLaren MP4/4 del 1988, sotto la supervisione del direttore sportivo Cesare Fiorio.
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Il motore Ferrari Tipo 036/2, una delle unità V12 che equipaggiarono la F1-90 nel 1990.
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Enzo Ferrari era intenzionato negli anni 1980 a lasciare la Formula 1 per via dei dissidi con la FIA,
e uno dei motivi della sua intolleranza verso la Federazione, era il
fatto che non potesse utilizzare i suoi motori preferiti, ossia i V12.
Questo motore, tuttavia, è uno dei simboli della Ferrari e nel
1990 (come anche nel 1989 e fino al 1995) a Maranello potevano e
volevano usarlo anche nella massima categoria.
La 641 era munita di questo propulsore, che come il resto dell'auto era
derivato dalla 640. Il regolamento tecnico imponeva una cilindrata
totale massima di 3500 cm³: gli ingegneri modenesi sfruttarono al
massimo questa regola, realizzando un motore di 3497,96 cm³ che, in
configurazione da qualifica, nel corso della stagione arrivò a
sprigionare 710 CV a 13.800 giri al minuto.
Era collocato dietro il pilota, ma davanti l'asse posteriore, dunque
come tutte le Formula 1 in posizione posteriore-centrale, in senso
longitudinale.
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Anche se la cubatura era più o meno simile a quella degli altri
motori, questo aveva 12 cilindri, dunque più di quelli Honda (V10),
Renault (V10) e Ford (V8); in realtà a quel tempo, anche la Lamborghini
realizzava motori V12 per la Formula 1, scarsamente prestanti. A
livello di potenza massima, il motore Ferrari si piazzava tra il più
potente Honda e il successivo Renault, mentre i Ford erano penalizzati
da un'architettura sfavorevole. Il principale vantaggio del maggiore
frazionamento è l'ottenimento di una maggiore superficie degli
stantuffi, contemporaneamente a una riduzione delle masse in moto
alterno; ciò si traduce nella possibilità di raggiungere regimi di
rotazione potenzialmente superiori che portano a maggiori potenze
massime. Il vantaggio potenziale delle architetture con minor
frazionamento, con particolare riferimento ai V8 (un inferiore regime di
coppia massima), si è storicamente dimostrato penalizzante nei
confronti della maggiore potenza dei V10 e V12. Un altro vantaggio è
legato alla perfetta equilibratura delle masse in movimento, mentre gli
altri motori non essendo dinamicamente equilibrati dovevano fare ricorso
a contralberi. L'assenza di questi dispositivi rendeva il motore della
641 F1 più leggero.
Va poi segnalato l'impiego di materiali leggeri e resistenti al tempo stesso, come la lega leggera
usata soprattutto per realizzare la testata, o ancora il titanio col
quale vennero costruite le valvole d'aspirazione. Questo motore era
ovviamente plurivalvole, e la Ferrari scelse di dotarlo di cinque
valvole per cilindro, tre di aspirazione e due di scarico. La soluzione
teoricamente può permettere un aumento del rendimento
volumetrico del motore, tuttavia rende maggiormente difficoltoso il
disegno delle camere di combustione a causa del maggiore affollamento e
dell'interferenza tra i flussi durante le fasi di aspirazione e
scarico; per tale ragione è stata in seguito accantonata. Era
utilizzata una candela per cilindro che era montata al centro della
camera di combustione. La distribuzione era a cascata di ingranaggi.
Il
V12 montato sulla 641 F1 verrà poi utilizzato come base per
l'unità con cui equipaggiare la Ferrari F50, supercar stradale
prodotta nel 1995 per celebrare il cinquantenario della casa del
Cavallino.
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Prost - Phoenix 1990
"Senna voleva venire in Ferrari, a qualunque costo"
1991 - Senna prova la Ferrari
Alain Prost detto il "professore" in seguito
all'incidente di Suzuka con Ayrton Senna finì il
mondiale al secondo posto.
L'attesa per la stagione 1991 per Prost era altissima, per avere la sua
rinvincita sul campione Brasiliano, ma le sue attese furono deludenti
alla guida della F1 642. La monoposto disegnata da Nichols non era affatto competitiva, il riposizionamento dei serbatoi nel corso della pro-gettazione obbligatorio secondo il nuovo regolamento, rese l'anteriore
della monoposto instabile per l'errore della distribuzione dei pesi.
In
quegli anni il D.S. della Ferrari era Cesare Fiorio e tra Fiorio e Alain Prost
il rapporto divenne molto difficile a seguito del contratto segreto
stipulato da Ayrton Senna e la Ferrari nel 1990. Nel corso del 1991, subito dopo il GP di Montecarlo dopo
l'ennesimo risultato negativo, la Ferrari licenziò Cesare
Fiorio, Prost sapendo che ormai il suo rapporto con la Scuderia Ferrari era agli sgoccioli
iniziò a criticare apertamente i tecnici e la Scuderia, fino a
rilasciare la famosa dichiarazione che rimane ancora oggi nella storia
dela F1. Nel corso del Gran Premio a Suzuka, Prost definì
la Ferrari 642 "guidabile come un camion".
Quella dichiarazione infastidì i dirigenti
della Ferrari ed ebbe il suo epilogo nel licenziamento di Prost prima
della fine della stagione. La Ferrari apportò una totale rivoluzione chiamando Montezemolo e Todt alla guida della Scuderia.
Scelta decisiva per il ritorno alla competitività delle monoposto..
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Alain Prost - Cesare Fiorio
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Piero
Ferrari - Luca di Montezemolo
Enzo Ferrari - Luca di Montezemolo
'91 - Per curare la Ferrari F1, Agnelli ha voluto al vertice del Cavallino Luca di Montezemolo.
Il nuovo presidente
è tornato a Maranello 19 anni dopo l'esperienza di
direttore sportivo
(sopra
con Enzo Ferrari anni '70). |
Montezemolo: "Senna voleva la Ferrari e io volevo lui"
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Ecco le parole rilasciate da Montezemolo sul sito ufficiale Ferrari.
“Lui
voleva la Ferrari e io lo volevo in squadra. Poiché era in Italia per il
Gran Premio di San Marino, ci incontrammo nella mia casa di Bologna
mercoledì 27 aprile. Parlammo a lungo e mi disse in modo chiaro che
voleva chiudere la sua carriera alla Ferrari dopo esserci andato vicino
qualche anno prima. Ci accordammo per rivederci presto in modo da capire
come superare i vincoli contrattuali che aveva in quel momento.
Entrambi concordavamo sul fatto che per un pilota come lui la Ferrari
sarebbe stata il normale sbocco per rendere la sua carriera, già
brillantissima, addirittura unica. Purtroppo il destino portò via a
tutti gli sportivi Ayrton e Roland Ratzenberger in uno dei weekend più
tristi della F1. Di Senna ricordo la gentilezza e la sua semplicità che
sembrava quasi timidezza, in netto contrasto con il Senna pilota, un
combattente sempre determinato ad ottenere il massimo”.
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La Ferrari 641 F1 (1990). Si noti la sinuosità del retrotreno, la cosiddetta
forma a "Coca-Cola"
e il cuore da 12 cilindri collocato in posizione
posteriore-centrale.
Gli
anni '90
Allinizio
degli anni '90 vide la luce, sulla Benetton progettata da Rory Byrne,
un'altra soluzione che cambierà significativamente l'aspetto
delle monoposto: il muso alto. Pur presentando lo svantaggio di
innalzare il baricentro della vettura, il muso alto permette un
maggiore afflusso di aria nel fondo scocca, il quale, nonostante
l'assenza di sigilli e l'altezza minima da terra fissata per
regolamento, presenta ancora un certo effetto suolo.
Durante gli anni '90 le forti restrizioni nelle misure delle appendici
alari hanno reso le monoposto molto più simili fra loro ed
è diventato molto più difficile per gli ingegneri
inventarsi la scelta totalmente controtendenza che alla fine ripaghi in
termini di prestazioni. L'unico vero cambiamento è stato
l'uso generalizzato, dopo il '95, del muso alto stile Benetton.
Non a caso l'ultima "genialata" in ordine di tempo, che ha lasciato
tutti a bocca aperta per l'azzardo mostrato e anche per il vantaggio
effettivo ricavato, riguarda l'introduzione del muso "semi-basso" nella
Mclaren di Newey del '98 (Vedi: muso alto o muso basso?).
Lo studio aerodinamico si è spostato oggi su dettagli come
le carenature delle sospensioni , i deviatori i flusso, i nolder, le
paratie degli alettoni, studio che necessita delle gallerie del vento,
enormi, costosissimi impianti che riproducono le condizioni di gara.
Le ultime soluzioni riguardo le appendici aerodinamiche riguardano la
ricerca di materiali elastici, con cui costruire ali "variabili" a
seconda delle velocità. Un ritorno all'antico, ma molto al
limite del regolamento, a discapito della sicurezza.
Le ultime soluzioni riguardo le appendici aerodinamiche riguardano la
ricerca di materiali elastici, con cui costruire ali "variabili" a
seconda delle velocità. Un ritorno all'antico, ma molto al
limite del regolamento, a discapito della sicurezza
(vedi: ali che si
flettono). |
L'Evoluzione dell'Elettronica
1990 - La Ferrari introduce per la prima volta al
gran premio del Portogallo sulla 641 un antispin (sistema
anti-pattinamento) comandato da una levetta sul cruscotto |
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1991 - La Ferrari dopo aver inventato due anni
prima il cambio semiautomatico a gestione elettronica aggiunge la
scalata automatica |
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1992 - La Mclaren perfeziona la scalata automatica
facendola diventare programmata con una serie di pulsanti
sul cruscotto |
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1992 - La Williams introduce in gara le sospensioni
attive; le Williams diventeranno inbattibili fino a quando le
sospensioni attive non saranno abolite dalla Fia |
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1993 - La Mclaren fa debuttare la telemetria
bi-direzionale: dai box si può intervenire sulla monoposto
in movimento modificando le mappature delle centraline!!! |
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Marzo - 1994 Entra in vigore il divieto di utilizzo
degli aiuti elettronici ed in special modo dell'antispin |
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Marzo 1998 - Viene introdotto il limitatore di
velocità nella corsia box, subito viene utilizzato da alcune
squadre come antispin; tanti sportellini del serbatoio che nei tornanti
si aprono avevano insospettito anche la Fia (che di norma è
l'ultima a capire le cose!!), dopo alcuni gran premi viene adottato
l'accorgimento di collegare la luce posteriore (che deve accendersi ad
intermittenza!!) al limitatore!!al fine di capire chi azionasse il
dispositivo fuori dalla corsia box |
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Luglio 1998 - La Mclaren utilizza mappature con
diagrammi tridimensionali di gestione del motore, con lo scopo di
creare un effetto antisp |
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Marzo 1999 - Abolizione dei diagrammi
tridimensionali |
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Lotus, scuderia che ha fatto
storia
Il declino
Per il 1979 Chapman pensò di sviluppare ulteriormente il concetto di wing car presentando la Lotus 80,
la cui peculiarità era di avere tutto il fondo scocca dal musetto
all'alettone posteriore sigillato al suolo dalle minigonne scorrevoli
volendo rinunciare anche all'uso degli alettoni. Tale modello fu molto
complicato da mettere a punto, tanto che sia Mario Andretti sia il nuovo
pilota Carlos Reutemann (che si aspettava molto dal suo passaggio dalla
Ferrari alla Lotus) non ottennero risultati di rilievo, superati dalla
Ferrari con Jody Scheckter e Gilles Villeneuve, e da teams come Williams
e Brabham che avevano sviluppato vetture wing car molto semplici e maneggevoli.
Le stagioni 1980 e 1981 segnarono l'inizio del declino della
Lotus: Carlos Reutemann, deluso dalla scarsa competitività della
monoposto, passò alla Williams e Chapman assunse come secondo pilota
Elio De Angelis, che aveva debuttato l'anno precedente sulla Shadow.
Dopo che la Fia decise di vietare le minigonne e quindi l'effetto suolo,
Chapman penso di sviluppare un nuovo progetto rivoluzionario la Lotus 88
che aveva un doppio telaio, il primo per sostenere gli organi meccanici
e il secondo che doveva assecondare l'aerodinamica abbassandosi per
recuperare l'effetto suolo perso con le minigonne. A questa vettura
(peraltro di difficile messa a punto) fu vietato l'uso in gara e Chapman
si ritrovò a dover progettare una vettura più convenzionale quando
ormai la concorrenza aveva sviluppato auto migliori. Nel frattempo Mario
Andretti era passatto all'Alfa Romeo
e Chapman ingaggiò Nigel Mansell come compagno di Elio De Angelis. Ai
problemi tecnici regolamentari si aggiunsero dei problemi economici
dovuti all crack dello sponsor petrolifero Essex.
Nel 1982 ci fu l'ultimo sussulto della Lotus di Chapman con la vittoria
di Elio De Angelis al gran premio d'Austria, vinto in volata sul futuro
campione del mondo Keke Rosberg su Williams. Questa sarà anche l'ultima
vittoria cui assiste Chapman, morto in circostanze misteriose alla fine
di quello stesso anno. Sulla dipartita del geniale progettista, si
formulano da sempre ipotesi fantasiose, legate alla totale assenza di
immagini dei suoi funerali e della sua sepoltura. |
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Lotus 102 1990 - Motore Lamborghini |
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Lotus 102B 1991 - Motore Judd |
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Lotus 107 1992 - Motore Ford |
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Lotus 109 1994 - Motore V10 Mugen-Honda |
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Nel
1991, al volante della Lotus debutta Mika Häkkinen, futuro campione del
mondo. Nel 1992, con il modesto motore Ford "clienti", una monoposto
indovinata (la 107) e una raffinata gestione elettronica delle sospensioni attive, Häkkinen e Johnny Herbert sono spesso a ridosso dei top team,
sfiorando più volte il podio. Da lì in poi la squadra
imboccò la via del declino fino alla chiusura, avvenuta con il
1994, anno della sua ultima stagione. Malgrado il fallimento del
reparto corse, il telaio della vettura per il 1995 fu venduto al team
Pacific Racing e per questo, la vettura, nella livrea, aveva una banda
di colore verde nella parte anteriore, ove fu inserito il logo della
gloriosa marca inglese
Non c’è bisogno di alcuna presentazione per il team fondato dal
vulcanico Colin Chapman (cui si devono molte delle innovazioni apportate
alle sue monoposto) e che esordì nella massima Formula in occasione del
GP di Monaco 1958: 7 Campionati Costruttori (1963, 1965, 1968, 1970,
1972, 1973, 1978) e 6 titoli iridati Piloti (1963 e 1965 con Jim Clark;
1968 con Graham Hill; 1970 con Jochen Rindt, unico titolo mondiale
postumo nella storia della F1; 1972 con Emerson Fittipaldi; 1978 con
Mario Andretti); 491 GP disputati, 79 vittorie (l’ultima, al GP USA
1987, con Ayrton Senna). Nel 2012 il ritorno, dopo 18 anni, come Lotus
F1 Team: 77 GP disputati e due vittorie (GP Abu Dhabi 2012; GP di
Australia 2013), entrambe ottenute da Kimi Raikkonen..
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Gran Premio d'Australia
Il terribile incidente di Martin Brundle che riprenderà il via alla seconda partenza.
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Gran Premio d'Australia 1996
Ha vinto Damon Hill su Williams, precedendo il compagno di squadra Jacques Villeneuve, al debutto in Formula 1
e Eddie Irvine su Ferrari.
La gara ha visto il debutto, oltre che di Villeneuve,
di Giancarlo Fisichella e Ricardo Rosset.
Al
via Villeneuve mantiene la testa della corsa, mentre il suo compagno di
squadra Hill parte male e viene sopravanzato da entrambi i piloti della
Ferrari. A centro gruppo, però, è caos: le due Tyrrell di
Salo e Katayama rimangono ferme sulla griglia, mentre Frentzen rimane
addirittura fermo durante il giro di ricognizione; il peggio capita
però alla prima curva, quando Brundle tampona violentemente
Coulthard e la Jordan dell'inglese decolla, spezzandosi poi a
metà. Brundle esce illeso dall'incidente, ma la gara viene
interrotta con la bandiera rossa.
Viene organizzato un secondo via, al quale non prende parte Herbert,
coinvolto nell'incidente di Brundle e costretto a cedere il muletto a
Frentzen; Brundle ottiene invece l'autorizzazione a partecipare alla
seconda partenza dal medico della FIA, Syd Watkins.
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Il
secondo via si svolge regolarmente, con Villeneuve che mantiene la
prima posizione davanti a Hill, Irvine e Schumacher. Dopo due giri il
tedesco sopravanza il compagno di squadra, guadagnando la terza
posizione; il nordirlandese è quindi attaccato da Alesi, che
però si autoelimina in un tentativo di sorpasso piuttosto
azzardato al decimo passaggio. A questo punto la gara si sviluppa
piuttosto linearmente, con Schumacher che segue i piloti della Williams
senza mai impensierirli seriamente, Irvine che mantiene la quarta
posizione e Häkkinen che fa da tappo rispetto agli inseguitori,
bloccando alle sue spalle Barrichello e Berger.
Poco dopo la metà della gara, dopo aver effettuato il suo pit
stop, Schumacher è costretto al ritiro per problemi ai freni; nel
frattempo, però, il duello tra i due piloti della Williams si
intensifica: nel gioco dei rifornimenti Hill riesce a passare davanti al
compagno di squadra, ma Villeneuve sfrutta gli pneumatici già caldi per
riportarsi in testa. Al 33º giro, tuttavia, il canadese commette un
errore e va lungo sull'erba alla prima curva, riuscendo comunque a
mantenere la testa della corsa. La vettura di Villeneuve comincia poi a
perdere vistosamente olio e per evitare la rottura del motore la squadra
gli impone di rallentare, facendo così passare il compagno di squadra.
Il canadese si rassegna e Hill coglie la prima vittoria stagionale,
davanti a Villeneuve, Irvine, Berger, Häkkinen e Salo.
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La stagione 1990 del Campionato mondiale di Formula 1 è stata la quarantunesima nella storia della categoria ad assegnare il Titolo Piloti
e la trentatreesima ad assegnare quello Costruttori. Il primo fu vinto dal brasiliano Ayrton Senna, che divenne quindi Campione del Mondo
per la seconda volta in carriera, mentre il secondo fu vinto dalla McLaren - Honda, che se lo aggiudicò per il terzo anno di fila.
Ayrton Senna divide il podio con Alessandro Nannini, pilota della Benetton, ad Hockenheim nel 1990.
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Cambiamenti rispetto al 1989
Cambiamenti regolamentari
- Furono resi obbligatori ulteriori crash test
per testare la solidità delle vetture, in particolare nella zona
dell'abitacolo e furono inseriti quelli per la parte anteriori.
- I piloti dovevano essere in grado di uscire dall'abitacolo in meno
di cinque secondi senza aiuti; diventò obbligatorio anche concedere una
maggiore libertà di movimento alle ginocchia.
Novità tecniche
- La Tyrrell 019, progettata da Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot,
fu la prima vettura nella storia della Formula 1 ad avere un musetto
rialzato, che consentiva così una migliore aerodinamica sull'anteriore;
questa soluzione tecnica fu copiata nelle stagioni successive da tutte
le altre scuderie.
- La Life
montava un motore W12 di nuova concezione, progettato dall'ex tecnico
della Ferrari Franco Rocchi. Questo propulsore aveva tre bancate di
quattro cilindri ciascuna, con l'idea di unire le dimensioni ridotte di
un V8 con la potenza di un V12; tuttavia, si dimostrò molto poco potente ed estremamente inaffidabile.
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Gran Premio di San Marino 1990
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Partenza ad Imola del Gran Premio di San Marino 1990.
Prima fila tutta Mcaren-Honda: Ayrton Senna, pole e Gerahard Berger 2°
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Acque Minerali
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L'italiano Riccardo Patrese
festeggia la vittoria del suo terzo Gran Premio in carriera, a sette
anni dall'ultimo successo; a completare il podio,
l'austriaco Gerhard Berger, secondo, e l'altro italiano Alessandro Nannini, terzo.
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Il Gran Premio di San Marino 1990
è stato la terza prova del Campionato mondiale di Formula 1
1990. Disputata il 13 maggio 1990 all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di
Imola, la gara si svolse davanti a una buona presenza di pubblico e fu
caratterizzata da diversi duelli tra i piloti, alcuni dei quali al
limite del regolamento. Nonostante la McLaren avesse dominato le
qualifiche occupando la prima fila dello schieramento, fu Riccardo
Patrese, alla guida della sua Williams, a imporsi per la terza volta in
carriera, precedendo l'austriaco Gerhard Berger e Alessandro Nannini su
Benetton. Completarono la zona punti Alain Prost della Ferrari, Nelson Piquet e Jean Alesi.
Il leader del mondiale Ayrton Senna fu invece costretto al ritiro dopo appena tre giri per la rottura di un cerchione
della ruota.
Questo fatto permise ai suoi rivali Prost e Berger di
avvicinarlo in classifica piloti, portandosi ad una sola lunghezza di
distanza.
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Il Gran Premio di Spagna 1990 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 30 settembre 1990 al Circuito di Jerez.
La
gara è stata vinta da Alain Prost su Ferrari. Questa è
stata l'ultima gara per il pilota Alessandro Nannini
che viene ferito durante l'incidente in elicottero.
Durante la sessione di venerdì Martin Donnelly è protagonista di un terribile incidente: la sua Lotus
va a sbattere ad altissima velocità contro le barriere, spezzandosi, ed
il pilota nordirlandese è scagliato, ancora legato al sedile, al centro
della pista.
Pur riportando diverse fratture alle gambe e lesioni
interne, Donnelly riuscì miracolosamente a sopravvivere all'incidente,
dovendo però porre fine alla propria carriera in Formula 1.
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Gran Premio di Monaco 1990
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Il Gran Premio di Monaco 1990 è stata una gara di Formula 1 disputata il 27 maggio 1990
al circuito di Monaco. La gara è stata vinta da Ayrton Senna alla guida di una McLaren.
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Partenza, GP Monaco 1990
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Poco dopo la
partenza, alla curva Mirabeau Haute Jean Alesi, con una manovra audace,
supera Prost che d'istinto allarga; Berger non se ne avvede e tampona
la Ferrari. Anche la Brabham di Modena subisce dei danni nella mischia
e rimane ferma. Fuori combattimento anche Ivan Capelli, fermatosi per
un guasto alla sua Leyton House poche centinaia di metri dopo il via.
Il tracciato è bloccato e la gara deve essere sospesa.
L'austriaco e il campione del mondo devono partire con il muletto; la
vettura di riserva Ferrari è preparata per Mansell, e ha quindi
il cambio a sette rapporti. Al secondo via tutto si svolge regolarmente
e Senna mantiene la testa della corsa davanti a Prost, Alesi, Berger,
Patrese e Boutsen; Pirro è il primo a ritirarsi, quando il
motore della sua Scuderia Italia cede già nel corso del primo
giro. Mansell, scivolato in ottava posizione dopo la partenza, cerca di
recuperare, superando Martini e portandosi alle spalle di Boutsen;
tuttavia, il tentativo di sorpasso del ferrarista al pilota belga non
ha successo e Mansell è costretto ad una sosta ai box per
sostituire l'alettone anteriore.
In testa alla corsa, Senna conduce tranquillamente, soprattutto
dopo il ritiro, dopo trenta giri, di Prost, la cui batteria esplode. Al
35º passaggio, Piquet
esce di pista poco prima del tornante del Loews; per ripartire deve
essere spinto dai commissari e questo gli costa la squalifica. Con Senna
ancora stabilmente in testa e Alesi e Berger in lotta per la seconda
posizione, si mette ancora in luce Mansell, che si porta al quarto posto
dopo aver sopravanzato Warwick
e Boutsen; tuttavia l'inglese si deve ritirare a quindici tornate dal
termine, anch'egli per un problema alla batteria. Gli inconvenienti
delle batterie Ferrari, inusuali in Formula 1, furono probabilmente
causati dall'eccessiva richiesta di corrente del cambio
elettroidraulico, continuamente sollecitato a Montecarlo, specialmente
nella versione a sette rapporti che anche Prost alla fine fu costretto a
usare.[1]
Nelle ultime fasi di gara Senna rallenta, permettendo ad Alesi e Berger
di avvicinarglisi; il brasiliano ottiene la sua terza vittoria in
carriera a Monaco, precedendo Alesi, Berger, Boutsen, Caffi e
Éric Bernard, ultimo dei piloti al traguardo, che si era portato
in sesta posizione negli ultimi giri di gara dopo aver mandato a muro
Foitek per superarlo, ottenendo i suoi primi punti in carriera.
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Gran Premio del Canada 1993
Il Gran Premio del Canada 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 13 giugno 1993 sul Circuito di Montréal.
La gara è stata vinta da Alain Prost su Williams.
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Alain Prost / Damon Hill / GP Canada 1993
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Come
ormai consueto, i due piloti della Williams dominano le qualifiche, con
Prost in pole position davanti a Hill; seguono, con ampi distacchi, i
due piloti della Benetton, Schumacher
e Patrese e i due della Ferrari, Berger e Alesi. In difficoltà
la McLaren: Senna è ottavo, Andretti dodicesimo.
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Al via Hill
sopravanza il compagno di squadra, portandosi al comando della corsa
mentre le due Benetton in seconda fila scattano male come loro solito.
Alla prima curva l'ordine è Hill, Prost, Berger, Alesi, Senna, Patrese,
Brundle, Schumacher. In due giri Senna si sbarazza rapidamente delle due
Ferrari superandole al tornantino e si lancia all'inseguimento delle
due Williams. Anche Schumacher rimonta velocemente ma quando finalmente
supera Berger installandosi al quarto posto, la testa della corsa dista
già una decina di secondi. Al sesto giro Prost va in testa con Hill che
non chiude la porta al blasonato compagno. Anche Alesi riesce ad
infilare il compagno portandosi al quinto posto ma si deve ritirare
qualche tornata più tardi.
Ayrton Senna con la McLaren Ford si avvicina alla Williams
Renault di Damon Hill ma non ci sono cambiamenti di posizione fino alla
sosta per il cambio gomme, durante la quale Hill resta fermo ben 17
secondi, scivolando in quarta posizione. Prost controlla la corsa senza
patemi mantenendo un vantaggio superiore ai dieci secondi mentre
Schumacher riduce continuamente il distacco che lo separa da Senna
portandosi a contatto quando mancano dieci giri alla fine.
Quando già si
inizia a pregustare un bel duello rusticano, la McLaren Ford di Ayrton
si ritira per un problema all'alternatore a sette giri dalla fine; La
Williams Renault di Alain Prost non ha invece nessun problema e va a
vincere davanti alla Benetton Ford di Michael Schumacher, terzo posto
per la seconda Williams Renault di Damon Hill, la Ferrari di Gerhard
Berger, la Ligier Renault di Martin Brundle e Wendlinger, a punti per la prima volta in questa stagione.
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Il Gran Premio del Giappone 1990 è stato un Gran Premio di
Formula 1 disputato il 21 ottobre 1990 al circuito di Suzuka. La gara è
stata vinta da Nelson Piquet su Benetton
e ha visto la conquista del secondo titolo mondiale piloti da parte di
Ayrton Senna, dopo che il brasiliano era stato coinvolto in un
controverso incidente con il rivale Alain Prost.
Senna conquista la pole position davanti al rivale per il Campionato Prost,
che è obbligato a vincere la gara se vuole mantenere aperta la lotta
per il titolo piloti. Senna è però scontento della posizione riservata
al poleman, posta sul lato sporco della pista, e chiede ai commissari di
gara di spostarla; la sua richiesta viene però rifiutata, su pressioni
del presidente della FIA Jean-Marie Balestre.
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Nelson Piquet |
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Come previsto da Senna, Prost
parte bene dal lato pulito della pista, superando il brasiliano.
Arrivato alla prima curva, Senna mantiene la traiettoria interna,
incurante della presenza del francese; i due finiscono per toccarsi, con
la McLaren che tampona la Ferrari, spedendola nella via di fuga. La
manovra di Senna desterà grandissime polemiche, riaccendendo la rivalità
tra il brasiliano e Prost, ma la FIA, contrariamente a quanto fatto l'anno precedente
non sanzionerà nessuno dei due piloti, considerando l'accaduto come un
incidente di gara. Il ritiro di Prost dà a Senna la certezza matematica
della conquista del titolo iridato; la McLaren, nonostante il ritiro di
entrambi i piloti, conquista il Campionato Costruttori con una gara di
anticipo.
La
gara vede invece la prima vittoria di Nelson Piquet dal Gran Premio
d'Italia 1987; il brasiliano approfitta dei ritiri di Berger e Mansell
per tagliare il traguardo in prima posizione davanti al connazionale
Moreno e ad Aguri Suzuki, al primo podio in carriera nella gara di casa.
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Prima della gara a Suzuka, la F1 perde un altro grande talento.... si
tratta di Alessandro Nannini che,
in un incidente con il suo
elicottero, perde l'avambraccio; i medici riescono dopo un accurato
intervento
a ricomporre l'articolazione... ma per Nannini risalire su
una F1... sarà da adesso in poi un impresa impossibile.
A Suzuka, Senna e Prost sono appaiati in prima fila, in partenza il
brasiliano scatta meglio del francese ma alla prima curva
si verifica
un contatto tra i due che finiscono nella sabbia, il ritiro
è inevitabile per entrambi....
Senna è, cosi,
campione del mondo.
L'incidente da luogo ad una moltitudine di polemiche; molti, tra cui lo
stesso Prost, sostengono che Senna abbia,
in un certo qual modo,
"cercato" il contatto per impedire al pilota Ferrari di conquistare un
GP che avrebbe potuto cambiare
radicalmente le sorti del mondiale.
1990 - SENNA CAMPIONE DEL MONDO
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USA
11/03/1990 - Phoenix
Senna subito dopo la partenza si ritrova secondo
dietro Alesì, in un primo momento lo lascia andare, confidando nel
fatto che si sarebbe fermato ai box per il cambio gomme. Quando però
vede che Alesì non si ferma, guadagna in cinque giri gli otto secondi
che lo separano da lui ed al trentaquattresimo giro lo passa. A dieci
giri dalla fine Senna ha problemi con il cambio ma il vantaggio
accumulato non gli fa perdere la prima posizione.
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Monaco
27/05/1990 - Montecarlo
Alla partenza Berger arriva veloce alla Mirabeau e colpisce la Ferrari di Prost e molte altre monoposto. Senna
conduce al comando tutto il GP, seguito da Alesì e Berger.
Nel finale
Senna rallenta a causa delle gomme usurate e del cambio parzialmente
rotto, così arriva primo al traguardo.
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Canada
10/06/1990 - Gilles Villeneuve
Le prove vedono Senna e Berger nelle prime due posizioni.
Al
via Berger fa una partenza anticipata e gli viene dato un minuto di
penalità; Senna scatta al comando. La pista si asciuga e Berger e Senna
rientrano per montare le gomme da asciutto. Al ritorno in pista, Senna
passa Nannini e va vincere il GP. Berger sconta la penalità e finisce la
corsa quarto.
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Germania
29/07/1990 - Hockenheim
Nelle qualifiche Senna ottiene la pole e Berger il secondo tempo.
Al
via Berger tenta invano di passare il compagno, ma alla fine si
accontenta del secondo posto. Dopo i pit stop, Nannini si ritrova
leader, ma Senna presto lo passa. Berger esce quarto dietro Piquet e
guadagna una posizione quando questo ha problemi di motore.
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Belgio
26/08/1990 - Spa-Francorchamps
Dopo tre partenze, Senna
si pone al comando del GP. A metà corsa Prost decide di rientrare per
il cambio gomme, ma Senna lo anticipa e riesce sempre primo. Corre
guardando Prost e quando quest’ultimo tenta di agganciarlo, Senna
sfodera giri veloci e per il francese non c’è niente da fare. Senna
finisce primo e Berger terzo.
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Italia
09/09/1990 - Monza
Senna e Berger, sabato, ottengono il primo e terzo tempo.
Al
primo giro la gara viene sospesa per l’incidente di Warwick. Al secondo
start, Senna e Berger partono davanti a tutti. Al ventunesimo giro
Berger comincia ad avere problemi di freni e Prost gli strappa la
seconda posizione. Senna vince incontrastato e Berger arriva terzo.
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1990 - Rinnovamento estetico della MP4/5, in
particolare nelle fiancate che sono più basse e nella parte
anteriore inclinate verso il basso
e con gli sfoghi dell'aria calda dei
radiatori in posizione arretrata, anche se molto spesso, per smaltire
meglio il calore furono aperte fino
ad avanti. La presa d'aria del
motore si trova molto più in alto per adattarsi alla statura
di Berger.
Il taglio laterale dell'abitacolo ora scende di
più rispetto alla MP4/5. La parte innovativa riguarda il
profilo estrattore molto più lungo
e formato da 5 canali ad
arco ("la Cattedrale"). Il motore V10 Honda RA-100E sviluppava 664 CV a
13.000 giri/min ma arrivava a 715 CV
con le benzine speciali della
Shell; ebbe 6 evoluzioni.
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GP Spagna 1991, il sorpasso infinito
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Il duello è tra McLaren e Williams a tenere banco, con Mansell e Patrese
che sono affiancati in griglia alle due McLaren e Berger parte in pole
position affiancato dall’inglese. Nella mattinata della gara piove e
l’asfalto, nel pomeriggio, è umido. E come ben si sa, partire sul lato
sporco della pista non è mai un vantaggio e così Mansell si fa superare
da Senna, venendo invischiato nella lotta per le prime posizioni insieme
a Schumacher e Alesi. Ma ben presto il Leone si sbarazza di Schumacher e
si getta all’inseguimento di Senna. I due, si sa, sono tra i piloti più
aggressivi in pista e nessuno ha voglia di cedere al rivale. E così,
mentre si trovano sul rettilineo principale, l’inglese attacca il
brasiliano, ma non lo fa in modo per così dire normale, anzi tutt’altro.
Le due monoposto avvolte dalle trecce di Berenice e dalle scintille che
viaggiano a pochi centimetri l’una dall’altra, e tutto così,
semplicemente, come se fosse del tutto normale.
In fondo i due stavano lottando per un
semplicissimo secondo posto ed erano all’inizio della gara, cosa sarà
mai affiancarsi a meno di 10 centimetri l’uno dall’altro per circa 500
metri? Ordinaria amministrazione, suvvia! Soprattutto
per due che in passato sono arrivati con 10 millesimi di distacco al
traguardo, due fuoriclasse che al contempo sono anche due funamboli,
capaci di esaltare le folle anche quando hanno raggiunto e superato la
trentina, giusto per insegnare ai più giovani che l’agonismo non ha età.
Mansell così supera Senna e si porta al
secondo posto dietro a Berger, ma i colpi di scena sono appena iniziati,
visto che il brasiliano grazie all’aiuto dei suoi meccanici si riporta
davanti all’inglese e va in testa alla gara. I due della McLaren fanno
gioco di squadra, con Magic che lascia scappare Berger e proprio in quei
momenti ricomincia a piovere. Sembra fatta per il brasiliano, invece è
proprio lui che incappa in un’uscita di pista che spalanca la strada
verso il successo all’inglese, visto che di lì a poco supererà anche
Berger. Per il brasiliano, invece, è notte fonda, visto che viene
superato dalle Williams e dalle Ferrari, che prendono così il posto
delle McLaren nello strano gioco di incroci con la Williams che si era
viso in qualifica. Tutto questo perchè anche Berger è costretto ad
alzare bandiera bianca.
Mansell vince così davanti a Prost, Patrese,
Alesi, Senna e Schumacher, il quale infligge una dura lezione al
compagno Piquet, undicesimo e doppiato di 2 giri. Ma quel sorpasso di
certo rimarrà negli annali come una delle imprese che questi due grandi
campioni hanno consegnato alla storia della Formula 1.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1991
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Mansell rimane in testa per tutta la corsa, andando a conquistare
la seconda vittoria consecutiva; Senna, rimasto senza benzina durante
l'ultimo giro, viene classificato quarto, mentre a podio concludono
Berger e Prost. Chiudono la zona punti Piquet e Gachot.
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Al
via Senna scatta molto bene, sopravanzando Mansell e portandosi al
comando; tuttavia il brasiliano viene subito risuperato dal pilota
della Williams, che lo infila alla Stowe. Nel frattempo, Patrese si
ritira dopo essere stato spinto fuori pista da Berger.
Mansell
e Senna si staccano subito dal gruppo degli inseguitori, capitanato da
Berger, Prost e Alesi; quest'ultimo si ritira successivamente dopo un
contatto con il doppiato Suzuki.
Al 41º passaggio De Cesaris
ha un brutto incidente, causato dalla rottura di una sospensione alla
curva Abbey; la vettura del pilota italiano rimbalza contro le barriere e
riattraversa la pista, evitando per poco la Tyrrell del sopraggiungente
Nakajima. De Cesaris esce illeso dall'incidente.
Per evitare di dover disputare le prequalifiche a partire dal
Gran Premio successivo, la Brabham avrebbe avuto bisogno di un arrivo
tra i primi sette, ma né Brundle né Blundell concludono la gara.
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Williams FW14
Gran Premio del Messico 1991
Il Gran Premio del Messico 1991
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 16 giugno 1991
sull'Autodromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico.
La gara è stata vinta da Riccardo Patrese su Williams. |
Durante
la sessione di qualifiche del venerdì Senna ha un violento
incidente nella veloce ultima curva, la Peraltada, uscendone illeso.
Patrese conquista la seconda pole position consecutiva davanti al
compagno di squadra Mansell, Senna, Alesi, Berger, Piquet, Prost,
Modena, Moreno e al sorprendente Grouillard, decimo dopo non essere mai
riuscito a prequalificarsi nelle prime cinque gare della stagione.
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Al via
Patrese scatta male, scivolando in quarta posizione alle spalle di
Mansell, Alesi e Senna, il quale si sbarazza immediatamente del
francese della Ferrari. Nel frattempo la gara di Berger termina al
quinto giro per la rottura del motore; Martini scivola sull'olio perso
dalla vettura dell'austriaco, uscendo di pista e ritirandosi anch'egli.
Dopo aver sopravanzato Alesi, Patrese completa la sua rimonta
superando anche Senna alla prima curva ed infilando anche il suo
compagno di squadra Mansell al 15º passaggio; l'inglese perde
immediatamente terreno perché rallentato da problemi di
surriscaldamento. Una tornata più tardi Prost è costretto al ritiro per
problemi all'alternatore, mentre l'altro ferrarista Alesi si ritira al
42º passaggio per problemi alla frizione.
Patrese continua a condurre la gara fino alla fine, mantenendo un
ritmo inavvicinabile per tutti e tagliando il traguardo davanti a
Mansell, Senna, De Cesaris, Moreno (rallentato da un pit stop problematico) e Bernard,
ultimo dei piloti a punti. De Cesaris, che aveva tagliato il traguardo
spingendo la vettura, viene squalificato, ma sarà successivamente
reinserito in classifica.
Per la Williams è la prima doppietta dal Gran Premio del Canada 1989.
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De Cesaris, che aveva tagliato il traguardo
spingendo la vettura, poiché rimasto senza benzina a pochi metri,
viene
squalificato, ma sarà successivamente
reinserito in classifica. |
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A partire dal Gran Premio del Messico
e per tutta la parte centrale della stagione la Williams FW14 dominò la
scena, permettendo ai suoi piloti di vincere sette Gran Premi (cinque
vittorie per Mansell e due per Patrese) e soltanto l'affidabilità della
McLaren, uno straordinario Ayrton Senna,
oltre ad una certa dose di sfortuna (in Canada Mansell fu costretto a
fermarsi all'ultimo giro per un problema elettrico mentre era in testa
ed in Portogallo l'inglese dopo aver dominato tutta la prima parte di
gara viene squalificato per aver sostituito una gomma fuori dalla zona
deputata per rimediare ad un pasticcio combinato dai suoi meccanici)
impedirono a Mansell di conquistare il suo primo titolo mondiale ed al
team di primeggiare tra i costruttori. La stagione della Williams si
concluse con il secondo posto nella classifica costruttori, fra i piloti
Mansell si classificò al secondo posto e Patrese al terzo. Nonostante
l'affermazione dei rivali, la superiorità della vettura di Grove era
evidente e in tanti, Ayrton Senna in primis, avevano capito che la
McLaren l'anno successivo avrebbe difeso il titolo mondiale con
moltissime difficoltà.
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Riccardo Patrese - Williams FW14B 1992
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La Williams FW14
ha disputato il Campionato mondiale di Formula 1 nel 1991. Nel 1992 la
vettura, aggiornata e rinominata FW14B, ha vinto sia il Campionato
mondiale costruttori di Formula 1 sia il Campionato mondiale piloti di
Formula 1, grazie a Nigel Mansell. In entrambe le stagioni in cui ha
corso i piloti sono stati Mansell e Riccardo Patrese. È una delle più
vincenti e sofisticate vetture nella storia della Formula 1 e viene
tuttora ricordata
con un nomignolo (l'auto venuta da un altro pianeta)
affibbiatole nel 1992, grazie alla sua superiorità sulle vetture
avversarie.
È inoltre ricordata positivamente dagli appassionati per la
sua estetica morbida e proporzionata.
Mansell conquistò il titolo piloti ottenendo nove vittorie e tre
secondi posti, mentre la Williams vinse il quinto titolo costruttori
con 10 vittorie e 164 punti, 65 in più della McLaren-Honda. |
Gran Premio del Sudafrica 1992
517º GP del Mondiale di Formula 1Gara 1 di 16 del Campionato 1992
Il Gran Premio del Sudafrica 1992 si è svolto domenica 1º marzo 1992 sul Circuito di Kyalami.
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su Williams seguito
dal compagno di squadra Riccardo Patrese e da Ayrton Senna su McLaren.
Al via Mansell
mantiene la testa della corsa; Patrese si porta alle spalle del
compagno di squadra, davanti a Senna, Alesi, Schumacher e Berger. La
gara procede linearmente, senza sorpassi nelle prime posizioni; gli
unici cambiamenti sono dati dal ritiro delle due Ferrari.
Mansell conquista quindi la prima vittoria stagionale, davanti a Patrese, Senna, Schumacher, Berger e Herbert.
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GP di Monaco story, 1992: Senna doma il Leone d’Inghilterra
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In quell’anno il Gran Premio di Monaco fu la sesta gara
della stagione, ma il discorso Mondiale (sia piloti che costruttori)
era già chiuso a causa della manifesta superiorità della
Williams Renault di Mansell e Patrese. Il Leone d’Inghilterra
guida la classifica iridata a punteggio pieno, frutto delle cinque
vittorie nelle prime cinque gare, e la Williams, con quattro doppiette,
è in fuga tra i Costruttori con 54 punti di vantaggio sulla
Benetton di Michael Schumacher e Brundle. Mentre per Ayrton Senna e la
sua McLaren fu un inizio di stagione pessimo: solo due terzi posti e
zero pole.
Ma nel Principato, nel suo regno, le cose cambiano, nonostante al
sabato nelle qualifiche il copione fu lo stesso delle prime cinque
corse stagionali. Mansell conquista la sesta pole position
consecutiva
con il crono di 1’19”495 (nuovo record della pista) davanti
al compagno di squadra Patrese, rallentato nel giro veloce da
Gachot. Senna riuscì a centrare la terza posizione
precedendo
nell’ordine Alesi, Berger e il giovane Schumacher. |
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Al via l’inglese mantenne la testa della corsa mentre il
brasiliano scavalcò l’altra Williams ma pian piano il
Leone d’Inghilterra prese il largo mentre dietro
tra alcuni
problemi alle monoposto e vari contatti c’è bagarre con il
tedesco risalito in quarta posizione che tentò di soffiare via
il terzo gradino del podio all’italiano.Si arriva così al
59° giro con Alboreto che finì in testacoda proprio nel
momento in cui stava per essere doppiato da Senna. Imprevisto che
costò al paulista altri dieci secondi di ritardo rispetto a
Mansell, che a quel punto sembrò involarsi indisturbato verso il
sesto successo su sei gare. |
Ma, proprio quando tutto sembrava deciso, quando mancavano 8 tornate al
termine del Gran Premio ecco il colpo di scena: la Williams del
britannico cominciò ad avere problemi con una ruota (il dado
aveva danneggiato il cerchione), problemi che lo costrinsero a
rientrare ai box
La sosta fu dunque più lunga del previsto e
non bastarono gli oltre 30” di vantaggio per uscire dalla
pit-lane davanti al brasiliano e così al rientro in pista si
trovò a 5” da Senna. |
Mansell provò una rimonta furiosa ma Magic chiuse tutti gli
spazi non lasciando alcun spiraglio utile al sorpasso, il Leone
d’Inghilterra tentò di sopravanzarlo ad ogni curva fin sul
traguardo ma Ayrton tirò fuori dal cilindro sette giri perfetti
e così si arrivò sotto la bandiera con la McLaren davanti
alla Williams per soli 215 millesimi, mentre il resto del gruppo era
lontanissimo: terzo Patrese davanti alla Benetton di Michael Schumacher
che arrivarono con oltre 30” di ritardo.
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Il Principato, dunque riportò sul gradino più alto
il suo Re, quell’Ayrton Senna che in quell’occasione
conquistò il quinto successo,
quarto consecutivo, a Montecarlo
anche in un’annata che riserverà ben poche soddisfazioni
al brasiliano.
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F1, GP Messico 1992, il primo podio di Michael Schumacher
Dopo 23 anni, la F1 torna in Messico.
Nell’ultima gara, Michael Schumacher celebrò il primo dei suoi 155 podi in carriera.
Williams F1 1992 Mansell Campione del Mondo
Classifica del campionato del mondo 1992
1 Nigel Mansell Williams Renault - 2 Riccardo Patrese Williams Renault
3 Michael Schumacher - Benetton Ford Cosworth
La Williams vince il Titolo costruttori
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La primavera del 1992 fa cadere l'inverno sul GP del Messico.
Per la prima volta, si corre a marzo sul circuito dedicato ai fratelli
Rodriguez: Ricardo, morto proprio su quella pista l'1 novembre 1962
alla curva Peraltada, la più celebre del tracciato, e Pedro, che qui ha
conquistato il suo primo punto in D1, scomparso l’11 luglio del
1971
nel rogo di una Ferrari 512M in una gara del campionato interserie al Norisring. Ma lo stato
dell'asfalto è pessimo e i soldi scarseggiano.
Prima che la F1
abbandoni la faccia triste dell'America per quasi un quarto di secolo,
però, Michael Schumacher
fa in tempo a festeggiare il suo primo
podio in Formula 1.
Da oscuro gregario a campione acclamato. È tutta qui, se vogliamo, la
particolarità della carriera di Nigel Mansell, pilota passato alla storia
per la sua grinta, il suo coraggio, il suo non arrendersi mai neppure di
fronte alla sorte troppe volte avversa.
Non era un grande tattico, non aveva la visione di gara di un Lauda o di un
Prost né il perfezionismo di Senna: il suo obbiettivo era l’avversario da
sconfiggere, da demolire anche psicologicamente, a colpi di giri veloci. Se
l’avversario era dietro il suo obbiettivo era fare il vuoto, se era
davanti non si dava pace fino a quando non entrava nel suo mirino. Aveva la
straordinaria capacità di tenere altissimo il ritmo per una corsa intera, senza
le pause che tipicamente un pilota si concede anche nelle corse più combattute e
lo faceva fino alla fine, quando usura dei pneumatici e consumi avrebbero
consigliato maggiore prudenza. Questo suo modo di correre, senza pace, senza
tregua, fece letteralmente impazzire il suo principale avversario, Nelson
Piquet, fino a fare sparire dalle labbra dello “zingaro” il suo mitico sorriso
ironico.
Nell’ambiente della F.1 Mansell è stato, per ragioni uguali ed opposte,
amatissimo dai tifosi e detestato dai critici. La folla ammirava il suo coraggio
e la sua dedizione alla lotta allo stesso modo con cui i critici detestavano gli
errori in cui, di tanto in
tanto, cadeva. Allo stesso modo gli addetti ai lavori difficilmente tollerano chi
non ha fortuna: non di certo per antipatia personale ma, più probabilmente,
perché, chi vive dell’analisi di uno sport, difficilmente è propenso ad
ammettere che qualche cosa di sfuggente, di non controllabile come il caso
possa essere stato determinante in un risultato, preferisce ignorarlo e trovare
una spiegazione “logica” anche là dove non può esserci. Per i tifosi, quindi,
Mansell aveva perso ben tre mondiali solo perchè “sfortunato”, mentre per i
critici era irrimediabilmente “sprecone” ed “inconcludente”..
Quello che in realtà gli addetti ai lavori non hanno mai perdonato a Mansell
era il fatto di essere un “parvenu”, un “intruso”, uno che si era distaccato
dalla mediocrità a cui sembrava condannato ed essere entrato all’improvviso,
senza neppure chiedere permesso, nel giro dei piloti che contano. Quando un
giovane pilota comincia a dimostrare le proprie doti, i “divi” dell’ambiente
tentano in tutti i modi di tenerlo alla larga, assumono un atteggiamento
guardingo ed usano anche la stampa amica per cercare di screditarlo o, comunque,
di guadagnare posizioni “politiche” che permettano di guadagnare tempo. Ma,
psicologicamente, si preparano all’inevitabile scontro. Così è stato, ad
esempio, con Senna e Schumacher.
Ma con Mansell era diverso. Quando comincia a
mettere a soqquadro l’ambiente ha già 33 anni e la stessa età dei campioni più
affermati dell’epoca. In cinque stagioni alla Lotus aveva fatto vedere ben poco,
era solo una figura di secondo piano, il fido scudiero di Elio De Angelis.
Difficile immaginare che, all’improvviso, questo scudiero si mettesse a correre
come un pazzo e a demolire in termini velocistici il suo caposquadra. Nel 1986
rivoluziona l’ambiente della F.1: maltratta il suo compagno e manda all’aria
tutte le previsioni che vedevano in una serrata lotta Prost – Piquet il filo
conduttore della stagione. Solo adottando questa chiave di lettura è possibile
capire il mito del “Leone” mai domo e del suo numero “5 rosso”.
Che in questo strano inglese, classe 1953 di Upton On Severn, protagonista
delle formule minori in Gran Bretagna, ci fosse qualcosa di buono, lo aveva
intuito il solito Colin Chapman, patron della Lotus, che lo mette sotto
contratto a partire dalla stagione 1980. Nella casa inglese rimane cinque anni,
fino al 1984: buone prestazioni in qualificazione, qualche piazzamento e niente
di più; il “buon” comprimario di Elio De Angelis, all’epoca alfiere della Lotus.
Frank Williams simpatizza per lui e lo porta nella sua scuderia nel 1985,
proprio quando comincia l’epopea del turbo Honda. Dopo una stagione di rodaggio
(dove arrivano le prime vittorie), Mansell si scatena, sorprendendo tutti per
grinta e velocità. Infatti nelle stagioni 1986 e 1987 è il grande protagonista:
vince ben 13 gran premi dando spettacolo e facendo disperare il suo compagno di
squadra, Nelson Piquet, che sembrava destinato ad una passeggiata trionfale in
entrambe le stagioni. Ma la sorte, mai dalla sua parte, gli nega la conquista
del titolo mondiale, assumendo sempre la forma di un pneumatico.
In Australia,
ultimo G.P. della stagione 1986, la gomma scoppia mentre gestiva un comodo terzo
posto più che sufficiente alla conquista del titolo che finirà poi, nelle mani di un
incredulo Alain Prost. In Ungheria, nel 1987, una ruota maldestramente avvitata
da un meccanico si stacca mentre era abbondantemente in testa: il colpo del K.O.
al suo compagno di squadra si trasforma in un boomerang e rilancia un ormai
sfiduciato Piquet.
La disperata rincorsa che ne seguirà si concluderà
tristemente a Suzuka dove un terribile incidente gli procura lo schiacciamento di due
vertebre
che gli impedisce di partecipare agli ultimi due gran
premi.
MANSELL SPINGE FINO ALLO SVENIMENTO
Usa 1984: in una domenica rovente (42°) la Lotus di Mansell si
ferma a pochi metri dal traguardo per la rottura del differenziale.
Il
pilota scende e spinge la monoposto fino a che il caldo e la
disidratazione non lo fanno crollare, svenuto, sull'asfalto.
Il 1988 è un vero purgatorio: la Honda non ha perdonato la mancata conquista
del titolo 1986 addebitandola alla lotta troppo concitata tra i due piloti della
scuderia. Così l’astuto Ron Dennis ha gioco facile a strappare ad uno sfortunato
Frank Williams i
motori Honda. Contro le vetture di Senna e Prost nel 1988 nessuno può nulla,
tantomeno Mansell, al volante di una Williams motorizzata Judd (un motore di
F.3000 modificato per l’esigenza) e alle prese con i postumi dell’incidente. La
sola nota positiva è un nuovo contratto con la Ferrari per la stagione
successiva: era stato proprio il grande Enzo (morto nell’agosto di quell’anno) a
volerlo assolutamente in squadra.
Alla
Ferrari Mansell passa due anni. Nella stagione 1989 guida la casa di
Maranello alla riscossa, infila due vittorie gioiello e compie la grande impresa
della sua carriera: sul circuito dell’Hungaroring, notoriamente famoso per
l’impossibilità a sorpassare, parte dalla tredicesima posizione e vince dopo
aver “infilato” 11 avversari con sorpasso finale, memorabile, a scapito del
grande Senna. Il 1990 è, invece, afflitto da troppi ritiri mentre Prost, suo
compagno in quella stagione, lotta per il titolo. Dopo l’ennesimo abbandono
durante il G.P. di Inghilterra, Mansell annuncia, mestamente, il suo primo
ritiro.
Ma per il “Leone” non è ancora tempo di pantofole: Frank Williams lo richiama
in fretta e furia e gli affida una delle sue Williams Renault. Se nel 1991,
superate le difficoltà tecniche iniziali, lotta fino all’ultimo per il titolo
con Senna e si classifica “solo” secondo (anche per colpa del solito pneumatico
avvitato male, questa volta in Portogallo), nel 1992 domina completamente la
stagione: troppo superiore tecnicamente rispetto alla concorrenza la Williams e
troppo motivato il suo pilota. Mansell vince 9 G.P. su 16, si laurea campione
con 5 gare di anticipo lasciando agli altri solo le briciole.
Questa formidabile stagione sarà, purtroppo, la sua ultima intera in F.1. Nel
1993 viene, infatti, appiedato per motivi “politici”: la Renault, impresa
pubblica francese, vuole un pilota francese e lo sceglie in Alain Prost. Mansell
si rifugia negli “States” dove vince il campionato di F.Cart.
Mansell farà qualche altra apparizione in F.1: nel 1994 ancora con la
Williams dopo la morte di Senna, riuscendo perfino a vincere l'ultimo G.P. della
stagione, e nel 1995 per soli due G.P. con la McLaren.
I risultati sono scarsi e, dopo il gran premio di Monaco del 1995, Mansell
annuncerà il suo ritiro, stavolta definitivo. A 42 anni, l’inesorabile passare del tempo
ha ormai consumato gli artigli del “vecchio” Leone....
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Circuito di Spa-Francorchamps
Il Gran Premio del Belgio 1992 si è svolto domenica 30
agosto 1992 sul Circuito di Spa-Francorchamps. La gara è stata
vinta da Michael Schumacher su Benetton, alla sua prima vittoria in
Formula 1, seguito dalle due Williams di Nigel Mansell e di Riccardo
Patrese. |
La sessione di
qualifiche del sabato è resa pressoché nulla dalla
pioggia e la griglia è formata in base ai tempi fatti segnare
nella sessione del venerdì, durante la quale Comas ha un grave
incidente, i postumi del quale gli impediscono di partecipare alla
gara. Mansell conquista la pole position con un vantaggio enorme sugli
avversari: il secondo, Senna, è staccato di oltre due secondi.
Terzo è Schumacher, seguito da Patrese, Alesi, Berger, Boutsen,
Häkkinen, Brundle e Herbert.
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Al via Senna conquista la testa della corsa davanti a Mansell e Patrese, mentre Berger
rimane fermo sulla griglia a causa di un problema alla frizione,
creando scompiglio nel gruppo. I due piloti della Williams hanno presto
ragione di Senna, ma dopo poche tornate inizia a piovere; la maggior
parte dei piloti torna immediatamente ai box per montare gomme da
bagnato, mentre Senna rimane in pista fino al decimo passaggio, sperando
che la pioggia smetta rapidamente di cadere. L'azzardo non paga e il
brasiliano deve fermarsi anch'egli ai box, tornando in pista molto
indietro. Mansell si trova quindi al comando davanti a Patrese, Schumacher, Brundle e Häkkinen;
la pista comincia ad asciugarsi e Schumacher è uno dei primi a montare
gomme slick, mentre i due piloti della Williams esitano, perdendo molto
tempo.
Quando finalmente Mansell si decide ad effettuare il cambio gomme
è ormai troppo tardi: Schumacher è passato al comando. Il pilota
inglese rimonta rapidamente sul rivale, ma poi è rallentato da problemi
ad uno scarico e deve rallentare, accontentandosi del secondo posto.
Schumacher vince quindi per la prima volta in carriera sul circuito dove
aveva esordito l'anno precedente,
precedendo sul traguardo Mansell, Patrese, Brundle, Senna e Häkkinen.
Grazie ai piazzamenti dei suoi piloti la Williams conquista
matematicamente il titolo costruttori, il quinto della sua storia. Il Kaiser è il primo tedesco a vincere in F1 dopo Jochen Mass al Gran Premio di Spagna 1975.
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Il confronto tra piloti appartenenti a diverse ere è sempre stato,
negli anni, terreno di scontro e dibattito tra gli appassionati e tifosi
di Formula 1.
Si sprecano a decine le classifiche sui ‘migliori di tutti i tempi’.
Ovviamente, ogni classifica ha un vincitore diverso, segno che i
parametri presi in considerazione di volta in volta cambiano gli scenari
e i protagonisti
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Negli ultimi due decenni il confronto più discusso è quello tra gli ultimi due supercampioni della F1: Ayrton Senna e Michael Schumacher. Il brasiliano e il tedesco hanno iniziato la loro carriera nella
massima serie con sette (o meglio otto) anni di differenza: 1984 la
prima stagione di Ayrton, 1991 la prima gara di Michael, ormai a
stagione avanzata (Spa).
In mezzo differenze sostanziali tra le vetture, stili di guida. Due epoche vicine ma diverse allo stesso tempo. |
Senna e Schuamacher insieme sul podio ad Interlagos, 1993 |
Ayrton ha portato a termine 80 delle 100 gare disputate a podio. Michael
ha visto almeno la terza posizione 97 volte su 119. Le percentuali sono
praticamente identiche. 80% delle gare a podio per Senna, 81% per
Schumacher.
Ma non è tutto. Ayrton, su 100 GP, ha conquistato 41 vittorie (la percentuale è piuttosto facile). 6 con la Lotus, 35 con la Mclaren. Michael è andato oltre, con 53 vittorie su 119 Gare (il 44,5%), 19 con la Benetton e 34 con la Ferrari.
Se consideriamo le vittorie rispetto ai podi, metà delle volte che
Ayrton è andato alla premiazione (51%) è stato per ritirare il trofeo
del vincitore. Per quanto riguarda Michael, la percentuale sale al 55%.
Concludiamo con i giri veloci in gara. 19 per Ayrton (11% sul totale delle gare), ben 44 per Schumacher (27%).
Come ben sappiamo, Ayrton ha conquistato tre titoli mondiali. Schumacher, nel 2001, ha conquistato il suo quarto alloro. |
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Gran Premio del Brasile 1993
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Il Gran Premio del Brasile 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 28 marzo 1993
sull'Autodromo José Carlos Pace di San Paolo. entesima vittoria della McLaren in Formula 1.
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Al via Prost scatta bene, mentre il suo compagno di squadra Hill viene superato da Senna; più indietro, Andretti e Berger
hanno un incidente, con la McLaren Ford dell'americano che vola sopra
la Ferrari dell'austriaco: i due rimangono illesi. All'undicesimo giro
Hill sopravanza Senna; al brasiliano viene poi inflitto uno stop-and-go
di penalità per aver effettuato un sorpasso in regime di bandiere
gialle, cosa che lo retrocede in quarta posizione dietro Schumacher,
anch'egli successivamente punito con uno stop-and-go.
Nel
frattempo comincia a piovere. Schumacher perde tempo per un cambio
gomme problematico; nel mentre Katayama e Suzuki perdono il controllo
delle proprie vetture andando a sbattere contro le barriere. La pioggia
aumenta di intensità. Prost ha problemi nelle comunicazioni
radio: ritarda il cambio gomme, credendo di aver sentito che il box
è occupato da Hill; alla fine del rettilineo d'arrivo si
scompone, centra la Minardi Ford incidentata di Fittipaldi e si ritira.
Entra in pista la safety car, dietro alla quale si accodano Hill e
Senna; più indietro, Alesi effettua diversi sorpassi, cosa che
gli costerà uno stop-and-go.
La
pista comincia lentamente ad asciugarsi. Al 42º giro, Senna
sorpassa Hill, dopo che entrambi hanno montato le slick; Herbert si
porta in terza posizione grazie ad una sosta anticipata, ma all'ultimo
giro subirà il sorpasso di uno Schumacher in rimonta. Senna
continua a condurre fino alla fine, andando a vincere il Gran Premio di
casa davanti a Hill, Schumacher, Herbert, Blundell e Zanardi, che conquista quello che rimarrà l'unico punto della sua carriera in Formula 1.
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Il
vincitore della gara Ayrton Senna con il mitico Juan Manul Fangio sul
Podio. La 37a vittoria di Senna e la seconda vittoria in Brasile,
che sarebbe stata l'ultima in casa. Senna a condotto il
campionato co 16 punti, 6 in più di Alain Prost. |
Il Gran Premio del Sudafrica 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 14 marzo 1993 sul Circuito di Kyalami.
La gara è stata vinta da Alain Prost su Williams.
È stata la prima gara per Rubens Barrichello, Luca Badoer
e Michael Andretti e l'ultima gara in partenza per Ivan Capelli.
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Prost parte male; Senna invece prende il comando della gara alla partenza, seguito da Schumacher e da Hill,
che poche centinaia di metri più tardi finisce in testacoda (ripartirà
dodicesimo e si ritirerà al 18º giro a seguito di una collisione con Zanardi), restituendo la terza posizione al compagno di squadra. Senna allunga, ma ben presto ha problemi alle sospensioni attive
e comincia così a correre in difesa. Prost al 13º giro supera
Schumacher e si mette a caccia del brasiliano, che attacca per la prima
volta al 15º giro; il francese riuscirà a passare solo al 24º giro dopo
una serie di duelli ruota a ruota. In quello stesso giro il brasiliano
lascia passare anche Schumacher, proprio poco prima che i due rientrino
ai box: dopo il cambio gomme, Senna torna davanti. Il tedesco tenta
l'attacco al 40º giro, ma forza troppo la staccata, tocca il posteriore
della McLaren, si gira e si ritira.
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Ayrton Senna (McLaren). Alain Prost (Williams). Michael Schumacher (Benetton)
In
questo modo diventa terzo il suo compagno di squadra Patrese, che 7
giri dopo però esce di pista a sua volta e si ritira. Prost
comanda la gara e l'acquazzone che arriva nella fase finale della gara
non lo turba, visto che Senna pensa ad amministrare a distanza la sua
seconda piazza. Ne fa le spese invece Warwick su Footwork che, al
rientro dopo due anni, va in testacoda sbattendo a muro mentre è
in zona punti. Con il terzo posto di Blundell la Ligier torna sul podio
a sette anni dal Gran Premio del Brasile 1986. Completano l'ordine di
arrivo Fittipaldi quarto su Minardi e Lehto, quinto con la debuttante Sauber.
Nessun'altra vettura arriva al traguardo: Berger, classificato sesto,
è stato tradito dal motore Ferrari ad un giro dalla fine.
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Gran Premio d’Australia di Formula 1 del 1993
Quel giorno Alain Prost, il
professore della Formula 1, 4 volte campione del mondo, diede la sua
ultima lezione.
Anzi, a essere onesti quel giorno anche un altro
senatore della Formula 1 appese casco e tuta al chiodo: Riccardo
Patrese.
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Il
professore e il senatore. Sembra il titolo di un film alla “Amici miei”
dove i due protagonisti scelgono lo stesso giorno per abbandonare i
loro campi e darsi alla vita da pensionato. Adelaide è forse l’aula più
da “amarcord” di tutta la scuola della Formula 1 anni 90. Con i suoi
rettilinei, i suoi muretti e le vie di fuga quasi pari a 0, ricorda un
pò le gare old style dove ci si sfidava a colpi di coraggio e non a
colpi di assetto.
Già dalle qualifiche accade un fatto unico nella stagione: Non c’è
una Williams in pole. E’ davvero una notiziona visto che nei precedenti
15 appuntamenti le Williams F1 avevano spadroneggiato nelle sessioni di
qualifica. Davanti a tutti scatta Ayrton Senna. Anche quello fu un
saluto. Adelaide 93 fu l’ultima pole di Ayrton Senna con una Mclaren.
La cronaca della gara è roba di poco conto. Al via rimangono in
stallo prima Katayama e poi Irvine, per la gioia delle frizioni delle
Formula 1 schierate sulla griglia. Quando finalmente si riesce a
partire con procedura regolare, il trio Senna – Prost – Hill detta il
passo. Gli altri tutti ad inseguire. A parte un tentativo di Hill di
passare il compagno Prost, finito con un testacoda del figlio del grande
Graham, non succede più niente. Senna vince per l’ultima volta con la
Mclaren e per l’ultima volta nella sua vita. Prost chiude secondo
davanti al compagno Hill. Il senatore Patrese non va oltre un deludente
ottavo posto, rallentato da problemi alla sua Benetton.
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Nel giro di rientro, le telecamere non sanno cosa e chi seguire.
Senna per l’ultima vittoria? Prost per l’ultima gara? oppure cercare
Patrese rallentato da problemi
di pescaggio benzina? Si decide di fare
un mix di tutto, tanto ovunque peschi il regista in quei momenti ogni
fotogramma è storia e statistica della Formula 1
quindi va bene tutto.Nel parco chiuso tutti trattengono l’emozione tranne Jo Ramirez che
di trattenere le lacrime proprio non ci riesce. Ron Dennis non piange ma
si dispera perchè, con Senna fuori dalla Mclaren, sembra proprio non
sappia che pesci pigliare. Poi c’è Prost. Il professore ha dato la sua
ultima lezione in carriera e continua a darla anche nel post gara.
Scende dalla macchina, si toglie il casco, beve acqua fresca e..
controlla il cambio. Minuzioso, preciso e perfettino com’era il
professor Prost magari un voto negativo l’aveva trovato nella sua
Williams FW15. Chissà se poi l’ha davvero tirata fuori la penna e
segnato il meno sul suo registro… Prima di imboccare le scale che
portano al podio Senna porge la mano a Prost e sembra che il francese
non aspettasse altro.
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Sul
podio non c’è spazio per i classici discorsi pre – pensionamento
nell’ultimo giorno di lavoro, qui siamo in Formula 1 marchiata anni 90 e
nella bolgia nessuno starebbe zitto ad ascoltare un pilota sul podio
parlare. Prost è emozionato, lo si vede. Ogni suo minimo movimento
sembra calcolato. Prost è trapezzista nelle sue emozioni, tra: lacrime e
contegno. Ad un certo punto Senna rompe i protocolli di tutte le
rivalità più grandi della storia dello sport. Prende per il braccio
Prost e lo mette a fianco a lui sul gradino più alto del podio. Il
termometro delle emozioni, del batticuore e delle lacrime qui è
scoppiato. Al diavolo tutto! Alla fine uno aveva bisogno dell’altro per
correre.
Keke Rosberg diceva: “Pensavo di essere il pilota più forte del mondo, poi sono andato alla Mclaren e ho conosciuto Alain Prost“. Stirling Moss lo elogiava con: “Prost
è il pilota più completo della Formula 1. Alain ha una conoscenza
fenomenale in termini di messa a punto della macchina, motivazione
meccanici, tattica di gara e psicologia. Prost rappresenta colui che si
avvicina di più al pilota perfetto“.
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E’ suonata la campanella di fine lezione, Prost prende il suo trofeo e
scende dal podio. Farà ancora qualche comparsa come tester Mclaren tra
il 1995 e il 1996 per volontà di Ron Dennis che voleva mettere pressione
ai suoi piloti Hakkinen e Coulthard, perchè ogni professore, anche dopo
il suono della campanella, ha sempre ancora qualcosa da dire ai suoi
alunni. Prost ha insegnato la Formula 1 basandosi sulla messa a punto,
sulla fiscalità e la mania del dettaglio anche a chi vede questo sport
come una forma d’arte. Un paradosso grosso come una casa, ma che rende
ancora più grande un’uomo di 166 cm di altezza, che è andato ad un
soffio dall’arrivare la dove solo Juan Manuel Fangio è arrivato.
Quel giorno sotto al podio campeggiava un enorme striscione con su
scritto quello che tutti vogliamo dire al Professore della Formula 1:
“Mercì Prost”. |
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Gran Premio di San Marino 1993
Il Gran Premio di San Marino 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 25 aprile 1993 all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.
La gara è stata vinta da Alain Prost su Williams
e con questo primo posto salgono a 46 i successi in Formula 1.
Per il
giovane tedesco Schumacher arriva il 10° podio in Formula 1.
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Ancora
una volta le Williams si dimostrano molto superiori a tutte le altre
vetture e Prost e Hill monopolizzano la prima fila, con quasi due
secondi di vantaggio sul terzo, Schumacher. Quarto è Senna, che
precede Wendlinger, Andretti, Blundell, Berger, Alesi e Brundle.
Prima
della gara sul circuito romagnolo cade un acquazzone; smette di piovere
prima della partenza, ma la pista rimane bagnata. Al via Hill e Senna
superano Prost, che scivola in terza posizione davanti a Schumacher e
Berger. I primi a ritirarsi sono Blundell e Patrese, entrambi per
incidente. Al settimo giro la Williams Renault di Alain Prost ha la
meglio sulla McLaren Ford di Ayrton Senna, conquistando la seconda
posizione; poco dopo i piloti di testa rientrano ai box per montare
gomme da asciutto, operazione nella quale Hill perde parecchio tempo,
pur mantenendo la testa della corsa davanti a Senna e al compagno di
squadra.
Prost
conquista poi la testa della corsa con un doppio sorpasso alla Tosa ai
danni di Senna e Hill, il quale è superato anche dal brasiliano;
l'inglese si ritira poi al 21º giro, quando esce di pista per
problemi ai freni. Dodici tornate più tardi anche Andretti,
risalito in quinta posizione, ha lo stesso problema, mentre al 40º
passaggio Alesi, quinto grazie al ritiro dell'americano, deve
abbandonare per problemi alla frizione. Tre giri dopo anche Senna
è costretto al ritiro per problemi idraulici, lasciando la
seconda piazza a Schumacher, mentre Wendlinger si ritira a tredici giri
dalla fine per problemi al motore; Alain Prost con la Williams Renault
vince quindi davanti alla Benetton Ford di Michael Schumacher, Brundle
(che porta la Ligier al secondo podio stagionale), Lehto (classificatosi quarto nonostante la rottura del motore a due giri dalla fine), Alliot e Barbazza,
sesto per la seconda volta consecutiva con la Minardi Ford. Per la
prima e unica volta nella storia della Formula 1, un pilota della Minardi va a punti in due Gran Premi consecutivi.
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Italia 1993: all'arrivo collisione tra i piloti Minardi in lotta per il
settimo posto. In un tentativo di sorpasso Fittipaldi decolla sulla
macchina di Martini e compie in aria un looping completo, riatterrando
su tre ruote e tagliando così il traguardo.
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La domenica di Pasqua del 1993, si è
corso per la prima volta, al parco di Donington.
La corsa era
intitolata "gran premio d’Europa" ed era la terza gara della
stagione.
Una stagione nata già finita perché, il campione
predestinato doveva essere Alain Prost con l’imbattibile
Williams-Renault. Poco poteva fare Senna
con la sua McLaren-Ford ma, le
prime due gare, avevavo riservato delle sorprese. Ayrton
riuscì a conquistare un secondo posto nella prima gara
ed
una vittoria spettacolare nella seconda, in Brasile. Si arriva quindi
al terzo appuntamento con Senna al comando della classifica generale.
Non c’erano tanti spettatori, forse erano rimasti a casa
perche il tempo, quel giorno, era veramente pessimo. I pochi presenti,
non sapevano ancora
che avrebbero assistito ad una corsa che avrebbe
consegnato alla storia uno dei protagonisti.
Senna e la pasqua di Donington 1993
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La stagione 1993 sembrava avere un esito scontato sin dai primi test
pre campionato. Un solo nome in lizza per il campionato: Alain Prost,
reduce da un anno sabbatico dopo la avventura con la Rossa di Maranello,
al volante della stellare Williams Renault
. La vettura progettata da
qual geniodi Adrian Newey è una spanna sopra tutta la concorrenza, ed
Alain Prost si è subito adattato alla tecnologia delle sospensioni
attive ed al potente 10 cilindri della Renault.Donington Park è un bellissimo circuito, di proprietà di Tom
Wheatcroft ubicato nelle Midlands Orientali, nei pressi della Foresta di
Sherwood.
Wheatcroft era un collezionista inglese di auto, amico di Bernie
Ecclestone e tra i due nasce l’accordo per disputare, la domenica di
Pasqua del 1993, il “Gran Premio d’Europa di F.1” , la terza gara della
stagione.
Frank Williams ed Alain Prost sono sicuri di fare una grande gara,
pochi gli avversari all’altezza, ma c’è anche Ayrton Senna, che con la
sua immensa classe aveva già dato dei problemi all’accoppiata Williams,
conquistando un secondo posto nella prima gara ed una vittoria
spettacolare nella seconda, in Brasile con la sua McLaren-Ford. Il
Brasiliano è in testa al campionato e si arriva al terzo appuntamento.
Sulle tribune ci sono pochi spettatori: il tempo è pessimo, piove, fa
molto freddo, ma quei pochi avrebbero assistito ad un evento che segnerà
definitivamente la leggenda del brasiliano.
Alla vigilia del Gp gli umori in casa McLaren non erano dei migliori: in qualifica le Williams hanno
fatto il vuoto, dando più di un secondo a Senna, con Prost in
pole e Damon Hill al suo fianco. L’astro nascente, Michael Schumacher, è
terzo con la Benetton, Senna è quarto.
È l’11 aprile del 1993, la pista è allagata. Alla 14 si spengono i
semafori ed inizia la gara. Tutti sembrano partire bene, Senna va ad
insidiare Schumacher dopo poche decine di metri. Il brasiliano però
pizzica la riga bianca al lato della pista, scoda e deve staccare il
piede per evitare il testacoda. Intanto Wendlinger ha passato entrambi
all’interno.
Alla staccata della prima curva Senna si getta subito all’interno di
Schumacher, guadagna metri preziosi; in uscita è lui a trovare una
migliore
accelerazione e sfila il tedesco sfruttando un grip che solo
lui poteva trovare.
Dopo un breve rettilineo Senna si trova in quarta posizione. Ci sono
delle curve veloci, le Craner Curves, e il brasiliano sembra tirare
dritto:
Wendlinger si tiene all’interno, mentre Senna sfreccia
all’esterno, su una traiettoria impossibile e lo passa con un sorpasso
da manuale. Si arriva a Old Harpin, la Mclaren numero
n°8 insegue la vettura di Damon Hill. Dopo due curve è già negli
scarichi della Williams, alla successiva staccata,
a McLean’s, anche
l’inglese deve lasciare passare il campione brasiliano all’interno.
Intanto Prost con l’altra Williams ha preso qualche metro di
vantaggio. Non tantissimo, ma nemmeno un distacco colmabile in un
rettilineo.
Ayrton ha meno cavalli, sfrutta la lenta chicane di
Donington alla perfezione guadagnando quel poco che gli bastava per
prendere
la scia ed al tornantino, Melbourne Harpin, la missione è
compiuta: Senna è primo!
Non è ancora finito il primo giro! A Goddards la McLaren è davanti a
tutti! Ha seminato 4 avversari in poche centinaia di metri, dando
lezioni
di guida a tutto il circus della Formula 1. Un
boato accoglie il brasiliano al suo primo passaggio, tutti gli
spettatori presenti ma anche quelli che stanno guardando la gara in
televisione sono affascinati da quella dimostrazione di superiorità
pura.
Il resto della gara è un classico già visto tante volte. Senna che
vola con la sua McLaren mentre gli altri arrancano fra le pozze d’acqua.
Lo stesso Michael Schumacher, considerato fortissimo sotto la pioggia, è
in difficoltà e si deve ritirare. Le condizioni della pista variano
spesso
nel corso della gara. Prost si ferma addirittura sette volte per
cambiare le gomme mentre Senna cinque. Una di queste è inutile in quanto
il brasiliano non vede il suo box ed è costretto a rientrare in pista
senza sostituire i pneumatici. In certi momenti il brasiliano si trova
con le gommeslik
e la pista bagnata ma, anche in questo caso, risulta
incredibilmente più veloce di tutti. Alla fine, taglia il traguardo con
quasi un minuto e mezzo
di vantaggio dal secondo e un giro su tutti gli
altri.
Dopo Donington, Senna è ancora al comando della classifica generale
ma sa benissimo che la stagione andrà a favore della Williams a “meno che” disse “..non piova sempre..”. |
Durante la conferenza stampa, Prost iniziò ad
accampare scuse lamentandosi della sua vettura, Ayrton lo
zittisce subito dicendogli:
“Vuoi fare cambio con la mia McLaren? Io ci sto!”. Il commento più significativo è di Stirling Moss: “Ayrton
Senna, con questa gara, si è definitivamente consacrato come il più
grande pilota di tutti i tempi. Dopo Fangio e Clark sarà lui, da ora, la
pietra di paragone
per la generazione futura di piloti.”
A far grande un pilota, non sono solo i risultati finali, o i punti
in classifica, ma spesso i singoli episodi. Ci sono piloti che sono
entrati
nella leggenda e nel cuore degli appassionati grazie alle loro
imprese facendo provare forti emozioni al pubblico e quel fantastico
giro
di Donington nella pista allagatarimarrà una perla indelebile
nella storia della F.1.
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Gran Premio del Giappone 1993 disputato il 24 ottobre 1993 sul Circuito di Suzuka.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
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Al via Senna prende la testa della corsa, davanti a Prost, Häkkinen,
Berger, Irvine, Schumacher e Hill; questi ultimi hanno nel giro di
qualche tornata la meglio sull'irlandese della Jordan; si mettono in
coda a Berger e nel frattempo Hill al 10º giro passa Schumacher e va in
caccia del ferrarista; al 12º giro l'austriaco chiude la traiettoria
all'inglese, costringendolo a un'improvvisa frenata; Schumacher così
tampona la Williams, e si ritira con una sospensione piegata. Prost
passa in testa ai pit stop, ma presto comincia a piovere e la pista si
inumidisce; Senna, più a suo agio del rivale, riprende il comando
passando Prost alla curva "cucchiaio", poco prima che entrambi si
fermino ai box per montare le rain.
Anche Hill si ferma, tra l'altro vittima anche di una foratura,
ma i meccanici Williams compiono l'errore di rimandarlo in pista con
altre slick. Hill è costretto a rifermarsi, ma poi comincia a rimontare,
arrivando alla quarta posizione davanti a Irvine, che per stare
incollato all'inglese riesce a sdoppiarsi da Senna che lo aveva appena
passato; nel dopo-gara vi sarà un diverbio fra il brasiliano e il
nordirlandese. Hill mantiene tuttavia il quarto posto. La pioggia cessa
poi e i piloti rimontano gomme da asciutto, ma Berger rimane attardato,
visto che i meccanici Ferrari compiono l'errore di rimandarlo in pista
con le rain. Il brasiliano, con una McLaren per la prima volta in
stagione capace di sfidare le Williams in quanto a prestazioni assolute,
gestisce la corsa restando in testa fino al termine, precedendo sul
traguardo Prost, Häkkinen (suo primo podio in carriera), Hill,
Barrichello e Irvine, a punti al debutto grazie ad un sorpasso al 49º
giro al veterano Warwick che nella circostanza finisce fuori e si
ritira.
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Gran Premio del Brasile 1994
Il XXIII Gran Premio del Brasile è stata la gara d'apertura del campionato mondiale di Formula 1 1994.
Si
è disputato il 27 marzo sul circuito di Interlagos e ha visto la
vittoria di Michael Schumacher, davanti a Damon Hill e Jean Alesi.
La pole position era stata invece conquistata da Ayrton Senna, neo acquisto della Williams, poi ritiratosi in gara.
In questa gara hanno debuttato cinque piloti: Roland Ratzenberger, Heinz-Harald Frentzen, Olivier Panis, Olivier Beretta
e Jos Verstappen, oltre a due scuderie, entrambe inglesi: Simtek e Pacific Racing.
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Scattato dalla pole position, Ayrton
Senna prende immediatamente il comando della corsa. Dietro di lui Jean
Alesi sorpassa Michael Schumacher, partito male, che però
già al 2º giro controsorpassa il francese e si mette ad
inseguire Senna, che aveva accumulato già 4 secondi di
vantaggio. Giro dopo giro, Schumacher riduce il distacco a circa un
secondo: alla 21ª tornata sia lui che Senna rientrano ai box per
il pit stop, praticamente nel medesimo tempo. Gli uomini Benetton si
rivelano più rapidi di quelli della Williams, e Schumacher riesce a ripartire davanti a Senna.
Con Schumacher al comando con buon
margine, la gara si "accende" a metà schieramento: al 35º
giro Eddie Irvine si avvicina alla Ligier
di Éric Bernard, preparandosi a doppiarla; dietro di lui
c'è Jos Verstappen, che tenta di avvantaggiarsene per
sopravanzare l'irlandese della Jordan. Quest'ultimo però non se
ne avvede e - nel tentativo di superare la ben più lenta vettura
francese - allarga la traiettoria: l'olandese della Benetton deve
quindi schivare la Jordan portando la macchina sul prato esterno. Le
gomme a contatto con l'erba perdono aderenza e la vettura numero 6 va
in testacoda, taglia la strada a Irvine e Bernard, colpisce il
retrotreno della McLaren di Martin Brundle e decolla, compiendo una
capriola a mezz'aria e ricadendo pesantemente nella via di fuga
prospiciente. Nella carambola Brundle viene colpito al capo dalla ruota
posteriore destra della Benetton, ma né lui, né gli altri
piloti coinvolti subìscono conseguenze fisiche. A seguito di
questa manovra Irvine sarà squalificato per una gara,
penalità estesa a tre gare in appello.
Schumacher frattanto accumula 10 secondi di vantaggio sugli
inseguitori prima del secondo pit stop, dopo il quale Senna inizia a
recuperare: al 55º giro i due di testa doppiano Damon Hill,
terzo in classifica, divisi da solo 5 secondi. Poco dopo però Senna va
in testacoda ed è costretto al ritiro, spianando la strada alla vittoria
del tedesco della Benetton, che precede sul podio Damon Hill e Jean Alesi, che chiude terzo.
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Gran Premio del Pacifico 1994
Il I Gran Premio del Pacifico è stato la seconda gara del campionato mondiale di Formula 1 1994. Si è svolto il 17 aprile 1994 sul circuito di AidaGiappone)
e ha visto la seconda vittoria consecutiva di Michael Schumacher,
davanti a Gerhard Berger e a Rubens Barrichello. Il poleman Ayrton
Senna è stato invece eliminato, in gara, subito dopo la partenza
da un contatto con Mika Häkkinen. Risulta assente Jean Alesi: il
pilota della Ferrari, essendosi procurato un infortunio alla schiena
durante alcuni test al Mugello, verrà sostituito per l'intero
weekend da Nicola Larini. (
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Ayrton Senna ottenne il miglior tempo e la pole position nella sessione
di prove del venerdì: al sabato la pista era in condizioni peggiori a
causa del maltempo e pochi piloti riuscirono a migliorare i tempi
cronometrati.
Ayrton
Senna, per la 64ª volta in carriera, parte dalla pole position, ma
al via è sopravanzato da Schumacher, per poi essere urtato da
Mika Häkkinen, che lo spinge fuori pista; Nicola Larini esce a sua
volta di strada e piomba sull'auto del brasiliano, mentre Mark Blundell
va in testacoda e si ferma in mezzo alla pista. Dunque Senna, Larini e
Blundell sono costretti al ritiro. Alla terza tornata Damon Hill va in
testacoda nel tentativo di superare Mika Häkkinen, ma riesce a
ripartire e si issa fino al 2º posto. Sedici giri più
tardi, lo stesso Hakkinen deve abbandonare per un problema al cambio.
Un guasto alla trasmissione mette fuori causa Damon Hill al 49º
giro. A 15 giri dalla fine si ritira anche Brundle, che occupava la
terza posizione. Dunque Michael Schumacher vince senza problemi,
precedendo Gerhard Berger e Rubens Barrichello, quest'ultimo a podio
per la prima volta in carriera.
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Il 1994 si apre con le, preannunciate, modifiche ai
regolamenti atte a ridurre l'uso l'elettronica, inoltre viene
consentito
alle squadre il rifornire le monoposto durante la gara.
Per quanto riguarda il mercato dei piloti: Senna passa alla
Williams-Renault, mentre alla McLaren viene assegnato ad Hakkinen,
già collaudatore della team, il ruolo di prima guida,
accanto all'esperto Brundle
Il 1° maggio si corre ad Imola....
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IMOLA - Ruben Barrichello alle 13,15 circa di venerdì
29 aprile 1994 alle prove del Gran Premio di Formula 1, spicca il
volo in quarta marcia
a 220 chilometri orari verso la protezione
della variante bassa rompendosi il naso
e incrinandosi una costola: impressionante
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Ratzenberger
ai box di Imola
il giorno dell'incidente
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Senna aveva conosciuto Ratzenberger solo il giorno prima e gli aveva
dato il benvenuto in F1. La morte di Roland aveva
scosso profondamente
Ayrton. Senna a Imola aveva la pole, ma il risultato come dice Jo
Ramirez fu suo non dell'auto.
La Williams, infatti, aveva perso il suo
vantaggio tecnico con il cambio di regolamento e la drastica
eliminazione dell'elettronica.
Solo Senna e la sua enorme
abilità di guida potevano condurre quella vettura ancora non
a posto in pole position.
La gara è iniziata male: la Benetton di Lehto è
rimasta ferma al via e la lotus di Lamy l'ha tamponata.
Le due auto si
sono distrutte e una ruota è volata tra il pubblico. In gara
la Williams era palesemente in difficoltà
rispetto alla
Benetton di Schumacher. Il tedesco era dietro a Senna ma si rendeva
conto che il brasiliano
stava andando oltre il limite che la Williams
gli consentiva.
Ordine d'arrivo
1 |
Michael Schumacher |
Benetton-Ford |
58 |
1h 28'28"642 |
2 |
Nicola Larini |
Ferrari |
58 |
+54"942 |
3 |
Mika Häkkinen |
McLaren-Peugeot |
58 |
+1'10"679 |
Sono le 14:17. Il piantone era stato modificato e allungato nella notte
dopo le prove cronometrate,
dopo che Senna aveva chiesto di migliorare
la visibilità della strumentazione.
La saldatura manuale si mostrò però insufficiente a
reggere le sollecitazioni della gara, togliendo al pilota
il controllo totale della vettura durante la percorrenza della curva.
Il
1994 si aprì con grandi illusioni per il brasiliano, finalmente giunto
in Williams per tornare a vincere il mondiale, anche se l'inizio non fu
dei migliori in quanto Senna conquistò la pole nei due primi
appuntamenti ad Interlagos e Aida, ritirandosi in entrambe le occasioni e
assistendo da spettatore ai successi della Benetton di Schumacher. Imola
rappresentò dunque un appuntamento già decisivo e Senna conquistò
ancora la pole position con l'intento di dare battaglia in gara, anche
se fortemente scosso per il grave incidente di Barrichello e quello
mortale dello sfortunato Roland Ratzenberger.
Ecco com'era il piantone rotto di Senna
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Dopo la ripartenza in
seguito allo stop dovuto ad un incidente tra Lehto e Lamy, durante il
settimo giro, Senna uscì di pista ad altissima velocità alla curva del
Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. Il piantone
era stato modificato e allungato nella notte dopo le prove
cronometrate, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità
della strumentazione. La saldatura manuale si mostrò però insufficiente a
reggere le sollecitazioni della gara, togliendo al pilota il controllo
totale della vettura durante la percorrenza della curva.
Senna
infatti poté solo frenare (come si vede anche dalle immagini riprese
dalla videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì a evitare il
muro a bordo pista. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte
anteriore destra della monoposto, e fu reso ancora più letale da un
gradino d'asfalto coperto d'erba all'ingresso della via di fuga, che
fece sobbalzare la vettura facendole conservare la velocità. Il puntone
della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera
del casco del pilota, dal bordo superiore. Ciò causò lo sfondamento
della regione temporale destra e provocò gravissime e fatali lesioni. In
seguito il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue e, dopo i
primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall'equipe medica guidata dal
medico della FIA Sid Watkins, fu deciso di trasportarlo via elicottero
all'Ospedale Maggiore di Bologna. Qui il pilota venne ricoverato nel
reparto di rianimazione, dove si accertò che il danno più rilevante era
il trauma cranico provocato proprio dal puntone della sospensione. Ogni
sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle 18:40, all'età
di 34 anni, senza aver mai ripreso coscienza. La grande
commozione per la perdita di un campione così significativo scosse il
Brasile e l'intero mondo sportivo, coinvolgendo anche i meno
appassionati alla formula 1, affezionati all'immagine del brasiliano.
Tutt'ora sono in corso manifestazioni e momenti di ricordo del fine
settimana di Imola e della straordinaria figura di Ayrton Senna,
ricordato ad oltre vent'anni dalla morte con incredibile affetto, mentre
la Formula 1 ha compiuto grandissimi passi avanti nel campo della
sicurezza. |
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Gran Premio d'Australia 1994
Il Gran Premio d'Australia 1994
fu una gara di Formula 1, disputatasi il 13 novembre 1994 sul Circuito
di Adelaide. Fu la sedicesima ed ultima prova del mondiale 1994 e vide
l'ultima vittoria di Nigel Mansell in Formula 1 che tagliò il
traguardo davanti a Gerhard Berger e a Martin Brundle. Il mondiale fu
vinto, per la prima volta in carriera, da Michael Schumacher su
Benetton-Ford. Inoltre è stato l'ultimo gran premio per Michele
Alboreto, Paul Belmondo, Franck Lagorce, JJ Lehto, Christian Fittipaldi
e, tra i team, per lo storico Team Lotus e la Larrousse.
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Alla partenza, sia Schumacher che Hill riescono a scavalcare Mansell,
portandosi quindi in prima e seconda posizione; posizioni mantenute
anche dopo il primo pit-stop. Al 35º giro il pilota tedesco va fuori
pista alla curva East Terrace, urta il muretto con la gomma
anteriore destra e danneggia la sospensione; rientrato in pista, alla
curva successiva, chiude la traiettoria al sopraggiungente Damon Hill,
causando un contatto. La vettura di Schumacher si solleva da terra,
ricade nella via di fuga e si scontra con un muretto. Il tedesco si
ritira, mentre Hill tenta di continuare: raggiunge i box a fatica, ma è
costretto al ritiro per via di un grave danno al braccio del
quadrilatero della sospensione anteriore sinistra. Schumacher conquista,
così, il suo primo titolo mantenendo il distacco di un punto in
classifica piloti sul rivale Hill.
A questo punto Mansell è in testa alla gara, seguìto, a pochi
secondi, dai ferraristi Berger e Alesi, che, dopo un'astuta strategia
dei rifornimenti, riescono a risalire la classifica. Più distanti sono
Hakkinen, Barrichello e Brundle rispettivamente in quarta, quinta e
sesta posizione. Poco più tardi, Alesi è vittima di una serie di
problematiche sfortunate al pit-stop che lo porteranno fuori dalla lotta
per la vittoria: rientrerà in pista in nona posizione. All'ultimo
pit-stop, invece, Berger riesce a stare davanti a Mansell e tra i due
piloti è bagarre. Intanto Hakkinen e Barrichello subiscono penalità per
eccessiva velocità nella corsia dei box e ne approfitta Brundle che si
porta in terza posizione. Il duello fra Berger e Mansell continua, fino a
quando il ferrarista non incappa in una breve uscita di pista che
favorisce il sorpasso dell'inglese ai suoi danni.
Nel finale, Hakkinen si ritira dopo
un violento scontro sulle barriere causato da un problema ai freni. La
gara si conclude con la vittoria di Mansell, che conquista così
l'ultima delle sue 31 vittorie in carriera. Per il pilota inglese,
è il primo successo dal suo ritorno in Formula 1 (non accadeva
dal Gran Premio del Portogallo 1992). Berger e Brundle completano il
podio davanti a Barrichello, Panis e Alesi (risalito in zona punti).
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Michael Schumacher nel 1994 festeggia in Australia il suo primo titolo mondiale |
Gran Premio d'Europa 1994
Il Gran Premio d'Europa 1994 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 16 ottobre 1994 sul Circuito di Jerez de la Frontera.
Fu la quattordicesima prova del mondiale 1994 e vide la vittoria di
Michael Schumacher, al rientro dopo due Gran Premi di squalifica.
Questo è stato l'ultimo gran premio per Andrea De Cesaris
ed Éric Bernard, che decisero di abbandonare la F1 a due gare
dal termine,
e il primo per Hideki Noda e per Domenico Schiattarella.
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Jos
Verstappen, Benetton ( padre di Max Verstappen) fuori pista causa
un testacoda. Sullo sfondo Michael Schumacher. su Benetton. |
GP San Marino 1995, Alesi riaccende Imola
Dopo gli orrori e gli scandali del 1994, Imola si dimostra più forte del
destino che vuole affossarla per sempre, e con essa forse la Formula 1.
Le nuove regole della Formula 1 rappresentano un segno, forse, di
speranza che il circuito del Santerno vuole raccogliere e fare sue.
Il
circuito verrà inevitabilmente modificato, soprattutto alla Curva del
Tamburello e alla Variante Villeneuve,
ma fortunatamente non viene
snaturato.
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La
voglia di ripartire del popolo emiliano appassionato di Formula 1 è
tanta, così come quella della Ferrari, che si presenta al via con la
nuova 412T2, monoposto all’apparenza convenzionale ma che già dalle
prime gare fa vedere buone cose. E sulla spinta della vittoria di Berger
a Hockenheim l’anno prima, inizia l’avventura inaugurando la monoposto
con il “battesimo” ricevuto da un altro emiliano DOC, Alberto Tomba,
fresco vincitore della Coppa del mondo di sci alpino e che l’anno
successivo diventerà Campione del mondo. Montezemolo dirà che, come
diceva Enzo Ferrari, l’importante non è che le monoposto siano belle ma
vincenti e questa sembra partire con il piede giusto. Infatti, conquista
due podi con Berger in Brasile e Alesi in Argentina e sembra pronta
all’assalto al Santerno. |
La gara vede un cavallo di ritorno: Jean
Alesi, che aveva saltato, quasi per un segno del destino, l’edizione
del 1994 e nella stagione 1995 si presenta con le carte in regola per
ben figurare. Ma questo campionato sembra segnato quasi già in partenza,
con Michael Schumacher che sembra avere la meglio su Hill, in un
revival del duello che ha caratterizzato e monopolizzato il 1994.
L’arrivo del francese, e non solo, richiama a Imola molti tifosi della
Ferrari, che assediano le tribune anche per ricordare Ayrton Senna e
Roland Ratzenberger, con l’auspicio che la gara del 1995 passi dal
dramma alla festa. E infatti così sarà, ma dal punto di vista sportivo
le speranze dei ferraristi sembrano presto affossate da Michael
Schumacher, determinato a dominare la gara. |
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Il tedesco della Benetton, in testa alla
classifica, a Imola non sembra fare eccezione a questa regola e il
venerdì si mette già al sicuro la sua pole position, staccando un tempo
inavvicinabile per tutti gli altri. Tutti tranne uno: Gerhard Berger.
L’austriaco, poco prima che scendesse la bandiera a scacchi per la
chiusura della seconda sessione di qualifica, giunge sul traguardo e ha
il tempo di effettuare un ultimo giro. I primi due intermedi sembrano
“normali”, ma nell’ultimo il pilota della Ferrari supera se stesso e
Schumacher, riducendo il distacco a soli 8 millesimi di secondo, tra la
sorpresa generale e l’entusiasmo delle tribune.
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Le
buone notizie per la Ferrari non sembrano finite: il warm-up bagnato
regala ad Alesi la soddis
fazione di mettersi tutti dietro e avere come
primo inseguitore proprio il compagno Berger. L’attesa del pubblico
rosso per la gara è tanta e il circuito del Santerno la domenica è
gremito in ogni ordine di posti. Il modo migliore per ricordare i due
campioni che hanno perso la vita in quel maledetto weekend di un anno
prima, e infatti prima del via tutti i piloti si raccolgono in cerchio
davanti al traguardo e osservano un minuto di silenzio.
Ma subito dopo è il momento delle
ostilità, con l’incognita meteo, che rende incerti assetti e strategie,
fino all’ultimo quando sembra chiaro che la situazione volge verso
l’asciutto. Ma le prime 6 posizioni in griglia, oltre a Barrichello
(decimo), optano per le gomme rain e avranno ragione. La gara infatti si
incanala verso dei binari abbastanza precisi, con Schumacher a fare da
lepre e Berger a inseguire, tenendo dietro tutti gli altri. Incredibile
il divario tra le gomme rain e le slick: 5 secondi al giro. Cosa che
permetterà alle prime posizioni di accumulare un vantaggio tale da
permettere loro, visto che la pista si stava asciugando, di andare al
pit-stop senza preoccuparsi degli inseguitori, cambiare le gomme e gli
assetti e rifornire. Ma proprio qui ci sarà un clamoroso colpo di scena:
Schumacher, accreditato di grandi doti di guida sul bagnato, incappa in
un clamoroso errore alla Piratella e urta violentemente la vettura
contro le gomme. Il tedesco libera così la strada a Berger
nell’esultanza generale del popolo imolese, che sente aria di doppietta.
Infatti, c’è un altro pilota che sta
mettendo in mostra tutte le sue qualità: il compagno di squadra Jean
Alesi, che con la seconda 412T2 sfrutta alla perfezione l’asfalto
viscido per inanellare una serie di giri veloci che lo porteranno a
insidiare le Williams di Hill e Coulthard. La lotta tra il francese e le
Williams arriva fino allo scontro fisico tra la Ferrari numero 27 e la
Williams numero 6, dove a rimetterci (con un leggero danno all’alettone
anteriore, non riparato) sarà la vettura inglese. Nel corso del pit-stop
l’alettone non verrà sostituito, ma proprio la sosta ai box giocherà un
brutto scherzo allo scozzese, entrato insieme ad Alesi, visto che la
fretta di uscire prima del transalpino lo porterà a superare il limite
di velocità di 80 km/h imposto per il transito in pit-lane e verrà
penalizzato.
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Non
ci sarà, però, bisogno di alcuna penalità per fermare Berger, che nel
corso del pit-stop spegne inspiegabilmente il suo V12. Se ne accorge
subito, alza l’indice per chiedere la messa in moto e sollecitare i
meccanici a usare l’avviatore; sono attimi di concitazione, con i
meccanici che hanno finito di cambiare le gomme e arrivano a tutta
velocità, ma ormai quando la Ferrari numero 28 riparte Hill è andato, e
con lui Coulthard che si porta dietro Alesi.L’austriaco è quarto, ma
ecco che a restituire il sorriso ai ferraristi arriva la notizia della
penalizzazione di Coulthard, proprio colui che ha preso il posto di
Senna nel 1994. Ad Alesi, così, viene regalato un meritatissimo secondo
posto, lo stesso che l’anno prima era toccato a un’altra Ferrari 27,
quella di Larini. |
Ma quella era un’altra atmosfera, di tristezza e
dolore per la scomparsa di Senna, mentre stavolta, quando Jean taglia il
traguardo, la gioia è incontenibile, come se avesse vinto, come se lui e
Berger avessero portato a casa una doppietta. C’è gloria anche per
Hill, vincitore un anno dopo sulla pista che l’anno prima fu maledetta
per la sua squadra e per il suo ex-compagno Senna, che in quel terribile
momento era primo. Damon sembra quindi avere, in piccolo, completato
l’opera interrotta da Ayrton, andando anche in testa alla classifica
grazie al ritiro di Schumacher.
La festa, però, è tutta per Alesi e
Berger, salutati da un’invasione di pista che non si vedeva da tempo e
li accompagna sino sotto il podio e Jean si toglie persino il casco. A
gioire, alla fine, saranno tutti, con i due ferraristi che, forse,
riescono a mitigare un pizzico di delusione per quella che poteva essere
una vittoria certamente alla loro portata. E, forse, questa festa era
il tributo migliore che Imola potesse offrire ad Ayrton e Roland.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1995
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1995 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 16 luglio 1995 sul Circuito di Silverstone.
Fu la ottava prova del mondiale 1995
e vide la prima vittoria in carriera di Johnny Herbert su Benetton-Renault, seguito da Jean Alesi e da David Coulthard.
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Gran Bretagna: Il duello Schumacher - Hill
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Al semaforo verde scatta bene Hill che mantiene la prima posizione,
mentre Schumacher viene superato da Alesi, partito splendidamente dalla
6ª posizione. Il tedesco deve attendere le prime soste ai box per
sbarazzarsi del ferrarista, che perde una posizione anche nei confronti
del secondo pilota Benetton, Herbert. Nella girandola dei pit stop,
Schumacher si ritrova in testa, con Hill molto vicino, oltre che più
veloce. Al 45º giro il britannico è ormai alle calcagna del tedesco: i
due arrivano alla discesa della Bridge, per poi entrare nel Complex.
Hill, allora, prova un difficilissimo attacco alla Priory, agganciando
il rivale e facendo finire entrambi nella via di fuga. I due contendenti
sono costretti ad abbandonare il GP (il disastroso contatto sarà
considerato una normale fase di corsa dalla direzione gara) ed in testa
si ritrova Herbert, che mantiene il sangue freddo negli ultimi giri e va
a trionfare per la prima volta in carriera, davanti alla Ferrari di
Alesi e alla Williams di Coulthard.
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GP Canada 1995 - La grande gioia di Jean Alesi
10 novembre 1995 - Hakkinen sfiora la morte
Il week end del Gp di Adelaide, riserva nelle prove
libere un terribile brivido agli appassionati:
Hakkinen per l'afflosciamento del pneumatico posteriore sinistro
decolla sui cordoli schiantandosi con la sua McLaren contro
i muri
perimetrali del tracciato cittadino.
Hakkinen rimase in coma. Al suo risveglio, era una persona ed un pilota
diverso.
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Ron Dennis credendo in Hakkinen dopo quell'incidente ha scritto una
delle pagine umane più belle della F1. Il finlandese, dai più considerato finito dopo
quell'incidente, si dimostrerà un pilota molto veloce e
consistente l'anno seguente, fino a cogliere la prima vittoria a Jerez
nel 1997 e a vincere due mondiali consecutivi nel biennio '98-'99. Pur
non vincendo il titolo in quella stagione, probabilmente il 2000 rimane
l'anno migliore della carriera di Hakkinen, con il leggendario sorpasso
a Spa. L'anno dopo si ritira dalle competizioni. La sua ultima vittoria la coglie a Indianapolis
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1994 - 1995
Michael Schumacher - Campione del Mondo
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La Benetton B194
fu la decima vettura prodotta dalla Benetton Formula per correre nella
massima seria automobilistica. La vettura fu impiegata nella stagione
1994 e fu guidata da Michael Schumacher, JJ Lehto, Jos Verstappen e Johnny Herbert. |
La Benetton B195
fu l'undicesima vettura prodotta dalla Benetton Formula per gareggiare
in Formula 1. Utilizzata nella stagione 1995 venne presentata il 31
gennaio e fu guidata da Michael Schumacher e Johnny Herbert. Questa fu
l'unica vettura del team a conquistare sia il titolo piloti che il
titolo costruttori e Fu l'ultima ad avere doppia nazionalità;
infatti la B196 dell'anno successivo, sarà solo italiana. |
Benetton è stato un team di Formula 1 di proprietà dell'omonima azienda
tessile anglo-italiano che aveva comprato la struttura della Toleman,
guidato da Flavio Briatore. Dopo aver vinto 27 Gran Premi, due
Campionati del Mondo piloti con Michael Schumacher nel 1994 e 1995 e il
Campionato Costruttori nel 1995, il team è stato ceduto alla Renault
alla fine del 2001.
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Nel 1994, in una stagione tragica, che
vide anche la morte di Senna, la Benetton, grazie alla B194 fece un
grande passo avanti,
con la conquista del titolo piloti da parte di
Schumacher, ma non riuscì a conquistare il titolo costruttori per soli
quindici punti.
Aumentò comunque il numero delle vittorie (ben 8).
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5) Gran Premio del Belgio 1995: Un’altra
epica rimonta ed un duello tutto da vivere con Damon Hill sono tra gli
ingredienti principali del GP di SPA del 1995. Schumacher, partendo
dalla sedicesima posizione, con una strategia al limite della perfezione
ed in condizioni meno favorevoli rispetto al pilota della Williams,
ottiene una vittoria importantissima che gli consente così di allungare
sul rivale inglese portando il suo distacco a 15 punti, ipotecando così
il suo secondo titolo Mondiale. |
Il titolo costruttori arrivò invece nel 1995 con 137 punti e 11
vittorie con anche una doppietta in Spagna.
I buoni risultati erano
dovuti sia a una vettura competitiva (che aveva cambiato motori passando
da Cosworth a Renault),
sia a una coppia di piloti molto efficienti:
Schumacher e il britannico Johnny Herbert (che vinse pure una gara a
Monza).
Però nel 1996 Michael passò alla Ferrari e la Benetton perse il
suo più grande talento.
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La sua prima Ferrari è la F300, che conquista sei vittorie con Schumacher.
Successivamente la F 399 permette di conquistare il
Campionato Costruttori. Le successive F2000 e F2001
conquistano
entrambi i titoli, così come la F2002, la F2003-GA e
la F2004.
Byrne
ha ufficialmente lasciato il ruolo di capo progettista Ferrari nel 2004
(gli è succeduto l'italiano Aldo Costa), tuttavia ha mantenuto
il ruolo di consulente tecnico per la scuderia.
L'accoppiata
Byrne/progettista - Brawn/direttore tecnico ha
coinciso con uno dei periodi più vincenti della storia
Ferrari:sei titoli consecutivi nel Campionato Costruttori e cinque
titoli piloticon Michael Schumacher.
Nel
2006 è stato nominato capo della Direzione Autotelaio; dal 1
gennaio 2008 è divenuto il nuovo direttore tecnico della casa di Maranello:
ha
mantenuto l'incarico fino al 24 maggio 2011.
Il 30 settembre 2011 il team Mercedes GP annuncia l'arrivo di Costa nel ruolo di
Direttore dell'Ingegneria.
Sarà responsabile della Progettazione e Sviluppo e
inizierà a lavorare con la scuderia tedesca dal 1 dicembre.
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Dal punto di vista aerodinamico la vettura si caratterizzava dalla presenza del
doppio fondo scalinato, che sebbene meno accentuato, ricalca la soluzione già in
uso nella fallimentare F92A, progettata da Migeot. Il muso, inizialmente basso e
appuntito, lasciò il posto, dal Gran Premio del Canada, ad una versione rialzata
nella zona dell’ala anteriore, alla quale si collegava con due piloni
dall’andamento divaricato. Pur risultando innovativa rispetto alle monoposto
precedenti, la F310 non riuscì a sfruttare al meglio le lacune di un regolamento
che viene meglio dalla concorrenza. Un esempio sono le protezioni laterali, a
difesa dell’integrità del pilota, che sulla F310 risultavano molto massicce,
penalizzando l’aerodinamica.
La presa d’aria del motore inoltre non consentiva il giusto afflusso e questo
costrinse i tecnici
a rivedere più volte la zona del cofano, per agevolare la
respirazione del propulsore progettato dall’ing. Paolo Martinelli. I piloti
davano il loro contributo, inclinando curiosamente la testa nei rettifili, per
migliorare il rendimento del 10 cilindri che, a dispetto dei dati dichiarati,
supera abbondantemente i 700 cavalli. Uno dei limiti del propulsore fu la
ridotta lunghezza, che impediva qualsiasi evoluzione nella direzione
dell’incremento dell’alesaggio, per ridurre la velocità dei pistoni, allo scopo
di garantire un’affidabilità maggiore. Problemi arrivarono anche dal cambio, a
causa della eccessiva miniaturizzazione delle componenti.
La struttura elaborata da Barnard prevedeva l’impiego di un’inedita scatola
in titanio, con distanziale in fibra di carbonio, per compattare il gruppo ed
incrementare l’efficienza aerodinamica del retrotreno. Dopo una breve
sospensione del suo impiego, col ricorso all’unità granitica e affidabile della
412 T2, si ritornò al cambio di nuova concezione a partire dal Gran Premio
d’Europa del Nurburgring. Nel corso della stagione si passerà pure alla
soluzione a 7 rapporti. La leva della frizione, insieme ad altri importanti
sistemi di gestione,era è al volante, vero computer di bordo.
L’auto ottenne
3 vittorie nel campionato mondiale 1996 di Formula 1 totalizzando 70 punti nel
campionato costruttori, 59 conquistati da Michael Schumacher, e 11 da Eddie
Irvine.
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Ferrari F310, la prima rossa per Schumy
La F310 nell'originaria impostazione a muso basso
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GP di Spagna , Michael Schumacher ottiene la prima vittoria con la Ferrari. |
La nuova coppia per il mondiale 1996 :
Michael Schumacher - Eddie Irvine. |
GP di Spagna , Michael Schumacher ottiene la prima vittoria con la Ferrari. |
La Ferrari F310 è la vettura con cui la casa di Maranello ha disputato la
stagione 1996 di Formula 1.
La F310 nella versione a muso alto
La F310 ha rappresentato una monoposto di svolta in seno alla produzione
Ferrari. La novità più rilevante è l’introduzione di un propulsore 10 cilindri
al posto del 12 cilindri, con una riduzione di cilindrata, richiesta dal nuovo
regolamento. Il passaggio ad una motorizzazione a 10 cilindri a V di 75 gradi di
3 litri di cubatura, sancisce il pensionamento del mitico 12 cilindri che
Michael Schumacher, appena arrivato in Ferrari durante una seduta di test, aveva
osannato. Questa architettura non convenzionale per Maranello, fu scelta per la
necessità di ridurre gli ingombri in favore dell’aerodinamica e di un
contenimento dei pesi. Inoltre l’obiettivo di migliorare la coppia ai regimi più
bassi, impone anche la scelta di questa struttura..Fra i suoi vantaggi i
consumi ridimensionati, che producevano evidenti benefici sull’economia della
gara.
La F310 segna anche il debutto in “rosso” di Michael Schumacher, pilota
destinato a scrivere alcune delle pagine più entusiasmanti della storia
dell’automobilismo sportivo. |
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Gran Premio de España Circuit de Catalunya 1996 |
La prima vittoria in Spagna, al termine di una corsa appassionante,
Schumacher conquistò la prima vittoria su Ferrari.
Partito sesto, recuperò sotto
il diluvio posizioni su posizioni, con una facilità disarmante, in una cavalcata
solitaria che si concluse con un vantaggio abbondantemente superiore al minuto.
Vinse pure a Spa, in Belgio, e a Monza, regalando una grande emozione
attesa da
otto anni dai tifosi.
Schumacher arriva terzo nella classifica di fine stagione, mentre la Ferrari
conquistò il secondo posto nel campionato costruttori.
Nella prima stagione di
Schumy in rosso, per colpa di una forte discontinuità di prestazioni, da gran
premio a gran premio (soprattutto
all’inizio della stagione), la Ferrari del
tedesco non riuscì mai a competere veramente con la Williams che trionfò con
Damon Hill.
Ferrari F310 – Scheda tecnica
Carreggiata posteriore: 1,605 m - Telaio: materiali compositi, a nido d’ape con fibre di carbonio
Cambio: trasversale Ferrari, 6 marce e retromarcia (comando semiautomatico
sequenziale a controllo elettronico)
Freni: a disco autoventilanti in carbonio
Motore: tipo 046, Num. cilindri e disposizione: 10 a V (75°), Cilindrata: 2
998,1 cm Potenza: > 600 CV, Distribuzione: pneumatica, 40 valvole,
materiale
blocco cilindri: alluminio microfuso
Alimentazione: iniezione elettronica digitale Magneti Marelli - Accensione: elettronica Magneti Marelli statica
Sospensioni: indipendenti a puntone e molla di torsione anteriore e
posteriore. |
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Michael Schumacher alla guida della F310 nelle prove libere del Gran Premio di Germania 1996
Il
volante Ferrari
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La
Ferrari è rimasta fedele al volante che aveva introdotto nel
‘96; rispetto allo scorso anno vi è
l’aggiunta del bottone (1) che comanda l’apertura
del tappo della benzina. Immutata la disposizione dei due bilancieri
che comandano, quello sopra, il cambio, quello solo, la frizione. 2)
Radio. 3) Limitatore della velocità ai box. 4) Spie per
indicare il giusto regime di rotazione per cambiare le marce. 5)
Display (6 come nel ‘97). 6) Folle. 7) Bottone per cambiare
informazioni sul display. Vi sono poi 6 manettini di gestione di
diversi programmi: 8) freni. 9) Miscela aria/benzina. 10) Diverse
posizioni del imitatore dei giri. 11) Differenziale. 12)
Acceleratore. 13) Frizione.
Nella vista da dietro si può notare come i due bilancieri
siano sdoppiati. Con quello di destra in alto, il pilota sale nelle
marce, con quello di sinistra, scende. Quelli sotto Comandano entrambi
la frizione |
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Gran Premio d'Argentina 1996
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Il Gran Premio d'Argentina 1996 si è svolto il 7 aprile sul Circuito di Buenos Aires. Ha vinto Damon Hill su Williams,
precedendo il compagno di squadra Jacques Villeneuve e Jean Alesi su Benetton.
Hill
conquista la seconda pole position consecutiva, staccando di due decimi
e mezzo Schumacher; il tedesco precede Villeneuve, Alesi, Berger,
Barrichello, il sorprendente Verstappen, Häkkinen, Coulthard e
Irvine, che chiude la top ten.
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La Forti-Ford di Luca Badoer si scontra con Pedro Diniz. GP argentino, 7 aprile 1996
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Pedro Diniz - Ligier-Mugen-Honda
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24º passaggio Diniz tenta di doppiare Badoer, ma i due vengono a contatto e la Forti
dell'italiano decolla, atterrando a ruote all'aria; Badoer è illeso, ma
la direzione gara manda in pista la safety car. Alcuni piloti, tra cui
lo stesso Diniz, ne approfittano per effettuare il rifornimento; sulla Ligier
del brasiliano, però, il bocchettone del carburante rimane aperto e
della benzina finisce sul motore e sugli scarichi, prendendo fuoco. La
vettura si incendia, ma Diniz esce illeso dall'abitacolo. La safety car
resta in pista fino al 32º giro; Hill ricomincia a staccare Schumacher,
mentre alle spalle dei due l'ordine rimane pressoché invariato. Nel
corso della 33a tornata Marques prova a superare Brundle, finendo per tamponarlo violentemente: entrambi sono fuori gara.
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1996 - Dopo Graham ora tocca a Damon! |
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- Damon Hill (campione del mondo 1996) è il figlio di Graham Hill
(campione del mondo 1962 e 1968), unici padre e figlio campioni del
mondo.
Il piccolo Damon Hill (età 1), al fianco (da sinistra a destra) Bruce McLaren, Stirling Moss, Tony Brooks,
suo padre - Graham Hill, Jo Bonnier e Wolfgang von Trips
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Il
Mondiale si decise all'ultima gara che, come accadev una volta,
spesso si correva a Suzuka dove Damon Hill vincendo conquistò il
suo primo e unico titolo Mondiale e divenne il primo e unico figlio di
un campione del mondo a vincere il titolo. |
Pole di Villeneuve - A Suzuka
Damon Hill era abbastanza tranquillo, almeno secondo i numeri. Perché l’inglese,
che meritò di vincere quel campionato, all’interno del team non aveva tantissimo
sostengo perché Frank
Williams e Patrick Head un mese prima gli comunicarono che nella stagione
successiva non avrebbe corso con la scuderia inglese che, invece, confermò il
suo sfidante Jacques Villeneuve. Il canadese, che aveva nove punti di ritardo in
classifica, ottenne la pole position. Jacques, però, vanificò la pole partendo
malissimo. Hill prese la testa della gara,
seguito da Berger, Schumacher ed Hakkinen, Alesi finì subito in testacoda e
salutò la compagnia. Al 3° giro Berger, vincitore a Suzuka nell’87 e nel ’91,
centrò Hill. L’inglese non subì danni, l’austriaco fu costretto a tornare ai
box.
Vince Damon Hill – Nella seconda
parte di gara Villeneuve provò la rimonta, con Damon Hill che senza problemi
teneva il primo posto. Al 37° giro Villeneuve si ritirò. Damon Hill diventava campione del mondo.
L’inglese, che sfiorò il titolo nel ’94, tranquillo e felice concluse al primo
posto il Gran Premio del Giappone. Con Hill sul podio fecero festa Schumacher e
Hakkinen. Damon Hill, che emulò papà Graham, campione negli anni ’60, riportò il
titolo in casa Williams, che in quella stagione conquistò il sesto titolo piloti
e l’ottavo nei Costruttori.
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Ferrari F310
La novità più rilevante rispetto al passato è l'introduzione di un propulsore
10 cilindri al posto del vecchio 12 cilindri, con una riduzione di
cilindrata, richiesto dal nuovo regolamento, fino ad un massimo di
3000 cm³. Altra novità le pance laterali staccate dal corpo macchina e
il cofano motore molto largo, che va ad avvolgere il poggiatesta e i
bordi dell'abitacolo, in ottemperanza alle nuove disposizioni del
regolamento per la protezione del collo e del capo dei piloti dagli
spostamenti laterali. Durante il corso della stagione, caratterizzata peraltro da numerosi
problemi di affidabilità, subì una sensibile modifica nella parte
anteriore, con la realizzazione di un musetto rialzato, in luogo
dell'originario musetto ribassato e raccordato direttamente
all'alettoni
|
Ali
che si flettono.
Il
caso è scoppiato a Suzuka nel '97 e da allora praticamente non
si è più chiuso. Anche in televisione era evidente la
flessione dell'alettone anteriore della Ferrari di Michael
Schumacher, flessione che avvicinava le paratie laterali
dell'ala al suolo, migliorandone il rendimento (maggior effetto
Venturi). Naturalmente l'alettone ritornava in posizione
corretta a vettura ferma, consentendo alla monoposto di superare
le verifiche post gara. Indiscrezioni parlarono di una soluzione
simile, proprio nello stesso GP, anche sull'alettone posteriore
della Williams di Jacques Villeneuve. Da
allora, con l'aumentare delle prove di nuovi materiali
deformabili da parte di molte squadre, sono diventate sempre più
frequenti le rotture di ali sia durante i test privati che
durante le gare, portando la FIA ad imporre dei test di
elasticità delle appendici alari (in precedenza il regolamento
diceva soltanto che queste dovevano essere rigidamente collegate
al corpo vettura, ma non specificava il coefficiente di
elasticità dei materiali di costruzione).
Il
vantaggio fornito da un'ala deformabile è facilmente intuibile,
dato che all'aumentare della velocità la resistenza dell'aria
appiattisce l'ala, tendendo a renderla più orizzontale, quindi
con una minor resistenza all'avanzamento.
La
difficoltà da parte della FIA nel l'imporre dei parametri sta
però nel fatto che le appendici alari devono avere una certa
elasticità, in modo da assorbire le notevoli vibrazioni causate
dagli alti regimi del motore, una eccessiva rigidità infatti
causerebbe lo spezzarsi dei supporti degli alettoni.
Il
problema della rigidità delle appendici alari è decisamente
complesso e rappresenterà probabilmente uno degli sviluppi
futuri della ricerca aerodinamica, che oggi si avvale di potenti
software di cam-cad e simulazione, prospettando un futuro nel
quale le gallerie del vento saranno sostiuite da potenti
calcolatori.
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Gran Premio d'Argentina 1997
Il Gran Premio d'Argentina 1997 è stato un GP di Formula 1 svoltosi il 13 aprile 1997 sul circuito di Buenos Aires.
Ha visto la seconda vittoria in campionato di Jacques Villeneuve
seguito da Eddie Irvine su Ferrari, seguito da Ralf Schumacher, al suo
primo podio.
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N.
5 Michael Schumacher, Ferrari F310B. N.22 Rubens Barrichello, Stewart
SF01 - Ford . Gran Premio di Argentina (Buenos Aires), 1997
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Terzo
Gran Premio dell'anno e terzo incidente alla partenza. Questa volta
sono Michael Schumacher e Barrichello che si urtano, creando scompiglio
nel gruppo; Berger finisce sul prato, mentre Ralf Schumacher manda
Coulthard in testacoda. Michael Schumacher e Coulthard non
ripartiranno, mentre Barrichello sarà protagonista di un ottimo
recupero fino al ritiro al 24º giro. La direzione gara fa entrare
la safety car: con posizioni congelate, Villeneuve guida il gruppo
davanti a Frentzen, Panis, Irvine e Fisichella. Quando però la
vettura di sicurezza si fa da parte, al quinto giro, Frentzen è
costretto quasi immediatamente al ritiro, col cambio rotto.
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Con
Villeneuve comodamente davanti a Panis e Irvine, l'attenzione si sposta
dietro, dove Ralf Schumacher passa prima Herbert e poi Hill portandosi
alle spalle del compagno Fisichella. Ancora più indietro Alesi
tenta un improbabile sorpasso ai danni di Hill; i due si girano e
perdono posizioni. Poco prima del primo cambio di gomme Panis saluta la
compagnia con il motore rotto. Dopo il pit stop Villeneuve riparte in
testa davanti a Irvine ed ai due piloti della Jordan, in lotta furiosa
tra loro. Ralf Schumacher tenta di passare Fisichella in un punto in
cui i sorpassi sono impossibili, con il risultato di urtarlo e
costringerlo al ritiro. Anche dopo il secondo pit stop Villeneuve
continua a condurre davanti ad Irvine, Ralf Schumacher, Herbert ed
Häkkinen, risalito dalla tredicesima posizione al primo giro
grazie alla strategia di un solo Pit. Nel finale il nordirlandese si fa
sotto a Villeneuve, ma anche per la minore velocità in
rettilineo non è mai in grado di tentare un attacco. Il contatto
fra Magnussen e Larini è l'ultima emozione. Villeneuve vince il
suo secondo Gran Premio nella stagione e balza in testa alla classifica.
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Gran Premio di Spagna 1996:
Di certo non potevamo dimenticare la prima vittoria in rosso ottenuta a
Barcellona il 2 Giugno 1996. Michael Schumacher si trasforma ancora una
volta in “Rainman” e domina il Gran Premio con una prestazione di gara
sontuosa. A farne le spese sono Alesi e Villeneuve che, subendo il ritmo
forsennato del tedesco, vengono sorpassati già nelle prime battute di
gara e non potendo recuperare il distacco creatosi sono costretti a
vedere tagliare per prima il traguardo la vettura di Maranello, che
conquista, così, la sua prima vittoria in stagione. |
1997 - Jacques fa meglio di
papà Gilles!!! |
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Quello del 1997, fu uno dei Campionati mondiali di Formula 1 più spettacolari e interessanti di sempre.
Il campione del mondo in carica del 1996, Damon Hill,
lasciò la Williams per passare alla Arrows
(scelta non delle migliori
dato che chiuderà in 12esima posizione); la casa inglese decise quindi
di puntare tutto
sul giovane 26enne Jacques Villeneuve, vera sorpresa della precedente edizione e punta di diamante nella sfida
contro la Ferrari di Micheal Schumacher, reduce dal terzo posto del 1996.
La lotta durante la stagione fu davvero serratissima e vide praticamente
coinvolti solo il canadese e il tedesco che arrivarono all’ultima gara
entrambi con la possibilità di diventare Campioni del Mondo. Schumacher, vincitore di 5 gare, ma con molta continuità a livello di podi,
a quota 78 punti e Villeneuve, vincitore di 7 gare ma con ben 5 ritiri, a quota 77.
Il circuito dell’ultimo atto fu quello di Jerez de la Frontera, dove il 31 ottobre 1997 si disputò
il Gran Premio d’Europa.
Chissà cosa avrebbe pensato il padre di Jacques, l’indimenticato Jilles, vedendo suo figlio lottare fino all’ultimo contro la sua amatissima Ferrari…
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Michael Schumacher contro Jacques
Villeneuve
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LA GARA. Villeneuve fu autore di un
errore in partenza e fu subito infilato alla prima curva dai suoi due
principali avversari. Dopo le due soste ai box
e diverse vicissitudini,
al 43° giro Schumacher si trova ancora in testa, con Villeneuve
alle sue spalle staccato di circa 2 secondi e mezzo; il canadese però
continua a tallonare il rivale rosicchiando ad ogni tornata decimi
preziosi fino ad arrivare al 47° giro dove i due sono davvero incollati.
Alla curva Dry Sac, dopo il rettilineo più lungo della gara, Villeneuve riesce ad infilare Schumacher
che tuttavia con una manovra non del tutto regolare, prova a chiudere
l’avversario tentando in qualche modo di farlo uscire dai giochi pur
sacrificando la propria vettura.
D’altronde, se entrambi fossero usciti,
sarebbe stato Schumacher a vincere con un punto di vantaggio sul
rivale. Ma il tedesco non aveva fatto bene i conti, perché l’unica
vettura ad uscire e ad insabbiarsi nella via di fuga fu proprio la sua.
La Williams di Villeneuve, seppur danneggiata, proseguì la gara
e la
concluse al terzo posto, sorpassata nel finale dalle due McLaren di Hakkinen e Coulthard. |
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La Lola fu davvero disastrosa nella sua unica uscita ufficiale, al Gran Premio d'Australia 1997
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Jacques
Villeneuve domina le qualifiche, conquistando la pole position con un
grande vantaggio sui rivali; il secondo classificato, il suo compagno
di squadra Frentzen, è l'unico a contenere il distacco al di
sotto dei due secondi. Terzo è Schumacher, staccato di ben due
secondi da Villeneuve; seguono Coulthard, Irvine, Häkkinen e
Herbert, in settima posizione con la sua Sauber; in difficoltà
la Benetton, con Alesi e Berger ottavo e decimo. I due piloti del team
anglo-italiano, staccati di oltre tre secondi dalla pole position, sono
separati da Panis. Sorprendono le prestazioni del nuovo team Stewart,
con Barrichello capace di qualificarsi undicesimo nel Gran Premio di
debutto della sua scuderia.
In
fondo alla griglia, faticano a qualificarsi le due Arrows, afflitte da
diversi problemi di affidabilità; Hill riesce a rientrare nel
limite del 107% al suo ultimo tentativo, mentre Diniz,
pur rimasto lievemente fuori, viene ammesso alla gara perché nelle
prove libere aveva fatto segnare tempi più bassi di quello ottenuto
nella sessione di qualifica. Non vengono invece ripescate le due Lola di Sospiri e Rosset; i due piloti accumulano un distacco di oltre dieci secondi dalla pole position.
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Gran Premio di Montecarlo 1997: Forse
una delle più grandi manifestazioni di forza mai date da un pilota di
Formula 1, in una gara condizionata dalla pioggia che ha fatto venir
fuori tutta l’astuzia ed il talento di Michael Schumacher. Il
ferrarista, partito in seconda posizione, stacca subito in avvio le
Williams ed un sorprendente Giancarlo Fisichella e sotto una pioggia
torrenziale guida come un Dio sceso sulla terra, facendo capire a tutti
chi sia il più forte pilota al mondo. Unica sbavatura il dritto alla St.
Devote che tuttavia rende la vittoria di Schumi ancor più emozionante. |
L'ultima vittoria di Berger
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Il 27 luglio 1997 Gerhard Berger
conquistava la sua decima ed ultima vittoria in un Gran Premio di Formula 1,
quello di Germania, sul circuito di Hockenheim. Berger, al volante della sua
Benetton-Renault, realizzò uno strepitoso “hat trick”: oltre alla vittoria
nella gara tedesca davanti a Michael
Schumacher e a Mika
Hakkinen, conquistò la pole position e il giro più veloce in gara;
davvero una prestazione eccezionale per il pilota austriaco, alla sua ultima
stagione nel Circus e alla sua seconda vittoria ad Hockenheim dopo quella del
’94 sulla Ferrari.
Gerhard debuttò in Formula 1 il 19 agosto 1984 nella gara di casa, sul
mitico tracciato dell’Österreichring, su una ATS motorizzata BMW, e già in
quella successiva a Monza conquistava il suo primo punto iridato. Ha disputato
complessivamente 210 Gran Premi difendendo i colori della ATS nell’84, della
Arrows nell’85, della Benetton nell’86, nel ’96 e nel ’97 con 2 vittorie
(la sua prima il 12 ottobre ’86 a Città del Messico e la sua ultima, ad
Hockenheim), della Ferrari dall’87 all’89 e dal ’93 al ’95 con 5
vittorie, e della McLaren dal ’90 al ’92 con 3 vittorie.
Nei tre anni con la
casa di Woking fu compagno di squadra di Ayrton
Senna, mentre dal ’93 al ’97 è sempre stato al fianco di Jean
Alesi in due squadre diverse. I suoi migliori risultati nel mondiale
piloti furono i terzi posti nell’88 e nel ’94, inoltre ha conquistato 48
posti sul podio, 12 pole position e 21 giri più veloci in gara.
Qualche curiosità per finire. L’austriaco è secondo nella classifica
assoluta di presenze nei Gran Premi iridati, dietro all’irraggiungibile Riccardo
Patrese che ne può vantare 256; inoltre è il pilota che ha disputato
più gare mondiali al volante della Ferrari: 96. Da notare che l’austriaco è
quello che ha percorso più giri (114) e più Km. in testa (778) nella storia
sul circuito di Hockenheim, di gran lunga il suo preferito.
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Gran Premio di Ungheria 1998:
In una gara dove le Mclaren partono subito forte, inseguite proprio dal
pilota tedesco, la svolta avviene al 43° giro quando la Ferrari con una
mossa a sorpresa passa da due a tre soste consentendo, così, a
Schumacher di ripartire con poco carburante. Questa scelta risulterà
decisiva, in quanto consentirà a Schumi di sopraggiungere Coulthard
all’uscita dai box e di sorpassare Hakkinen nei tre giri successivi. Con
questa fantastica vittoria Schumacher riaprirà il Mondiale riducendo il
proprio distacco a sole sette lunghezze dal pilota finlandese.
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Gran Premio del Canada 1998
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Il Gran Premio del Canada 1998 quindi nessun pilota danese non era più salito sul volante di F1 sino al
fu il settimo appuntamento della stagione di Formula 1 1998.
Disputatosi il 7 giugno sul Circuito di Montréal, ha visto la
vittoria di Michael Schumacher su Ferrari, seguito da Giancarlo
Fisichella e da Eddie Irvine. In questo Gran Premio segna l'ultima gara
per Jan Magnussen2003 nel quale è salito sul volante di Formula
1 Nicolas Kiesa, per le ultime cinque gare della stagione 2003.
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Al
via la Jordan-Mugen Honda di Ralf Schumacher resta fermo sullo
schieramento, creando scompiglio in mezzo al gruppo, ma il vero caos si
scatena alla prima curva: Wurz con la Benetton-Playlife cerca di
infilare la Sauber-Petronas di Alesi all'interno, ma ritarda troppo la
frenata e piomba addosso alla vettura del francese, capottandosi
più volte. Nell'incidente rimangono coinvolti anche la
Prost-Peugeot di Trulli e l'altra Sauber-Petronas di Herbert, ma
fortunatamente nessuno dei piloti riporta danni. La gara viene
immediatamente interrotta con la bandiera rossa e viene organizzata una
nuova procedura di partenza; il solo Herbert sarà costretto a
partire dai box, mentre gli altri piloti coinvolti nell'incidente si
schierano nelle loro posizioni di partenza originali.
Alla seconda
partenza è la McLaren-Mercedes di Häkkinen a rimanere fermo
con il cambio bloccato in terza, creando confusione: Ralf Schumacher
con la Jordan-Mugen Honda taglia nella via di fuga, finendo in
testacoda davanti alla Williams-Mecachrome di Frentzen, mentre l'Arrows
colorata di nero di Salo va per prati e rientra in pista toccando
l'altra Ferrari Irvine. Quest'ultimo urta a sua volta Wurz su
Benetton-Playlife e lo stesso Trulli con la Prost-Peugeot, che finisce
la corsa a cavalcioni sulla Sauber dell'incolpevole Alesi. Questa volta
la gara non viene sospesa, ma entra in pista la safety car, dietro la
quale si allineano, nell'ordine, Coulthard, Michael Schumacher con la
Ferrari, Fisichella, Villeneuve, Frentzen, Barrichello con la
Stewart-Ford e Hill su Jordan-Mugen Honda. Sono ritirati Häkkinen,
Ralf Schumacher, Trulli, Alesi e Takagi, tradito dalla frizione della
sua Tyrrell motorizzata Ford. La vettura di sicurezza si fa da parte al
sesto giro; nello spazio di due passaggio, Barrichello con la
Stewart-Ford sopravanza i due piloti della Williams-Mecachrome,
portandosi al quarto posto.
Poco dopo, però il pilota brasiliano finisce in testacoda,
venendo superato anche da Hill. In fondo al gruppo, Herbert comincia il
suo recupero passando prima dalla Minardi-Ford di Nakano e poi dall'altra Tyrrell-Ford di Rosset; nel frattempo l'Arrows di Diniz
esce di strada e rientrando in pista semina zolle di terra su buona
parte del tracciato, tanto da rendere necessaria la nuova uscita della
safety car. Alla ripartenza, sulla vettura di Coulthard si rompe
l'acceleratore; lo scozzese rientra lentamente ai box, dove si ritira.
Con le due McLaren-Mercedes out, Schumacher ha strada libera e subito si
avvantaggia di 6 secondi su Fisichella. Il margine del pilota tedesco
viene però subito azzerato dalla violenta uscita di pista dall'Arrows di
Salo,
con conseguente nuovo ingresso sul tracciato della safety car.
Schumacher ne approfitta per rifornire, ma quando torna in pista non
vede sopraggiungere la Williams-Mecachrome di Frentzen e lo spedisce
fuoripista; questa manovra gli costerà uno stop and go di 10". Al
23º giro la gara riparte, con Fisichella su Benetton-Playlife in testa
davanti a Villeneuve con la Williams-Mecachrome, Schumacher su Ferrari,
Hill su Jordan-Mugen Honda, Magnussen il danese della Stewart-Ford, Nakano con la Minardi-Ford e Panis su Prost-Peugeot.
Il pilota canadese tenta subito di attaccare Fisichella, ma
finisce per arrivare lungo; rientrando in pista, si scontra con la
Minardi-Ford Tuero,
che stava sopraggiungendo. La vettura di Villeneuve esce danneggiata
dal contatto e il canadese sarà costretto ad una lunga sosta ai box, che
lo metterà di fatto fuori dai giochi. Nel frattempo il giapponese della
Minardi-Ford Nakano, sorprendentemente quinto, viene passato da Panis.
Al 35º giro Schumacher si ferma per il secondo pit stop, rientrando in
pista in terza posizione, alle spalle di Fisichella e Hill e davanti a
Panis, Wurz e Irvine. Tre giri dopo il pilota tedesco sorpassa Hill e
inizia a rimontare rapidamente su Fisichella. Al 39º giro si ritira
Panis, con l'acceleratore bloccato; due giri dopo anche Hill, alle prese
con noie elettriche, è costretto all'abbandono. In pista rimangono così
solo undici vetture. Al 44º giro si ferma per il pit stop Fisichella,
che torna in pista dietro a Schumacher e davanti a Barrichello, Irvine,
Wurz, Magnussen, Nakano e Rosset. Il tedesco della Ferrari gira ad un
ritmo insostenibile per gli altri e, quando al 50º giro si ferma ai box,
riesce a rientrare proprio davanti a Fisichella; la stessa manovra
riesce anche al compagno di squadra Irvine nei confronti di Wurz.
Non ci sono altri colpi di scena e Schumacher vince il suo
secondo gran Premio stagionale davanti a Fisichella, Irvine, Wurz e le
due Stewart-Ford di Barrichello e Magnussen, per la prima volta a punti;
da segnalare anche il settimo posto di Nakano sulla Minardi-Ford, che
porta il team faentino ad un soffio dal primo risultato utile da due
anni e mezzo.
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Gran Premio di Silverstone 1998:
Se mai fosse necessaria una spiegazione di come si guidi sotto la
pioggia, basta riavvolgere il nastro ed ammirare la sontuosa prestazione
al Gran Premio di Silverstone del “Barone rosso”. Il pilota tedesco
dopo una partenza a rilento, dove nelle prime battute di gare viene
anche superato da Coulthard, vince una vera e propria gara ad
eliminazione nella quale a tagliare il traguardo sono soltanto nove
piloti. La vittoria di Schumacher si consuma nel giallo, con il pilota
tedesco che in testa alla gara è costretto ad uno stop&go all’ultimo
giro, venendo così costretto a tagliare il traguardo dalla corsia dei
box. |
Gran Premio di Germania 1998
Il Gran Premio di Germania 1998 fu l'undicesimo appuntamento della stagione di Formula 1 1998.
Disputatosi il 2 agosto
sullo Hockenheimring,ha visto la vittoria di Mika Häkkinen su McLaren, seguito da David Coulthard e da Jacques Villeneuve.
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Ancora
una volta, la McLaren domina le qualifiche, con Häkkinen che
conquista l'ottava pole position stagionale davanti al compagno di
squadra Coulthard. Terzo tempo per Villeneuve, che precede i due piloti
Jordan, Ralf Schumacher e Hill, Irvine e i due piloti della Benetton,
Wurz e Fisichella. Solo nono Michael Schumacher, penalizzato dalla
scelta della Ferrari di dedicare la prima giornata di prove alla
valutazione della nuova vettura a passo lungo, per poi optare per la
vecchia versione. Non partecipa alla sessione decisiva per lo
schieramento Rosset, il quale, dopo una violenta uscita di strada la
mattina, non riceve il nulla osta dal medico della FIA, Sid Watkins,
subendo quindi anche l'esclusione dalla gara.
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Poco prima
della partenza cadono alcune gocce di pioggia, ma la precipitazione
cessa immediatamente. Al via, Häkkinen e Coulthard mantengono la
testa della corsa; più indietro, Wurz si avvia a fatica e
Michael Schumacher lo evita all'ultimo istante. I piloti della McLaren
tengono fin dall'inizio un ritmo inavvicinabile per tutti; l'unico a
non essere staccato è Ralf Schumacher, unico ad aver scelto di
effettuare due soste e quindi alla guida di una vettura più
leggera degli altri. Alle spalle dei primi tre si trovano, nell'ordine,
Villeneuve, Hill, Irvine, Michael Schumacher, Fisichella, Frentzen e
Alesi. Mentre Diniz
si ritira, Irvine compie un errore alla seconda chicane, perdendo la
sua quinta posizione a favore del compagno di squadra. Wurz, in rimonta,
sopravanza Salo, Verstappen e Trulli, mentre Panis viene penalizzato con uno stop & go per partenza anticipata.
Nel corso della 14ª tornata, Ralf Schumacher è il primo pilota a
rifornire; il pilota tedesco rientra in pista decimo. La gara continua
senza particolari scossoni fino al 22º giro, quando Alesi inaugura la
prima ed unica serie di rifornimenti, imitato via via da tutti gli
altri. Nel frattempo, le due Stewart si ritirano a tre giri di distanza
l'una dall'altra, con entrambi i piloti traditi dal cambio delle proprie
vetture. Al 29º passaggio Ralf Schumacher rifornisce per la seconda
volta tornando in pista al sesto posto; non ci sono altri avvenimenti
degni di nota nelle prime posizioni e la McLaren coglie la quarta
doppietta stagionale, con Häkkinen che va a vincere davanti a Coulthard,
Villeneuve (al primo podio stagionale), Hill (a punti per la prima
volta nel 1998), Michael Schumacher e Ralf Schumacher.
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1998-Mika Hakkinen
Campione del mondo
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Australia
08/03/1998 - Melbourne
Le prove sono dominate da Hakkinen e Coulthard che conquistano tutta la prima fila.
Dopo
la partenza le due McLaren volano via, giungendo a doppiare tutti. Nel
corso della gara, Hakkinen interpreta male una comunicazione con i box
ed entra a vuoto in pit lane. Nel finale, su segnalazione dei box,
Coulthard cede il primo posto al compagno.
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Gran Bretagna
12/07/1998 - Silverstone
Hakkinen si guadagna la pole ed il compagno ottiene il quarto tempo.
I due della McLaren partono con gomme intermedie. Coulthard
subito guadagna una posizione e dopo cinque giri sorpassa anche
Schumacher. Tra il ventunesimo e ventitreesimo giro, effettuano il primo
pit stop, nel quale Coulthard rimonta le gomme intermedie ed Hakkinen
le rain. Al trentottesimo passaggio, la pista diventa molto scivolosa e
Coulthard, con quel tipo di gomme, va fuori pista irreparabilmente.
Hakkinen nel frattempo conduceva al comando, ma la presenza della safety
car riduce il gap con l’inseguitore Schumacher. Quando la corsa
ricomincia regolarmente, Hakkinen fa un fuori pista e perde
definitivamente la testa della corsa.
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Mika Hakkinen (West McLaren-Mercedes) vince il suo primo campionato del mondo. GP del Giappone, Suzuka, 1998
1999 - Hakkinen Campione del mondo
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Germania
01/08/1999 - Hockenheim
Durante il pit-stop Hakkinen
perde molto tempo perché il bocchettone del rifornimento non vuole
entrare poi, un’uscita di pista, provocata dall’esplosione dello
pneumatico, lo mette fuori gioco. Coulthard
dopo pochi giri dalla partenza nel tentativo di superare Salo urta
Irvine e perde parte dello spoiler anteriore che lo costringono ad una
sosta anticipata. In fase di rimonta, mentre sorpassa Panis taglia la
chicane e i commissari gli infliggono lo stop and go. Alla fine finisce
quinto.
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Italia
12/09/1999 - Monza
Hakkinen sabato fa una splendida qualifica che gli vale la pole.
Domenica,
dopo trenta giri condotti al comando, commette un clamoroso errore alla
prima variante che lo fa uscire di scena. Lasciando il comando a
Frentzen, quando scende dalla macchina scoppia in lacrime. Coulthard
mai incisivo, si classifica quinto alle spalle della Stewart di
Barrichello.
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Il Gran Premio della Malesia 1999
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 17 ottobre 1999
sul Circuito di Sepang, vicino a Kuala Lumpur; si tratta del primo Gran
Premio della Malesia nella storia della Formula 1. La gara è
stata vinta da Eddie Irvine su Ferrari; secondo e terzo sono giunti
rispettivamente il suo compagno di squadra Michael Schumacher e Mika
Häkkinen su McLaren-Mercedes. |
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Formula 1 nel Tempo...
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Campioni del Mondo Anni 90
Ayrton Senna - Nigel Mansell - Alain Prost - Michael Schumacher
Damon Hill - Jacques Villeneuve - Mika Hakkinen
- 1990 -
Cambiamenti regolamentari
- Furono resi obbligatori ulteriori crash test
per testare la solidità delle vetture, in particolare nella zona
dell'abitacolo e furono inseriti quelli per la parte anteriori.
- I piloti dovevano essere in grado di uscire dall'abitacolo in meno
di cinque secondi senza aiuti; diventò obbligatorio anche concedere una
maggiore libertà di movimento alle ginocchia.
Novità tecniche
- La Tyrrell 019, progettata da Harvey Postlethwaite e Jean-Claude Migeot,
fu la prima vettura nella storia della Formula 1 ad avere un musetto
rialzato, che consentiva così una migliore aerodinamica sull'anteriore;
questa soluzione tecnica fu copiata nelle stagioni successive da tutte
le altre scuderie.
- La Life
montava un motore W12 di nuova concezione, progettato dall'ex tecnico
della Ferrari, Franco Rocchi; questo propulsore aveva tre bancate di
quattro cilindri ciascuna, con l'idea di unire le dimensioni ridotte di
un V8 con la potenza di un V12; tuttavia, si dimostrò molto poco
potente ed estremamente inaffidabile.
Piloti
- Williams e Leyton House confermarono i propri piloti.
- Alain
Prost passò dalla McLaren alla Ferrari; al suo posto il team
inglese ingaggiò Gerhard Berger, proveniente proprio dalla
scuderia di Maranello.
- La
Benetton confermò Alessandro Nannini, sostituendo Emanuele Pirro
con Nelson Piquet, reduce da due stagioni molto deludenti con la Lotus;
il pilota brasiliano aveva un contratto particolare, che prevedeva il
pagamento di 50.000 dollari per ogni punto conquistato e di 100.000 per
ogni vittoria. Prima del Gran Premio del Giappone Nannini fu vittima di
un drammatico incidente in elicottero, nel quale perse un braccio; il
team anglo-italiano lo rimpiazzò con Roberto Moreno, proveniente
dalla EuroBrun.
- La
Lotus cambiò entrambi i piloti, mettendo sotto contratto Derek
Warwick e Martin Donnelly. Quest'ultimo fu vittima di un terribile
incidente nelle prove del Gran Premio di Spagna, che ne troncò
la carriera automobilistica; al suo posto fu assunto Johnny Herbert.
- La Tyrrell affiancò al promettente Jean Alesi il giapponese Satoru Nakajima, in previsione di un accordo con la Honda per la fornitura di motori nel 1991.
- La
Brabham confermò Stefano Modena, ingaggiando lo svizzero Gregor
Foitek come compagno di squadra dell'italiano; Foitek fu però
licenziato dopo sole due gare e cedette il volante a David Brabham,
figlio del fondatore della squadra Jack Brabham.
- La Arrows
affidò le proprie vetture a Michele Alboreto e Alex Caffi;
quest'ultimo fu sostituito in due occasioni da Bernd Schneider.
- La Ligier ingaggiò Nicola Larini e Philippe Alliot.
- La
Lola-Larrousse mise sotto contratto Éric Bernard e Aguri Suzuki;
entrambi avevano disputato qualche gara con il team, rispettivamente
nel 1989 e nel 1988.
- La
Minardi confermò Pierluigi Martini, affiancandogli Paolo
Barilla; quest'ultimo fu sostituito a due gare dal termine da Gianni
Morbidelli.
- La
Dallara-Scuderia Italia affiancò Andrea De Cesaris con Emanuele
Pirro, sostituito nei primi due Gran Premi della stagione da Gianni
Morbidelli.
- L'AGS ingaggiò Yannick Dalmas come compagno di squadra di Gabriele Tarquini.
- La EuroBrun affidò le sue vetture a Roberto Moreno e Claudio Langes.
- La Onyx confermò Stefan Johansson, mettendo sotto contratto il finlandese J.J. Lehto; Johansson si licenziò dopo appena due gare e al suo posto fu assunto Foitek, lasciato libero dalla Brabham.
- La Coloni, l'Osella e la Life
affidarono la loro unica vettura rispettivamente a Bertrand Gachot,
Olivier Grouillard e Gary Brabham; quest'ultimo abbandonò la
propria scuderia dopo due Gran Premi, cedendo il posto a Bruno
Giacomelli, che aveva disputato l'ultimo Gran Premio nel 1983.
Pneumatici
- La
Tyrrell decise di passare dalla Goodyear alla Pirelli, mentre la Coloni
compì il percorso inverso, firmando un contratto con la casa
americana; anche la Life equipaggiò la propria unica vettura con pneumatici Goodyear.
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1990 - Senna fa il bis!
Il mondiale 1990 si apre con "l'invasione" dei
giapponesi. Infatti, oltre al motore Honda e ai motori Yamaha, i
giapponesi comprano intere scuderie come nel caso dell'Arrows, della
March e della Brabham.
I regolamenti vengono modificati ulteriormente rivolgendo sempre
maggior attenzione alla sicurezza dei piloti: le monoposto si
presentano così con abitacoli più larghi e telaio
più resistenti, i crash-test per le scocche diventano,
praticamente, obbligatori.
Tra McLaren e Ferrari c'è stato uno scambio di piloti, a
Maranello giunge Prost in sostituzione a Berger, che approda a sua
volta alla McLaren accanto ad Ayrton. La Benetton, assume come d.t. Flavio Briatore che cambia radicalmente
la politica del team: ingaggia Nelson Piquet, e al brasiliano offre un
contratto da capogiro....ma il salario del pilota varierà
notevolmente a seconda della prestazione mantenuta in gara. Il primo
G.P. della stagione si corre a Phoenix (G.P. degli Stati Uniti), Berger
ottiene la pole ma in gara è costretto al ritiro al nono
giro, dopo aver urtato un muretto; in pista a mettersi in rilievo
è un altro francese: Jean Alesì che con la
Tyrrell domina la gara per i primi 34 giri finchè non viene
superato dallo straordinario Senna che si aggiudica la gara; il giovane
francese si deve, così, "accontenare" del secondo posto. Le
due Ferrari partite rispettivamente dal 7° e 17° posto
si ritireranno.
Il secondo G.P. è quello del Brasile che però,
diversamente dalle precedenti stagioni, si disputa a San Paolo sul
circuito di Interlogos. Senna in casa conquista subito la pole, ma
mentre è al comando della gara incappa in un incidente con
l'ormai doppiato Nakajima; il brasiliano,comunque, riesce a proseguire
la gara e giunge terzo, alle spalle Berger e Prost. Quest'ultimo si
aggiudica così la prima vittoria in "rosso".
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Il carrozzone della F1 torna in Europa per il G.P. di San Marino, nel
periodo di sosta un grande movimento ha riguardato tecnici e
progettisti: in Ferrari arrivano, direttamente dalla McLaren Nichols e
Gordon Murray mentre la casa inglese assegna a Neil Oatley il ruolo di
progettista. A metà stagione la Williams, ingaggia un
certo...Adrian Neway.
A Montecarlo: Senna partito dalla pole domina la gara, alle sue spalle
si piazzerà, un sempre più determinato, Jean
Alesì, con la Tyrrell. In Canada, il brasiliano mette a
segno un altro capolavoro arrivando secondo alle spalle di Berger, ma
l'austriaco verrà penalizzato di 1 minuto a causa di una
partenza anticipata, inizialmente inosservata, la vittoria
sarà quindi attribuita a Senna davanti a Piquet e Mansell.
Dopo le due vittorie di Senna è la volta di Prost che domina
il G.P. del Messico davanti al suo compagno di squadra Mansell. Il
francese si ripete, quindici giorni dopo nel G.P. di Francia, e
ancora... esalta tutti, trionfando in di Inghilterra. Con la vittoria
di Silverstone, Prost si porta al comando della classifica mondiale
piloti, sopravanzando Senna.
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In Germania è di nuovo Senna a partire in pole e a dominare
la gara con la sua McLaren-Honda, alle sue spalle giungeranno,
nell'ordine: Nannini, Berger e Prost.
In Ungheria, la Williams-Renault torna a vincere con Boutsen che si
aggiudica pole e vittoria, mentre Senna giunge secondo.
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Il campione
brasiliano firma un'altra doppietta in Belgio dove ottiene pole e
vittoria davanti a Prost e Berger, e, quindici giorni dopo, a Monza
dove ottiene nuovamente pole e vittoria, ancora davanti e Prost e
Berger.Le monoposto raggiungono in questa stagione un
soddisfacente grado di sicurezza, ne è la prova l'incidente
incorso a Monza ai danni Warwick che con la sua Lotus, si ribalta
all'uscita della Parabolica e successivamente striscia sull'asfalto,
con la monoposto capovolta, per circa 300 metri... il pilota esce
completamente incolume dall'abitacolo, ansi sembra che la sua maggiore
preoccupazione, subito dopo lo schianto, sia quella di correre verso i
box e risalire sulla vettura di riserva.
Prima della gara del Portogallo, la Ferrari riesce ad ingaggiare
l'astro nascente, Jean Alesì che affiancherà
nella prossima stagione, Alain Prost. In Portogallo, è
Mansell, privo di alcun contratto per la stagione'91 ad ottenere pole e
vittoria; il ferrarista in partenza, comunque, chiude nettamente la
strada al compagno di squadra, questo incauto gesto, tra l'altro,
favorisce notevolmente Senna che riesce facilmente a seguire l'inglese
e piazzarsi alle sue spalle.
A Jerez si corre il G.P. di Spagna ed è ormai il consueto
Senna a dominare le prove, ma in gara entrambe le McLaren si ritirano
lasciando strada libera per una meravigliosa doppietta Ferrari con
Prost che precede Mansell. Prima della gara a Suzuka, la F1 perde un altro grande talento.... si
tratta di Alessandro Nannini che, in un incidente con il suo
elicottero, perde l'avambraccio; i medici riescono dopo un accurato
intervento a ricomporre l'articolazione...
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Suzuka 1990
A Suzuka, Senna e Prost sono appaiati in prima fila, in partenza il
brasiliano scatta meglio del francese ma alla prima curva si verifica
un contatto tra i due che finiscono nella sabbia, il ritiro
è inevitabile per entrambi.... Senna è, cosi,
campione del mondo.
L'incidente da luogo ad una moltitudine di polemiche; molti, tra cui lo
stesso Prost, sostengono che Senna abbia, in un certo qual modo,
"cercato" il contatto per impedire al pilota ferrari di conquistare un
GP che avrebbe potuto cambiare radicalmente le sorti del mondiale. |
- 1991 -
Regolamento tecnico
* Nuove dimensioni (ridotte) per gli alettoni anteriori e posteriori.
* Peso minimo 505 kg.
* Tutta la benzina deve essere obbligatoriamente alle spalle del pilota.
* Uso di benzina senza piombo.
Motori
Il motore V10 della Ilmor che andò a equipaggiare le Leyton House
* La McLaren portava in gara il nuovo motore Honda 12 cilindri.
* Già da prima della stagione 1990 la Tyrrell si era assicurata
una fornitura di motori Honda 10 cilindri ex McLaren.
* La Brabham correva con i V12 Yamaha al posto dei Judd V8.
* La Footwork aveva concluso un accordo con la Porsche, che ritornava
così in Formula 1 in prima persona con un nuovo motore V12. I
risultati furono però disastrosi, cosicché la squadra
inglese dovette ripiegare sui Cosworth V8 già da metà
stagione.
* La Lotus montava i Judd V8 al posto dei V12 Lamborghini avuti nel 1990.
* La Leyton House sostituì i Judd V8 con i nuovi Ilmor V10.
* Le Dallara della Scuderia Italia montavano i nuovi Judd V10 in sostituzione dei Cosworth.
* Per la prima volta, la Ferrari forniva il suo 12 cilindri a un'altra
squadra: la Minardi (che lasciava così i Cosworth).
* La Ligier affrontò la stagione con i V12 Lamborghini, in attesa dei Renault V10 per il 1992.
* La Larrousse, persi i V12 Lamborghini, acquistò una fornitura di Cosworth V8.
* La nuova arrivata Jordan montava motori Ford HB 8 cilindri.
Piloti
Jean Alesi passò alla Ferrari dove andò a comporre una coppia tutta francese con il confermato Prost.
* La Tyrrell ingaggiò Stefano Modena per sostituire Jean Alesi passato alla Ferrari.
* Con la Williams tornava Nigel Mansell, transfuga Ferrari, al fianco
di Riccardo Patrese, riformando così la coppia del 1988.
* La Brabham affiancò il debuttante Mark Blundell all'esperto Martin Brundle.
* La Lotus iniziò la stagione col debuttante Mika Häkkinen e con Julian Bailey.
* Stefan Johansson raggiunse Gabriele Tarquini all'AGS.
* Il finlandese JJ Lehto fu scelto dalla Scuderia Italia come compagno di squadra di Emanuele Pirro.
* La Ligier cambiò entrambi i piloti, schierando l'ex Williams
Thierry Boutsen e l'esordiente Érik Comas, vincitore della
Formula 3000 nel 1990.
* La Ferrari optò per Alesi quale sostituto di Mansell;
tuttavia, essendo il francese già contrattualmente legato alla
Williams per la
stagione 1991, la squadra italiana dovette pagare a
quella inglese una penale di quattro milioni di dollari[2] per poterlo
ingaggiare.
* L'unica vettura della Coloni fu affidata a Pedro Chaves.
* Bertrand Gachot e Andrea De Cesaris portavano al debutto la Jordan in Formula 1. |
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1991 - ....è ancora
Senna
Il 1991 è l'anno di radicali
cambiamenti: la federazione incrementa di un punto il punteggio
assegnato al vincitore di un GP; inoltre è bandito il,
cosiddetto "sistema degli scarti" ovvero tutti i punti conquistati da
un pilota saranno validi in classifica.
In casa Ferrari approda Alesì, mentre Mansell viene ceduto
alla Williams-Renault; la Honda che fornisce il 12 cilindri alla
McLaren, motorizza, seppur con motori di 10 cilindri, anche la Tyrrell,
mentre la Ferrari concede l'uso dei suoi motori alla Minardi.
È l'anno, inoltre, in cui debuttano sulla scena della F1,
due piloti che segneranno la formula uno moderna: Mika Hakkinen con la
Lotus e Michael Schumacher su Jordan.
Il mondiale inizia a Phoenix, dove Alesì ottiene subito la
pole ma in gara il francese scivola indietro ed è Senna ad
aggiudicarsi la gara precedendo Prost. |
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Quindici giorni dopo si corre in Brasile: Senna,per la prima volta
nella sua carriera, si aggiudica il G.P. di casa;
Ayrton dimostra
ancora una volta le sue straordinarie capacità di guida.....
riesce a concludere in prima posizione pur avendo
guidato gli ultimi
sette giri con un unica marcia: la sesta.
San Marino 1991
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Ad Imola, le due Ferrari escono subito di scena: Prost si impantana sul
prato durante il giro di ricognizione non riuscendo più a
rientrare; Alesì finisce, invece, nella ghiaia al terzo
giro, mentre tentava un sorpasso. La gara procede con Senna che
conquista la terza vittoria davanti al suo compagno di squadra Berger.
Terzo arriverà Lehto con la Dollara della Scuderia Italia,
quarto arriverà Martini con la Minardi-Ferrari. Mika
Hakkinen ottiene quì i suoi primi punti in F1 cogliendo il
quinto posto.
A Montecarlo Senna completa il suo poker ottenendo la quarta pole e la
quarta vittoria consecutiva; alle spalle dell'asso brasiliano si
piazzanno, nell'ordine, Mansell con la Williams e Alesì con
la Ferrai. In casa Ferrari le divergenze tra Prost e il direttore
sportivo Cesare Piorio provocheranno l'allontanamento di quest'ultimo.
In Canada, Mansell è al comando della gara, quando a meno di
un giro dalla fine il cambio della sua Williams lo obbliga ad un brusco
rallentamento; sul gradino più alto del podio
salirà, duque, Piquet con la Benetton. |
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In Messico, Patrese dopo aver ottenuto la pole
vince la gara
- Al via Patrese scatta male, scivolando in quarta posizione alle
spalle di Mansell, Alesi e Senna, il quale si sbarazza immediatamente
del francese della Ferrari.
Nel frattempo la gara di Berger termina al
quinto giro per la rottura del motore;
Martini scivola sull'olio
perso dalla vettura dell'austriaco, uscendo di pista e ritirandosi
anch'egli. Dopo aver sopravanzato Alesi, Patrese completa la sua
rimonta superando anche Senna alla prima curva ed infilando anche il
suo compagno di squadra Mansell al 15º passaggio; l'inglese perde
immediatamente terreno perché rallentato da problemi di
surriscaldamento. Una tornata più tardi Prost è costretto al ritiro per
problemi all'alternatore, mentre l'altro ferrarista Alesi si ritira al
42º passaggio per problemi alla frizione. Patrese continua a condurre la gara fino alla fine, mantenendo un
ritmo inavvicinabile per tutti e tagliando il traguardo davanti a
Mansell, Senna.
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Il 7 luglio è in programma il G.P. di Francia che per la
prima volta si correrà sul circuito di MagnyCours. Patrese
ottiene la pole, ma è Prost a guidare la gara per 44 giri,
quando Mansell riesce a beffare il francese con un sorpasso da
"manuale"; l'inglese sale, così sul gradino più
alto del podio.
In Inghilterra è ancora Mansell trionfare, dopo la pole
ottiene anche la vittoria della gara.
A Hockenheim, Mansell si concede un più che meritato tris:
In germania, infatti, il pilota Williams si impone egregiamente sia in
prova che in gara, alle sue spalle si piazzano Patrese e
Alesì.
Alla vigilia del G.P. di Ungheria, Mansell ha ridotto il gap dalla
leadership a soli 8 lunghezze, ma è lo stesso Senna, pilota
di testa in classifica, a riallungare le distanze aggiudicandosi la
pole e la vittoria del G.P.
Quindici giorni dopo si corre in Belgio, qui debutta a soli 22 anni un
certo....pilota tedesco... tale Michael Schumacher; Michael
è chiamato in Jordan per sostituire Bertrand Gachot finito
in carcere a seguito di una lite con un tassista londinese.
Senna sul circuito belga ottiene l'ennesimo successo, mentre il giovane
Schumacher dopo il sorprendente settimo posto in griglia è
costretto al ritiro, per problemi tecnici, dopo soli tre giri.
A Monza il duello Mansell-Senna vede l'inglese davanti all'asso
brasiliano.
In Portogallo, Riccardo Patrese conquista la vittoria davanti a Senna,
mentre Mansell è sanzionato con la squalifica
poichè dopo esser entrato ai box per sostituire le gomme,
resta su tre ruote per un cattivo bloccaggio di un dado, i meccanici
completano, così, l'operazione davanti al box di un altro
team. A Barcellona Mansell conquista la vittoria portandosi a 16 lunghezze da
Senna quando ormai mancano solo due gare.
Il 20 ottobre si corre il G.P. del Giappone: dopo nove giri Mansell
esce fuori pista lasciando così via libera a Senna per il
suo secondo titolo mondiale; il brasiliano, da grande gentlemen, dopo
aver condotto la gara, cede la vittoria al suo compagno di squadra
Berger; i punti guadagnati dal secondo piazzamento sono comunque
sufficienti al brasiliano per diventare, per la seconda volta, campione
del mondo.
Prima di disputare il G.P. d'Australia, la Ferrari licenzia in tronco
Alain Prost, a causa delle continue lamentele e critiche rivolte dal
francese alla casa di Maranello, al suo posto correrà Gianni
Morbidelli.
Nel giorno dell'ultima gara della stagione, piove a dirotto, ma i
commissari decidono di far iniziare comunque la gara, Senna,
incredibile sul bagnato, conduce la gara fino al 14° giro,
quando i commissari di gara rendendosi conto dell'eccesivo rischio che
grava sulla competizione decidono di interrompere la gara assegnando
punti dimezzati. Così Senna ottiene 5 punti
anzichè 10 e Morbidelli che occupa la sesta posizione
ottiene il suo primo mezzo punto in F1.
Nel frattempo, uno scossone tocca i vertici della FIA, Balestre cede
l'incarico di presidente a Max Mosley che vince le elezioni con 43 voti
a favore contro i 29 dell'ex-presideente.
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McLaren MP4/6
Debutto Gran Premio degli Stati Uniti 1991 |
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La McLaren MP4/6
fu la vettura del team McLaren di Formula 1 che prese parte al
Campionato del Mondo 1991, guidata dal campione del mondo in carica
Ayrton Senna e da Gerhard Berger.
La
MP4/6, progettata da Neil Oatley, presentata solo pochi giorni prima
dell'inizio della stagione, montava il nuovo motore Honda 12 cilindri,
che sostituiva il V10 utilizzato dalla McLaren nelle due stagioni
precedenti. Il cambio era ancora un manuale a 6 marce, a differenza di
Ferrari e Williams che avevano il cambio semiautomatico; anche l'aerodinamica era piuttosto convenzionale: a differenza di altre vetture come la Williams FW14 o la Tyrrell 020,
la MP4/6 non aveva il muso rialzato. La MP4/6 fu l'ultima vettura con
cambio manuale e motore V12 a vincere almeno uno dei due titoli in palio
(campionato piloti e costruttori).
La MP4/6 vinse otto gare su sedici (7 con Senna, tra cui le prime
4, e una con Berger) e si aggiudicò il titolo costruttori; Senna la
portò alla vittoria nel mondiale piloti. Fu la vettura migliore del
lotto 1991 per affidabilità e buone prestazioni, ma non la più veloce.
La Williams FW14 si dimostrò infatti superiore in prestazioni ma
l'inaffidabilità nella parte iniziale della stagione consentì alla
McLaren di dominare incontrastata le prime gare, grazie anche allo stato
di grazia di Senna. Quando la FW14 ingranò la MP4/6 mostrò tutti i suoi
limiti rispetto al progetto dei rivali, la freddezza di Senna e alcuni
errori del team Williams permisero alla squadra capitanata da Ron Dennis
di ripetersi comunque nella vittoria mondiale. Grande esclusa dai
giochi la Ferrari, incapace di ripetere le eccellenti prestazioni
dell'anno precedente a causa di progetti sbagliati e di un clima
all'interno della Scuderia sempre più tirato.
La MP4/6 venne riutilizzata, in versione aggiornata, per le prime due gare della stagione 1992;
ormai surclassata dalle Williams, ottenne solo un podio (con Senna) e
due piazzamenti (con Berger), prima di lasciare il posto alla MP4/7.
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- 1992 -
Accordi e fornitori
Nel
1992, la FIAT, nella persona dell'AD Paolo Cantarella, viste le
crescenti difficoltà produttive e di mercato della casa di Torino, i
costi elevati della gestione sportiva per la Formula 1 e la
disomogeneità della Gestione Sportiva della Ferrari, cui conseguiva una
mancanza di efficienza e competitività, decise di terminare l'attività
collaborativa con la Scuderia Ferrari in Formula 1 e di fornire alla
McLaren un V12.
Questa ipotesi venne avvalorata prima dalla dichiarazione di
Agnelli al Salone dell'Auto di Torino nel maggio 1992, durante il quale,
alla domanda se alla Ferrari fosse concesso di continuare a correre,
rispose che tra vincere e lasciare c'era una via di mezzo. In occasione
del Gran Premio di Spagna,
il presidente della Ferrari Montezemolo si recò nei box della McLaren
intavolando una discussione con Ron Dennis riguardo ad un accordo, da
perfezionare in seguito, per la fornitura di motori nel 1993, visto il
ritiro alla fine del 1992 della Honda,[1] ma la trattativa non ebbe seguito.
La stessa McLaren, nella figura di Ron Dennis e nel tentativo di
mantenere Senna in squadra, sondò il terreno per un eventuale acquisto
della Ligier in modo da rilevare la fornitura dei motori Renault: la
casa transalpina diede un assenso preliminare alla McLaren
autorizzandole l'utilizzo della benzina Shell almeno per un anno, ma la
ELF, partner tecnico della Renault, non diede parere favorevole; ciò,
unito alle resistenze di Guy Ligier, fece sì che l'operazione non
andasse in porto. Successivamente la McLaren, insieme alla Shell, prese
in considerazione la possibilità di adottare e finanziare un motore che
la Audi stava preparando per le vetture prototipo: la casa tedesca
espresse comunque la sua intenzione di non entrare nel mondo della
Formula 1.
Piloti
- AGS, Coloni e Lambo si ritirano dalla Formula 1.
- McLaren, Williams, Lotus e Ligier schierano i piloti con cui avevano terminato la stagione precedente.
- La
Tyrrell sostituisce entrambi i piloti del 1991 (Satoru Nakajima,
ritirato dalla Formula 1, e Stefano Modena) con Olivier Grouillard e
Andrea De Cesaris, provenienti da Fondmetal e Jordan.
- Rinnovamento
completo anche alla Brabham, che comincia il campionato con Eric van de
Poele e Giovanna Amati (prima donna in F1 dai tempi di Desiré
Wilson, nel 1980), rimpiazzata poi dopo tre Gran Premi dal debuttante Damon Hill.
- La Footwork conferma Michele Alboreto e sostituisce Alex Caffi con il giapponese Aguri Suzuki, ex Larrousse.
- La
Fondmetal affianca a Gabriele Tarquini una seconda vettura, affidata
prima ad Andrea Chiesa e poi a Eric van de Poele, in arrivo dalla
Brabham, dopo 10 Gran Premi.
- La
Leyton House riacquista la vecchia denominazione March e affianca al
confermato Karl Wendlinger l'esordiente Paul Belmondo. Entrambi i
piloti verranno sostituiti nel corso della stagione, rispettivamente da
Jan Lammers ed Emanuele Naspetti.
- La Benetton
conferma il promettente Michael Schumacher e chiama Martin Brundle
dalla Brabham per sostituire Nelson Piquet, ritiratosi al termine del
1991.
- Alla Dallara viene confermato il finlandese Jyrki Jarvilehto, a cui viene affiancato l'ex Minardi Pierluigi Martini in sostituzione di Emanuele Pirro.
- Il
posto di Martini alla Minardi viene preso dal debuttante Christian
Fittipaldi, figlio di Wilson, che verrà sostituito per tre Gran
Premi da Alessandro Zanardi; riconfermato invece Gianni Morbidelli.
- Alla Ferrari accanto a Jean Alesi viene schierato Ivan Capelli, ex March, che sostituisce Alain Prost.
- La
Larrousse cambia nome in Venturi, e affianca a Bertrand Gachot, che
già aveva disputato per la Casa francese l'ultimo Gran Premio
del 1991, il debuttante Ukyo Katayama, che sostituisce il connazionale
Aguri Suzuki, passato alla Footwork.
- La Jordan rinnova lo schieramento con Stefano Modena e Maurício Gugelmin, ex Tyrrell e March.
- La
Andrea Moda Formula debutta in Formula 1 con Alex Caffi ed Enrico
Bertaggia, poi sostituiti dopo due Gran Premi da Roberto Moreno e Perry
McCarthy.
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il
: |
08 Ago
1953 |
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Dal - al :
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1980 - 1995
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G.P. iniziati
|
187 |
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Vittorie
: |
31 |
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Podio :
|
59 |
Pole -
Positions : |
32 |
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Prima fila
: |
56 |
Giri veloci
: |
30 |
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Mondiali
: |
1992 |
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1992 - E' l'ora di Mansell
La stagione 1992 vede l'assenza di due grandi
campioni, si tratta di Prost che si è concesso un anno
sabbatico dopo il licenziamento dalla Ferrari e di Piquet che ha
lasciato definitivamente le corse.
Una curiosità nelle prime gare di questa stagione
è la presenza, come pilota della Brabham, di Giovanna Amati
la seconda donna mai salita su una F1, comunque l'intraprendente
Giovanna non parteciperà a nessuna corsa poiché
non riuscirà a qualificarsi dopo tre gare sarà
sostituita da un figlio d'arte: Demon Hill, figlio del pluricampione
Graham..
Il mondiale inizia il 1 marzo in Sudafrica è subito dominio
Williams-Renault: Mansell dopo la pole vince la gara davanti al suo
compagno di squadra Patrese e Senna al volante si una McLaren-Honda
sempre più in crisi.
Nel secondo G.P. stagionale, in Messico, sono ancora le Williams a
dominare con Mansell che ottiene la pole seguito dal compagno di
squadra Patrese, risultato che viene confermato anche in gara: Mansell
primo e Patrese secondo; terzo arriverà Schumacher
ingaggiato, nel frattempo, dalla Benetton, una scuderia in netta
ascensione. In questa gara si metterà in evidenza anche Mika
Hakkinen che con la sua Lotus recupererà 9 posizioni
concludendo la gara in sesta posizione.
In Brasile, la Williams e Mansell continuano a vincere mentre Senna con
la nuova McLaren MP4/7 è costretto al ritiro al 18°
giro per un problema elettrico. Al ritorno in Europa la situazione non
cambia con Mansell che vince sia in Spagna che a San Marino, giunge
secondo, invece, a Montecarlo, pur avendo dominato la gara fino a
quando mancavano 8 giri alla bandiera a scacchi: dopo esser rientrato
ai box per cambiare le gomme, poiché la posteriore sinistra
era forata, Mansell viene sopravanzato da Senna e quando l'inglese
tenta di superarlo per riprendersi la prima posizione, il brasiliano si
difende egregiamente vincendo, così, per la quinta volta
nella sua carriera il G.P. di Montecarlo.
In Canada, il duello Mansell-Senna porta entrambi fuori gioco,
lasciando via libera a Berger che approfittando dell'accaduto passa al
comando vincendo davanti a Schumacher e Alesì, quest'ultimo
porta finalmente qualche punto alla Ferrari in profonda crisi.
In Francia, Patrese era al comando della gara quando per ordini di
scuderia deve lasciar strada al suo compagno di squadra cedendogli,
così, la sua sesta vittoria stagionale. Mansell ottiene
altre tre vittorie consecutive: dopo la vittoria in Francia, l'inglese
soprannominato il "Leone", per la sua tenacia e
aggressività, vince anche in Inghilterra e in Germania. |
Gran Premio di Gran Bretagna 1992
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Al via Patrese prova ad insidiare Mansell,
ma il pilota inglese respinge l'attacco del compagno di squadra,
mantenendo il comando: non lo cederà più per tutta la gara. Alle spalle
dei due piloti della Williams si piazza Brundle, che duella per la terza posizione con Senna, mentre Schumacher e Berger
si contendono il quinto posto: alla fine entrambe le lotte sono vinte
dai piloti della Benetton, con Senna costretto al ritiro per problemi al
cambio e Berger rallentato da guai al motore. Mansell conduce
indisturbato tutta la gara,
vincendo davanti a Patrese, Brundle,
Schumacher, Berger e Häkkinen. |
Il 16 agosto si disputa il G.P. d'Ungheria. Patrese
parte in pole ma in gara la sfortuna continua a perseguitarlo, il
pilota italiano deve, così, lasciare la prima posizione a
Senna, mentre Mansell costretto ad una rimonta forsennata, a causa di
una foratura, negli ultimi giri passa dal sesto al secondo posto, si
aggiudica, così, i 6 punti necessari per poter conquistare
il suo primo titolo mondiale.
Dopo 11 gare il Leone è campione del mondo, forte anche
della evidente superiorità tecnica della sua monoposto.A Spa, nel G.P. del Belgio a salire sul gradino più alto del
podio, per la prima volta è il sorprendente Michael
Schumacher.
n Italia ad aggiudicarsi la vittoria è Senna, che porta la
McLaren sul gradino più alto dopo 6 gare; dietro di lui
giungeranno Brundle e Schumacher. Nel giorno del G.P. d'Italia, Mansell
annuncia il suo ritiro, a fine stagione dalla F1.
In Portogallo è nuovamente il neo-campione del mondo a
vincere, mentre, fuori dalla scena, Prost annuncia il suo rientro in F1
nella stagione 1993 al volante della Williams.
In Giappone a salire sul gradino più alto del podio
è Riccardo Patrese, la sua Williams si aggiudica
così anche il campionato del mondo costruttori. |
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- 1993 -
Il calendario
Un
primo calendario venne reso noto dal presidente della FISA Max Mosley
il 24 giugno 1992. Rispetto alla stagione precedente le gare sarebbero
state sempre 16, ma si sarebbe registrata l'uscita del Gran Premio del
Messico, sostituito dal Gran Premio d'Asia che avrebbe dovuto
disputarsi all'Autopolis, configurando una inedita seconda corsa in
terra giapponese. Un altro piccolo cambiamento riguardò
l'inversione di date tra San Marino e Spagna.
Il calendario dovette però essere presto rivisto a causa del fallimento
della società che gestiva l'Autopolis, la quale aveva accumulato un
debito superiore ai 200 miliardi di lire.
A novembre si operò quindi la sostituzione, facendo entrare in
calendario il Gran Premio d'Europa che, per la prima e unica volta
nella sua storia, si svolse a Donington.
A
quello che sembrava ormai essere il calendario definitivo si aggiunse
però un altro problema: un tribunale di Quimper, in Bretagna,
aveva applicato in maniera inflessibile una legge sul tabacco in
Francia e condannato la Williams al pagamento di 30 milioni di franchi
per istigazione a delinquere, visto che la squadra inglese esibiva
nelle carrozzerie delle monoposto il marchio di sigarette Camel e le
immagini del Gran Premio d'Australia erano state trasmesse sul suolo
francese. Per tutta risposta la Federazione, non potendo garantire alle
scuderie libertà di circolazione senza incorrere nel rischio di
essere condannate dalla giustizia, decise di sospendere il Gran Premio
previsto per luglio Vista la possibile perdita di un ingente introito
economico e data la presenza di forti pressioni, nel gennaio del 1993
il Parlamento francese approvò un apposito emendamento per
ovviare al problema. La gara poté così svolgersi
regolarmente.
Accordi e fornitori
La
Williams vide la sua partecipazione alla nuova stagione messa in dubbio
per un errore burocratico: la squadra inglese aveva infatti presentato
in ritardo la domanda di ammissione al mondiale e per permetterle di
partecipare, secondo le norme del Patto della Concordia, era necessaria
una risposta positiva unanime da parte di tutti gli altri team, ma
Benetton e Minardi erano contrarie. La questione in realtà
rientrava in una più complessa battaglia politica per il
cambiamento dei regolamenti, a cui Williams e McLaren si opponevano.
La Ferrari e le squadre minori chiedevano infatti modifiche già
dalla stagione in corso con la riduzione delle prove libere, dei treni
di gomme e del numero di monoposto utilizzabili nel fine settimana di
gara, per un risparmio quantificato in circa due milioni di dollari.
Sfruttando questa situazione il team di Maranello aveva fatto pressioni
anche per una forte limitazione dei dispositivi elettronici come le sospensioni attive e il controllo di trazione per i campionati seguenti. A detta dell'ingegnere della Williams Adrian Newey,
lo scopo della Ferrari sarebbe stato in realtà quello di cancellare lo
svantaggio accumulato nei confronti delle squadre di vertice per potersi
rilanciare nella lotta al titolo mondiale da cui era esclusa ormai da
alcuni anni.
Vista la complessa situazione venutasi a creare, il presidente della FISA Max Mosley
decise di derogare alle regole, convocando il consiglio mondiale e
facendo decidere ad esso in maggioranza se ammettere o meno la Williams
Così facendo evitava quindi che Minardi e Benetton potessero
esercitare il veto contro la casa inglese. Al contempo garantì
alle piccole squadre e alla Ferrari le modifiche richieste al
regolamento.
Per quel che riguarda i fornitori, si registrò l'addio della Honda che lasciò il mondiale dopo dieci stagioni a causa degli alti costi.
A farne le spese fu la McLaren, rifornita gratuitamente dalla casa
giapponese, che dovette stipulare un accordo da 16 milioni di dollari
per avere i motori Ford.
Anche la Minardi cambiò motorista, passando ai propulsori
americani dopo la deludente esperienza con i Lamborghini, ma a causa di
una situazione finanziaria precaria poté permettersi solamente
quelli dell'anno precedente. La Jordan optò per gli Hart abbandonando Yamaha, che rifornì la Tyrrell.
Nell'agosto
del 1992 venne poi reso noto da parte della Scuderia Italia il cambio
di telaista, passando da Dallara a Lola. Nelle intenzioni del patron Beppe Lucchini
questo doveva rappresentare il salto di qualità per la squadra
bresciana, convinto che l'esperienza della Lola nel mondo delle corse
gli avrebbe permesso di affermarsi anche in Formula 1.
Nei fatti, invece, a detta di Alboreto la vettura altro non era se non
una Formula 3000 adattata e la stagione si rivelò un completo
fallimento.
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Francia
(Saint Chamond) |
1993 - Il poker di Prost.. |
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Anagrafica
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Attività in F.1
|
Nato il
: |
24 Feb
1955 |
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Dal - al :
|
1980 - 1993
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|
G.P. iniziati
|
199 |
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Vittorie
: |
51 |
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Podio :
|
106 |
Pole -
Positions : |
33 |
|
Prima fila
: |
86 |
Giri veloci
: |
41 |
|
Mondiali
: |
1985-1986-1989-1993 |
|
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Il 1993 inizia privo di campione del mondo,
infatti, Mansell come preannunciato a fine della precedente stagione
1992 si è ritirato, ma in casa
Williams giunge un altro
campione: Alain Prost, al quale sarà assegnato il numero due
mentre il suo compagno di squadra avrà lo zero, infatti per
regolamento il numero 1 spetta soltanto alla monoposto del campione del
mondo in carica, che nel caso specifico è, ormai, ritirato.
Accanto a Prost, in Williams ci sarà Demon Hill, figlio del
grande Graham Hill. La stagione inizia già con un episodio clamoroso, infatti la
Williams non avendo presentato le domande entro i termini prescritti
dal regolamento è fuori dal mondiale. Il nodo della
questione riguarda gli aiuti ai piloti: (abs, cambi automatici, ecc.)
la federazione vorrebbe vietarne l'utilizzo ma Frank Williams si oppone
strenuamente (il suo team ha impiegato molte risorse in questo campo).
In una riunione a Londra, si mette definitivamente fine al diverbio,
decidendo di imporre le nuove limitazioni solo a partire della prossima
stagione.
Si parte con il G.P. del Sudafrica, la Williams riprende da dove aveva
lasciato: Prost ottiene pole e vittoria davanti a Senna e Blundell.
In Brasile, Senna vince davanti al suo pubblico, complice anche un
intensa pioggia, che rende il brasiliano praticamente
irraggiungibile.... pur avvalendosi di una monoposto tecnicamente di
gran lunga inferiore alla Williams.
Prost finisce, invece, fuori pista mentre Damon Hill, con l'altra
Williams, arriva secondo precedendo Schumacher al volante della
Benetton.
Senna si ripete a Donington. In prova Prost ottiene la pole ma in gara
è ancora la pioggia a consentire ad Ayrton di mettere a
punto la sua seconda vittoria stagionale: Il brasiliano già
al primo giro ha superato quattro avversari in un colpo solo
portandosi, così, in testa sia della corsa che del
campionato mondiale. |
Autodromo Enzo e Dino Ferrari
|
Gran Premio di San Marino 1993
Prima della gara sul
circuito romagnolo cade un acquazzone; smette di piovere prima della
partenza, ma la pista rimane bagnata. Al via Hill e Senna superano
Prost, che scivola in terza posizione davanti a Schumacher e Berger. I
primi a ritirarsi sono Blundell e Patrese, entrambi per incidente. Al
settimo giro la Williams Renault di Alain Prost ha la meglio sulla
McLaren Ford di Ayrton Senna, conquistando la seconda posizione; poco
dopo i piloti di testa rientrano ai box per montare gomme da asciutto,
operazione nella quale Hill perde parecchio tempo, pur mantenendo la
testa della corsa davanti a Senna e al compagno di squadra.
Prost conquista poi
la testa della corsa con un doppio sorpasso alla Tosa ai danni di Senna
e Hill, il quale è superato anche dal brasiliano; l'inglese si
ritira poi al 21º giro, quando esce di pista per problemi ai
freni. Dodici tornate più tardi anche Andretti, risalito in
quinta posizione, ha lo stesso problema, mentre al 40º passaggio
Alesi, quinto grazie al ritiro dell'americano, deve abbandonare per
problemi alla frizione.
Tre giri dopo anche Senna è costretto al ritiro per
problemi idraulici, lasciando la seconda piazza a Schumacher, mentre Wendlinger
si ritira a tredici giri dalla fine per problemi al motore; Alain Prost
con la Williams Renault vince quindi davanti alla Benetton Ford di
Michael Schumacher, Brundle (che porta la Ligier al secondo podio stagionale), Lehto (classificatosi quarto nonostante la rottura del motore a due giri dalla fine), Alliot e Barbazza,
sesto per la seconda volta consecutiva con la Minardi Ford. Per la
prima e unica volta nella storia della Formula 1, un pilota della Minardi va a punti in due Gran Premi consecutivi.
|
A San Marino è Prost a vincere : il francese ottiene prima
la pole e poi vince la gara..... Stessa cosa, accade, nel G.P. di
Spagna, dove Prost ottiene la pole e in gara dopo una rimonta, causata
da una stentata partenza, vince la gara davanti a Senna e Schumacher.
Con questa vittoria Prost sopravanza di due lunghezze Senna nella
classifica mondiale.
A Montecarlo, Prost si esibisce ancora in una brutta partenza infatti
il francese anticipa di qulache secondo il semaforo verde, ovvia
sarà la sanzione che lo costringerà ad uno "stop
and go" ai box. Mentre sta per ripartire, la sosta si prolunga a causa
dello spegnimento del propulsore. Il francese è
così costretto ad una dura rimonta: uscito dai box alla
22° posizione, riuscirà a recuperare fino alla
quarta posizione. A vincere la gara sarà, però,
ancora Senna che ottiene il suo sesto successo sul circuito di
monaghesco, migliorando così, il precedente record di Graham
Hill; alle sue spalle giungeranno Damon Hill e Alesì.
Inizia con il GP del Canada una serie di quattro
vittorie consecutive per Prost:A Montreal il francese ottiene pole e
poi vince la gara, mentre Senna è costretto al ritiro; in
Francia la pole va a Damon Hill, ma Prost, non ci sta ad arrivare
secondo in casa, e si aggiudica la gara davanti al suo compagno di
squadra.... Senna, con il suo quarto posto, resta fuori dal podio.
A Silverstone è Damon Hill a dominare la gara
finchè quando mancano 18 giri al termine della gara, cede il
suo propulsore, lasciando, così, via libera all'altra
Williams: quella di Prost.
In Germania si ripete il copione già visto in Inghilterra;
Damon Hill domina la gara, ma a due giri dal traguardo scoppia il
pneumatico posteriore sinistro ed è costretto cedere la
posizione a Prost. Il momento di gloria per Damon Hill è,
comunque, dietro l'angolo: In Ungheria, Damon Hill vince una gara
dominata dall'inizio alla fine davanti a Patrese e Berger.
La gara successiva si corre in Belgio, Damon ottiene altri 10 punti: a
Spa, brivido, durante le prove del venerdi, infatti Alessandro Zanardi
rischia la vita uscendo fuori pista a 260 km/h.
Damon Hill vince la sua terza gara stagionale a Monza, precedendo sul
traguardo la Ferrari di Alesì.
Il 26 settembre si corre il G.P. del Portogallo ed in gara si mette in
evidenza Michael Schumacher che si aggiudica la gara al volante di una
Benetton, in netta ripresa, alle sue spalle giunge Prost: il francese
ottiene, così, i sei punti necessari per aggiudicarsi per la
quarta volta il titolo di campione del mondo. |
Il Gran Premio del Portogallo 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 26 settembre 1993 sul Circuito di Estoril.
La gara è stata vinta da Michael Schumacher su Benetton; grazie al suo secondo posto,
Alain Prost conquista la certezza matematica del suo quarto titolo mondiale |
|
Al giro di formazione la vettura di Hill non si avvia; il pilota
inglese è costretto a schierarsi in ultima posizione. Al via Alesi
azzarda una traiettoria esterna e prende il comando, seguito da
Häkkinen, Senna, Prost (superato in partenza anche dal duo McLaren oltre
che dal ferrarista), Schumacher e Berger. Senna sorpassa Häkkinen a
metà del primo giro e si mette all'inseguimento di Alesi, ma al 19º giro
si ritira con il motore rotto, dicendo addio alla seconda piazza; al
20º giro Alesi e Häkkinen vanno a cambiare le gomme, Schumacher invece
si ferma più tardi, e sbuca davanti al duo dopo la sosta.
I piloti Williams invece sono gli ultimi a tornare ai box, con Hill
in grande rimonta; Prost invece non riesce a rientrare davanti a
Schumacher. Al termine della serie di pit stop Schumacher passa al
comando davanti a Prost, Alesi, Häkkinen e Hill. Al 33º giro Häkkinen,
in scia ad Alesi, si ritira per un incidente e tre tornate dopo toccherà
a Berger, autore di una pericolosa carambola lungo il rettifilo.
Schumacher, Prost e Hill non si fermeranno più ai box, e il tedesco
manterrà il comando fino alla fine nonostante gli attacchi di Prost, a
cui basta il secondo posto per conquistare matematicamente il quarto
titolo mondiale. Hill conclude terzo sopravanzando Alesi grazie alla
seconda sosta ai box per cambiare le gomme del francese della Ferrari;
la zona punti è chiusa da Wendlinger e Brundle. Per Schumacher è la
prima e unica vittoria stagionale e la seconda in carriera.
|
Le ultime due gare vanno a Senna, che vince imponendosi davanti al
nuovo campione del mondo. Prima del G.P. del Portogallo,
Prost annuncia il suo ritiro definitivo
dalle corse, a fine stagione; la Williams, corre subito ai ripari
ingaggiando, così, il miglior pilota
attualmente in
circolazione: Ayrton Senna nella stagione 1994 sarà al
volante della Williams.
|
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Williams FW15C
|
Rispetto alla precedente FW14B,
le nuove vetture della stagione 1993 disponevano da regolamento di
pneumatici posteriori più stretti di quelli dell'anno prima, adottando
una misura (325 millimetri di larghezza) che è stata utilizzata fino al
2017. Verso metà stagione vennero introdotti sulla FW15C alcuni
controlli elettronici come il sistema antipattinamento, il quale, dopo
il suo ritorno nel 2001, verrà chiamato controllo della trazione, e il launch control in partenza. Damon Hill si ritrovò ad utilizzare il numero 0 a causa del ritiro di Nigel Mansell
che, dopo aver vinto il titolo nel 1992 lasciò (anche se non
definitivamente, visto che disputò alcune gare sempre in Williams nel
1994 e poi in McLaren nel 1995) la categoria andando a gareggiare in Nordamerica. Una circostanza che si ripeté l'anno dopo, dato che questa volta è Prost a ritirarsi dopo la vittoria iridata.
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Benetton B194 - Michael SCHUMACHER
Il campionato mondiale di Formula 1 1994 organizzato dalla FIA è stato, nella storia della categoria, il 45° ad assegnare il Campionato Piloti, vinto da Michael Schumacher su Benetton, e il 37° ad assegnare il Campionato Costruttori, vinto dalla Williams.
Il
calendario della stagione ha compreso sedici Gran Premi, con inizio in
Brasile il 27 marzo e termine il 13 novembre in Australia. L'annata si
è rivelata tragica per la Formula 1, in quanto hanno perso la
vita in pista Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, mentre molti piloti,
tra i quali Barrichello, Wendlinger, Montermini, Verstappen, oltre a
Lehto, Alesi e Lamy (questi ultimi nei test), sono stati vittime di
gravi incidenti.
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- 1994 -
Calendario
Nel
mese di ottobre del 1993 viene pubblicata la prima versione del
calendario per il 1994, che prevede l'uscita di scena del Gran Premio
del Sudafrica, l'introduzione di una seconda gara in Giappone, da
disputarsi sul circuito di Aida e che
prenderà il nome di Gran Premio del Pacifico, e il ritorno del
Gran Premio d'Argentina, previsto come prova inaugurale il 20 marzo
1994. Nel mese di dicembre viene presentato il calendario definitivo,
che rispetto alla versione precedente vede lo slittamento del Gran
Premio d'Argentina al 16 ottobre, da disputarsi su un tracciato
cittadino allestito nel quartiere di Palermo a Buenos Aires]
tuttavia questa gara, in seguito spostata al circuito permanente della
stessa città, viene annullata a giugno per dare più tempo
agli organizzatori per ammodernare il tracciato e viene rimpiazzata dal
Gran Premio d'Europa, da tenersi sul circuito spagnolo di Jerez.
Scuderie
Dopo
alcuni mesi di trattative la Minardi, che versava in una difficile
situazione economica, e la Scuderia Italia, intenzionata a rinunciare a
correre dopo la stagione precedente povera di risultati, annunciano la
fusione tra loro. All'elenco dei partecipanti si aggiungono due
scuderie britanniche, la Simtek e la Pacific, entrambe debuttanti nel
campionato mondiale di Formula 1.
Per
quanto riguarda le forniture di motori, la McLaren passa dai propulsori
Ford a quelli Peugeot, che debuttano in Formula 1, la Footwork dai Mugen-Honda
ai Ford, processo inverso di quello fatto dalla Lotus; la Larrousse
sceglie i Ford, non essendo disponibile la motorizzazione Lamborghini.
I motori della Sauber, l'anno prima marchiati con lo stesso nome della vettura ma di produzione Ilmor,
per il 1994 ricevono il supporto ufficiale della Mercedes, che fa
così il suo ritorno in Formula 1. Per quanto riguarda le due
scuderie all'esordio, la Simtek viene equipaggiata di propulsori Ford,
mentre la Pacific di motori Ilmor.
Sono
tre le scuderie che confermano i piloti con cui avevano concluso la
stagione precedente: la Jordan, che schiera Rubens Barrichello e Eddie
Irvine, la Lotus con i piloti Pedro Lamy e Johnny Herbert e la Ferrari
con la coppia formata da Jean Alesi e Gerhard Berger.
Alain
Prost, campione del mondo nel 1993, abbandona definitivamente la
Formula 1 lasciando un posto vacante alla Williams; il sedile viene
preso da Ayrton Senna, affiancato dal confermato Damon Hill, che corre
come l'anno precedente con il numero 0, mentre il numero 1 di campione
del mondo in carica non viene assegnato.
La McLaren conferma Mika Häkkinen e gli affianca Martin Brundle, proveniente dalla Ligier
e ingaggia mentre la Tyrrell conferma Ukyo KatayamaMark Blundell,
anch'egli ex-Ligier; e il debuttante la scuderia francese cambia dunque
entrambi i piloti, schierando il rientrante Éric BernardOlivier
Panis.
La
Benetton sostituisce Riccardo Patrese, ritiratosi dalla Formula 1, con
JJ Lehto, proveniente dalla Sauber, pilota che però si infortuna
in una sessione di test privati e perde l'inizio della stagione, in cui
corre l'esordiente Jos Verstappen. La scuderia svizzera affianca al
confermato Karl Wendlinger il debuttante Heinz-Harald Frentzen al posto
di Lehto.
La
Footwork cambia entrambi i piloti, Derek Warwick, al ritiro, e Aguri
Suzuki, scegliendo Christian Fittipaldi, l'anno prima alla Minardi, e
Gianni Morbidelli, nel 1993 collaudatore della Ferrari.
La
Larrousse fa debuttare il monegasco Olivier Beretta al posto di
Philippe Alliot, passato al ruolo di tester per la McLaren, mentre
resta in squadra Érik Comas. La Minardi conferma Pierluigi
Martini e ingaggia Michele Alboreto, in precedenza alla Scuderia Italia.
Per
quanto riguarda i due team all'esordio, la Simtek sceglie come piloti
David Brabham e Jean-Marc Gounon, ma, vista l'indisponibilità di
quest'ultimo nella prima parte di stagione, ripiega sull'esordiente
Roland Ratzenberger, mentre la Pacific ingaggia Bertrand Gachot e Paul
Belmondo.
Dopo
aver causato un pericoloso incidente in Brasile, Eddie Irvine riceve
una squalifica di tre gare; per la prima, il GP del Pacifico, viene
sostituito da Aguri Suzuki, mentre è assente anche Jean Alesi,
infortunatosi in un test al Mugello
e sostituito da Nicola Larini. Nel GP di San Marino, è Andrea De
Cesaris a guidare la vettura di Irvine, mentre Larini è ancora
al posto di Alesi e fa il suo ritorno JJ Lehto alla guida della
Benetton.
A
seguito degli incidenti mortali di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger,
a Monaco, le scuderie coinvolte, Williams e Simtek, iscrivono una sola
vettura,
mentre De Cesaris guida la monoposto di Irvine, che sconta così
l'ultima gara di squalifica; Alesi torna al volante dellaFerrari.
Prima
del Gran Premio di Spagna Pedro Lamy, della Lotus, è vittima di
un grave incidente in un test a Silverstone ed è costretto a
saltare il resto della stagione; viene dunque richiamato Alessandro Zanardi.
A seguito del grave incidente occorso a Karl Wendlinger a Monaco, la
Sauber iscrive il solo Frentzen in questo Gran Premio; la Williams fa
debuttare David Coulthard, mentre la Simtek presenta come secondo
pilota Andrea Montermini, che tuttavia subisce un infortunio nelle prove del Gran Premio spagnolo.
Per
il Canada la Sauber trova in Andrea De Cesaris il sostituto di
Wendlinger mentre la Simtek è costretta a schierare una sola
vettura, data l'indisponibilità di Montermini e della seconda
monoposto, distrutta nel suo incidente. Dal GP di Francia, J.
Verstappen ritorna a correre al posto di Lehto con la Benetton,
Jean-Marc Gounon inizia a correre con la Simtek mentre a Nigel Mansell,
impegnato nello stesso anno nella Formula Indy, viene affidata la
seconda Williams, che ritorna a Coulthard dal GP di Gran Bretagna
Nel
Gran Premio d'Ungheria Philippe Alliot prende il posto di Mika
Häkkinen, squalificato in seguito ad un incidente nella gara
precedente; in Belgio invece sostituisce Olivier Beretta alla
Larrousse, mentre fa il suo debutto Philippe Adams con la Lotus, con
cui corre anche in Portogallo.
In
Italia JJ Lehto gareggia con la vettura di Michael Schumacher,
squalificato dopo le infrazioni commesse a Silverstone, mentre è
Yannick Dalmas a guidare una delle Larrousse e Zanardi torna al volante
della Lotus. Per il GP del Portogallo, Adams guida nuovamente per la
Lotus, così come vengono confermati Dalmas alla Larrousse e
Lehto al posto di M. Schumacher, che sconta la sua seconda e ultima
gara di squalifica.
Nel
Gran Premio d'Europa si assiste a diversi avvicendamenti: alla Williams
ritorna Mansell per le ultime tre gare; la Lotus schiera Zanardi ed
Éric Bernard, mentre Johnny Herbert passa al posto di
quest'ultimo alla Ligier; alla Larrousse viene ingaggiato fino a fine
stagione Hideki Noda; Domenico Schiattarella sostituisce Jean-Marc
Gounon alla Simtek.
In
occasione del penultimo appuntamento in Giappone, Mika Salo viene
chiamato dalla Lotus per le ultime due gare, Johnny Herbert passa alla
Benetton al fianco di M. Schumacher, Franck Lagorce va alla Ligier, JJ
Lehto passa a correre per la Sauber, mentre solo per questa gara corre Taki Inoue per la Simtek.
Nell'ultimo GP, in Australia, Schiattarella torna alla guida della
Simtek, mentre Jean-Denis Délétraz sostituisce
Érik Comas alla Larrousse.
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Germania
(Hürth-Hermülheim)
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il
: |
03 Gen
1969 |
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Dal - al :
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1991 - 2012
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G.P. iniziati
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308 |
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Vittorie
: |
91 |
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Podio :
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64 |
Pole -
Positions |
68 |
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Prima fila
: |
111 |
Giri veloci
: |
77 |
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Mondiali
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1994
- 1995 - 2000
- 2001 -
2002 -
2003 -
2004 |
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1994 - L'inizio di
Schumacher....la fine di Senna
Il 1994 si apre con le, preannunciate, modifiche ai
regolamenti atte a ridurre l'uso l'elettronica, inoltre viene
consentito alle squadre il rifornire le monoposto durante la gara. Per quanto riguarda il mercato dei piloti: Senna pashttp://www.formulalibera.it/F1_._Anni_90.htmlsa alla
Williams-Renault, mentre alla McLaren viene assegnato ad Hakkinen,
già collaudatore della team, il ruolo di prima guida,
accanto all'esperto Brundle.
Il mondiale inizia con il G.P. del Brasile: Senna fa segnare la sua
prima pole stagionale, in gara il brasiliano domina per 21 giri dopo,
Michael Schumacher riesce a sopravanzare il pilota Williams
avvantaggiato dall'ottima strategia di rifornimenti messa a punto dal
team. Nella seconda gara, sul circuito di Aida, il brasiliano ottiene
nuovamente la pole ma alla prima curva finisce in una testa-coda con
Hakkinen e Larini. A vincere è ancora Schumacher che riesce
ad imporsi egregiamente al comando della gara giungo alle sue spalle
Berger, con la sua Ferrari e Barrichello con la Jordan. |
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Schumacher Imola 1994 |
Il 1° maggio si corre ad Imola.... sta per avere inizio il
week-end più tragico di tutta la storia F1:
Venerdì, Barrichello esce di pista a 220 km/h alla variante
bassa, l'incidente è di una terribile
spettacolarità, la monoposto di Rubens si impenna e ricade
pesantemente al suolo... tutti temono il peggio ma, miracolosamente, il
pilota Jordan esce quasi incolume dalla sua monoposto, viene infatti
diagnosticata a Rubens solo una lieve contusione ad un braccio. Il sabato, la sorte è meno clemente.......Roland
Ratzenberger, giovanissimo pilota austriaco, perde l'ala anteriore,
precedentemente danneggiata da una uscita di pista, la sua monoposto
sta viaggiando a 300 Km/h, l'impatto è di una violenza
inaudita, per il giovane Roland, non c'è nulla da fare; alla
curva Villeneuve, si spegne in modo così irriverente la sua
promettente carriera.
Domenica un incidente al via tra la Lotus di Lamy e la Benetton di
Lehto, scaglia tra la folla pezzi di carbonio ed anche due gomme, il
bilancio sarà tuttavia accettabile "solo" un centinaio di
feriti.
Alle ore 14:17...... accade l'rreparbile: Senna conduce la gara al
volante della sua Williams, alla curva del Tamburello per motivi, non
ancora del tutto chiarirti, la sua monoposto non sterza, la vettura di
Senna continua a procedere diritto, il brasiliano tenta una disperata
frena.... ma a causa della brevissima via di fuga presente in quel
punto l'impatto è inevitabile.... la monoposto si schianta
contro il muro esterno, la violenza dell'urto provoca una sorta di
"rimbalzo", la Williams si ferma a bordo pista.
Il casco giallo di Ayrton si muove...... tutti credono che il campione
esca da un momento all'altro dall'abitacolo, di ciò che
resta, della vettura.... ma nulla. I soccorritori si avvicinano al
brasiliano... solo allora si comincia a comprendere la
gravità della situazione, una sospensione danneggiata
nell'impatto è riuscita a penetrare nel casco del pilota,
ovunque c'è sangue, Senna sembra essere ancora vivo, o
almeno, il suo cuore batte ancora.... i medici lo estraggono dalla
vettura, Ayrotn deve essere subito portato ad un efficiente pronto
soccorso.
Alle ore 18:40 dall'ospedale di Bologna giunge l'esposto ufficiale:
Ayrton Senna è deceduto
Il brasiliano perde, così, la sua gara più
importante, il mondo intero si ferma.... è morto un uomo
è nata una leggenda.
Ayrton umanamente era una persona speciale, nonostante la fama ed il
denaro era rimasto il ragazzo di sempre, semplice, disponibile ed
eccezionalmente generoso. Tutti, tutti si chiedono il
perchè??? Senna era il miglior pilota del mondo, cosa non ha
funzionato, perchè la sua monoposto non è
riuscita a sterzare, perchè proprio a lui??? il mondo della
F1 è paralizzato, un maledetto week-end ha rimesso tutto in
discussione, i piloti sono sufficientemente sicuri??
La morte di Senna è stato certamente uno
degli episodi più tristi che la F1 ricordi, ma allo stesso
tempo è stato necessario per far cambiare, sostanzialmente,
il modo di concepire la sicurezza. Forse il prezzo da pagare per
salvare altre vite era quello di perdere l'uomo più speciale
che sia mai salito su una monoposto.
Vorrei solo rammentare un ultimo particolare...... che seppur trapelato
a distanza di anni dall'evento mi ha colpito particolarmente: nella
monoposto di Senna è stata trovata una bandiera austriaca,
il brasiliano infatti una volta salito sul podio avrebbe voluto esporla
in ricordo del compagno Roland Ratzenberger deceduto,
neanchè ventiquttr'ore prima.......
Per onor di cronaca la gara si concluderà con la vittoria di
Schumacher.
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A Montecarlo, durante le prove del giovedì, si sfiora
nuovamente la tragedia, Windlinger, con la sua Sauber, finisce a 270
km/h contro le protezioni alla chicane del porto, il giovane austriaco
dopo qualche giorno in coma, si ristabilira ma sceglierà di
non salire mai su una F1.
Il giorno successivo i piloti si ritrovano per dare vita e vigore al
loro sindacato il Gpda che negli ultimi tempi stava assumendo in ruolo
in secondo piano.
In gara a dominare sarà Schumacher , il tedesco ottera la
sua quarta vittoria stagionale davanti a Brundle e Berger. |
Nella pausa
precedente al G.P. di Spagna i piloti si riuniscono nuovamente per
affrontare l'argomento "sicurezza" a questo proposito verranno prese
delle importanti decisioni che necessarie per rallentare le monoposto
ed aumentarne la stabilità.
A Barcellona, Schumacher otterra la pole, ma è Damon Hill a
vincere la gara davanti al tedesco e a Blundell. In Canada, Schumacher
torna a vincere davanti allo stesso Hill. In Francia, la Williams affianca a Hill un grande del passato Nigel
Mansell, che ottiene il secondo posto proprio alle spalle del compagno
di squadra. In Inghilterra, Damon Hill gioca in casa ed ottiene prima la pole, poi
la vittoria della gara davanti a Schumacher ed Alesì.
In Germania, è una Ferrari a salire sul gradino
più alto del podio: Berger ottiene la pole e in gara resta
in testa dal primo all'ultimo giro. È un G.P. movimentato:
al via una carambola mette fuori gioco dieci vetture, il direttore di
gara fa entrare la Safety Car, al 15° giro durante un pit-stop,
la Benetton di Verstappen va a fuoco, cinque meccanici si feriscono
leggermente, mentre il pilota si salverà grazie agli
estintori interni ed alla prontezza degli addetti. Dietro a Berger
saliranno sul podio Panis e Bernard con le due Ligier-Renault.
A Budapest, nel G.P. d'Ungheria, è ancora il sempre
più solo Schumacher a dominare.
In Belgio, Barrichello, abile a sfruttare le condizioni atmosferiche,
ottiene la pole con la sua Jordan, ma in gara è
Alesì a guidare la corsa; ma al terzo giro, quando il
francese gestiva un discreto gap nei confronti dei diretti inseguitori,
il suo motore Ferrari cede, ad approfittarne è ancora
Schumacher che si aggiudica la vittoria seguito da a Damon Hill. Subito
dopo la gara, però, il pilota tedesco sarà
squalificato: Nelle verifiche tecniche, infatti, è stata
trovata una irregolarità nel pattino di legno fissato sotto
il fondo piatto: è più sottile di circa 2 mm
rispetto ai limiti fissati dal regolamento. I dieci punti della
vittoria saranno quindi assegnati Damon Hill, giunto secondo..
Nel G.P. d'Italia, Alesì ottiene la pole con la sua Ferrari
ma in gara durante il pit-stop, il cambio tradisce il ferrarista la
vittoria andrà così a Hill suo diretto
inseguitore. Il pilota inglese si ripete nel successivo G.P. quello del
Portogallo, gli ultimi punti conquistati da Damon porteranno il pilota
Williams ad una sola lunghezza dalla testa della classifica mondiale
occupata da Schumacher.
Il G.P. d'Europa si corre a Jerez, ed è Schumacher ad
ottenere pole e vittoria davanti a Hill e Hakkinen. In Giappone, Hill
domina la gara, il G.P. si disputa sotto una pioggia incessante e Damon
vince davanti al Schumacher e ad Alesì. Si giunge
così all'ultima gara della stagione, gara decisiva per
l'assegnazione del titolo mondiale.
L'ultima gara in programma è ad Adelaide: Mansell ottiene la
pole ma in gara è Schumacher ad andare in testa seguito a
ruota da Hill, tra i due inizia un duello che si concluderà
al 36° giro, quando Schumacher uscito male da una curva
sbatterà contro il muretto esterno Hill, che lo seguiva da
molto vicino non riesce ad evitarlo, l'impatto mette fuori gioco il
tedesco, mentre Hill tenta di proseguire, ma giunto ai box, i meccanici
rendendosi conto della precarietà della sospensione
accidentata obbligano il pilota inglese al ritiro.
Il tedesco della Benetton si aggiudica così il mondiale e
diventa il primo campione del mondo tedesco.
E' indubbio che se Senna non fosse incorso in quel terribile incidente
Schumacher avrebbe dovuto gestire una situazione, certamente
più complessa, di quella reale. |
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Benetton B195 - Michael SCHUMACHER
Il campionato mondiale di Formula 1 1995
organizzato dalla FIA è stata, nella storia della categoria, la
46ª stagione ad assegnare il Campionato Piloti, vinto da Michael
Schumacher alla guida della Benetton per la seconda volta in carriera,
e la 38ª stagione ad assegnare il Campionato Costruttori, vinto
per la prima ed unica volta dalla Benetton.
Il campionato ebbe inizio il 26 marzo per terminare, dopo
diciassette Gran Premi, il 12 novembre, uno in più dell'anno precedente.
Era dal 1984
che il numero dei Gran Premi era rimasto fisso a sedici e pertanto
quella del 1995 si rivelò la stagione più lunga della storia fino a quel
momento, al pari di quella del 1977, primato superato nel 2004.
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- 1995 -
Calendario
Le
gare previste per la stagione salirono da 16 a 17 con il ritorno in
calendario del Gran Premio d'Argentina, sul Circuito di Buenos Aires
dopo 14 anni di assenza.
Il Gran Premio d'Europa si spostò da Jerez de la Frontera al
Nürburgring, sul quale vi si era già disputata l'edizione
del 1984.
Il Gran Premio del Pacifico era inizialmente previsto come terza tappa
del mondiale ma, in seguito al Terremoto di Kobe,
avvenuto il 17 Gennaio 1995, si decise di posticiparlo in fondo al
campionato, una settimana prima dell'altra gara giapponese a Suzuka. Il
Gran Premio d'Australia si disputò per l'ultima volta sul
tracciato cittadino di Adelaide.
Scuderie
La
Larrousse, motorizzata Ford, abbandona la Formula 1 al termine del
1994: al suo posto debutta nella massima serie la Forti Corse, che
conferma la fornitura dei motori da parte della Ford. Nel corso della
stagione la Simtek motorizzata Ford, tristemente protagonista la
stagione precedente a causa dell'incidente mortale di Roland
Ratzenberger, abbandona la Formula 1 nel corso del campionato a causa
della mancanza di fondi.
Infine,
al termine di un campionato 1994 caratterizzato da gravose
difficoltà economiche, ripetuti cambi di piloti e senza siglare
nemmeno un punto iridato, anche la Lotus abbandona il Circus. La casa
fondata da Colin Chapman esce dalla Formula 1 dopo 36 anni di
attività nella categoria, restando costante foriera di
innovazioni tecniche e annoverando nel proprio palmarès 79 gran
premi vinti e 13 titoli mondiali, di cui sette piloti e sei nei
costruttori. Tra le sue fila hanno corso alcuni tra i piloti più
importanti della storia di questo sport, tra i quali Jim Clark, Graham
Hill e Ronnie Peterson, e fu piattaforma di lancio per altri grandi che
colsero i loro maggiori successi con altre scuderie, come Ayrton Senna
e Nigel Mansell. Con la Lotus, se ne va un pezzo importante della
storia della Formula 1; solo nel 2010 si assiste a un ritorno del
marchio, in dotazione ad un team completamente diverso. A causa di
alcune dispute legali, il team Lotus nato nel 2010 diventerà la Caterham a partire dal 2012, mentre allo stesso tempo un nuovo team Lotus prenderà il posto della Renault.
Piloti
Mika
Salo passa alla Tyrrell, motorizzata dai dieci cilindri della Yamaha,
lasciando la Lotus. Mark Blundell si trasferisce alla McLaren
motorizzata per la prima volta dai dieci cilindri della Mercedes-Benz.
Luca Badoer torna a correre con la Minardi, che si accorda con la Ford.
Andrea Montermini rientra in Formula 1 con la Pacific motorizzata dagli
otto cilindri della Ford dove disputò per l'ultima volta il
campionato. Roberto Moreno torna a gareggiare in Formula 1 con la
debuttante Forti; Pedro Paulo Diniz debutta con la Forti. Jos
Verstappen passa alla Simtek motorizzata dagli otto cilindri della Ford
dove disputò per l'ultima volta il campionato. Aguri Suzuki va
ad affiancare Olivier Panis alla Ligier, che impiega per la prima volta
dai dieci cilindri della Mugen Motorsports; il pilota nipponico si
alterna al volante con Martin Brundle. Karl Wendlinger ritorna in
Formula 1 con la Sauber motorizzata per la prima volta dagli otto
cilindri della Ford. Taki Inoue partecipa per la prima volta ad un
intero campionato di Formula 1 (dopo aver esordito nella stagione
precedente con la Simtek, correndo un'unica gara), con la Footwork
motorizzata per la prima volta dagli otto cilindri della Hart.
Nigel
Mansell disputa alcune gare in McLaren-Mercedes al posto di Mark
Blundell, Jean-Christophe Boullion sostituisce Wendlinger a metà
stagione in Sauber-Ford, Max Papis debutta in Formula 1 con la
Footwork-Hart sostituendo Gianni Morbidelli per alcune gare, Pedro Lamy
sostituisce Pierluigi Martini in Minardi-Ford a partire dal Gran Premio
d'Ungheria, Gabriele Tarquini sostituisce Ukyo Katayama in
Tyrrell-Yamaha nel Gran Premio d'Europa, Giovanni Lavaggi e Jean-Denis
Délétraz sostituiscono Bertrand Gachot in Pacific-Ford,
Jan Magnussen sostituisce Häkkinen in McLaren-Mercedes al Gran
Premio del Pacifico.
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Germania
(Hürth-Hermülheim)
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il
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03 Gen
1969 |
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Dal - al :
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1991 - 2012
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G.P. iniziati
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308 |
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Vittorie
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91 |
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Podio :
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64 |
Pole -
Positions |
68 |
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Prima fila
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111 |
Giri veloci
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77 |
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Mondiali
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1994
- 1995 - 2000
- 2001 -
2002 -
2003 -
2004 |
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1995 - Schumacher concede il bis
Nel 1995, la F1 è più sicura
sopratutto grazie al "sacrificio" di Senna, il regolamento
prevede,infatti, propulsori meno spinti e alimentati da benzine
commerciali; abitacoli più resistenti, infatti questi devono
superare crash-test di gran lunga più severi e monoposto
più pesanti.
Il mondiale inizia con la gara del Brasile: La vittoria
andrà a Schumacher davanti a Coulthard e Berger, ma dopo
qualche ora la federazione squalificherà sia Schumacher che
Coulthard poiché la benzina utlizzata dalle loro monoposto
non è stata trovato conforme ai nuovi regolamenti.
La vittoria passerà quindi a Berger; dopo qualche mese, in
appello, verrà, comunque, ristabilito l'ordine di arrivo con
Schumacher primo, Coulthard secondo e Berger terzo; ma l'assoluzione
non sarà completa, infatti verranno assegnati i punti solo
ai piloti, per i team la squalifica resta confermata.
Il 9 aprile si corre in Argentina e David Coulthard ottiene la sua
prima pole; in gara Alesì fa sognare i ferraristi per sette
giri guidando la corsa ma alla fine giungerà secondo dietro
Hill e davanti al consueto Schumacher.
Il G.P. successivo si corre a Imola, il tracciato ha subito radicali
modifiche a seguito dell'incidente di Senna; Schumacher ottiene la pole
mentre al suo fianco si piazzerà il ferrarista, Berger. In
gara Berger occupa la prima posizione, ma durante il pit-stop si spegne
il motore della sua Ferrari, i secondi persi consentono sia ad Hill che
ad Alesì di sopravanzare il pilota austriaco.
Sarà Hill a tagliare per primo il traguardo,
conquistarà così la leadership della classifica
mondiale piloti.
Schumacher, dopo appena quindici giorni, sopravanza nuovamente il
pilota Williams, imponendosi sia nel G.P. di Spagna che in quello di
Montecarlo
L'11 giugno è la volta del G.P. del Canada e sul gradino
più alto del podio tornerà a salire una
ferrarista , si tratta di Jean Alesì che a dodici giri dalla
fine approfitta, di un problema tecnico accorso alla monoposto di
Schumacher, per portarsi al comando e vincere il suo primo ed unico
G.P. al volante di una "rossa", finalmente un successo dopo tanti
svaniti.
In Francia, si torna alla routine, a vincere è ancora
Schumacher davanti a Hill e Coulthard. Nel G.P. d'Inghilterra, a vincere è l'altro pilota Benetton
Johnny Herbert, l'inglese si impone dopo che Schumacher, leader sino a
quel momento, esce di pista nel tentativo di proteggersi da un sorpasso
di Hill .
In Germania, Hill ottiene la pole, ma sbaglia ed esce fuori pista al
primo giro; Schumacher ha così via libera per l'ennesimo
trionfo, seguono Coulthard e Berger..
In Ungheria la vittoria è di Hill, davanti a Coulthard,
terzo posto per Berger.
Prima del G.P. del Belgio, i vari team sono in fermento, tentano di
accaparrarsi i migliori piloti per la stagione successiva, a fare il
"colpaccio" è la Ferrari che lascia Alesì e
Berger e ingaggia il miglior pilota in circolazione, con un lucroso
contratto Micheal Schumacher approderà alla prossima
stagione, in Ferrari. Come seconda guida il team si assicura i servizi
di Irvine.
In casa Williams, invece, si attende un giovanissimo pilota che sta,
letteralmente, dominando il campionato cart negli Stati Uniti, si
tratta di Jacques Villeneuve, figlio di quel Gill che fece tanto
impazzire i ferraristi, negli anni ottanta. |
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In Belgio, le due Ferrari si piazzano in prima
fila, ma in gara a causa delle variabili condizioni atmosferiche,
Schumacher partito dal 16° posto, è protagonista di
un'entusiasmante rimonta che permetterà al tedesco di
tagliare per primo la bandiera a scacchi. Durante la gara si sfiora
l'ennesimo dramma: ai box la Jordan di Irvine prende fuoco: i
soccorritori sono rapidissimi, il tutto si risolverà,
fortunatamente, senza alcuna consegueza.
In Italia, a Monza, è Coulthard a partire dalla pole ma esce
già nel giro di ricognizione; al comando passa Schumacher,
ma il tedesco è tallonato dall'altro pilota Williams: Hill,
l'inglese avvicina Micheal ma non è nelle condizioni di
tentare il sorpasso, al 24° giro Damon, tenta, ancora, di
sopravanzare il leader della gara, ma il goffo sorpasso si trasforma in
un brusco tamponamento, entrambi sono costretti al ritiro. Al comando
passano le due Ferrari, tutti confidano in una "nostalgica" doppietta
rossa, ma prima Berger e poi Alesì, a causa del grippaggio
di un cuscinetto, escono di scena lasciando la vittoria a Herbert;
seguito da Hakkinen e Frentzen.
In Portogallo è la Williams "sbagliata" a imporsi, infatti,
è Coulthard ad aggiudicarsi la prima gara della sua
carriera, vincendo davanti a Schumacher e Hill. Nel G.P. d'Europa, dopo il ritiro di Damon Hill, si accende un
entusiasmante duello tra Schumacher ed Alesì, lo scontro tra
i due rappresenta, per i ferraristi, lo scontro tra due differenti
realtà, il passato "rosso" di Jean di fronte al futuro
"rosso" di Schumacher.... a spuntarla sarà il tedesco.... |
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Nel G.P. del Pacifico, Coulthard parte nuovamente dalla pole e vi
rimane per buona parte della gara finchè Schumacher, dopo
aver superato egregiamente Hill e Alesì, raggiunge lo
scozzese gli strappa il comando della gara.
Con due GP di anticipo sulla fine della stagione Micheal Schumacher si
aggiudica, per la seconda volta, al volante della sorprendente Benetton
il titolo di campione del mondo. Il circus identifica in questo giovane
pilota, il degno erede del grande Senna.
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Nel G.P. del Pacifico, Coulthard parte nuovamente dalla pole e vi
rimane per buona parte della gara finchè Schumacher, dopo
aver superato egregiamente Hill e Alesì, raggiunge lo
scozzese gli strappa il comando della gara.
Con due GP di anticipo sulla fine della stagione Micheal Schumacher si
aggiudica, per la seconda volta, al volante della sorprendente Benetton
il titolo di campione del mondo. Il circus identifica in questo giovane
pilota, il degno erede del grande Senna.
In Giappone, Schumacher mette a punto un'altra vittoria davanti a
Hakkinen ed Herbert, con i 14 punti conquistati sul circuito di Suzuka
la Benetton si aggiudica il campionato costruttori.
L'ultimo G.P. della stagione, si corre in Australia ad Adelaide:
Durante le prove del venerdì, Hakkinen, il finlandese
targato Mclaren, si schianta contro i muretti che circondano il
circuito, la causa dell'incidente è da imputare ad un
afflosciamento improvviso del pneumatico posteriore sinistro. L'impatto
è violento, il pilota perde i sensi all'interno
dell'abitacolo, i soccorsi sono fulminei, Mika viene ricoverato nel
reparto di terapia intensiva del Royal Hospital, le sue condizioni sono
gravi, il finlandese è in coma...
il mondo della F1 si ferma nuovamente, nessuno ha dimenticato quel
primo maggio di un anno fa.....
Dopo tre giorni, trascorsi in bilico tra la vita e la morte Mika... ce
la fa!! il finlandese dopo 72 ore di incoscienza torna a riaprire gli
occhi, Mika ha ancora molto da fare........
La gara, per la cronaca, verra dominata da Hill.
CURIOSITA' - Monaco e Ungheria 1995: due
incidenti assolutamente anomali videro protagonista, tra Montecarlo e
l'Hungaroring, Takachiho Inoue. Sulle strade cittadine del principato,
sabato tra le due sessioni di prove libere la Safety Car guidata
dall'ex rallista Jean Ragnotti tamponò la Footwork del
giapponese che era al traino. Il pilota, singolarmente, era all'interno
della monoposto e aveva le cinture di sicurezza già
slacciate. Per sua fortuna aveva ancora il casco, perchè
venne sbalzato fuori fuori dalla monoposto e perse i sensi. I medici
non gli consentirono di partecipare alle qualificazioni. Bastava e
avanzava come pilota-Paperino eppure meno di tre mesi più
tardi, in Ungheria, Inoue dopo un innocuo ritiro per rottura del
motore, accostò a bordo pista e corse a munirsi di un
estintore per spegnere il principio d'incendio sulla sua macchina: fu
investito in pieno, sia pure a bassa velocità, dalla
macchina dei commissari intervenuti per spostare la Footwork. Nessun
danno al pilota giapponese. E le immagini di quell'incidente ancora
circolano in Internet (video che noi abbiamo sulla sezione apposita).
- Monaco e Ungheria 1995: due
incidenti assolutamente anomali videro protagonista, tra Montecarlo e
l'Hungaroring, Takachiho Inoue. Sulle strade cittadine del principato,
sabato tra le due sessioni di prove libere la Safety Car guidata
dall'ex rallista Jean Ragnotti tamponò la Footwork del
giapponese che era al traino. Il pilota, singolarmente, era all'interno
della monoposto e aveva le cinture di sicurezza già
slacciate. Per sua fortuna aveva ancora il casco, perchè
venne sbalzato fuori fuori dalla monoposto e perse i sensi. I medici
non gli consentirono di partecipare alle qualificazioni. Bastava e
avanzava come pilota-Paperino eppure meno di tre mesi più
tardi, in Ungheria, Inoue dopo un innocuo ritiro per rottura del
motore, accostò a bordo pista e corse a munirsi di un
estintore per spegnere il principio d'incendio sulla sua macchina: fu
investito in pieno, sia pure a bassa velocità, dalla
macchina dei commissari intervenuti per spostare la Footwork. Nessun
danno al pilota giapponese. E le immagini di quell'incidente ancora
circolano in Internet (video che noi abbiamo sulla sezione apposita).
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- 1996 -
Il calendario
Le
gare previste per la stagione 1996 scesero da 17 a 16 con l'uscita di
scena del Gran Premio del Pacifico. Il Gran Premio d'Australia
abbandonò il vecchio Circuito di Adelaide e si trasferì
sul nuovo autodromo di Albert Park a Melbourne diventando la gara
inaugurale del campionato, dopo che per 11 anni ne era stata invece la
tappa finale.
Il Gran Premio d'Europa venne anticipato a fine Aprile come quarto
appuntamento, mentre, per la prima volta dal 1977 fu il Gran Premio del
Giappone a ricoprire il ruolo di gara conclusiva della stagione.
Scuderie e piloti
Con il ritiro della Pacific, le squadre partecipanti al campionato scesero a 11.
La
Ferrari ingaggiò come prima guida il tedesco Michael Schumacher,
reduce dai due titoli mondiali vinti con la Benetton; al suo fianco fu
chiamato il nordirlandese Eddie Irvine proveniente dalla Jordan che a
sua volta confermò Rubens Barrichello a cui fu affiancato il
veterano Martin Brundle.
Jean
Alesi e Gerhard Berger lasciarono la Scuderia di Maranello per
trasferirsi in coppia alla Benetton, dopo che anche Johnny Herbert
aveva lasciato il team di Enstone per passare alla Sauber accanto ad Heinz-Harald Frentzen; la Williams
confermò Damon Hill e ingaggiò, come secondo pilota, un
altro figlio d'arte, ovvero il canadese Jacques Villeneuve figlio del
defunto Gilles. A sua volta David Coulthard passò alla McLaren
dove raggiunse il finlandese Mika Häkkinen col quale farà
coppia fissa per ben 6 stagioni consecutive.
Alla
Ligier, accanto al riconfermato Olivier Panis, arrivò il
brasiliano Pedro Paulo Diniz proveniente dalla Forti: la scuderia di
Alessandria decise così di schierare una formazione tutta
italiana (ultimo caso nella storia della F1) composta da Luca Badoer e
Andrea Montermini; anche la Footwork operò un cambio della
guardia completo affidandosi a Jos Verstappen e all'esordiente Ricardo
Rosset. La Tyrrell confermò Mika Salo e Ukyo Katayama ed infine
la Minardi assunse in pianta stabile Pedro Lamy, accanto a cui fece
debuttare Giancarlo Fisichella.
Durante la stagione
Nel
corso del campionato avvennero solo 2 cambi di sedile, entrambi alla
Minardi: Fisichella cedette infatti il posto al brasiliano Tarso
Marques nei GP del Brasile e di Argentina e poi all'italiano Giovanni
Lavaggi a partire dal GP di Germania.
Accordi e fornitori
Tutte le scuderie mantennero le stesse motorizzazioni del 1995
e l'unica novità significativa fu l'adozione, da parte della
Ferrari, del nuovo motore V10 che sostituì lo storico V12.
La Jordan firmò un importante accordo di sponsorizzazione con la Benson & Hedges
che conferí alle vetture una nuova livrea interamente giallo ocra, poi
modificata in un giallo-oro a partire dal GP di Monaco; analogamente le
Footwork, dopo aver corso le prime tre gare coi vecchi colori (bianco,
rosa e blu) si tinsero completamente di rosso grazie al nuovo sponsor Power Horse;
a sua volta la Sauber iniziò la collaborazione con la compagnia
malese Petronas assumendo così una vivace livrea blu e verde
acqua, arricchita dal logo giallorosso della Red Bull.
La Gauloises subentrò alla Gitanes come main sponsor
della Ligier che mantenne quindi la sua tradizionale colorazione di
base blu, ma con le fiancate bianche per via del marchio Parmalat
portato in dote da Diniz.
La
Minardi, invece di schierare una nuova monoposto ufficiale, scelse di
utilizzare una versione aggiornata della vettura dell'anno prima.
La Forti dal canto suo, dopo aver disputato le prime cinque corse con
una versione aggiornata della vecchia FG01, schierò direttamente la nuova FG03; poco prima del GP di Spagna poi il team piemontese cedette il 51% delle sue quote al gruppo Shannon Racing e le monoposto adottarono i nuovi colori bianco e verde in luogo del precedente giallo.
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il : |
17 Set 1960 |
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Dal - al :
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1992 - 1999
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Presenze
:
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122 |
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Vittorie : |
22 |
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Podio
:
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42 |
Pole - Positions : |
20 |
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Prima fila : |
47 |
Giri veloci : |
19 |
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Mondiali : |
1996 |
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1996 - Dopo Graham ora tocca a
Demon!
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Figlio d'arte, anche suo padre Graham Hill è stato Campione del Mondo di Formula 1.
Dopo aver iniziato la sua carriera nel motociclismo, vincendo
anche un'importante gara a Brands Hatch nel 1983, Demon Hill
passò poi all'automobilismo, facendo una lunga gavetta nelle
formule minori e debuttando in Formula 1 a trentuno anni, nel 1992. |
La stagione 1996 si apre con la gara in Australia
che non si disputa più ad Adelaide, dove l'anno prima
Hakkinen aveva rischiato la vita, ma a Melbourne ed è subito
Jacque Villeneuve, ad ottenere la pole alla sua prima gara in F1. Il
canadese può persino vincere infatti domina la gara fino al
53° giro, a cinque giri dal temine, quando una perdita d'olio
lo costringe a rallentare e a cedere la posizione al suo compagno di
squadra che si aggiudicherà la gara. Dietro la coppia
Williams salirà sul podio il neo ferrarista Eddie Irvine.
La seconda gara della stagione è in programma in Brasile;
qui le condizioni meteorologiche variabili favoriscono l'ex-ferrarista
Alesi che giunge secondo con la sua Benetton alle spalle di Hill,
l'inglese sale ancora sul gradino più alto del podio
"favorito" da da un errore del suo compagno di squadra, incappato in un
fuori pista quanto era al comando della gara.
Schumacher giungerà terzo ma il divario tecnico che separa
la sua "goffa" ferrari dalla velocissima Williams, targata Newey,
è praticamente abissale!! Hill completa il tris di vittorie giungendo primo in Argentina,
precedendo Villeneuve e Alesi. Nel G.P. d'Europa, che si corre al Nurburgring, Damon ottiene la pole
ma è autore di una pessima partenza che lo retrocede di
qualche posizione, a tutto vantaggio del suo compagno di scuderia che
vola verso la testa della gara. Il canadese si piazza al comando della
gara e vi rimarrà sino alla bandiera a scacchi ottenendo,
così, la sua prima vittoria in F1.... Jacques è
sorprendente, veloce e preciso, pur non avendo uno stile di guida
simile a quello del padre, impressiona molto per la sua tenacia e
determinazione.
Ad Imola in pole c'è Schumacher, questa volta, con la
Ferrari il tedesco sbaglia però la partenza e ne approfitta
subito Coulthard che si porta al comando della corsa finchè,
tradito dal cambio, è costretto al ritiro, cede
così la leadership della gara a Hill che si aggiudica il GP
davanti a Schumacher e Berger. |
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Damon Hill - Williams FW18 - Renault RS8 3.0 V10 - Monaco F1 Grand Prix 1996 |
A Montecarlo è nuovamente
Scumacher a partire dalla pole ma la sua gara dura solo 40 secondi
poiché il tedesco sbaglia traiettoria e sale su un cordolo
fradicio d'acqua la conseguente incotrollabilità della
monoposto lo indirizza verso il muretto tra la curva Loews e la curva
Portier, l'impatto è inevitabile, la sospensione
è andata.... per la rossa è l'ennesimo ritiro. Il ferrarista non è l'unico a sbagliare
ansi a concludere prima la loro gara sono: Hill costretto al ritiro a
causa del motore, Villeneuve coinvolto in un incidente al via; e molti
molti altri.... la vittoria andrà Olivier Panis che con la
Ligier precede Coluthard e Herbert. |
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La gara successiva si corre in Spagna sul circuito di Barcellona: la
pole è di Villeneuve, ma il giorno della gara piove a
dirotto..... Schumacher, irraggiungibile sul bagnato, dopo una brutta
partenza, si impone: recupera posizioni su posizioni e guadagna la
testa della gara, resterà primo sino alla bandiera a
scacchi. E' la prima vittoria della Ferrari nella stagione 1996, a
trionfare però non sono state le prestazioni della
monoposto, bensì l'abilità di un pilota che in
quelle circostanze è riusicto a fare la differenza.....
Schumacher sul podio, non a caso, precede un altro re del bagnato
cioè Alesi al volante di una Benetton in netta crisi
tecnologica. La Williams ottiene i 4 punti del terzo posto con
Villeneuve. |
Inizia l'era di Schumacher -Ferrari
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Si passa al GP del Canada, Hill firma un'altra vittoria davanti al
compagno di squadra Villeneuve; Schumacher è costretto al
ritiro. Il copione si ripete in Francia dove Hill giunge primo,
Villeneuve secondo, Alesi, terzo e Berger quarto, la Renault piazza
così quattro dei suoi motori nelle prime quattro posizioni,
un buon risultato nella gara di casa.
In Inghilterra è Villeneuve a tagliare il traguardo per
primo mentre Hill, nel G.P. di casa, è costretto al ritiro;
dietro il canadese giungeranno Hakkinen, ormai ripresosi completamente
dall'incidente e Berger. Quando mancano sei gare al termine del
mondiale, la classifica vede primo Hill con 15 punti in più
rispetto al suo compagno di squadra. In Germania è
nuovamente Hill ad ottenere la pole ma sbaglia la partenza e viene
superato da Beger che giuda la gara fino a tre giri dal termine, quando
un problema al motore della sua Benetton, lo costringe a rallentare e
cedere la posizione a Hill che vince la gara davanti all'austriaco,
Villeneuve giungerà, invece, terzo. In Ungheria,
però, è il canadese a spuntarla aggiudicandosi la
gara davanti al suo compagno di scuderia; la Williams con i 16 punti
così ottenuti vince il titolo mondiale costruttori. In
Belgio Villeneuve ottiene la pole ma, nella pista preferita di
Schumacher, il tedesco riesce a fare la differenza raggiunge il comando
della gara a 11 giri dalla fine e ci resta fino alla bandiera a
scacchi, il ferrarista si impone davanti a Villeneuve. E' il momento del G.P. d'Italia: Damon Hlill ottiene la pole davanti a
Villeneue; in gara i due della Williams finiscono fuori pista e al
comando passa Alesi, seguito da Schumacher, il tedesco grazie ad un
rapidissimo pit-stop, riesce a superare ai box il pilota francese e ad
aggiudicarsi la gara. Durante il week-end italiano la Williams annuncia
che nella stagione 1997 al posto di Hill è stato ingaggiato
Heinz Harald Frentzen mentre Hill passerà in forza alla
Arrows
In Portogallo Hill ottiene la pole, ma in gara il protagonista
è Villneuve che partito male sprofonda dalla seconda alla
quarta posizione ma rimonta benissimo, al 16° giro sorpassa con
una stupenda manovra Schmacher:
Villeneuve affianca la Ferrari del tedesco all'esterno nella curva
prima del traguardo, in una zona dove si viaggia a 220 km\h e in cui
l'accelerazione laterale rischia di spezzarti il collo, il canadese
tiene giù il piede e supera Michael. Nei giri successivi
riesce a superare Alesi e Hill finendo così al primo posto.
Quando manca una sola gara al termine della stagione,il gap che divide
Villenuve dalla leadership di Hill è di 9 punti.
GP di Suzuka. Villeneuve ottiene la pole ma al via l'ennesima brutta
partenza lo fa scivolare al sesto posto, mentre è in
rimonta, dopo il pit-stop, la ruota posteriore sinistra vola via dalla
sua monoposto il ritiro è immediato. A salire sul gradino più alto del podio è ancora
Hill che diventa per la prima volta campione del mondo, dopo i due
titoli vinti da papà Graham.
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Williams FW18
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La
FW18 era un'evoluzione della FW17B adattata ai nuovi regolamenti FIA.
All'inizio del 1995 Adrian Newey creò una vettura
dall'aerodinamica eccezionale, superiore alla Ferrari così come
alla Benetton,
ma per cause non imputabili alle qualità della monoposto la vittoria in
campionato non fu appannaggio della scuderia inglese, nonostante
l'evidente superiorità tecnica.
Assieme all'eccezionale progetto si aggiungeva il motore che era, come
da molti anni, un Renault V10 in grado di sviluppare oltre 700 cavalli.
Per
il 1996 fu quindi sufficiente partire dalla vettura dell'anno
precedente. Nacque una monoposto già testata per la sua potenza
ed efficacia ma migliorata e aggiornata per i nuovi regolamenti;
principale novità sono le protezioni a lato dell'abitacolo, rese
obbligatorie per proteggere maggiormente la testa del pilota in caso di
urto laterale, le pance laterali più alte e un'ala posteriore
che si collega con gli scivoli posti davanti alle ruote posteriori.
Esteticamente scompare lo sponsor Segafredo, presente nel 1994 sotto
l'abitacolo e nel 1995 sulle bandelle laterali delle ali, venendo
sostituito dallo sponsor Elf sull'ala posteriore e Sonax su quella anteriore.
La vettura lasciò le briciole agli avversari, tanto da contare
ben 12 vittorie su 16 gare, vincendo senza problemi il campionato
costruttori e quello piloti con Damon Hill.
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Williams FW19 - Jacques VILLENEUVE
Il campionato mondiale di Formula 1 1997
organizzato dalla FIA è stata, nella storia della categoria, la
48ª stagione ad assegnare il Campionato Piloti, vinto da Jacques
Villeneuve su Williams, e la 40ª ad assegnare il Campionato
Costruttori, vinto dalla Williams.
È
iniziata il 9 marzo ed è terminata il 26 ottobre, dopo 17 gare.
La stagione è stata contrassegnata dal lungo duello tra Michael
Schumacher e Jacques Villeneuve, conclusosi con la vittoria del
canadese e la squalifica del tedesco a causa di una manovra commessa
all'ultimo gran premio a Jerez de la Frontera.
Con questa vittoria nel Mondiale Costruttori, la Williams
conquista il record di 9 affermazioni superando la Ferrari ferma a 8, e
allungando su McLaren e Lotus ferme a 7, nonostante la loro
partecipazione al Campionato da molti più anni rispetto alla scuderia di
Grove (La Lotus nel frattempo aveva chiuso i battenti nel 1994).
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- 1997 -
Scuderie
- Alain Prost acquista la Ligier, che prende ora il nome di Prost Grand Prix.
- Debutta in Formula 1 la Stewart con l'appoggio motoristico della Ford, adottando una livrea interamente bianca.
- Riappare nel circus, anche se per un solo Gran Premio, la Lola, appoggiata dallo sponsor MasterCard, impiegando i motori V8 Cosworth.
- La
Arrows, dopo sei stagioni disputate come Footwork, torna a correre con
il proprio nome in Formula 1; la scuderia di Leafield passa ai motori
V10 Yamaha e, in seguito all'arrivo dei nuovi sponsor, adotta una nuova livrea blu e bianca.
- La Sauber stringe un accordo con la Ferrari per la fornitura dei motori V10 di Maranello, che vengono ribattezzati Petronas per ragioni di sponsorizzazione.
- La Minardi viene spinta dai motori Hart V8.
- La Tyrrell, persi i propulsori Yamaha, si affida ai V8 Cosworth.
Piloti
- La Ferrari, la McLaren e la Benetton confermano i propri piloti.
- Damon
Hill, fresco vincitore del campionato, abbandona la Williams per la
Arrows; al fianco del campione inglese arriva il brasiliano Pedro Paulo
Diniz che porta in dote i suoi munifici sponsor.
- Contestualmente
Heinz-Harald Frentzen passa alla Williams per sostituire Hill a fianco
di Jacques Villeneuve, promosso a prima guida sel team.
- La Jordan schiera una formazione completamente nuova, composta da Giancarlo Fisichella e dall'esordiente Ralf Schumacher.
- Shinji Nakano esordisce in F1 al volante della Prost, in quanto voluto dal motorista Mugen Honda.
- Nicola Larini torna a correre come titolare venendo assunto dalla Sauber a fianco del riconfermato Johnny Herbert.
- Anche la Minardi cambia completamente la sua squadra ingaggiando Ukyo Katayama e il debuttante Jarno Trulli.
- Jos Verstappen va ad affiancare Mika Salo alla Tyrrell.
- La
nuova Stewart si affida a Rubens Barrichello e al danese Jan Magnussen,
che aveva già corso il solo GP del Pacifico 1995 con la McLaren.
- Infine, Vincenzo Sospiri viene ingaggiato dalla neonata Lola così come Ricardo Rosset.
Durante la stagione
- Poco
prima del GP di Francia Jarno Trulli, messosi in luce alla guida della
Minardi, viene ingaggiato dalla Prost dove sostituisce per sette gare
l'infortunato Olivier Panis.
- L'austriaco
Alexander Wurz debutta in F1 nel GP del Canada con la Benetton
sostituendo per tre gare Gerhard Berger, assente prima per problemi di
salute e poi per la morte del padre.
- Alla
Sauber Nicola Larini lascia il posto a Gianni Morbidelli a partire dal
GP di Spagna, ma a sua volta viene sostituito da Norberto Fontana prima
nei GP di Francia, Gran Bretagna e Germania e poi nell'appuntamento
finale a Jerez, in entrambi i casi in seguito a infortunio del pilota
pesarese. Fontana é il primo pilota Albiceleste a gareggiare in F1 dopo Oscar Larrauri al Gran Premio d'Australia 1988
- Tarso
Marques gareggia con la Minardi al posto di Jarno Trulli a partire dal
GP di Francia, quando l'abruzzese si trasferisce alla Prost.
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Anagrafica
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Attività in F.1
|
Nato il : |
09 Apr 1971 |
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Dal - al :
|
1996 - 2006
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Presenze
:
|
165 |
|
Vittorie : |
11 |
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Podio
:
|
12 |
Pole - Positions : |
13 |
|
Prima fila : |
23 |
Giri veloci : |
9 |
|
Mondiali : |
1997 |
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1997 - Jacques fa meglio di
papà Gilles!!
Nel 1997 avviene il debutto di due nuove scuderie
legate a campioni del passato, stiamo parlando della Stewart del tre
volte campione del mondo Jacky Stewart e della Prost del quattro volte
campione del mondo Alain Prost. Per quanto riguarda i piloti, in casa
Jordan fa il suo debutto il fratello minore di Schumacher, Ralf; mentre
come pilota italiano, inizia la sua carriera in F1 Jarno Trulli. Nel
campionato '97 si aggiunge alla Goodyear, per la fornitura di
pneumatici, la giapponese Bridgestone.
La McLaren si presenta sotto un altro aspetto, ottenuti i motori
Mecedes, la monoposto perde la tradizionale tinta bianco-rossa del suo
ex sponsor, Marlboro e assume una livrea grigio argento, colore
ufficiale della casa motoristica di Stoccarda.
Il mondiale inizia il 9 marzo in Australia a dominare è la
nuova McLaren: Villeneuve con la Williams ottiene la pole, ma in gara
è costretto al ritiro per un impatto causato da una manovra
azzardata di Irvine, al comando passa, così, Coulthrad che
vi rimane sino alla bandiera a scacchi; alle spalle dello scozzese
giungono, nell'ordine, M. Schumacher e Hakkinen. Pessimo l'esordio di
Frentzen in casa Williams, il tedesco è costretto al ritiro
a causa della rottura dei freni. In Brasile Villeneuve parte in pole ma al via M. Schumacher lo
sopravanza, alla prima curva lo stesso canadese è autore di
un'escursione fuori pista, inevitabile a causa della monoposto di
Barrichello bloccatasi nel bel mezzo della pista, la partenza viene
ripetuta. Nella seconda partenza, Villeneuve stenta nuovamente, ma
questa volta limita i danni perdendo solo qualche posizione, alla fine
del primo giro è già al comando della gara e ci
resterà fino in fondo. Sul podio salgono anche Berger e
Panis. |
In Argentina, è ancora Villeneuve ad ottenere la pole
portando a 100 le pole ottenute dalla Williams: Al via Villeneuve va in
fuga, Schumacher è invece costretto ad uscire alla prima
curva a causa di un contatto con Panis e Barrichello; l'altra Ferrari,
quella di Irvine, si piazza alle spalle di Villeneuve pur non
preoccupando il canadese, la gara dell pilota irlandese, criticato a
causa della poca competitività, è ineccepibile,
Eddie riesece a mantenere il passo di Jacques, concluderà la
gara al secondo posto e porterà punti preziosi al suo tem.
Al terzo posto giunge Ralf Schumacher, che per la prima volta sale sul
podio. A Imola, Villeneuve ottiene la quarta pole
consecutiva in quattro gare, in gara, è però
costretto al ritiro a causa del cedimento del cambio, al comando
passerà l'altra Williams, quella di Frentzen, che si
aggiudichera il suo primo G.P.; alle spalle del tedesco giungeranno
M.Schumacher e Irvine. A Montecarlo è Frentzen a partire per primo, mentre
Villeneuve ottiene solo il quarto tempo alle spalle di M. Schumacher e
di un sorprendente Fisichella. Poco prima della gara inizia a piovere,
tutti decidono di montare gomme intermedie, mentre i piloti Williams
mantengono le gomme da asciutto, la scelta si rivelerà
essere decisamente sbagliata: i due piloti entrano subito in crisi, ad
approfittarne è M. Schumacher che supera Frentzen e si porta
al comando della gara, il ferrarista manterrà la leadership
della gara sino alla bandiera a scacchi, alle sue spalle giungeranno,
nell'oridne, Barrichello e Irvine. Con i punti ottenuti la Ferrari si
porta, dopo anni di assenza, in testa al mondiale costruttori.
In Spagna, Villeneuve vince la gara davanti a Panis e Alesì.
In Canada, invece, Jacques esce di scena già dal secondo
giro, finendo contro il muretto all'inizio del rettilineo box. al
comando della gara vola M. Schumacher che si aggiudica così
il GP d'oltre oceano, a 15 giri dal termine la gara è
comunque sospesa, Panis è infatti vittima di un pauroso
incidente e i commissari decidono prudentemente di sospendere la corsa
per consentire ai soccorritori un intervento più rapido, il
pilota riuscirà a cavarsela miracolosamente con la "sola"
frattura di entrambi gli arti inferiori.
In Francia M.Schumacher ottiene prima la pole, poi la vittoria davanti
a Frentzen, il tedesco della Ferrari consolida così la sua
leadership nella classifica mondiale portando a 14 punti il gap nei
confronti del suo diretto inseguitore: Villeneuve.
A Silverstone, M. Schumacher che era in testa alla gara, deve cedere il
comando ad Hakkinen ma anche il finlandese è costretto ad un
prematuro ritiro causato della rottura del propulsore Mercedes, a
condurre la gara è, quindi, Villeneuve che
taglierà per primo il traguardo precedendo Alesi e Wurz,
quest'ultimo nominato per una momentanea sostituzione di Berger.
Il 27 luglio si corre in Germania , la pole va a Berger appena
rientrato dopo qualche mese di assenza dovuta ad un'infezione alle vie
respiratorie. In gara è lo stesso Berger a trionfare davanti
a Schumacher, mentre Villeneuve finisce fuori pista a causa di un
incidente.
In Ungheria, è il campione del mondo in carica a dominare,
infatti, Damon Hill resta in testa alla gara fino a due giri dalla
conclusione, quando la terza marcia resta bloccata, l'inglese
è così superato dal suo ex-compagno e rivale,
Villeneuve. M. Schumacher giunge terzo precedendo il fratello Ralf.
In Belgio, la pole va a Alesì che precede Villeneuve e
Schumacher; mezz'ora prima della gara piove e la partenza viene
effettuata sotto regime di Safety Car, mentre Schumacher monta gomme
intermedie, Villeneuve opta per i pneumatici da bagnato; ma in queste
condizioni è il tedesco ad essere avvantaggiato. Micheal
riesce superare agevolmente Villeneuve portandosi, così, in
testa alla gara. Alle spalle di M. Schumacher si piazza Fisichella;
mentre Villeneuve arranca in 18 posizione, ma dopo aver cambiato gomme,
il canadese si esibisce in una brillante rimonta che comunque non
potrà consentirli di andar oltre la sesta posizione.
A Monza è Alesì a partire in pole, ma in gara la
sfortuna lo perseguita, il francese si deve accontentare del secondo
posto alle spalle di Coulthard, mentre Villeneuve giunge quinto davanti
a M. Schumacher. |
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A causa
di un problema durante il giro di formazione, Berger è costretto
a prendere il via dall'ultima posizione. Alla partenza scatta molto
bene Häkkinen, che conquista la prima posizione; Jacques
Villeneuve, parte malissimo e viene superato da Trulli e Rubens
Barrichello.
Il
pilota abruzzese conquista la testa della corsa già nel corso
del primo passaggio, quando Häkkinen deve ritirarsi a causa
dell'ennesima rottura del motore Mercedes che dimostra ancora una volta
i limiti tecnici del propulsore del costruttore tedesco. Il pilota
della Prost è seguito da Barrichello, Villeneuve, Magnussen,
Frentzen, Michael Schumacher, Coulthard, Hill e Ralf Schumacher.Mentre
Trulli aumenta il vantaggio girando più veloce di tutti, Irvine
arriva lungo e viene passato da Alesi e Fisichella. Al 17º giro
Trulli guida con 6"3 di vantaggio su Barrichello e Villeneuve, segue
Magnussen a 16" poi un gruppetto di cinque piloti molto vicini tra
loro.
Dopo vari
tentativi, al 24º giro Villeneuve conquista la seconda piazza su
Barrichello. Liberatosi del brasiliano il pilota della Williams si mette
a caccia di Trulli stabilendo il giro più veloce; nel frattempo Irvine,
sempre più in crisi, viene passato da Diniz e Morbidelli.
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Cominciano i rifornimenti: i primi a fermarsi sono i due piloti della
Stewart. Al 38º giro Irvine cerca di ripassare Alesi; la manovra pare
riuscire, ma il pilota francese chiude la traiettoria e i due vengono a
contatto, dovendosi poi ritirare. Arrivando nel luogo dell'impatto,
Michael Schumacher non vede le bandiere gialle ed infila Frentzen. La
manovra viene punita con uno stop & go ed il tedesco, che era
riuscito a recuperare diverse posizioni, si dovrà nuovamente fermare. Al
40º passaggio Villeneuve, dopo aver effettuato il proprio rifornimento,
torna in pista al comando davanti a Trulli, Fisichella (partito per un
solo pit stop), Michael Schumacher, Barrichello, Magnussen, Coulthard,
Frentzen e Ralf Schumacher. Mentre rifornisce anche Fisichella,
Schumacher sconta la sua penalità, ripartendo al nono posto. Le Stewart
usurano troppo le gomme e si devono fermare nuovamente ai box.
Coulthard, che è nettamente più veloce dei battistrada, è ormai in scia a
Trulli.
Nel corso della 57ª tornata, sulla Prost di Nakano
cede il motore; un giro più tardi, anche Trulli è costretto al ritiro
con il propulsore ko. Anche il motore Ford della Stewart di Magnussen
cede quasi in contemporanea. Villeneuve continua a condurre davanti a
Coulthard, Frentzen e Fisichella; più indietro comincia un aspro duello
fra Ralf Schumacher, Hill, Barrichello e Michael Schumacher per le
posizioni dalla quinta in poi. Al 66º giro, cercando di resistere a
Schumacher, Barrichello esce di strada, ritirandosi; il ferrarista
conquista poi l'ultimo punto disponibile superando Hill nel corso
dell'ultimo giro. Villeneuve ottiene la sua sesta vittoria stagionale
davanti a Coulthard, Frentzen, Fisichella, Ralf e Michael Schumacher; il
pilota canadese riapre la lotta per il Titolo Mondiale, portandosi a
solo un punto di distacco dal tedesco della Ferrari. Nel Campionato
Costruttori, invece, la Williams sale in prima posizione, con ben dodici
punti di vantaggio sulla Ferrari.
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In Austria è M. Schumacher a condurre la la gara, ma al
37° giro commette un errore: sorpassa una monoposto in regime
bandiere gialle, la sanzione dello "stop and go" è
immediata, il tedesco sprofonda al nono posto, riuscirà poi
a recuperare sino alla sesta posizione. In Germania si disputa il G.P.
del Lussemburgo e in pole va per la prima volta Mika Hakkinen, al
volante della McLaren Mercedes.
In Giappone Villeneuve ignora la bandiera gialla durante le prove, dato
che questo tipo di violazione era stata già commessa dal
pilota durante un precedente Gran Premio, i commissari decidono
squalificare il canadese per una gara, ma il team Williams si appella e
Villeneuve, viene comunque ammesso alla gara in attesa di verdetto. La
gara è vinta, comunque da M. Schumacher che si avvale del
consistente aiuto del compagno di scuderia. Irvine. Infatti, dopo aver
superato Villeneuve ed aver condotto parte della gara in testa, cede la
sua posizione a Michael. Villeneuve giunge quinto ma i punti non
saranno assegnati al canadese poichè il tribunale
confermerà la squalifica, emessa dai commissari prima del Gp
di Giappone. |
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1997 Jacques Villeneuve / Williams FW19
Motore: Renault RS9, V10 (71°) aspirato |
Trasmissione: cambio Williams/Komatsu trasversale a 6 marce semi-automatico |
Titolo Piloti e Costruttori
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L'ultima gara in programmazione è il 26 ottobre a Jerez: In
prova sono tre i piloti per la prima volta in cinquant'anni di F1,
ottengono la pole, cioè a far fermare il cronometro
esattamente sullo stesso tempo, sono: Villeneuve, Schumacher e
Frentzen. Per regolamento la pole deve essere assegnata al primo pilota
che ha fatto registrare quel tempo, nel caso specifico si tratta del
canadese della Williams. In gara Schumacher scatta meglio del suo
avversario ed alla prima curva è in testa, conduce la gara
fino al 46° giro, ma qualcosa negli ultimi giri non va... le
gomme sono in crisi, Villeneuve rimonta portandosi a soli 0"385 di
distacco dal ferrarista. Al 48° giro il canadese sfrutta un
errore di Schumacher che ha lasciato troppo spazio e si tuffa
all'interno della Dry Sec, il tedesco accortosi dell'errore tenta una
manovra disperata nel tentativo di rimettersi in traiettoria, ma
sperona la Williams di Villeneuve che comunque riesce a proseguire, per
Micheal invece il ritiro è immediato.
Villeneuve continua la sua corsa e si lascia superare, a fine gara, da
Hakkinen e Coulthrad gli è sufficiente infatti un solo punto
per aggiudicarsi il titolo.
Il pilota canadese diventa così campione del mondo,
compiendo un'impresa sfuggita a papà Gilles. L'11 novembre
il consiglio mondiale piloti omette Schumacher dalla classifica, per il
gesto poco sportivo commesso ai danni di Villeneuve. |
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McLaren MP4/13 - Mika HAKKINEN
La stagione 1998 del Campionato mondiale FIA di Formula 1 è, nella storia della categoria, la 49ª ad assegnare il Campionato Piloti, vinto per la prima volta dal finlandese Mika Häkkinen, e la 41ª ad assegnare il Campionato Costruttori,
andato al team inglese McLaren. È iniziata l'8 marzo ed è
terminata il 1º novembre, dopo 16 gare, una in meno rispetto alla
stagione precedente.
L'annata
fu caratterizzata dal duello per la conquista del titolo tra
Häkkinen e Schumacher, conclusosi solamente all'ultima gara.
Nonostante un inizio stagione favorevole al team inglese, la Ferrari
riuscì a recuperare il gap durante l'estate e a contendere fino
alla fine il titolo.Sul piano tecnico il 1998 rappresentò l'addio alla massima categoria automobilistica della casa produttrice di pneumatici Goodyear, che lasciò, per il 1999, il monopolio alla Bridgestone
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- 1998 -
Il calendario
Per
la stagione 1998 furono previste 16 gare, una in meno rispetto alla
precedente, a causa dell'uscita di scena del Gran Premio d'Europa e di
conseguenza la gara di Suzuka tornò a essere l'ultimo
appuntamento del mondiale, come nel 1996.
Il Gran Premio d'Austria fu anticipato a fine luglio, subito prima del
GP di Germania.
Per il 1998 Williams, Ferrari, McLaren e Stewart confermarono i propri piloti.
La
Benetton, invece, cambiò totalmente l'organico della scuderia:
Berger decise di ritirarsi, mentre Jean Alesi passò alla Sauber,
a fianco del confermato Herbert, non senza riservare critiche al suo
vecchio team. A sostituirli arrivarono Giancarlo Fisichella dalla
Jordan, con cui la trattativa era già stata conclusa nell'estate
1997, e Alexander Wurz, promosso da terzo pilota a titolare.
Con
il ritiro di Berger, Damon Hill divenne il pilota più anziano
del mondiale; l'ex-campione del mondo, dopo essere stato licenziato
dalla Arrow, venne ingaggiato dalla
Jordan che gli offrí un contratto biennale da 10 milioni di
dollari, e mantenne Ralf Schumacher come seconda guida. Dal canto suo
la squadra di Tom Walkinshaw ingaggiò il finlandese Mika Salo
che affiancò il riconfermato Pedro Paulo Diniz.
Il
posto lasciato libero da Salo in Tyrrell venne occupato da Ricardo
Rosset, mentre il secondo sedile venne riservato al giapponese
Toranosuke Takagi che sostituì Jos Verstappen, passato alla
Stewart come terzo pilota.
Altri
cambiamenti riguardarono la Prost che, oltre a confermare Olivier
Panis, decise di puntare su Jarno Trulli al posto di Shinji Nakano, il
quale si trasferì alla Minardi insieme all'esordiente Esteban
Tuero.
Durante la stagione
L'unico
cambio di sedile a stagione in corso avvenne alla Stewart, che
licenziò Jan Magnussen dopo il GP del Canada, sostituendolo con
Jos Verstappen a partire dal successivo appuntamento in Francia.
Accordi e fornitori
Con
il ritiro ufficiale della Renault, le scuderie Williams e Benetton
continuarono a utilizzare i V10 francesi tramite la Mecachrome,
acquistati però come semplici motori clienti.
La Scuderia di Grove inoltre venne abbandonata dal main sponsor Rothmans
al quale subentrò un'altra marca di sigarette, la Winfield, che
conferí alla vettura una nuova livrea rossa, bianca e oro.
La
Prost GP riuscì finalmente a concludere l'accordo per la
fornitura dei propulsori Peugeot, scambiandoli di fatto con la Jordan,
alla quale furono quindi ceduti i Mugen-Honda usati dal team francese fino all'anno prima.
La Arrows, in seguito alla fusione con la Brian Hart Ltd., iniziò la produzione di motori in proprio, abbandonando i propulsori Yamaha.
La Minardi tornò quindi a servirsi dei motori Ford, impiegando i
nuovi V10 adottati anche dalla Tyrrell, che sostituirono i vecchi V8.
Per la prima volta dunque tutti i team partecipanti utilizzarono motori
dello stesso tipo, a 10 cilindri.
Sul fronte degli pneumatici si registrò il passaggio di Benetton e McLaren dalla Goodyear alla Bridgestone.
Regolamenti
Per
ciò che concerne i regolamenti, le modifiche rispetto alla stagione
precedente risultarono molto importanti. Vennero introdotte due
principali innovazioni: venne ristretta la larghezza dell'auto di venti
centimetri, portando le vetture a essere molto strette e, per rallentare
ulteriormente in curva le vetture, furono aboliti gli pneumatici
slick e imposte scanalature (tre nelle coperture anteriori e quattro
nelle posteriori) anche per le gomme da asciutto. Inoltre le gomme
anteriori furono allargate di un paio di centimetri. Sia Goodyear sia
Bridgestone si adattarono ai nuovi regolamenti sulle gomme. La FIA
impose poi crash-test più severi e un irrobustimento dei telai
di circa dieci centimetri.
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il
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28 Set
1968 |
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Dal - al :
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1991 - 2001
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G.P. iniziati
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162 |
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Vittorie
: |
20 |
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Podio :
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31 |
Pole -
Positions : |
26 |
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Prima fila
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39 |
Giri veloci
: |
25 |
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Mondiali
: |
1998
- 1999 |
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1998 - Hakkinen secondo
finlandese campione del mondo!
Nel 1998 il regolamento prevede radicali modifiche
riguardanti gli pneumatici, infatti, viene imposto l'uso di gomme
scanalate
al posto delle tradizionali slick, a tutto vantaggio della
sicurezza, dato che le scanalature sulle gomme oltre a rallentare
le
vetture consentono una maggiore stabilità.
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Il mondiale si inaugura con il G.P. d'Australia e subito si mettono in
evidenza le "frecce d'argento" con Hakkinen seguito da Coulthard. I due
piloti della McLaren dominano incontrastati lle loro spalle
c'è solo il vuoto...., Villeneuve diretto inseguitore della
coppia di testa dopo 15 giri ha già accumulato 50 secondi di
distacco. Schumacher, invece, è costretto al ritiro dopo
appena cinque giri a causa del cedimento del propulsore. Al 36°
giro, Hakkinen entra ai box passa davanti ai suoi meccanici e non si
ferma.., rientra in gara alle spalle del compagno di squadra, la causa
di, questo episodio alquanto singolare, è dovuto ad un
errore di comunicazione verificatosi tra il pilota ed i box, Ron Dennis
conviene che sia giusto restituire al finlandese la testa della gara, e
così ordina a Coulthard di lasciare strada ad Hakkinen,
quest'utlimo si aggiudica così la gara.
In Brasile è di nuovo Hakkinen ad ottenere la pole; in gara
è il sorprendente finlandese a dominare dall'inizio alla
fine, dietro di lui giungeranno Coulthard e Schumacher quest'ultimo con
un ritardo superiore al minuto. In Argentina è Coulthard ad
ottenere la pole, mentre Hakkinen è terzo dietro Schumacher,
al via Mika riesce a sopravanzare il tedesco ma Micheal, non ci sta,
tallona il pilota Mclaren e dopo qualche giro gli è
nuovamente davanti, stessa sorte toccherà al pilota
scozzese. Michael può così vincere la sua prima
gara stagionale davanti al finlandese ed all'altro ferrarista: Irvine.
A San Marino, Coulthard ottiene la pole; in gara Hakkinen è
costretto al ritiro per un problema alla trasmissione e così
la vittoria va al suo compagno di squadra David Coulthard che precede
le due Ferrari. In Spagna, Hakkinen vince la gara mentre il suo rivale
giunge terzo. A Montecarlo il finlandese si ripete, mentre Schumacher a
causa di un sorpasso azzardato entra in collisione con Wurz, la sua
monoposto non è ingrado di proseguire. Dopo la doppietta di Hakkinen, è la volta della tripletta di
Schumacher, che ridurrà a soli due punti in classifica
generale il gap dal finlandese: In Canada Hakkinen esce subito di scena
per noie al cambio, Coulthard, lo imiterà qualche giro dopo
a causa dell'acceleratore; in testa passa così Fisichella
che non è, però, ingrado di contenere un
irresistibile M. Schumacher, che dopo aver tallonato il pilota italiano
per pochi giri lo sopravanza aggiudicandosi la gara.In Francia, è Hakkinen a partire in pole
ma al via le due Ferrari scattano meglio di tutti e si portano in testa
alla corsa, ci resteranno sino alla bandiera a scacchi, siglando una
eccezionale doppietta; al terzo posto giunge Hakkinen. |
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Al G.P. di Gran
Bretagna, Hakkinen guida la corsa ma a causa di un improvvisa pioggia
non riesce a mantenere il controllo della sua monoposto, uscendo per
qualche attimo di pista, l'"attimo" è più che
sufficiente per consentire a M. Schumacher di guadagnare la leadership
della gara, il pilota tedesco viene successivamente penalizzato per
aver superato in regime di bandiera gialla, ma la penalità
viene comunicata al pilota solo a 2 giri dal termine della gara. La
Ferrari fa, così, scontare ingegnosamente la
penalità solo all'ultimo giro: il pilota della Ferrari ha
così la possibilità di tagliare il traguardo
dalla corsia dei box. La McLaren tenta un ricorso accusando la Ferrari
di comportamento scorretto, ma l'accusa Mclaren viene respinta: il team
di Maranello ha, infatti, rispettato il regolamento facendo entrare il
propio pilota ai box entro tre giri dalla comunicazione dei commissari,
a sbagliare secondo la FIA sono stati propio quest'ultimi assegnando la
sanzione con troppo ritardo. |
Con questa vittoria Schumacher si assicura
anche il rinnovo del contratto fino al 2002, con un compenso a 60
miliardi delle vecchie lire, a stagione. Oltre al ferrari, un'altra, scuderia smuove il mercato piloti:
Villeneuve annuncia che nella stagione 1999 correrà per la
BAR (British American Racing), la nuova scuderia che
rileverà la Tyrrell, di cui sia lui che il suo manager Greg
Pollock, sono azionisti.
|
In Austria, Fisichella ottiene la sua prima pole in carriera, ma la sua
monoposto non è ingrado di competere in gara con i due
top-team: McLaren e Ferrari: Al via passa subito al comando Hakkinen
che resiste agli attacchi del tedesco della Ferrari. Michael Schumacher
nel tentativo di sorpassare il finlandese finisce fuori pista, Al suo
rientro è 16° ma grazie all'ingegnosa strategia
Ferrari, nonché al suo compagno di team, Michael giunge, a
fine gara, in terza posizione subito dietro ai due piloti della
McLaren. In Germania, Hakkinen ottiene un'altra vittoria portando a 16
i punti di vantaggio, in classifica generale, su Michael. In Ungheria,
è invece Schumacher a salire sul gradino più
alto, Hakkinen a causa di problemi al cambio giungerà solo
sesto.
E' la volta del G.P. del Belgio, in prova Villeneuve, fa
rabbrividire i tifosi schiantandosi a 290 km/h all'Eau Rouge, per
fortuna l'incidente è privo di alcuna conseguenza; in gara
alla prima curva una carambola innescata dal testacoda di Coulthard
mette fuori gioco ben 13 monoposto, i commissari decidono di sospendere
la gara e ripetere la partenza. Alla nuova partenza è
Hakkinen a girarsi, Herbert non riesce ad evitare l'impatto, entrambi
sono costretti al ritiro. Viene fatta entrare la Safety Car con lo
scopo di recuperare i detriti lasciati a seguito dell'incidente al via;
al comando della gara c'è Hill ma non appena la Safety Car
rientra, Schumacher supera Damon portandosi in testa alla gara.
La pioggia comincia a cadere sul circuito belga, in queste condizioni,
sulla pista che preferisce, il tedesco della ferrari è
irraggiungibile doppia tutti, al 25° giro mentre il ferrarista
è intento nel doppiare Coulthard, questi rallenta di colpo,
l'impatto è inevitabile Schumacher è costretto a
ritirarsi, da una gara praticamente... vinta. Tornato ai box,
l'irruento tedesco si scaglia contro Coulthard accusandolo di aver
innescato l'incidente di proposito; dopo diversi giorni i due piloti si
riappaficherano discutendo dell'accaduato, a quattr'occhi, nel
motorhome della Williams (zona ritenuta neutrale).
A Monza, Schumacher parte dalla pole ma le due McLaren scattano meglio
e sopravanzano il ferrarista, il pilota tedesco è costretto
ad una straordinaria rimonta, al termine della gara sarà
primo davanti a milioni di tifosi "rossi"...... la spettacolo
è esaltante...la vittoria di Monza consente al tedesco di
raggiungere Hakkinene in testa alla classfica.
Nel G.P. del Lussemburgo, le due Ferrari partono davanti a tutti con
Irvine che ha il compito di "coprire" Schumacher dagli attacchi di
Hakkinen, attacchi che non tardano ad arrivare e così al
14° giro, Hakkinen supera Irvine e si avvicina Schumacher. Dopo
il primo pit-stop, Hakkinen è in testa alla gara, posizione
che non lascerà fino al traguardo vincendo la gara e
portandosi a quattro punti dal suo diretto rivale. |
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L'ultima gara è in programma il 1° novembre a
Suzuka. Durante le prove è Schumacher a dominare, ma nel
momento più importante, la sua Ferrari viene meno: prima del
giro di ricognizione la monoposto di Schumacher si spegne ; il tedesco
è costretto, così, a partire dall'ultima
posizione. In gara è Hakkinen il leader della corsa, mentre
Schumacher che era riuscito a risalire sino al terzo posto,
è costretto al ritiro a causa dello decappamento di una
gomma. Mika vince la gara davanti a Irvine e Coulthard.
Hakkinen è il nuovo campione del mondo, e dopo Keke Rosberg,
è il secondo finlandese ad aggiudicarsi il titolo. |
McLaren MP4/13
Debutto Gran premio d'Australia 1998 |
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La McLaren MP4/13
fu la vettura utilizzata dalla McLaren nella stagione 1998, progettata
da Adrian Newey e guidata da Mika Häkkinen e David Coulthard. Le
gomme montate erano le Bridgestone, che si rivelarono poi più
performanti della Goodyear montate dalla Ferrari, rivale in campionato.
La vettura si dimostrò poi molto efficiente e veloce, tanto da
poter riportare al successo dopo sette anni il team inglese.
La McLaren aprì la stagione dominando i primi due gran premi con
Hakkinen davanti a Coulthard. Durante la stagione, venne bocciata dai
commissari di circuiti la soluzione denominata "fiddle brake" che
consentiva alla vettura di sterzare molto efficacemente nonostante i
passo lungo.
Dopo la squalifica del dispositivo a partire dal GP del brasile del 1998 ad opera dei commissari, Michael Schumacher
su Ferrari recuperò nella parte centrale del campionato, tanto che il
pilota finlandese riuscì ad aggiudicarsi il titolo solo all'ultima gara.
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McLaren MP4/14 - Mika HAKKINEN
La stagione 1999 del Campionato mondiale FIA di Formula 1 è, nella storia della categoria, la 50ª ad assegnare il Campionato Piloti, vinto per la seconda volta dal finlandese Mika Häkkinen, e la 42ª ad assegnare il Campionato Costruttori,
andato, dopo sedici anni, alla Scuderia Ferrari. È iniziata il 7
marzo ed è terminata il 31 ottobre, dopo 16 gare, come nella
stagione precedente.L'annata viene ricordata per l'incidente occorso a Michael Schumacher al Gran Premio di Gran Bretagna,
durante il quale il tedesco si ruppe una gamba e non poté lottare per
il titolo. Häkkinen vinse quindi il titolo all'ultima gara per 2 punti,
dopo un lungo duello con l'altro ferrarista Irvine.
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- 1999 -
Il calendario
Il calendario rimane invariato con 16 gare. Esce infatti di scena il
Gran Premio d'Argentina, inizialmente previsto come seconda tappa il 28
marzo, ma in compenso entrò in calendario il Gran Premio della
Malesia, disputato sul nuovo Circuito di Sepang. Il governo cinese
cercò anche di far inserire il Gran Premio della Cina da disputarsi sul Circuito di Zhuhai,
costruito apposta per la Formula 1, già a partire dal 1999, ma
le strutture non furono considerate adeguate e così la gara non
fu ammessa in calendario.
Piloti
- McLaren, Ferrari, Benetton e Prost confermano i piloti del 1998
- Heinz-Harald Frentzen passa dalla Williams alla Jordan
- Ralf Schumacher va alla Williams scambiandosi di posto con Frentzen
- Alessandro Zanardi ritorna in Formula 1 alla guida della Williams
- Johnny Herbert si trasferisce alla Stewart
- Pedro Paulo Diniz passa alla Sauber lasciando la Arrows
- Jacques Villeneuve lascia la Williams trasferendosi al neonato team BAR
- Ricardo Zonta fa il suo debutto in Formula 1 con la BAR
- Luca Badoer ritorna in Formula 1 con la Minardi
- Pedro de la Rosa debutta in massima serie alla guida della Arrows
- A sole due
settimane dall'inizio del campionato, Toranosuke Takagi viene
ingaggiato dalla Arrows al posto di Mika Salo, inizialmente confermato
come prima guida.
- Marc Gené partecipa per la prima volta al campionato di Formula 1 su Minardi
Jos Verstappen non riesce a trovare nessun sedile e viene così ingaggiato dalla Honda
per effettuare dei test con una monoposto laboratorio in previsione del
ritorno del costruttore nipponico nel 2000 (che in origine prevedeva di
entrare in F1 come 12° team)
Durante la stagione
- Mika Salo
sostituisce Ricardo Zonta alla BAR dal GP di San Marino a quello di
Spagna; in seguito all'infortunio di Michael Schumacher al GP di Gran
Bretagna, il finlandese prende il posto del tedesco in Ferrari per 6
gare.
- Stéphane Sarrazin sostituisce Luca Badoer nel Gran Premio del Brasile
Scuderie, accordi e fornitori
- La Tyrrell
cede il titolo sportivo alla BAR e scompare dal mondo della Formula 1.
La nuova scuderia inglese si serve dei motori Supertec (ex Mecachrome),
già usati da Williams e Benetton.
- Tutte le
altre squadre mantengono le stesse motorizzazioni dell'anno prima. I
motori Mecachrome vengono tuttavia ridenominati Supertec.
- Da questa stagione la Bridgestone assume il monopolio della fornitura di pneumatici, in seguito al ritiro della Goodyear.
Circuiti
- Il Gran Premio d'Argentina scompare dal calendario di Formula 1
- Entra in calendario il Gran Premio della Malesia
- Al posto del
Gran Premio del Lussemburgo torna il Gran Premio d'Europa che rimane
sul circuito del Nürburgring e mantiene la sua data a fine
Settembre
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Anagrafica
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Attività in F.1
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Nato il
: |
28 Set
1968 |
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Dal - al :
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1991 - 2001
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G.P. iniziati
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162 |
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Vittorie
: |
20 |
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Podio :
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31 |
Pole -
Positions : |
26 |
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Prima fila
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39 |
Giri veloci
: |
25 |
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Mondiali
: |
1998
- 1999 |
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1999 - Hakkinen concede il bis!
La stagione 1999 include nel suo calendario un
nuovo G.P., infatti per la prima volta si corre in Malesia, in un
circuito nuovissimo realizzato appositamente per ospitare la F1. Dopo
34 anni, la Goodyear si ritira dalla F1, così la Bridgestone
detiene il monopolio della fornitura dei pneumatici. Il 1999 vede il
debutto della BAR (British American Racing) nata dalla ex Tyrrell dove
correrà Villeneuve mentre al suo posto in Williams
giungerà Alessandro Zanardi, fresco campione della Kart
americana.
Il mondiale inizia il 7 marzo a Melbourne ed in pole va subito
Hakkinen. Il mondiale inizia come era finito: nel giro di ricognizione
la Ferrari di Schumacher non parte ed il pilota è costretto
a retrocedere in ultima fila. Le due McLaren vanno subito in fuga, ma
prima Coulthard e poi Hakkinen devono ritirarsi. In testa alla gara
passa Irvine che conserva la posizione sino alla bandiera a scacchi;
l'irlandese vince così la sua prima gara in F1. In Brasile, è Rubens Barrichello a guidare la corsa dopo che
Hakkinen si ritrova con il cambio in tilt per una decina di secondi
quando era in testa. Risolto il problema il finlandese si riprende la
sua posizione e si aggiudica il GP.
A San Marino, Hakkinen conduce la gara fino al 17° giro quando
finisce contro il muretto di fronte ai box, così al comando
passa il suo compagno di squadra finchè Schumacher non lo
supera salendo sul gradino più alto del podio seguito da
Coulthard e Barrichello. A Montecarlo, Hakkinen parte in pole ma al via
Schumacher scatta meglio e si aggiudica la leadership, posizione che
manterrà fino alla bandiera a scacchi, mentre al sue spalle
giungeranno, nell'ordine Irvine e Hakkinen. La Ferrari ottiene
così la sua prima doppietta sul circuito del Principato;
dopo Montecarlo la Ferrari è in testa sia alla classifica
team che in quella piloti con Schumacher primo e Irvine secondo.
In Spagna, Hakkinen vince davanti al suo compagno di squadra e a
Schumacher, Irvine giunge quarto. In Canada, Schumacher parte in pole
ma la sua gara finisce al 29° giro quando perde il controllo
della monoposto all'uscita della chicane che immette nel rettilineo dei
box e batte violentemente contro il muretto. Hakkinen ne approfitta
portandosi al comando della gara e riducendo, così, il suo
distacco, in classifica mondiale, di altri 10 punti, alle sue spalle
giungeranno Fisichella, autore di una gara formidabile e Irvine. |
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Quindici giorni dopo si disputa il GP di Francia,
sotto la pioggia, è Barrichello con la Stewart a partire in
pole mentre Hakkinen è 12° ma dopo 5 giri il
finlandese è già settimo alle spalle di
Schumacher. Al 10° giro il finlandese attacca e supera Michael
Schumacher; diluvia, in pista fa il suo ingresso la Safety Car, intanto
Hakkinen, nel tentativo di sopravanzare Barrichello incorre in un
errore e termina fuori pista, è costretto a ricominciare
dalle retrovie.
Schumacher, invece, guidando senza commettere la
benchè minima "sbavatura", si porta in testa alla gara, ma
dei problemi tecnici lo costringono ad una ulteriore ed imprevista
sosta. Il finlandese continua la sua forsennata rimonta e si porta
nuovamente alle spalle di Barrichello, leader della gara, questa volta,
però, il sorpasso ai danni del brasliano è
da..... manuale.
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Quando mancano pochi giri alla fine del GP la McLaren
e la Stewart rientrano per effettuare l'ultimo pit-stop, la Jordan,
invece, ha puntato su una diversa strategia: caricando le monoposto con
molta benzina, per il team inglese è sufficiente un unica
sosta, così, Frentzen, pilota di punta del team, si porta al
comando della gara e ci resta sino alla bandiera a scacchi seguono
Hakkinen, Barrichello e M.Schumacher.
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A Silverstone, Hakkinen parte in pole al suo fianco c'è M.
Schumacher, Coulthard partirà dalla terza posizione. Al via
il tedesco della Ferrari mantiene la posizione, ma alla prima curva,
qualcosa non va nell'impianto frenante della sua monoposto..... Micheal
prosegue diritto ad una velocità spropositata, la sua
Ferrari urta violentemente contro il muro di gomme allestito
all'esterno della curva Stowe.... Schumacher tenta di uscire
dall'abitacolo della monoposto ma, solo adesso, avverte degli
insistenti dolori agli arti inferiori, i soccorritori aiutano il pilota
a sollevarsi, Micheal non è in grado di camminare,
l'ambulanza provvede a trasportarlo al più vicino ospedale.
Per fortuna del due volte campione del mondo, il telaio della monoposto
ha resistito adeguatamente all'impatto, riporterà "solo" la
frattura di tibia e perone della gamba destra che lo costringeranno,
comunque, a saltare alcuni G.P. La corsa interrotta per l'improvvisa sosta in pista delle due BAR,
avvenuta pochi secondi prima dell'incidente di Schumi, riparte,
è Hakkinen a condurre ma il finlandese è
costretto al ritiro a causa del cattivo montaggio di un pneumatico,
così la lotta per la vittoria si disputa tra Coulthard ed
Irvine, a spuntarla sarà lo scozzese.
Nel successivo G.P., in sostituzione a Michael Schumacher la Ferrari
ingaggia Mika Salo, che subito dimostra uno straordinario affiatamento
con la "rossa". In Austria le due McLaren si eliminano quando i due
piloti alla seconda curva si toccano e finiscono entrambi fuori pista,
la vittoria va ad Eddie Irvine. In Germania, le due McLaren escono
nuovamente fuori dai giochi: Coulthard danneggia la sua monoposto nel
tentativo di superare Salo; Hakkinen esce a causa del decappamnento
dello pneumatico posteriore destro. In testa passa Salo che
però cede la posizione ad Irvine, impegnato nella lotta per
il mondiale. |
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In Ungheria, Hakkinen parte in pole e rimane in testa fino alla fine
della gara alle sue spalle giungeranno, nell'ordine, Coulthard e
Irvine. In Belgio è lotta in casa McLaren, infatti, i due
piloti dopo essersi toccati alla prima curva mantengono le loro
posizioni con Coulthard davanti ad Hakkinen sino alla fine della gara;
il finlandese deve, così, accontentarsi di "soli" 6 punti,
mentre Irvine, in crisi con la sua Ferrari, chiuderà al
quarto posto. |
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Nel G.P. d'Europa, la pole è ottenuta da Frentzen che domina
la gara fino al 30° giro quando un problema elettrico alla sua
Jordan, lo costringe al ritiro; Hakkinen è nelle retrovie a
causa di una scelta errata di gomme, Coulthard, Ralf Schumacher e
Fisichella sono invece costretti al ritiro quando erano al comando
della gara. A salire sul gradino più alto del podio
sarà Herbert con la Stewart davanti a Trulli e Barrichello.
Hakkinen riusicrà a recuperare qualche punto, chiudendo,
quinto davanti alla Minardi di Gene. Irvine giungerà
settimo. Episodio curioso alla gara del Nurburgring è quello
accaduto ai box Ferrari. Infatti, Irvine rientrando per il cambio gomme
resta fermo per ben 48 secondi su tre ruote perchè la quarta
era andata smarrita.
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Nel G.P. di Monza, Hakkinen conduce la gara fino al 30° giro,
quando compie un errore da dilettante, inserendo una marcia sbagliata,
la sua monoposto si pianterà nel bel mezzo di una chicane,
per il finlandese il ritiro è beffardo; in testa passa
Frentzen che vince davanti a Ralf Schumacher e Salo, Irvine chiude al
sesto posto portandosi, in classifica generale, a parità di
punti con Hakkinen, a meno di tre gare dal termine della stagione.
Si corre per la prima volta In Malesia, la data del GP coincide con
quella del rientro di M.Schumacher in pista; su un circuito favorevole
alla Ferrari il pilota tedesco ottiene la pole mentre in gara cede la
leadership ad Irvine, quest'ultimo è infatti, in lotta per
il mondiale.
Così ad una gara dal termine della stagione il secondo
ferrarista conduce la classifica con 4 punti di vantaggio su Hakkinen.
In Giappone, Schumacher parte in pole ma alla partenza a scattare
meglio di tutti è il finlandese della McLaren che si porta
al comando della gara vincendo l'ultimo G.P. della stagione. Irvine
giungerà solo terzo. |
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Con i dieci punti della vittoria Hakkinen diviene campione del mondo
per la seconda volta,
mentre la Ferrari deve "accontentarsi" del titolo
costruttori che mancava a Maranello da ben sedici anni.
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Storia dei fornitori di gomme
1990/1999: Goodyear domina fino al ritorno Bridgestone
Gli anni '90 vedono il grande dominio
degli americani di Goodyear. Il ritiro di Pirelli al termine della
stagione 1991, con l'ultima vittoria ottenuta da Nelson Piquet, lascia
strada alla terza era del monogomma che si protrae per cinque stagioni,
dal 1992 al 1996. Siamo arrivati ad un momento storico nel quale, ormai,
le misure delle gomme anteriori e posteriori sono fissate da
regolamento, senza più spazi di manovra eclatanti da parte dei team.
Nel 1997, dopo 19 stagioni di assenza, i
giapponesi della Bridgestone fanno il loro ritorno nella massima serie.
Al primo anno di apprendistato, senza vittorie, segue l'inizio dell'era
nipponica. Il regolamento cambia nettamente nel 1998: carreggiata delle
monoposto diminuita di 20 cm (da 2 metri a 1,80) e abbandono delle
slick per limitare il grip in curva. Sulle gomme anteriori compaiono tre
scanalature che diventeranno quattro nel' 99, le stesse definite da
subito per il posteriore. L'anno che vede Mika Hakkinen vincere il suo
primo titolo porta la Bridgestone a comandare nel computo delle vittorie
sulla Goodyear, 9/7. Gli americani, però, sono al termine della loro
lunga esperienza in F1, iniziata nel 1964. Dopo 35 stagioni di militanza
abbandonano la Formula 1 lasciando i giapponesi a dominare la scena.
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Campionato
Mondiale
Piloti |
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Campionato
Mondiale
Costruttori |
|
1990
|
Ayrton Senna
|
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|
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McLaren
MP4/5B
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MOTORI
Honda
|
1991
|
Ayrton Senna
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McLaren
MP4/6 |
Honda |
1992
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Nigel Mansell
|
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|
Williams
FW14B |
Renault |
1993
|
Alain Prost
|
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|
Williams
FW15C |
Renault |
1994
|
Michael Schumacher
|
|
|
|
Williams
FW16 |
Renault |
1995
|
Michael Schumacher
|
|
|
|
Benetton
B195 |
Renault |
1996
|
Damon Hill
|
|
|
|
Williams
FW18 |
Renault |
1997
|
Jacques Villeneuve
|
|
|
|
Williams
FW19 |
Renault |
1998
|
Mika Hakkinen
|
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|
McLaren
MP4/13 |
Mercedes |
1999
|
Mika Hakkinen
|
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Ferrari
F399 |
Ferrari |
|
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PERSONAGGI MITO
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Mansell |
Schumacher |
Hakkinen |
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Accadeva nell'anno...
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- 1990 -
AGOSTO
L'iraq invade il vicino stato Kuwait
NOVEMBRE
Dopo undici anni di premiership Margaret Thatcher si ritira; JOhn Major
è il nuovo primo ministro britannico |
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- 1991 -
FEBBRAIO
Una coalizione guidata dagli Stati Uniti sconfigge l'Iraq nella guerra
del Golfo, ponendo
fine all'invasione del Kuwait
AGOSTO
Milhail Gorbaciov si dimette da primo segretario del partito comunista
dell'Unione Sovietica |
|
- 1992 -
APRILE
Il presidente della repubblica italiana Cossiga rassegna le dimissioni,
gli succede Oscar Luigi Scalfaro
NOVEMBRE
Il candidato democratico Bill Clinton viene eletto presidente degli USA
|
- 1993 -
FEBBRAIO
A New York, almeno sette persone muoiono per lo scoppio di una bomba
nei sotterranei di World Trade Center
APRILE
Carlo Azeglio Ciampi, ex governatore della Banca d'Italia forma
il nuovo governo del paese
|
- 1994 -
LUGLIO
Il calciatore colombiano Escobar viene ucciso mentre rientra a casa
dopo che un suo autogol
aveva provocato l'eliminazione della sua
squadra nella fase finale del Mondiale
|
- 1995 -
GENNAIO
Dopo essere stato espulso durante una partita il giocatore francese del
Manchsetr United Eric Cantona,
viene sanzionato in modo esemplare per
aver colpito uno spettatore con un calcio
|
- 1996 -
APRILE
In Italia la coalizione di centro-sinistra vince le elezioni.
Romano
Prodi forma il nuovo governo |
|
- 1997 -
MAGGIO
Tony Blair è il nuovo primo ministro inglese
AGOSTO
La principessa Diana perde la vita per un incidente d'auto in un tunnel
di Parigi.
Anche il suo compagno Al-Fayed e l'autista Henry Paul muoino
nell'incidente |
|
- 1998 -
MAGGIO
L'attore e cantante americano Frank Sinatra muore a 82 anni a Los
Angeles
LUGLIO
La Francia vince per la prima volta il campionato del mondo di calcio
battendo
in finale il brasile per 3-0
OTTOBRE
Mick Doohan vince il mondiale di motociclismo classe 500
per la quinta
volta consecutiva
|
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- 1999 -
GIUGNO
La Jugoslavia mette fine alle operazioni in Kosovo dopo intensi
attacchi aerei
da parte delle forze della NATO |
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Sito-Blog personale Riproduzione vietata
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