Si è dimesso da a.d. il 18 marzo 2008, ma ha mantenuto la carica
di consigliere di amministrazione sino al 17 marzo 2009.
Il 23 ottobre 2009 è stato eletto presidente
della FIA dal Consiglio Mondiale.
Niki Lauda con la moglie Birgit Wetzinger
GP SINGAPORE, 25.09.2011- Gara, Marco Tronchetti Provera (ITA), Pirelli's President e sua moglie Afef Jnifen (TUN)
Jean Todt - Copilota di rally dal 1966 al 1981
Luca di Montezemolo
Sei titoli costruttori e cinque titoli
piloti, sono una realtà che farebbe felice ogni Direttore
Sportivo, ogni Presidente d'azienda che fabbrica macchine da corsa e,
se per macchine da corsa si intendono Ferrari, beh il gioco
è fatto. Dopo Enzo Ferrari, Luca di Montezemolo è
la persona più carismatica all'interno del "feudo" di
Maranello, con quel suo modo di presentarsi ai tifosi del cavallino.
Tanta la sua energia che riesce a coinvolgere centinaia di uomini, dai
piloti, ai rossi meccanici della Ferrari. La sua arma magica? Il
sorriso e la grinta che gli esce da ogni poro della pelle. Un sorriso
di uno che sa, di uno che può contare su di una schiera di
uomini, come per Cesare in un altra dimesione temporale, sembra che
l'asindeto coniato, calchi alla perfezione lo stile dell'Uomo, l'Uomo
Montezemolo, uno di noi.
Descrivere l'operato, se pur in maniera coincisa di un uomo dal
notevole spessore, non è una cosa facile, specialmente per
uno come Luca di Montezemolo che rappresenta a pieno titolo il "self
made man" italiano, che ha ridato passione (e titoli) a tutti i tifosi
del cavallino, raccogliendo la non facile eredità di Enzo
Ferrari, aggiungendo incremento industriale alle attività,
portando un'industria, la Ferrari, ad una seconda giovinezza, dopo
quella del 1947. In quell'anno iniziava l'attività di
costruttore, o meglio di artigiano, come amava definirsi Enzo Ferrari.
Nasceva anche un uomo, che più avanti nel tempo, ha saputo
raccogliere i frutti seminati dal Fondatore della Casa, portando la
Ferrari al top delle aziende produttrici di vetture da strada e da
sogno e sognare si sa, è il miglior antiossidante in
circolazione.....!
Luca Cordero di Montezemolo nasce a Bologna il 31
agosto 1947, anno in cui la prima Mille Miglia post-bellica prende il
via. Forse Luca di Montezemolo è approdato alle corse
automobilistiche proprio in virtù di quelle competizioni,
dove le vetture impegnate, passavano davanti ai suoi ancor giovani
occhi, poi la fantasia fece il resto. Acquistò la sua prima
vettura, una Fiat 500 Giannini color corallo, in
conproprietà con Cristiano Rattazzi, che nelle corse
diventerà "Virgilio", lasciando a Luca lo pseudonimo di
"Nerone". Ovviamente in famiglia nessuno deve sapere nulla. Da quel
primo acquisto iniziarono innumerevoli gare sui circuiti italiani, con
predilezione per quello romano di Vallelunga. Gli annali parlano anche
di un Montezemolo corridore internazionale, come alla Marathon de la
Route al Nürburgring quel 19 agosto 1969.
Con l'iscrizione alla Facoltà di Giudisprudenza dell'Università
di Roma, che concluderà con 110 e lode nel 1971, il tempo
non venne a mancare per correre, questa volta con una macchina
diversa: una Fiat 125 berlina, in coppia con Cristiano Rattazi
e Pino Ceccato. Corrono una maratona di 4 giorni che li vedrà
noni in classifica generale e primi nella classe Turismo di serie.
aLuca
di Montezemolo con l'Ing.Forghieri, Niki Lauda
e
e Clay Regazzoni
Luca e Cristiano cominciarono così
l'avventura nei Rally internazionali, finchè un giorno
Montezemolo venne chiamato da Cesare Fiorio, benchè la sua
giovane età, per correre con la Lancia ufficiale in coppia
con Audetto. Iniziando dal 14 marzo 1971, data del Rally d'Italia a San
Remo, con una Fulvia 1600 HF, l'albo d'oro finisce al 25 Settembre
1971, Rally del Medio Adriatico. Nel mezzo la coppia
Montezemolo-Audetto prendono parte ad altri due Rally: quello
dell'Isola D'Elba, il 2 aprile 1971 e quello dei 999 minuti il 21
aprile 1971. La cosa non sfugge nemmeno ai due curatori del mitico
programma degli anni 70, "Chiamate Roma 3131", Gianni Boncompagni e
Mario Moccagatta, che vollero Montezemolo in trasmissione per
rispondere ad alcune domande in tema di automobilismo.
La strada di
Montezemolo verso la Ferrari si stava aprendo.
Enzo Ferrari, sentendo alla radio un interlocutore che inveiva contro
di lui per gli inutili rischi dello sport automobilistico e sentendo
anche la successiva presa di posizione di Luca di Montezemolo alle
accuse rivoltegli, volle conoscere questo giovane che aveva difeso il
suo operato e la sua azienda in quel modo.
Luca di Montezemolo, Gran Premio di Svezia 1974
Festa a Monza per la vittoria
di Rega e il Titolo Mondiale
Montezemolo
e l'Ing.Forghieri
Rapporto
alla Ferrari con
tecnici, piloti e meccanici
Quel primo incontro si fece soltanto a fine 1972:
Montezemolo era a New York per una specializzazione in Diritto
Commerciale Internazionale alla Columbia University e prima della fine
dell'anno non avrebbe potuto rientrare in Italia. Ferrari cercava una
persona in gamba come suo aiutante, trovando in Luca terreno fertile
per le sue sempre lungimiranti idee. E' nel giugno del 1973 che
Montezemolo approda per la prima volta a Maranello per restare qualche
anno in quella terra a cui Enzo Ferrari era ferocemente attaccato, ma
che per Luca significava un profondo cambiamento dalla vita condotta
fino a quel momento.
Il 14 luglio 1973 si corre a Silverstone, dove Gonzales 22 anni prima
centrò la prima vittoria in Formula Uno con una Ferrari.
L'esperienza di Montezemolo è basata solo sui pochi giorni
passati a Maranello. Ha un suo temperamento, ma deve sottostare alle
apparenze: una Ferrari, un pilota, Jackie Ickx al 19° posto
nelle prove ed una telefonata, da farsi immancabilmente a Enzo Ferrari
in fabbrica con il resoconto delle prove e della gara. Ferrari, senza
pensarci due volte, chiede di caricare subito l'auto sulla bisarca con
destinazione Maranello. Ma l'abilità dialettica di
Montezemolo convinse Ferrari a rimanere sul campo e guadagnare un
onorevole 8° posto alla bandiera a scacchi. Nel 1974 la Ferrari
cambiò entrambi i piloti: via Ickx e Merzario, in arrivo
Regazzoni con esperienza e la solita scommessa di Ferrari, un
esordiente. I nomi di James Hunt e Niki Lauda cominciarono a sentirsi
dalle parti di Maranello. La spuntò Lauda, pilota BRM,
nominato anche da Regazzoni come valido pilota. Il 1973 fu avaro con la
Ferrari ed alle porte avanzava il 1974 con il Gran Premio di Argentina.
Questa volta Luca di Montezemolo, all'età di 27 anni,
ricoprì l'incarico di Direttore Sportivo in una gara
valevole per il Campionato del Mondo che si concluse con un ottimo
2° posto per Lauda e un 3° posto per Regazzoni.
Luca di Montezemolo
con Gianni Agnelli
Niki
Lauda con Montezemolo
Ultimi
consigli a Niki
Il 28 aprile 1974, Niki Lauda è al Jarama, dove conquista la
sua prima vittoria, seguito da Regazzoni. Montezemolo è al
settimo cielo, liberatosi finalmente dallo stress che lo
accompagnò per tutta la gara. Le vittorie nel 1974
continuarono con Lauda al Gran Premio d'Olanda e Regazzoni al Gran
Premio di Germania. Il campionato restituiva ai tifosi due piloti a
paripunti (52) in testa alla classifica iridata: Regazzoni e
Fittipaldi. Quest'ultimo la spuntò su Regazzoni e vinse il
Campionato del Mondo. Il primo periodo in Ferrari per Luca di
Montezemolo continuò tra alti e bassi nel 1975, anno che
premiò il lavoro dell'equipe con il 5° Titolo Piloti
e il 3° Titolo Costruttori, conquistato il 7 settembre sulla
pista di Monza da Niki Lauda.
Scriverà
Enzo Ferrari nell'annuario della Casa del 1975:
Scriverà
Enzo Ferrari nell'annuario della Casa del 1975:
" Cari amici,
indirizzare un saluto, un ringraziamento, a tutti coloro che
hanno seguito la nostra attività tecnica e agonistica
può apparire convenzionale, in questo '75, se non si
interpreta la latitudine che desidero attribuire alla parola
"tutti".
Il mio genuino, riconoscimento sentimento è dedicato,
veramente a tutti. Ai recenti ferraristi conquistati dal successo,
a quelli che ci confortano da ventinove anni nelle stagioni
luminose e in quelle oscure, come pure a coloro che non ci hanno
lesinato critiche, generate dal disappunto e dall'amarezza soprattutto
quando i risultati non ripagavano le loro forti speranze.
Ogni alloro iridato ha puntualmente imposto a noi della Ferrari
rinnovate responsabilità, nel tentativo di mantenere
la preminenza conseguita di gronte alla mondiale concorrenza
e quest'anno ci sentiamo ancor più impegnati
dal vostro
affettuoso consenso. Non rinuncerò, siatene certi, a dare tutto il meglio
che resta di me."
Settembre 1975
Luca di Montezemolo ed Enzo Ferrari in conferenza stampa
Montezemolo aveva visto giusto nel decantare a Ferrari le doti del
pilota austriaco, che riporta il titolo a Maranello dopo 11 anni.
Conclusosi l'anno sportivo, Luca di Montezemolo ritorna alla FIAT,
lasciando di fatto la carica di DS, ma continuando una collaborazione
part-time con Ferrari fino al 1977. Il suo ruolo viene ricoperto da
Guido Rosani e poi Daniele Audetto che, come Direttori Sportivi,
conquisteranno due Campionati Costrutori e uno Piloti nel 1976 e 1977.Il 15 novembre 1991, il Consiglio di
Amministrazione di Ferrari Auto S.p.A., gli conferisce l'incarico di
Presidente e Amministratore Delegato, con mandato di pieni poteri
gestionali, dopo essere rientrato da qualche mese nel Consiglio di
Amministrazione, coadiuvando il nuovo Presidente Piero Fusaro. In
sedici anni di lontananza fisica dalla Ferrari, erano successe molte
cose dalle parti di Maranello: cinque titoli costruttori, l'ultimo
"targato" 1983, due titoli piloti (1977 - 1979), ma in primo luogo la
morte del Fondatore della Casa, avvenuta il 14 agosto 1988.
Operativamente Montezemolo incomincia il lavoro in Ferrari ai primi di
gennaio 1992, incontrando i piloti e visionando la F92 AT, vettura
certamente migliore nella grafica che nelle prestazioni. Cerca di
raddrizzare una situazione non proprio rosea e chiama a Maranello
collaboratori come Niki Lauda con il ruolo di collaboratore sportivo,
Harvey Postlethwait, "postalmarket" per gli amici modenesi, come
progettista e John Barnard con la sua antenna tecnologica in
Inghilterra. Sostituisce nel 1993 Ivan Capelli con Gerhard Berger,
rientrato in Ferrari dopo il periodo 1987-1989, affiancandolo a Jean
Alesi per rilanciare la squadra e sceglie un nuovo DS per la Gestione
Sportiva, Jean Todt, che prende "servizio" al suo primo GP di F1 in
Ferrari il 4 luglio 1993, durante il GP di Francia. La rivoluzione
è cominciata e Montezemolo ha ben chiaro il suo target:
riportare ai vertici la Ferrari.
Passano il 1994 e il 1995, anni in cui
la coppia Alesi-Berger riesce a vincere solo due GP: quello di Germania
ad opera di Berger nel 1994 e quello del Canada nel 1995 con Alesi.
L'Avvocato
Agelli con
Montezemolo nel 1993
Luca
di Montezemolo e Jean Todt:
un teaLuca
di Montezemolo e Jean Todt:
un team vincentem vincente
Luca
di Montezemolo con il 7 volte
Campione del Mondo Schumacher
Finalmente Schumacher e la sua classe. Montezemolo lo vuole a tutti i
costi, sfidando le "penne arrabbiate" del giornalismo italiano,
abbinandolo con Eddie Irvine per la stagione 1996. E Schumi regala al
"suo popolo" una meravigliosa vittoria il 2 giugno in Spagna. Il resto
è storia moderna:
sei titoli costruttori e cinque titoli
piloti in sei anni da quando è stato nominato Presidente, un
record voluto fino in fondo, desiderato fino all'ultima gara, sofferto
come solo sa soffrire un tifoso. Basta vederlo ai box durante un gran premio o al Ferrari Day mentre
saluta centinaia di tifosi,
per farsi contagiare dalla sua passione
sportiva.
La
presentazione della 248 F1
Luca
di Montezemolo al muretto box
La
carica del Presidente
Sono passati tanti anni da quel lontano 1972, e Luca Cordero di
Montezemolo non dimostra i segni del tempo, sempre carico di
entusiasmo, ùdi quell'entusiasmo giovanile nel fare le cose, di cui,
sicuramente, avremmo bisogno molto di più in Italia.
Ci
sentiamo solo di dire: " Presidente, grazie, avanti così ".
Il 2000: anno di record per la Ferrari
Dopo la vittoria in Malesia, la Ferrari
ha stabilito il record di vittorie stagionali.La scuderia di Maranello ha infatti
vinto dieci gare nel 2000, nove con Michael
Schumacher (Australia, Brasile, San Marino, Europa, Canada, Belgio,
Italia, U.S.A., Giappone e Malesia) e una con Rubens
Barrichello (Germania).Il record precedente era di sette vittorie
ottenute nelle stagioni 1952 e 1953.
Nel ’52 i successi furono ottenuti da tre piloti diversi: Alberto Ascari
(in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Italia), Troy Ruttman
(Indianapolis) e Piero Taruffi (Svizzera).
Nel '53 invece i vincitori in "Rosso" furono Ascari (Argentina,
Olanda, Belgio,Gran Bretagna, Svizzera), Mike Hawthorn (Francia) e Nino
Farina (Germania).
La differenza a favore della Ferrari attuale è che nel 1952 presero parte al
campionato cinque piloti di Maranello mentre nel '53 furono quattro, a
differenza dei soli Schumacher e Barrichello di adesso.
Michael Schumacher ha anche eguagliato il suo record di vittorie in una
sola stagione, anche nel 1995 vinse nove
gare.Eguagliato anche il record di punti, 108, stabilito da Mansell
nel 1992.
L'ASCESA
DI SCHUMACHER E DELLA FERRARI (2000 - 2004)
Jean Todt - Michael Schumacher - Luca di Montezemolo
La stagione 2000 vide le griglie di partenza di Formula 1 tornare alla
normalità, con la Jordan uscita rapidamente fuori dai
giochi, e la Williams, guardando in prospettiva di una nuova
collaborazione con la BMW iniziò a riaffermarsi. La lotta
nella parte anteriore, tuttavia, era svolta principalmente tra
Häkkinen e Schumacher, entrambi due volte campioni, guidavano
vetture regolate molto attentamente nelle prestazioni. La Ferrari era
in costante miglioramento dai primi anni ’90, uno dei punti
più bassi prima dell’arrivo di Jean Todt e nel
2000 Schumacher prevalse, diventando tre volte campione alla pari con
Senna, e riportando il titolo piloti alla Ferrari per la prima volta
dopo 21 anni dai tempi di Jody Scheckter nel 1979. La stagione 2001
vide la Ferrari dominare nettamente sul resto della concorrenza, e
Schumacher vinse il campionato al Gran Premio di Ungheria e lo
portò come secondo vincitore più rapido di
sempre, alla pari di Nigel Mansell.
La stagione 2002 si tinse di rosso.
Entrambe le Ferrari finirono tutte le gare, vincendone 15 su 17.
Michael Schumacher prese più punti del secondo e terzo
classificato messi insieme. In questa stagione, vinse il titolo
già alla metà di luglio nel Gran Premio di
Francia battendo quel record eguagliato nell’annata
precedente.
Mentre la Ferrari celebrava il suo dominio, lo sport era ancora
tribolato dai problemi. Due scuderie private – la Prost Grand
Prix e la Arrrows – chiusero i battenti per fallimento,
l’ultima nel corso della stagione. La Benetton
rischiò di seguire la loro sorte, fino a quando la scuderia
venne acquistata dalla Renault, che rientrò in Formula 1
portandosi dietro il direttore tecnico del team
italo–britannico, Flavio Briatore. Intanto alla Minardi si
stava facendo le ossa un giovane pilota asturiano di belle speranze,
Fernando Alonso. Eventuali altri problemi di disturbo erano
nell’unica scuderia in apparenza solida, la Ferrari. Mentre
la Formula 1 non era sconosciuta alle squadre che monopolizzavano i
podi del vincitore, le azioni della Ferrari durante il 2002 fecero
arrabbiare molti avversari, e in particolare sui finali contestati del
Gran Premio d’Austria e in quello degli Stati Uniti. Per
molti osservatori era sembrato che lo spirito sportivo non avesse
più spazio in Formula 1, quello che rendeva possibile il
detto della “vittoria a tutti i costi” troppo
lontano. Queste valutazioni e la presenza notevolmente declinante dei
team ma anche degli spettatori sui circuiti nell’ultima parte
del 2002, fu un serio problema per uno sport che era il più
costoso – e, cosa importante, il più lucrativo
grazie all’avvento delle multinazionali – del mondo
in quel tempo.
Nella stagione 2003, nonostante regolamenti cambiati pesantemente per
impedire che quanto accaduto nel 2002 succedesse di nuovo, Schumacher
vinse il campionato ancora una volta.
La F2003-GA
forse tra le più raffinate mai costruite dalla casa di
Maranello e dedicata a Gianni Agnelli, ma anche piuttosto complicata,
ebbe una lotta strettissima con il finlandese Kimi
Räikkönen e il colombiano Juan Pablo Montoya, ma
Schumacher prevalse di un solo punto nel Gran Premio del Giappone a
Suzuka.
Il 2003 era sembrato un balsamo perfetto per rinfrescare le
memorie della stagione precedente, con 8 corse vinte da piloti diversi
(incluse le prime vittorie di Fernando Alonso, passato alla Renault,
Kimi Räikkönen e il romano Giancarlo Fisichella, che
riporta un pilota italiano sul podio più alto della Formula
1 dopo parecchi anni) e cinque team differenti, inclusa la stessa
Renault (per la prima volta in 20 anni) e la Jordan, che
afferrò una vittoria fortunata nel selvaggio e incredibile
Gran Premio del Brasile.
Nella stagione 2004 la Ferrari e Schumacher ritornano a dominare
interamente il campionato, vincendo entrambi i titoli con
facilità. Una nuova corsa nel Bahrein fece il suo debutto in
Aprile e un’altra nuova gara in Cina venne messa in
calendario a Settembre. Inizialmente si pensò
all’introduzione di queste nuove corse a scapito dei
prestigiosi Gran Premi europei come quello britannico e italiano, che
rischiavano la rimozione dal campionato, ma alla fine
risultò preferibile aumentare a 18 il numero di gare
stagionali. Secondo Ecclestone, lo spostamento serviva a incrementare
l’estensione globale della serie, nonostante le rigide
restrizioni applicate in diversi paesi europei (in primis il Belgio)
sulla pubblicità al tabacco da fumo ed altrove poteva
rappresentare un fattore. Questo movimento vide la percentuale di gare
di Formula 1 svolte fuori dai tradizionali confini europei salivano
attorno al 50% – significante che il Campionato del Mondo,
visitante quattro dei sei continenti, preservava il suo nome.
Nonostante il dominio Ferrari (che vinse 15 delle 18 corse), la
battaglia nelle retrovie era molto più interessante del
2002, poiché le centrali elettriche di McLaren e Williams si
tirarono fuori da un orrendo inizio con le nuove vetture più
radicali nel progetto. Come previsto da tempo, la Renault fu assai
rapida nel capitalizzare le sfortune dei due vecchi team britannici, ma
la reale sorpresa era rappresentata dalla British American Racing,
capitanata da Jenson Button. Nonostante non avesse mai vinto una gara,
Button otteneva piazzamenti regolari sul podio, sul secondo o terzo
gradino, e con il compagno di squadra giapponese Takuma Sato riesce a
cucire un secondo posto nel Campionato Costruttori, lasciando terza la
Renault con il pescarese Jarno Trulli che ottenne una consolante
vittoria a Monaco. Montoya e Räikkönen potevano
sperare in vittorie solitarie per i loro team, finendo al quarto o al
quinto posto nei risultati.
La decisione della Ford di uscire dalla Formula 1 come fornitore di
motori alla fine della stagione 2004 espose alla
vulnerabilità totale qualche piccola scuderia. Non soltanto
la loro squadra Jaguar venne venduta alla compagnia austriaca di
bevande energetiche Red Bull, ma le poche scuderie indipendenti ancora
presenti, che usavano tradizionalmente i motori Ford, hanno trovato i
rifornimenti di motori in uno stato precario.
.
Gran Premio di San Marino 2000
Il Gran Premio di San Marino 2000
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 9 aprile 2000
all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Vincitore della gara fu Michael Schumacher su Ferrari, davanti a Mika Häkkinen e David Coulthard su McLaren - Mercedes.
Le qualifiche furono caratterizzate da un serrato confronto tra Mika Häkkinen e Michael Schumacher.
Il pilota finlandese della McLaren scavalcò in graduatoria il
ferrarista all'ultimo tentativo a sua disposizione e si aggiudicò la
terza pole position consecutiva in stagione.
Häkkinen fu favorito anche da un errore del rivale, che nel suo giro
migliore attivò inavvertitamente il limitatore di velocità alla curva
Rivazza, compromettendo la propria prestazione.
La
seconda fila fu occupata da David Coulthard e Rubens Barrichello. Il
pilota brasiliano fece segnare la propria migliore prestazione mentre
in pista erano esposte le bandiere gialle, in conseguenza della rottura
del motore verificatasi sulla Williams - BMW di Ralf Schumacher, ma i
commissari di gara, verificati i suoi intertempi, decisero di non
penalizzarlo. Proprio Ralf Schumacher, nonostante il guasto al
propulsore, fece segnare il quinto tempo, precedendo Heinz-Harald
Frentzen, Eddie Irvine e Jarno Trulli.
Dopo
il podio di Interlagos Giancarlo Fisichella non riuscì a
ripetersi e, complice una scelta errata di pneumatici, si
qualificò solo diciannovesimo.
Ferrari F1-2000 Totalmente diversa dalla F399,che la precedeva, era considerata una delle vetture più innovative
prodotte a cavallo tra la fine
degli anni novanta e l'inizio degli anni
duemila dalla casa di Maranello.
Viene inoltre ricordata per essere stata la monoposto che ha riportato la vittoria del titolo piloti alla Ferrari dopo 21 anni.
La vettura venne presentata il 7 febbraio 2000 a Maranello davanti a una schiera di 800 presenti, tra cui 400 giornalisti e 45 emittenti televisive, oltreché il presidente del Gruppo FIAT, Gianni Agnelli. La cerimonia iniziò alle 10:30, quando la monoposto venne scoperta dal telo dai piloti titolari della scuderia, Michael Schumacher e il nuovo arrivato Rubens Barrichello, e dal collaudatore Luca Badoer;
nell'occasione Schumacher, parlando per la prima volta in italiano in
pubblico, dichiarò espressamente la sua ambizione per la vittoria
mondiale.
Dal punto di vista tecnico la vettura è stata migliorata molto rispetto
all'anno precedente, è stato adottato il muso alto ma soprattutto sono
riusciti ad abbassare il baricentro grazie all'utilizzo di un propulsore
con un angolo, tra le due bancate, di 90°.
Con l'introduzione anche di nuovi materiali la vettura è risultata molto
più leggera, a tutto vantaggio della ripartizione dei pesi, un
dettaglio importantissimo nelle vetture di Formula 1.
Il Ferrari 049 utilizzato dalla casa italiana durante la stagione.
Sul propulsore lavorò un team di 135 tecnici,
coordinati da Paolo Martinelli. Il nuovo V10 tipo 049 aveva un angolo
vicino ai 90 gradi, quasi dieci in più del precedente, con
l'obiettivo dichiarato di abbassare il baricentro della vettura e
cercare di appiattire la parte posteriore della stessa per favorire la
circolazione dei flussi d'aria.
Il peso del motore venne poi ridotto a 102 kg, dieci in meno rispetto
al precedente, con l'utilizzo di leghe speciali di alluminio e di
particolari processi di microfusione. Ridotte erano anche le dimensioni, visto che non superava i 600 mm di lunghezza.[5] A livello di potenza era secondo solo al Mercedes che equipaggiava la McLaren, visto che era in grado di sprigionare 810 CV,
ma aveva un regime di rotazione superiore, potendo toccare i 17.600
giri in assetto da gara, mentre in qualifica poteva sprigionare fino a
820 CV e 17.900 giri.Per la prima volta poi il serbatoio dell'olio veniva alloggiato davanti al propulsore.
Gran Premio del Canada 2000
IIIl Gran Premio del Canada 2000 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 18 giugno 2000 sul tracciato
di Montréal, in Canada. La gara è stata vinta da Michael
Schumacher su Ferrari, davanti al compagno di squadra Rubens
Barrichello e a Giancarlo Fisichella su Benetton - Playlife.
Il circuito di Montréal è particolarmente impegnativo per l'impianto
frenante delle monoposto, presentando sei frenate con decelerazioni
superiori ai 4g.
Le scuderie prestarono, quindi, particolare cura al sistema di
raffreddamento dei freni, adottando prese d'aria di dimensioni maggiori
del consueto.
La
novità tecnica di maggiore impatto fu portata dalla McLaren, che
dotò le monoposto di Häkkinen e Coulthard di servosterzo:
la scuderia britannica aveva testato l'impianto per sei mesi prima di
montarlo sulle vetture in gara, avendo studiato una soluzione con un
ingombro e un peso particolarmente ridotti. Anche la BAR montò
il servosterzo sulla vettura di Jacques Villeneuve, ma solo nella
giornata di venerdì, in attesa di introdurlo definitivamente
nelle gare seguenti. Le uniche squadre prive di questa soluzione
rimanevano Arrows, Minardi, Prost e Sauber. Per il resto, la Jaguar non
impiegò il nuovo cofano motore introdotto nel Gran Premio di
Monaco, soluzione pensata per piste richiedenti un elevato carico
aerodinamico; la Benetton montò alettoni nuovi sia all'anteriore
che al posteriore, mentre la Sauber ebbe a disposizione una versione da
qualifica del motore Ferrari, quella impiegata dalla scuderia italiana
nell'ultima gara dell'anno precedente.
Hakkinen contro Schumacher:
il mitico sorpasso di Spa-Francorchamps
"Ecco come ti ho inchiodato amico!"
L’anno è il 2000 e la pista è Spa-Francorchamps. Il duello è tra la
Ferrari di Michael Schumacher, in testa fino a pochi giri dalla fine, e
Mika Hakkinen, su Mclaren, in gran recupero sul tedesco.
I metri che li
dividono sono sempre meno e la sequenza Eau-Rouge Redillon, rettilineo
del Kemmel il “luogo del delitto”.
Un sorpasso entrato nella storia dei
motori quello del finnico, con il doppiato Ricardo Zonta, su Bar Honda, a
godersi lo spettacolo nel confronto tra due colossi della F1. Riviviamo
le emozioni di una manovra tanto coraggiosa quanto geniale di Hakkinen.
2000 - Schumacher fa i complimenti ad Hakkinen. Sorpasso strepitoso nel finale
Gran Premio d'Italia 2000 - Schumacher eguaglia il record di Senna
Schumacher mantiene la testa della gara al via
Michael Schumacher riuscì a conservare la sua prima posizione al via con
un'ottima partenza, mentre il suo compagno di box Rubens Barrichello,
vanificò il buon risultato delle qualifiche scivolando dietro le due
Mclaren e Jarno Trulli a causa dello slittamento dei suoi pneumatici. Al
centro del gruppo un incidente tra Salo, Diniz e Irvine pose subito
fuorigara il pilota nordirlandese, costretto a parcheggiare la sua
Jaguar a causa dei danni riportati sulla sua vettura. Le due Sauber
fortunatamente riuscirono a proseguire la gara.
Il terribile incidente che causò la morte
di Ghislimberti
Nel corso del primo giro l'irruente attacco di Rubens Barrichello nei
confronti di Trulli alla variante della Roggia sfociò in una collisione
multipla causata da una frenata tardiva di Frentzen. Nell'incidente
vennero coinvolte anche la Mclaren di Coulthard e la Arrows dello
spagnolo De la Rosa, che a sua volta andò a toccare le ruote posteriori
della BAR di Zonta, decollando e capottandosi più volte in aria fino a
planare sulla Jaguar di Johnny Herbert. Le conseguenze per i piloti non
furono gravi, ma una delle ruote della Jordan di Frentzen finì contro un
commissario di gara, Paolo Ghislimberti, il quale morì poco dopo a
causa dei traumi subiti al torace. Il tempestivo trasporto in ospedale e
i tentativi di massaggio cardiaco si rivelarono purtroppo inutili.
La direzione gara decise di non interrompere il Gran Premio, mandando in
pista la Safety Car per dar modo ai commissari di togliere i detriti
rimasti in pista. Durante il periodo dietro la vettura di sicurezza,
Michael Schumacher compattò il gruppo frenando con decisione: Jenson
Button si accorse all'ultimo secondo di una di queste frenate, e nel
tentativo di evitare la Benetton di Fisichella, finì fuori pista
dovendosi ritirare per i danni riportati sulla sua Williams.
Ottima gara per la Benetton di Wurz,
saldamente in zona punti
Dopo 10 giri percorsi a ritmo blando, la gara ripartì con Schumacher
davanti ad Hakkinen, Villeneuve, suo fratello Ralf, Fisichella, Wurz e
Verstappen. Senza molti problemi il tedesco della Ferrari riuscì ad
allungare sui suoi avversari, permettendosi il lusso di gestire al
meglio il proprio passo. Nel frattempo Villeneuve fu costretto alla resa
a causa della rottura del cambio della sua BAR, lasciando spazio alle
vetture di Verstappen e Zonta, che diedero una scossa alla gara cercando
in tutti i modi di recuperare posizioni.
Ralf Schumacher tuttavia ebbe la meglio nella lotta per il gradino più
basso del podio, controllando la rimonta di Verstappen e di Fisichella,
il quale scivolò fuori dalla zona punti a causa di un problema alla
frizione durante il pit stop che gli fce perdere un giro. La strategia
di due soste azzardata da Ricardo Zonta, portò l'unica BAR superstite al
sesto posto della classifica finale, dietro la Benetton dell'austriaco
Wurz.
Schumacher e la Ferrari posero così l'ennesimo sigillo stagionale,
trionfando sul circuito di Monza e riducendo il loro distacco in
classifica nei confronti di Hakkinen e della Mclaren. Fu una gara molto
importante per il tedesco, che conquistò la sua 41° vittoria in
carriera, raggiungendo lo stesso numero di successi raccolti dal
brasiliano Ayrton Senna. Un'emozione indescrivibile, immortalata dal
pianto liberatorio del Kaiser durante le consuete interviste del
dopo-gara: alla domanda su quanto l'aver raggiunto Senna importasse per
lui, il Campione tedesco non riuscì a trattenere le lacrime, dando prova
di tutta la sua umanità
.
Ordine d'arrivo
1. Michael Schumacher (Ferrari): 1:27:31.638
2. Mika Hakkinen (Mclaren): +3,810
3. Ralf Schumacher (Williams): +52,432
4. Jos Verstappen (Arrows): +59,938
5. Alexander Wurz (Benetton): +1:07.426
6. Ricardo Zonta (BAR): +1:09.293
Schumacher esulta per la vittoria
La commozione del Kaiser nel dopogara
1
Michael Schumacher
Ferrari
1h41'12"313
2
Rubens Barrichello
Ferrari
+0"137
3
Giancarlo Fisichella
Benetton - Playlife
+15"365
Gara
Prima del giro di
ricognizione sulla vettura di Coulthard si spense il motore. I
meccanici della McLaren riuscirono a riavviarlo, ma dovettero
continuare a lavorare sulla monoposto anche dopo il limite dei 15
secondi dal via del giro di ricognizione, violando il regolamento;
questo costò al pilota scozzese uno stop&go.
Alla partenza
Michael Schumacher e Coulthard mantennero le proprie posizioni, mentre
alle loro spalle Jacques Villeneuve si inserì in terza posizione,
precedendo Rubens Barrichello, Mika Häkkinen e Heinz-Harald Frentzen,
quasi subito sopravanzato da Pedro de la Rosa. Più indietro, Eddie
Irvine rimase fermo sullo schieramento: i meccanici della Jaguar
recuperarono la sua vettura e il pilota britannico riuscì a ripartire
dai box, seppure con due giri di ritardo.
Dopo poche tornate
Coulthard fu messo sotto inchiesta dai commissari di gara per
l'irregolarità sulla griglia di partenza, per la quale gli venne
inflitto uno stop&go. Il pilota della McLaren lo effettuò al decimo
passaggio e tornò in pista in decima posizione, alle spalle di Jos
Verstappen. Il primo a fermarsi ai box fu De la Rosa, al 20º giro,
costretto ad una tattica sulle due soste dalle ridotte dimensioni del
serbatoio della sua Arrows; poco più tardi cominciò a piovere, ma
nessuno montò le gomme da bagnato e la pista si asciugò in fretta.
Al
26º giro Barrichello superò Villeneuve, che faceva da tappo, e si
ritrovò in seconda posizione davanti al pilota canadese e ad Häkkinen,
Trulli e Frentzen; il pilota tedesco si ritirò però poco dopo per un
problema ai freni. Al 34º giro Schumacher tornò ai box, cedendo
temporaneamente il comando al compagno di squadra; Häkkinen sopravanzò
Villeneuve, cominciando a rimontare sulle due Ferrari. Il pilota
finlandese compì la sua prima sosta al 42º giro, dopo essere arrivato a
tallonare Schumacher; tuttavia, dopo pochi giri ricominciò a piovere,
stavolta in modo più consistente, e tutti i piloti si dovettero fermare
per montare pneumatici da bagnato. Si avvantaggiarono così enormemente
i due piloti della Benetton, che effettuarono il loro unico
rifornimento proprio mentre ricominciava a piovere: Fisichella rientrò
in pista addirittura in seconda posizione, approfittando del fatto che
Barrichello fosse rimasto bloccato dietro al compagno di squadra ai box
e che Häkkinen avesse scelto di rimanere in pista un giro in più di
tutti gli altri con coperture da asciutto, perdendo così molto tempo.
Dopo
i cambi gomme Schumacher si trovò in testa, seguito da Fisichella,
Barrichello, Häkkinen, Trulli, Wurz e Verstappen. Al 46º giro
Barrichello sopravanzò Fisichella grazie ad un errore del pilota
romano, mentre ad Häkkinen non riuscì la stessa manovra. Verstappen
superò Trulli e Wurz e conquistò il quinto posto. Al 66º giro Ralf
Schumacher, nono, fu speronato da Villeneuve, ed entrambi furono
costretti al ritiro. Due giri più tardi, Coulthard attaccò Wurz per la
settima posizione, venendo a contatto con il pilota austriaco, che
dovette tornare ai box per far riparare la sua monoposto. Schumacher e
Barrichello conclusero in parata, seguiti da Fisichella, che conquistò
il terzo podio stagionale; chiuse quarto Häkkinen, che precedette
Verstappen, Trulli e Coulthard.
In campionato, Michael Schumacher
tornò ad aumentare considerevolmente il proprio vantaggio, riportandolo
a 22 lunghezze dopo che il ritiro a Montecarlo lo aveva ridotto a 12.
Nella classifica costruttori la Ferrari distanziò la McLaren, portando
il proprio vantaggio da cinque a diciotto punti.
Williams FW23 BMW La Williams FW23 è una vettura di Formula 1, con cui la scuderia britannica affronta il campionato 2001.
La vettura mantiene la colorazione dell'anno precedente.
Per
quanto riguarda gli sponsor quest'anno ha:l'azienda assicurativa
Allianz;l'azienda di telecomunicazione canadese Nortel;il produttore di
PC Compaq;la produttrice di birra Veltins;l'agenzia di stampa
britannica Reuters;la compagnia petrolifera brasiliana Petrobras e la
compagnia di lubrificanti americani Castrol.Però,cambia il
fornitore di gomme;infatti si passa dalla giapponese Bridgestone alla
francese Michelin.
Il Gran Premio di San Marino 2001è
stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 15 aprile 2001
sull'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. La gara fu vinta da Ralf
Schumacher su Williams - BMW, seguito da David Coulthard su McLaren -
Mercedes e da Rubens Barrichello su Ferrari. Il pilota tedesco colse il
suo primo successo in carriera e riportò alla vittoria la
scuderia inglese dopo quattro anni; l'ultima affermazione della
WilliamsGran Premio del Lussemburgo 1997, ad opera di Jacques
Villeneuve. Inoltre è stata l'ultima gara per il pilota
argentino Gastón Mazzacane.
La sessione di qualifica fu molto combattuta anche per via del
continuo miglioramento delle condizioni del circuito, bagnato sia
venerdì che sabato mattina e quindi poco "gommato" in traiettoria
all'inizio dell'ora di qualifiche.
La
maggior parte dei piloti ottenne quindi il proprio miglior tempo
all'ultimo tentativo: Coulthard e Häkkinen conquistarono la prima
fila per la McLaren, mentre Michael Schumacher, autore di un errore
nell'ultimo giro cronometrato e tra i pochi, insieme al compagno di
squadra Barrichello, a scegliere pneumatici a mescola dura, fu
sopravanzato anche dal fratello Ralf. Trulli si inserì tra i
piloti dei top team, facendo segnare il quinto tempo con la sua Jordan.
Alle sue spalle si piazzarono Barrichello, Montoya, Panis, Frentzen e
Räikkönen.
In fondo al gruppo si mise in luce Alonso, che si qualificò in
diciottesima posizione con la Minardi, precedendo le Benetton di
Fisichella e Button.
Viene confermato Ralf Schumacher, mentre Juan Pablo Montoya fa il suo esordio in F1.
Il
team ottiene quattro vittorie, tre con Schumacher (San Marino, Canada e
Germania prime tre vittorie della carriera per Ralf) e una con Montoya
in Italia, prima vittoria in Formula 1 per il colombiano.La stagione si
conclude al 3º posto nel campionato costruttori.
Michael Schumacher conquista la sua 50a vittoria in carriera, dividendo il podio con il fratello Ralf
Il Gran Premio di Francia 2001 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 1º luglio 2001 sul circuito di Magny Cours.
La gara fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari, seguito da Ralf
Schumacher su Williams e dal compagno di squadra Rubens Barrichello.
Nel Gran Premio di casa la Renault portò in pista un'importante evoluzione del proprio V10, che fu montata sulle Benetton di Fisichella e Button:
tuttavia i miglioramenti furono molto meno netti del previsto, tanto
che i due piloti fecero segnare le velocità di punta più basse per gran
parte del fine settimana.
Le scuderie principali non esibirono novità tecniche di rilievo;
le scuderie più attive oltre alla Benetton furono la Prost, che
modificò sia il corpo vettura che la geometria delle
sospensioni, e la Sauber, che montò un nuovo musetto
caratterizzato dai supporti dell'alettone a forma di V rovesciata. La
BAR montò sul muletto di Panis delle nuove sospensioni
posteriori sviluppate direttamente dal reparto corse della Honda.
Gran Premio degli Stati Uniti d'America 2001
Il Gran Premio degli Stati Uniti 2001
è stata la sedicesima prova del Campionato mondiale di Formula 1
2001. Disputato il 30 settembre 2001 sul tracciato ricavato all'interno
dell'ovale di Indianapolis, è stato organizzato
dall'Indianapolis Motor Speedway e ha visto la partecipazione di circa
200.000 spettatori. La gara, disputata meno di tre settimane dopo gli
attentati dell'11 settembre, ha rappresentato la ventesima e ultima
vittoria in carriera di Mika Häkkinen. Dietro al pilota della
McLaren sono giunti Michael Schumacher su Ferrari e il compagno di
squadra del finlandese David Coulthard. A completare la zona punti
Trulli, Irvine e Heidfeld.
In
vista del campionato successivo la Ferrari e la Williams portarono
novità tecniche che avevano intenzione di utilizzare la stagione
seguente. La casa di Maranello introdusse, infatti, un nuovo volante
caratterizzato da quattro pulsanti aggiuntivi, di cui due per regolare
il controllo di trazione.
Venne poi montato un nuovo profilo estrattore e venne adottato un
alettone posteriore identico a quello montato in occasione del Gran Premio del Canada.
Dal canto suo la Williams presentò dei nuovi scarichi del motore, molto
simili a quelli utilizzati dalla Ferrari e mise a disposizione due
telaio nuovi per i piloti, pur senza poter utilizzare la nuova
carrozzeria per la difficoltà nel montare i radiatori, troppo
ingombranti.[2]
Molto minori le modifiche attuate dalle altre scuderie, con la Jordan
che montò sulle sue vetture nuove prese dei freni simili a
quelle della Ferrari e i rimanenti team che si limitarono ad adattare
le monoposto alla pista americana.
Al
via Michael Schumacher riuscì a mantenere la testa della corsa,
seguito da Montoya, Barrichello, Ralf Schumacher, Coulthard e
Häkkinen. Nelle retrovie, invece, Tomáš Enge fu
autore di una brutta partenza a causa di un problema da lui avuto con
la procedura automatica. Il pilota ceco, infatti, aveva alcune
difficoltà di adattamento alle vetture di Formula 1 e dovette
ricorrere alla procedura manuale.Già nel corso del secondo giro
si verificò il primo ritiro: in una collisione tra i due piloti Sauber,
Heidfeld e Räikkönen, e Jarno Trulli il finlandese ebbe la
peggio e fu costretto ad abbandonare la corsa con il semiasse rotto.
Nelle prime posizioni, Barrichello, partito con una strategia sulle due
soste, guadagnò rapidamente terreno sui piloti che lo precedevano e nel
corso di tre tornate superò prima Montoya, poi il compagno di squadra
Michael Schumacher, costruendo in breve un discreto margine sugli
inseguitori.
Il primo pilota ad effettuare il pit stop fu Ralf
Schumacher, nel corso del 24º giro; il tedesco venne imitato tre giri
più tardi da Barrichello e al comando passò l'altra Ferrari di
Schumacher, che però era tallonato dalla Williams di Montoya.
Il
colombiano passò il ferrarista nel corso del 34º giro, ottenendo poi il
giro più veloce. Rientrò ai box due giri più tardi; nello stesso momento
si ritirarono sia il suo compagno di squadra, a causa di un testacoda
dovuto al troppo sovrasterzo mentre occupava l'ottava posizione, che Fernando Alonso, per la rottura del semiasse, in diciassettesima piazza.
Tifosi statunitensi durante la gara.
Le possibilità di vittoria di Montoya e della Williams svanirono nel
corso del 39º passaggio, quando sulla vettura del colombiano, in quarta
posizione, si ruppe il motore. Analoga sorte toccò pure all'altro pilota
Minardi Alex Yoong, fermato dalla rottura del cambio
mentre navigava in diciottesima posizione. Il giro seguente Schumacher,
leader della corsa, effettuò il suo secondo pit stop, e Häkkinen, che
non aveva ancora rifornito, conquistò la testa della corsa: il
finlandese della McLaren conduceva davanti alle due Ferrari, il compagno
di squadra David Coulthard, Eddie Irvine,
Jarno Trulli e Nick Heidfeld. Häkkinen rifornì al 47º giro, ma rientrò
in pista davanti alla Ferrari di Michael Schumacher, ma dietro a
Barrichello; il pilota brasiliano doveva però effettuare la seconda
sosta, che avvenne al cinquantesimo giro.
Il ferrarista tornò in pista alle spalle del pilota finlandese e
cominciò ad effettuare una serie di giri veloci per avvicinarglisi. Al
cinquantaduesimo giro Irvine eseguì la sua unica sosta, risultando
l'ultimo pilota a rifornire. Schumacher, intanto, occupava stabilmente
la terza posizione, seguito da Trulli, Irvine ed Heidfeld. Grazie anche
ad alcuni doppiaggi, la Ferrari di Rubens Barrichello riuscì a ridurre
il suo distacco dalla McLaren di Mika Häkkinen a due secondi e mezzo;
quando però sembrava che potesse raggiungere il pilota finlandese, il
brasiliano rallentò improvvisamente a causa di un problema al motore.
Barrichello tentò lo stesso di concludere la corsa, pur subendo il
sorpasso da parte del compagno di squadra e di David Coulthard, ma fu
costretto al ritiro a un giro dal termine. Häkkinen ottenne così la
ventesima vittoria in carriera, la sua ultima, davanti a Michael
Schumacher e a Coulthard; quarto posto per Jarno Trulli, seguito Irvine,
Heidfeld e Alesi.
Gran Premio d'Ungheria 2001
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 19 agosto 2001
sul circuito Hungaroring, a Budapest. La gara fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari, davanti al compagno di squadra Rubens Barrichello e a David Coulthard su McLaren - Mercedes.
Il pilota tedesco, oltre ad aggiudicarsi matematicamente il quarto
Titolo Piloti in carriera con quattro gare di anticipo rispetto alla
fine della stagione, eguagliò anche il record di 51 vittorie in Formula 1 detenuto fino a quel momento da Alain Prost.
Durante la pausa di tre settimane dal precedente Gran Premio di Germania
le scuderie prepararono diverse novità tecniche per le proprie
monoposto. Particolarmente attive furono Williams e Jordan: la prima
introdusse un nuovo cofano motore, caratterizzato nella parte posteriore
da un profilo alare aggiuntivo, mentre la seconda portò in pista una
versione profondamente rivista della propria vettura, con una
carrozzeria più rastremata nella parte posteriore e un nuovo alettone
anteriore.
La Benetton tornò ad utilizzare un alettone anteriore più tradizionale
dopo aver disputato le gare precedenti con un musetto caratterizzato dai
supporti dell'alettone a forma di V rovesciata,
mentre la Ferrari montò sulle F2001 un nuovo alettone posteriore,
modificato rispetto al precedente soprattutto nella zona di attacco al
supporto.
La Minardi, infine, portò in pista un nuovo cambio in fusione di
titanio, soluzione adottata da entrambe le vetture in qualifica, ma
mantenuta dal solo Marques in gara.
Gran Premio del Brasile 2001
Il Gran Premio del Brasile 2001
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 1º aprile
2001 sul circuito di Interlagos di San Paolo. La gara è stata
vinta da David Coulthard su McLaren, che pose fine ad una serie di sei
vittorie consecutive conquistate da Michael Schumacher. Il pilota
tedesco della Ferrari giunse secondo, davanti a Nick Heidfeld su Sauber.
Michael Schumacher ottenne la sua settima pole position consecutiva,
precedendo di circa tre decimi il fratello Ralf: per la prima volta
nella storia della Formula 1 due fratelli occuparono la prima fila di
uno schieramento di partenza. Ad eccezione del tempo fatto segnare da
Michael Schumacher nel proprio ultimo tentativo, che rimase
innavicinabile, la sessione fu piuttosto combattuta, tanto che
Barrichello, in sesta posizione, fu più lento di appena un decimo
rispetto a Ralf Schumacher. Tra i due si inserirono Häkkinen, Montoya e
Coulthard.
La quarta fila fu occupata dalle due Jordan, con Trulli più
veloce del compagno di squadra Frentzen di appena tre millesimi di
secondo. Seguivano Heidfeld e Räikkönen su Sauber, Panis e Villeneuve su
BAR e Irvine e Burti su Jaguar. La Benetton si trovò ancora costretta a
lottare nelle ultime file dello schieramento: Fisichella ottenne il
diciottesimo tempo, Button il ventesimo, alle spalle anche di Alonso
sulla Minardi.
Belgio 2001 e il miracolo di Luciano Burti
Si sa che la fortuna gira sempre. Delle volte ti aiuta; altre
volte sembra dimenticarsi di te. Un pilota è perfettamente a conoscenza
di questa legge scritta da chissà chi. Luciano Burti in quel Gran Premio
del Belgio del 2001 ebbe la fortuna nettamente dalla sua parte. E pace
sia se è stata la sua ultima gara in Formula 1.
Prima di quel Gran Premio: Luciano Burti in quel 2001
ha 26 anni. Alle spalle una carriera consolidata in Brasile nelle
formule minori, per poi trasferirsi in Europa, grazie ai soldi del papà,
a fine anni 90. Due stagioni F3 britannica, un terzo posto a fine
campionato 1999 e un’amicizia solida con Rubens Barrichello, a tal punto
da spingerli a dividere casa. Amicizia con “Rubinho” e sopratutto
ottimi risultati in F3, spingono Jackie Stewart ad affidarli una SF3 (la
Stewart Gran Prix del 1999) per un test. Va talmente bene che il buon
Jackie lo scrittura subito e rimane nel team anche dopo la cessione alla
Jaguar (leggi: Ford). Nel 2000, Burti parte come test driver e si
dimostra subito all’altezza dei piloti ufficiali Irvine ed Herbert. In
Austria, il buon provolone Eddie viene colpito da un’attacco acuto di
appendicectomia ed è costretto a saltare il Gran Premio. Burti viene
chiamato di corsa, sale su una macchina non assettata secondo le sue
richieste e ottiene un undicesimo posto molto positivo. Viene rimandato a
casa a collaudare i pacchetti evolutivi, ma nessuno si dimentica lui.
Nel 2001, viene promosso al ruolo di pilota ufficiale, ma la smania di
crescere del box color verde british lo vuole licenziato dopo appena 4
gare. Burti non si demoralizza e salta in Prost al posto di Mazzacane,
lento e pure incapace di appoggiare i pochi sponsor che il team del
“professore” aveva (Brasile 2001, shooting fotografico per bevanda
energetica: Mazzacane non deglutisce l’unica sorsata che doveva dare in
tutto il week end). In Prost i risultati non arrivano: un ottavo posto
in Canada è la miglior prestazione, poi tanti ritiri e un’incidente da
paura al via del Gp di Germania. Burti decolla su Schumacher, rimasto
lento a causa di un problema al motore. Infine arriva il 2 settembre
2001: giorno del Gp del Belgio.
Gran Premio del Belgio 2001: Che
quella domenica non fosse una domenica normale, lo si capisce fin dal
mattino. Alonso, che era li solo perchè i commissari furono magnanimi,
picchia violentemente alla Stavelot nel corso del warm up. Impatto
durissimo, lo stesso compagno Marques si ferma per controllare le
condizioni del compagno, ma nulla di grave. Alonso può partecipare alla
gara. Dopo poche ore, finalmente il via.. ripetuto due volte. Prima
Frentzen e Marques poi anche Montoya lasciano spegnere il motore.
Bandiera rossa e tutto da rifare. Nel secondo start anche Ralph
Schumacher avrà problemi ma riuscirà a risolverli. La procedure di
partenza avviene regolarmente e Schumacher (che sulle Ardenne si trova
da dio) vola. Seguono il fratello Ralph e Barrichello. Al quinto giro,
però, accade il fattaccio. Burti, grazie alle disgrazie altrui, è
risalito fino al 16° posto ed è in scia all’ ex compagno Irvine, alle
prese con la Jaguar R2: la peggior vettura mai guidata in carriera
dall’irlandese. Affrontare la curva Blanchimont in pieno, vuol dire
avere una certa dose di pelo; tentare un’attacco li vuol dire averne un
tir in sovraccarico. Burti vede Irvine in difficoltà li e tenta
l’affondo. Irvine, non si accorge della Prost al suo fianco e chiude la
traiettoria normalmente fino ad arrivare al contatto. La ruota
posteriore sinistra di Irvine, tocca prima l’anteriore destra e poi
l’alettone della Prost di Burti. Nel contatto si danneggia il braccetto
dello sterzo e l’alettone si stacca, lasciando il brasiliano a quasi
270Km\h senza il più totale controllo. Burti tenta di scalare due marce e
si appende ai freni ma la via di fuga è troppo breve: l’impatto è
devastante. La Prost si infila nelle gomme come un cuneo, e lancia
blocchi di gomme in aria come se fossero dei cartoni vuoti. Via radio,
l’ingegnere di Burti domanda: “Luciano, Are you Ok?”. Non riceve nessuna
risposta. I soccorsi sono immediati, ma non sono all’altezza della
situazione. Irvine, che ha picchiato duro pure lui, in un primo momento
sembra voler rientrare subito ai box, ma appena si accorge
della gravità dell’accaduto corre subito verso il mucchio di gomme
sotto la quale è sepolta la Prost di Burti.
La gara viene in un primo
momento neutralizzata con la Safety Car, ma subito dopo si ricorre alla
bandiera rossa per la gravità del botto. Sid Watkins arriva subito sul
posto e trova di fronte a se una scena agghiacciante. E’ subito chiaro
che la testa di Burti ha picchiato contro le gomme e inoltre ha subito
una compressione causata dalle stesse gomme di protezione. Il casco è
praticamente sfondato sulla mentoniera e presenti chiari segni di urto
sulla calotta superiore.
L’impatto è stato talmente violento, che le
paratie laterali alla testa del pilota si sono rotte. La visiera, come
se non bastasse, si è rotta sfregiando il viso del pilota e si teme
anche il “colpo di frusta” (all’epoca il collare Hans non c’era ancora).
Burti viene estratto dalla vettura privo di coscienza, e l’intero
paddock cade in quella angoscia che non si provava dai tempi di Imola
1994.
Il post incidente: L’esperienza
del dottor Watkins tornano come non mai utili. Burti riprende
conoscenza, ma è in preda ad attacchi di panico molto forti. In un primo
momento viene visitato nella clinica del circuito, ma si decide per il
suo trasporto all’ospedale di Liegi. Solo verso la fine della gara
(vinta manco a dirlo da Schumacher) verrà diramato il bollettino medico:
trauma cranico di lieve entità e tumefazioni sul volto. Burti è vivo e
sta bene. Il miracolo si è compiuto. Nell’immediato dopo gara,
circoleranno voci messe su da Barrichello che davano Burti in perfette
condizioni, pronto a prendere a cazzotti Irvine. In realtà, furono voci
arrivate ai piloti per spingerli a correre nonostante il brutto fatto
avvenuto.Barrichello in particolare fu “intortato” molto perchè, da
grande amico che era ed è di Burti, voleva parcheggiare la F2001 e
ritirarsi per stare vicino all’amico in questo momento difficile. Burti
non ricordava (e manco oggi lo ricorda) nulla dell’incidente e rivedendo
le immagini arriverà al punto di scagionare Irvine da ogni
responsabilità. In seguito a questo incidente (e all’improvvisazione dei
commissari) si decise a fine che ogni circuito doveva avere dei
commissari addestrati mediante corsi di formazione periodici. La Formula
1 fece un’altro passo avanti sulla sicurezza. Nessun prezzo pagato
stavolta; andò bene a tutti.
Il casco a mo di trofeo: La
Fia aprì, comunque, un fascicolo per stabilire se c’erano delle
responsabilità nel crash e per capire se vi erano punti critici da
migliorare. Fu requisito il casco di Burti che fu esaminato a lungo per
capire come era possibile che la mentoniera cedesse in questa maniera.
Trovate e colmate le lacune, il casco venne archiviato in un magazzino
nei pressi di Parigi e solo di recente è stato restituito al legittimo
proprietario che ha postato una foto sul social Instagram commentando: “Lo
metterò nella mia collezione, assieme a quelli di Schumacher,
Barrichello, Button, Webber e tanti altri colleghi, oltre che
logicamente ai miei. In un primo momento, ho pensato di metterlo vicino
ai miei trofei. In fondo è un pò come se lo fosse“.
La carriera di Burti, in pratica, sulle
monoposto di F1 finì quel giorno. Grazie all’amicizia con Barrichello,
venne ingaggiato dalla Ferrari come collaudatore, per poi tornare in
Brasile per correre con le Stock Car locali dove ha chiuso la carriera.
Luciano Burti, è il pilota scampato a uno degli incidenti più
impressionanti dal dopo Senna fino ad oggi. E’ stato un monito per tutta
la Formula 1: si stava andando ancora oltre. Il segno tra sicurezza e
pericolo era stato valicato. Tutti i piloti moderni qualcosa a Burti lo
devono, ma il fatto che poi qualcuno abbia usato questa esasperata
ricerca della sicurezza per scopi puramente di portafoglio; beh quello è
un’altro paio di maniche.
Il Gran Premio del Canada 2001 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 10 giugno 2001 sul circuito cittadino di Montreal.
La gara fu vinta da Ralf Schumacher su Williams, davanti al fratello
Michael Schumacher su Ferrari e a Mika Häkkinen su McLaren. Per la
prima volta nella storia della Formula 1 due fratelli occuparono le
prime due posizioni al traguardo: i fratelli Schumacher erano
già stati i primi a terminare contemporaneamente sul podio, nel
Gran Premio d'Italia 1998.
Durante
le sessioni di prova di venerdì Frentzen, che era stato
protagonista di un violento incidente nel precedente Gran Premio di
Monaco, accusò problemi di vertigini e difficoltà nel
concentrarsi. Frentzen decise quindi di rinunciare a partecipare alla
gara: al suo posto la Jordan mandò in pista il collaudatore
Ricardo Zonta, pilota della BAR nelle stagioni 1999 e 2000.
Sempre venerdì Montoya e Villeneuve vennero a contatto, con il
colombiano che tamponò il canadese; nella consueta riunione dei piloti
del venerdì i due ebbero un violento litigio, venendo alle mani.
Gran Premio della Malesia 2002
Il Gran Premio della Malesia 2002 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 17 marzo 2002 sul circuito di Sepang.
La gara fu vinta da Ralf Schumacher
su Williams-BMW davanti al compagno di squadra Juan Pablo Montoya e a Michael Schumacher su Ferrari.
Il clima caldo e umido del circuito malese spinse molte scuderie a
praticare aperture aggiuntive nelle fiancate delle proprie monoposto, in
modo da migliorare il raffreddamento delle componenti interne.[La Ferrari, in attesa del debutto ormai imminente della F2002, schierò nuovamente due F2001 modificate per Michael Schumacher e Barrichello, sulle cui fiancate furono aperti degli sfoghi supplementari, di dimensioni maggiori sul lato destro.
La scuderia più attiva fu la Renault, che utilizzò in gara una versione
potenziata del proprio propulsore (riservata alle sole qualifiche in Australia) e portò in pista un nuovo alettone posteriore e un nuovo profilo estrattore.
La Phoenix Finance provò a presentarsi al Gran Premio, spedendo in Malesia due telai Prost equipaggiati con motori Hart del 1998 ed i retrotreni delle vetture biposto della Arrows.[2]
Si presentarono a Sepang anche Tarso Marques e Gastón Mazzacane,
oltre ad un gruppo di 30 persone formato da ex personale Prost e TWR.
Tuttavia, le vetture furono bloccate alla dogana perché non
riconosciute come facenti parte degli accordi che permettono ai team di
Formula 1 di trasportare le proprie monoposto dentro e fuori i vari
Paesi senza pagare tasse e la FIA non riconobbe la validità del
passaggio di proprietà dell'iscrizione della Prost al mondiale
2002 alla Phoenix, escludendola dal campionato.
Alla partenza la Arrows di Frentzen
rimase ferma sullo schieramento. La vettura del tedesco fu riportata
tempestivamente ai box, da dove ripartì con due tornate di ritardo sul
gruppo.
Alla
prima curva Montoya, partito meglio del rivale, affiancò
all'esterno Michael Schumacher. I due vennero a contatto e il pilota
tedesco perse l'alettone anteriore, mentre il colombiano finì
nella via di fuga, rientrando in pista in undicesima posizione.
Passò quindi al comando Barrichello, seguito da Ralf Schumacher
e dalle due McLaren di Räikkönen e Coulthard. Nel corso del
secondo giro Sato,
in decima posizione, tamponò violentemente il compagno di
squadra Fisichella. Entrambi furono costretti ai box per le
riparazioni, che nel caso del pilota romano si protrassero per oltre
quattro minuti. Anche Schumacher effettuò una sosta per
sostituire il musetto danneggiato, tornando in pista nelle retrovie.
Montoya approfittò dell'incidente tra le due Jordan e
sopravanzò Salo, Trulli (rallentato da problemi tecnici che lo
costrinsero al ritiro dopo poche tornate) e Button, risalendo fino al
sesto posto. Il colombiano fu, però, ritenuto responsabile dai
commissari di gara per l'incidente con Schumacher e penalizzato con un
drive-through, che effettuò al nono passaggio, perdendo tre
posizioni.
Al 13º giro Coulthard cominciò ad accusare problemi al
propulsore. Lo scozzese subì diversi sorpassi, ritirandosi poco più
tardi. Al quarto posto si trovò quindi Heidfeld,
seguito da Button e Salo. Al 19º giro Michael Schumacher si fermò ai
box insieme ad Heidfeld, mentre due tornate più tardi fecero lo stesso
Montoya e Barrichello. Al 24º giro cedette il motore anche sulla McLaren
di Räikkönen, risalito fino alla seconda posizione grazie a ritiri e
rifornimenti degli avversari. Button conquistò così la terza posizione,
alle spalle di Barrichello e Ralf Schumacher. Sia il pilota della
Renault che quello della Williams erano partiti con la tattica di un
unico pit stop, che effettuarono contemporaneamente nel corso della 31ª
tornata. Barrichello recuperò il comando della corsa per quattro giri,
fermandosi poi per la seconda volta ai box. Il brasiliano tornò in pista
in seconda posizione, ma le sue residue possibilità di vittoria
svanirono nel corso del 40º giro, quando sulla sua Ferrari esplose il
motore.
Ralf Schumacher rimase quindi senza rivali per la vittoria,
mentre alle sue spalle Button dovette difendere la seconda posizione dai
rimontanti Montoya e Michael Schumacher. Il colombiano si liberò del
pilota della Renault nel corso del 44º giro, mentre Schumacher, pur
essendo molto più veloce del rivale, riuscì a raggiungerlo e superarlo
solo ad un giro dalla fine, quando sulla Renault dell'inglese cedette la
sospensione posteriore. Nonostante questo inconveniente Button riuscì a
concludere la corsa con un ottimo quarto posto; dietro di lui si
piazzarono le due Sauber di Heidfeld e di Massa,
che conquistò il primo punto iridato alla seconda gara della
carriera. La scuderia inglese ottenne la sua prima doppietta dalGran Premio del Portogallo 1996.
Gran Premio di San Marino 2002
Il Gran Premio di San Marino 2002 all' è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 14 aprile 2002Autodromo
Enzo e Dino Ferrari di Imola. La gara fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari, davanti al compagno di squadra
Rubens Barrichello e al fratello Ralf Schumacher su Williams - BMW.
L'attenzione delle scuderie fu concentrata principalmente sui freni,
impegnati severamente sul circuito imolese, ma la pioggia caduta a
intermittenza durante le sessioni di prove libere del venerdì non
consentì di effettuare molte sperimentazioni per quanto riguardava i
materiali.
Furono invece provate da molte scuderie delle prese d'aria di
dimensioni maggiorate per migliorare il raffreddamento dei dischi.
La
Ferrari portò in gara quattro esemplari della nuova F2002,
destinandone uno anche a Barrichello, che nella gara precedente aveva
gareggiato con la versione B della vecchia F2001.La McLaren, invece,
introdusse una nuova sospensione posteriore, pensata per sfruttare al
meglio gli pneumatici Michelin. La Jordan introdusse un profilo alare
supplementare sul roll bar, mentre Honda e Toyota portarono in pista
delle versioni evolute dei propri propulsori.
Gran Premio d'Australia 2002
Il Gran Premio d'Australia 2002
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 3 marzo 2002
sul circuito Albert Park a Melbourne. La gara fu vinta da Michael
Schumacher su Ferrari, davanti a Juan Pablo Montoya su Williams - BMW e
a Kimi Räikkönen su McLaren - Mercedes. In questa occasione
fecero il loro debutto in Formula 1 Felipe Massa, Mark Webber, Takuma
Satō e Allan McNish, oltre al team Toyota.
All'avvio del
giro di formazione entrambe le Arrows rimasero ferme sullo
schieramento. Dopo tre giri dall'inizio della gara i meccanici
riuscirono a riavviare la vettura di Frentzen, ma il pilota tedesco
uscì dalla corsia dei box con il semaforo rosso acceso e fu
squalificato. Il compagno di squadra Bernoldi fu addirittura fatto
ripartire con il muletto, subendo anch'egli una squalifica.
Alla partenza
Barrichello mantenne la testa del gruppo, mentre Ralf Schumacher
sopravanzò il fratello e, giunto alla prima staccata,
tentò di insidiare il brasiliano. Tuttavia, Barrichello chiuse
il pilota della Williams, che tamponò violentemente la Ferrari.
La vettura di Ralf Schumacher decollò, riatterrando sulle
quattro ruote nella via di fuga. Il pilota tedesco non riportò
conseguenze fisiche, ma sia lui che Barrichello furono costretti al
ritiro. Michael Schumacher e Räikkönen dovettero compiere un
fuoripista per evitare l'incidente, mentre a centro gruppo si
sviluppò una carambola nella quale furono coinvolti Heidfeld,
Fisichella, Massa, Button, Panis, McNish e Salo. Solo quest'ultimo fu
in grado di continuare la gara, dovendo però rientrare ai box
per effettuare delle riparazioni sulla propria vettura. Anche
Räikkönen dovette fermarsi per far rimuovere un detrito che
si era infilato nell'abitacolo, impedendogli di guidare correttamente.
La direzione gara fece entrare in pista la safety car, dietro alla
quale si allinearono, nell'ordine, Coulthard, Trulli, Montoya, Michael
Schumacher, Irvine e de la Rosa.
La vettura di sicurezza si fece da parte alla fine della quinta
tornata: Coulthard incrementò il proprio vantaggio, mentre Montoya
cominciò a mettere sotto pressione Trulli, subendo però il sorpasso da
parte di Schumacher. Il pilota tedesco cominciò a sua volta a tallonare
Trulli, senza riuscire a passarlo. Il pilota abruzzese andò però in
testacoda nel corso del nono giro, ritirandosi. La Renault rimase in
traiettoria e la safety car rientrò in pista. Quando la vettura di
sicurezza uscì di scena all'undicesimo giro, Coulthard, in difficoltà
con il cambio, perse subito due posizioni, mentre Schumacher subì il
sorpasso di Montoya.
Il pilota
tedesco era, però, nettamente più veloce del rivale e lo
tenne sotto pressione fino al 17º passaggio, quando lo
sopravanzò alla prima curva, accumulando subito un grande
vantaggio. A fondo gruppo Räikkönen rimontò fino alla
terza posizione e iniziò a recuperare terreno su Montoya, mentre
il suo compagno di squadra Coulthard fu superato anche da Irvine e
Webber. Il pilota scozzese si ritirò al 33º giro con il
cambio bloccato in sesta marcia. Al 27º giro sulla BAR di
Villeneuve, che occupava la sesta posizione, cedette il supporto
dell'alettone posteriore, spedendo il canadese contro le barriere. In
testa alla corsa Schumacher continuò ad aumentare il suo
vantaggio sugli inseguitori, mentre alle sue spalle
Räikkönen, autore anche del giro più veloce in gara,
arrivò a contendere il secondo posto a Montoya, superandolo
durante le soste ai box. Il pilota finlandese commise però un
errore, cedendo nuovamente la posizione al rivale.
Non vi furono ulteriori scambi di posizione e Schumacher tagliò
il traguardo in prima posizione davanti a Montoya, Räikkönen e Irvine.
Nelle ultime fasi di gara Salo si avvicinò parecchio a Webber, in
difficoltà con il differenziale della propria vettura. Il pilota
australiano mise al sicuro la quinta posizione quando il rivale andò in
testacoda a due tornate dal termine, portando la Minardi in zona punti
per la prima volta dal Gran Premio d'Europa 1999.
L'entusiasmo per il risultato ottenuto fu tale che, al termine della
cerimonia di premiazione, Webber e Paul Stoddart salirono sul podio a
festeggiare. Salo riuscì comunque a portare la vettura al traguardo, conquistando un punto per la Toyota al debutto.
Il Gran Premio del Canada 2002 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 9 giugno 2002 sul circuito di Montréal. La gara fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari, davanti a David Coulthard su McLaren - Mercedes e al compagno di squadra Rubens Barrichello.
La BAR, unica
scuderia a non aver ancora ottenuto punti, introdusse una versione
profondamente rivista della propria monoposto, progettata dal nuovo
direttore tecnico Geoff Willis e, data la provenienza del tecnico
inglese, molto simile dal punto di vista delle appendici aerodinamiche
alla Williams FW24. In particolare la vettura anglo-americana fu dotata
di due pinne che, partendo dalla metà della fiancata, arrivavano
davanti alle ruote posteriori, soluzione impiegata da due stagioni
dalla Williams.
La maggior
parte delle scuderie lavorò molto sui freni, estremamente
sollecitati sulla pista canadese. Diverse scuderie provarono impianti
forniti da case diverse (Brembo, Hitco e Carbon Industrie).
BMW e Mercedes portarono in pista delle versioni evolute dei
propri motori, che vennero utilizzati in qualifica dalla McLaren e anche
in gara dalla Williams.
La Sauber, infine, presentò delle nuove sospensioni anteriori
caratterizzate dai triangoli inferiori costruiti in titanio e non più in
acciaio.
Gran Premio d'Italia 2002
Il Gran Premio d'Italia 2002 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 15 settembre 2002 all'autodromo di Monza.
La gara fu vinta da Rubens Barrichello su Ferrari, secondo fu il suo
compagno di squadra Michael Schumacher, terzo si piazzò l'ex
ferrarista Eddie Irvine su Jaguar.
Nella terzultima gara stagionale, sulla veloce pista di Monza, le
scuderie si concentrarono principalmente sulla ricerca di un assetto con
un bassissimo carico aerodinamico che non penalizzasse troppo le
vetture nelle violente frenate che caratterizzano il tracciato italiano.
Tutte le squadre portarono in pista alettoni posteriori con profili
molto ridotti, mentre alcune scuderie, tra le quali Williams e McLaren,
introdussero soluzioni inedite anche per quanto riguardava l'alettone
anteriore.
Diversi motoristi fornirono ai propri team di riferimento delle
versioni potenziate dei rispettivi propulsori; si mise in luce la BMW,
che dichiarò di aver fatto raggiungere al proprio motore una potenza
massima di 900 cavalli a 19000 giri al minuto.
Montoya
sfruttò la grande potenza del motore BMW da qualifica per
conquistare la settima pole position stagionale. Il pilota colombiano
effettuò la sua migliore prestazione ad una velocità
media di 259,827 km/h, la più alta mai fatta registrare su un
giro fino a quel momento: il record precedente, 258,983 km/h di media,
era stato fatto segnare da Keke Rosberg nelle prove del Gran Premio di
Gran Bretagna 1985, alla guida di una Williams - Honda.[3] Alle spalle di Montoya si piazzarono Michael Schumacher, Ralf Schumacher e Barrichello.
Irvine
fece segnare la migliore prestazione stagionale per la Jaguar,
conquistando la quinta posizione in griglia davanti alle McLaren di Räikkönen (penalizzato per un incidente con Sato
durante le prove libere) e Coulthard ed al compagno di squadra De la
Rosa. Le Renault, penalizzate dalla scarsa potenza del propulsore,
furono relegate nella seconda parte dello schieramento, con Trulli
undicesimo e Button diciassettesimo.
2002:Dominio assoluto.
Non
è la prima volta che una scuderia di Formula 1 domina il campionato nei
confronti degli avversari. Quest'anno è toccato alla Ferrari, ma in passato
McLaren e Williams, sono anch'esse riuscite ad imporre la loro supremazia sulla
concorrenza in un determinato periodo.
Una differenza interessante tra la Ferrari e le due scuderie britanniche è che
queste ultime lasciavano la loro coppia di piloti duellare in pista, mentre
Michael Schumacher e Rubens Barrichello sono sempre stati gestiti da ordini
impartiti dai dirigenti della squadra.
Tuttavia nel 2002 la Ferrari ha stabilito record a ripetizione, ottenendo dei
risultati che sicuramente rimarranno imbattuti nella storia dell'automobilismo
mondiale per molto tempo.
Quando è stata scoperta nel giorno della sua presentazione, la F2002 ha
suscitato subito un coro unanime di apprezzamenti. Nonostante non avesse ancora
percorso alcun giro in pista, la nuova monoposto di Maranello ha immediatamente
stimolato la fantasia di tifosi, appassionati e addetti ai lavori, i quali
sognavano una Ferrari imbattibile.
I loro desideri sono stati accontentati. I ‘Geni della lampada' della Scuderia
italiana, ossia gli ingegneri e progettisti, hanno costruito una macchina che
era destinata ad entrare per sempre negli annali della Formula 1. Un cambio
rivoluzionario a fusione in titanio, un'aerodinamica completamente rivista per
ottimizzare i flussi d'aria e tante altre migliorie hanno permesso alla Rossa di
volare verso la gloria.
Nel primo test con la F2002 Michael Schumacher ha polverizzato subito i record
del circuito di Fiorano. L'unica preoccupazione derivava dal cambio di nuova
concezione, ma questi pensieri hanno presto lasciato spazio al sogno di una
Rossa invincibile che è divenuto realtà.
I numeri di questa stagione parlano da soli : 221 punti nel campionato
costruttori, è la cifra che si ottiene se si sommano i punti segnati da tutte le
altre scuderie, dalla Williams alla Arrows. 15 vittorie su 17 Gran Premi. A
Monaco vinse meritatamente David Coulthard, ma per sua fortuna Schumacher non
riuscì a segnare la pole posisition. A Sepang invece s'impose il fratellino, ma
la gara di Michael fu certamente penalizzata dal contatto con Juan Pablo Montoya
alla prima curva.
Se Williams e McLaren non riusciranno a produrre un pacchetto decisamente più
competitivo rispetto a quello di quest'anno, Michael Schumacher ‘rischia' di
diventare il ‘Michael Jordan' della Formula 1.
Nonostante l'audience della categoria regina ha subito un netto calo e il
momento negativo dell'economia mondiale si è fatto sicuramente sentire,
quest'anno l'Italia può godersi questa Ferrari da record che ha infiammato le
domeniche degli italiani con le prodezze di Rubens Barrichello e Michael
Schumacher e con una F2002 che senza ombra di dubbio è forse la vettura più
competitiva che sia mai stata costruita.
A Interlagos, dove la Ferrari ha impiegato per la prima volta questa
‘Astronave', sulla griglia di partenza del Gran Premio i capi scuderia sono
andati tutti ad ammirare questo gioiello tecnologico che ha distrutto la
concorrenza fin da subito ed ha permesso a Michael Schumacher di salire sul
podio in tutte le corse di questa stagione.(I primi due Gran Premi con la
F2001).
Gran Premio di Monaco 2003
Il Gran Premio di Monaco 2003 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 1º giugno 2003 sul circuito di Montecarlo.
La gara fu vinta da Juan Pablo Montoya su Williams - BMW, davanti a
Kimi Räikkönen su McLaren - Mercedes e a Michael Schumacher
su Ferrari. Fu uno dei pochi Gran Premi nella storia della Formula 1
nel quale non fu effettuato nessun sorpasso in pista.
Durante le prove libere del sabato mattina Jenson Button
fu protagonista di un violento incidente all'uscita del tunnel,
rimanendo intrappolato quasi dieci minuti all'interno della propria
monoposto prima di esserne estratto dai soccorritori. Pur essendo
rimasto illeso, per precauzione il pilota inglese non prese parte a
qualifiche e gara.
Come tutti gli anni le scuderie presentarono varie soluzioni pensate
appositamente per il particolare circuito monegasco, alla ricerca del
massimo carico aerodinamico possibile.
La Ferrari portò in pista un nuovo alettone posteriore, caratterizzato
dalla forma a diedro dei profili introdotta ormai da tempo dalla Renault.
Anche la scuderia francese montò un nuovo alettone posteriore, il cui
profilo superiore era vincolato solo nella parte anteriore, tanto da far
ipotizzare che potesse flettere alle alte velocità in modo da non
penalizzare eccessivamente la resistenza all'avanzamento.
La Renault fu anche l'unica squadra a montare un secondo alettone sul
roll-bar oltre a quello tradizionale sopra la presa d'aria.
La Williams e
la McLaren concentrarono le proprie attenzioni sulle sospensioni
anteriori. Sulle vetture della scuderia di Grove il tirante dello
sterzo fu separato dal triangolo superiore della sospensione, di solito
unito al primo elemento per motivi aerodinamici. La McLaren, invece,
applicò dei rinforzi alle sospensioni in previsione di possibili
contatti con i guard rail.
Il Gran Premio del Giappone 2003 disputato il 12 ottobre sul circuito di Suzuka. La gara fu vinta da Rubens Barrichello su
Ferrari, davanti ai due piloti della McLaren - Mercedes Kimi
Räikkönen e David Coulthard.
Michael Schumacher,
ottavo al traguardo, conquistò il suo sesto titolo mondiale, il quarto
consecutivo. Con questa affermazione il pilota tedesco divenne il più
vincente di sempre, battendo il record di cinque titoli appartenente a Juan Manuel Fangio.
Questa gara segna l'ultima apparizione in F1 per Heinz-Harald Frentzen,
Jos Verstappen, Justin Wilson e Ralph Firman e per Nicolas Kiesa.
Come
già accaduto nella maggioranza delle gare precedenti, tre delle
quattro scuderie che avevano aderito all'accordo per effettuare una
sessione di test privati il venerdì mattina a patto di non
effettuarne durante la stagione portarono in pista una terza vettura.
In particolare, la Renault portò in pista il collaudatore Allan
McNish, la Minardi Gianmaria Bruni e la Jordan fece esordire il pilota
locale Satoshi Motoyama.
Nella prima sessione di prove libere di sabato mattina Räikkönen
ebbe un incidente, nel quale la sua vettura riportò danni estesi. Per la
seconda sessione la McLaren affidò al finlandese la monoposto del
compagno di squadra, in modo da permettergli di trovare un buon assetto
per le qualifiche..
Gran Premio di Gran Bretagna 2003
Il Gran Premio di Gran Bretagna 2003
è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 20 luglio 2003
al circuito di Silverstone. La gara, condizionata da un'invasione di
pista da parte dell'ex sacerdote irlandese Cornelius Horan, fu vinta da
Rubens Barrichello su Ferrari. Il brasiliano precedette sul traguardo
Juan Pablo Montoya su Williams - BMW e Kimi Räikkönen su
McLaren - Mercedes.
Approfittando di una sessione di test collettiva svoltasi a Barcellona
la settimana precedente il Gran Premio, molte scuderie portarono in
pista sostanziali novità tecniche. Fece eccezione la McLaren, la
cui nuova MP4-18 non superò la prova d'urto laterale prevista
dalla FIA, vedendo slittare ulteriormente il proprio debutto.
BAR, Renault, Toyota e Jaguar
presentarono delle versioni B delle proprie monoposto. La scuderia
anglo-americana schierò praticamente una nuova vettura,
caratterizzata da fiancate molto più strette rispetto alla
precedente e da un nuovo profilo estrattore. Non fu montato, invece, il
nuovo cambio provato a Barcellona, che necessitava di ulteriori test.
Anche la Renault portò in pista una nuova carrozzeria ed un nuovo
profilo estrattore, mentre la Toyota introdusse delle nuove fiancate
molto simili a quelle della Ferrari F2003GA.
Infine la Jaguar, pur non apportando modifiche alla carrozzeria della
R4, montò sulle proprie vetture dei nuovi alettoni e un nuovo profilo
estrattore.
Dopo che nel Gran Premio di Francia
gli pneumatici Michelin avevano dimostrato una netta superiorità
rispetto ai Bridgestone, a Silverstone la situazione tornò in
equilibrio. Barrichello conquistò la sua seconda pole position stagionale con quasi due decimi di vantaggio su Trulli,
nonostante avesse effettuato per secondo il proprio giro cronometrato,
dopo essere uscito di pista nelle sessione di venerdì. Nel confronto tra
i due risultò determinante il primo settore della pista, nel quale il
pilota della Ferrari guadagnò oltre due decimi sul rivale: nonostante il
pilota italiano avesse fatto segnare i migliori parziali nel secondo e
nel terzo settore, il margine del brasiliano fu sufficiente a
consegnargli la prima posizione.
In seconda fila si piazzarono
Räikkönen e Ralf Schumacher, mentre Michael Schumacher,
rallentato da un errore alla curva Abbey, si dovette accontentare della
quinta posizione. Da Matta sfruttò al meglio la versione evoluta
della Toyota, marcando il sesto tempo davanti a Montoya, Alonso,
Villeneuve e Pizzonia. Coulthard
continuò ad avere difficoltà col nuovo sistema di qualifica introdotto
da inizio stagione, ottenendo appena il dodicesimo posto, mentre Button fu relegato in ultima posizione da un'uscita di pista.
Gran Premio d'Ungheria 2003
Il Gran Premio d'Ungheria 2003
disputato il 24 agosto allo Hungaroring di Budapest. La gara vide
la prima vittoria in carriera del futuro campione del mondo Fernando
Alonso, al volante di una Renault.
Il pilota spagnolo colse questo successo all'età di 22 anni e 26
giorni, divenendo il più giovane vincitore di sempre di
un Gran Premio di Formula 1. Il record precedente apparteneva a Troy
Ruttman, che nel 1952 si era aggiudicato la 500 Miglia di Indianapolis,
allora prova valevole per
il Campionato mondiale di Formula 1, all'età di 22 anni, due
mesi e 19 giorni. Il record di Alonso fu battuto nel Gran Premio
d'Italia 2008 da Sebastian Vettel.
Come nel precedente Gran Premio di Germania, le alte temperature e le caratteristiche del tracciato avvantaggiarono la Michelin,
i cui pneumatici risultarono più competitivi dei rivali Bridgestone,
tanto che anche in questa occasione le uniche due vetture tra le prime
dieci qualificate a montare le gomme giapponesi furono le due Ferrari di
Barrichello e Michael Schumacher.
Alonso
conquistò la sua seconda pole position stagionale, dopo che il
giorno prima il suo compagno di squadra Trulli era risultato il
più veloce nella sessione a serbatoi scarichi utile a
determinare l'ordine di uscita nelle qualifiche di sabato. Il pilota
spagnolo precedette di quasi tre decimi Ralf Schumacher, facendo
segnare le migliori prestazioni nel secondo e nel terzo settore del
tracciato.
In
terza posizione si piazzò il sorprendente Webber, che
eguagliò la prestazione ottenuta nel Gran Premio del Brasile.
Alle sue spalle si inserirono Montoya e Barrichello, che ottennero
esattamente lo stesso tempo: il brasiliano si schierò dietro il
pilota della Williams perché, avendo ottenuto una migliore
prestazione il venerdì, aveva fatto segnare la propria
prestazione dopo il rivale. Trulli si dovette accontentare del sesto
posto, davanti a Räikkönen, Michael Schumacher, Coulthard e
Panis.
Gran Premio della Malesia 2003
Il Gran Premio della Malesia 2003
(5th Petronas Malaysian Grand Prix) è stato un Gran Premio di
Formula 1 disputato il 23 marzo 2003 sul circuito di Sepang a Kuala
Lumpur, quanto seconda gara della stagione. La gara fu vinta da Kimi
Räikkönen su McLaren - Mercedes, alla prima vittoria in
carriera; il podio fu completato da Rubens Barrichello su Ferrari e
Fernando Alonso su Renault. Il pilota spagnolo divenne il più
giovane pilota nella storia della Formula 1 a salire sul podio e a
segnare una pole position.
Grazie anche a
un quantitativo di carburante più ridotto di quello delle
scuderie principali, la Renault monopolizzò la prima fila, con
Alonso in pole position davanti al compagno di squadra Trulli. Per la
scuderia francese è la prima doppietta in qualifica dal Gran
Premio di Francia 1983, mentre il pilota spagnolo divenne il pilota
più giovane di sempre ad avere ottenuto la prima posizione in
griglia, battendo il precedente record stabilito da Rubens Barrichello
al Gran Premio del Belgio 1994.
Michael
Schumacher, autore del tempo più rapido nella sessione di
venerdì, si piazzò in terza posizione, davanti a
Coulthard, Barrichello e Heidfeld. Räikkönen fece segnare il
settimo tempo, precedendo Montoya, Button e Panis. Ralf Schumacher,
in difficoltà anche il venerdì, non andò oltre la
diciassettesima posizione, precedendo solo le Minardi diVerstappen e
Wilson e la Jordan di Firman, anch'egli poco a suo agio sul circuito
malese.
2003: Schumi, 6 leggendario!
Michael
Schumacher, 8° nel GP del Giappone dominato da Barrichello, si aggiudica il
sesto titolo mondiale, la Ferrari vince il 13° mondiale costruttori.
Grazie anche alla gara perfetta di Rubens
Barrichello, Michael Schumacher al termine del Gran Premio del Giappone a Suzuka
si porta a casa il suo sesto titolo mondiale, uno in più di Juan Manuel Fangio,
il quarto consecutivo, ed entra definitivamente nella leggenda non solo della
Formula 1 ma di tutto lo sport. E’ stata una gara al cardiopalma per quasi tutta
la sua durata, con Michael costretto a partire quattordicesimo in griglia a
causa della pioggerella che lo ha frenato in qualifica, poi, per giunta, mentre
era in piena rimonta, al sesto giro si è toccato con l’idolo locale Takuma Sato,
neosostituto di Jacques Villeneuve alla BAR, e ha dovuto fermarsi ai box per
cambiare l’alettone anteriore danneggiato e ha anticipato così il primo
rifornimento. Piano piano, Schumi ha guadagnato altre posizioni, ha battagliato
col fratello Ralf, lo ha sorpassato al terzo e ultimo pit-stop e infine lo ha
costretto a tamponarlo leggermente quando Da Matta ha frenato improvvisamente
davanti a entrambi obbligando il ferrarista a cambiare traiettoria. Schumi ha
tagliato il traguardo ottavo, conquistando il punticino che gli serviva per
assicurarsi la certezza matematica del titolo.
La Ferrari si aggiudica, oltre il suo tredicesimo
titolo piloti, anche il tredicesimo mondiale costruttori, il quinto consecutivo,
e il contributo maggiore stavolta è arrivato da Rubens Barrichello che, partito
in testa, è stato superato nel corso del primo giro da Juan Pablo Montoya ma ha
approfittato del ritiro del colombiano dopo nove giri per un problema di
idraulica, e ha dominato tutta la gara, cogliendo la settima vittoria della
carriera e chiudendo quarto nel mondiale avendo beneficiato degli zeri di Ralf e
Alonso. Il brasiliano ha assolto fino in fondo al compito che aveva in questa
gara: impedire di vincere a Kimi Raikkonen, l’ultimo che ancora poteva togliere
il titolo a Schumi. Nel corso del 15° giro, per il gioco dei pit-stop, con Kimi
primo e Schumi fuori dai punti, il finlandese era campione del mondo: ma è stato
un attimo, anche se il timore di una beffa per i tifosi della Ferrari è stato
sempre dietro l’angolo fino agli ultimi dieci giri. La Ferrari ha adottato la
tattica delle tre soste, Raikkonen, secondo alla fine, ha tentato l’azzardo
disperato delle due soste, una in meno anche del suo compagno di squadra David
Coulthard, che ha chiuso terzo proteggendolo negli ultimi giri, ma non è
bastato. Raikkonen ha lottato come un leone per tutto l’anno e ha chiuso a due
punti da Schumi vincendo solo un Gran Premio, ma se la McLaren-Mercedes avesse
vinto il titolo con la vettura, sia pure modificata, dell’anno scorso, la cosa
avrebbe avuto del sensazionale nella Formula 1 di oggi.
Per quanto riguarda gli altri, la Williams ha
buttato via il mondiale costruttori con una serie di errori incredibili nelle
ultime gare e oggi, a parte la sfortuna di Montoya, Ralf ha fatto una gara
disastrosa condizionato dai soliti complessi di inferiorità nei confronti del
fratello. L’attenuante di partire in ultima fila del tedesco regge solo in
parte: Jarno Trulli, che partiva di fianco a lui, ha fatto invece una gara
fantastica arrivando quinto anch’egli con due sole soste, esattamente come le
due BAR di Jenson Button, quarta, e Sato. Il giapponese, al rientro in Formula 1
dopo un anno, ha chiuso sesto dopo che dodici mesi fa aveva era stato quinto
proprio sulla pista di casa, e questi sono i suoi due unici piazzamenti in zona
punti in carriera. Anche Fernando Alonso, il campione di domani, si è ritirato
per colpa del motore mentre era in lotta con Barrichello. Inesistenti come al
solito Giancarlo Fisichella, che finalmente lascia la Jordan, e le due Minardi.
Si conclude così un’annata equilibratissima e, nelle sue ultime fasi, davvero
entusiasmante, ma che vede Michael Schumacher trionfare meritatamente ancora una
volta: passano gli anni ma la voglia di vincere di Schumi non si spegne mai e
trascina con sé tutti gli uomini della Ferrari. E’ forse questo il merito più
grande del campione tedesco, che da oggi guarda tutta la storia della Formula 1
dall’alto in basso. Che la festa cominci, a Suzuka, a Maranello e a Kerpen.
Gran Premio d'Australia 2004
Il Gran Premio d'Australia 2004 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 7 marzo 2004 al circuito Albert Park di Melbourne.
La gara fu vinta da Michael Schumacher su Ferrari, davanti al compagno
di squadra Rubens Barrichello e a Fernando Alonso su Renault.
Al via i due
piloti della Ferrari scattarono bene, mantenendo la testa della corsa.
Alle loro spalle partì molto bene Alonso, che superò
Button e affiancò Montoya. Per cercare di resistere all'attacco,
il colombiano arrivò lungo alla prima frenata, finendo nell'erba
e perdendo diverse posizioni. Anche altri piloti finirono nell'erba
alla prima curva, mentre Sato
tamponò Trulli, danneggiando il diffusore sulla vettura
dell'italiano e il musetto sulla sua BAR. Alla fine del primo passaggio
Michael Schumacher transitò in testa sotto il traguardo, seguito
da Barrichello, Alonso, Button, Trulli, Ralf Schumacher e Montoya. I
piloti della Ferrari cominciarono subito a tenere un passo
insostenibile per gli altri, distanziandoli nettamente. L'unico a
girare ad un ritmo paragonabile a quello delle Ferrari era Alonso, che
accumulò però un distacco consistente. Nel frattempo
Montoya sopravanzò Ralf Schumacher e Trulli, portandosi al
quarto posto. Al nono giro Räikkönen, undicesimo alle spalle
del compagno di squadra, fu superato da Massa: due curve dopo il
finlandese si ritirò con il motore rotto.
La prima serie di soste fu aperta da Fisichella già all'ottavo giro. Due tornate dopo andò ai box Montoya,
imitato un passaggio più tardi da Barrichello, Alonso e Button. Michael
Schumacher e Ralf Schumacher rifornirono al dodicesimo giro, mentre
Coulthard, partito con una strategia sulle due soste, effettuò il
proprio pit stop al 14º giro. Le due Ferrari continuarono a condurre la
corsa davanti ad Alonso, che perse sempre più terreno. Alle spalle dello
spagnolo, anch'essi con un distacco consistente dal pilota della
Renault, si trovavano Button, Ralf Schumacher, Trulli, Montoya e Webber.
Al 24º giro Alonso aprì la seconda serie di rifornimenti e nello stesso
momento Montoya sopravanzò Trulli. Il colombiano rifornì al 26º
passaggio, insieme a Button. Ralf Schumacher e Trulli effettuarono il
pit stop due tornate più tardi, mentre i ferraristi rientrarono ai box
al 29º ed al 30º giro, tornando in pista saldamente al comando. Ralf
Schumacher sopravanzò Button grazie ai rifornimenti, portandosi al
quarto posto. Il pilota tedesco era però distante da Alonso, che lo
precedeva, mentre il pilota della BAR doveva difendersi da Montoya, che
rimontava velocemente alle sue spalle. Il colombiano superò il rivale al
38º giro, dopo un intenso duello.
La terza serie di pit stop non portò cambiamenti di rilievo alla
classifica. Michael Schumacher vinse davanti a Barrichello, Alonso, Ralf
Schumacher, Montoya, Button, Trulli e Coulthard, che riuscì a
conquistare l'ultimo piazzamento utile grazie alla strategia sulle due
soste adottata dalla McLaren.
Gran Premio d'Australia 2005
Il Gran Premio d'Australia 2005
è stata la prima prova della stagione 2005 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corso domenica 6 marzo 2005 al
circuito dell'Albert Park di Melbourne. La gara è stata vinta da
Giancarlo Fisichella, su Renault, davanti alla Ferrari di Rubens
Barrichello e all'altra Renault di Fernando Alonso.
Alla partenza
le bandiere gialle interrompono la procedura di partenza perché
Kimi Räikkönen ha spento involontariamente il motore; mentre
il finlandese è costretto a partire dai box, viene effettuato un
nuovo giro di formazione che accorcia la gara di una lunghezza. Al
secondo via Giancarlo Fisichella e Jarno Trulli mantengono le
rispettive posizioni mentre alle loro spalle l'australiano Mark Webber
viene superato da David Coulthard, autore di un ottimo spunto che gli
ha permesso di guadagnare tre posizioni. Nel corso del sedicesimo
passaggio il debuttante Christijan Albers è costretto al ritiro
a causa di un problema occorso sulla sua vettura. Fisichella continua a
guidare la gara fino al primo pit stop, quando in testa si porta Rubens
Barrichello seguito a pochi secondi dalla Renault di Fernando Alonso.
I due si
fermano allo stesso giro permettendo così a Fisichella di
balzare nuovamente al comando: il pilota spagnolo sembra pero aver
imbarcato un maggior quantitativo di carburante rispetto a Barrichello,
in quanto gira molto più lento del brasiliano. Al termine del
quarantaduesimo giro Michael Schumacher si ferma per il rifornimento,
rientrando davanti al connazionale Nick Heidfeld. Alla curva Whiteford
il pilota della Williams affianca il pilota della Ferrari nel tentativo
di superarlo, ma Schumacher lo chiude costringendolo ad andare
sull'erba; Heidfeld non riesce a controllare la sua vettura e giunge a
contatto con la Ferrari, costringendo entrambi al ritiro. È
l'ultima emozione della gara che vede la vittoria di Fisichella, il
quale precede Barrichello e il compagno di squadra Alonso. Deludente la
gara per Jarno Trulli il quale, dopo una qualifica perfetta, termina a
quasi a mezzo minuto dai punti complice un'errata strategia. Per la
Renault è il primo giro veloce da motorista dal Gran Premio del
Canada 2003.
Gran Premio di San Marino 2005
Il Gran Premio di San Marino 2005
si è disputato domenica 24 aprile 2005 presso l'Autodromo Enzo e
Dino Ferrari di Imola, quarta prova della stagione 2005 del Campionato
mondiale di Formula 1. La gara è stata vinta da Fernando Alonso
su Renault, davanti a Michael Schumacher su Ferrari, che ha effettuato
anche il giro più veloce, e ad Alexander Wurz su
McLaren-Mercedes.
Gran Premio di San Marino 2005
Alla
partenza scatta bene Kimi Räikkönen, seguito da Fernando
Alonso, mentre Jenson Button si porta in terza posizione. Al quinto
giro, Giancarlo Fisichella della Renault è andato a sbattere
alla curva Tamburrello, ed è costretto al ritiro, mentre al nono
il leader della gara, Räikkönen, accusa problemi meccanici ed
è costretto al ritiro, lasciando la testa della corsa a Fernando
Alonso. Al diciottesimo giro si ferma Rubens Barrichello, al via per la
200ª volta in carriera, per problemi elettrici. Alonso mantiene la
propria posizione fino alla seconda tornata di pit stop, quando passa
in testa Button, che però viene superato a 16 giri dal termine
da Michael Schumacher, autore di una grande rimonta nella seconda fase
della gara; dopo la sosta di questi ultimi Alonso ritorna in prima
posizione, ma seguito a breve distanza da Schumacher, il quale tuttavia
non riesce a sopravanzare lo spagnolo, chiudendo a soli due decimi di
distanza; si tratta della terza vittoria consecutiva per il leader del
mondiale Alonso, il quarto successo della sua carriera.
Nel dopo-gara la BAR di Jenson Button viene trovata sottopeso, ma gli steward inizialmente accettano le spiegazioni della scuderia. Tuttavia la FIA
presenta successivamente ricorso alla Corte d'Appello, che il 5 maggio
decide di squalificare entrambe le vetture dal Gran Premio e di
sospendere la scuderia per i due eventi successivi, i GP di Spagna e Monaco,
in quanto le monoposto erano state dotate di un serbatoio supplementare
grazie al quale il carburante era impiegato anche come zavorra, pratica
non permessa dal regolamento, permettendo potenzialmente di correre
sottopeso in alcuni tratti di gara.
A seguito della squalifica delle BAR di Button e Sato,
giunti al traguardo rispettivamente in terza e quinta posizione, e
della penalità di tempo inflitta a Ralf Schumacher,
originariamente ottavo, l'ordine d'arrivo viene sensibilmente
modificato: infatti Alexander Wurz eredita il terzo posto, seguito da
Villeneuve, Trulli, Heidfeld, Webber e Liuzzi, che coglie un punto nel
suo Gran Premio d'esordio in Formula 1. Per il pilota austriaco si
tratta del secondo podio in carriera dopo quello conquistato nel Gran
Premio di Gran Bretagna 1997.
La livrea di Star Wars della Red Bull al GranPremio di Monaco 2005.
Takuma Sato, Michael Schumacher - GP Belgio Spaa-Francorchamps 2005 Il Gran Premio del Belgio 2005 è stata la sedicesima prova della stagione 2005 del campionato mondiale di Formula 1. Svoltosi l'11 settembre 2005
sul circuito di Spa-Francorchamps, è stato vinto da Kimi
Räikkönen su McLaren-Mercedes, che ha preceduto Fernando
Alonso su Renault
e Jenson Button su BAR-Honda. Sono inoltre giunti a punti Mark Webber, Rubens Barrichello, Jacques Villeneuve, Ralf Schumacher e Tiago Monteiro.
Jean Todt sulla griglia di partenza del Gran Premio del Canada 2006 accanto a Michael Schumacher nella sua Ferrari 248 F1
Gran Premio del Brasile 2006
Alla partenza lo scatto di Massa è ottimo e gli permette di rimanere davanti al gruppo già dalla prima curva, subito dietro di lui la
McLaren di Raikkonen e la Toyota di Jarno Trulli. Anche Schumacher, con l'altra Rossa, trova
una bella partenza e riesce a superare molti avversari, il suo rivale Fernando Alonso, è quinto. Il normale svolgimeto della gara viene però interrotto dalla Safety
Car chiamata in pista dalla direzione per un incidente avvenuto alla Williams di Rosberg. Il figlio di Keke ha perso il controllo della sua moposto a causa di un alettone
anteriore danneggiato, ed è andato a sbattere contro le barriere.
Interlagos regala a Felipe Massa la sua prima vittoria brasiliana con la Ferrari, precedendo Fernando Alonso (campione per la seconda
volta) e Jenson Button. Michael Schumacher si congeda dal Circus (fino al 2010) con 91 vittorie, 154 podi e 68 pole position e sette titoli
Mondiali.
Gran Premio degli Stati Uniti d'America 2006
Nick Heidfeld, BMW-Sauber
Il Gran Premio degli Stati Uniti
2006 si è svolto il 2 luglio a Indianapolis.
Questo gran premio è considerato l'inizio della rimonta da parte
di Michael Schumacher e della Ferrari verso Fernando Alonso e la
Renault.
Per Schumacher è il ventunesimo fine settimana perfetto, un
record. A seguire Schumacher e Felipe Massa c'è l'italiano
Giancarlo Fisichella, e Jarno Trulli. Il leader del mondiale perde 6
punti, arrivando quinto, seguito da Rubens Barrichello, David Coulthard
e da un sorprendente Vitantonio Liuzzi su Toro Rosso. Il pilota di casa
Scott Speed non riesce neanche a completare un giro, poiché
è coinvolto in un incidente al giro 1. Alla fine del GP Juan
Pablo Montoya annuncerà il suo ritiro immediato dalla Formula 1,
per andare a correre in NASCAR.
Alla
partenza succede di tutto.
Felipe Massa scatta in testa, con dietro Michael Schumacher, ma nelle
retrovie, un incidente coinvolge sette auto, eliminando dalla gara le
due McLaren, il pilota di casa Scott Speed, Franck Montagny, Christian
Klien, Mark Webber e Nick Heidfeld, protagonista di un cappottamento, e
danneggiando seriamente Jenson Button al parante dello sterzo,
costringendolo al ritiro tre giri dopo.
Al sesto giro, Takuma Satō e Tiago Monteiro si toccano e si ritirano.
Al ventesimo giro c'è il pit stop di Felipe Massa, leader della
gara, un giro dopo rispetto a quello di Michael Schumacher, che riesce
nel sorpasso.
In testa balza Fernando Alonso, anche se per un solo giro, e poi
Michael Schumacher, che la deterrà fino alla fine della gara,
davanti a Massa, Fisichella, Trulli, Alonso (passato dai due italiani
dopo il pit-stop), Barrichello, Coulthard e Liuzzi, che raccolse il
primo punto nella storia della Toro Rosso.
Gran Premio di Germania 2006
Il Gran Premio di Germania 2006 si è svolto il 30 luglio ed ha visto la vittoria di Michael Schumacher, davanti al compagno Felipe Massa e ad un ottimo Kimi Räikkönen,
che nel circuito della Mercedes, conquista un podio inaspettato. Dietro
al terzetto un ottimo Jenson Button e le due Renault di Fernando Alonso
e Giancarlo Fisichella, seguite da Jarno Trulli e Christian Klien. I
piloti di casa non fanno scintille, se si esclude Michael Schumacher.
dato che non riescono a prendere neanche un punto, così come il
team tedesco, il Bmw Sauber F1 Team, che conclude con due ritiri. In
questa gara segna l'ultima apparizione in F1 per l'ex campione del
mondo del 1997, Jacques Villeneuve che dal prossimo gran premio
sarà sostituito dal collaudatore della Bmw, Robert Kubica.
La gara vede protagonista un ottimo Kimi Räikkönen, che
però a causa di una strategia sbagliata, non riesce a far
fruttare la pole position.
Infatti, la prima sosta del finlandese di ghiaccio arriva al giro 10 e
subito passano in testa le due Ferrari, che si fermeranno dieci giri
più tardi, con un vantaggio sufficiente per mantenere la
leadership della gara.
Le due rosse si manterranno in testa, con due soste ciascuno, mentre
dietro, Kimi Räikkönen, avrà qualche
difficoltà, con una strategia di 3 soste.
In difficoltà anche le Renault, con solo 7 punti conquistati.
Gran Premio di Spagna 2006 - Carlos Sainz con Alonso, vincitore della gara.
Il
Gran Premio di Spagna 2006 si è svolto il 14 maggio sul Circuito
di Catalogna ed ha visto vincere, per la prima volta in casa, lo
spagnolo Fernando Alonso, che ha saputo sfruttare al meglio la Renault
di gran lunga superiore alla Ferrari di Michael Schumacher, secondo.
Sul podio insieme ai due leader del mondiale, c'era Giancarlo
Fisichella, mentre riuscivano ad entrare nei primi otto Felipe Massa,
Kimi Räikkönen, le due Honda di Jenson Button e Rubens
Barrichello e la Bmw di Nick Heidfeld, in costante crescita..
Alla
partenza le Renault scattano in testa, e ci rimangono fino al
diciassettesimo giro, quando si fermano prima Fernando Alonso, poi
Giancarlo Fisichella.
In quel momento balza in testa Michael Schumacher, che mantiene la
vetta fino alla sua sosta, al 23esimo giro.
Il tedesco rientra dietro a Fisichella, ma riesce a superarlo dopo
pochi giri e ad avvicinarsi ad Alonso.
La seconda sosta dell'asturiano avviene al quarantesimo giro, e
Schumacher passa davanti. Inizia a spingere e fa anche il suo giro
più veloce, preceduto da Felipe Massa, che segna il giro
più veloce della gara (1:16.648).
Al rientro di Schumacher, Alonso ritorna in testa e ci rimarrà
fino alla fine della gara.
Gran Premio della Malesia 2006
Il Gran Premio di Malesia 2006
fu la seconda gara del Mondiale 2006 e vide la seconda vittoria in due
gare della Renault. A vincere la gara fu l'italiano Giancarlo
Fisichella, davanti al compagno di squadra Fernando Alonso e
all'inglese Jenson Button. Continuava a deludere, invece, Michael
Schumacher, che ottiene solo un 6º posto. Questo gran premio
è finora l'ultima gara di Formula 1 vinta da un pilota italiano.
Briatore
nel 2006, direttore del team Renault F1, tra i suoi due piloti
Giancarlo Fisichella (a sinistra) e Fernando Alonso (a destra), dopo la
doppietta della squadra francese nel Gran Premio della Malesia.
Felipe Massa, Ferrari, Monaco GP - 2007
Il Gran Premio di Monaco 2007 si è svolto il 27 maggio 2007 su circuito di Circuito di Montecarlo
ed è stata la quinta gara della stagione. Ha visto la vittoria
di Fernando Alonso su McLaren, seguito dal compagno di squadra Lewis
Hamilton e dal ferrarista Felipe Massa.
Le prove libere del giovedì
videro in testa in entrambe le sezioni il pilota della McLaren Fernando
Alonso, seguito nella prima sezione da Lewis Hamilton, suo compagno di
squadra e da Nick Heidfeld su BMW Sauber,
mentre nella seconda prova dietro allo spagnolo si piazzò Kimi
Räikkönen, con Hamilton al terzo posto.Nelle prove del
sabato, invece, nella prima sessione andò in testa a sorpresa
Adrian Sutil su Spyker e nella seconda dominò
Räikkönen.ssa, Ferrari, Monaco GP - 2
Gran Premio del Bahrein 2007 terza prova della stagione 2007 del campionato mondiale di Formula 1. Si è disputata domenica 15 aprile 2007 sul circuito di Manama. La gara è stata vinta da Felipe Massa
su Ferrari, autore anche della pole position e del giro più
veloce, davanti a Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes e a Kimi
Räikkönen, compagno di squadra di Massa.
Alla partenza i piloti di testa conservano la loro posizione, ma un
incidente tra Button e Speed fa entrare in pista la safety car: quando
la vettura di sicurezza abbandona il tracciato, Raikkonen ha un momento
d'incertezza e si fa passare da Alonso, mentre davanti Massa ed Hamilton
prendono il largo sugli inseguitori. Dopo 10 giri la classifica dei
primi dieci vede Massa, Hamilton, Alonso, Raikkonen, Heidfeld, Kubica,
Fisichella, Webber, Kovalainen e Trulli. Al 18º giro comincia il valzer
dei pitstop: il primo a fermarsi è Hamilton, poi ad una tornata di
distanza l'un dall'altro vanno ai box Massa, Alonso, Raikkonen ed
Heidfeld. Il giro in più consente al finlandese della Ferrari di
sopravanzare lo spagnolo della McLaren, con il tedesco della BMW che si
fa minaccioso per la quarta posizione.
Quando tutti i piloti hanno compiuto la loro sosta, si nota la
rimonta di Coulthard che è riuscito ad approdare fino all'ottava piazza;
lo scozzese tuttavia sarà costretto al ritiro durante il 36º passaggio
per la rottura di un semiasse. Al giro 31 l'attenzione è tutta su
Heidfeld che riesce a tenere il passo dei migliori e compie un
perentorio sorpasso su Alonso, apparso decisamente sottotono per tutto
il week-end. Tra i 17 e i 13 giri dalla conclusione i primi cinque
piloti vanno ai box, ma le posizioni non cambiano: vince quindi Massa
davanti ad Hamilton, Raikkonen, Heidfeld, Alonso, Kubica, Trulli e
Fisichella.
Scuderia Ferrari Malboro 2008 F1 - Telaio: F2008 Motore: 056 V8 - Bridgestone - Felipe Massa Kimi Raikkonen
Gran Premio del Belgio 2008
Il Gran Premio del Belgio 2008
è stata la tredicesima prova del campionato mondiale di Formula
1 2008. La gara, corsa domenica 7 settembre sul Circuito di
Spa-Francorchamps, è stata vinta dal brasiliano Felipe Massa su
Ferrari, al decimo successo in carriera. Massa ha preceduto all'arrivo
il tedesco Nick Heidfeld su BMW Sauber ed il britannico Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes.
Hamilton, primo al traguardo, è penalizzato di venticinque
secondi sul tempo di gara a causa della manovra di sorpasso compiuta ai
danni di Kimi Räikkönen.
La manovra viene sanzionata in quanto il pilota inglese si sarebbe
avvantaggiato di un taglio dell'ultima chicane del tracciato per entrare
in scia a Raikkonen.
Foto ricordo di fine stagione
Gran Premio d'Ungheria 2009
Il Gran Premio d'Ungheria 2009
è la decima prova della stagione 2009 del Campionato mondiale di
Formula 1. Si è corso domenica 26 luglio 2009 sul Circuito di
Hungaroring a Budapest. È stato vinto da Lewis Hamilton su
McLaren-Mercedes. Inoltre fu l'ultima partecipazione in F1 per il
pilota brasiliano Nelson Piquet Jr. che, dalla gara successiva, fu
sostituito da Romain Grosjean.
Massa
non ha partecipato alla Q3 a causa di un incidente occorsogli al
termine della Q2. Una molla, staccatasi dalla parte posteriore della
vettura di Barrichello, lo ha colpito sul casco, causando un'uscita di
pista alla Curva 4. Il pilota brasiliano è stato prima
trasportato al centro medico del circuito e poi all'ospedale AEK di
Budapest. Il pilota della Scuderia Ferrari non ha preso parte alla gara
e non è stato possibile sostituirlo. Il brasiliano, che ha
subìto un taglio alla fronte, una lesione alla parte sinistra
del cranio ed una commozione cerebrale, è stato sottoposto ad un
intervento chirurgico.
Tutti i piloti classificati dietro a Massa avanzano di una posizione sulla griglia di partenza.
La Q3 è stata poi caratterizzata dal caos prodotto dallo
spegnimento del sistema automatico di rilevamento dei tempi che non ha
permesso ai piloti e alle scuderie di comprendere immediatamente la
definizione della griglia di partenza creando confusione e situazioni
grottesche dei piloti che non sapevano la loro posizione in griglia.
Gran Premio del Belgio 2009
Il Gran Premio del Belgio 2009
è stata la dodicesima prova della stagione 2009 del Campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 30 agosto 2009 sul
Circuito di Spa-Francorchamps. La gara è stata vinta dal
finlandese Kimi Räikkönen su Ferrari, al diciottesimo
successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo l'italiano Giancarlo
Fisichella su Force India-Mercedes e il tedesco Sebastian Vettel su Red
Bull-Renault.
Questo gran premio segna l'ultima gara in F1 per Luca Badoer.
La Bridgestone ha annunciato che per il gran premio avrebbe fornito coperture di tipo morbido e medio.
Alla partenza
resta ferma la Brawn di Barrichello, Räikkönen con una grande
scatto si posiziona alle spalle di Fisichella e Robert Kubica per
passare poi il polacco sulla retta di Kemmel. Trulli, toccato da Heidfeld all’uscita della Source, è costretto a rientrare ai box per sostituire l'alettone anteriore. Alla chicane Les Combes
Grosjean colpisce al posteriore il leader del mondiale Button,
innescando una carambola che coinvolge anche il campione del mondo
Hamilton e Algersuari; i quattro sono costretti al ritiro. Per
permettere la pulizia della pista entra la safety car. Effettuano uno
stop, oltre a Trulli, anche Barrichello e Sutil. Dietro alla safety
car, l’ordine è Fisichella, Raikkonen, Kubica, Glock,
Webber, Heidfeld, Rosberg e Vettel. Alla ripartenza Räikkönen
sfrutta il KERS e passa Fisichella sempre a Kemmel; identica manovra
riesce a Vettel a scapito di Rosberg.
Kubica apre la prima tornata di stop al giro 11, copiato da Glock che perde parecchio tempo. Ferrari e Force India
si copiano facendo rientrare contemporaneamente i due piloti di testa
al giro 13, con Raikkonen che resta davanti di misura. Nel traffico dei
box, Webber si prende un drive trough per unsafe release su Heidfeld; il
tedesco riesce comunque a passare nel giro 14 con un grande sorpasso
all’esterno a le Combes, prima che l’australiano torni ai box per
scontare la penalità. Vettel ottiene il giro più veloce, prima di
fermarsi al sedicesimo giro, salendo virtualmente al quarto posto.
Alcuni piloti puntano infatti ad effettuare un solo stop; al ventesimo
giro dietro ai primi due, c’è dunque Alonso, seguito da Kubica,
Kovalainen, Buemi, Vettel ed Heidfeld.
Al
ventiquattresimo giro il pit stop dello spagnolo della Renault si
prolunga per ben 35 secondi per un problema all’anteriore
sinistra danneggiata in un contatto alla prima curva della gara. Per il
tempo perso e, temendo il ripetersi dell’Ungheria, il team opta
per un ritiro precauzionale. Kubica si ferma al giro 29, per il secondo
stop, seguito, un giro dopo, dai due leader, divisi da un secondo. Le
posizioni non mutano mentre Vettel,
costantemente il più veloce in pista, sale al terzo posto dopo
il pit stop al giro 35. A due giri dal termine dal motore diBarrichello
inizia ad uscire del fumo bianco. Il pilota brasiliano, autore di una
gara regolare con un unico stop, dopo quello iniziale, al giro 27,
riesce a vedere lo stesso Il traguardo, chiudendo al settimo posto e
recuperando due punti sul compagno di squadra Button; invece Webber
conclude nono non riuscendo ad approfittare del ritiro del pilota
britannico. Chiudono a punti entrambe le BMW (prima volta in stagione).
Gran Premio di Abu Dhabi 2009
Il Gran Premio di Abu Dhabi è
stato l'ultimo Gran Premio della stagione 2009 di Formula 1. La gara si
è disputata
il 1º novembre presso il circuito di Yas Marina
che sorge sull'omonima isola del Golfo Persico.
La gara è stata
vinta dal tedesco Sebastian Vettel su Red Bull-Renault, davanti al
compagno di squadra Mark Webber
e a Jenson Button su Brawn-Mercedes.
Questa gara rappresenta anche l'ultima
apparizione in F1 per Giancarlo Fisichella, Kazuki Nakajima, per le
gomme Bridgestone e, tra i team, per la Toyota e la Brawn. Inoltre,
è stato anche l'ultimo gran premio in cui si effettuano dei pit stop
per rifornire e anche per le strategie usate in Q3 per la prima
frazione di gara; infatti dall'anno successivo le vetture avranno il
carburante necessario per effettuare tutto il gran premio.
Al via i
piloti di testa mantengono le proprie posizioni. Barrichello urta
leggermente Webber danneggiando lievemente l'alettone anteriore.
Nonostante il danno il pilota brasiliano non ha bisogno di sostituirlo.
I piloti di testa hanno tutti una strategia di due soste ai box
mentre gli altri sono su una sosta. Dopo la prima sosta Hamilton accusa
un problema al freno posteriore destro ed è costretto a
ritirarsi. Intanto Button supera il proprio compagno di squadra
Barrichello. Col secondo treno di gomme Vettel riesce a tenere un ritmo
superiore a quello del suo compagno di squadra Webber e riesce a
distanziarlo. Dopo l'unica sosta ai box Kovalainen riesce a
sopravanzare Räikkönen, nonostante la strategia i due
finlandesi restano lontani dalla zona punti lasciando la situazione
invariata per quanto riguarda la lotta per il terzo posto nel mondiale
costruttori. Prima di effettuare la sua unica sosta il debuttante
Kobayashi ravviva la gara con un sorpasso sul neocampione del mondo
Button. Quest'ultimo, dopo la seconda sosta, riesce a raggiungere
Webber innescando una lotta serrata per il secondo gradino del podio.
Nonostante i numerosi attacchi nel corso dell'ultimo giro il pilota
australiano riesce a conservare la seconda posizione regalando alla Red
Bull la quarta doppietta stagionale. Con la sesta posizione Kobayashi
raccoglie i primi punti in carriera.
Gran Premio del Brasile 2010
Il Gran Premio del Brasile 2010 è stato disputato domenica 7 novembre 2010 sul Circuito di Interlagos a San Paolo ed è stato vinto da Sebastian Vettel su RBR-Renault, davanti al compagno di scuderia Mark Webber e a Fernando Alonso su Ferrari. Con questa doppietta la scuderia anglo-austriaca si aggiudica per la prima volta il titolo Mondiale Costruttori.
La domenica il
cielo è sereno e la pista perfettamente asciutta. Tra i 24
piloti c'è anche Jenson Button, che la sera della vigilia
è scappato a un tentativo di aggressione, nel tragitto tra
l'autodromo e l'hotel.
Alla partenza Sebastian Vettel infila alla prima curva Nico Hülkenberg e si porta in testa alla gara; alla Subida do lago è il turno dell'altro pilota Red Bull, Mark Webber, a passare il tedesco partito in pole.
Dietro è battaglia tra Fernando Alonso e Lewis Hamilton per la
quarta posizione: la spunta lo spagnolo dopo un'indecisione
dell'inglese, sempre alla Subida do lago nel corso del secondo giro. Nelle retrovie si gira Vitalij Petrov, mentre Christian Klien non si schiera e resta ai box
per un problema tecnico alla sua vettura. Riparte solo al quinto giro.
Dopo il bel sorpasso di Schumacher a Button alla staccata inaugurale del
secondo giro, le posizioni di vertice sembrano cristallizzate con
Vettel e Webber che allungano indisturbati seguiti a distanza da
Hulkenberg, Alonso, Hamilton, Kubica, Barrichello, Massa e appunto
Schumacher e Button.
Hülkenberg
resiste agli assalti di Alonso fino al settimo giro, poi è
costretto a cedere un'altra posizione, quando già il distacco
dalle due RedBull è nell’ordine dei dieci secondi. Jenson
Button, decimo, decide al giro 11 di anticipare il cambio gomme. Lo
imita il giro seguente Felipe Massa,
che è ottavo. Una piccola imperfezione dell'avvitamento di una
ruota rallenta però il brasiliano che all'uscita dai box è superato dallo stesso Button. Massa è costretto a rientrare ai box, nuovamente, il giro seguente.
Al giro 14 va a cambiare pneumatici anche Hülkenberg, che fino a
quel momento era riuscito a respingere gli assalti di Hamilton. Sei giri
dopo è Hamilton ad andare al pit,
seguito quattro giri dopo da Alonso. Le posizioni restano però
congelate anche dopo le soste di Vettel e Webber, sempre primo e
secondo, davanti ad Alonso e Hamilton. La strategia migliore si rivela
quella di Button che al 30º giro è scalato al quinto posto,
dopo un sorpasso su Kamui Kobayashi. Il nipponico viene passato anche
da Nico Rosberg, nei giri seguenti.
La fila dei doppiati permette a Webber di avvicinarsi a Vettel,
ma sempre a una distanza che non consente di effettuare tentativi di
sorpasso. La gara si ravviva al 51º giro, a causa dell'entrata della Safety car dovuta a un incidente di Vitantonio Liuzzi alla S do Senna. A causa dell'urto una sospensione penetra nell'abitacolo, toccando le gambe del pilota ma senza conseguenze serie.
Il gruppo si ricompatta e molti piloti, come al solito, sfruttano
il momento per il cambio degli pneumatici. La ripartenza è data dopo 4
giri ma la presenza di due vetture di doppiati tra Vettel e Webber non
consente all'australiano di attaccare il compagno di scuderia.
Sebastian Vettel
vince così per la nona volta in carriera, 14ª per la Red Bull che si
aggiudica il mondiale costruttori, con una gara d'anticipo. Alonso,
terzo, rimane in testa alla classifica piloti, con 8 lunghezze di
vantaggio su Webber e 15 su Vettel; Hamilton, giunto quarto, è
distanziato di 24 punti, ancora comunque matematicamente in corsa per il
titolo.
Nick Heidfeld, Lotus Renault, Ungheria - 2011
Il Gran Premio d'Ungheria 2011 si è corso domenica 31 luglio 2011 sul circuito dell'Hungaroring, undicesima prova della stagione 2011 del Campionato Mondiale di Formula 1. La gara è stata vinta da Jenson Button su McLaren-Mercedes.
Questo gran premio segna l'ultima gara in F1 per Nick Heidfeld.
Gran Premio di Abu Dhabi 2011 La
gara è stata vinta da Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes davanti
a Fernando Alonso su Ferrari e al suo compagno di squadra Jenson
Button.
Gran Premio del Belgio 2012
Il Gran Premio del Belgio 2012
è stata la dodicesima prova del campionato mondiale di Formula 1
2012. Si è corso domenica 2 settembre 2012 sul Circuito di
Spa-Francorchamps. La gara è stata vinta dal britannico Jenson
Button su McLaren-Mercedes. Per il vincitore si è trattato del
quattordicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il
tedesco Sebastian Vettel su Red Bull-Renault e il finlandese Kimi
Räikkönen su Lotus-Renault.
Al via Pastor Maldonado parte con evidente anticipo e poco dopo Romain
Grosjean chiude sulla destra Lewis Hamilton. Il francese alla partenza
era molto più veloce di Hamilton e, mentre cerca di sorpassarlo, la
propria ruota posteriore destra va a sovrapporsi e slittare
sull'anteriore sinistra di Hamilton: quest'ultimo va a sbattere contro
il guardrail mentre l'auto di Grosjean si alza dal suolo e si rovescia
innescando così una carambola che coinvolge la Ferrari di Fernando
Alonso; sfiorato al casco dalla vettura del francese, le due Sauber e di PérezKobayashi, e la Williams di Maldonado.
Il giapponese e il venezuelano riescono a proseguire la corsa ma mentre
il primo correrà l'intera gara nelle retrovie, il secondo si ritirerà
al terzo giro a causa di una collisione con la Marussia di Timo Glock. La direzione fa entrare in pista la Safety Car,
che guida il gruppo per ben 4 giri. Ad Alonso viene interrotta così una
striscia di 23 gare finite a punti, iniziata nel Gran Premio d'Europa
2011, la seconda più lunga nella storia del mondiale di F1, dopo le 24
gare di Michael Schumacher, tra l'Ungheria 2001 e la Malesia 2003.
Alla ripartenza la classifica vede Jenson Button al comando, seguito da Kimi Räikkönen, Nico Hülkenberg,
Paul di Resta, Michael Schumacher, Daniel Ricciardo, Jean-Éric
Vergne, Bruno Senna e Mark Webber. Hülkenberg passa subito
Räikkönen a Kemmel, il giro successivo è Schumacher a
salire al quarto posto a spese di di Resta. Faticano a risalire le
RedBull a causa della mancanza di velocità di punta;Sebastian
Vettel inizia così a inventarsi sorpassi alla Bus Stop chicane
passando prima Felipe Massa e poi anche il compagno di squadra Mark
Webber, salendo così al nono posto.
All'undicesimo giro Schumacher passa Räikkönen, mentre di Resta è
il primo a cambiare gli pneumatici. Al giro successivo si fermano il
finlandese, Webber e Räikkönen, a seguire anche Hulkenberg, che perde la
posizione a favore della Lotus. Al giro 16 si rischia il contatto ai box fra Heikki Kovalainen e Narain Karthikeyan.
Al giro 14 Vettel ha passato anche Senna, il giro dopo ha la meglio su
Vergne e sale al terzo posto non lontano da Schumacher mentre Button è
in testa con 15 secondi di vantaggio. I tre sembrano intenzionati ad
effettuare un’unica sosta. Il pilota della Red Bull attacca al 19º giro quello della Mercedes alla chicane: Schumacher resiste ma rientra subito ai box,
tagliando la strada a Vettel. Al ventesimo giro anche Button effettua
il suo cambio gomme, rimanendo primo. Vettel cambia al giro seguente. A
metà gara, dietro a Button, ci sono Räikkönen, Hülkenberg, Webber e
Massa, passato di nuovo da Vettel nel corso del 24esimo giro, ancora
alla chicane.
Tra il giro 27 e il giro 29 la seconda tornata di sosta riporta
Button, Vettel e Schumacher nelle prime tre posizioni. Al rientro in
pista Räikkönen si trova proprio alla spalle di Schumacher. Quinto è
Hülkenberg seguito da Webber e dall'unica Ferrari superstite. Räikkönen e
Schumacher danno vita a una prolungata battaglia per il terzo posto: al
giro 31 il finlandese passa alla chicane il tedesco che però
riconquista la posizione il giro seguente in fondo a Kemmel. La Lotus
paga l’assenza di velocità di punta. Al giro 34 Räikkönen conquista
definitivamente il gradino più basso del podio con un sorpasso all'Eau Rouge, probabilmente favorito da un problema al cambio della Mercedes. Al giro 35 Schumacher effettua il suo secondo pit stop, scendendo in settima posizione.
Al
trentaseiesimo giro Massa conquista una posizione a Webber alla
staccata di Le Combe, ponendosi quinto. Più dietro, le due Toro Rosso entrano entrambe nella zona dei punti, scavalcando Bruno Senna.
Non succede più nulla di rilevante e Jenson Button conquista la seconda
vittoria stagionale, la quattordicesima in carriera, precedendo
Sebastian Vettel e Kimi Räikkönen.
Bruno Senna fa suo per la prima volta il giro più veloce ed
è il primo per la Williams dal Gran Premio d'Australia 2009,
ottenuto all'epoca da Nico Rosberg. Senna è il
centoventiquattresimo pilota a riuscire nell'impresa in una gara valida
per il mondiale.
Il Gran Premio d'Ungheria 2012
è stata l'undicesima prova della stagione 2012 del campionato
mondiale di Formula 1. Si è disputata domenica 29 luglio 2012
sul circuito dell'Hungaroring. La gara è stata vinta dal
britannico Lewis Hamilton su McLaren-Mercedes. Per il vincitore si
è trattato del diciannovesimo successo nel mondiale. Ha
preceduto sul traguardo il finlandese Kimi Räikkönen e il
francese Romain Grosjean, entrambi su Lotus-Renault.
Gran Premio di Spagna 2012
Il Gran Premio di Spagna 2012
è stata la quinta prova della stagione 2012 del campionato
mondiale di Formula 1. Si è disputata domenica 13 maggio 2012
sul circuito di Catalogna. La gara è stata vinta dal venezuelano
Pastor Maldonado su Williams-Renault, al suo primo successo in
carriera, davanti a Fernando Alonso su Ferrari e a Kimi
Räikkönen su Lotus anch'essa motorizzata Renault. La Williams
torna alla vittoria dopo ben sette anni; l'ultima vittoria del team
inglese risaliva al Gran Premio del Brasile 2004, con Juan Pablo
Montoya alla guida.
La
Pirelli, fornitore unico degli pneumatici, annuncia per questo gran
premio coperture di tipo duro e morbido. Le gomme fornite dalla Pirelli
vennero contestate da Michael Schumacher dopo il Gran Premio del Bahrain,
in quanto troppo soggette al degrado, ciò limitando la
possibilità per il pilota di sfruttarle appieno. Le critiche del
pilota della Mercedes vengono però definite esagerate da
Sebastian Vettel.
La
zona per l'utilizzo del DRS in gara è posta sul rettilineo
principale. Con i suoi 830 metri è la più lunga del
mondiale.
La McLaren fa debuttare sulla sua vettura una versione alta del musetto.
La scuderia inglese, dopo gli errori commessi nei pit stop negli ultimi
gran premi decide di sostituire alcuni dei meccanici preposti
all'operazione.
La Shell, fornitrice del carburante alla Ferrari, introduce una nuova versione della benzina V-Power.
Fernando
Alonso conquista il miglior tempo nelle prime prove libere del
venerdì, pur girando solo nella mezz'ora finale. Dietro al
pilota della Ferrari si classificano Sebastian Vettel e Kamui
Kobayashi. Sull'altra Sauber di Sergio Pérez si verifica un principio d'incendio, senza conseguenza per il pilota messicano.
su è stato autore di un testacoda mentre Nella seconda sessione
il miglior tempo è di Jenson ButtonMcLaren-Mercedes, che precede
Vettel e Nico Rosberg. Dopo che nella prima sessione, in cui i piloti
avevano utilizzato gomme dure,
Alonso aveva ottenuto il miglior tempo, con l'uso delle gomme morbide,
mentre Massa era undicesimo. Bruno Senna della Williams-RenaultMark
Webber e Heikki Kovalainen hanno compiuto delle escursioni dalla pista.
Il pilota della HRT-Cosworth Narain Karthikeyan non ha fatto segnare
tempi validi per dei problemi elettrici che lo hanno tenuto ai box per
quasi l'intera sessione.
Nella
sessione del sabato Sebastian Vettel ottiene il miglior tempo, davanti
a Pastor Maldonado e a Kamui Kobayashi. Il francese Romain Grosjean a
causa di problemi elettrici non ha potuto ottenere nemmeno un crono,
rimanendo per quasi tutta la durata delle libere ai box.
Gran Premio d'Italia 2012
Il Gran Premio d'Italia 2012
è stata la tredicesima prova della stagione 2012 del campionato
mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 9 settembre sul circuito di Monza.
La gara è stata vinta dal britannico Lewis Hamilton su
McLaren-Mercedes. Per il vincitore si è trattato del ventesimo successo
nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il messicano Sergio Pérez su Sauber-Ferrari e lo spagnolo Fernando Alonso su Ferrari. Questo gran premio segna l'ultima gara in F1 per Jérôme d'Ambrosio.
Alcuni piloti in conferenza stampa prima della gara (da sinistra, in senso orario): Daniel Ricciardo (Toro Rosso),
Nico Rosberg (Mercedes), Jérôme d'Ambrosio (Lotus), Felipe
Massa e Fernando Alonso (Ferrari), e Lewis Hamilton (McLaren).
La McLaren di Jenson Button è costretta al ritiro per un problema al pescaggio della benzina.
Un podio che sa di vittoria per la Ferrari Fernando Alonso è stato protagonista di una bellissima
rimonta dopo i problemi in qualifica di ieri ed è riuscito a salire per
la terza volta consecutiva sul podio di Monza in altrettante gare
disputate con la Ferrari.
Al Gran Premio d’Italia 2012 trionfa Lewis Hamilton con la McLaren-Mercedes.
Secondo un eccezionale Sergio Perez con la Sauber-Ferrari: partiva 12°.
Terzo Fernando Alonso con la sua Ferrari, seguito dal compagno di squadra Massa.
Giro record per Nico Rosberg Mercedes: 1.27.239.
Al via Lewis
Hamilton comanda la gara, seguito da Felipe Massa che ha passato Jenson
Button; dietro vi sono Michael Schumacher, Sebastian Vettel, Kimi
Räikkönen. Fernando Alonso è autore di una buona
partenza, tanto da trovarsi settimo al termine del primo giro, dopo
aver passato Kamui Kobayashi alla Parabolica.
Al secondo giro lo spagnolo passa anche Räikkönen alla prima chicane.
Al quarto giro Vettel prende una posizione a Schumacher, passato al
settimo anche da Alonso.
Dal tredicesimo giro le
Mercedes iniziano i primi pit stop.
Al giro 15 è il turno di Schumacher; due giri più tardi
Sergio Pérez, l'unico dei piloti partiti nelle prime sei file a
utilizzare gomme hard, passa Räikkönen e si trova sesto. Al diciannovesimo giro Jenson Button sorpassa alla Roggia Felipe Massa, e si porta al secondo posto. Il brasiliano va al pit stop
al giro successivo, seguito poi anche da Vettel e Alonso. Massa rientra
in pista davanti ai due. Il terzetto passa, poco dopo, Daniel
Ricciardo, che non ha effettuato ancora il suo cambio gomme.
Tra il 22º
e 23º giro vi è il cambio gomme per le due McLaren: in
testa si trova così Pérez, che non ha effettuato il pit stop. Fernando Alonso tenta di passare Vettel alla Curva Grande,
ma il tedesco lo spinge con le quattro gomme sull'erba. Al giro 29 lo
spagnolo ha ragione del pilota della Red Bull Racing, che per la
manovra di difesa precedente è sanzionato con un drive through. Nello stesso giro c'è il pit stop
per Pérez, passato poco prima da Lewis Hamilton. L'inglese
conduce davanti a Jenson Button, Felipe Massa, Fernando Alonso, Michael
Schumacher, Kimi Räikkönen e Sergio Pérez. Tra la
Ascari e la parabolica al giro 34 svanisce il sogno McLaren di fare
doppietta con Button fermo per un guasto al sistema di alimentazione.
Pérez, al giro 35, passa Räikkönen alla Roggia,
che si riprende poco dopo la posizione. Due giri dopo il messicano ha la
meglio. Anche Rosberg passa il finlandese un giro dopo, sempre alla
Roggia, ma le Mercedes vanno ai box per la seconda sosta e sprofondano
in classifica.
Al quarantesimo
giro Alonso passa Felipe Massa, installandosi in seconda posizione,
mentre nelle Vettel prende il sesto posto a Webber. Ora, dietro a
Hamilton, c'è il duo della Scuderia Ferrari Alonso-Massa,
seguito da Pérez, Räikkönen e Vettel.
Il messicano della Sauber, con gomme medie,
è molto più rapido dei due ferraristi, passa Massa agevolmente alla
parabolica nel corso del 43esimo e poi Alonso al 46esimo alla Ascari,
ponendosi secondo alla spalle di Hamilton. Al giro 48 Vettel si ritira,
poco dopo il traguardo, su consiglio della sua squadra. Negli ultimi
giri si ritirano anche Nico Hülkenberg
e Mark Webber, quest'ultimo dopo un testacoda all’uscita della
Ascari nel corso del cinquantesimo giro. Con una serie di bei sorpassi,
i due della Mercedes risalgono in classifica. Vince Lewis Hamilton, per
la ventesima volta nella carriera eguagliando così Mika
Häkkinen, precedendo Sergio Pérez e Fernando Alonso.
La festa del podio
Gran Premio d'Italia 2013
Il Gran Premio d'Italia 2013
è stata la dodicesima prova della stagione 2013 del campionato
mondiale di Formula 1. Si è tenuta domenica 8 settembre sul Circuito di Monza.
La gara è stata vinta dal tedesco Sebastian Vettel su Red Bull
Racing-Renault; per il vincitore si è trattato del trentaduesimo
successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo lo spagnolo Fernando
Alonso su Ferrari e l'australiano Mark Webber, anch'egli su Red Bull.
Per questo Gran Premio la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, ha deciso di fornire gomme a mescola media e gomme a mescola dura.
La FIA individua due zone per l'attivazione del DRS. La prima lungo la Curva del Serraglio, con il punto per la determinazione del distacco tra i piloti fissata alla Seconda di Lesmo; l'altra zona è definita lungo il rettifilo principale, con detection point stabilito alla Parabolica.
Il circuito è oggetto di alcune migliorie, al fine di garantire
una maggiore sicurezza. Tali lavori hanno riguardato rifacimento del
muretto di sinistra della Prima variante, l'allargamento della via di fuga della Seconda Variante, l'allungamento dei cordoli e della Techpro alle due curve di Lesmo e l'allungamento dei cordoli all'uscita della Ascari.
La Lotus fornisce al solo Kimi Räikkönen una versione a passo lungo della E21.
Nel corso del weekend di gara la scuderia britannica è tornata poi a
utilizzare la vettura a passo lungo. Successivamente è stato reso noto
che tale versione della vettura era stata bocciata dai commissari della
FIA in quanto infrangeva la regola che prevede che l'inizio del fondo
scalinato parta dalla tangente interna della ruota anteriore per
arrivare alla tangente di quella posteriore.
Gran Premio di Monaco 2013
F1 - GP Monaco 2013: Trionfa Rosberg con la Mercedes
Il Gran Premio di Monaco 2013
è stata la sesta prova della stagione 2013 del campionato
mondiale di Formula 1. Si è disputato domenica 26 maggio 2013
sul circuito di Montecarlo
a Monaco. La gara è stata vinta dal tedesco Nico Rosberg su
Mercedes; per il vincitore si tratta del secondo successo nel mondiale. Secondo posto per Sebastian Vettel con la Red Bull e terzo Mark
Webber con l’altra Red Bull. Male le Ferrari. Alonso solo settimo al
termine di una gara condotta nelle retrovie mentre Massa e’ stato
protagonista di un incidente che e’ sembrato la fotocopia dell’incidente delle prove libere. Il pilota brasiliano e’ stato portato al Medical
Center per dei controlli a scopo precauzionale.
La Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, annuncia che per il Gran Premio porterà gomme di mescola supersoft e di mescola soft.
La
FIA decide per l'individuazione di una sola zona per l'utilizzo del
DRS, posta sul rettilineo di partenza, fino alla curva di Santa Devota: il punto per la determinazione del distacco tra i piloti che consente
di utilizzare il dispositivo in gara,
è posto poco prima della Rascasse.
Fino a questo Gran Premio la FIA aveva deciso di consentire l'uso del
DRS in due zone, su tutti i tracciati in cui si era corso.
Gran Premio del Bahrein 2014
Il Gran Premio del Bahrein 2014
è stata la terza prova della stagione 2014 del campionato
mondiale di Formula 1. La corsa, disputatasi domenica 6 aprile 2014 sul
circuito di Manama, è stata la novecentesima gara valida quale
prova del campionato mondiale ed è stata vinta da Lewis Hamilton
su Mercedes, al ventiquattresimo successo in Formula 1; Hamilton ha
preceduto sul traguardo il suo compagno di squadra, Nico Rosberg, e
Sergio Pérez su ForceIndia-Mercedes.
Al
semaforo Lewis Hamilton scatta meglio di Nico Rosberg e assume il
comando della corsa. Nel primo giro il tedesco attacca il britannico ma
senza riuscire a prevalere. Felipe Massa è autore di un'ottima
partenza e s'installa al terzo posto, seguito da Sergio Pérez,
Valtteri Bottas, Jenson Button, Fernando Alonso, Nico Hülkenberg e Kimi Räikkönen.
Al
quinto giro Hülkenberg sorpassa Alonso; cinque giri dopo Bottas
perde prima una posizione nei confronti di Button, poi dello stesso
Hülkenberg. Al dodicesimo giro anche l'altro pilota della Williams
Felipe Massa deve cedere la posizione a Pérez, che ora è
terzo.
Tra
il giro 11 e il giro 17 vanno al primo cambio gomme tutti i migliori
della graduatoria, ad eccezione delle due Mercedes. La classifica,
dietro al duo Hamilton-Rosberg, vede ora terzo Bottas, seguito da Massa
e dalle due Force India. Al giro 18 Rosberg attacca Hamilton per la
prima posizione, passandolo alla prima curva, ma l'inglese risponde e
torna ancora al comando. La lotta si ripropone il giro seguente, ma
ancora Lewis Hamilton resta leader della corsa. Al giro 20 il
britannico effettua il suo pit stop, mentre Rosberg attende il giro 22. Rientrando in pista il tedesco rimane dietro al britannico.
Al
giro 25 Valtteri Bottas effettua il secondo cambio gomme: scala terzo
Massa, insidiato dalle due Force India. Hülkenberg tenta di
passare il brasiliano, ma senza successo, tanto che viene passato anche
da Sergio Pérez.
Massa è poi passato da entrambi nel corso del ventottesimo
passaggio. Un giro dopo il brasiliano va ai box, così
comeFernando Alonso, che è settimo.
Dietro alle Force India c'è ora Jenson Button, seguito da Sebastian Vettel, Kimi Räikkönen e Daniel Ricciardo.
Bottas piomba su questi ultimi due, passa Ricciardo, ma sbaglia la
frenata alla prima curva ed esce di pista, potendo però poi rientrare.
Al giro 32 Räikkönen è sorpassato da Ricciardo, e un giro dopo anche da
Massa. Ancora un giro e il finlandese effettua il secondo cambio-gomme.
Al
35º giro vanno al cambio gomme Pérez e Vettel, un giro dopo
Button e Hülkenberg. Al giro 38 Massa effettua ancora un cambio
gomme. La gara è sempre dominata da Lewis Hamilton che guida
davanti al compagno di team Nico Rosberg; seguono poi distanziate le
due Force India, Valtteri Bottas, Fernando Alonso, Jenson Button, le
due Red Bull Racing e Felipe Massa.
Al quarantesimo giro Pastor Maldonado colpisce la Sauber
di Esteban Gutiérrez: la vettura si ribalta ricadendo
però sulle ruote. La direzione di corsa decide di inviare in
pista la safety car.
Durante il periodo in cui è in pista la vettura di sicurezza
vanno al cambio gomme sia le due Mercedes, che le due Ferrari. La gara
riparte al giro 46: Lewis Hamilton è sempre al comando mentre
Jenson Button perde subito due posizioni.
Rosberg
si avvicina a Hamilton e tenta a più riprese di passare il
britannico che però mantiene sempre il comando della gara. Al
giro 50 Daniel Ricciardo ottiene strada da Vettel e si pone al quinto
posto: il campione del mondo è passato anche da Hülkenberg.
A un giro dal termine si ritira Button. Lewis Hamilton vince per la
ventiquattresima volta, precedendo Nico Rosberg e Sergio Pérez.
Per la Force India è il secondo podio nel mondiale, dopo il
secondo posto di Giancarlo Fisichella nel Gran Premio del Belgio 2009.
Gran Premio di Spagna 2014
902º GP del Mondiale di Formula 1 - Gara 5 di 19 del Campionato 2014
Il Gran Premio di Spagna 2014 è stata la quinta prova della stagione 2014 del campionato mondiale di Formula 1.
La gara, disputatasi domenica 11 maggio 2014 sul circuito di
Catalogna a Montmeló, è stata vinta da Lewis Hamilton su
Mercedes,
al ventiseiesimo successo nel mondiale, il quarto consecutivo;
Hamilton ha preceduto sul traguardo il suo compagno di squadra
Nico Rosberg e Daniel Ricciardo su Red Bull Racing-Renault, al suo primo podio in F1.
La Pirelli fornitrice unica degli pneumatici, decide di utilizzare, per questo Gran Premio, gomme di tipo hard e di tipo medium. Sul circuito viene asfaltata la via di fuga alla curva 11, così come alla curva Elf,
dove sono anche cambiati i cordoli. La FIA conferma le due zone dove
è possibile l'utilizzo del Drag Reduction System: una sul
rettilineo principale, e l'altra sul lungo dritto tra la Campsa e La Caixa.
La Red Bull fornisce a Sebastian Vettel un nuovo telaio. La Sauber porta in pista per Esteban Gutiérrez una versione alleggerita nel peso della C33.
Al fine di rendere più forte il rumore prodotto dal motore era stato prospettato il test del sound box
sullo scarico di alcune monoposto. Tale test è stato successivamente
posticipato alla sessione di prove che si terranno sul circuito catalano
nella settimana dopo il Gran Premio.
Lewis Hamilton, partito dalla pole position,
mantiene la testa della gara, davanti a Nico Rosberg, Valtteri Bottas,
Daniel Ricciardo, Romain Grosjean e le due Ferrari. Nel corso del primo
giro vi è un contatto tra Kevin Magnussen e Sebastian Vettel, ma
senza conseguenze per le due vetture. Per un altro contatto, tra Kamui
Kobayashi e Pastor Maldonado, il venezuelano è penalizzato con 5
secondi da scontarsi durante il cambio gomme.
Al dodicesimo passaggio Vettel, ora in quattordicesima posizione,
effettua il primo cambio gomme. Due giri dopo tocca a Ricciardo, poi a
Grosjean, al giro 16 ad Alonso, mentre un giro dopo è il turno di
Räikkönen. Hamilton va al cambio gomme al giro 18, al ventesimo tocca a
Bottas, mentre un giro dopo è il turno di Rosberg. Al giro 25, dopo un
tentativo nel giro precedente, Kimi Räikkönen infila Grosjean per il quinto posto. Dopo i pit stop Ricciardo ha preso una posizione a Bottas, entrando sul podio virtuale. Vettel risale fino alla nona posizione.
Anche con le
seconde soste, effettuate tra il giro 34 e il giro 45 la classifica
rimane invariata. Vettel scala altre due posizioni, ed è
settimo. Rosberg cambia gli pneumatici due giri dopo Hamilton,
restandogli però sempre distante al secondo posto. Negli ultimi
giri però il tedesco si avvicina a Hamilton, che sconta un
maggior degrado delle gomme. Fernando Alonso effettua la terza sosta al
cinquantaquattresimo passaggio, ma viene subito passato, al rientro in
pista, da Sebastian Vettel. Il tedesco passa, poco dopo, anche
Räikkönen. Al giro 63 Vettel sorpassa Bottas ponendosi
quarto: dietro Alonso passa il compagno di scuderia per il sesto posto.
Nico Rosberg si
avvicina a Hamilton senza riuscire però a passarlo. Per il
britannico è il ventiseiesimo successo, quarto consecutivo.
Daniel Ricciardo conquista il suo primo podio nel mondiale.
Hockenheim 2014
25 maggio 2014
lI Gran Premio di Monaco di Formula 1 si è chiuso con una nuova doppietta Mercedes. A salire sul gradino più alto del podio
è stato Nico Rosberg, che ha preceduto al traguardo il compagno di squadra Lewis Hamilton.
Terzo posto alla bandiera a scacchi
per Daniel Ricciardo, giunto con la
sua Red Bull davanti alla Ferrari di Fernando Alonso, mentre l’altra
“rossa”,
condotta da Kimi Raikkonen, è finita nelle retrovie, per
diverse circostanze sfortunate.
Gran Premio di Russia 2014
Il Gran Premio di Russia 2014
è stata la sedicesima prova della stagione 2014 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, disputatasi domenica 12 ottobre 2014
sul circuito di Soči, è stata
vinta da Lewis Hamilton su Mercedes; Hamilton, al trentunesimo successo
nel mondiale, ha preceduto sul traguardo il proprio compagno di
squadra, Nico Rosberg, e Valtteri Bottas su Williams-Mercedes.
Con questi risultati la Mercedes ha ottenuto la certezza matematica
della vittoria del suo primo titolo mondiale costruttori. Questo gran
premio segna l'ultima gara in F1 per Max Chilton.
Gli organizzatori del gran premio sono stati premiati dalla FOM col Race Promoters' Trophy per il 2014, quale gara meglio organizzata nella stagione.
Per questa gara la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta gomme di mescola "morbida" e di mescola "media".
La FIA stabilisce due zone di utilizzo del DRS:
la prima nel rettilineo fra curva 1 e curva 2, la seconda fra curva 12 e
13; inoltre, sono stati stabiliti i tre settori del circuito: il primo
termina in uscita di curva 5, il secondo coincide con la fine della
seconda zona DRS (curva 13) e il terzo, ovviamente, fino alla linea del
traguardo.
Nella prima
fase Lewis Hamilton coglie ancora il miglior rilevamento cronometrico,
precedendo Nico Rosberg e Valtteri Bottas. Button, che chiude quinto,
si qualifica utilizzando gomme medie. Tra gli eliminati c'è
anche Felipe Massa, penalizzato da un problema di pescaggio della
benzina. Gli altri piloti che non entrano nella seconda fase sono i due
della Caterham, Max Chilton e Pastor Maldonado.
Il duo della
Mercedes si conferma il più rapido anche nella seconda fase. In
questa parte delle qualifiche viene eliminato il campione del mondo in
carica Sebastian Vettel, che pur montando gomme soft, chiude con
l'undicesimo tempo, preceduto da Jean-Éric Vergne di poco
più di un decimo. Oltre al tedesco vengo eliminati i due della
Force India, i due della Sauber e Romain Grosjean.
Nella fase
decisiva si pone in testa Nico Rosberg, seguito da Valtteri Bottas e
Jenson Button, che sono gli unici, col primo tentativo, ad avvicinarsi
al tedesco. A metà sessione si pone al comando Lewis Hamilton,
che conquista così la trentottesima pole position nel mondiale di F1. Rosberg completa la prima fila, mentre la seconda resta a Bottas e Button.
Gran Premio del Bahrein - 6 aprile 2014
Incidente tra la Sauber di Esteban Gutierrez e la Lotus di Pastor Maldonado
Il Gran Premio del Bahrein 2014
è stata la terza prova della stagione 2014 del campionato
mondiale di Formula 1. La corsa, disputatasi domenica 6 aprile 2014 sul
circuito di Manama, è stata la novecentesima gara valida quale
prova del campionato mondiale ed è stata vinta da Lewis Hamilton
su Mercedes, al ventiquattresimo successo in Formula 1; Hamilton ha
preceduto sul traguardo il suo compagno di squadra, Nico Rosberg, e
Sergio Pérez su Force India-Mercedes.
Gran Premio d'Italia 2014
Il Gran Premio d'Italia 2014 è stata la tredicesima prova della stagione 2014 del campionato mondiale di Formula 1. La gara, disputatasi
domenica 7 settembre sul circuito di Monza, è stata vinta da Lewis Hamilton su Mercedes; Hamilton, al ventottesimo successo nel mondiale,
ha preceduto sul traguardo il proprio compagno di squadra, Nico Rosberg, e Felipe Massa su Williams-Mercedes.
Lewis
Hamilton è stato il più veloce nella prima sessione di
prove: il pilota della Mercedes ha preceduto un altro conduttore
britannico, Jenson Button. Al terzo posto ha chiuso Nico Rosberg,
compagno di team di Hamilton. Il vincitore delle ultime due gare,
Daniel Ricciardo, è stato penalizzato da un problema al
propulsore, che ne ha limitato la presenza nella sessione.
Nella
seconda sessione Nico Rosberg scala il primo posto, precedendo di 61
millesimi Lewis Hamilton: il pilota inglese ha potuto provare la sua
vettura solo dopo un'ora dall'inizio delle prove, per un problema al
propulsore; al terzo posto della graduatoria si classifica Kimi
Räikkönen, che precede l'altro ferrarista Fernando Alonso. I
tempi tra i migliori sono molto vicini, tanto che ben 12 piloti sono
racchiusi un secondo dal tempo di Rosberg.
Al
sabato Hamilton è tornato a comandare la classifica dei tempi,
precedendo Alonso e Valtteri Bottas e Felipe Massa. L'altro pilota
della Mercedes, Nico Rosberg, non ha potuto prendere parte alla
sessione per un problema tecnico alla trasmissione, che fa temere la
necessità della sostituzione del cambio prima delle qualifiche.
Anche Sergio Pérez ha scontato dei problemi al cambio, mentre il
russo Daniil Kvjat ha dovuto sostituire per la sesta volta il motore
della sua vettura, e perciò sconterà una penalizzazione
di dieci posizioni sulla griglia di partenza.
Volante Toro Rosso STR-9 raffigurato durante le prove del Gran Premio di Formula 1
giapponese sul circuito di Suzuka il 3 ottobre 2014
Gran Premio di Singapore 2015
Il Gran Premio di Singapore 2015 è stata la tredicesima prova della stagione 2015 del campionato mondiale di Formula 1. La gara si è disputata
domenica 20 settembre 2015 sul circuito di Singapore, ed è
stata vinta da Sebastian Vettel su Ferrari, al quarantaduesimo successo
nel mondiale;
Vettel ha preceduto sul traguardo l'australiano Daniel Ricciardo, su
Red Bull Racing-Renault, e il compagno di scuderia Kimi
Räikkönen.
Team Red Bull - Singapore 2015
Al
semaforo Sebastian Vettel mantiene il comando, seguito da Daniel
Ricciardo, Kimi Räikkönen, Daniil Kvjat e il doppio duo della
Mercedes e della Williams. Nelle retrovie c'è un problema alla
partenza per Max Verstappen, che viene sfilato da tutto il gruppo.
La
classifica rimane immutata fino ai cambi gomme: al giro 13 è il
turno per Kvjat e Felipe Massa: in uscita dalla corsia dei box il
brasiliano viene a contatto con Nico Hülkenberg:
la vettura del tedesco esce di pista, colpisce le barriere,
costringendo così il pilota al ritiro. la direzione di gara stabilisce,
nel punto la Virtual Safety Car. I piloti, che non hanno ancora
effettuato il cambio gomme, sfruttano la situazione per portarsi ai box.
Con tale mossa la coppia di piloti della Mercedes riesce a sopravanzare
Kvjat. Dopo 3 giri la direzione di gara invia in pista la Safety Car, per consentire la pulizia della pista con maggiore sicurezza.
Alla
ripartenza si forma un trenino, con i primi tre, Vettel, Ricciardo e
Räikkönen, divisi da pochi decimi. Lewis Hamilton, quarto,
sembra ridurre la distanza dai primi, ma al ventiseiesimo giro annuncia
via radio una perdita di potenza della sua Mercedes. Il britannico
viene sfilato dalle altre vetture del gruppo, fino a quando decide per
il ritiro, al giro 33.
Un giro dopo Kvjat effettua la sua seconda sosta, che però è
molto lenta, penalizzandolo in classifica, ove perde una posizione, a
favore di Valtteri Bottas. Nello stesso giro si ritira anche Fernando Alonso.
Al giro 37 la direzione di gara è costretta a inviare in pista
nuovamente la vettura di sicurezza, a causa dell'entrata in pista di uno
spettatore, che rientra dopo pochi secondi, al di là delle barriere:
ciò comporta nuovamente un arrivo in massa al cambio gomme, per i piloti
delle posizioni di testa. Alla ripartenza le posizioni sono invariate,
sempre con Vettel, davanti a Ricciardo, Räikkönen, Rosberg, Bottas,
Kvjat e Pérez.
Al
quarantaduesimo passaggio, vanno a contatto Jenson Button e Pastor
Maldonado, col pilota britannico che perde parte dell'alettone
anteriore, ed è costretto ai box. Negli ultimi giri le due Toro Rosso, con gomme supersoft,
recuperano diverse posizioni, con Verstappen ottavo e Sainz nono. Dal
muretto la scuderia chiede al pilota olandese di fare strada a Sainz, ma
Verstappen decide di mantenere la posizione.
Sebastian Vettel vince la terza gara dell'anno, imponendosi per la quarta volta sul tracciato di Singapore.
Gran Premio di Monaco 2017
Il Gran Premio di Monaco 2017
è stata la sesta prova della stagione 2017 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 28 maggio 2017 sul
circuito di Monte Carlo a Monaco, è stata vinta da Sebastian
Vettel su Ferrari. Per il pilota tedesco si è trattato del
quarantacinquesimo successo nel mondiale; Vettel ha preceduto sul
traguardo il suo compagno di squadra, il pilota finlandese Kimi
Räikkönen e il pilota australiano Daniel Ricciardo su Red
Bull Racing-TAG Heuer.
Questo gran premio segna l'ultima gara in F1 per Jenson Button.
È prevista una sola zona in cui i piloti possono attivare il, posta lungo il rettifilo dei box. Il detection point,
ovvero il punto per la determinazione del distacco tra i piloti,
necessario per consentire l'uso del dispositivo, è stabilito poco prima
della curva Rascasse.
Per questa gara la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta l'opzione di gomme ultrasoft, supersoft e soft.
Da questa gara, per la prima volta in stagione, la scelta del numero di
set dei diversi tipi di mescola, da portare, spetta alle singole
scuderie.
A seguito del grave incidente accaduto al pilota inglese Billy
Monger, in una gara di F4, la FIA impone ai costruttori la modifica
della zona di attacco dei diffusori, alla zona del cambio. Vengono alzati i cordoli, in prossimità della chicane
della Piscina, al fine di evitare dei tagli di traiettoria. Sulla
pista, in diversi punti, è stato inoltre steso un nuovo asfalto.
La Red Bull Racing presenta, da questa gara, l'appendice aerodinamica denominata T wing.
Gran Premio del Belgio 2017
Il Gran Premio del Belgio 2017
è stata la dodicesima prova del campionato mondiale di Formula 1
2017. La gara si è corsa domenica 27 agosto 2017, sul circuito
di Spa-Francorchamps, ed è stata vinta dal pilota inglese Lewis
Hamilton su Mercedes, al cinquantottesimo successo nel mondiale; il
britannico ha preceduto all'arrivo il pilota tedesco Sebastian Vettel
su Ferrari e il pilota australiano Daniel Ricciardo su Red Bull
Racing-TAG Heuer.
In qualifica Lewis Hamilton ha ottenuto la sua sessantottesima pole position nel mondiale, eguagliando così il record appartenente a Michael Schumacher.
Per questa gara la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta mescole di tipo morbide, supermorbide e ultramorbide.
La FIA stabilisce due zone per l'utilizzo del Drag Reduction System: la prima lungo il rettilineo del Kemmel, con punto per la determinazione del distacco tra piloti posto dopo la Source. La seconda zona è stabilita sul rettilineo dei box, e detection point fissato prima della chicane del Bus Stop.
La Honda porta una serie di aggiornamenti sulla power unit in dotazione alla McLaren. Tali novità sono presenti solo sulla monoposto di Stoffel Vandoorne. La Mercedes
monta, per entrambi i piloti, il quarto motore termico della stagione,
che rappresenta anche un'evoluzione tecnica dello stesso. Il nuovo
motore dovrebbe garantire 15 cavalli di potenza in più.
Tale nuova versione è montata solo sulle vetture ufficiali, e non su
quelle clienti. La FIA stabilisce che anche questa nuova versione del
motore dovrà sottostare alle prescrizioni in merito al consumo d'olio,
che entreranno in vigore dal Gran Premio di Monza.
Gran Premio di Spagna 2018
Il Gran Premio di Spagna 2018
è stata la quinta prova della stagione 2018 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 13 maggio sul circuito
di Catalogna a Montmeló, è stata vinta dal britannico
Lewis Hamilton su Mercedes, al sessantaquattresimo successo nel
mondiale; Hamilton ha preceduto sulla linea del traguardo il suo
compagno di squadra, il finlandese Valtteri Bottas e l'olandese Max
Verstappen su Red Bull Racing-TAG Heuer.
La Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, annuncia che, per il gran premio, fornirà coperture di mescola supersoft, soft e medium. La Federazione permette alla Pirelli
di portare nei circuiti da poco riasfaltati, come appunto Barcellona,
una tipologia leggermente modificata di pneumatici, col battistada più
sottile di 0,4 mm. Ciò in quanto il nuovo asfalto ha maggior grip e meno
usura.
La Federazione Internazionale dell'Automobile stabilisce, per questa gara, due zone di attivazione del Drag Reduction System:
la prima lungo il rettilineo principale, con punto per la
determinazione del distacco fra piloti posto prima dell'ultima curva,
mentre la seconda zona è indicata tra la curva 9 (Campsa) e la curva 10 (La Caixa), con detection point fissato prima della curva 9. La prima zona di attivazione è estesa di 100 metri.
La FIA, impossibilitata a controllare la quantità d'olio bruciata
durante le qualifiche, decide di vietare il rabbocco dello stesso,
durante tale sessione. Il limite concesso dal regolamento è di 0,6 kg
d'olio ogni 100 km, e vi è il dubbio, da parte della federazione, che
alcune scuderie usino l'olio per dare maggior potenza al carburante
utilizzato.
La
BP porta per i suoi due team, Renault e McLaren, un nuovo tipo di
carburante, che dovrebbe permettere un miglioramento delle prestazioni
dei propulsori, entrambi forniti dalla stessa Renault, in attesa degli
aggiornamenti previsti per la gara di Montréal. La McLaren
presenta un pacchetto di novità, tra cui un nuovo musetto, che
ha necessitato di un nuovo crash test.
Il nuovo muso si presenta più basso e più stretto, ma affiancato da
lunghe paratie ai lati. La punta è ridotta e presenta un foro, simile a
quello presente sulle Red Bull. Anche la Red Bull Racing
presenta delle modifiche strutturali alla monoposto, che interessano la
parte centrale della vettura, con una rivisitazione dell'airbox, e un nuovo impianto di raffreddamento, con una ricollocazione dei radiatori.
Gran Premio di Gran Bretagna 2018
Il Gran Premio di Gran Bretagna 2018
è stata la decima prova della stagione 2018 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 8 luglio sul circuito di
Silverstone, è stata vinta dal tedesco Sebastian Vettel su
Ferrari, al cinquantunesimo successo nel mondiale, raggiungendo
così come numero di vittorie Alain Prost; Vettel ha preceduto al
traguardo il britannico Lewis Hamilton su Mercedes e il suo compagno di
squadra, il finlandese Kimi Räikkönen.
La Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta per questa gara gomme di mescola hard, medium e soft. La casa italiana porta, per la prima volta in stagione, la mescola hard,
e ripropone, per la terza volta, dopo i gran premi di Spagna e Francia,
pneumatici col battistrada ribassato di 0,4 millimetri.
La FIA indica tre zone dove i piloti possono utilizzare il DRS: la prima sul Wellington Straight, con detection point fissato 25 metri prima della curva 3 (Village); la seconda zona è posta sull'Hangar Straight, e punto per le determinazione del distacco fra piloti stabilito alla curva 11 (Maggots); la terza zona è posta sul rettilineo principale, con detection point fissato prima della curva 16.
Questa scelta è stata oggetto di dibattitto, in quanto consente ai
piloti di tenere aperto il meccanismo nelle prime due curve, cosa che
però potrebbe non portare reali vantaggi, in termini di velocità, in
quanto il minor carico aerodinamico con cui si affronta la prima curva
potrebbe rendere difficile la percorrenza della seconda curva.
Dopo
il problema alla pompa della benzina che ha costretto al ritiro Lewis
Hamilton, nella precedente gara, la Mercedes sostituisce tale
componente sulle proprie vetture e anche su quelle dei team clienti
della power unit.[4]
La scuderia tedesca sostituisce il motore sulla vettura di Valtteri
Bottas. Oltre a questo componente, sono stati cambiati anche MGU-H, MGU-K e turbo, ma solo in via precauzionale.
Gran Premio del Belgio 2018
Il Gran Premio del Belgio 2018
è stata la tredicesima prova del campionato mondiale di Formula
1 2018. La gara, corsa domenica 26 agosto sul circuito di
Spa-Francorchamps, è stata vinta dal tedesco Sebastian Vettel su
Ferrari, al cinquantaduesimo successo nel mondiale; Vettel ha preceduto
all'arrivo il britannico Lewis Hamilton su Mercedes e l'olandese Max
Verstappen su Red Bull Racing-TAG Heuer.
Per questa gara la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta mescole di tipo medie, morbide e supermorbide.
La FIA stabilisce due zone per l'utilizzo del Drag Reduction System: la prima lungo il rettilineo del Kemmel,
con punto per la determinazione del distacco tra piloti posto prima
della seconda curva. La seconda zona è stabilita sul rettilineo dei box,
e detection point fissato prima della curva 18.
La Mercedes porta la terza evoluzione stagionale della power unit: Valtteri Bottas dispone di una power unit
nuova in tutta e sei le componenti, mentre per Lewis Hamilton viene
montato un nuovo motore termico, un nuovo turbo e una nuova MGU-H.[Anche la Ferrari monta per la prima volta la terza evoluzione della power unit, che era stata già predisposta per Haas e Sauber, nel precedente Gran Premio d'Ungheria.
Gran Premio di Russia 2018
Il Gran Premio di Russia 2018
è stata la sedicesima prova della stagione 2018 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 30 settembre sul
circuito di Soči, è stata vinta dal britannico Lewis Hamilton su
Mercedes, al settantesimo successo nel mondiale; Hamilton ha preceduto
all'arrivo il suo compagno di team, il finlandese Valtteri Bottas e il
tedesco Sebastian Vettel su Ferrari.
Per questo gran premio la Pirelli offre la scelta tra gomme di mescola soft, ultrasoft e hypersoft.
Sono due le zone indicate dalla Federazione Internazionale dell'Automobile ove i piloti possono usare il Drag Reduction System:
la prima zona è posta tra la curva 1 e la curva 2, con punto per la
determinazione del distacco fra piloti posto dopo la curva 18, mentre la
seconda zona è stabilita tra le curve 10 e 13, con detection point fissato prima della curva 10. La prima zona è allungata di 95 metri, rispetto alla configurazione usata fino al 2017.
La
Red Bull Racing decide di utilizzare la vecchia versione del motore
Renault (anche se marchiato TAG Heuer), già in uso prima della
gara di Monza. I piloti della scuderia subiranno così delle
penalizzazioni sulla griglia di partenza.
La Honda porta una nuova specifica di power unit per la Scuderia Toro Rosso, coi piloti che subiranno la stessa sorte di quelli della Red Bull.
La McLaren sostituisce vari elementi sulla power unit di Fernando Alonso, che sarà perciò penalizzato sulla griglia di partenza.
Un
incendio scoppiato nella notte tra venerdì e sabato, all'interno
del box della Haas, distrugge due set di gomme allocate per Kevin
Magnussen. Il team ha chiesto due set nuovi alla Pirelli.
Il Gran Premio di Germania 2018
è stata l'undicesima prova della stagione 2018 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 22 luglio sul circuito
di Hockenheim, è stata vinta dal britannico Lewis Hamilton su
Mercedes, al sessantaseiesimo successo nel mondiale; Hamilton ha
preceduto sotto la bandiera a scacchi il suo compagno di squadra, il
finlandese Valtteri Bottas e l'altro finlandese Kimi
Räikkönen su Ferrari.
Incidente di Vettel al Gran Premio di Germania a Hockenheimring il 22 luglio 2018
Per questa gara la Pirelli,
fornitrice unica degli pneumatici, sceglie la mescola medium, soft e
ultrasoft. Per questa gara la casa milanese propone un salto di
mescola, tra le soft e le ultrasoft.
stabilito all'uscita della curva 4.La FIA modifica le zone in cui
potrà essere utilizzato il DRS, con l'aggiunta di una terza
zona: la novità è la prima zona, stabilita tra la
Sudkurve e la Nordkurve (in pratica lungo il rettifilo d'arrivo), con
punto per la determinazione del distacco fra piloti individuato dopo la
curva 16; la seconda zona è posta tra le curve 1 e 2, che
però mantiene lo stesso detection point della prima zona. La
terza è confermata lungo la Parabolika, il tratto tra la curva 4
e la curva 6, con detection point Questa nuova zona in cui il DRS
è attivabile è stata criticata dai piloti, in quanto,
come accaduto a Silverstone, in quanto credono che nessuno
utilizzerà il dispositivo, per ragioni di sicurezza.
Sulla Red Bull Racing di Daniel Ricciardo viene montata la terza MGU-K,
il terzo pacco batterie e la terza centralina. Ciò comporta una
penalizzazione di 20 posizioni sulla griglia di partenza. La scuderia ha
invece posticipato la decisione sulla sostituzione anche del motore.
Il Gran Premio d'Austria 2018
è stata la nona prova della stagione 2018 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, tenutasi domenica 1º luglio sul
Red Bull Ring di Spielberg bei Knittelfeld,
è stata vinta dall'olandese Max Verstappen su Red Bull
Racing-TAG Heuer, al quarto successo nel mondiale; Verstappen ha
preceduto all'arrivo i due piloti della Ferrari, il finlandese Kimi
Räikkönen e il tedesco Sebastian Vettel.
Gran Premio di Germania 2018
Il Gran Premio di Germania 2018
è stata l'undicesima prova della stagione 2018 del campionato mondiale
di Formula 1. La gara, corsa domenica 22 luglio sul circuito di
Hockenheim, è stata vinta dal britannico Lewis Hamilton su Mercedes,
al sessantaseiesimo successo nel mondiale; Hamilton ha preceduto sotto
la bandiera a scacchi il suo compagno di squadra, il finlandese Valtteri
Bottas e l'altro finlandese Kimi Räikkönen su Ferrari.
Per questa gara la Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, sceglie la mescola medium, soft e ultrasoft. Per questa gara la casa milanese propone un salto di mescola, tra le soft e le ultrasoft.
La
FIA modifica le zone in cui potrà essere utilizzato il DRS, con
l'aggiunta di una terza zona: la novità è la prima zona,
stabilita tra la Sudkurve e la Nordkurve
(in pratica lungo il rettifilo d'arrivo), con punto per la
determinazione del distacco fra piloti individuato dopo la curva 16; la
seconda zona è posta tra le curve 1 e 2, che però mantiene lo stesso detection point della prima zona. La terza è confermata lungo la Parabolika, il tratto tra la curva 4 e la curva 6, con detection point stabilito all'uscita della curva 4.Questa
nuova zona in cui il DRS è attivabile è stata criticata
dai piloti, in quanto, come accaduto a Silverstone, in quanto credono
che nessuno utilizzerà il dispositivo, per ragioni di sicurezza.
Sulla Red Bull Racing di Daniel Ricciardo viene montata la terza MGU-K,
il terzo pacco batterie e la terza centralina. Ciò comporta una
penalizzazione di 20 posizioni sulla griglia di partenza. La scuderia ha
invece posticipato la decisione sulla sostituzione anche del motore.
Gran Premio di Gran Bretagna 2019
Il Gran Premio di Gran Bretagna 2019
è stata la decima prova della stagione 2019 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 14 luglio sul circuito
di Silverstone, è stata vinta dal britannico Lewis Hamilton su
Mercedes, all'ottantesimo successo nel mondiale; Hamilton ha preceduto
all'arrivo il suo compagno di scuderia, il finlandese Valtteri Bottas e
il monegasco Charles Leclerc su Ferrari.
All'intero weekend del gran premio hanno assistito 351 000
spettatori, con 141 000 presenze registrate il giorno della gara. In
entrambi i casi si tratta del nuovo record nella storia del mondiale di Formula 1.
La
Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, porta per questa gara gomme
di mescola C1, C2 e C3, le tre più dure tra quelle disponibili.
Il tracciato è stato completamente riasfaltato, per limare le sconnessioni che erano presenti sullo stesso.
La FIA riduce a due le zone dove potrà essere utilizzato il DRS: la prima sul Wellington Straight, con detection point fissato 25 metri prima della curva 3 (Village); la seconda zona è posta sull'Hangar Straight, e punto per le determinazione del distacco fra piloti stabilito alla curva 11 (Maggots). La terza zona, introdotta nel 2018, posta sul rettilineo principale, con detection point fissato prima della curva 16, è stata abolita, dopo le critiche dei piloti.
Gran Premio d'Italia 2019
Il Gran Premio d'Italia 2019
è stata la quattordicesima prova del campionato mondiale di Formula 1
2019. La gara, tenutasi domenica 8 settembre sul circuito di Monza, è
stata vinta dal monegasco Charles Leclerc su Ferrari, al secondo
successo in carriera. Leclerc ha preceduto all'arrivo i due piloti della
Mercedes, il finlandese Valtteri Bottas e il britannico Lewis Hamilton.
All'intero weekend di gara hanno assistito 200 000 spettatori, nuovo record per il Gran Premio d'Italia a Monza.
La pioggia cessa pochi minuti prima dell'inizio della prima sessione
di prove libere. La pista resta umida, e solo nella parte finale della
stessa i piloti possono passare all'utilizzo di gomme da asciutto.
Le
condizioni della pista hanno favorito diversi errori dei piloti, tanto
che la sessione ha dovuto essere interrotta tre volte, con bandiere
rosse. La prima interruzione è stata causata da un'uscita di
pista di Kimi Räikkönen dopo circa mezz'ora dall'inizio della
sessione. Il finlandese ha perso il controllo della sua vettura alla Parabolica, compiendo un testacoda ed andando a sbattere contro le barriere all'esterno della curva.
Subito
dopo la riapertura della sessione, la stessa è stata interrotta
nuovamente. Il messicano Sergio Pérez è stato autore di
un testacoda alla Variante Ascari. Entrambi i piloti non hanno fatto segnare tempi validi per la sessione.
L'interruzione è dovuta ad un altro testacoda. In questo caso il pilota della Scuderia Toro Rosso, Pierre Gasly, ha commesso l'errore alla Prima Variante,
rimanendo fermo in una posizione che impediva alla vettura di muoversi.
Dopo l'intervento dei commissari il francese è rientrato ai box.
Il
più veloce di sessione, usando gomme medie, è Charles
Leclerc che ha preceduto le due McLaren di Carlos Sainz Jr. e Lando
Norris, entrambi su gomme morbide. Al quarto posto, sempre con gomme
morbide, si è piazzato Lewis Hamilton, mentre Sebastian Vettel,
sull'altra Ferrari, è ottavo.
La
sessione pomeridiana è iniziata con pista asciutta, prima che la
pioggia tornasse di nuovo ad ostacolare i piloti. L'intensità
delle precipitazioni però è stata modesta, e comunque
solo a tratti. Anche in questa sessione Charles Leclerc è stato
il più veloce, l'unico sotto il minuto e ventuno, precedendo
Lewis Hamilton di 68 millesimi, e il compagno di scuderia, Vettel, di
due decimi. Dietro alle due Ferrari e alle due Mercedes si sono
posizionate le Red Bull Racing.
Anche questa sessione è stata interrotta con bandiera rossa. In
un momento di pioggia particolarmente intensa, coi piloti ai box
nell'attesa di un clima migliore, i commissari ne hanno approfittato per
interrompere la sessione, e ripulire il tracciato dopo un'escursione
fuori pista di una Haas.
La sessione del sabato inizia in ritardo per la necessità di rimuovere un dissuasore all'uscita della Parabolica,
a causa di un incidente durante la gara 1 di Formula 3, con la vettura
di Alexander Peroni che aveva preso il volo avendolo colpito.
Il
più rapido è Sebastian Vettel, che precede di soli 32
millesimi Max Verstappen. Con lo stesso tempo si trovano poi Valtteri
Bottas e Charles Leclerc, che era stato il più rapido nelle
prime due sessioni. Il monegasco si è visto cancellare due
tempi, per aver superato i limiti della pista, affrontando la curva Parabolica. Le Mercedes
si sono dimostrate molto consistenti con le gomme medie, sul passo di
gara, anche se Hamilton, l'altro pilota della scuderia tedesca, ha
chiuso col sesto tempo, preceduto anche da Daniel Ricciardo.
Gran Premio di Spagna 2019
Il Gran Premio di Spagna 2019
è stata la quinta prova della stagione 2019 del campionato
mondiale di Formula 1. La gara, corsa domenica 12 maggio sul circuito
di Catalogna a Montmeló, è stata vinta dal britannico
Lewis Hamilton su Mercedes, al settantaseiesimo successo nel mondiale;
Hamilton ha preceduto sotto la bandiera a scacchi il suo compagno di
scuderia, il finlandese Valtteri Bottas e l'olandese Max Verstappen su
Red Bull Racing-Honda.
La Pirelli, fornitrice unica degli pneumatici, annuncia che, per il gran premio, fornisce coperture di mescola soft (C3), medie (C2) e hard (C1).
La Federazione Internazionale dell'Automobile stabilisce, per questa gara, due zone di attivazione del Drag Reduction System:
la prima lungo il rettilineo principale, con punto per la
determinazione del distacco fra piloti posto prima dell'ultima curva,
mentre la seconda zona è indicata tra la curva 9 (Campsa) e la curva 10 (La Caixa), con detection point fissato prima della curva 9.
La Scuderia Ferrari porta una prima evoluzione della power unit.
La Shell, fornitrice di carburante e lubrificanti per la casa italiana,
porta un nuovo tipo d'olio per il motore.Le altre due scuderie che
utilizzano la power unit della Ferrari, ovvero Haas e Alfa
Romeo proseguono ad impiegare la versione precedente.Anche la Renault
introduce un nuovo motore termico, però solo sulle vetture
costruite dalla casa, e non anche sulle monoposto della McLaren,
scuderia cliente.
Il Gran Premio d'Italia 2019
è stata la quattordicesima prova del campionato mondiale di
Formula 1 2019. La gara, tenutasi domenica 8 settembre sul circuito di
Monza, è stata vinta dal monegasco Charles Leclerc su Ferrari,
al secondo successo in carriera. Leclerc ha preceduto all'arrivo i due
piloti della Mercedes, il finlandese Valtteri Bottas e il britannico
Lewis Hamilton.
All'intero weekend di gara hanno assistito 200000 spettatori, nuovo record per il Gran Premio d'Italia a Monza.
- 2000 -
APRILE
Scalfaro è Succeduto alla presidenza della Repubblica
italiana, dall'onorevole Carlo Azeglio Ciampi
GIUGNO
Muore lo statista non che direttore della Banca d'Italia: Cuccia
OTTOBRE
L'imbarcazione a vela Luna Rossa illumina le notti di milioni di
italiani aggiudicandosi la Louis Vitton Cup
Campioni del Mondo Anni 2000
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F1-2000
2000 - Schumacher ottiene il suo
terzo titolo
Ferrari F1-2000
Schumacher ha riportato la Ferrari sul trono dopo 21 lunghissimi anni
Schumacher e la Ferrari conquistano il mondiale
a Suzuka nel 2000
La stagione 2000 vede il ritorno della F1 in
America. Infatti, il calendario include anche Indianapolis, il
leggendario circuito ovale.
La stagione inizia con la gara di Melbourne ed è subito
Ferrari. Schumacher vince la gara davanti al suo nuovo compagno di
squadra Rubens Barrichello, è il miglior modo per iniziare
la stagione. La McLaren, invece, parte nel peggiore dei modi possibile
con entrambe le monoposto
fuori a causa della cedimento del motore.
Nella seconda gara, quella in Brasile, Hakkinen parte dalla pole ma
è costretto nuovamente al ritiro mentre Schumacher vince
la
sua seconda gara davanti a Coulthard e Fisichella; lo scozzese della
McLaren verrà poi squalificato a causa dell'alettone
anteriore
troppo basso. Il secondo posto verrà
così attribuito a Fisichella.
Quindici giorni dopo a Imola, è Hakkinen a partire dalla
pole, ma M.Schumacher riesce a sopravanzare il finlandese e
concluderà la gara ancora in prima posizione, la rossa con
il suo pilota di punta si è aggiudicata già tre
gare su tre disputate .... un inizio indubbiamente promettente....
In Inghilterra, Barrichello ottiene la sua prima pole in Ferrari ma in
gara la sua monoposto lo tradisce e al comando si rivedono le due
McLaren, con Coulthard davanti a Hakkinen. Sul podio salirà
anche una volta M. Schumacher. Prima del G.P. di Spagna, Coulthard esce
miracolosamente incolume da un incidente aereo: mentre vola con il suo
jet privato è, costretto ad un atterraggio di emergenza che
si traduce in un violento impatto al suolo, nell'incidente perdono la
vita il pilota ed il copilota del piccolo velivolo; il pilota scozzese,
la sua fidanzata ed il suo preparatore atletico se le cavano solo con
qualche graffio e tanta..... tanta paura.
In Spagna, Schumacher parte dalla pole, ma durante la gara è
Hakkinen ad andare in testa, il tedesco della ferrari tenta il recupero
ma un episodio, senza gravi conseguenze, rallenta ulteriormente la
corsa del ferrarista; infatti durante il pit-stop c'è un
incomprensione tra l'addetto al rifornimento ed il capo meccanico,
quest'ultimo, infatti, concede al pilota di ripartire... senza
accorgersi che le operazioni per il rifornimento non sono completamente
concluso.... Schumacher è "purtroppo" scaltro nell'avviarsi
e travolge l'incolpevole meccanico addetto al rifornimento. Per fortuna
questi riporterà solo una lieve contusione alla caviglia. Il
finlandese della McLaren, ormai lontano, si aggiudica la sua prima gara
stagionale davanti a Coulthard e Barrichello. Nel G.P. d'Europa,
Coulthard conquista la pole ma la vittoria va a Schumacher, seguito da
Hakkinen
e dallo stesso Coulthard.
Sul circuito del principato, è il solito Schumacher ad
andare in pole davanti ad un sorprendente Trulli, in gara
però il tedesco è costretto la ritiro proprio
quando occupa la prima posizione, infatti lo scarico della monoposto
"fonde" letteralmente la sospensione posteriore rendendola
inutilizzabile, inutile ogni intervento dei meccanici. La gara
è vinta da Coulthard davanti a Barrichello e Fisichella.
Quindici giorni dopo il circus approda oltre oceano sul circuito di
Montreal in Canada è nuovamente Schumacher ad aggiudicarsi
la pole e a vincere la gara, seguito come un' ombra da Barrichello che
"protegge" il tedesco, infatti la monoposto di Micheal accusa evidenti
problemi all'impianto frenante il ferrarista è
perciò costretto a ridurre notevolmente l'andatura.
Si torna in europa ma la "musica" non cambia in pole fa capolino ancora
M. Schumacher. In gara è però Coulthard ad essere
protagonista, lo scozzese infatti è autore di una ottima
prestazione che gli consente di salire sul gradino più alto
del podio, alle sue spalle
giungono Hakkinen e Barrichello.
In Austria, M. Schumacher è costretto al ritiro subito dopo
la partenza a causa di un incidente con la BAR di Zonta, Hakkinen ne
approfitta
e vince la gara davanti al suo compagno di squadra. In
Germania Coulthard parte dalla pole con al suo fianco Schumacher: a
semaforo verde Hakkinen scatta meglio di tutti e guadagna la leadership
della gara, mentre il tedesco della ferrari avviatosi lentamente per
problemi al sistema
di partenza, viene tamponato dall'incolpevole
Fisichella ed è costretto al secondo ritiro consecutivo. Le
McLaren intanto vanno in fuga finchè
al 24° giro
accade un episodio decisamente singolare nel suo genere: un operaio
Mercedes per protestare contro l'azienda motoristica tedesca, colpevole
di averlo licenziato in tronco, riesce ad entrare in pista e sfila con
un cartello... davanti ai bolidi di formula uno, la scena è
paradossale.... la direzione di gara è impietrita, i piloti
sono perplessi e temono un avventato gesto del singolare ribelle.... in
pista accede
così la Safety Car che raggiunge il malcapitato
operaio e provvede a portarlo via.
L'ingresso della Safety Car in pista per le Mclaren di testa ha avuto
un seguito decisamente svantaggioso, infatti le monoposto mercedes
perdono il consistente gap guadagnato sui diretti inseguitori. Poco
dopo la situazione per il team anglo-tedesco precipita, infatti, in
pista inizia a piovere Hakkinen cambia subito le gomme mentre Coulthard
aspetta qualche giro. Barrichello, invece, non le cambia, questa
sarà la mossa vincente, infatti la pioggia, contrariamente
alle previsioni, non sarà consistente e
permetterà al brasiliano di tenere, seppur con qualche
rischio, la vettura in pista; Rubens vince così, in un modo
tanto meritato per quanto roccambolesco, la sua prima gara al volante
di una Ferrari.
In Ungheria, Schumacher parte in pole ma alla
partenza viene subito superato da Hakkinen che vola verso la vittoria;
con i 10 punti appena aggiudicatosi, il finlandese si porta la comando
della classifica mondiale con sole due lunghezze di margine dal suo
diretto rivale: M. Schuamcher.
In Belgio, si assiste ad uno migliori sorpassi dell'intera stagione: ad
inizio gara le precarie condizioni atmosferiche obbligano ad una
partenza "ordinata" con la safety car, Schumi partito dalla pole
è al comando del gruppo, l'asfalto giro dopo giro va via via
asciugandosi. Hakkinen, che arranca nelle ultime file, a seguito di un
testacoda avvenuto al 13° giro, è costretto ad una
forsennata rimonta.....
Il finlandese si porta, dopo diverse tornate, alle spalle del leader
della gara: il tedesco della Ferrari, a questo punto i due assi danno
vita ad un entusiasmante duello, Hakkinen è incontenibile
Micheal fa di tutto per evitare di lasciare preziosi spazi al
finlandese; ma mentre stanno doppiando la BAR di Zonta, il pilota
Mclaren affonda in un spettacolare sorpasso:
Michael Schumacher sceglie
la traiettoria esterna, Hakkinen quella interna benchè
più umida, l'incolpevole Zonta è immobile viene
superato contemporaneamente da entrambi i lati dai due piloti di testa,
alla staccata del Raidillon, in un tratto dove si viaggia a circa 330
km/h, Hakkinen sopravanza Schumacher. Il finlandese si aggiudica
così la gara seguito dal ferrarista.
A Monza, quindici giorni dopo, Schumacher riduce il margine che lo
divide dal finlandese in classifica mondiale, il tedesco infatti dopo
essersi aggiudicato la pole, domina l'intero GP e sale sul gradino
più alto del podio acclamato da una imponente folla "rossa".
A prescindere da ciò la gara di Monza è comunque
ricordata come una delle più drammatiche della storia F1,
infatti in partenza un incidente conivolge ben sei vetture l'impatto
è violentissimo.... ovunque volano frammenti di carbonio,
ruote e quant'altro. Un volontario della CEA, fermo a bordo pista,
è colpito dalla ruota staccatasi dalla Jordan di Frentzen
per il giovane.... non c'è nulla da fare, la gomma lo
colpisce con una violenza inaudita, pochi minuti dopo l'incidente viene
confermato....... il decesso. Nonostante i molteplici provvedimenti
presi, in ambito di sicurezza, negli ultimi anni dalla F1...
l'imprevisto, la "maledetta" eccezione è sempre in agguato!!
Negli Stati Uniti sul circuito di Indianapolis, Schumacher parte
nuovamente in pole e si aggiudica la gara conducendola dal primo
all'ultimo giro, mentre il suo diretto rivale Hakkinen è
costretto al ritiro, a causa del cedimento del propulsore mercedes,
mentre occupava la seconda posizione.
A Suzuka Hakkinen e M. Schumacher sono appaiati entrambi in testa alla
classifica, l'esito dell'ultimo GP sarà determinante per
l'assegnazione del titolo di campione del mondo. Schumacher parte dalla
pole ma Hakkinen è più scaltro in partenza e
guadagna la leadership della gara; il tedesco, comunque, non demorde si
avvicina al finlandese e lo tallona insistentemente... quando questi
entra ai box, il ferrarista, a pista libera, ne approfitta per segnare
tempi da record.... Micheal entra ai box pochi giri dopo Hakkinen, ma i
precedenti tempi fatti registrare a pista "libera" sono sufficienti al
tedesco per guadagnare il comando della gara al suo rientro in
pista.....
Quando la rossa numero 3 esce dai box, la sagoma della Mclaren
è lontana... è fatta!!! Micheal, gestendo, con
estrema costanza una situazione apparentemente pregiudicata si sin
dalla partenza, è riuscito a guadagnare la leadership della
gara.
Gli ultimi giri vedono consolidate le posizioni.... a passare per primo
sotto la bandiera a scacchi è M. Schumacher!!!
Dopo ventu'anni d'assenza il titolo mondiale piloti torna a Maranello,
l'Italia è in festa la vittoria Ferrari rappresenta un
exploit della tecnologia "made in Italy".... i tifosi della rossa
inondano le strade delle principali città, Modena
è in subbuglio.
L'indomani quando gli uomini Ferrari
torneranno dal Giappone saranno accolti da migliaia di persone che
hanno sofferto ed esultato con loro seppure fossero distanti migliaia
di chilometri.
Gran Premio del Giappone 2000 - La Rivincita di Schumacher
Partenza
Il finlandese della Mclaren scavalcò subito il ferrarista in
partenza, issandosi al comando. Coulthard mantenne la terza posizione
seguito da Ralf Schumacher, Barrichello, Irvine (che si è sempre
trovato a suo agio su questa pista) e l'inglese della Williams Jenson
Button.
I due rivali presero subito il largo a suon di giri veloci, con Hakkinen che guadagnò due secondi e mezzo sul tedesco.
Al 22° giro, il finlandese rientra ai box, seguito due giri più tardi
dal tedesco che dopo la sua sosta ripartì sempre in seconda posizione.
Ralf Schumacher nel frattempo andò in testacoda, lasciando così il terzo
posto a Rubens Barrichello mentre Irvine, rallentato da una lunga sosta
ai box, dovette dire addio alla zona punti.
Pochi giri dopo cominciò a scendere la pioggia sul circuito di Suzuka.
Ne approfittò Schumacher che si rifece sotto al rivale Hakkinen, mentre
Frentzen dovette ritirarsi per un avaria sulla sua Jordan.
Il pilota della Mclaren si fermò ai box al 37° giro, mentre Schumacher
che disponeva ancora di un pò di carburante, forzò l'andatura per altri
tre giri prima della sua sosta. I meccanici Ferrari furono superlativi
impiegando solo 6 secondi per effettuare il cambio gomme e il rabbocco
di carburante, riuscendo così a far ripartire il tedesco davanti ad
Hakkinen. Ormai la vittoria era in pugno e nonostante la resistenza del
finlandese, Schumacher riuscì a gestire il vantaggio giungendo in prima
posizione al traguardo.
Con questa vittoria quindi il ferrarista si aggiudicò il titolo mondiale
con una gara di anticipo riportando dopo 21 anni di attesa il
campionato del mondo a Maranello. Grande commozione ai box, dove dopo 9
anni dall'insediamento di Luca Cordero di Montezemolo come Presidente,
finalmente il traguardo era stato raggiunto. Alle spalle dei due rivali
per il mondiali giunsero Coulthard, Barrichello, Button e Villeneuve,
con Ralf Schumacher costretto al ritiro per un secondo testacoda nelle
fasi finali del Gran Premio.
Ordine d'arrivo:
1 - Michael Schumacher (Ferrari)
2 - Mika Hakkinen (Mclaren)
3 - David Coulthard (Mclaren)
4 - Rubens Barrichello (Ferrari)
5 - Jenson Button (Williams)
6 - Jacques Villeneuve (BAR)
Giro più veloce:
Mika Hakkinen (Mclaren):
1'39''189 (nel giro 26)
Schumacher taglia il traguardo in prima posizione,
aggiudicandosi il Mondiale
Schumacher festeggia sul podio
con Jean Todt
Vittorie della Ferrari F2000
Australia
- M. Schumacher
Canada - M. Schumacher
Giappone
-
M. Schumacher
Brasile
- M. Schumacher
Germania - R.Barrichello
Malesia
-
M. Schumacher
San Marino -
M. Schumacher
Italia -
M. Schumacher
Europa -
M.
Schumacher
Stati Uniti - M. Schumacher
- 2001 -
SETTEMBRE
Due aerei carichi di passeggeri, pilotati da terroristi si schiantano
contro le Twin Towers, un terzo invece ha come obiettivo
il
pentagono... è una strage
Alessandro Zanardi è vittima di un terribile incidente sul
circuito del Lawtzering, il campione italiano perderà
entrambi gli arti inferiori
OTTOBRE
Valentino Rossi si aggiudica per la prima volta il titolo di campione
del mondo delle due ruote classe 500
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2001
Gran Premi Vinti
GRAN PREMIO D'AUSTRALIA
07 marzo 2004
Circuito Albert Park
Melbourne
km 5,303
GRAN PREMIO MALESIA
21 marzo 2004
Circuito Sepang
km 5,543
GRAN PREMIO SPAGNA
09 maggio 2004
Circuito Catalunya
Barcellona
km 4,627
GRAN PREMIO MONACO
23 maggio 2004
Circuito Montecarlo
km 3,340
GRAN PREMIO EUROPA
30 maggio 2004
Circuito Nurburgring (D)
km 5,148
GRAN PREMIO
FRANCIA
04 luglio 2004
Circuito Magny-Cours
km 4,411
GRAN PREMIO UNGHERIA
15 agosto 2004
Circuito Hungaroring
Budapest
km 4,381
GRAN PREMIO
BELGIO
29 agosto 2004
Circuito Spa
Francorchamps
km 6,973
GRAN PREMIO GIAPPONE
10 ottobre 2004
Circuito Suzuka
km 5,807
Ungheria 2001, il quarto titolo
Ferrari F2001
Pilota Michael Schumacher - Squadra Ferrari
In casa Ferrari la nuova stagione si preannuncia
all'insegna della costanza, la filosofia è: "squadra che
vince non si cambia!!", il presidente Luca Cordero di Montezemolo
provvede a mantenere saldo il gruppo, rinnovando a "lungo" termine i
contratti dei maggiori responsabili, immancabile il rinnovo al pilota
tedesco, Schumacher è legato alla scuderia di Maranello per
altri quattro anni.
La stagione si inaugura con il Gp d'Australia; il numero uno
è esibito orgogliosamente dalla nuova F2001, monoposto che
migliora seguendo la tecnologia tracciata dalla vettura della passata
stagione.
A Melbourne la stagione si tinge subito di nero..... durante la gara,
la BAR di Villeneuve decolla su quella di Zonta l'incidente
è spettacolare, la monoposto del canadese si impenna e
ricade pesantemente al suolo, per il pilota, nonostante la violenza
dell'impatto, non c'è alcuna conseguenza
rilevante.....diverso è invece il bilancio... "oltre la
pista": un commissario è stato infatti colpito da un
pneumatico volato via dal manto stradale, per il giovane australiano
non c'è nulla da fare.
La formula uno paga con l'ennesima vittima l'inadeguatezza di strutture
che ospitano le corse.
Per dovere di cronaca a salire sul gradino più alto del
podio sarà M.Schumacher che, date le tragiche circostanze, preferira
evitare qualunque esibizione di trionfo. Il tedesco avrà
modo, comunque, di rifarsi due settimane dopo:
in Malesia infatti
è dominio Ferrari con primo Schumacher e secondo
Barrichello.
In Brasile le rosse di Maranello sono costrette ad inseguire, infatti,
le frecce d'argento tornano ad essere le più veloci,
Coulthard si impone davanti al tedesco della ferrari. La situazione si
ripete nel successivo Gp di Imola dove entrambi i piloti ferrari sono
autori di una gara anonima.
In Spagna un beffardo episodio regala la terza vittoria stagionale al
campione del mondo in carica, infatti l'intero week-end, è
dominato dal finlandese targato Mclaren, le monoposto di Newey, abile
progettista del team anglo-tedesco, riescono ad adattarsi
straordinariamente alla conformazione del circuito di Barcellona: Mika
dopo essere partito dalla pole guadagna la leadership della gara e la
mantiene, incontrastatamente, sino all'ultimo giro... quando a poche
curve dal traguardo la sua Mclaren rallenta vistosamente per problemi
alla frizione, Hakkinen è costretto, così, a
parcheggiare la sua monoposto a pochissime tornata dall'arrivo. M.
Schumacher che è in ritardo sul finlandese di circa quaranta
secondi si ritrova così ad occupare la prima posizione che
manterrà... sino al traguardo.
Le stesse Ferrari si imporranno con una strepitosa
doppietta anche sul circuito più affascinante della
stagione, quello del Principato di Monaco dove i due piloti del
cavallino fanno letteralmente il vuoto.
Schumacher si ripeterà ancora nelle tre gare successive, ma
nella prima di queste, quella del Canada, a vincere non sarà
Schumacher Micheal bensì il fratello minore Ralf al volante
di una Williams-BMW in evidente ascesa: Ralf dopo diversi anni di
"apprendistato" è diventato un pilota maturo, affidabile e
veloce, pur non rivelando le straordinarie capacità di guida
del fratello maggiore, Ralf è ritenuto, indubbiamente, uno
dei migliori piloti in circolazione. La sua Williams, in Canada,
sarà comunque seguita dalla Ferrari di Michael che si
dimostra capace di aggiudicarsi punti preziosi anche quando non
è in grado di vincere...... la filosofia si
rivelerà ben presto premiante.
In Europa e in Francia M. Schuamcher sarà ancora
protagonista.
A cinque Gp, dal termine della stagione, la situazione in classifica
mondiale vede in testa con un consistente margine di vantaggio il
campione della Ferrari, Scumacher infatti sembra essere l'unico pilota
a mantenere una certa continuità nel susseguirsi dei Gp. Non
esiste un unico rivale allo strapotere rosso, bensì
più piloti incapaci di mantenere una certa costanza, a tutto
vantaggio del team di Maranello che gara dopo gara si avvicina
rapidamente alla conquista del terzo titolo mondiale
costruttori.......... consecutivo.
E' il Gp d'Ungheria (con quattro gare di anticipo sulla fine dalla
stagione) ad assegnare a Micheal Schumacher il titolo mondiale piloti,
il tedesco si aggiudicherà su questo circuito i 10 punti
necessari a laurearlo campione del mondo per la quarta volta nella sua
carriera. Solo un pilota in tutta la storia della formula uno
è riuscito a fare meglio di lui... si tratta di Juan Manuel
Fangio, l'argentino con i suoi cinque titoli occupa incotrastato la
vetta dei piloti più volte campioni del mondo.
L'insaziabile Michael vince anche quindici giorni dopo sul suo circuito
preferito, quello del Belgio, con questa vittoria il tedesco batte il
record di un'altro "mostro sacro" della F1, ovvero Alain Prost, Schumi
infatti si aggiudica il 52° GP della sua carriera.......
nessuno ne ha mai vinti più di lui...
A Monza tutti si aspettano una festosa passarella Ferrari, ma gli
eventi dispongo diversamente.... pochi giorni prima del Gp
l'umanità è stata vittima di una delle tragedie
più devastanti della storia: diversi terroristi dopo aver
preso il comando di alcuni aerei di linea si sono lanciati come
"kamikaze" su obiettivi considerati principali per l'economia
Statunitense, prima le due torri di Manatthan e poi la sede ufficiale
del pentagono.... è una carneficina, le vittime sono
migliaia il mondo attraversa uno dei periodi più cupi della
storia; la solidità di un'economia, la certezza di una
continua escalation umana, messa in discussione da un gesto tanto folle
quanto drammatico...... in queste circostanze non c'è
davvero spazio per il mondo della corse, il Gp d'Italia si disputa
nella più assoluta indifferenza.
Quindici giorni dopo il circus, sbarca proprio negli Stati Uniti per il
Gp di Indianapolis, le rosse si privano degli sponsor e si tingono il
musetto di un inconsueto.... nero, è questo il lutto
ferrari. Sull'ovale di Indy a vincere sarà, per l'ultima
volta, Mika Hakkinen, il finlandese, due volte campione del mondo, ha
infatti deciso di prendersi un anno sabbatico dalla formula uno per
poter più dedicarsi alla famiglia.
Sull'ultimo circuito della stagione ad imporsi è il solito
Micheal Schumacher davanti ad un emergente pilota Williams: Juan Pablo
Montoya.
Vittorie della Ferrari F2001
Australia
-
M. Schumacher
Monaco -
M.
Schumacher
Ungheria - M.
Schumacher
Malesia
- M. Schumacher
Europa
- M. Schumacher
Belgio - M.
Schumacher
Spagna -
M. Schumacher
Francia - M.
Schumacher
Giappone - M.
Schumacher
- 2002 -
GENNAIO
Gli USA attaccano l'Afgahnistan nel tentativo di mettere le mani su Bin
Laden dittatore Afgano colpevole di aver organizzato l'attentato delle
torri gemelle.
GIUGNO
Il Brasile vince i mondiali di calcio in Giappone e Korea
OTTOBRE
Valentino Rossi vince per la seconda volta consecuiva il titolo
mondiale di motociclismo in classe 500
La fine dell'Arrows
Posta sotto la tutela di un liquidatore amministrativo dopo il giudizio della
corte di Londra, ciò che è rimasto della scuderia Arrows sarà disperso tra i
diversi creditori ed investitori. Una fine poco gloriosa che il cocciuto Tom
Walkinshaw non è riuscito ad evitare.
La prima squadra Arrows nacque dalla scissione della scuderia Shadow nel 1977
e fu fondata da Jacky Oliver e
Alan Rees, ma fu soltanto in Brasile nel 1978 che una Arrows partecipò per la
prima volta all'edizione di un Gran Premio, con al volante Riccardo Patrese.
In Africa del sud, nella seconda apparizione, la scuderia è rimasta in testa
con Patrese prima della rottura del motore, mentre nella terza gara in Svezia
l'italiano conquistò la seconda piazza dietro la Brabham di Niki Lauda. Un
debutto incoraggiante rimasto senza seguito.
Nel 1981 Patrese segnò la pole nel GP degli USA, ma occorrerà aspettare il
1988 per vedere Eddie Chever e Derek Warwick offrire alla Arrows la migliore
stagione di tutti i tempi col quarto posto finale nel campionato costruttori.
Dopo quella stagione, nella quale le Arrows erano equipaggiate con un Megatron
(ex BMW turbo), le monoposto britanniche tornarono al motore Ford prima di
essere rilevate dalla compagnia giapponese Footwork International Corporation,
appartenente a Wataru Ohashi. Le ambizioni dell'investitore nipponico
consentirono alla Arrows di disporre di un motore Porsche che però non si
rivelò competitivo.
Nel 1995, Oliver e Rees ritornarono alla guida della loro squadra, ma fu un
nuovo fiasco malgrado un inatteso terzo posto di Gianni Morbidelli nel GP
d'Australia, l'ultimo disputato ad Adelaide. Fu in quel momento che entrò in
gioco Tom Walkinshaw. Lo scozzese vide nella Arrows la soluzione ideale per
proseguire a sviluppare le sue numerose attività negli sport meccanici. Nel
1997 nella piccola scuderia arrivò Damon Hill, campione del mondo. A fine 97
Hill e la Yamaha lasciarono Walkinshaw in una situazione difficile.
Il ricchissimo scozzese decise di lanciarsi nella costruzione di un proprio
V10 da F1 ingaggiando Brian Hart. John Barnard, ex McLaren e Ferrari prese in
mano il destino della A19. Si rivelerà denaro speso senza ottenere risultati.
Dopo aver pensato di partire, nel 2000 Tom Walinshaw riprende in mano il
destino del team.
La Arrows è ripartita nel 2001 per una nuova campagna mondiale sostenuta da
investitori asiatici che hanno acquistato il diritto d'utilizzo di un vecchio
V10 conosciuto sotto il nome della Peugeot. Ancora una volta il successo è
venuto a mancare e nel 2002 malgrado un V10 Cosworth, il naufragio è stato
inevitabile.
La Ferrari F2002 è stata una delle migliori vetture di Formula 1 di tutti i tempi.
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2002
2002 - Schumacher come Fangio
Mentre
la Ferrari celebrava il suo dominio, lo sport era ancora tribolato dai
problemi. Due scuderie private – la Prost Grand Prix e la Arrrows
– chiusero i battenti per fallimento, l’ultima nel corso
della stagione. La Benetton rischiò di seguire la loro sorte,
fino a quando la scuderia venne acquistata dalla Renault, che
rientrò in Formula 1 portandosi dietro il direttore tecnico del
team italo–britannico, Flavio Briatore. Intanto alla Minardi si
stava facendo le ossa un giovane pilota asturiano di belle speranze,
Fernando Alonso. Eventuali altri problemi di disturbo erano
nell’unica scuderia in apparenza solida, la Ferrari. Mentre la
Formula 1 non era sconosciuta alle squadre che monopolizzavano i podi
del vincitore, le azioni della Ferrari durante il 2002 fecero
arrabbiare molti avversari, e in particolare sui finali contestati del
Gran Premio d’Austria e in quello degli Stati Uniti. Per molti
osservatori era sembrato che lo spirito sportivo non avesse più
spazio in Formula 1, quello che rendeva possibile il detto della
“vittoria a tutti i costi” troppo lontano. Queste
valutazioni e la presenza notevolmente declinante dei team ma anche
degli spettatori sui circuiti nell’ultima parte del 2002, fu un
serio problema per uno sport che era il più costoso – e,
cosa importante, il più lucrativo grazie all’avvento delle
multinazionali – del mondo in quel tempo.
Ferrari F2002
Così come l'anno precedente, anche il 2002 sarà dominato dalle Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Già nel Gp d'Australia si nota lo strapotere delle rosse di Maranello.
La stagione 2002 è inaugurata da una
innovativa monoposto Ferrari, il team di Maranello avendo avuto
più tempo a disposizione (dato che si è
accaparrato la vittoria del mondiale precedente con largo anticipo) ha
messo in fabbrica una monoposto che stravolge gli standard tecnologici
sino ad ora considerati: la F2002 disegnata da Byrne è una
monoposto che introduce una nuova filosofia aereodinamica,
l'elettronica di cui è equipaggiata garantisce l'adattamento
della vettura alle varie condizioni di pista e di usura.... insomma il
gioiello di Maranello impensierisce davvero tutti.....
La stagione si apre con il Gp d'Australia, nei box Mclaren si intravede
il perfetto sosia di Hakkinen; o meglio, il nuovo pilota ingaggiato
dalla scuderia di Dennis, oltre ad essere finnlandese, come il suo
predecessore, ha una inequivocabile rassomiglianza con Mika Hakkinen...
per giunta anche il giovane Raikkonen, è questo il nome del
nuovo arrivato, indossa una casco con una colorazione simile a quella
dell'ex pilota Mclaren, insomma la mancanza di Mika, almeno
apparentemente, passa inosservata. A Melbourne a stravincere
è, comunque, ancora M. Schumacher al volante,
però, della monoposto della passata stagione...
opportunamente aggiornata, infatti la tanto attesa F2002 necessita di
ulteriri collaudi prima di partecipare ad un Gp... Michael a quanto
pare non se ne accorge nemmeno.... vince sbaragliando tutti.
Quindici giorni dopo in Malesia, la "vecchia" ferrari comincia a dar
segni di "stanchezza", sul circuito di Kuala Lumpur sono infatti le due
Williams a dominare, con Montoya seguito da Schum Jr. Le monoposto
inglesi si impongo con una certa facilità, non solo per la
straordinaria potenza del propulsore BMW ma anche grazie alla
continuità che le gomme Michelin garantisono se sottoposte a
temperature elvate, la Malesia, in questo periodo dell'anno
è una nazione particolarmente calda.
In brasile fa finalmente il suo debutto ufficiale in pista la F2002, al
momento la scuderia di Maranello ne ha approntata soltanto una che
viene messa a disposizione del pilota di punta: il tedesco quattro
volte campione del mondo; Rubens dovrà attendere la prossima
gara per poter utilizzare la rivoluzionaria monoposto.
Sul circuito di
Interlagos.... non ce nè per nessuno, M. Schumacher domina
agevolmente per l'intero week-end. La scuderia di Maranello si ripete,
questa volta portando sui gradini più alti del podio
entrambe le monoposto, ad Imola, nel quarto GP stagionale.
Ad aggiudicarsi i succesivi due gran premi, quelli di Spagna e Austria
è ancora M. Schumacher... ma a Zeltweg un discusso episodio
rovina la festa al team del cavallino: quando manca un giro al termine
del Gp, Rubens Barrichello è in testa alla gara, il
brasiliano che ha finalmente raggiunto un giusto "feeling" con la
vettura, partito dalla pole ha guidato la corsa sin dal primo giro;
negli ultimi chilometri che lo separano dalla bandiera a scacchi il
team chiede al brasiliano di lasciare strada al suo compagno di
squadra, nonchè diretto inseguitore, il tedesco
è, infatti, in lotta per il mondiale. Rubens obbedisce e M.
Schumacher si aggiudica la vittoria. L'episodio avvenuto in modo
plateale a pochi metri dal traguardo innesca una valanga di polemiche.
Tutti accusano il team di Maranello per aver fatto un gesto ritenuto
più offensivo che utile, infatti Schuamcher non è
in lotta per il titolo.... il tedesco vanta, neanchè a
metà stagione, il doppio dei punti del suo diretto
inseguitore,è dunque evidentemente inopportuno applicare
similii giochi di squadra in tali circostanze.
I piloti Ferrari sul podio sono accolti da una moltitudine di fischi,
M. Schumacher così ripara all'errore commesso scambiando
giustamente i posti sul podio e regalando al compagno di squadra il
trofeo. Credo che sebbene il Gp d'Austria abbia "bocciato" in qualche
modo le Ferrari ha certamente rafforzato il rapporto dei due compagni
di squadra..... tra Barrichello e Schumacher si è instaurato
un genere di rapporto basato sul
rispetto reciproco, entrambi
rappresentano una meravigliosa era Ferrari.
Sul tracciato del principato, a Monaco,
sarà Coulthard a vedere per primo la bandiera a scacchi, ma
questa sarà l'ultima vittoria di un pilota non targato
Ferrari. Nelle prossime 10 gare a vincere sarà sempre una
Ferrari.... è incredibile la scuderia di Maranello dopo aver
vinto tre titoli mondiali costruttori e due titoli mondiali piloti
consecuitivi ha ancora sete di vittoria.
La stagione 2002 è praticamente monopolizzata dalla scuderia
di Maranello che vince ovunque e comunque. Addirittura le gare assumono
un'andamento così scontato da perdere interesse, la stagione
sarà ricordata come quella dei record, infatti, mai si sono
ottenute così tante doppiette di una stessa scuderia durante
il corso di una stagione, mai un pilota ha mai vinto così
tanti GP quanti ne abbia vinti Schumacher, mai un pilota si
è aggiudicato un mondiale con 6 gare di anticipo sulla fine
della stagione, mai una scuderia ha collezzionato nella stessa stagione
ben 221 punti..... e sopratutto mai un pilota in tutta la storia della
formula ha equiparato il record di Juan Manuel Fangio: Finalmente dopo
quarant'anni di formula uno un'altro pilota ha conquistato cinque
titoli mondiali...... Micheal Schumacher entra così nella
leggenda.... questa volta al volante di una Ferrari, in una
meravigliosa realtà.... rossa!!!!
Classifica Mondiale al giro di boa: 1' M.Schumacher
con 54 punti, 2' K.Raikkonen con 51, 3' F.Alonso con 34, 4’
R.Schumacher con 33, quinti a pari merito (31 punti) Barrichello e
Montoya.
La nona puntata iridata ha luogo il 29 giugno, sul tracciato tedesco
del Nurburgring. Scattato dalla pole-position, Raikkonen si attesta al
comando ma viene fermato dalla rottura del motore: via libera al duo
Williams, con Ralf Schumacher primo davanti a Montoya (che ha costretto
Michael Schumacher ad uscire di pista, relegandolo al 5' posto);
Barrichello completa il podio. Paura per Coulthard, protagonista di un
brutto volo a causa di una temeraria manovra di Alonso. Magny-Cours,
uno dei tanti tracciati modificati rispetto al 2002, ospita la decima
prova (6 luglio). La Williams, nello stesso ordine del Gp precedente
(R.Schumacher-Montoya), centra una nuova doppietta, insidiando
concretamente Ferrari e McLaren nella classifica Costruttori.
M.Schumacher, bravo a capitalizzare la strategia studiata ai box,
è 3' davanti a Raikkonen. Il 20 luglio tutti a Silverstone
per il GP di Gran Bretagna; come nel 2000 ad Hockenheim, uno spettatore
invade la pista, stravolgendo la situazione: dal rimescolamento
generale viene fuori di prepotenza Barrichello, autore di sorpassi
eccezionali che lo portano alla vittoria finale. Montoya è
2', Raikkonen 3', M.Schumacher 4' (nettamente attardato dal traffico ai
box). Proprio Hockenheim è la sede della successiva gara
tedesca (3 agosto), condizionata, insieme a quella ungherese, dal caldo
torrido. La Williams, le cui gomme Michelin si adattando bene alle alte
temperature, domina l'intero weekend: a vincere è Montoya,
seguito da Coulthard (McLaren) e Trulli. Gli altri big come Ralf
Schumacher, Raikkonen e Barrichello si sono autoeliminati al via con un
crash spettacolare. M.Schumacher, uscito indenne dalla prima curva,
rimonta nel finale (gran sorpasso all'esterno su Trulli) ma
è messo ko da una foratura: conclude 7'. Il Gran Premio
magiaro, che si disputa sul lento Hungaroring (24 agosto), segna due
eventi significativi: la prima vittoria in carriera del giovane Alonso
(Renault) ed il drastico accorciamento della Classifica Mondiale;
infatti Montoya e Raikkonen, giunti rispettivamente 3' e 2', seguono
ora di 1 e 2 punti M.Schumacher, 8' al traguardo. Preoccupante
cedimento della sospensione sulla vettura di Barrichello: vettura
distrutta, pilota fortunatamente illeso. La 14a prova iridata, che apre
il trittico finale, ha luogo a Monza (GP Italia - 14 settembre).
M.Schumacher reagisce da grande campione alle recenti sventure,
conquistando la pole e, a suon di record, la gara; Montoya arriva 2',
Barrichello è 3', abile a costringere Raikkonen in 4a
posizione. Il tedesco della Ferrari allunga nuovamente in classifica,
la casa di Maranello si riavvicina alla Williams.
Il Gp degli Stati Uniti, penultimo appuntamento Mondiale (28
settembre), emette già un verdetto: Montoya è
escluso matematicamente dalla lotta per il titolo; il pilota
colombiano, infatti, nonostante un tifo incessante, ne combina di tutti
i colori ed arriva soltanto 6'. M.Schumacher invece vola, e da 7' che
era sulla griglia vince davanti a Raikkonen, sul quale ha ora 9 punti
di vantaggio ad una sola gara dalla fine. Come spesso avvenuto in
passato, tocca alla pista di Suzuka (GP Giappone - 12 ottobre)
incoronare il nuovo campione. Per M.Schumacher il weekend nipponico
è subito thrilling: la roulette delle qualifiche lo porta in
pista con la pioggia, il risultato è un anonimo 14' posto,
mentre Raikkonen è 8'. E' Barrichello a togliere le castagne
dal fuoco, dominando la gara e suggellando i due titoli in rosso.
M.Schumacher conquista il suo 6' alloro iridato (nessuno come lui), il
4' consecutivo; la Ferrari ottiene il 13' successo fra i Costruttori,
il 5' di fila.
Dominio assoluto
Non
è la prima volta che una scuderia di Formula 1 domina il campionato nei
confronti degli avversari. Quest'anno è toccato alla Ferrari, ma in passato
McLaren e Williams, sono anch'esse riuscite ad imporre la loro supremazia sulla
concorrenza in un determinato periodo.
Una differenza interessante tra la Ferrari e le due scuderie britanniche è che
queste ultime lasciavano la loro coppia di piloti duellare in pista, mentre
Michael Schumacher e Rubens Barrichello sono sempre stati gestiti da ordini
impartiti dai dirigenti della squadra. Tuttavia nel 2002 la Ferrari ha stabilito record a ripetizione, ottenendo dei
risultati che sicuramente rimarranno imbattuti nella storia dell'automobilismo
mondiale per molto tempo.
Quando è stata scoperta nel giorno della sua presentazione, la F2002 ha
suscitato subito un coro unanime di apprezzamenti. Nonostante non avesse ancora
percorso alcun giro in pista, la nuova monoposto di Maranello ha immediatamente
stimolato la fantasia di tifosi, appassionati e addetti ai lavori, i quali
sognavano una Ferrari imbattibile.
I loro desideri sono stati accontentati. I ‘Geni della lampada' della Scuderia
italiana, ossia gli ingegneri e progettisti, hanno costruito una macchina che
era destinata ad entrare per sempre negli annali della Formula 1. Un cambio
rivoluzionario a fusione in titanio, un'aerodinamica completamente rivista per
ottimizzare i flussi d'aria e tante altre migliorie hanno permesso alla Rossa di
volare verso la gloria. Nel primo test con la F2002 Michael Schumacher ha polverizzato subito i record
del circuito di Fiorano. L'unica preoccupazione derivava dal cambio di nuova
concezione, ma questi pensieri hanno presto lasciato spazio al sogno di una
Rossa invincibile che è divenuto realtà.
I numeri di questa stagione parlano da soli : 221 punti nel campionato
costruttori, è la cifra che si ottiene se si sommano i punti segnati da tutte le
altre scuderie, dalla Williams alla Arrows. 15 vittorie su 17 Gran Premi. A
Monaco vinse meritatamente David Coulthard, ma per sua fortuna Schumacher non
riuscì a segnare la pole posisition. A Sepang invece s'impose il fratellino, ma
la gara di Michael fu certamente penalizzata dal contatto con Juan Pablo Montoya
alla prima curva.
Se Williams e McLaren non riusciranno a produrre un pacchetto decisamente più
competitivo rispetto a quello di quest'anno, Michael Schumacher ‘rischia' di
diventare il ‘Michael Jordan' della Formula 1. Nonostante l'audience della categoria regina ha subito un netto calo e il
momento negativo dell'economia mondiale si è fatto sicuramente sentire,
quest'anno l'Italia può godersi questa Ferrari da record che ha infiammato le
domeniche degli italiani con le prodezze di Rubens Barrichello e Michael
Schumacher e con una F2002 che senza ombra di dubbio è forse la vettura più
competitiva che sia mai stata costruita.
A Interlagos, dove la Ferrari ha impiegato per la prima volta questa
‘Astronave', sulla griglia di partenza del Gran Premio i capi scuderia sono
andati tutti ad ammirare questo gioiello tecnologico che ha distrutto la
concorrenza fin da subito ed ha permesso a Michael Schumacher di salire sul
podio in tutte le corse di questa stagione.(I primi due Gran Premi con la
F2001).
Ecco uno schema che rappresenta i risultati più consistenti ottenuti in passato
in Formula 1, fino ad arrivare al 2002.
1984: McLaren-Tag Porsche (Niki Lauda e Alain Prost)1986:
1. N. Lauda 72 punti, 2. A. Prost 71,5 punti
1. McLaren 143,5 punti, 2. Ferrari 57,5 punti
1986: Williams-Honda (Nigel Mansell e Nelson Piquet)
1. A. Prost (McLaren) 72 punti, 2. N. Mansell 70 punti, 3. N. Piquet 69 punti
1. Williams 141 punti, 2. McLaren 96 punti
1987: Williams-Honda (Nelson Piquet e Nigel Mansell)
1. N. Piquet 73 punti, 2. N. Mansell 61 punti, 3. A. Senna 57 punti
1. Williams 137 punti, 2. McLaren 76 punti
1988: McLaren-Honda (Ayrton Senna e Alain Prost)
1. A. Senna 90 punti, 2. A. Prost 87 punti, 3. G. Berger 41 punti
1. McLaren 199 punti, 2. Ferrari 65 punti
1989: McLaren-Honda (A. Senna e A. Prost)
1. A. Prost 76 punti, 2. A. Senna 60 punti
1. McLaren 141 punti, 2. Williams 77 punti
1992: Williams-Renault (Nigel Mansell e Riccardo Patrese)
1. N. Mansell 108 punti, 2. R. Patrese 56 punti
1. Williams 164 punti, 2. McLaren 99 punti
1993: Williams-Renault (Alain Prost e Damon Hill)
1. A. Prost 99 punti, 2. A. Senna 73 punti, 3. D. Hill 69 punti
1. Williams 168 punti, 2. McLaren 84 punti
1996: Williams-Renault (Damon Hill e Jacques Villeneuve)
1. D. Hill 97 punti, 2. J. Villeneuve 78 punti, 3. M. Schumacher 59 punti
1. Williams 175 punti, 2. Ferrari 70 punti
1997: Williams-Renault (Jacques Villeneuve e Heinz-Harald Frentzen)
1. J. Villeneuve 81 punti, 2. H.H. Frentzen 42 punti
1. Williams 123 punti, 2. Ferrari 102 punti
2002: Ferrari (Michael Schumacher e Rubens Barrichello)
1. M. Schumacher 144 punti, 2. R. Barrichello 77 punti
1. Ferrari 221 punti, 2. Williams-BMW 92 punti
CURIOSITA' - Australia 2002: all'avvio del giro
di ricognizione le Arrows non andavano in moto, così Heinz
Harald Frentzen ed Enrique Bernoldi pensarono bene di non compiere il
giro di ricognizione e di rientrare subito ai box, per prendere il via
da lì. Una manovra che infrangeva il regolamento e che
costò ad entrambi la squalifica. In quell'occasione, per la
seconda volta nella storia del Mondiale un intero team venne
squalificato nel corso della gara (precedentemente: March nel GP Canada
'72).
Vittorie della Ferrari F1 F2002
Australia
- M. Schumacher
(F2001)
Canada - M.
Schumacher
Ungheria - R.
Barrichello
Brasile - M.
Schumacher
Europa
- R. Barrichello
Belgio - M.
Schumacher
San Marino - M.
Schumacher
Inghilterra - M.
Schumacher
Italia - R.
Barrichello
Spagna - M.
Schumacher
Francia - M.
Schumacher
Stati
Uniti
- R.
Barrichello
Austria -
M. Schumacher
Germania
- M.
Schumacher
Giappone - M.
Schumacher
- 2003 -
MARZO
Marco Biagi, "regista" della riforma sul Lavoro, è vittima
di un attentato organizzato dalle nuove Brigate Rosse
Scompare Giovanni Agnelli uomo simbolo della Fiat nonchè
dell'imprenditoria torinese. La Ferrari dedica la neo-nata monoposto
alla memoria del noto industriale piemontese: F2003 Gianni Agnelli
LUGLIO
L' esercito statunitense, dopo un assalto durato 50 giorni, raggiunge
Baghdad, capitale Irakena: Crolla così la ormai decennale
dittatura di Saddam Hussein
OTTOBRE
Valentino Rossi vince per la terza volta consecutiva il titolo mondiale
di motoGP (classe 500)
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2003GA
La F2003-GA è la quarantanovesima monoposto costruita dalla Ferrari per
partecipare al Campionato del Mondo di Formula 1. I concetti alla base
del progetto sono rimasti immutati rispetto alla F2002: si è proseguito
nell’ottimizzazione dell’efficienza aerodinamica ed è stato
ulteriormente abbassato il centro di gravità della vettura. Tutti gli
aspetti della macchina sono stati completamente riprogettati, cercando
di creare le migliori condizioni per ottenere la massima prestazione dal
nuovo motore 052 e dalle gomme Bridgestone.
2003 - Nessuno come Schumacher
Michael
Schumacher, 8° nel GP del Giappone dominato da Barrichello, si aggiudica il
sesto titolo mondiale, la Ferrari vince il 13° mondiale costruttori.
Grazie anche alla gara perfetta di Rubens
Barrichello, Michael Schumacher al termine del Gran Premio del Giappone a Suzuka
si porta a casa il suo sesto titolo mondiale, uno in più di Juan Manuel Fangio,
il quarto consecutivo, ed entra definitivamente nella leggenda non solo della
Formula 1 ma di tutto lo sport. E’ stata una gara al cardiopalma per quasi tutta
la sua durata, con Michael costretto a partire quattordicesimo in griglia a
causa della pioggerella che lo ha frenato in qualifica, poi, per giunta, mentre
era in piena rimonta, al sesto giro si è toccato con l’idolo locale Takuma Sato,
neosostituto di Jacques Villeneuve alla BAR, e ha dovuto fermarsi ai box per
cambiare l’alettone anteriore danneggiato e ha anticipato così il primo
rifornimento. Piano piano, Schumi ha guadagnato altre posizioni, ha battagliato
col fratello Ralf, lo ha sorpassato al terzo e ultimo pit-stop e infine lo ha
costretto a tamponarlo leggermente quando Da Matta ha frenato improvvisamente
davanti a entrambi obbligando il ferrarista a cambiare traiettoria. Schumi ha
tagliato il traguardo ottavo, conquistando il punticino che gli serviva per
assicurarsi la certezza matematica del titolo.
La Ferrari si aggiudica, oltre il suo tredicesimo
titolo piloti, anche il tredicesimo mondiale costruttori, il quinto consecutivo,
e il contributo maggiore stavolta è arrivato da Rubens Barrichello che, partito
in testa, è stato superato nel corso del primo giro da Juan Pablo Montoya ma ha
approfittato del ritiro del colombiano dopo nove giri per un problema di
idraulica, e ha dominato tutta la gara, cogliendo la settima vittoria della
carriera e chiudendo quarto nel mondiale avendo beneficiato degli zeri di Ralf e
Alonso. Il brasiliano ha assolto fino in fondo al compito che aveva in questa
gara: impedire di vincere a Kimi Raikkonen, l’ultimo che ancora poteva togliere
il titolo a Schumi. Nel corso del 15° giro, per il gioco dei pit-stop, con Kimi
primo e Schumi fuori dai punti, il finlandese era campione del mondo: ma è stato
un attimo, anche se il timore di una beffa per i tifosi della Ferrari è stato
sempre dietro l’angolo fino agli ultimi dieci giri. La Ferrari ha adottato la
tattica delle tre soste, Raikkonen, secondo alla fine, ha tentato l’azzardo
disperato delle due soste, una in meno anche del suo compagno di squadra David
Coulthard, che ha chiuso terzo proteggendolo negli ultimi giri, ma non è
bastato. Raikkonen ha lottato come un leone per tutto l’anno e ha chiuso a due
punti da Schumi vincendo solo un Gran Premio, ma se la McLaren-Mercedes avesse
vinto il titolo con la vettura, sia pure modificata, dell’anno scorso, la cosa
avrebbe avuto del sensazionale nella Formula 1 di oggi.
Per quanto riguarda gli altri, la Williams ha
buttato via il mondiale costruttori con una serie di errori incredibili nelle
ultime gare e oggi, a parte la sfortuna di Montoya, Ralf ha fatto una gara
disastrosa condizionato dai soliti complessi di inferiorità nei confronti del
fratello. L’attenuante di partire in ultima fila del tedesco regge solo in
parte: Jarno Trulli, che partiva di fianco a lui, ha fatto invece una gara
fantastica arrivando quinto anch’egli con due sole soste, esattamente come le
due BAR di Jenson Button, quarta, e Sato. Il giapponese, al rientro in Formula 1
dopo un anno, ha chiuso sesto dopo che dodici mesi fa aveva era stato quinto
proprio sulla pista di casa, e questi sono i suoi due unici piazzamenti in zona
punti in carriera. Anche Fernando Alonso, il campione di domani, si è ritirato
per colpa del motore mentre era in lotta con Barrichello. Inesistenti come al
solito Giancarlo Fisichella, che finalmente lascia la Jordan, e le due Minardi.
Si conclude così un’annata equilibratissima e, nelle sue ultime fasi, davvero
entusiasmante, ma che vede Michael Schumacher trionfare meritatamente ancora una
volta: passano gli anni ma la voglia di vincere di Schumi non si spegne mai e
trascina con sé tutti gli uomini della Ferrari. E’ forse questo il merito più
grande del campione tedesco, che da oggi guarda tutta la storia della Formula 1
dall’alto in basso. Che la festa cominci, a Suzuka, a Maranello e a Kerpen.
Ferrari F2003-GA
Sesto Titolo Piloti per Michael Schumacher
Un giovanissimo Giovanni Agnelli.
Gianni Agnelli e Giovanni Nasi nel corso del primo viaggio negli Stati Uniti nell’estate del 1939.
Giovanni Agnelli e Marella Caracciolo
a New York al Black and White Ball
di Thruman Capote nel 1966.
Il
Presidente Luca di Montezemolo, dedica la nuova Ferrari
F1,
progettata per il Campionato del Mondo 2003, all’Avv.Gianni
Agnelli, ricordandolo nella sigla della vettura con le sue iniziali F2003-GA.
Giovanni Agnelli e Jackie Kennedy a Ravello
nel 1962.
Gianni Agnelli con Anita Ekberg
Gianni Agnelli in veste casual
a Villar Perosa nell’agosto del 1982.
ICON GIANNI AGNELLI
Giovanni Agnelli indossa
i suoi polacchini in suede stringati.
Fonte L'Avvocato
Ferrari F2003-GA - L'Aerodinamica
Un lavoro enorme è stato fatto dagli
ingegneri Ferrari per ottimizzare i flussi aerodinamici sia interni che
esterni della vettura, e il risultato del loro lavoro si è visto
soprattutto sul disegno delle pance della vettura che ospitano i
radiatori. La parte anteriore della fiancata ha subito un radicale
sconvolgimento, con la parte anteriore fortemente scavata in modo da
creare con il fondo scalinato una sorta di coltello divergente.In
pratica le pance coprono al millimetro la meccanica interna della
vettura. In caso di grande caldo sono previsti due sfoghi laterali posti
davanti alle grandi pinne laterali.
Il
passo della vettura è stato aumentato rispetto a quello della F2002;
questa scelta, oltre a rispondere ad esigenze di distribuzione dei pesi,
ha una sua importanza dal punto di vista dello sfruttamento
dell'aerodinamica: con le ruote allontanate dalle fiancate (a loro volta
leggermente arretrate) sono diminuiti gli effetti nocivi delle
turbolenze delle ruote verso il corpo vettura. Una grande cura è stata data all'efficienza dei radiatori, ulteriormente
avanzati e allargati grazie anche a una leggera riduzione della
larghezza massima della scocca nella zona del serbatoio della benzina,
che è leggermente più stretto e più lungo. Le stesse turbolenze sono
state notevolmente ridotte con una delle invenzioni della Ferrari in
questi ultimi anni e cioè le famose prese d'aria de freni "a cestello".Nel
2002 i motoristi della casa di Maranello sono stati chiari: se si vuole
avere un ulteriore incremento degli 850 cavalli erogati dal motore
allora bisogna fornire più aria al propulsore.
Il motore della Ferrari
2003-GA va infatti "nutrito" con ben 27.540 litri d'aria al minuto ad un
regime di 18.000 giri, un dato che sale drasticamente fino a 29.700
litri d'aria al minuto quando, allo stesso regime, la velocità supera i
300 Km/h..
Questa massa d'aria serve per accendere 1,620 litri di carburante al
minuto. Oltre i 18.000, per ogni 100 giri di incremento il
fabbisogno di carburante sale a 1,844 litri/minuto, quindi sono
necessari dai 153 ai 288 litri di aria in più.
La Shell ha studiato un carburante in grado di fornire un maggiore
apporto calorico e di velocità di accensione per cui alla fine, a parità
di potenza richiesta, il consumo effettivo potrebbe anche essere
ridotto.
La soluzione più semplice sarebbe stata quella di aumentare le
dimensioni della presa d'aria, ma questo avrebbe "sporcato" i flussi
dell'aria che interessano tutta la parte posteriore della vettura,
quella in cui si trova l'alettone. I tecnici della Ferrari hanno invece
sfruttato l'abbassamento del motore e una nuova configurazione del
"plenum" dove è convogliata tutta l'aria destinata al motore per
ottenere i loro scopi.
Il motore
E' l'ultimo rampollo di una famiglia
di purosangue.
E'
l'ultimo motore Ferrari realizzato per la prestazione pura e non per
durare (infatti le regole impongono che dalla stagione 2004 le
unità motrici dovranno durare per tutto il weekend di un Gran
Premio, quindi per prove libere, qualifiche e gara per un totale di
almeno 800 Km). Lo 052, il cuore della monoposto F2003-GA, non
sarà sicuramente il motore più potente della Formula1, ne
quello che gira più in alto di tutti. Non è neanche
rivoluzionario nella concezione, anzi i tecnici che ci hanno lavorato
lo definiscono piuttosto convenzionale.
Il cambio
Il cambio avveniristico della F2002 (realizzato in fusione
di titanio) è stato ulteriormente snellito, alleggerito e migliorato
nella sua funzionalità. In definitiva sia sul motore che sul cambio,
come del resto in tutti gli altri settori, si è ancora guadagnato in
termini di peso.
Il cambio della Ferrari pesa solo 38 Kg, olio
compreso. Anche per una trasmissione da Formula1, scendere sotto il
"muro" dei 40 Kg (comprendendo anche i meccanismi interni) costituisce
un primato invidiabile. Ancora una volta il cambio Ferrari fa scuola.
Quello della F2003-GA riprende i concetti della vettura 2002, con la
scatola in fusione di titanio, ma guadagna ancora un paio di centimetri
in lunghezza e scende, ovviamente, di peso. All'interno troviamo ancora
la disposizione che sfrutta un albero ausiliario fra l'uscita del motore
e la frizione AP (anch'essa ovviamente miniaturizzata). Gli ingranaggi
del cambio a sette rapporti sono sempre realizzati dalla Cima di
Villanova, partner storico del cavallino, ma le leghe per realizzarli
sono state prodotte in Francia da un fornitore esterno. La cambiata è
stata resa ancora più rapida, lavorando anche sul software di
funzionamento.
Le sospensioni
Le sospensioni sono rimaste pratiacmente invariate quelle
anteriori rispetto alla stagione 2002, mentre quelle posteriori sono
state completamente rifatte per garantire un'ulteriore riduzione degli
ingombri. Nella stagione 2002 lo schema al retrotreno comprendeva
ammortizzatori a V all'interno della fusione del cambio, barre di
torsione orizzontali e un terzo elemento trasversale. Le novità delle
sospensioni posteriori comprendono i triangoli carenati con profili
alari la cui corda deve essere, per regolamento, al massimo 3.5 volte lo
spessore dei bracci originali.
Confronto F2002 vs. F2003-GA
Incredibile è stato il lavori di
snellimento della forma aerodinamica della F2003-GA, con una vera opera
di miniaturizzazione di tutto il retrotreno e ovviamente della
meccanica sottopelle. Il muso è rimasto praticamente invariato,
ma già il valore del passo ha avuto un incremento di circa
5 cm. Nel disegno di confronto si vede come l'asse anteriore sia stato
allontanato dalle fiancate che a loro volta sono state leggermente
arretrate come è capitato anche all'abitacolo . La
scocca è leggermente più lunga e stretta per poter
dare maggiore spazio ai radiatori che conservano la doppia
inclinazione. Estremamente accentuato il restringimento a bottiglia di
Coca Cola che inizia in pratica già nella parte anteriore
delle fiancate, con una sorta di labbro orizzontale inferiore. Diversa
la posizione degli scarichi all'interno di ciminiere, più grandi
(6) e dalla forma asimmetrica per incanalare meglio l'aria nella zona
centrale della vettuta. Le pinne ai lati delle ruote posteriori
sono avvolgenti rispetto alle ruote stesse e si estendono sino
all'altezza dell'asse posteriore. La sospensione posteriore ha i
bracci carenati con profili alari. Il nuovo cambio (9) ma soprattutto
la nuova sospensione posteriore hanno permesso una migliore estrazione
dell'aria dai canali laterali.
La stagione agonistica 2003 segna un'autentica
rivoluzione della F1, una sorta di anno zero da cui ripartire. I
vertici della FIA, nel discutibile tentativo di ridare
spettacolarità alle corse (diventate ormai monopolio
Ferrari), pensano bene di apportare sostanziali modifiche al
regolamento sportivo: qualifiche ridotte ad un solo giro lanciato -
regime di parco chiuso tra prove e gara (già al sabato va
imbarcata la benzina per la gara) - nuova distribuzione dei punti che
premia i primi 8 classificati (10/8/6/5/4/3/2/1).
Il favorito numero uno per la conquista del titolo è il
pentacampione Michael Schumacher (Ferrari), con Juan Pablo Montoya
(Williams) e l'ormai maturo Kimi Raikkonen (McLaren) pronti a
rovinargli la festa. Si prospetta una dura battaglia, umana e tecnica,
in cui inciderà molto anche il rendimento dei pneumatici
(Bridgestone vs Michelin).
Le ostilità cominciano il 7 marzo in Australia, sulla pista
dell'Albert Park di Melbourne. Le qualifiche parlano Ferrari, ma
è il redivivo Coulthard, bravo e fortunato ad approfittare
delle sventure altrui, (Schumacher è costretto ai box da un
deflettore penzolante, Montoya viene attardato da un testacoda) che si
aggiudica sorprendentemente la corsa, seguito dallo stesso Montoya e da
Raikkonen. Il tracciato di Sepang, in Malesia, ospita la seconda gara
(23 marzo): Alonso, giovane pilota spagnolo in forza alla Renault,
conquista una pole inaspettata davanti al compagno di squadra Trulli;
in gara, tuttavia, è bruciato da Raikkonen (prima vittoria
in carriera) e Barrichello, che nell'ordine lo precedono sul traguardo.
Terzo appuntamento iridato il 6 aprile in Brasile, sul circuito di
Interlagos. Poco prima della corsa un nubifragio allaga il tracciato,
costringendo all'errore molti piloti, tra cui anche Michael Schumacher;
il GP viene interrotto al 53' giro, quando due brutti incidenti,
occorsi ad Alonso e Webber, evidenziano una volta di più la
pericolosità della pista bagnata: avrebbe vinto Fisichella
(Jordan), ma un errato cronometraggio assegna il successo a Raikkonen.
Una settimana dopo la FIA restituisce il maltolto all'italiano. Imola
ospita la quarta gara dell'anno, il Gran Premio di San Marino (20
aprile). Benché turbati dalle gravi condizioni di salute
della madre, che morirà poco prima della corsa, i fratelli
Schumacher monopolizzano la prima fila della griglia di partenza
(Michael è in pole); il pilota della Ferrari conferma la sua
performance, vincendo sulla "vecchia" F2002 davanti a Raikkonen e
Barrichello (autore di un pregevole sorpasso su Ralf Schumacher). Per
il GP successivo la carovana iridata si trasferisce in Spagna (4
maggio), sul circuito di Montmelò. La Ferrari si presenta
con la F2003-GA (Gianni Agnelli), un concentrato di tecnologia evoluta
e complessa; dopo una brillante pole-position, Michael Schumacher bissa
la vittoria imolese, beffando l'idolo di casa Alonso e Barrichello.
L'A1-Ring di Zeltweg, all'ultimo anno di "attività",
è il teatro della 6a gara Mondiale (18 maggio). Lo
Schumacher ferrarista, senza nemmeno scomporsi per un principio di
incendio ai box (fuoriuscita di benzina), firma la tripletta e si
riprende la leadership in classifica ai danni di Raikkonen (giunto 2').
Barrichello è di nuovo 3', Montoya viene messo ko dal
cedimento del propulsore. Quindici giorni dopo è la volta di
Montecarlo, il cui ridondante e un pò fatuo scenario fa da
cornice al GP di Monaco: reduce da tante prove incolori, Juan Pablo
Montoya si riscatta e vince in volata su Raikkonen e M.Schumacher
(quest'ultimo si produce in una bella rimonta finale ma le anguste
stradine del Principato non gli consentono il sorpasso decisivo). La
prima metà della stagione si conclude in Canada (15 giugno),
sul circuito dedicato al mitico Gilles Villeneuve.
Michael Schumacher,
nonostante accusi un problema ai freni negli ultimi giri, vince la sua
quarta corsa dell'anno, capeggiando un trenino formato dal fratello
Ralf, Montoya ed Alonso.
Gran Premio d'Ungheria 2003
Hungaroring - Budapest
La
gara vide la prima vittoria in carriera del futuro campione del mondo
Fernando Alonso, al volante di una Renault. Il pilota spagnolo colse
questo successo all'età di 22 anni e 26 giorni, divenendo il
più giovane vincitore di sempre di un Gran Premio di Formula 1.
Il record precedente apparteneva a Troy Ruttman, che nel 1952 si era
aggiudicato la 500 Miglia di Indianapolis, allora prova valevole per il
Campionato mondiale di Formula 1, all'età di 22 anni, due mesi e
19 giorni. Il record di Alonso fu battuto nel Gran Premio d'Italia 2008 da Sebastian Vettel.
Al ventesimo giro, nella frenata della prima curva, sulla Ferrari di
Barrichello cedette la sospensione posteriore.
Il pilota brasiliano
perse il controllo della vettura, andando a sbattere violentemente
contro le barriere senza subire danni fisici.
CURIOSITA' - Malesia 2003: l'altezza
sarà forse mezza bellezza, ma per un pilota di Formula 1
costituisce una fregatura intera. Così, nella fornace di
Sepang, Justin Wilson fu costretto al ritiro da crampi dovuti allo
sforzo di comprimere il suo metro e 92 di statura nell'abitacolo della
Minardi, e alla disidratazione.
Vittorie della Ferrari F2003-GA
San Marino - M.
Schumacher (F2002)
Canada - M.
Schumacher
Stati
Uniti - M.
Schumacher
Spagna -
M. Schumacher
Inghilterra - R.
Barrichello
Giappone - R.
Barrichello
Austria -
M. Schumacher
Italia - M.
Schumacher
Ferrari - F2004
Nella stagione 2004 la Ferrari e Schumacher ritornano a dominare
interamente il campionato, vincendo entrambi i titoli con
facilità. Una nuova corsa nel Bahrein fece il suo debutto in
Aprile e un’altra nuova gara in Cina venne messa in
calendario a Settembre. Inizialmente si pensò
all’introduzione di queste nuove corse a scapito dei
prestigiosi Gran Premi europei come quello britannico e italiano, che
rischiavano la rimozione dal campionato, ma alla fine
risultò preferibile aumentare a 18 il numero di gare
stagionali. Secondo Ecclestone, lo spostamento serviva a incrementare
l’estensione globale della serie, nonostante le rigide
restrizioni applicate in diversi paesi europei (in primis il Belgio)
sulla pubblicità al tabacco da fumo ed altrove poteva
rappresentare un fattore. Questo movimento vide la percentuale di gare
di Formula 1 svolte fuori dai tradizionali confini europei salivano
attorno al 50% – significante che il Campionato del Mondo,
visitante quattro dei sei continenti, preservava il suo nome.
- 2004 -
FEBBRAIO
Marco Pantani, uno tra i più grandi ciclisti italiani di
tutti i tempi, muore inspiegabilmente in un residence..
l 'autopsia
attribuira il decesso ad una dose di Cocaina
OTTOBRE
Valentino Rossi vince per la quarta volta consecutiva il titolo
mondiale di motoGP in sella alla Yamaha (classe 500)
Bush Jr. è nuovamente eletto alla presidenza degli Stati
Uniti. Il texano ha la meglio sul connazionale Kerry
DICEMBRE
Uno Tsunami provoca un disastro apocalittica nell'Asia orientale... si
contano oltre 300.000 vittime
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2004
2004 - Sette volte Schumacher
Michael Schumacher vittorioso
negli States
Giancarlo Fisichella alla guida della Sauber nel Gp degli USA.
In Belgio giunse quinto
Alonso alla guida della Renault
nel Gp degli Usa
Juan Pablo Montoya, vincitore dell'ultimo Gp della stagione, alla guida della Williams, caratterizzata da un particolare musetto
Nella
stagione 2004 la Ferrari e Schumacher ritornano a dominare interamente
il campionato, vincendo entrambi i titoli con facilità. Una
nuova corsa nel Bahrein fece il suo debutto in Aprile e un’altra
nuova gara in Cina venne messa in calendario a Settembre. Inizialmente
si pensò all’introduzione di queste nuove corse a scapito
dei prestigiosi Gran Premi europei come quello britannico e italiano,
che rischiavano la rimozione dal campionato, ma alla fine
risultò preferibile aumentare a 18 il numero di gare stagionali.
Secondo Ecclestone, lo spostamento serviva a incrementare
l’estensione globale della serie, nonostante le rigide
restrizioni applicate in diversi paesi europei (in primis il Belgio)
sulla pubblicità al tabacco da fumo ed altrove poteva
rappresentare un fattore. Questo movimento vide la percentuale di gare
di Formula 1 svolte fuori dai tradizionali confini europei salivano
attorno al 50% – significante che il Campionato del Mondo,
visitante quattro dei sei continenti, preservava il suo nome.
Pilota Michael Schumacher - Squadra Ferrari
Dopo il bailamme regolamentare del 2003, che non ha
impedito a Schumacher e la Ferrari di laurearsi, seppure in extremis,
nuovamente campioni del mondo, si riparte all'insegna di ulteriori
novità: un solo motore deve bastare per affrontare l'intero
fine settimana (in caso di sostituzione si viene retrocessi sullo
schieramento di partenza), la gestione elettronica della trazione
è oggetto di un sensibile ridimensionamento, i profili alari
sono limitati, la velocità in corsia box passa da 80 a 100
km. Dai test invernali, poi, si intuisce che i cambiamenti investono
anche l'area agonistica: dietro la Ferrari (F2004-GA) non
c'è né la Williams, caratterizzata da un buffo muso "a tricheco", né la McLaren
"rastremata", bensì la velocissima BAR, frutto del genio di
Geoff Willis. Sulla scia del campionato precedente, equilibrato e
combattuto fino alla fine, i vertici FIA gongolano nell'attesa della
nuova appassionante sfida: resteranno parecchio delusi.
Si comincia il 7 marzo in Australia , a Melbourne, e le Ferrari
già chiariscono quale sarà il leitmotiv del
Mondiale: prima fila monopolizzata in qualifica, doppietta schiacciante
in gara (sigillo numero uno di Schumacher). Alonso, terzo al traguardo,
è lontanissimo. A Sepang, 14 giorni più tardi ,
la sinfonia è pressoché la stessa:
benché Barrichello stavolta non completi la doppietta
(chiude soltanto quarto), Schumacher si aggiudica la seconda corsa
consecutiva, precedendo Montoya. Il 4 aprile la carovana iridata
sbarca, per la prima volta nella storia, in Medio Oriente (Bahrein) :
Schumacher e la Ferrari, come da tradizione, si adattano subito al
nuovo circuito, dominando prove e gara. Barrichello, splendido secondo,
suggella un'altra doppietta Rossa. Ad Imola , sede del quarto capitolo
mondiale, si fa luce di prepotenza Jenson Button, già due
volte
sul podio nelle corse precedenti: in qualifica l'inglese
conquista una pole incredibile, ma in gara deve cedere al ritmo
forsennato di Schumacher, protagonista pure di un intrigante duello con
Montoya al 1' giro. Poker servito.
Il 9 maggio si disputa il GP di Spagna ,
appuntamento che Kaiser Schumi ha raramente mancato; ed infatti vince
ancora, mettendosi alle spalle il fedele compagno di squadra ed
eguagliando lo storico record di Mansell '92 (5 vittorie nelle prime 5
corse).
I bookmaker e gli appassionati cominciano a credere che il
tedesco possa trionfare in tutti i Gran Premi, ma a Montecarlo ci pensa
Trulli a vanificare questa possibilità: l'abruzzese non
sbaglia nulla (a differenza di Schumacher ed Alonso, vittime illustri
del tunnel) e si aggiudica meritatamente la corsa davanti al sempre
più maturo Button. Barrichello salva il week-end Ferrari con
il 3' posto.
Scottato dall'inopinato stop monegasco, Schumacher da qui
in poi si scatena, vincendo le successive 7 gare (quattro delle quali
vedono Barrichello al 2' posto): trionfa nei "due" GP tedeschi,
Nurburgring ed Hockenheim, in Canada, negli Stati Uniti (dove si
infortuna gravemente il fratello Ralf), in Francia, in Gran Bretagna ed
in Ungheria ; quest'ultima corsa, disputata il giorno di Ferragosto,
assegna matematicamente il titolo Costruttori alla Ferrari e consegna
"di fatto" a Schumacher quello Piloti.
Il 29 agosto è la volta di SPA, circuito d'esordio in F1 per
il tedesco ed ora teatro del suo 7' alloro personale. Nel GP
più rocambolesco della stagione è il redivivo
Raikkonen a vincere, proprio davanti al Kaiser, per una volta non
costretto a tirare fino in fondo.
2004 - Schumacher e Barrichello festeggiano Raikkonen
GRAN PREMIO ITALIA
12 settembre 2004
Circuito Monza
km 5,793
I PRIMATI:
In prova:
Juan Pablo Montoya (2002,Williams Fw24)
in 1'20"264 alla media di 259,828 km/h
In gara: Michael Schumacher (2003,Ferrari F2003-GA)
in 1'21"832 alla media di 254.848 Km/h.
Sulla distanza: Michael Schumacher (2003,Ferrari F2003-GA)
53 giri pari a km 306,720, in 1.14'19"838
alla media di 247,585 km/h
A Monza è festa Ferrari,
in tutti i sensi: le Rosse inizialmente vanno in difficoltà
(il poleman Barrichello paga un'infelice scelta di gomme, Schumacher si
gira alla seconda variante), ma a forza di tempi record rimontano
furiosamente e siglano un'altra memorabile doppietta (Rubens precede
Michael).
Epilogo del Mondiale 2004 un inedito trittico extraeuropeo:
in Cina , dove rientrano Ralf Schumacher e Jacques Villeneuve,
Barrichello bissa il successo monzese, mentre Schumi Sr. pasticcia
grossolanamente; quest'ultimo, tuttavia, si rifà alla grande
in Giappone, dominando dal primo all'ultimo giro una gara messa in
forse dal tifone Ma-On, che costringe la Federazione a spostare le
qualifiche alla domenica. Ralf è ottimo 2' davanti a Button,
arrivato al 3' podio consecutivo. Ad Interlagos cala il sipario: gli
occhi sono tutti per l'idolo Barrichello, velocissimo sin dalle libere,
ma, a sorpresa, grazie anche ad un breve scroscio pre-gara, la spunta
Montoya, la cui vittoria rappresenta il congedo più bello
dalla Williams.
A pochi giorni dalla conclusione del Mondiale, le
squadre già si incontrano per delineare lo scenario 2005:
riduzione dei costi ed equa ripartizione dei proventi televisivi gli
argomenti all'ordine del giorno; la seconda questione è
particolarmente delicata, sicché i principali gruppi
automobilistici, Ferrari, Mercedes, Renault e BMW, in aperta polemica
col boss Ecclestone, minacciano di costituire un campionato alternativo
a partire dal 2008.
CURIOSITA' - Gran Bretagna 2004: al pit stop
esplode l'estintore nella Toyota di Oliver Panis, il pilota francese
rimane quasi accecato e, appena rientrato in pista dopo il
rifornimento, andò in testacoda.
- Brasile 2004: addio amaro per il
team Jaguar, entrato in F1 cinque anni prima e messo in vendita dalla
Ford dopo ripetuti insuccessi nonostante un budget di tutto rispetto.
Al 24° giro le due macchine entrarono in collisione e Mark
Webber si ritirò. Non fu consolatorio il 14° posto
di Christian Klien.
Vittorie della Ferrari F2004
Australia
- M. Schumacher
Europa -
M. Schumacher
Germania -
M. Schumacher
Malesia -
M. Schumacher
Canada -
M. Schumacher
Ungheria -
M. Schumacher
Bahrain -
M. Schumacher
Stati Uniti -
M. Schumacher
Italia -
M. Schumacher
San Marino -
M. Schumacher
Francia -
M. Schumacher
Cina - R. Barrichello
Spagna -
M. Schumacher
Gran Bretagna -
M. Schumacher
Giappone -
M. Schumacher
Biografia di un campione.
Michael Schumacher nasce a Hürt
Hermülheim, in Germania, il 3 gennaio 1969. Fin da piccolo si
avvicina al mondo delle competizioni motoristiche sfruttando
la pista di kart gestita dalla sua famiglia a Kerpen e debutta
nelle gare internazionali solo nel 1984, a quindici anni, per
partecipare alla Coppa del Mondo nella classe 100 Junior.
Michael continua a guidare i kart fino al 1988, vincendo
relativamente poco.
Schumacher e Hakkinen: rivali storici La grinta e l'abilità lo
portano però nelle varie formule minori: trionfa al debutto in
Formula Konig a Hockenheim e si aggiudica nove corse su dieci,
partecipando anche agli eventi della Formula Ford, chiudendo
sesto in Campionato. Nel 1989 è secondo nella Formula 3
tedesca e l'anno successivo, quando si piazza in testa nella
stessa serie, inizia a duellare con Mika Hakkinen, che
incontrerà nuovamente in Formula 1: epica la battaglia di
Macao, con successo finale di Schumacher.
Inizia a formarsi il suo stile di guida. Michael apprende i
segreti dei vari tracciati che poi incontrerà in la Formula 1.
Inizialmente si occupa solo di condurre i vari veicoli che gli
vengono affidati, ma poi si concentra anche sull'aspetto
meccanico e su particolari tecnici ai quali altri suoi
colleghi non sono interessati. Questa qualità si dimostra
fondamentale per collaborare con gli ingegneri e risolvere i
problemi della vettura, il sovrasterzo, il sottosterzo o varie
anomalie diffuse e contemporaneamente gli consente di
interpretare in pieno ogni segnale della monoposto da guidare.
In pista attacca con una grinta unica ed è soprattutto la
mentalità, unita ad una velocità straordinaria, che fa
brillare la sua immagine agli occhi dei vari osservatori. Così
facendo, Schumi prepara la sua strada verso la Formula 1:
bisogna solo spiccare il grande balzo, attendere l'occasione
propizia per mostrare il proprio talento.
Il 1991 è l'anno del grande debutto nella massima serie.
Michael, però, è impegnato già nel Mondiale Sport con la
Mercedes: partecipa infatti alla 24 Ore di Le Mans e giunge
quarto dividendo la vettura, una C11 turbo, con Wendlinger e
Kreutzpointner. Poi accade che Bertrand Gachot, pilota
ufficiale della Jordan, viene arrestato dopo una furiosa lite
con un tassista proprio quando incombe il Gran Premio del
Belgio a Spa-Francorchamps.
Eddie Jordan è disperatamente alla ricerca di un sostituto e
gli occhi gli cadono proprio sul giovane Schumacher: Michael
ha 22 anni e gli addetti ai lavori ne parlano già con immensa
stima. Dunque è il caso di tentare e coinvolgerlo. Così il
tedesco viene "battezzato" in un test rapido ma incoraggiante
a Silverstone ed ottiene il sedile al fianco di Andrea De
Cesaris.
Subito Michael sigla il settimo posto in qualifica e lancia un
segnale preciso a tutto il mondo della Formula 1. La sua gara,
però, dura pochissimo, il tempo di bruciare la frizione in
partenza e parcheggiare la vettura. Secondo Eddie Jordan,
Michael sarebbe stato addirittura in grado di vincere "perché
- racconta l'irlandese - De Cesaris, che partiva più indietro,
per un attimo aveva raggiunto il secondo posto".
Flavio Briatore, che osserva, calcola ed agisce, propone a
Schumacher la chance della Benetton. Il tedesco firma e si
ritrova in veste di pilota ufficiale al posto di Moreno, nelle
cinque gare restanti della stagione, con un contratto in tasca
anche per l'anno successivo. In totale segna 4 punti, ma
inizia ad entrare in pieno nell'ambiente della Formula 1.
Nel 1992 batte nettamente il suo compagno di squadra Martin
Brundle e soprattutto si aggiudica il suo primo successo: a
Spa-Francorchamps, infatti, sul bagnato, Michael sfoggia una
sicurezza unica e va a centrare il gradino più alto del podio,
beffando le imprendibili Williams di Nigel Mansell, già
iridato, e Riccardo Patrese.
Ma è anche l'anno dei dissidi con Ayton Senna: a Magny-Cours,
ad esempio, Michael tampona la McLaren del brasiliano al
tornante Adelaide. Le telecamere, successivamente, mostrano
Senna parlare duramente a Schumacher sotto gli occhi di
Briatore.
La seconda vittoria giunge al tracciato portoghese di Estoril;
è l'unica nella stagione 1993 in cui il tedesco totalizza 52
punti agguantando il podio in ben nove occasioni. Michael è
quarto in Classifica e i progressi effettuati sono notevoli;
così squadra e pilota iniziano a puntare al Titolo Mondiale.
I primi Gran Premi del 1994 vivono all'insegna del duello con
Senna: Ayrton, sempre in pole, non riesce a concretizzare in
gara il risultato sperato e viene battuto dall'arrembante
Schumacher. In Brasile Michael sembra quasi prendersi gioco
del brasiliano, sopravanzandolo con la famigerata tattica del
sorpasso ai box. Il duello si trascina anche ad Imola, in
un'atmosfera surreale, condizionata dal violento incidente di
Barrichello nelle libere e dalla morte di Ratzenberger.
Michael vince, ma nessuno gli perdona il sorriso accennato sul
podio, perché tutti gli occhi sono fissi sulla curva del
Tamburello, sulla tragedia di Senna.
Sono 8 le vittorie di Schumacher nel 1994 e, sommate ad altri
piazzamenti, portano il tedesco al vertice. Ma non basta: la
sua Benetton viene squalificata a Silverstone e a Spa. Poi la
F.I.A. lo allontana anche dai Gran Premi di Italia e
Portogallo. Così il Mondiale si gioca all'ultima gara: Damon
Hill contro Michael Schumacher, una Williams contro una
Benetton. E' scontro nel vero senso della parola perché il
tedesco costringe l'inglese al ritiro per avere la sicurezza
matematica del Titolo: la Germania ha così il suo primo
Campione del Mondo, ma sul successo aleggia lo spettro
dell'irregolarità tecnica, dell'uso illegale del controllo
della trazione sulla B194 iridata.
Nel 1995 Michael Schumacher migliora ulteriormente: totalizza
102 punti contro i 92 dell'anno precedente, vince una gara in
più, sale una volta in più sul podio, ma sigla tre pole in
meno. Conta poco, l'importante è vincere il secondo Titolo.
Sconcertante la classe del tedesco, la facilità con cui riesce
ad annientare il compagno di squadra, comunque esperto e
veloce, Johnny Herbert.
Michael stravince al Gran Premio del Belgio sebbene le
qualifiche lo abbiano relegato in sedicesima posizione. Non
mancano i disaccordi con Damon Hill, le lotte, gli incidenti e
le collisioni. Al pilota inglese della Williams non basta
vincere l'ultima gara rocambolesca di Adelaide. Schumacher è
nuovamente Campione del Mondo: Flavio Briatore è raggiante,
sono felici gli sponsor, i tedeschi e i sostenitori di
Michael. L'avventura in Benetton si conclude dunque con un
lieto fine. Schumacher passa alla Ferrari, deciso a riportare
il Cavallino Rampante al successo.
Come spesso accade in queste situazioni, quando c’è un pilota
valido conteso da più squadre, il paddock rimbomba di voci ed
illazioni su ingaggi vari. Nell’estate del 1995, quando il
tedesco è ancora legato alla Benetton, iniziano a circolare
notizie di un possibile passaggio alla Ferrari. Ma da
Maranello arrivano prontamente le smentite. Invece il
contratto è già in cassaforte, con l’autografo
dell’interessato.
Schumacher è il Campione del Mondo in carica, ha fama, è
veloce e rispettato, e il matrimonio con Corinna, celebrato
nell’agosto 1995 lo rende felice anche nella sfera privata.
Michael decide di rischiare: vuole la Ferrari. A Maranello
sono in difficoltà, ma Montezemolo, approdato agli inizi degli
anni ’90, punta a ricostruire la squadra, a riportarla al
vertice. Perché non provare? Circa 40 miliardi di lire lo
convincono ad osare.
Il primo test al volante della vettura del 1996 non è per
niente rassicurante. La F310, progettata da John Barnard è, a
detta dello stesso tedesco, una delusione. Ma Michael non si
arrende ed inizia a costruire il suo impero. Chiama a
Maranello Ross Brawn, l’impareggiabile stratega degli anni
della Benetton ed incomincia a proporre anche il nome di Rory
Byrne. Il debutto sulla Rossa risale al Gran Premio
d’Australia, all’Albert Park.
In pista, in giro per il mondo, le Williams di Damon Hill e
Jacques Villenueve fanno incetta di successi; Michael riesce
tuttavia ad aggiudicarsi il Gran Premio di Spagna, a
Barcellona, sotto un nubifragio. A Monte-Carlo arriva la
cocente delusione del ritiro dopo pochissimi metri, al
Portier, in condizioni di pioggia incessante in cui invece
avrebbe potuto fare la differenza. Amarezza anche a
Magny-Cours per il cedimento del propulsore nel giro di
ricognizione. Ma il tedesco vince a Spa e a Monza. I
ferraristi gioiscono all’Autodromo brianzolo, anche se il
Mondiale è ancora lontanissimo. Tre trionfi, otto podi e 59
punti non bastano affatto.
Approccio e mentalità cambiano nel 1997. Michael diventa
sempre più un punto di riferimento all’interno del team e in
Ferrari iniziano a sperare. La vettura è un passo avanti
considerevole ed è realizzata da Rory Byrne che lancia la
sfida alla Williams. Schumacher affronta Villeneuve, leader
assoluto in squadra dopo il passaggio di Hill alla Arrows. Il
duello è lungo e, come prevedibile, si protende fino
all’ultima gara. A Suzuka, penultimo appuntamento dell’anno,
la Ferrari riaccende le speranze e vola in Spagna con la
possibilità del Titolo Piloti.
Teatro: Jerez de la Frontera, Gran Premio d’Europa. In
qualifica accade un evento quasi prodigioso: Villeneuve,
Schumacher e Frentzen ottengono lo stesso identico tempo sul
giro, 1:21.072 ed è il miglior crono della sessione. Il
regolamento parla chiaro: in caso di pareggio la pole è di chi
la segna per primo, quindi Jacques davanti. In gara “il fatto”
accade al giro 47: Schumacher, che ha un punto di vantaggio,
tenta la stessa tattica adottata ad Adelaide con Hill nel
1994, ma stavolta non funziona perché a pagare è lui e lui
soltanto. La sua Ferrari si arena con la sospensione
danneggiata, mentre il suo rivale prosegue indisturbato. Il
terzo posto basta ed avanza al canadese che è Campione.
Schumacher lascia il circuito a testa bassa: il Mondiale era
lì, a portata di mano… ed era sfuggito. A vincere la gara è
Mika Hakkinen, seguito da David Coulthard, in una doppietta
McLaren che, se analizzata con cura, non promette nulla di
buono per gli anni seguenti.
Nella sua carriera in Formula 1 Schumacher lotta con diversi
piloti. Ma le sfide con Mika Hakkinen hanno un quid
particolare, qualcosa in più sia che si tratti di duelli
ravvicinati, sia che si tratti di battaglie impostate sulla
velocità pura, per la pole position. Tutto ha inizio nel 1998.
Mika è in forma smagliante perché grazie a Ron Dennis è a suo
agio in McLaren: la sicurezza e la freddezza tipiche dei
finlandesi lo pongono come pretendente al Titolo.
Ed infatti si aggiudica le prime due gare, in Australia e
Brasile. Ma già in Argentina Schumacher torna prepotentemente
alla vittoria sul circuito di Buenos Aires. La guerra è lunga
e Michael centra imprese degne di lode come a Budapest, quando
vince all’Hungaroring con la tattica, inedita per l’epoca,
delle tre soste, inanellando una serie pazzesca di giri
record.
A decidere è ancora una volta l’ultima gara e la pressione è
comprensibilmente enorme su entrambi i fronti. Ma Schumacher è
in pole e può programmare di controllare Hakkinen. Il progetto
svanisce, perché la Ferrari del tedesco arresta la procedura
di partenza e per regolamento deve schierarsi in ultima
posizione.
Al box McLaren si leggono dei sogghigni velati, perché è
chiaro che una buona percentuale del Titolo è già a Woking, in
quanto Michael dovrebbe compiere un’impresa storica, vincendo
partendo dal fondo della griglia, oltretutto su un circuito
come Suzuka che di chance per i sorpassi ne offre ben poche.
Come se non bastasse la Ferrari raccoglie anche un detrito,
forse transitando sul luogo dell’incidente fra Takagi e Tuero
e fora un pneumatico. Finita. Hakkinen è Campione.
Tre anni sono già trascorsi dall’arrivo di Schumacher in
Ferrari. Scartando il 1996, condizionato dalle troppe
difficoltà, nel 1997 e nel 1998 il tedesco era stato in grado
di giocarsi il Titolo. Per questo nulla vieta di supporre che
il 1999 possa essere all’altezza delle annate precedenti, se
non addirittura migliore. E sembra veramente che la fortuna
giri in favore della Rossa e del suo alfiere.
Ma poi arriva Silverstone. E la staccata alla Stowe. La
Ferrari non decelera nella via di fuga e l’impatto con le
barriere, frontale, è inevitabile. Mentre viene soccorso,
Michael rassicura i familiari con il pollice alzato; poi al
Northampton General Hospital gli viene diagnosticata la
frattura della gamba destra. Sono quattro i mesi di assenza
dalle competizioni ed ovviamente è addio al Mondiale. La
Ferrari, intanto, spera che Irvine possa dire la sua ed
imporsi, ma l’irlandese non sbanca.
Michael prova a recuperare in fretta per fornire al più presto
il suo supporto alla squadra e magari tornare in pista al
Nürburgring, per la gara di casa, ma i problemi persistono e
il tedesco disputa solo le ultime due corse dell’anno. E
strabilia: firma la pole in entrambe le occasioni, in Malesia
cede la vittoria a Irvine, in lotta per il Campionato, ed è
secondo in Giappone. La Scuderia si aggiudica il Mondiale
Costruttori, un po’ una consolazione. Ma il risultato più
grande, quello più importante sfugge ancora.
L’intesa all’interno del team migliora ulteriormente. Ormai
Michael è in simbiosi con la mitica triade, Ross Brawn, Rory
Byrne e Paolo Martinelli. E poi la sintonia con Jean Todt è
straordinaria. A Maranello arriva anche Rubens Barrichello.
Il 2000 si preannuncia scoppiettante: la vettura, la F1-2000
sembra nata bene ed è subito veloce. Al confronto diretto con
gli avversari, a Melbourne, è battuta in qualifica dalle
McLaren, ma in gara l’affidabilità fa la differenza. Dopo tre
gare, il riscontro in Classifica fra Schumacher e Hakkinen
parla chiaro: 30 per il tedesco contro i 6 punti del
finlandese.
Ma la situazione si ingarbuglia a metà stagione. Michael
colleziona ritiri a ripetizione, Francia, Austria, Germania,
mentre Hakkinen arriva costantemente sul podio, fino a
conquistare la vetta della graduatoria iridata.
Improvvisamente sembra di nuovo tutto perduto. In Belgio è il
culmine, perché sulla sua pista, a Spa, Schumacher subisce
l’affronto di un sorpasso beffardo da parte del rivale, quando
sul rettilineo del Kemmel cerca di doppiare la B.A.R di
Ricardo Zonta. Il successo sfuma e il Titolo pare allontanarsi
ancora di più.
La svolta arriva al Gran Premio d’Italia: è un tripudio per
Michael che in sala-stampa si abbandona ad un pianto
lunghissimo in diretta televisiva. Molti provano a spiegare
quelle lacrime inattese, ma probabilmente è solo il Campione
dal cuore di ghiaccio che si mostra stanco per il duro lavoro
che finalmente sembra dare i suoi frutti. Ora non bisogna
mollare: la Formula 1 è così, perché mentre tutto funziona, la
situazione può improvvisamente stravolgersi. Ad Indianapolis
Schumacher vince mentre Hakkinen viene sommerso dal fumo del
suo motore Mercedes. Michael ha otto punti di vantaggio e
mancano due gare alla fine. Significa che, dopo aver lottato
per tanti anni sempre all’ultima gara, ha la possibilità di
chiudere in anticipo i giochi, a Suzuka: gli serve la vittoria
per avere la certezza matematica.
Puntuale arriva la pole, come puntuale arriva l’errore in
partenza. Mika balza davanti, ma la strategia e il ritmo del
ferrarista lo fulminano: dopo la seconda sosta la Rossa è
nuovamente davanti. Gli ultimi giri si vivono tutti con il
cuore in gola, ad augurarsi che tutto vada per il meglio.
Montezemolo racconta di aver telefonato a Gianni Agnelli,
nell’ansia e nel timore del finale. Ormai è fatta, finalmente:
Michael Schumacher è Campione del Mondo sulla Ferrari.
La Rossa non vinceva con un suo pilota dal lontanissimo 1979,
con Jody Scheckter. L’abbraccio sul podio fra Todt e il suo
pilota viene diffuso in tutto il mondo e l’immagine diventa
storica. E poi il suggello a Sepang due settimane dopo, con
un’altra vittoria. Scorrono fiumi di champagne e si festeggia
con le indimenticabili parrucche rosse per il trionfo anche
nel Mondiale Costruttori. Dopo tanta attesa inizia la nuova
era, l’era di Michael Schumacher.
La F2001, la monoposto progettata per la stagione 2001, reca
il numero 1 sul musetto. Questa volta la storia è diversa
perché il fregio non è stato ereditato con l’arrivo del
Campione del Mondo come nel 1996, ma è stato conquistato sul
campo, dopo un’aspra battaglia.
Ora Michael Schumacher non ha più la pressione dei primi anni
trascorsi in Ferrari, ma può guidare con più tranquillità e
ciò gli consente di accaparrarsi nuovi successi.
Nel 2001, infatti, totalizza 123 punti, 11 pole e 9 vittorie.
Manca il podio soltanto in tre occasioni e vince nuovamente il
Titolo, uguagliando i quattro Mondiali di Alain Prost e
soprattutto battendo anche il “Professore” per numero di
vittorie, sorpassando, proprio a Spa, il traguardo dei 51
successi che fino a qualche anno prima sembrava
irraggiungibile.
Ma nel 2002 Michael fa ancora meglio. La F2002 di Rory Byrne è
semplicemente sublime e il tedesco la guida alla perfezione.
Vince 11 gare su 17 e sale sempre sul podio. Per la prima
volta espugna Hockenheim da ferrarista, aggiudicandosi il Gran
Premio di casa esattamente due settimane dopo aver vinto il
suo quinto Titolo Mondiale, a Magny-Cours.
Pentacampione e nuovi record: pareggia con Juan Manuel Fangio,
il mitico pilota argentino che nei primi anni della serie
regina aveva vinto per cinque volte il Titolo Mondiale. La
stampa si chiede: più forte Schumacher o Fangio? Una domanda
che lo stesso Michael rifiuta: epoche diverse non possono
essere confrontate.
Sta di fatto che nella sua era Michael non ha assolutamente
rivali. O forse sì? I giovani promettono battaglia, c’è Juan
Pablo Montoya che ad esempio digrigna i denti dal 2001 e vuole
batterlo sonoramente, c’è l’astro nascente Kimi Raikkonen
appena giunto in McLaren, c’è il piccolo Fernando Alonso che
scalpita nel box Renault, c’è Ralf che sogna di sconfiggere il
fratellone e c’è il buon Rubens che spera sempre di sottrarre
la scena al leader blasonato.
Si preannunciano tempi duri? In un’intervista alla vigilia del
Mondiale 2003 il Campione avverte difficoltà all’orizzonte. Ma
la posizione privilegiata è ancora la sua e può contare sul
supporto del team per il sesto Titolo. Il vantaggio, a fine
anno, è minimo: un solo punto su Raikkonen. Con la F2003-GA,
la vettura dedicata a Gianni Agnelli, il numero uno resta in
Ferrari.
I contratti di Michael Schumacher, Jean Todt, Ross Brawn e
Rory Byrne vengono prolungati fino al 2006 e la data assume
sempre più l’aspetto di una sorta di ora X per il team di
Maranello. In pratica tutte le pedine più importanti restano
alla Ferrari e più tardi arriva anche la conferma di Rubens
Barrichello.
La scia di successi prosegue, ma l’inverno è piuttosto strano:
tutti parlano dei tempi record della B.A.R, dei progressi
della Renault, delle bizzarrie della Williams, della grinta
della McLaren, ma sembra che gli addetti abbiano dimenticato i
Campioni in carica.
Il gruppo dei progettisti del Cavallino, intanto, mette a
punto la F2004. Alla presentazione i giornalisti sono
piuttosto delusi, perché il telaio, a parte le modifiche
richieste dal regolamento, è molto simile alla macchina
dell’anno precedente. Ma la vera forza non è visibile ad
occhio nudo. Basta il primo test a rivelarlo: il record sul
giro della pista di Fiorano è polverizzato. Poi, all’Albert
Park di Melbourne, all’esordio in gara, Schumacher e
Barrichello colpiscono ed affondano gli avversari.
La storia si ripete per le gare seguenti ed in particolare in
Spagna dove, malgrado il danno ad uno scarico, Michael
uguaglia il record di Nigel Mansell che nel 1992, sulla
Williams, aveva vinto le prime cinque gare della stagione. La
striscia positiva si interrompe a Monte-Carlo, quando Montoya
“pizzica” il tedesco nel tunnel e lo “accompagna” contro le
barriere. La gara finisce lì, ma appena una settimana dopo, al
Gran Premio d’Europa, è tutto dimenticato e la Rossa numero 1
inizia nuovamente a vincere dopo la brevissima parentesi
monegasca.
L’estate trascorre nel segno del Campione tedesco che vince
matematicamente il Titolo al Gran Premio del Belgio, quando
agguanta i due punti necessari su Barrichello: il successo va
a Kimi Raikkonen, ma Schumi fa suo il settimo Mondiale.
Tre giorni dopo, durante i test di Monza, il neo-iridato
convoca una conferenza stampa; i media sospettano che il
Campione abbia deciso di comunicare il proprio ritiro ed
invece scoprono che si tratta soltanto di un’occasione per
parlare con tranquillità dopo il caos di Spa. “Per quanto mi
riguarda – afferma il tedesco – continuerò finché ne avrò
voglia”.
Michael Schumacher ha sfruttato la sua enorme popolarità a
favore di molte iniziative di solidarietà. Come giocatore
della Nazionale Piloti, ad esempio, è sempre stato presente ad
ogni incontro calcistico per aiutare le associazioni che si
occupano di sconfiggere i principali problemi della società
moderna.
Con Jean Todt è anche diventato ambasciatore della Repubblica
di San Marino e spesso la F.I.A. lo ha coinvolto in attività
promozionali per la sicurezza stradale, come accaduto a
Dublino ai principi di aprile 2004. Di buon grado Michael ha
sempre accettato questa sorta di invito.
Inoltre tutta questa notorietà non intacca affatto il suo
interesse e la sua devozione per la famiglia. Non ama la
mondanità e preferisce trascorrere ore piacevoli in compagnia
della moglie Corinna e dei bambini, Gina Maria e Mick Junior,
nella sua villa in Svizzera, anziché girare ininterrottamente
per città chiassose e caotiche.
Molti lo descrivono come un uomo alquanto altezzoso e
presuntuoso nella sfera privata: riservato lo è di certo,
visto che non ama neanche esporsi troppo all’obiettivo dei
fotografi, passatempo che invece viene ripetutamente praticato
da molti suoi colleghi con velleità da fotomodelli.
Indubbiamente Michael è uno dei piloti più popolari al mondo.
Il suo nome è automaticamente associato alla Formula 1, alla
Ferrari, alla velocità. Molti team boss lodano le sue qualità,
e si rammaricano ancora per non aver colto l’attimo nel
lontano 1991, quando il giovanissimo Schumi mosse i primi
passi nel paddock. Su internet il tedesco vanta quasi sette
volte il numero di pagine web che mediamente vengono dedicate
ad un qualsiasi altro pilota della serie regina.
Basta questo dato a far comprendere la dimensione della sua
fama, senza considerare tutti i fan club, le riviste, gli
albi, i documenti che ogni giorno sono redatti per rendergli
onore. Difficilmente in Formula 1 approderà qualcuno capace di
battere tutti i suoi record, di vincere un numero maggiore di
Gran Premi o di immedesimarsi così tanto in un team da
diventarne parte integrante, plasmandolo ed incitandolo.
Michael Schumacher è, e resterà, l’unico Kaiser della Formula
1.
- 2005 -
APRILE
Muore Giovanni Paolo II, il "Papa dei giovani" dopo quasi venticinque
anni di pontificato, a succedere sarà Benedetto XVI
LUGLIO
Un attentato terroristico a Londra provoca centinaia di feriti: diversi
autobus nelle vie della capitale
esplodono.
Il mondo rivive l'incubo dell' 11 settembre 2001
OTTOBRE
Valentino Rossi trionfa ancora nella
Moto Gp alla guida della Yamaha M1
NOVEMBRE
Saddam Hussein è processato per "Crimini
all'umanità", un tribunale internazionale dovrà giudicare
la dittatura dell'ex leader
irakeno
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Renault
R25
2005 - Alonso interrompe
l'egemonia Ferrari
Gp Brasile: Alonso campione del mondo Lo spagnolo si laurea con due gare d'anticipo. E' il più giovane iridato
nella storia della F1 con i suoi 24 anni. Quarto e sesto posto per le
due FerrariPilota Fernando Alonso - Squadra Renault
Il Campionato del Mondo edizione 2005 scatta nel
segno degli ormai consueti stravolgimenti regolamentari imposti dalla
FIA, sempre alla disperata ricerca di qualche espediente che possa
rivitalizzare una categoria intorpidita dal prolungato trionfo Ferrari.
Nessun cambio gomme in gara (se non in casi eccezionali), un solo
motore per due GP e l'efficienza aerodinamica delle vettura ridotta del
20% (una diminuzione percentuale che molti furbi progettisti
provvederanno subito ad aggirare, se non ad annullare): queste le
principali innovazioni volute dalla Federazione, che riescono nello
scopo di mandare in crisi la Ferrari ma producono grande confusione; le
gare assomigliano sempre più ad alchimie strategiche dove
prevale chi muove la pedina giusta (sul filo degli equilibrismi
regolamentari) e nemmeno il nuovo format delle qualifiche "addizionate"
(poi frettolosamente riveduto) entusiasma.
Debutta la Red Bull, scuderia sorta sulle ceneri della Jaguar. Renault
e McLaren prendono subito il largo.
Si parte il 6 marzo da Melbourne , località che dal 1996
ospita l'esordio australiano del Mondiale. La pioggia delle qualifiche
rimescola le carte ed avvantaggia Fisichella, che dalla pole fa gara a
sé e porta la Renault al primo acuto stagionale. Barrichello
risale dalle retrovie ed illude la Ferrari col 2° posto,
davanti ad Alonso. Lo spagnolo si riscatta immediatamente e, tra marzo
ed aprile, piazza la tripletta in Malesia , Bahrain (il giorno dopo la
scomparsa di Papa Wojtyla) e San Marino : nelle due gare asiatiche il
pilota di Oviedo si impone davanti ad un sorprendente Trulli, molto in
palla sulla nuova Toyota, mentre ad Imola precede di un soffio un
fenomenale Schumacher, praticamente al canto del cigno dopo appena 4
corse. Anche la McLaren però balbetta, addirittura al
"Santerno" Raikkonen lascia 10 punti per il primo dei tanti guai
meccanici della stagione.
Il finnico, tuttavia, rimedia tra la Spagna (8/5)
ed il Canada (12/5): in un mese e quattro gare vince ben 3 volte,
mancando il poker allorchè al Nurburgring gli va ko una
ruota all'ultimo giro (ne approfitta Alonso per conquistare il
4° successo stagionale).
A Montreal si rivede la Ferrari, che
con Schumacher e Barrichello occupa il 2° ed il 3°
posto. La doppietta, quella più tradizionale, è
rimandata di una settimana ed ha luogo sul circuito di Indianapolis;
non si tratta però di un improvviso recupero di
competitività del pacchetto in rosso, anche
perché gli avversari si chiamano soltanto Jordan e Minardi:
tutti gli altri team, infatti, dopo il giro di ricognizione (necessario
a convalidare la prova) disertano la corsa in quanto non rassicurati a
dovere dalla Michelin sulla tenuta dei pneumatici; Schumacher ha
così gioco facile e si impone su Barrichello e
sull'incredulo Monteiro.
Al giro di boa ci si ritrova per il GP di Francia (3/7), primo impegno
di un luglio mai così intenso (4 corse); a Magny Cours vince
facile Alonso davanti a Raikkonen, autore di un entusiasmante recupero
dopo che una rottura in prova lo aveva costretto a partire dal centro
del gruppo. L'interludio di Montoya a Silverstone costituisce solo
apparentemente la riscossa McLaren perché ad Hockenheim
Alonso si impone un'altra volta, approfittando dell'ennesimo cedimento
sulla MP4/20 di Raikkonen, appiedato quando si trovava saldamente al
comando. Dal GP di Ungheria , però, la reazione delle frecce
d'argento è effettiva: Raikkonen si aggiudica la prova
magiara ed altre 3 corse ( Turchia , Belgio , Giappone ) delle 6
restanti mentre Montoya domina a Monza ed Interlagos , sciupando
però altrettante piazze d'onore che avrebbero fatto comodo
alla squadra ed al compagno di squadra; infatti Alonso in questo
frangente può soltanto difendersi: ha un mezzo inferiore al
rivale e tutto quanto può ottenere gli va benissimo, in
virtù del vantaggio accumulato ad inizio stagione. Pur
vincendo soltanto nell'ultima gara in Cina (dove la Renault sigla il
trionfo nei Costruttori) l'asturiano si laurea campione già
in Brasile, all'età record di 24 anni. Raikkonen
è sfortunato vicecampione, Schumacher 3° (come la
Ferrari nel mondiale marche). Per il 2006 nuovi cambiamenti
regolamentari: via i motori V10, sostituiti dai più compatti
V8, e reintroduzione dei cambi gomme in gara. Fra i piloti, dopo anni
di successi Barrichello saluta la Ferrari (al suo posto l'altro
brasiliano Massa) e si accasa alla BAR, ambiziosa scuderia ormai di
proprietà della Honda. Nico Rosberg, figlio di cotanto
padre, debutterà in Williams. E già si guarda al
mercato 2007, quando probabilmente il monumento Schumacher
lascerà la F1.
2005 Alonso nuovo fenomeno.
25 settembre 2005 - E' il più giovane vincitore di un Mondiale, battendo
l'Emerson Fittipaldi del 1972. Ed è semplicemente un fenomeno. Fernando Alonso
- a 24 anni, un mese e 27 giorni - è il nuovo re della F.1.Un re nato a
Oviedo, in Spagna il 29 luglio 1981, che ha iniziato con i kart, è passato in monoposto nel '99
e due sole stagioni dopo era già in F.1.
Campione spagnolo della serie Open
Nissan a 18 anni, Fernando ha corso nella F.3000 internazionale nel 2000 e ha
impressionato così tanto da essere, la stagione seguente, al via del GP
d'Australia di F.1 con una Minardi.Con l'esordio di Melbourne è diventato il terzo più giovane pilota a correre
nei GP.
Al volante di una vettura tutt'altro che competitiva, Alonso riuscì
comunque in quel 2001 a impressionare, nonostante l'impossibilità di
raccogliere alcun punto. Il buon lavoro gli valse in ogni caso un contratto
come collaudatore con la Renault, un investimento voluto da Flavio Briatore
per metterlo in macchina come titolare nel campionato seguente.
Il che si è verificato puntualmente: al via del Mondiale 2003 la squadra
francese si è presentata con lo spagnolo e Jarno Trulli come piloti.Un bel
connubio, che ha subito prodotto risultati.
E, per Fernando, una serie di
record. Già in Malesia era diventato il più giovane pilota a conquistare una
pole in F.1.Qualche mese dopo, in Ungheria, diventava anche il più giovane a
vincere un GP.
La stagione si concludeva per lui con 4 podi e il sesto posto
in campionato.Meno felice il 2004, un anno che però è servito allo spagnolo a rafforzare il
carattere. Nessuna vittoria, anche se qualche occasione c'è stata. Ma altri
quattro podi e, grazie a molti piazzamenti a punti, un ottimo quarto posto nel
Mondiale. Poi un inverno di gran lavoro, una macchina molto competitiva e
affidabile tra le mani.
Ed ecco il capolavoro del 2005.
CURIOSITA' - Bahrein 2005: strano clima per la
notizia dalla morte di Giovanni Paolo II, ma calata in un contesto
professionale che sostanzialmente procedeva con i ritmi di sempre, per
giunta in un paese di religione islamica. Trulli indossò un
casco con la scritta "G.P. II" e successivamente "Thank you Pope".
L'abruzzese, a fine gara, chiese ai compagni di podio - Fernando Alonso
e Kimi Raikkonen - di non festeggiare. La Ferrari corse con il musetto
delle vetture dipinto di nero mentre la Rai, come altre emittenti di
Stato, cancellò la diretta della gara.
Renault R25
Gran Premio del Brasile 2005
Fernando Alonso, RenaultR25 a sinistra:Kimi Räikkonen, McLarenMP4-20 centro:Juan Pablo Montoya, McLarenMP4-20
Gran Premio di San Marino 2005: a sinistra:Fernando Alonso, RenaultR25 a destra:Michael Schumacher, FerrariF2005
Gran Premio di Turchia 2005: Fernando Alonso, RenaultR25 a sinistra:Juan Pablo Montoya, McLarenMP4-20 centro:Giancarlo Fisichella, RenaultR25
Gran Premio del Giappone 2005 :
a sinistra:Michael Schumacher, FerrariF2005 a destra:Fernando Alonso, RenaultR25
- 2006 -
APRILE
Alle elezioni nazionali la coalizione guidata da Silvio Berlusconi ha la
peggio sul nuovo Premiere Romano Prodi
MAGGIO
Giorgio Napolitano è il nuovo Presidente della Repubblica,
succede a Carlo Azeglio Ciampi
LUGLIO
La Nazionale Italiana di Calcio si aggiudica per la IV volta il titolo
di Campioni del Mondo battendo ai rigori la Francia di Zidane
NOVEMBRE
Nick Hayden, pilota ufficiale Honda, si aggiudica il titolo della Moto
Gp... ha la meglio, all'ultima gara,
su un arrembante Valentino Rossi
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Renault
R26
2006 - Si rivede Schumacher , ma
Alonso concede il bis
Oviedo (Spagna)
Anagrafica
Attività in F.1
Nato il :29
Lug 1981
Dal - al :
2001 - ....
G.P.
iniziati
236
Vittorie :
32
Podio
:
65
Pole - Positions :
22
Prima fila :
18
Giri veloci :
21
Mondiali
:
2005
2006
Sao Paulo 2006
Jenson Button
durante le qualifiche del Gran Premio del Canada con la Honda RA106.
Dopo 113 Gran Premi disputati, il pilota britannico coglie la sua prima
vittoria al Gran Premio di Ungheria.
Jacques Villeneuve
guida la BMW Sauber F1.06 durante i test.
Per il campione del mondo
1997 questo sarà l'ultimo anno in F1, chiudendo anzitempo e
malinconicamente la stagione.
Michael Schumacher sulla Ferrari 248 F1
Kimi Räikkönen al volante della McLaren MP4-21 in una sessione di test a Valencia.
Alonso vince il mondiale di Formula 1 2006, GP del Brasile a Felipe Massa
GRAN PREMIO BRASILE
22 ottobre 2006
Circuito Carlos Pace
San Paolo
km 4,309
I PRIMATI:
In prova: Rubens Barrichello (2004, Ferrari F2004) in 1'10"646 alla media di 219.579 Km/h.
In gara: Juan Pablo Montoya (2004, Bmw-Williams Fw26) in 1'11"473 alla media di 217.038 Km/h
Sulla distanza: Juan Pablo Montoya (2004, Bmw-Williams Fw26)
71 giri pari a km 305,909, in 1.28'01"451
alla
media di 208,571 km/h.
Massa vince il Gp del Brasile, ma è stato festeggiato solo perché si
correva a casa sua: il fatto che Alonso abbia conquistato il suo secondo
mondiale e - soprattutto - la prestazione funambolica di Michael Schumacher
nell'ultima gara della carriera (lo ha riconosciuto perfino Briatore: "oggi
volava, non ho mai visto nulla del genere...") avrebbero fatto passare
questa sua vittoria brasileira in sordina in qualsiasi altra pista del
mondo. Il bello, dal punto di vista dello spettacolo (la tragedia dal punto
di vista dei tifosi Ferraristi) è stato che la gara di Schumi - da cineteca,
forse la più bella di tutta la sua carriera - è nata dall'ennesimo colpo di
sfortuna: poco dopo il via (e relativa partenza da leone) Schumi sfiora
l'alettone anteriore di Fisichella (sorpassandolo) e buca la gomma
posteriore. Iella nella iella: il guaio succede poco dopo i box e Schumi
deve fare un intero giro con la gomma a frange. Insomma, per farla breve
,rientra in pista ultimo, a un giro di distacco.
E qui (giù il cappello),
inizia il prodigio: Schumi attacca, giro su giro, curva su curva. Guida come
se fosse in prova. Recupera il distacco, passa gli avversari come se fossero
fermi. Alla fine è "solo" quarto. Spettacolare.
Come è stato spettacolare il sorpasso ai danni di Raikkonen proprio a pochi
giri dalla fine: macchine appaiate, gomme che si toccano e nessuno che
molla. Difficile immaginare che uno così si possa ritirare. Ma tant'è.
Alla fine sul traguardo sono arrivati nell'ordine Massa, Alonso, Button,
Schumacher, Raikkonen e Fisichella. Il che significa che la Renault si è
portata a casa anche il titolo costruttori.
Ma torniamo all'altro tema della giornata: Alonso. Lo spagnolo si è portato
a casa il suo secondo titolo mondiale con una gara perfetta, a tratti anche
molto aggressiva, come si addice a un campione vero, che non si tira mai
indietro. Un titolo meritato, grazie a una stagione senza errori, in cui ha
dimostrato di essere velocissimo, ma anche molto costante nel rendimento.
Insomma, se cercate l'erede di Schumi, forse l'avete trovato...
GP MONACO - KIMI RAIKKONEN SU MARK WEBBER – 2006
Un sorpasso tanto splendido quanto inaspettato:
partito al fianco di Fernando Alonso in prima fila per la retrocessione di Michael Schumacher
in fondo allo schieramento, Mark Webber
si ritrova infilato al secondo giro da un arrembante Raikkonen, che lo
beffa alla St. Devote
sfiorando le barriere con un coraggio e una
freddezza stordenti.
Il nuovo capitolo mondiale si apre sotto l'egida
dell'immancabile cambiamento tecnico voluto dalla Federazione. Via i
motori V10, incompatibili con la nuova politica dei costi, dentro i V8,
eccezion fatta per le neonate Toro Rosso e SuperAguri, equipaggiate con
V10 "strozzati". Queste due scuderie rappresentano, assieme alla
Midland-Spyker (ex Jordan), le novità più
significative nel lotto concorrenti. La Toro Rosso, ovvero quel che
resta della Minardi di un tempo, è la costola italiana della
Red Bull, mentre la SuperAguri sembra piuttosto un vezzo dell'ex pilota
nipponico Aguri Suzuki, che riesce ad assemblare alla men peggio
vetture obsolete e affatto competitive. Al pari di Ferrari, Renault e
Toyota, Bmw e Honda sono pronte a giocarsi la partita come autonomi
costruttori e non più soltanto come semplici fornitori.
Si parte il 12 marzo dal Bahrein, perchè in Australia,
classico avvio iridato da dieci anni, sono in pieno svolgimento i
Giochi del Commonwealth. La Ferrari, che a Michael Schumacher ha
affiancato il brasiliano ex collaudatore Felipe Massa, monopolizza le
prove, ma in gara è beffata dal campione in carica Alonso,
che precede il tedesco e Raikkonen, destinato ad uscire molto presto
dal vivo della contesa. In Malesia, una settimana dopo, la musica non
cambia. E' sempre una Renault a tagliare per prima il traguardo:
stavolta vince Fisichella, Alonso completa la doppietta. La Ferrari,
alle prese con una misteriosa anomalia al motore, pensa soprattutto a
difendersi e colleziona il 5° ed il 6° posto, Massa
davanti a Schumacher. Il 2 aprile tocca finalmente all'Australia. La
Ferrari è ancora attardata da problemi tecnici, anche se
Schumi, prima di andare malamente a muro, si rende protagonista di una
bella rimonta ai margini del podio. Alonso prevale su Raikkonen e Ralf
Schumacher.
Gli equilibri del mondiale pendono decisamente
già a favore dello spagnolo. Imola, 23 aprile.
Può un giro di pista valere una gara intera?
Si, se al
volante c'è Michael Schumacher.
Il tedesco, con le gomme in pappa ed Alonso alle
calcagna, sfodera la tornata perfetta e mantiene il comando nonostante
un pit-stop ritardato. Il sette-volte campione torna al successo dopo
oltre un anno, visto che pure gli almanacchi 'si rifiutano' di
accettare la vittoria farsa di Indy 2005. Kaiser Schumi si ripete al
Nurburgring quindici giorni dopo, seguito da Alonso e Massa, al primo
podio della carriera.
Tuttavia, a partire dal GP di Spagna (15 maggio),
Alonso torna a ruggire ed infila un poker perentorio: oltre a vincere
in casa sua, festeggia a Montecarlo (dove il poleman Schumacher, reo di
un presunto ostruzionismo, è arretrato in fondo al gruppo
con una decisione senza precedenti),
e domina in Inghilterra e Canada.
A questo punto del campionato, ovvero al giro di boa, l'asturiano ha un
netto vantaggio sul rivale tedesco, prevalentemente 2° al
traguardo.
La riscossa ferrarista comincia il 2 luglio a Indianapolis, pista
tradizionalmente favorevole alle monoposto del Cavallino. In terra
americana, di fatto, inizia un nuovo campionato. Schumi trionfa davanti
a Massa, mentre Alonso, in difficoltà con le gomme,
è fortunato a chiudere almeno quinto. Il tedesco, poi,
raddoppia e triplica in Francia (16 luglio) e Germania (30 luglio),
rosicchiando altri 8 punti al rivale spagnolo (nell'ordine 2° e
5°): adesso gliene restano ancora 11 da recuperare. Fra i
Costruttori, l'aggancio Ferrari sembra ancora più imminente
perchè il contributo di Massa (3° in Francia e
2° in Germania), è più consistente di
quello del collega Renault Fisichella. In questa fase la
"Régie" appare davvero in difficoltà: le gomme
soffrono oltremodo la calura estiva, e si fa sentire anche l'abolizione
del "mass damper", lo stabilizzatore dell'avantreno che la FIA vieta in
corso d'opera. La Ferrari, però, non ne approfitta come
dovrebbe e spreca qualche occasione di troppo. In Ungheria, ad esempio,
con Alonso ko per un dado male avvitato, Schumi (2°) sceglie di
rimanere in pista con le gomme intermedie, ormai usurate dalla traccia
asciutta, per evitare di perdere tempo e posizioni ai box. Risultato?
Non riesce a tenere il passo altrui e finisce per scontrarsi con
l'ostico Heidfeld, buttando al vento almeno i 5 punti del 4°
posto. In Turchia (27 agosto), nel giorno del primo hurrà di
Massa, è la squadra a sbagliare grossolanamente: Schumi
viene fatto rientrare ai box nello stesso giro del brasiliano, nel
tentativo di sfruttare la neutralizzazione della Safety Car; la tattica
non funziona e fra le due 'rosse' si inserisce Alonso, che accoglie
l'insperata seconda piazza come un dono dal cielo. Il colpo di coda di
Schumacher, il quale ufficializza al GP d'Italia il ritiro dalle
competizioni, è però strepitoso: domina a Monza
(con Alonso prima penalizzato e poi ritirato) e tre settimane dopo in
Cina, dove infila le due Renault con manovre capolavoro. La mazzata,
comunque, è dietro l'angolo. A Suzuka, infatti, quando ormai
si profila il sorpasso in classifica (Schumi guida la gara davanti ad
Alonso, salirebbe a +2), il motore della Ferrari numero 5 cede di
schianto dopo ben 6 anni: Alonso ringrazia, si aggiudica la prova e
mette di fatto la parola fine al campionato. Con 10 lunghezze di
vantaggio, ad una sola gara dal termine, è praticamente
irraggiungibile. In Brasile (22 ottobre), difatti, lo spagnolo si
laurea campione per la seconda volta in carriera, anche se la scena
è tutta per Massa, clamorosamente profeta in patria, e per
Sua Maestà Schumacher: il tedesco, attardato dall'ennesimo
intoppo (foratura), saluta con una prestazione da urlo (rimonta 1' e
chiude 4°), dimostrandosi anche all'epilogo un campione fuori
portata.
CURIOSITA' - Australia 2006: David Coulthard
ottenne un punto dopo il reclamo contro Scott Speed per sorpasso in
regime di bandiere gialle. Un evento tutt'altro che raro, ma
risultò clamoroso che l'iniziativa fosse stata presa dalla
Red Bull contro la Toro Rosso, di fatto la squadra B.
- Canada 2006: Jacques Villeneuve,
ancora popolare nel suo Paese, annunciò che intendeva
avviare la carriera di cantante e presentò un disco che gli
attirò l'ironia di Michael Schumacher, il quale gli augurava
di essere competitivo - almeno come musicista -. La battuta non piacque
ai sostenitori del canadese, che fischiarono il tedesco al momento
della premiazione.
2006: 16 anni da Re.
10 settembre 2006 -
NON FAREMO a Michael Schumacher il torto di
proclamarlo il più grande pilota di tutti i tempi, anche se questo dicono le
statistiche. Non gli faremo questo torto perché ricordiamo la sua reazione
quando gli misero sotto il naso le macchine con le quali Ciccio Ascari e
Manuel Fangio vincevano corse e mondiali. Io, disse il tedesco con un filo di
voce, non sarei mai stato capace di rischiare la vita ad ogni gara, come
invece facevano loro.
L’ONESTÀ intellettuale dell’uomo lo ha reso,
invece, il Migliore per l’era della modernità. Davvero: nell’epoca
dell’elettronica, dei computer, delle gomme, delle strategie sofisticate e
della esasperazione tecnologica, Schumi è diventato il Campionissimo. Nessuno
come lui sa creare la differenza, miscelando e reinterpretando le leggi della
telematica applicate alla automobile. Il marito di Corinna ha firmato imprese
enormi, sulla pioggia come sull’asciutto, degne della leggenda dei
predecessori antichi, non quando ha avuto in mano la Ferrari dei record, con
la quale se la cavava Barrichello e se la cava, nel presente, il piccolo
Massa. No: Schumacher si è imposto come Lider Maximo nei momenti in cui
guidava vetture non irresistibili. Sembra un controsenso, eppure non lo è: chi
scrive lo ha visto conquistare mondiali con una Benetton che andava più piano
della Williams e con una Rossa che non valeva la McLaren di Hakkinen. Di più:
sbalordiscano pure gli ingenui, ma il Michelone supremo è stato quello del
1997, l’anno della famigerata collisione di Jerez con Villeneuve. Perché aveva
una monoposto troppo inferiore però, fino alla curva fatale, stava davanti.
Così come, nel 1998, vinse sei Gp e lottò fino all’ultimo per il titolo a
dispetto di una cronica mancanza di competitività della Rossa.
LO DICIAMO? Lo diciamo e al diavolo le prudenze
da sagrestia: senza di lui, a Maranello aspetterebbero e aspetteremmo tuttora
la fine del digiuno lungo 21 anni, un digiuno da lui spezzato nell’anno del
Signore 2000, a Suzuka. Beninteso, Montezemolo è stato grande, Todt è stato
bravissimo e la squadra è eccezionale: ma l’anima della rinascita, il motore
umano di una resurrezione sportiva ed industriale, aveva la faccia, la carne e
le ossa, i nervi e la mascella sghemba del figlio di Rolf e di Elizabeth.
MERITO di una competenza da rabdomante della
tecnica: di una macchina appena uscita dalla officina, il fratello di Ralf
sapeva individuare dopo pochi giri pregi e difetti, limiti e prospettive. A
questo talento ha aggiunto la qualità umana: con chi gli sta accanto, Michael
è diversissimo da come appare in pubblico. Non è scostante, distaccato,
algido, presuntuoso, inavvicinabile. Ci occupassimo di calcio, disciplina da
lui amatissima, diremmo che è il classico «uomo da spogliatoio»: affidabile,
mai disposto a scaricare su altri le responsabilità. Nel 1999 un errore del
team lo ha quasi ammazzato, a Silverstone: mai se ne è lamentato. Da fuori, lo
abbiamo ammirato e rispettato, senza riuscire a venerarlo. Colpa di una
identità rigorosamente estranea a qualunque forma di popolarità gratuita. Il
signor Schumacher ha difeso il mondo privato con tenacia: non avete mai visto
una foto dei due figli, Gina Maria e Mick. Non è mai stato pizzicato in
discoteche alla moda o su barche frequentate da paraculi da rotocalco. Una
riservatezza totale. Un alieno, anche per la Formula Uno dei giorni nostri:
Raikkonen, il successore designato, ha sposato Miss Scandinavia mentre Alonso
flirta con una cantante iberica. Ha ragione chi sostiene che Michelone non è
entrato nel cuore della gente come invece aveva saputo fare Ayrton Senna, che
pure non si calò nell’abitacolo della Ferrari. Non c’entra il lato oscuro
della forza, che a Jerez e altre volte ha spinto Schumi verso comportamenti
poco brillanti o sleali. Anche il brasiliano non risparmiava scorrettezze. Ma
era, a suo modo, un mostro delle pubbliche relazioni e aveva tratti di
espansività molto ‘latini’. Schumi si è confrontato con lui per l’intera
carriera, senza pretendere di copiarlo. Da bambino, un bambino cresciuto in
una famiglia povera, Michael era ossessionato dal demone della velocità.
Installato su un kart, era capace di prodezze mirabolanti. Si innamorò del
mito di Ayrton vedendolo gareggiare in Belgio: ne diventò aspro rivale una
volta approdato in F1 a Spa, nel 1991. L’anno dopo fecero quasi a cazzotti:
perché Senna intuiva il rischio rappresentato dall’arrembante tedesco, che nel
duello metteva la furia del demolitore.
LASCEREMO ai tromboni stabilire chi, tra i due,
sia stato più forte e più grande. Di sicuro Schumi, nella fase terminale della
carriera del brasiliano, si poneva come il candidato alla successione. Mica
poco, se si pensa che Ayrton aveva mandato in pensione Prost, liquidato Piquet
e contenuto gli slanci picareschi di Mansell. Nel giorno crudele di Imola ’94,
in scia all’idolo rimosso che andava a morire c’era lui, c’era Michelone,
unico testimone oculare della tragedia. Una tragedia mai dimenticata. E per
completare il discorso sul dualismo che svanì davanti all’orrido muro del
Tamburello, risponderemo qui ad una contestazione che ha perseguitato il
Fenomeno dei record. Bella fatica, è stato detto: contro di lui, non c’era più
nessuno, dopo l’addio di Senna e le rinunce dei suoi contemporanei. Beh, non è
vero. In quindici anni, i rivali del dittatore tedesco si sono esposti a
dolorose figuracce. Chi ricorda più gli entusiasmi suscitati dal figlio di
Gilles o da Montoya? Chi ha memoria dei proclami di Giovannino Alesi o di
Rubens Barrichello? E Hakkinen, il più tosto tra gli sfidanti, ha alzato
bandiera bianca con largo anticipo, logorato dall’irriducibile di Kerpen.
Forse solo Alonso, aiutato dal gap generazionale, ha creato problemi, anche
psicologici, ad uno Schumacher nel frattempo inevitabilmente invecchiato. Nato
nel 1969, iridato per la prima volta con la Benetton dello scopritore Briatore
nel 1994, padrone del mondo con la Ferrari ininterrottamente dal 2000 al 2004,
Michelone ci mancherà perché è un privilegio essere coevi di un fuoriclasse
unico. Monomaniacale nella dedizione al lavoro, sempre felice di guidare
un’auto da corsa, capace di resistere per undici anni alle pesantezze di noi
italiani (ma si può rompere le scatole al crucco perché non sa parlare la
lingua di Dante? Si può, si può…), Schumi ha riscritto la storia non per i
moltissimi miliardi che ha guadagnato, bensì per il piacere puro di sentirsi
inimitabile. Date retta: uno così, non nasce più.
- 2007 -
MAGGIO
Nicolas Sarkozy è eletto Presidente della Repubblica Francese
Il Milan si aggiduca la Coppa Campioni, battendo il Liverpool per 2-1
allo Stadio Olimpico di Atene
SETTEMBRE
All'eta di 72 si spegne a Modena il più grande tenore italiano:
Luciano Pavarotti
OTTOBRE
Stoner si aggiudica con la Ducati il Campionato del mondo della Moto
Gp, il titolo torna in italia dopo 35 anni
NOVEMBRE
Decede a Milano, Enzo Biagi, uno dei giornalisti più
popolari del XX secolo
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2007
2007: La pazza stagione
Espoo
(Finlandia)
Anagrafica
Attività in F.1
Nato il :
17 Ott 1979
Dal - al :
2001 - ....
G.P.
iniziati
213
Vittorie :
20
Podio
:
57
Pole - Positions :
16
Prima fila :
20
Giri veloci :
40
Mondiali :
2007
Raikkonen è lui il campione iridato di una stagione
pazzesca,
chiusa da una gara altrettanto pazzesca.
In Brasile le
Ferrari hanno dimostrato forza e organizzazione impressionanti,
conquistando una meritatissima doppietta (rifilavano regolarmente
un
secondo al giro alle avversarie), mentre Hamilton e la McLaren hanno
fatto vedere tutto il peggio possibile dopo una stagione perfetta.
Pilota Kimi Raikkonen - Squadra Ferrari
Il finlandese vince davanti a Massa ed Alonso. Hamilton è solo
settimo, fuori dalla zona punti: tanti errori e un'inutile rimonta
Raikkonen sul tetto del mondo
Doppietta Ferrari in Brasile
Ma la McLaren non ci sta e cerca di far annullare il risultato con un ricorso
GRAN PREMIO BRASILE
21 ottobre 2007
Circuito Carlos Pace
San Paolo
km 4,309
I PRIMATI:
In prova: Rubens Barrichello
(2004, Ferrari F2004) in 1'09"822 alla media di 222.170 Km/h.
In gara: Juan Pablo Montoya
(2004, Bmw-Williams Fw26) in 1'11"473 alla media di 217.038 Km/h
Sulla distanza: Juan Pablo Montoya (2004, Bmw-Williams Fw26)
71 giri pari a km 305,909, in 1.28'01"451
alla
media di 208.517 km/h.
Kimi Raikkonen è campione del mondo, la Ferrari
riconquista il titolo iridato dopo tre stagioni. Il clamoroso verdetto è
stato sancito dal GP del Brasile che ha chiuso un indimenticabile 2007,
l’anno che sarà ricordato per la Spy Story McLaren-Ferrari, l’esplosione di
una nuova stella, Lewis Hamilton e il trionfo in rimonta di un finlandese di
ghiaccio che è diventato campione al primo anno di Ferrari.
Onore a Kimi Raikkonen, vincitore a Interlagos davanti a Felipe Massa per
una strepitosa doppietta delle F2007, letteralmente imprendibili proprio
quando serviva, nell’ultimo e decisivo GP dell’anno. Fernando Alonso ha
chiuso terzo, Lewis Hamilton settimo: Kimi li ha scavalcati per un solo
punto.
Un trionfo Ferrari incredibile e meritato che cancella una stagione piena di
veleni tra Maranello e i rivali di Woking. Che cancella quella sentenza a
metà che ha punito la McLaren ma non i piloti. Che cancella soprattutto i
tanti errori con cui la Ferrari ha rischiato di gettare al vento questo
titolo. La Spy Story ha innegabilmente avvantaggiato la McLaren, ma ai box
del Cavallino e in pista gli sbagli erano stati troppi, specie guardando il
potenziale altissimo della F2007. Il pregio più grande è stato però crederci
fino alla fine. E la vittoria alla fine è arrivata. Rocambolesca, ma è
arrivata.
La gara è andata come doveva andare. Le Ferrari hanno preso la testa con
Massa e Kimi. Dietro Hamilton si è praticamente suicidato sbagliando dopo
poche curve. Lewis (inesperienza? sfortuna?) è rientrato sesto ma dopo pochi
giri si è ritrovato con la McLaren ammutolita col cambio inceppato. La sua
macchina è poi ripartita ma dalla 18ª posizione la rimonta al quinto posto,
quello che gli serviva, è stata tanto generosa quanto disperata. Alonso,
terzo, è rimasto virtuale campione fino al secondo pit stop della gara,
quando Raikkonen è rientrato in pista davanti a Massa, la situazione di
punteggio che serviva. Raikkonen 110, Alonso e Hamilton 109.
Vittorie della Ferrari F2007
GP d'Australia - Kimi Räikkönen
GP del Bahrain - Felipe Massa
GP di Spagna-
Felipe Massa
GP di Francia - Kimi Räikkönen
GP
d'Inghilterra - Kimi Räikkönen
GP
di Turchia -
Felipe
Massa
GP
del Belgio- Kimi Räikkönen
GP
della Cina -Kimi Räikkönen
GP
del Brasile - Kimi Räikkönen
2007: Raikkonen per un punto!
Michael
Schumacher sussurra qualcosa a Kimi Raikkonen sul podio di Monza 2006, forse una
premonizione. Dopo poco più di 12 mesi, il pilota finlandese, sostituto in
Ferrari del "Re", vince il titolo mondiale piloti e la Ferrari il 15° costruttori.
Il debutto al volante della Ferrari F2007, la nuova
macchina della Scuderia Ferrari, avvenne il 30 gennaio 2007 a Valencia.
Raikkonen si dichiarò ambizioso di voler gareggiare ad armi pari con l'altro
pilota della Ferrari, ovvero Felipe Massa.
Iniziò la stagione vincendo il Gran Premio d'Australia dove ottenne
pole position e giro più veloce (solo Juan Manuel Fangio e
Mansell erano riusciti a fare altrettanto al debutto con una Ferrari). Le
due gare successive gli fanno conquistare due terzi posti, il primo in
Malesia, dove il motore era stato limitato nei giri a causa di una piccola
perdita d'acqua sul finire del Gp d' Australia, ed uno in Bahrein, dove però
ha un po' deluso e ha sofferto il passaggio alle gomme Bridgestone. Nel GP di
Spagna, invece, fu costretto al ritiro a causa di un problema elettronico, che
lo ha privato di un sicuro posto sul podio. A Gran Premio di Monaco
iniziò male il week-end, a causa di un errore nella seconda qualifica, che lo
costrinse a partire sedicesimo dopo aver danneggiato irrimediabilmente la
sospensione anteriore. In gara rimontò fino all'ottavo posto, guadagnando un
punto iridato, grazie ad una buona partenza e ad un ottimo lavoro del box
Scuderia Ferrari. Dopo un'infelice doppia trasferta in Canada
dove non andò oltre il 5° posto e Stati Uniti dove fu 4°, ritornò alla
vittoria nel Gp di Francia a Magny-Cours partendo in griglia dalla 3ª
piazza dietro Massa ed Hamilton. In partenza superò l'inglese della McLaren e al
46° giro il compagno Felipe Massa grazie alla tattica dei pit-stop. Nella
gara successiva, in Gran Premio di Gran Bretagna, centrò
un'altra vittoria realizzando anche il giro più veloce, anche in questo caso
grazie alla sosta ai box posticipata rispetto agli avversari. Nel bagnato Gran
Premio d'Europa al Nurburgring, dopo aver conquistato la pole position, a
metà gara fu costretto al ritiro per un problema idraulico sulla sua
Ferrari. Va meglio nel Gran Premio d'Ungheria dove giunse secondo subito
dietro a Lewis Hamilton, ottenendo il giro più veloce all'ultima tornata.
Anche in Turchia arrivò 2° dietro a Felipe Massa ottenendo il giro più
veloce. A Monza, dove risentiva di un brutto incidente avvenuto il sabato
mattina, arrivò terzo dietro le McLaren subendo un umiliante sorpasso da
Hamilton. Nonostante il titolo sembrasse ormai fuori dalla portata del
finlandese, la Ferrari decise che visto il miglior piazzamento di Raikkonen, in
classifica, in confronto a Massa, di puntare su Kimi per gli ultimi disperati
attacchi ad Hamilton e Alonso. In Circuito di Spa-Francorchamps, dopo
aver ottenuto la pole position, torna sul gradino più alto del podio, portando
insieme a Felipe Massa alla Ferrari il quindicesimo titolo costruttori. Per
Raikkonen si tratta della terza vittoria consecutiva sulla mitica pista di
Spa-Francorchamps. A Fuji, in una gara sotto la pioggia, si ritrovò nelle ultime
posizioni a causa di un'errata scelta delle gomme ma rimonta fino al terzo
posto. Con 17 punti da recuperare ad Hamilton su 20 disponibili, il mondiale
sembrava ormai chiuso. In Cina domina il weekend, parte
alle spalle di Hamilton e,quando comincia a piovere, supera l' inglese e
approfittando del successivo ritiro di Hamilton, portandosi a 7 punti
dall'inglese e a 4 da Alonso ad una gara dal termine. Questo trionfo lo porta di
diritto nella storia della Ferrari, visto che grazie al successo di Kimi, la
"Rossa" ottiene il suo 200° trionfo in F1. Il 21 ottobre 2007 a Interlagos è
necessario salire sul gradino più alto del podio con Massa, e sperare in una
difficoltà di Hamilton per conquistare il titolo. Kimi Raikkonen alla partenza
dal terzo posto brucia l'inglese e si porta alle spalle dell'altro ferrarista
Massa partito in Pole Position. Nel frattempo Alonso si porta in terza posizione
superando il suo giovane compagno di squadra che, complice l'inesperienza e la
troppa foga, nel tentativo di riprendersi la terza posizione si rende autore di
un fuori pista che lo fa scivolare indietro; come se non bastasse dopo pochi
minuti un'inaspettato e non chiaro problema al cambio lo fa piombare in ultima
posizione: è l'inizio della clamorosa disfatta. Hamilton conclude settimo, ne
approfitta Raikkonen che, beneficiando anche del secondo posto di Massa che
relega Alonso in terza posizione, si laurea per la prima volta nella sua
carriera Campione del Mondo di Formula 1 con 110 punti iridati, uno in più dei
sui diretti avversari della McLaren (Hamilton 2° e Alonso 3°), completando una
fantastica rimonta di addirittura 26 punti.
Nelle ore successive al termine della gara viene aperta un'inchiesta dalla
FIA sulle Williams di Nico Rosberg, quarto in gara, Nakajima e sulle BMW Sauber
di Heidfeld e Kubica, rispettivamente sesto e quinto, per le temperature fuori
norma della benzina. L'inchiesta comunque non porterà alla squalifica dei piloti
coinvolti, pertanto il titolo di Raikkonen viene confermato.
Il team McLaren-Mercedes decide comunque di presentare ricorso contro la
decisione presa dai commissari di cui sopra. Inizialmente pare incline ad un
ricorso marcatamente teso alla retrocessione o squalifica delle vetture
sopramenzionate,permettendo in tal modo la vittoria nel mondiale al britannico
Lewis Hamilton. In seguito ai pareri dissenzienti in seno alla scuderia,in
particolar modo dei suoi due piloti declina l'intenzione iniziale in favore di
un approccio "soft" indirizzato solo a far "luce" sulle procedure decisionali
adottate di commissari nella specifica occasione. L'udienza viene fissata per il
15 di novembre presso la Corte d'Appello internazionale FIA, ma il tribunale
d'appello, a seguito di essa, giudicherà "inammissibile" il ricorso presentato
dal team McLaren-Mercedes .
Il titolo è così definitivamente confermato al
pilota scandinavo che è cosi il terzo campione del mondo finlandese dopo Mika
Hakkinen e Keke Rosberg, e il terzo pilota a vincere un mondiale
al primo anno in Ferrari (c'erano in precedenza riusciti Juan Manuel Fangio
e Jody Scheckter).
- 2008 -
MAGGIO
L'emergenza dei mutui Subprime
provoca il fallimento di importanti istituti di credito mondiali...
è l'inizio di una crisi economica globale
GIUGNO
Scompare Dino Risi, uno dei più grandi registi italiani
NOVEMBRE
Valentino Rossi si aggiudca il mondiale della MOTO GP
E' eletto Presidente degli Stati Uniti: Barack Obama il primo
presidente della storia, di colore.
La Honda si ritira!
05/12/2008
La
Honda lascia la Formula 1: nell'anno della crisi finanziaria e industriale,
la casa giapponese si è data tempo un mese per trovare un acquirente per il
suo team. L'alternativa è chiudere il paddock e lasciare senza monoposto
Jenson Button e Rubens Barrichello, peraltro ancora non confermati al
volante della Honda. Domani mattina, potrebbe giungere l'annuncio ufficiale
della messa in vendita del team di Brackley.
A rivelarlo è stato una fonte qualificata di un team rivale, al termine
di un incontro tra l'associazione dei team di Formula 1, la Fota
(l'organismo che riunisce le scuderie del Circus), ha citato le affermazioni
di Ross Brawn e Nicky Fry, i due responsabili della Honda. "Hanno tempo un
mese per trovare un acquirente, altrimenti chiudono". Secondo la Bbc la
scuderia si sarebbe anche ritirata dal mondiale 2009.
Oggi, sia Ross Brawn che Nick Fry sono volati in Giappone per partecipare
ad una riunione presso la sede della casa automobilistica nipponica. Secondo
quanto riferito da Autosport, il team verrebbe messo in vendita per 100
milioni di sterline, l'ultima data utile per l'acquisto, sostiene la
rivista, è il 31 marzo 2009. Se entro quella data non dovesse trovarsi un
acquirente potrebbero chiudersi per sempre le saracinese del garage del
team.
Sempre secondo Autosport, la scuderia potrebbe anche essere ceduta a
costo zero, con la fornitura per un anno dei motori giapponesi, oppure, per
gli ottimi rapporti che legano ancora Ross Brawn alla Ferrari, la scuderia
di Maranello potrebbe girargli i propulsori che facevano parte della
fornitura alla Force India.
2008 - Tutto all'ultima curva:
Hamilton si riprende il 'maltolto'
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Ferrari
F2008
Hamilton Campione del Mondo 2008
Hertfordshire (Gran Bretagna)
Anagrafica
Attività in F.1
Nato
il :
07
Gen 1985
Dal - al :
2007 - ....
G.P. iniziati
148
Vittorie
:
33
Podio :
37
Pole
- Positions :
38
Prima
fila :
34
Giri
veloci :
20
Mondiale :
2008
2014
Lewis Hamilton su McLaren Mercedes è campione del mondo di Formula 1
2008 ed il campionato si è deciso negli ultimi metri
del sofferto Gran
Premio di Interlagos, dove Felipe Massa, pur vincendo, si è visto
sfuggire il titolo.
Nonostante la stupenda gara del Brasiliano ed il
terzo posto di Kimi Raikkonen, che hanno laureato Ferrari campione
Costruttori,
Hamilton è giunto quinto, il minimo per vincere il titolo
Gran Premio di Gran Bretagna 2008
Silverstone 6 luglio: vittoria di Lewis Hamilton.
Non piove ad inizio gara sul circuito di Silverstone, ma la pista è
bagnata. Alla partenza Hamilton sorpassa Webber ed insidia il compagno
di squadra Kovalainen, senza però riuscire a sopravanzarlo; Räikkönen
sorpassa Webber e si getta all'inseguimento delle McLaren. Al 5º giro
Hamilton sorprassa Kovalainen e scappa imprimendo alla gara un ritmo
molto elevato. Räikkönen non rimane a guardare, va a prendere Heikki e
lo passa. Anche il finlandese della Ferrari comincia ad inanellare giri
veloci e, complice l'usura delle gomme di Hamilton, al 20º giro gli è
addosso; dietro di loro c'è il vuoto. Al momento del primo pit-stop,
l'evento che decide la gara: Hamilton cambia gomme rimontando le
intermedie, Räikkönen, poiché la pista si sta asciugando e non sta
piovendo, mantiene le intermedie usurate
Ma appena usciti dai box si scatena un acquazzone fortissimo che
penalizza il ferrarista: Räikkönen comincia a perdere 5 secondi a giro
da Hamilton e la gara è ormai compromessa. A metà gara quindi Kimi si
ferma ed imbarca la benzina necessaria ad arrivare a fine gara: giungerà
quarto. Da segnalare il secondo posto di un ottimo Heidfeld, preciso e
calcolatore; ma la notizia della giornata è il terzo posto di
Barrichello, con una Honda decisamente poco competitiva. Ha montato
però, durante l'intenso rovescio, le gomme da bagnato ed è riuscito a
recuperare circa 15 secondi a giro a tutti gli altri partecipanti,
sdoppiandosi e giungendo terzo.
Ha completamente sbagliato strategia la Ferrari, che ha mantenuto le
gomme usate sia per Räikkönen sia per Massa, penalizzandoli entrambi.
Inoltre Massa, che partiva nono, è andato cinque volte in testacoda (due
nei primi tre giri) arrivando ultimo al traguardo. In testa alla
classifica ci sono ora Hamilton, Räikkönen e Massa a 48 punti seguiti da
Kubica, andato in crisi a metà gara ed insabbiatosi al 40º giro, a 46.
Incolore la prova di Kovalainen, partito in pole position con un
assetto sbagliato che gli è valso il quinto posto finale, davanti a
Fernando Alonso (che ha adottato la stessa tattica delle Ferrari).
Settimo Jarno Trulli, ottavo Kazuki Nakajima. Negativa la gara di Mark
Webber, partito dalla prima fila e, complice alcuni testacoda, giunto
decimo alle spalle di Nico Rosberg. David Coulthard, che si ritirerà
alla fine della stagione, ha chiuso il suo ultimo Gran Premio di Gran
Bretagna scontrandosi con Sebastian Vettel al primo giro. Hamilton
invece si gode il ritorno alla vittoria inglese dopo 13 anni (nel 1995 ci riuscì Johnny Herbert).
Formula 1 stagione 2008
La stagione 2008 della Formula 1, cominciata ben nove mesi fa, il
14 Marzo 2008, si è conclusa oggi dopo 18 gare. In questi mesi abbiamo
gioito, pianto,
festeggiato e ci siamo rattristati; abbiamo vissuto
insieme ai suoi protagonisti tutte queste sensazioni e ora, quello che
rimane, è l’attesa di un nuovo inizio
perchè in questa stagione,
nonostante la speranza del trionfo di Massa e della Ferrari – che in
parte c’è stato – sia stata viva fino all’ultima curva
del Gran Premio di Interlagos (Brasile), tutto è finito.
Da tifoso ferrarista, del cavallino rampante, resta un po’ d’amaro in bocca perchè, nonostante Massa
abbia tagliato per primo il traguardo in Brasile, questo non è servito,
i punti in più necessari alla vittoria finale e al titolo di campione
del mondo non sono arrivati. E’ stato Hamilton sulla sua McLaren-Mercedes
ad avere la meglio, chiudendo al quinto posto questo Gran Premio e
trionfando alla fine di un solo punto nella classifica generale.
LaFerrari comunque ha vinto iltitolo costruttori
dimostrando ancora una volta la sua superiorità, dimostrando che la
squadra e gli uomini che ne fanno parte sono davvero una grande famiglia
e insieme sono invincibili.
Nel corso dei nove mesi di questa stagione ci sono stati degli alti e
bassi, ci sono stati errori che alcuni, facendo il paragone con il
passato della scuderia, consideravano un segno di debolezza, di una
rottura interna e della fine di un ciclo di successi. Invece la Ferrari
ha avuto la forza di rialzarsi e di andare avanti, di recuperare, di
migliorare e di competere contro avversari che in diverse occasioni
hanno dovuto chinarsi di fronte alla sua bandiera rossa con scudo giallo
e cavallo nero.
Per la casa automobilistica italiana quella del 2008 è stata in
generale una stagione importante. Importante sia perchè consapevole
della forza di cui era dotata, forza nota tanto alla squadra e ai suoi
due piloti, quanto agli avversari. E sia perchè consapevole che comunque
nulla era scritto, cosciente delle difficoltà che sarebbero arrivate e
che di fatto hanno influenzato il risultato e impedito a Massa di
festeggiare. In questo campionato, spesso e non volentieri, è
intervenuto il “fattore s” (sfiga) che, nonostante fosse messo
in conto – è difficile disputare una stagione perfetta – è stato molto
più presente del previsto ed è stato determinate per l’esito finale. Non
bisogna abbattersi per questo e la Ferrari sicuramente non lo farà. E’
pronta per ricominciare.
I due piloti, Massa e Raikkonen, hanno sempre dato il massimo e non
potevano concludere questo 2008 meglio di come hanno fatto. Nel Gran
Premio del Brasile hanno disputato una gara perfetta, non hanno
sbagliato niente, guida e strategie nei 71 giri del gran premio sono
state di altissimo livello.
Le condizioni meteo di questa gara, pioggia all’inizio e asciutto dopo,
avrebbero fatto sorgere dubbi sull’esito e sul risultato a chiunque ma
non a loro. Concentrazione e voglia di farsi valere hanno avuto la
meglio. Certo, il risultato personale, il titolo, non è arrivato ma in
questo ha avuto un gran peso il “fattore s” accennato in precedenza.
2008 Hamilton Campione.
Ha
rischiato la beffa come nel 2007, anno del suo esordio, ma questa volta gli
è andata bene conquistando un titolo che fino a tre curve dal termine
dell'ultima gara in Brasile, sembrava perduto.
Il 2008 inizia nel migliore dei modi per Lewis, in gennaio firma un
contratto di 138 milioni di dollari con la McLaren fino al 2012.
I dettagli contrattuali prevedono una cifra base di 17 milioni di euro per
il 2008, più altri sei milioni nel caso in cui riuscisse a vincere il
campionato.
Durante i test pre-mondiali della stagione
2008, a Barcellona, dei tifosi di Fernando Alonso lo hanno schernito con
striscioni e magliette offensive e razziste sull'argomento del colore della
pelle e credenze religiose. La Spagna ha infatti rischiato di perdere per
questo motivo i due gran premi previsti fino a quando si sono presi
provvedimenti molto severi: telecamere su tutte le tribune e divieto
assoluto di entrare nell'autodromo con striscioni di ogni tipo. Il 13
febbraio 2008 la FIA lancia una campagna anti-razzismo. Si chiamerà Racing
Against Racism.
La stagione 2008 è comunque iniziata con una
vittoria, seguita da due gare in cui il pilota ha commesso vari errori, in
particolare in Bahrain, mancando anche la zona punti. A MonteCarlo dopo una
gara molto movimentata e segnata da un urto contro una barriera che lo ha
costretto al rientro ai box, ha trionfato mentre nella gara successiva, in
Canada dopo una sosta ai box nella quale han preso parte altri piloti, è
andato a tamponare Raikkonen il quale stava uscendo anche lui dalla Pit Lane
trovando però il semaforo rosso. Il ferrarista (con la BMW di Kubica al suo
fianco) ha alzato il piede e Lewis, un po' disattento, non accorgendosi del
semaforo, ha urtato il retrotreno della monoposto dell'avversario
compromettendo la gara sua e del finlandese e consegnando la prima vittoria
proprio al pilota polacco "schivato" nell'occasione.
Dopo una gara opaca in Francia, Hamilton
conquista due vittorie consecutive in Gran Bretagna e in Germania: a
Silverstone, sul bagnato, Hamilton sfodera una delle sue migliori gare; ad
Hockenheim, il pilota inglese controlla per tutta la gara e solo nei giri
finali, dopo l'ingresso della safety car, deve impegnarsi per riprendere la
prima posizione.
Dopo queste due vittorie, il pilota britannico
subisce un leggero stop nel GP d'Ungheria nel quale, dopo aver forato una
gomma, riesce a classificarsi solo quinto. Le cose andranno meglio nel GP
successivo dove arriva secondo alle spalle del ferrarista Felipe Massa.
Al Gran Premio del Belgio 2008 conquista la pole e vince la gara sotto un
improvviso diluvio dopo un discusso sorpasso a Kimi Raikkonen a due giri
dalla fine. I commissari di gara però, nonostante il direttore di gara
Charlie Whiting avesse, durante la corsa, comunicato due volte al team la
regolarità della manovra, decidono in serata di infliggere 25 secondi di
penalità per taglio di chicane, che declassano Lewis al terzo posto.
Praticamente tutti gli altri piloti si sono
trovati d'accordo con la decisione dei giudici. Nel Gran Premio di Singapore
2008 Hamilton lotta con Felipe Massa e Kimi Raikkonen per la prima
posizione, ma un incidente di Nelson Piquet jr. costringe la safety car ad
entrare in pista stravolgendo la classifica. Hamilton riesce a limitare i
danni recuperando posizioni e classificandosi terzo, mentre la vittoria va
al rivale Alonso. Successivamente nel Gran Premio del Giappone 2008 Hamilton
parte in pole deciso a dominare il gran premio, ma al via il finlandese
Raikkonen riesce abilmente a scavalcarlo, tuttavia pensando di avere uno
spiraglio in cui reinfilarsi, Hamilton finisce "lungo" trascinandosi dietro
le due Ferrari. Quattro vetture finiscono lunghe nelle due curve successive
perdendo posizioni, con Hamilton dietro all'avversario principale per il
titolo Felipe Massa che supera dopo poche tornate. Il brasiliano però non
molla e tagliando la chicane tocca con l'anteriore destra l'inglese,
mandandolo in testacoda. Hamilton si trova così in ultima posizione.
Successivamente Massa sarebbe stato penalizzato con un drive-through per il
sorpasso pericoloso, sanzione comminata anche ad Hamilton per aver forzato
Raikkonen nella prima curva ad andare lungo. Di questa lotta ne avrebbe
approfittato nuovamente Fernando Alonso, ancora vincitore.
Dopo la vittoria nel Gran Premio della Cina
Hamilton ha 7 punti di vantaggio su Massa: ciò significa che gli è
sufficiente un quinto posto nell'ultimo Gp del Brasile per laurearsi
campione del mondo: riesce nell'impresa, dopo un Gran Premio rocambolesco,
superando alla terz'ultima curva dell'ultimo giro la Toyota di Timo Glock;
vana è quindi la vittoria di Massa e grande la delusione. A 23 anni 9 mesi e
26 giorni, Hamilton diventa così il più giovane campione di sempre di
Formula 1 e strappa il record proprio al suo ex compagno di squadra Alonso.
Una curiosità: grazie a questo risultato, uno
scommetitore del cambridgeshire ha vinto 125.000 sterline, avendo scommesso
nel 1998 che il tredicenne Lewis sarebbe diventato campione del mondo prima
dei 25 anni. Lo stesso scommettitore, l'anno precedente, aveva vinto altre
40.000 sterline grazie alla scommessa che Hamilton avrebbe vinto la sua
prima gara di formula 1 prima dei 23 anni.
- 2009 -
In piena crisi economica
CAMPIONATO MONDIALE
COSTRUTTORI
Brawn
BGP 001
Frome, Somerset (Gran Bretagna)
Anagrafica
Attività in F.1
Nato
il :
19
Gen 1980
Dal - al :
2000 - ....
G.P. iniziati
267
Vittorie
:
15
Podio :
35
Pole
- Positions :
8
Prima
fila :
17
Giri
veloci :
8
Mondiale :
2009
Button bollato
come"paracarro"è campione del mondo
Pilota Jenson Button - Squadra Brawn
Bastano pochi km di test invernali per capire che
non sarà una stagione come le altre: la neonata BrawnGP,
infatti, scuderia sorta (intorno alla figura di Ross Brawn) sulle
ceneri della Honda, interpreta il regolamento a modo suo e monta sul
fondo dell'auto un diffusore "speciale" che permette di tenere la
strada in modo sorprendente; la macchina procede sui binari e va il
doppio rispetto alle altre vetture, anche quelle poche che hanno
seguito la stessa discutibile filosofia progettuale sin dall'inizio.
Evidentemente non è solo il diffusore a fare la differenza.
I due piloti Button e Barrichello, fino a qualche mese prima bollati
come "paracarro" e "pensionato", approfittano a piene mani della
situazione e monopolizzano di fatto la prima metà di
campionato, facendo incetta di podi: è però
l'inglese il vero mattatore, con 6 gare su 7 vinte. All'avversaria
più immediata, la RedBull, restano le briciole. Sconcerta la
crisi di Ferrari, McLaren e Bmw, dominatrici del campionato precedente
ed ora relegate ad un campionato di secondo piano. Si mette in luce
Nico Rosberg, regolare frequentatore della zona punti a bordo della
Williams.
Il giro di boa del Mondiale, tuttavia, segna la
regressione di Button, artefice di prove opache concluse nelle
posizioni di rincalzo (a parte il 2° posto di Monza); alle sue
spalle si risvegliano un po' tutti, ma il divario di punti accumulato
è talmente ampio che rimontare è impossibile:
Barrichello accarezza il sogno iridato, conquistando 2 successi, ma
incappa nelle sue proverbiali "disavventure" di strategia o di assetto;
Vettel e Webber fanno i conti con una macchina fragile ed un livello di
foga troppo alto; Raikkonen e Hamilton raggiungono il successo troppo
tardi, mentre l'altro ferrarista Massa è fortunato a non
riportare danni gravissimi in un assurdo incidente all'Hungaroring,
allorchè una molla meccanica colpisce il suo casco e lo
manda in coma (sarà pronto per il 2010). Luci ed ombre per
Fisichella, primo pole-man della storia in casa Force India ma anche
sbiadito sostituto di Massa alla Ferrari.
In Brasile, come da recente tradizione, l'epilogo iridato: Barrichello
- in pole - non sfrutta l'incredibile vantaggio di partire 13 posizioni
davanti a Button e si incarta insieme alla squadra, mentre il
britannico rischia il giusto ed acciuffa la manciata di punti
necessaria a spazzare via le residue velleità del brasiliano
e del tedesco Vettel. La BrawnGP-Mercedes è Campione
Costruttori.
Gran Premio del Giappone 2009
1
Sebastian Vettel
RBR-Renault
53
1h28'20"443
2
Jarno Trulli
Toyota
53
+4"877
3
Lewis Hamilton
McLaren-Mercedes
53
+6"472
Non partecipa alla gara Glock infortunato nelle qualifiche. La Toyota schiera così una sola vettura.[16]
Vettel parte subito bene seguito da Hamilton, che tenta anche di
passarlo alla prima curva ma senza successo. Trulli insegue terzo. Alla
partenza invece problemi per Buemi che parte male e Button che perde
due posizioni.
Webber, che è dovuto partire dalla pit lane
per aver sostituito il telaio, è costretto a ben tre soste nei primi
quattro giri; le prime due per problemi di assetto, la terza per una
foratura. L'unico evento che movimenta i primi giri di gara è un
incidente al Casio Triangle che coinvolge Sutil nel tentativo di passare Kovalainen. Ne approfitta Button che passa entrambi
Nella fase dei passaggi ai box Kovalainen passa Fisichella all'uscita della pitlane,
mentre un errore di Hamilton permette a Trulli di guadagnare una
posizione dopo la sosta. Un problema col KERS non permette così
a Hamilton di inseguire il pilota della Toyota. Si ritira una vettura
della Toro Rosso quella di Buemi per un guasto alla frizione.
Negli ultimi giri entra la safety car dopo un incidente di Alguersuari. Lo spagnolo perde il controllo della vettura alla curva 130R
andando a sbattere contro le protezioni. Si riparte dopo l'uscita della
vettura di sicurezza per una sorta di minigara da 5 giri. Kubica tenta
senza successo di passare Button, che dal suo canto a fine gara protesta
per una manovra di Rosberg in regime di bandiere gialle, senza però che
la direzione prenda provvedimenti.
Vince così Vettel davanti a Trulli e Hamilton, Räikkönen è quarto.
Il giovane pilota della Red Bull alimenta le sue deboli speranze di agguantare il mondiale.
BrawnGP: toccata e fuga
La
Brawn GP Ltd. (nome completo Brawn Grand Prix Formula One Team Limited)
fu fondata il 6 marzo 2009, dalle ceneri della Honda Racing F1, dopo che vi era
stata la conferma che Ross Brawn, l'ex team manager della squadra nipponica,
aveva perfezionato l'acquisto della scuderia stessa per la cifra simbolica di
una sterlina. Nel 2009 ha conquistato il titolo costruttori e quello piloti
con il britannico Jenson Button.
Le prime prove libere della stagione si sono svolte
con un inaspettato rovesciamento delle posizioni rispetto al 2008. Proprio la
nuova scuderia inglese è stata la protagonista della giornata tenendosi sempre
nella top ten della classifica a scapito dei top team. Tante le polemiche sulle
soluzioni tecniche adottate, specie da parte di Flavio Briatore il quale non
accetta questa situazione totalmente ribaltata. La FOM ha fatto sapere che
qualunque sia il risultato del Gran Premio, previsto per domenica 29 marzo 2009,
esso è oggetto di approvazione ufficiale nella riunione che si è svolta a Parigi
il 14 aprile.
Nelle qualificazioni del primo GP stagionale in
Australia, Jenson Button, seguito in prima fila dal compagno di squadra
Barrichello, conquista la prima pole della storia della Brawn GP al suo primo
gran premio. Tale evento non accadeva dal 1970, quando Jackie
Stewart fece il miglior tempo nelle qualifiche del Gran Premio del Canada
con l'esordiente Tyrrell. È curioso notare il filo storico che unisce le due
scuderie britanniche: la Brawn è nata dalle ceneri della Honda Racing, a sua
volta erede della BAR che nacque nel 1999 acquistando la struttura della
Tyrrell.
Alla pole position segue la prima vittoria con
doppietta: 1° posto di Jenson Button e 2° posto di Rubens Barrichello. Il
giorno seguente viene diramata la notizia che, nonostante il successo ottenuto
nella prima gara del circus, verranno licenziati circa 270 dipendenti per
cercare di limitare al massimo i costi visto che non ci saranno più test privati
e che l'unico onere vivo riguarderà essenzialmente l'acquisto dei motori
Mercedes, oltre a quelli di routine.
Nelle prove libere del venerdì a Sepang, in
occasione della seconda gara del mondiale, entrambe le monoposto non riescono a
ripetere l'eccellente prestazione di Melbourne. Nonostante ciò, il giorno
successivo in occasione delle qualifiche ufficiali, Jenson Button riesce a
conquistare la pole position. Il suo compagno di squadra Rubens Barrichello
ottiene la quarta posizione, ma dovrà retrocedere di 5 piazze nella griglia di
partenza in virtù della sostituzione del cambio effettuata il venerdì. Nella
gara di domenica Button, grazie ad una buona strategia e ad un eccezionale
pioggia monsonica, riesce ad ottenere la seconda vittoria consecutiva con la
pecca di aver ottenuto solo 5 punti iridati, in quanto la gara è stata fermata
prima dei 3/4 di completamento, limite minimo per l'attribuizione del punteggio
intero. Barrichello si classifica invece quinto. La Brawn, in testa alla
classifica costruttori con 25 punti, al termine del secondo Gran Premio della
stagione vede i suoi due piloti in testa nel mondiale con Button a quota 15
punti e Barrichello a 10 punti.
Il 15 aprile la FIA ha respinto il ricorso contro
la presunta irregolarità dei diffusori, mantenendo così la situazione
inalterata. Quattro giorni dopo, le due monoposto, nel diluvio di Shanghai,
vanno ancora a punti. Nella quarta gara della stagione, in Bahrain, Jenson
Button conquista la terza vittoria per la scuderia e 2 settimane dopo il pilota
di Frome si ripete a Montmeló davanti a Barrichello. Stesso scenario si ripete a
Montecarlo. Al giro di boa, al Nurburgring, per la prima volta nella stagione le
Brawn non salgono sul podio, con Button che finirà 5° e Barrichello 6°. Peggio
ancora all'Hungaroring dove le 2 vetture britanniche arriveranno 7° e 10°. In
tal modo sia i piloti che la squadra si fanno avvicinare pericolosamente dalla
Red Bull. Ma a Valencia la Brawn si riprende e conquista la vittoria con
Barrichello e 2 punti con Button. A Spa invece le cose vanno male, solo il
brasiliano infatti va a punti (settimo). A Monza, la scuderia inglese torna a
centrare una doppietta, dove Barrichello precede Button e si porta a 14 punti in
classifica a quattro gare dalla fine. Nella gara notturna di Singapore le Brawn
conquistano 7 punti con Button 5° e Barrichello 6°, e anche in Giappone vanno a
punti con Button 8° e Rubens 7°. In Brasile la scuderia conquista il titolo
mondiale costruttori con una gara di anticipo. Nello stesso Gran Premio Jenson
Button si aggiudica il titolo piloti grazie al 5° posto, mentre Barrichello
arriva ottavo.
È l'unica squadra nella storia della formula uno
ad aver vinto il titolo l'anno del suo esordio.
La sua sarà anche l'unica apparizione. Il 16
novembre 2009 viene ufficializzato che la scuderia è stata acquisita dal celebre
costruttore tedesco di autovetture Mercedes per il 45.1%. Tuttavia la Casa di
Stoccarda non sarà l'unica proprietaria: il 30%, infatti, è stato acquisito da
un fondo d'investimento di Abu Dhabi, mentre il 24,9% restante rimane in mano
alla squadra che ha portato a casa i due titoli iridati alla prima stagione di
Formula 1
.Dalla stagione 2010 la scuderia prenderà il nome di
Mercedes Gp, alla direzione sportiva rimarrà Ross Brawn mentre i piloti
delle monoposto saranno due piloti tedeschi: Nico Rosberg e nientemeno che il 7
volte campione del mondo Michael Schumacher che ritorna alle competizioni
a 41 anni e dopo tre anni di assenza.
Storia dei fornitori di gomme
2000/2009: la guerra con Michelin e il ritorno al monogomma
Bridgestone chiude il vecchio ed inizia il nuovo millennio da fornitore
unico di pneumatici per la Formula 1. Nel 2001, però, è Michelin a
tornare in corsa. I francesi rientrano nel Circus da un'assenza lunga 16
stagioni fornendo i loro pneumatici ai maggiori antagonisti della
Ferrari, la quel resta fedele ai giapponesi forti ancora del loro
vantaggio. La guerra, da sportiva, diventa anche politica nel 2003,
quando le gomme transalpine mettono le ali a Mclaren e Williams mettendo
in pericolo il dominio della Rossa a colpi di ricorsi e controricorsi.
Il momento più alto dei francesi corrisponde con gli ultimi due anni nel
Circus: Fernando Alonso è iridato con la Renault nel 2005 e 2006. Il
suo primo titolo corrisponde con un dominio assoluto sui giapponesi: il
regolamento impone di non cambiare gomme durante i GP e la Ferrari va in
crisi netta. Vince solo l'assurda Indianapolis, in cui i gommati
Michelin non prendono parte alla gara per motivi di sicurezza. Per il
resto, Michelin batte Bridgestone 18/1. Nel 2006, in cui il cambio gomme
torna permesso durante i Gran Premi, la lotta è totale: 9 gare vinte a
testa tra gommati francesi e giapponesi nell'ultimo anno di presenza di
più di un fornitore. A fine stagione i transalpini si ritirano da
campioni. Dal 2007 Bridgestone resta unico gommista in Formula 1.
2010/oggi: Bridgestone lascia, via al monogomma Pirelli
Ancora una volta Bridgestone chiude un
decennio per aprirne un altro. Il 2010 è anno in cui, dal punto di vista
regolamentare, si ha una riduzione in larghezza delle gomme anteriori
di circa tre centimetri e l'eliminazione dei rifornimenti. Soprattutto è
l'ultimo anno del fornitore giapponese nel mondiale di Formula 1: a
partire dal 2011 il regime di monogomma finisce in mano a Pirelli.
L'azienda italiana assume il ruolo di fornitore unico e, congiuntamente
con la FIA, propone una nuova gestione delle gomme, votata alle
prestazioni ma anche allo spettacolo. Mescole diverse e distinguibili
anche dal pubblico tramite colori definiti del marchio sulla spalla e
degrado elevato per aumentare implicitamente il numero di pitstop e,
quindi, il movimento in pista.
Dopo sei stagioni arriva il cambio
regolamentare che vivremo a partire da questa stagione: monoposto che
tornano a 2 metri di carreggiata (si torna alle misure 1997) e gomme che
aumenteranno in larghezza di 6 cm all'anteriore e 8 al posteriore, per
un totale rispettivamente di 305 e 405 millimetri. Un ritorno al passato
per cercare di conquistare il futuro.
Campionato mondiale di Formula 1 2010
È iniziato il 14 marzo ed è
terminato il 14 novembre, dopo 19 gare, due in più della
stagione precedente (ritorna il Gran Premio del Canada e viene inserito
per la prima volta nel calendario il Gran Premio di Corea).
Il pilota campione in carica era Jenson Button sulla scuderia Brawn GP. Quest'ultima, divenuta nel dicembre 2009 Mercedes GP, nello stesso anno ha vinto anche il titolo a squadre.
Il campionato piloti è stato vinto per la
prima volta dal tedesco Sebastian Vettel, che porta per la prima volta
questo titolo alla Red Bull, la quale vince anche il Campionato
Costruttori.
Nel complesso la stagione 2010 ha visto per la
prima volta quattro piloti lottare fino all'ultima gara per il titolo
piloti e solo due volte nella storia di questa categoria a vincere il
mondiale è stato un pilota che fino all'ultima gara non era mai
stato in testa al campionato.
In questa stagione sono da sottolineare anche i rientri dopo tre anni
di inattività dal circus del sette volte campione del mondo Michael Schumacher e di Pedro de la Rosa
che non partecipava ad una gara anch'egli da tre anni. Quest'ultimo ha
terminato la stagione anzitempo perché sostituito a cinque gare dalla
fine.
A livello agonistico, la stagione ha visto l'esordio di tre nuove
scuderie (che non hanno conquistato punti mondiali) e cinque nuovi
piloti, dei quali solo due (Nico Hülkenberg e Vitalij Petrov) sono andati a punti.
Degna di nota è anche la pole position
conquistata dall'esordiente sopra citato Nico Hülkenberg, al Gran
Premio del Brasile.
Campionato mondiale di Formula 1 2011
Il calendario ha compreso diciannove gran premi, con l'introduzione del Gran Premio d'India e la cancellazione del Gran Premio del Bahrain. Le rivolte che si sono sviluppate nel mondo arabo tra il 2010 e il 2011 avevano costretto inizialmente il governo del Bahrain
alla cancellazione dell'evento per ragioni di sicurezza, ma
successivamente il Gran Premio era stato riproposto come 17ª gara
del calendario in data 30 ottobre al posto della gara in India che si
doveva disputare l'11 dicembre. Ma a distanza di pochi giorni gli
organizzatori hanno deciso di annullare definitivamente il gran premio
per questa stagione.
La Pirelli è tornata in Formula 1 come fornitore unico di pneumatici per tre anni sostituendo la Bridgestone.
Il pilota campione in carica è Sebastian
Vettel della scuderia Red Bull campione dei costruttori. Entrambi si
sono confermati campioni nelle rispettive classifiche.
Campionato mondiale di Formula 1 2012
È iniziato il 18 marzo ed è terminato il 25 novembre,
dopo 20 gare, una in più della stagione precedente. Il titolo
dei piloti è andato per la terza volta a Sebastian Vettel e il
titolo costruttori per la terza volta alla Red Bull Racing-Renault. In
entrambi i casi i due titoli sono stati vinti per la terza volta
consecutiva.
Campionato mondiale di Formula 1 2013
. È iniziato il 17 marzo ed è terminato il 24 novembre, dopo 19 gare,
una in meno della stagione precedente. La stagione è stata l'ultima in
cui le vetture hanno montato un motore V8 da 2 400 cm³,
prima del passaggio a motori turbo V6 da 1 600 cm³ per il
campionato 2014. La stagione ha visto anche l'entrata in vigore del
settimo rinnovo del Patto della Concordia.
I titoli in palio sono andati rispettivamente a
Sebastian Vettel e alla Red Bull Racing-Renault, in entrambi i casi per
il quarto anno consecutivo
Campionato mondiale di Formula 1 2014
È iniziata il 16 marzo ed è terminata il 23 novembre,
dopo 19 gare. Il titolo di campione mondiale piloti è stato
vinto per la seconda volta, dopo il 2008, da Lewis Hamilton, mentre
quello di campione mondiale costruttori è stato vinto per la
prima volta dalla Mercedes, squadra con la quale ha corso lo stesso
Hamilton. Inoltre è stato assegnato un nuovo trofeo al pilota
che ha ottenuto il numero maggiore di pole position durante l'anno, Nico Rosberg, sempre su Mercedes.
Nel 2014 il campionato ha visto la reintroduzione dei motori turbo con cilindrata 1 600 cm³ e bancata a V6
(in luogo dei precedenti propulsori da 2 400 cm³ con
architettura V8), incorporanti un sistema di recupero di energia; il
termine power unit identifica queste nuove unità propulsive, che adottano una doppia alimentazione combinata termica ed elettrica.
Nel corso del Gran Premio del Giappone Jules Bianchi, pilota della Marussia,
è vittima di un grave incidente. Il pilota è morto il 17 luglio 2015,
dopo diversi mesi di degenza, presso un ospedale di Nizza.
Campionato mondiale di Formula 1 2015
È iniziat0 il 15 marzo ed è terminata il 29 novembre, dopo 19 gare.
Il titolo di campione mondiale piloti è
stato vinto per la terza volta, dopo il 2008 e il 2014, da Lewis
Hamilton, mentre quello di campione mondiale costruttori è stato
vinto per la seconda volta dalla Mercedes, già campione nel
2014, squadra con la quale ha corso lo stesso Hamilton. Inoltre, il
medesimo pilota britannico, con 11 partenze dalla prima piazza, si
è aggiudicato il trofeo al pilota che ha ottenuto il numero
maggiore di pole position durante l'anno.
Campionato mondiale di Formula 1 2016
È iniziato il 20 marzo ed è terminat0 il 27 novembre, dopo 21 gare, due in più della stagione precedente.
Il titolo di campione mondiale piloti è
stato vinto, per la prima volta, dal pilota tedesco Nico Rosberg,
mentre quello di campione mondiale costruttori è stato vinto per
la terza volta consecutiva dalla Mercedes, già campione nel 2014
e 2015, squadra con la quale ha corso lo stesso Rosberg. Il trofeo per
il maggior numero di pole position è stato invece vinto per la
seconda volta da Lewis Hamilton.
Nico Rosberg è il secondo figlio di un campione del mondo
di F1 (suo padre Keke s'impose nel 1982) a diventare, a sua volta,
campione del mondo; la prima coppia di padre e figlio entrambi campioni
fu quella Graham-Damon Hill. Pochi giorni dopo la conquista del titolo,
Rosberg ha annunciato la sua decisione di abbandonare le corse
Campionato mondiale di Formula 1 2017
È iniziato il 26 marzo ed è terminato il 26 novembre, dopo venti gare, una in meno della stagione precedente.
Il titolo piloti è stato vinto, per la
quarta volta nella sua carriera, da Lewis Hamilton, mentre il titolo
costruttori è stato vinto per la quarta volta consecutiva dalla
Mercedes. Lo stesso pilota inglese si è inoltre aggiudicato per
la terza volta consecutiva il trofeo per il maggior numero di pole
position conquistate durante l'anno.
Campionato mondiale di Formula 1 2018
È iniziato il 25 marzo 2018 e si è concluso il 25
novembre, dopo ventuno gare, una in più della stagione
precedente.
Il titolo piloti è stato vinto, per la
quinta volta nella sua carriera, da Lewis Hamilton, mentre il titolo
costruttori è stato vinto per la quinta volta consecutiva dalla
Mercedes. Lo stesso pilota inglese si è inoltre aggiudicato per
la quarta volta consecutiva il trofeo per il maggior numero di pole
position conquistate durante l'anno. Ha stabilito anche il record per
numero di punti per i piloti della F1 in una stagione.
Per la prima volta nella storia della competizione, tutti i piloti
partecipanti al campionato hanno disputato tutti i gran premi in
calendario.
L'8 aprile del 1961, al termine del GP di Monaco di
F.1, il britannico Denis Jenkinson, tra i più grandi giornalisti nella storia
del motorismo, scrisse: "Dopo la gara ho valutato tutti i partenti sul mio
taccuino, classificandoli in: senza speranza, forti, disordinati, molto buoni,
lodevoli, rilassati. E un artista". L'artista era Stirling Moss, che quel giorno
aveva conquistato il successo con una Lotus. A più di 57 anni di distanza, la
stessa frase può essere applicata al Mondiale 2018. L'artista, in questo caso, è
Lewis Hamilton. Basterebbe aver visto il giro pazzesco grazie al quale ha
conquistato la pole position a Singapore, oppure osservato l'intero fine
settimana di Monza in cui ha messo nel sacco le due Ferrari che sembravano
superiori alla sua Mercedes. Ma è tutta la carriera di Hamilton in F.1, che solo
ora si riesce a mettere davvero in prospettiva, a dire che Lewis sta segnando
un'epoca. Hamilton, con Moss, non ha nulla in comune dal punto di vista del
palmares: Stirling è famoso per non aver mai conquistato il Mondiale. Ma ha
molto da condividere se parliamo di talento. E anche di squadre, visto che
entrambi hanno corso con Mercedes vincenti. Stirling negli Anni 50, insieme a
Juan Manuel Fangio che Lewis ha agganciato con il sigillo sul quinto titolo
Mondiale. Tra i due inglesi, qualche anno fa a Monza, andò in scena un ideale
passaggio di consegne pilotando sulla sopraelevata del circuito brianzolo le
Frecce d'argento di più di sessant'anni fa. Hamilton si divertì parecchio,
facendosi raccontare dal connazionale le storie uniche e il coraggio di quei
tempi. E sgranando gli occhi davanti a vetture che restano una meraviglia di
design e ingegneria.
Perché Lewis, a dispetto dell'immagine glamour che
proietta quando è lontano dalle piste, è un grande innamorato delle corse e
anche delle più belle automobili da strada che ci siano. Di oggi e di ieri. A
Maranello lo conoscono bene, visto che almeno un paio di volte si è presentato a
ritirare le Ferrari che aveva acquistato. Chissà se con lo sconto… Le porta in
giro per Los Angeles, dove passa parte del suo tempo, così come a New York e
tanti altri posti nel mondo. Perché quest'uomo di 33 anni, nato in una cittadina
fatta di case popolari una quarantina di chilometri a nord di Londra, è
cresciuto enormemente, di pari passo con i suoi successi. E qui si apre il
discorso chiave per spiegare il fenomeno Hamilton, dominatore dell'ultima era
della F.1, che per diventare tale ha "ucciso" due volte il padre. Gettando così
le fondamenta per la sua grande metamorfosi. La prima volta è successo quando si
è "liberato" della presenza di papà Anthony, da sempre manager e consigliere. Lo
ha fatto a fatica, perché il padre è stato l'uomo che, mettendo insieme anche
quattro lavori contemporaneamente, gli ha permesso di coltivare il sogno di
diventare pilota e campione, partendo da un kart di terza o quarta mano. Questo
Lewis non l'ha mai dimenticato. Ma era ora di staccarsi, di prendere decisioni
in prima persona, di camminare con le proprie gambe. La stessa cosa si è
ripetuta con Ron Dennis, il "padre" agonistico che l'ha portato con cura fino in
F.1 dopo che a soli 12 anni, incontrandolo a una premiazione, Hamilton gli aveva
intimato: "Un giorno correrò per te nei Gran Premi". In quella sicurezza, ai
limiti della sfacciataggine, Dennis ha intuito qualcosa di grande e ha
accompagnato Lewis fino al volante della McLaren. Nel 2007 rappresentava una
gran bella porta di ingresso nei GP. Tanto che Hamilton, e qui ci sono i segnali
del predestinato, arrivò a un pelo dal conquistare il Mondiale nell'anno di
esordio. Battendo, nella stessa squadra, un certo Fernando Alonso, reduce dai
due titoli vinti con la Renault.
Dennis, grande visionario ma uomo fatto anche di convinzioni granitiche, non
incoraggiava certo Lewis a esprimere la personalità che un ragazzo curioso e
affamato della vita voleva sviluppare. Anche per questo Hamilton, a fine 2012,
se n'è andato alla Mercedes. Una robusta scommessa, in quel momento. Una
decisione geniale, col senno di poi. Perché, oltre ad aver sposato un team
fortissimo nell'era delle power unit ibride, ai vertici delle Frecce d'argento
l'inglese ha trovato due persone molto importanti che l'hanno capito,
assecondato, consigliato e aiutato. Toto Wolff, il team principal, gli ha
concesso la libertà di scoprire una vita nuova, fatta di giri per il mondo, di
frequentazioni di personaggi dello spettacolo e della moda. Come in fondo
succedeva anche negli anni di Moss e Fangio, quando soubrette e attrici erano
fidanzate con i piloti e nessuno gridava allo scandalo. Anzi, era materiale da
rotocalco che piaceva tanto ai lettori. Con questa nuova libertà Hamilton è
cresciuto come uomo che, con il movimento frenetico nei vari luoghi in cui lo
porta il suo aereo privato, si ricarica per i weekend in pista. L'altra figura
fondamentale per lui è rappresentata da Niki Lauda. Il tre volte iridato,
presidente non esecutivo della Mercedes di F.1, prima l'ha convinto a lasciare
la McLaren e poi ha lavorato sui pochi difetti di un pilota velocissimo e, in
qualche modo, desideroso di mostrare sempre il suo grande talento, di vincere
anche quando non si poteva. Niki, maestro di strategia e intelligenza al
volante, ha saputo toccare le corde giuste e oggi l'inglese è ancora più forte
perché ha imparato a non buttare via niente, a raccogliere punti preziosi quando
la giornata non è propizia, quando la monoposto non è al massimo. Così si
vincono i Mondiali e lui lo sta dimostrando. Cinque titoli in F.1 sono
un'enormità. Non devono stupire. Hamilton in questo momento mette insieme il
talento eccezionale di partenza, la maturità acquisita in dodici anni di Gran
Premi, la personalità coltivata cercando ostinatamente di aprire i suoi
orizzonti. È l'icona globale del suo sport. Anche se a far capire perché è
entrato nella storia basterebbe un giro di pista dei suoi. Quello di un artista.
Campionato mondiale di Formula 1 2019
Lewis Hamilton e la Mercedes si sono confermati
ancora una volta campioni del mondo piloti e costruttori. Per il pilota
britannico si è trattato del sesto titolo mondiale piloti, il
terzo consecutivo, mentre la scuderia tedesca ha conquistato il sesto
titolo consecutivo del mondiale costruttori, eguagliando il primato
detenuto dalla Ferrari del periodo 1999-2004. Inoltre, Hamilton ha
stabilito nuovamente il record del maggior numero di punti conquistati
in una stagione (413), battendo quello dell'anno precedente. Charles
Leclerc e la Ferrari si sono aggiudicati per la prima volta il Trofeo
Pole FIA per il maggior numero di pole position conquistate durante l'anno, con sette partenze dalla prima piazza.
Per il secondo anno consecutivo, tutti i piloti partecipanti al campionato hanno disputato tutti i gran premi in calendario.
Lewis Hamilton sei volte campione del mondo. Come la Mercedes nell’era
turbo-ibrida, messi insieme fanno 12 titoli iridati consecutivi. Nessuno nella
storia ha fatto meglio, solo loro possono andare a ingigantire ulteriormente una
bacheca stracolma di trofei dentro vetrine mai sazie.
«Un team così non c’è mai stato neanche in passato», dice con il volto
sconsolato Mattia Binotto nel giorno in cui le Ferrari restano anche giù dal
podio e al termine dell'unico decennio senza titoli per la rossa. Sì perché
durante i 20 lunghi anni fra il titolo piloti 1979 di Scheckter e quello di
Schumacher del 2000, ci furono i titoli costruttori 1982, 1983 e, in extremis,
1999.
Le Frecce d’Argento
sono state capaci di riscrivere la storia moderna della specialità e vogliono provare ad alzare
ancora l’asticella perché una corazzata come questa è una vera fabbrica di
vittorie e la parola sconfitta non è censita nel vocabolario di gente abituata a
nutrirsi solo coi trionfi.
Mentre le nuove scalpitanti generazioni, dal piede destro clamorosamente pesante,
cercano posti al sole, Lewis Hamilton continua a rimanere esempio e punto di
riferimento. Vince il sesto titolo e già pensa al 2021, l’anno della rivoluzione
con le nuove regole e lui si dice pronto a voler essere un
profeta per continuare a professare il verbo del migliore e inseguire nuovi
record. Quello dei 7 titoli iridati conquistati da Michael Schumacher è ora lì a
un passo.
Sembrava impossibile che potesse nascere qualcuno capace di insidiare un
limite del genere, la cima Coppi del piacere. E invece Lewis Carl Hamilton, veloce
come il vento, ha ora nel mirino un bersaglio davvero grosso.
Non è stato un anno facile, con una competizione dura e la perdita di Niki
Lauda. Mi piace pensare che ci stia guardando e si sia tolto il cappello dopo il
risultato ottenuto dal pilota che ha voluto fortemente portare in Mercedes.
Il 2019 di Lewis è stato mostruoso. Otto vittorie nelle prime dodici gare e
campionato praticamente chiuso. Nelle ultime nove "solo" tre vittorie ma grandi
battaglie coi next-gen Leclerc e Verstappen dimostrando l'incredibile voglia di
lottare malgrado il titolo vinto. Questa volontà, questa fame, rischia di
trasformarsi in un dominio che sembra solo all'inizio e di far fare alla next-gen
di Formula 1 la fine che hanno fatto almeno tre next-gen nel tennis.
Leclerc e Verstappen faranno di tutto per proseguire nel 2020, l'ultima parte
del 2019 e rendere il settimo titolo più difficile da conquistare ma
la determinazione di Lewis è veramente grande e pensare ad un esito diverso il
prossimo anno ma anche quelli successivi, sarà difficile.
Campionato mondiale di Formula 1 2020
Il campionato mondiale di Formula 1 2020
organizzato dalla FIA è stato, nella storia della categoria, la
71ª stagione ad assegnare il campionato piloti e la 63ª ad
assegnare il campionato costruttori. È iniziato il 5 luglio e si
è concluso il 13 dicembre, dopo diciassette gare, quattro in
meno rispetto alla stagione precedente.
L'inizio del
campionato, previsto per il 15 marzo col Gran Premio d'Australia, viene
in un primo momento rinviato al weekend successivo col Gran Premio del
Bahrein dopo che la Federazione decide di annullare la gara inaugurale
della stagione a causa della pandemia di COVID-19, per poi decidere di
farlo partire il 5 luglio col Gran Premio d'Austria in quanto nei mesi
successivi molti Gran Premi vengono annullati o posticipati.
Lewis Hamilton e
la Mercedes si sono confermati ancora una volta campioni del mondo
piloti e costruttori. Per il pilota britannico si è trattato del
settimo titolo mondiale piloti, il quarto consecutivo, eguagliando il
numero di titoli detenuti dall'ex pilota tedesco Michael Schumacher,
mentre la scuderia tedesca ha conquistato il settimo titolo consecutivo
del mondiale costruttori, battendo il primato detenuto dalla Ferrari
del periodo 1999-2004 con sei. Lo stesso pilota britannico si è
aggiudicato per la quinta volta il Trofeo Pole FIA per il maggior
numero di pole position conquistate durante l'anno, con dieci partenze
dalla prima piazzola.
Antonio Giovinazzi durante il GP d’Azerbaigian
La location è estremamente suggestiva, specialmente quando le monoposto
passano radenti le mura delle città vecchia. È però costantemente
agli
ultimi posti per affluenza, non avendo mai infranto la barriera dei
100.000 spettatori nell’arco dell’intero weekend.
Lewis Hamilton e Valtteri Bottas durante le qualifiche del GP di Abu Dhabi
Il tramonto, che poi si trasforma in notte nel corso del GP, rende
l’ambiente piuttosto magico. Il pubblico è quello degli hotel extralusso
e dei campi da golf che circondano la pista, non esattamente quello
caldo e genuino di altri eventi:.
Charles Leclerc durante il GP di Singapore
Il GP di Singapore è stato il primo nella
storia della F1 a corrersi in notturna. I passaggi tra i grattacieli e
sotto le luci scintillanti
della città-stato sono tra i più suggestivi
dell’intero calendario e l’afflusso di pubblico è costantemente da top
10 se non top 5
della stagione (268.000 spettatori nel weekend del 2019).
Le monoposto in azione durante il GP di Cina
La location, un distretto suburbano a ovest di Shanghai, non è certo tra
le più suggestive del campionato e l’afflusso di pubblico non è mai
stato
all’altezza del paese più popoloso del mondo, neanche in occasione
del GP numero 1000 della storia della Formula 1.
Le monoposto al via del GP di Russia
Location piuttosto suggestiva:situato a
ridosso del Mar Nero e costruito attorno al Parco Olimpico, è circondato
dagli impianti realizzati
per le Olimpiadi invernali del 2014.
Partecipazione e calore del pubblico sono ben lontani dagli eventi top
del calendario.
Charles Leclerc durante le prove libere del GP d’Australia
La location è estremamente suggestiva, con il tracciato che corre
attorno al lago nel cuore di Albert Park, a pochi passi dal mare
. Nelle
ultime edizioni si è arrivati a sfiorare e poi a infrangere il muro
delle 300.000 presenze nel corso del weekend.
Numeri da evento di
primissimo piano.
Lando Norris durante le qualifiche del GP del Bahrein
La suggestione di una corsa notturna in mezzo al deserto (fino al 2014
si correva di giorno) lo premia, ma è penalizzato dalla scarsa affluenza
(sotto le 100.000 presenze sui tre giorni) e da un pubblico non
dissimile da quello della vicina Abu Dhabi.
Lewis Hamilton durante le prove libere del GP degli Stati Uniti La location, di per sé, non dice molto, ma il calore della festa, le
iniziative collaterali e la partecipazione del pubblico
(si è arrivati a
sfiorare i 300.000 ingressi nel 2019) sono da evento top del calendario.
Le monoposto in azione durante il GP d’Ungheria
L’afflusso di pubblico è costantemente buono, favorito dalla
collocazione temporale della gara ( da sempre in piena estate)e dalla
collocazione
geografica della pista (nel mezzo di una valle che
garantisce ottima visibilità). La location di per sé non è tra le più
epiche.
Kimi Raikkonen durante il GP di Spagna
È posizionato nell’entroterra a nord-est di Barcellona, in una location
piuttosto anonima. Il calore e l’affetto del pubblico per la F1
sono
sempre elevatissimi, come nella maggior parte delle tappe europee, ma le
presenze sono lontane da quelle di altri eventi top
del calendario (circa 160.000 accessi).
Le monoposto in azione durante il GP del Brasile
I numeri sono lontani da quelli di altri eventi top del calendario (non
ci si avvicina neanche ai 200.000 accessi), ma il calore del pubblico
brasiliano è rimasto eccezionale anche dopo l’addio alla F1 degli ultimi
idoli locali (vedi Massa). La location, per quanto storica, non è certo
tra le più suggestive e nella valutazione complessiva non si possono
non considerare i limiti organizzativi e i problemi di sicurezza che
ogni anno emergono puntuali.
Le monoposto in azione durante il GP del Messico
Il settore conclusivo sarà anche “brutto” dal punto di vista delle
corse, ma è senza dubbio tra i più spettacolari della stagione per
quanto
riguarda il rapporto pista-spettatori. L’afflusso di fan nel
corso del weekend è da top 3 della stagione (oltre 300.000 persone) e
l’evento
nel suo complesso è forse il più scoppiettante in assoluto.
Valtteri Bottas durante il GP d’Austria
Splendida e verdissima location, nel cuore dei boschi della Stiria, con
i monti che accompagnano i saliscendi della pista. Attira sempre
un
gran numero di persone (oltre 200.000 nel 2019), sebbene non tante
quante in altri appuntamenti storici del tour europeo.
Le monoposto in azione durante il GP del Canada
Il circuito, così come l’isola su cui sorge, è totalmente artificiale
(realizzato da zero in occasione delle Olimpiadi del 1976).
Ciò comunque
non toglie fascino a una location splendida, a cui va aggiunto un
afflusso di spettatori ormai costantemente
attorno alla soglia dei
300.000 nell’arco del weekend.
Le monoposto in azione durante il GP di Monaco
La location, nota in tutto il globo, è
forse la più suggestiva in assoluto della stagione. L’afflusso di
spettatori non è mai elevatissimo e il pubblico
è in gran parte composto
da personaggi famosi in cerca di una passerella, ma tutto questo fa
parte di un show oggettivamente unico al mondo.
Le monoposto in azione durante il GP di Germania
Negli anni più recenti si sono registrate presenze di pubblico piuttosto
modeste (150–160.000 accessi nel weekend), ma la zona dello stadio
è
unadelle più spettacolari e delle più calde del panorama globale.
Inoltre, nonostante i lunghi rettilinei che correvano nel cuore dei
boschi
siano ormai abbandonati da tempo, la location resta estremamente
suggestiva e fa respirare storia dei motori.
Le monoposto in azione durante il GP del Giappone
Il circuito, realizzato negli anni ’60 come sede per i test, è costruito
all’interno di un parco giochi di proprietà della Honda. Location un
po’ artificiale, ma sicuramente spettacolare e perfetta per accogliere
la tanta voglia di F1 dei tifosi giapponesi, sebbene non si superino mai
i 200.000 accessi nell’arco del weekend.
Lando Norris durante il GP di Gran Bretagna
La location, un ex aeroporto militare costruito durante la seconda
guerra mondiale, non può certo essere definita “magica”. La cornice
di
pubblico,tuttavia, è tra le più calde di tutta la stagione e l’afflusso
di spettatori è semplicemente senza rivali: nel 2019 ha infranto
l’incredibile record di 350.000 accessi nel corso del weekend.
Charles Leclerc all’arrivo del GP d’Italia
L’organizzazione complessiva e la cura
del circuito sono gli aspetti più deficitari del Gran Premio d’Italia,
ma il calore del pubblico e lo spettacolo
unico offerto dal podio
sospeso sopra la pista rendono l’atmosfera di Monza davvero eccezionale.
Anche a dispetto di un afflusso di spettatori
lontano da quello di
altri eventi europei (nel 2019 si è arrivati comunque a infrangere il
muro dei 200.000 accessi nell’arco del weekend).
Le monoposto in azione durante il GP del Belgio
Spettacolare location nel cuore delle Ardenne e pubblico sempre caloroso
e colorato (specialmente di arancione). Gli oltre 250.000 accessi
nell’arco del weekend sono ormai una costante dell’evento.
Figline Valdarno - F1 ANNI 2000 - Nuvolari re del Nurburgring
La gara fu vinta da Ralf Schumacher su Williams . BMW, seguito da David Coulthard su
MCLaren - Mercedes e da Rubens Barrichello su Ferrari. Il pilota tedesco ...