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Durante
un'intervista, il grande Stirlig Moss disse: "Ayrton Senna
è il pilota più grande
che io abbia mai visto, l'unico in
grado di competere con Fangio e Clark."
La vista del suo casco
giallo, incuteva timore e rispetto da parte dei suoi colleghi.
Le sue
battaglie contro Prost, ricordano gli epici combattimenti
fra Frazer
e Alì, una lotta senza quartiere.
Il 1° maggio si corre ad Imola....
sta per avere inizio il
week-end più tragico
di tutta la storia F1:
Venerdì, Barrichello esce di pista a 220 km/h alla variante
bassa, l'incidente è di una terribile
spettacolarità, la monoposto di Rubens si impenna e ricade
pesantemente al suolo... tutti temono il peggio ma, miracolosamente, il
pilota Jordan esce quasi incolume dalla sua monoposto, viene infatti
diagnosticata a Rubens solo una lieve contusione ad un braccio.
Il sabato, la sorte è meno clemente.......Roland
Ratzenberger, giovanissimo pilota austriaco, perde l'ala anteriore,
precedentemente danneggiata da una uscita di pista, la sua monoposto
sta viaggiando a 300 Km/h, l'impatto è di una violenza
inaudita, per il giovane Roland, non c'è nulla da fare; alla
curva Villeneuve, si spegne in modo così irriverente la sua
promettente carriera.
Alle 14:17, durante il settimo giro, Senna
uscì improvvisamente di pista alla curva del "Tamburello",
a
causa del cedimento del piantone dello sterzo, modificato in occasione
della gara stessa.
Il piantone - allungato e
saldato manualmente - cedette in seguito alle sollecitazioni, portando
a conseguenze tragiche:
Senna, impotente nel governare la monoposto,
riuscì a frenare ma non ad evitare il tremendo impatto con
il muro del "Tamburello".
A causa dell'urto violento, Ayrton subì una frattura alla
base del cranio. Inoltre, il puntone della sospensione anteriore
destra,
spezzandosi, si piantò sopra il bordo superiore
della visiera del casco del pilota, penetrando nella regione temporale
destra
e provocando lesioni gravi ed irreversibili.
Senna fu subito trasportato con un elicottero al Policlinico di
Bologna, ma è chiaro a tutti che la situazione è
gravissima.
Alle 18 e 40 giunge al circuito la notizia più terribile:
Senna è morto.
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Ayrton Senna vince la sua ultima gara a Monte Carlo 1993
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Monaco - Sei vittorie per un record. Chi lo vide, in prova,
in corsa, non dimentica e mai dimenticherà.
Nel 1988, dopo aver
abbassato cinque volte il miglior tempo in prova, andò a sbattere in
gara.
Si era distratto, dato l’enorme vantaggio. Lui, invece di tornare
ai box, se ne tornò a casa, a piedi e furibondo.
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Ayrton Senna - Commemorazioni ad Imola 20 anni dopo la tragedia
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Imola
1 maggio 2014 - Statua alla memoria di Ayrton Senna |
Un tifoso brasiliano piange al muretto del
Tamburello |
Il mondo della Formula Uno era già in lutto per la morte del giovane pilota
austriaco Roland Ratzebergere per il terribile incidentedi Rubens
Barrichello, entrambi durante le prove.
Senna porta via con sé un talento che
sembrava illimitato ed una incredibile voglia di vincere. Sulla pista
era molto belligerante ma al di fuori era una persona generosa con un
carattere premuroso e sensibile. Destinava molti dei suoi guadagni per
aiutare la sua gente meno fortunata ed alla sua morte è
stata costituita una fondazione che porta il suo nome e che aiuta il
recupero dei bambini di strada brasiliani. Questi brevi anni quando
Ayrton Senna, Mansell, Prost e Piquet si battevano con le unghie e con
i denti per stare ognuno davanti all’altro, sembrano ora
così lontani, probabilmente, non torneranno più.
Per il suo carattere Ayrton è sempre stato attaccato
soprattutto da quei piloti che si sentivano minacciati dal suo talento.
Lo hanno spesso umiliato, preso in giro per le sue professioni
religiose. lo hanno incolpato di nefandezze varie e di sconfitte
clamorose, lo hanno definito "scorretto, sleale, spregiudicato, mistico". Era semplicemente il migliore di tutti. La sua morte gettò nel lutto il mondo della Formula 1, ma
soprattutto un popolo intero, quello del Brasile, che aveva eletto
Senna a idolo facendone un simbolo nazionale. Vennero addirittura
proclamati tre giorni di lutto nazionale, e numerosi fans arrivarono
perfino al suicidio; qualche mese dopo, la nazionale di calcio gli
dedicò la vittoria nei Mondiali.
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Ayrton Senna (McLaren-Honda). Michael Schumacher (Benetton-Ford) Gran Premio di Francia, Magny-Cours, 1992. F1
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La
gara parte con asfalto umido; al via Patrese prende il comando della
corsa, mentre alle sue spalle Schumacher tampona Senna, mettendolo
fuori gara. Patrese conduce davanti a Mansell, Berger, Brundle, Alesi,
Häkkinen e Boutsen; Berger si ritira dopo dieci giri con il motore
rotto e poco dopo inizia a piovere. La pioggia aumenta di
intensità e la gara viene interrotta con la bandiera rossa dopo 18 giri.
Durante l'interruzione di gara, Senna, già in vesti borghesi,
s'incontra con Schumacher, facendogli presente delle sue deplorevoli
accuse riguardo ai rapporti con la stampa e con gli altri piloti, oltre
alla scorretta mossa alla curva Adelaide; Senna discusse con Schumacher
con voce molto secca, ricordandogli che questa fu la seconda volta che
fu ampiamente criticato dal pilota tedesco dopo le vicende avvenute in Brasile esattamente 3 mesi prima.
Quando smette di piovere la gara riprende, con Patrese sempre in
testa davanti a Mansell, Brundle, Häkkinen e Alesi; il pilota italiano
cerca di resistere al compagno di squadra, ma deve lasciarlo passare. Un
ulteriore scroscio di pioggia non cambia le posizioni di testa, con
l'eccezione di Alesi che si ritira con il motore rotto; Mansell ottiene
la sesta vittoria stagionale davanti a Patrese, Brundle (al primo podio
in carriera), Häkkinen, Comas e Herbert.
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Ayrton Senna era considerato il migliore e
competere con i grandi è sempre una cosa speciale. Tra me e
Senna c' era grande rivalità: già all' inizio i
nostri rapporti furono molto aggressivi, ma poi tutto è
stato segnato da un profondo senso di rispetto reciproco.
"Con lui avrei
avuto una vita più difficile». Così
Michael Schumacher, ha voluto ricordare il grande pilota brasiliano,
parole che celano più di un rimpianto: sia per il campione
tragicamente e immaturamente scomparso, sia per un duello inespresso
che sarebbe stato, probabilmente, il più grande e il
più affascinante della storia della formula uno.
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Senna-Schumacher: confronto impossibile? Forse no.
Il confronto tra piloti
appartenenti a diverse ere è sempre stato, negli anni, terreno di
scontro e dibattito tra gli appassionati e tifosi di Formula 1.
Si sprecano a decine le classifiche sui ‘migliori di tutti i tempi’.
Ovviamente, ogni classifica ha un vincitore diverso, segno che i
parametri presi in considerazione di volta in volta cambiano gli scenari
e i protagonisti di tali hit.
Negli ultimi due decenni il confronto più discusso è quello tra gli ultimi due supercampioni della F1: Ayrton Senna e Michael Schumacher.
Il brasiliano e il tedesco hanno iniziato la loro carriera nella
massima serie con sette (o meglio otto) anni di differenza: 1984 la
prima stagione di Ayrton, 1991 la prima gara di Michael, ormai a
stagione avanzata (Spa).
In mezzo differenze sostanziali tra le vetture, stili di guida. Due epoche vicine ma diverse allo stesso tempo.
Questo articolo non si pone come obiettivo quello di decretare un
migliore, ma semplicemente quello di mettere a confronto esclusivamente
le prestazioni dei due piloti relativamente alle proprie epoche.
Verranno in nostro soccorso numeri e statistiche raccolti per rendere il
parallelo quanto più veritiero possibile, in modo da tracciare un
profilo dei due Campioni.
Dati presi in esame
C’è subito da premettere un dato importantissimo.
Ayrton ha partecipato a dieci stagioni più 3 gare dell’undicesima, per un totale di 162 weekend di gara.
Michael è, oggi, alla sua diciassettesima stagione, ed è ancora in attività.
Pertanto, per il confronto, terremo in considerazione
esclusivamente i primi 162 weekend di gara di Michael. Ci fermeremo,
vale a dire, all’ultima gara della stagione 2001. Abbiamo tenuto conto,
ovviamente, delle gare non corse per squalifiche nel 1994 e per
l’infortunio alla gamba del 1999.
Qualifiche e Pole
Ayrton Re delle Qualifiche
162 Partecipazioni per ognuno dei due piloti, quindi 162 Qualifiche.
Schumacher detiene il record assoluto delle Pole con 68 partenze al
palo, ma al 162° weekend di gara il suo score segnava quota 43. Senna,
invece, ne ha conquistate ben 65. Un bel +22 per il brasiliano a
dimostrazione che sul giro secco era decisamente il migliore del suo
periodo, se non in assoluto.
Ayrton ha ottenuto una percentuale di pole del 40% rispetto alle
qualifiche corse, e i best lap sono stati ottenuti in larga parte con la
Mclaren. Per la precisione, 16 pole con la Lotus, 46 con la Mclaren, 3 con la Williams ad inizio 1994. E siamo sicuri sarebbero state di più.
Per Schumacher, 10 pole con la Benetton nel biennio 1994-1995, e le restanti 33 con la Ferrari
fino al limite che abbiamo fissato della stagione 2001. In totale 43,
il 26% rispetto alle qualifiche disputate. Ne seguiranno, negli anni
successivi, altre 25.
Partecipazioni e Gran Premi
La F310 protagonista del clamoroso ritiro nel giro di formazione del gp di Francia 1996
Come detto, utilizzeremo come base lo stesso numero di partecipazioni a weekend di gara: 162.
Sia Senna che Schumacher non sono partiti in un’occasione. Ayrton nel Gp
di San Marino del 1984, poichè non si è qualificato. Michael aveva,
invece, ottenuto la pole del Gp di Francia del 1996, ma la rottura del
motore nel giro di ricognizione non gli permise di partire.
Quindi, i GP ai quali entrambi hanno preso parte effettivamente scendono a 161.
Passiamo ai ritiri, per determinare quanti Gran Premi siano stati conclusi sul totale di quelli disputati.
61 ritiri per Ayrton, 42 per Schumacher. Otteniamo così che Senna ha
portato a conclusione esattamente 100 gare, mentre Michael ha visto la
bandiera a scacchi 119 volte.
Risultati
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Senna e Schuamacher insieme sul podio ad Interlagos, 1993 |
Passiamo, ora, ai risultati ottenuti.
Ayrton ha portato a termine 80 delle 100 gare disputate a podio. Michael
ha visto almeno la terza posizione 97 volte su 119. Le percentuali sono
praticamente identiche. 80% delle gare a podio per Senna, 81% per
Schumacher.
Ma non è tutto. Ayrton, su 100 GP, ha conquistato 41 vittorie (la percentuale è piuttosto facile). 6 con la Lotus, 35 con la Mclaren. Michael è andato oltre, con 53 vittorie su 119 Gare (il 44,5%), 19 con la Benetton e 34 con la Ferrari.
Se consideriamo le vittorie rispetto ai podi, metà delle volte che
Ayrton è andato alla premiazione (51%) è stato per ritirare il trofeo
del vincitore. Per quanto riguarda Michael, la percentuale sale al 55%.
Concludiamo con i giri veloci in gara. 19 per Ayrton (11% sul totale delle gare), ben 44 per Schumacher (27%).
Come ben sappiamo, Ayrton ha conquistato tre titoli mondiali. Schumacher, nel 2001, ha conquistato il suo quarto alloro.
Gli anni del confronto
Lo start del GP di Aida 1994
Schumacher e Senna hanno condiviso le piste della F1 tra il GP del Belgio del 1991 (esordio del tedesco) e il tragico weekend di Imola 1994.
In questo caso il confronto non è da valutare alla pari, perchè ad un
Ayrton Senna nel pieno della carriera si contrapponeva uno Schumacher
agli inizi.
Comunque, per completezza, nei 41 GP che hanno visto protagonisti i
due Campioni insieme in pista, Ayrton ha ottenuto 10 vittorie contro le 5
di Michael. Il Brasiliano si è ritirato 17 volte contro 14 del tedesco,
il quale non ha ottenuto nemmeno una pole contro le 8 di Senna.
Considerazioni
Come detto all’inizio dell’articolo, il nostro obiettivo non è quello di
decretare il migliore tra questi due grandi piloti, che fanno comunque e
senza dubbio parte della cerchia dei Top a livello assoluto.
Quello che vogliamo sottolineare è che, al netto di emozioni, epoche,
vetture e piste, affidandosi esclusivamente ai dati numerici forse è
possibile avere un’idea della caratura dei grandi campioni di F1.
Ora, diamo un occhio globale a quello che i numeri ci hanno mostrato.
Il colpo d’occhio maggiore riguarda il dato delle Pole. Senna ne ha
conquistate più di 1/3 di quelle disputate, Schumacher giusto 1/4. Segno
che, sul giro secco, il brasiliano è stato probabilmente il più forte
al mondo.
Il tedesco, invece, mostra dati leggermente migliori per quanto
riguarda le gare. Quello che si evidenzia di più è la differenza nel
numero di giri veloci in gara, 44 contro i soli 19 di Ayrton. Per quanto
riguarda invece il rapporto GP portati a termine/vittorie c’è un 3.5%
in più, mentre i podi per entrambi sono sull’ordine dell’80% sul totale
dei GP conclusi, che se ci pensiamo è un risultato fenomenale. Parliamo
di 4 gare su 5 terminate a podio. Numeri da assoluti TOP Drivers.
Ovviamente, le auto con cui Ayrton ha corso erano globalmente più
scorbutiche e meno ‘elettroniche’ di quelle portate in pista da Michael,
e il maggior numero di ritiri del brasiliano può essere imputato ad
un’affidabilità più carente negli anni 80, rispetto al decennio
successivo.
Qui si ferma il vero confronto del nostro articolo. Ora passiamo ad ‘altro’.
Emozioni
Un pilota entra nel cuore dei tifosi quando le sue gesta regalano
emozioni indimenticabili, indipendentemente dai risultati in pista. Non è
un caso che Jacques Villeneuve, pur avendo vinto un titolo, non possa
competere minimamente con il mito di Gilles, che non è mai stato iridato
ma vive tra i ricordi di milioni di persone, come se fosse ancora
presente tra noi.
Ayrton ha regalato gesta pazzesche e momenti di altissima tensione.
Come dimenticare le sfide con Prost nell’88, 89 e 90, le collisioni, le
battaglie con la Fia di Balestre? Come non avere in mente le sue pazzie
sotto l’acqua di Monaco’84, quando con una modesta Toleman arrivò ad un
soffio dalla sua prima vittoria contro Prost? E le urla di
Interlagos’91, quando con il cambio bloccato riuscì a tagliare il
traguardo per primo e urlò al mondo intero, via radio, il suo misto tra
gioia e dolore fisico? E, infine, l’ultima perla, il primo giro di
Donington ’93, 4 posti recuperati in un solo giro. Schumacher,
Wendlinger, Hill, Prost. E una gara di uno spessore visto davvero
raramente su una pista di F1.
Schumacher in questo 2010 avrà fatto ricredere qualche Ferrarista, ma
specialmente nel periodo dal 1995 al 2000 ha indiscutibilmente regalato
momenti di altissimo sport. Spa ’95 ad esempio, quando vinse con la
Benetton partendo 16°. La prima vittoria Ferrarista, nel 96 a Barcellona
sotto l’acqua, è un’altra delle perle del tedesco. Così come Spa e
Monza dello stesso anno, Spa ’97, Budapest ’98, Sepang ’99 al rientro
dopo l’infortunio alla gamba di Silverstone. E un mondiale 2000 che nel
suo insieme ha lasciato con il fiato sospeso tutto il mondo Ferrarista
fino all’indefinibile gioia di Suzuka.
Non dimentichiamo poi le piste Magiche per entrambi. Spa e Montecarlo.
Nel principato Ayrton ha vinto 6 volte di cui 5 consecutive, dall’89 al 93. Michael invece si è imposto 5 volte.
In Belgio Senna ha ottenuto 4 vittorie, mentre Schumacher ha tagliato il
traguardo per primo sei volte, che sarebbero state sette senza la
squalifica del ’94 per eccessivo consumo del fondo piatto.
Il confronto umano
Michael Schumacher e la moglie Corinna
Fino ad ora abbiamo paragonato il puro lato sportivo di Ayrton e
Michael, con risultati che mostrano lo spessore tecnico di entrambi.
Il lato umano ha mostrato due caratteri fortissimi in pista, degni di
chi vuole primeggiare sempre e comunque, e due personalità molto
diverse al di fuori del Paddock.
Michael si è sempre contraddistinto per una certa diffidenza e
riservatezza (scambiata, a volte, per strafottenza) in ambito privato.
Predilige lasciare separate la sfera privata e quella pubblica da un
muro piuttosto spesso. La sua prole è praticamente sconosciuta, non
esistono particolari immagini di Michael con i suoi figli. E non è detto
che sia un male, anzi. Fuori pista è sempre stato dipinto come
indisponente e irritante. Chi l’ha conosciuto nel privato, invece, parla
di lui molto bene. Potrebbe trattarsi semplicemente di timidezza. Nel
privato è attivo in iniziative benefiche, è ambasciatore Unesco dal 2002
e ha donato 10 milioni di dollari dopo lo tsunami che ha colpito
l’Indonesia nel 2004. Resta il fatto che alla maggioranza degli
appassionati non ha mai dato l’impressione di essere un Mister Simpatia.
E sono proprio alcuni ‘Sennisti’ a non digerire il tedesco, il quale
sarebbe stato ‘avvantaggiato’ dalla scomparsa di Ayrton per dare inizio
alla sua era. Certo è che il 94 e gli anni successivi sarebbero stati
interessantissimi, con entrambi in pista.
Ayrton, in pubblico, è sempre stato tutt’altra cosa. Disponibile con
chiunque ad esporsi e anche ad aprire il suo mondo privato (ci sono
decine, forse centinaia di sue immagini private, tra cui molte con il
nipote Bruno), ha sempre saputo catalizzare su di sè l’attenzione del
pubblico e dei media per il suo modo di porsi, di dialogare, di
raccontare il suo lavoro e la sua vita. E per la capacità di andare
oltre la Formula 1. Di parlare apertamente della sua
fede in Dio, del suo popolo e dei suoi gravi problemi economici.
L’Istituto Ayrton Senna è stata una logica conseguenza del voler aiutare
il suo Brasile.
Concludiamo dicendo che resta agli appassionati e
alle loro memorie decidere chi è, tra Michael e Ayrton, il preferito.
Noi non azzardiamo un’ipotesi ma speriamo, con questo pezzo, di aver
dato quanto meno l’idea dello spessore sportivo di questi due fenomeni.
Per quanto riguarda le emozioni: quelle sono private, di ognuno di noi, e
non è nostro compito giudicarle.
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Pacifico
17 Aprile 1994 - Aïda 83 giri x 3.703 km - 307.349 km
Gran Premio del Pacifico 1994
Buon compleanno Sir Frank Williams! Con i suoi piloti Damon Hill e Ayrton Senna
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Con il
ritiro dalle corse di Alain Prost, Ayrton Senna può dunque
passare alla tanto sognata Williams-Renault nella Stagione di Formula 1
1994. C’è una nuova macchina, la migliore, e un
nuovo compagno di squadra, l’inglese Damon Hill. Lauda,
Piquet, Mansell, e Prost, avversari di tanti duelli, hanno lasciato. La
scena è tutta sua. Ma se ne è già
affacciato un altro, giovane e ambizioso: si chiama Michael Schumacher.
Tutti i sistemi elettronici, che avevano trasformato la Williams nel
missile imprendibile di Mansell e Prost, da quest’anno sino
tutti vietati. Ma non è questo a preoccupare Ayrton.
Sin
dalla prima prova all’Estoril non tutto va come ci si
aspetta. La nuova vettura non è soltanto in forte ritardo,
ma il posto di guida è completamente scomodo. Ayrton ha
tutto il corpo praticamente in fuori. Non è stato possibile
inserire un volante grande (che riduce lo sforzo fisico) a causa delle
ridotte misure dell’abitacolo. Da qui nascono gli interventi
allo sterzo richiesti dal pilota per migliorare la maneggevolezza e la
comodità del mezzo. Le richieste di Senna in fatto di
progettazione del mezzo non sono state ascoltate. Dopo mesi incerti per
Senna e per la Williams, la Formula 1 sbarca in Brasile sul circuito di
Interlagos per la prima Prova del Campionato. E nonostante i problemi,
Ayrton riesce a tirar fuori dal cilindro un’altra Pole
Position. Il miglior pilota e la miglior macchina, al primo
appuntamento ufficiale, non possono fallire. Ma la gara ha
un’altra storia. Al via Senna prende il comando della corsa
davanti ad Alesi (Ferrari) e a Schumacher (Benetton-Ford), partito
male. Schumacher si fa subito sotto, Senna non riesce ad andare via. Da
quest’anno sono stati reintrodotti i rifornimenti di
carburante, che consentono tattiche di gara diverse. Dopo i pit-stop
Senna si ritrova in seconda posizione dietro a Schumacher che sembra
andare in fuga. Nel tentativo di non perdere il contatto con il pilota
tedesco, Senna compie un errore all’ultima curva del circuito
ed esce di pista: gara finita. Quindici giorni dopo è in
programma il secondo appuntamento della Stagione, il Gran Premio del
Pacifico sul nuovo circuito di Aida, in Giappone. Senna tira fuori con
rabbia un’altra Pole Position. Al via Senna fa pattinare le
gomme e la monoposto parte lenta. Schumacher lo sorpassa e si infila
per primo alla prima curva. Ayrton viene raggiunto e spinto nella
sabbia da Mika Hakkinen (McLaren-Peugeot). Nella confusione generale,
viene tamponato da Nicola Larini (Ferrari): la sua gara è
già finita dopo venti secondi. Michael Schumacher sfreccia
ancora primo al traguardo. Risultato: Schumacher 20 – Senna 0
dopo le prime due gare, un avvio disastroso. Per le prossime gare la
monoposto sarà modificata su richiesta del pilota. Ma Ayrton
deve cominciare a contrastare seriamente Schumacher. Ci vuole una
vittoria subito, nel prossimo Gran Premio: a Imola. |
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Imola, 30 aprile 1994. 13H40. Ayrton Senna corre ad unirsi Syd Watkins in auto medica dopo
l'incidente mortale di Roland Ratzenberger
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Imola 1° maggio 1994 |
Imola 1994 |
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Prima del via Ayrton resta seduto in macchina senza casco,
comportamento insolito per lui, sembra pensieroso, preoccupato.
Forse si chiede se ha ancora senso correre dopo la tragedia
di sabato.Forse pensava che un inizio di stagione così
difficile fosse un presagio.Ma dietro di lui si accende
un motore ed ecco spuntare un sorriso, e con il sorriso
la risposta a mille interrogativi: correre per vincere,
come sempre. |
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Imola, la gara della verità. Ayrton Senna deve assolutamente
vincere e colmare il distacco da Michael Schumacher in Classifica. Dopo
le delusioni di Interlagos e Aida, per Ayrton il Mondiale comincia qui.
Venerdì 29 aprile 1994 comincia il tragico fine settimana
imolese.
Dopo trenta minuti di Prove il brasiliano Rubens Barrichello
(Jordan-Hart) va a sbattere alla chicane prima della Variante Bassa.
Barrichello viene estratto vivo dalla sua monoposto. È stato
fortunato Rubens.
Condizionato e scosso da quello che ha visto in
televisione, Ayrton va a trovare il suo amico per sincerarsi delle sue
condizioni ed è rincuorato nel vedere l’amico
ancora vivo. La prima giornata di Prove si conclude con Senna primo
davanti a Schumacher. |
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Sabato 30 aprile 1994 si rincomincia. Tra i
piloti che cercano di qualificarsi c’è anche
l’austriaco Roland Ratzenberger (Simtek-Ford). Ha lottato
tanto per essere lì, tra i grandi della Formula 1. Il suo
primo Gran Premio lo ha corso tre settimane prima in Giappone. Sabato,
Roland è in pista per cercare di migliorare il suo tempo.
Chiede troppo alla sua Simtek, troppo. Sul rettilineo dopo la curva del
Tamburello, si stacca un elemento aerodinamico sulla sua vettura. Va a
sbattere a oltre 300 kmh alla curva Villeneuve. L’urto contro
il muretto è terrificante. I soccorsi sono tempestivi, ma le
condizioni di Ratzenberger appaiono subito gravi. Poco dopo il ricovero
all’ospedale di Bologna Roland Ratzenberger cessa di vivere.
Le reazioni dei piloti alla morte del loro collega sono immediate.
Ayrton ha visto l’incidente in televisione e si scaccia
subito le cinture: per lui le Prove sono finite. Quando capisce che per
Ratzenberger non c’è nulla da fare scappa nel
motorhome in lacrime. Gli altri piloti sono scioccati. Ayrton
è profondamente scosso dall’incidente di
Ratzenberger e si sente in serata al telefono con la fidanzata Adriane,
che è rimasta nella loro villa in Portogallo. Si sono
conosciuti l’anno prima in una discoteca di San Paolo e il
loro amore sta diventando una cosa seria. Domani partirà il
Pole Position poiché il suo tempo ottenuto il
venerdì è rimasto imbattuto. Ayrton confida ad
Adriane le sue angoscie e le sue paure. Avverte che la Williams lo può tradire… |
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Il fotogramma della rottura del piantone dello sterzo
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L’incidente al Tamburello
è stato causato dalla rottura dello sterzo, come hanno
accertato le indagini svolte negli anni successivi. La gara viene
interrotta e viene data una nuova partenza.
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Domenica 1 maggio 1994 le 26 vetture sono schierate in griglia di
partenza. È la gara della verità. Ayrton
è ossessionato dalla vittoria: deve assolutamente vincere.
C’è un gran caldo, Ayrton è
già all’interno dell’abitacolo. Ha il
casco appoggiato davanti a se, è la prima volta che compie
questo gesto. Il suo sguardo non è quello solito. Mostra un
uomo stanco e teso che non ha voglie di correre. Pensa a quella vita
tanto rincorsa e tanto amata e che improvvisamente non ama
più. Ai box, nei panni di telecronista per la tv francese,
c’è il vecchio rivale, Alain Prost, affatto
pentito di aver abbandonato le corse. Viene fatta ascoltare ai
telespettatori una cassetta audio di Ayrton registrata il giorno prima
che descrive il circuito di Imola. Nelle cuffie, al termine
dell’illustrazione dei rettilinei, delle curve, delle
frenate, delle cambiate, un saluto inatteso: “Ciao Alain, mi
manchi tanto e ti mando un caro saluto”. |
E' la sua 65°, e ultima,
partenza dalla pole-position
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La pista, pochi secondi piena di gente, si svuota come incanto. I
piloti, soli all’interno dell’abitacolo, attendono
il semaforo verde per il via al giro di ricognizione. Le monoposto
tornano in griglia di partenza dopo un giro di prova sul circuito di
Imola. Ayrton Senna parte in Pole position per la 65° e ultima
volta della carriera. Le vetture sono ormai tutte schierate. Pochi
secondi dopo il finlandese JJ Lehto (Benetton-Ford) alza il braccio: la
sua monoposto è ferma in griglia di partenza. Il direttore
di gara non vede e schiaccia lo start. Ayrton parte bene e resta
davanti a Schumacher che non riesce a superarlo. Lehto resta impaurito
all’interno dell’abitacolo, sa che qualcuno non si
accorgerà che è rimasto fermo e attende impaurito
l’urto. Dal fondo griglia, arriva ad alta velocità
il portoghese Pedro Lamy (Lotus-Ford) che ha ostruita la visuale. Non
può evitare la monoposto di Lehto. L’urto
è terrificante. Alcuni pezzi volano in tribuna e colpiscono
alcuni spettatori. Altri volano ai box ferendo alcuni meccanici. Il
tragico fine settimana di Imola è uno shock per tutti. Entra
in pista la safety car mentre la pista viene ripulita dai rottami.
Senna è al comando della gara davanti a Schumacher e Berger.
Al 7° giro la safety car rientra ai box: la gara riparte. Vola
la Williams di Senna, allunga sul tedesco. Passa davanti ai box con sei
decimi di secondo davanti a Schumacher. Eccolo là in fondo,
il Tamburello, curva che intuisci e di cui non vedi la fine. Da
affrontare in accelerazione, da percorrere trattenendo il fiato, ma
senza difficoltà. Leggera correzione del volante a sinistra.
La macchina spancia sullo scalino che delimita l’asfalto
nuovo. Una scia di scintille pare trasformare la Williams-Renault
n°2 in una cometa. La velocità è di 310
kmh. Ayrton si rende conto che qualcosa non funziona. Non riesce, non
riesce a fare la curva. Il muro si avvicina implacabile. La Williams
tira diritto verso l’esterno come se il rettilineo
continuasse all’infinito. È ancora davanti a
tutti. Si schianta a 210 kmh contro il muretto di protezione, a pochi
metri dal cartellone pubblicitario “I Pilotissimi”,
lo slogan a caratteri cubitali. Una ruota vola verso l’alto.
La macchina rimbalza e si ferma all’esterno della pista:
è un rottame. Un elemento della sospensione trafigge il
casco e ferisce Ayrton alla nuca. Il casco gialloverde si piega lento
verso sinistra. |
Sono le 14:17 di una maledetta domenica 1°
maggio 1994. I soccorsi sono tempestivi, come 24 ore prima con
Ratzenberger, ma anche qui, le sue condizioni sono gravissime. Viene
estratto dall’abitacolo e trasportato all’ospedale
di Bologna in elicottero. |
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Michael Schumacher ha
dominato la corsa assente il suo grande rivale che sta lottando per la
vita. Il primo bollettino medico non lascia speranze. Alle 18:40 la
dottoressa Fiandri annuncia al mondo la notizia che nessuno vuole
sentire: Ayrton Senna da Silva è morto. La notizia della
morte del più grande pilota del mondo mette sotto shock il
mondo. La salma del pilota verrà trasportata il giorno dopo
su un aereo che lo condurrà nel suo paese tanto amato.
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Più di 100.000 persone uomini, donne e bambini portano
omaggio alla camera ardente allestita a San Paolo. |
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Ai suoi funerali di
stato sono presenti famigliari e amici. |
Viene sepolto sotto un albero
secolare nel cimitero di Morumbi dove riposano le persone di fede
evangelista. Ayrton era un uomo molto religioso. Leggeva la bibbia
tutte le sere e pregava sempre Dio. Nella bibbia trovava la risposta ai
misteri che circondano la vita. Termina così la grande
storia di questo personaggio che ha segnato un decennio di corse. Un
Campione con una classe infinita: 41 vittorie, 65 Pole Position, tre
Titoli Mondiali sono solo alcuni dei suoi primati. Il suo stile di
guida era sublime. “Driving to Perfection” In
Brasile era venerato come un dio. Milioni e milioni erano e sono ancora
i suoi tifosi che in lui riponevano le loro speranze di vittoria. Per
il popolo brasiliano, Ayrton Senna era la rivincita contro le
ingiustizie della vita. Ayrton non era solo un grande pilota ma era
sopratutto un grande uomo, dal carattere in scrutabile, dalla
personalità carismatica. Amava la vita e la considerava come
il bene più prezioso dell’uomo. Si sentiva molto a
suo agio con la sua famiglia in Brasile ed era una brava persona.
Questo era il suo segreto. Quel qualcosa di magico che era in lui e che
lo ha fatto amare da tutti. Con l’aiuto della sorella
Viviane, prima di morire, Ayrton ha istituito la “Fondazione
Senna” con lo scopo di aiutare la gente povera del suo paese
e per dare una possibilità a bambini e ragazzi di sviluppare
il proprio potenziale in settori come lo sport, la pittura,
l’informatica, la danza, ecc.“Tutti devono avere
più di una possibilità” diceva sempre.
Ayrton vive, nella nostra mente sappiamo che non
c’è più, ma nel nostro cuore lui
è vivo ed è sempre con noi. Sulla sua tomba a San
Paolo è incisa una frase che riassume
Ayrton Senna in poche
parole: “Nada pode me separar del amor de Deus”,
niente più separarmi dall’amore di Dio.
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Ayrton
ci manchi - Silvia |
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Il
prossimo maggio saranno passati 10 anni dal giorno in cui ci hai
lasciato il giorno in cui la Formula 1 ha perso il Migliore di tutti,
l'unico capace di darci emozioni indimenticabili e che resteranno per
sempre con noi. Te ne sei andato in una giornata di sole, io appena
19enne ero lì davanti alla TV, a seguire quella che sarebbe
stata la tua ultima apparizione in pista, come sempre partendo dalla
pole, come sempre in testa, sia alla partenza sia per tutti i primi 6
giri, gli ultimi della tua vita. Le lacrime che ho pianto allora sono
le stesse che piango ancora oggi, per te. Da quel giorno, da quel
maledetto giorno, tutto è cambiato dentro di me. Il mondo
della Formula 1 che seguivo con passione e che avevo da poco scoperto e
conosciuto grazie a te, mi appariva di colpo un mondo ingiusto, senza
prospettive, un mondo fragile e pieno di incertezze. Ero troppo piccola
per poter ricordare la morte di Gilles Villeneuve, 12 anni prima, ma
avevo vissuto in diretta la morte di Roland Ratzenberger, il giorno
prima; tu, Ayrton, ti battevi per ottenere una maggiore sicurezza in
pista, nessuno aveva la tua sensibilità, la tua modestia, il
tuo altruismo, la tua semplicità. E ti battevi per aiutare
chi era stato meno fortunato di te. Non passa giorno che io non pensi a
te, che non ricordi il tuo viso dolce ma deciso, non passa Gran Premio
che io non veda te in pista, sempre in testa, sempre in pole, alla
guida di una McLaren, di una Williams...o magari di una Ferrari, nei
miei sogni migliori. Niente mi emoziona più nella Formula 1
di oggi, perché mancano persone come te. Tutto è
monotono, piatto, senza emozioni, senza passione, troppo tecnologico.
Non come quando correvi tu e ci facevi sognare. Il tuo casco giallo ci
mancherà ancora per molto tempo, per sempre,
perché non solo la Formula 1 è cambiata da
quell'orribile week-end italiano, ma il mondo stesso è
cambiato, quando ha perso te. Spero che tu adesso sia in un posto che
merita di ospitarti, e spero che tu possa guardarci dall'alto, e
renderti conto del vuoto che hai lasciato. Sei e resterai il migliore
di tutti, Ayrton. Io penserò a te ogni singolo giorno della
mia vita. Mi accompagnerai sempre. |
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Imola doveva essere la gara del
riscatto
1°
MAGGIO 1994
"Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo
limite.
Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po'
più forte, grazie al potere della tua mente,
alla tua
determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare
molto in alto.
AS Da Silva
Questa ultima frase è la summa di quello che era Senna. Una
persona la cui spiritualità era un punto di forza enorme.
Non è esistito pilota in grado di lavorare meglio di tutti
sulla propria mente... ma la mente di Senna aveva un confine molto
sottile con la sua anima e infatti egli era invaso di energia e di
stimoli che arrivavano "dall'esterno".
Io non lo so se sulla griglia di
partenza di Imola sapesse che andava in contro alla morte.. so per
certo che egli aveva compreso che il gioco si era portato oltre un
limite che non doveva essere attraversato; aveva capito che la morte di
Ratzenberger il giorno prima non era stata il frutto del caso o di una
fatalità. Piuttosto era figlia del superamento, da parte del
mondo della f1 (con le sue regole), della soglia accettabile del
rischio.
Senna, 20 anni dopo: Ayrton è sempre un mito
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Imola 1994-2014. La compagnia aerea low cost brasiliana Azul ha onorato
la memoria di Ayrton Senna in modo oroginale. |
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Monaco
F1 GP 1987 - Montecarlo
Senna trionfa per la prima volta a Monaco
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Monaco
07/05/1989 - Montecarlo
Nelle qualifiche Senna e Prost si aggiudicano la prima fila.
Dal
via fino al traguardo, Senna resta al comando della corsa. Prost perde
mezzo minuto ad aspettare la rimozione di due macchine incidentate e si
deve accontentare del secondo posto. Tutti gli altri hanno distacchi da
uno a quattro giri.
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Monaco
27/05/1990 - Montecarlo
Alla partenza Berger arriva veloce alla Mirabeau e colpisce la Ferrari di Prost e molte altre monoposto. Senna
conduce al comando tutto il GP, seguito da Alesì e Berger. Nel finale
Senna rallenta a causa delle gomme usurate e del cambio parzialmente
rotto, così arriva primo al traguardo.
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Monaco
12/05/1991 - Montecarlo
Nelle prove Senna e Berger si qualificano in pole ed al sesto posto.
Al
via tutti conservano le proprie posizioni, ma nel corso del primo giro
Berger si scontra con Piquet. Va ai box per le riparazioni e dopo essere
tornato in pista, al nono giro, per una distrazione urta contro le
barriere. Senna va a vincere il GP con tutta tranquillità.
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Monaco
31/05/1992 - Montecarlo
Mansell
parte al comando del GP e vi resta per settanta giri, fino a quando non
è costretto a rientrare ai box per sostituire un pneumatico. Quando
rientra in pista è dietro a Senna e nonostante i suoi tentativi, si deve accontentare del secondo posto.
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Monaco
23/05/1993 - Montecarlo
Nelle prove Senna esce di pista, danneggia la macchina e si ferisce ad un pollice.
Prost
parte al comando del GP ma gli viene dato lo stop and go, passa al
comando M. Schumacher ma è vittima di guasti meccanici. Senna si trova
al comando della corsa e vince il GP.
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RASCASSE
Neyde Senna, la mamma di Ayrton, ci offre questo breve aneddoto sui primi anni di vita di Ayrton Senna.
"Quando mio figlio incominciò la scuola io, come tutte le mamme, mi
premuravo alla mattina di dargli la merendina che avrebbe mangiato
nell'intervallo delle lezioni. Una volta un panino con il salame che lui
adorava, un'altra una brioche con la marmellata che doveva essere di
albicocche, un'altra ancora con il pan de chesgiu. Quando andai per la
prima volta a parlare con la sua maestra, lei mi disse che il mio
bambino era bravo ma un pochino disattento, magari forse anche per colpa
del fatto che nell'intervallo non aveva mai niente da mangiare.
Come ? Pensai io. Niente da mangiare ?
Quando quel giorno Ayrton tornò a casa da scuola gli chiesi dove mai
mettesse tutte le cose buone che ogni mattina gli davo. Mamma, mi
rispose, per andare a scuola io passo da una via dove ci sono tanti
bambini come me, ma che davvero non hanno mai da mangiare, e io le mie
merendine le regalo a loro."
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Ayrton Senna Vs Alain Prost - Master Karting de Bercy - GoKart
La competizione nel Karting è sempre
molto serrata. |
La prima monoposto, la F.Ford 1600 del 1981
Ayrton si adatta, e scopre di poter essere
vincente,
già alla terza gara ottiene la sua prima vittoria
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Un anno di vittorie e poi pronto al via nella
categoria
superiore, alla grande.
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Al volante di una F.Ford 2000 nel 1982
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Formula 3 - 1983
Ayrton debutta nella F3 inglese
In pole nella gara di Donnington
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Incidente con il rivale Brundle a Oulton Park
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Subito vincente
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Ayrton a colloquio con Frank Williams durante il
test
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A Silverstone prova la Toleman TG183 abbassando
di
un secondo il record della vettura
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In seguito stupirà al volante della
McLaren
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"Correr, competir,
eu levo isso no sangue,
é parte de minha vida"
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Pensieri liberi
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Caro
Ayrton chissà se da lassù puoi ascoltarmi. Sei
volato via come non avrebbe dovuto accadere.
Ti ammiravo e ti amavo per il tuo coraggio, la tua determinazione, la
voglia di perfezione, la tua speciale capacità di essere
sempre un passo avanti agli altri, non solo nelle corse ma anche nella
vita.
Guardo le tue foto e vedo nei tuoi occhi qualcosa di speciale che
raramente ho percepito negli sguardi altrui. Ti amavo perché
eri un campione unico ma anche perché eri una persona unica:
si vedeva nel tuo sguardo e si sentiva nelle tue parole e nei gesti:
sapevi emozionarti, sapevi ridere e piangere, sapevi trasmettere
emozioni profonde. Eri un grande uomo una grande persona.
Ho tante tue foto che osservo ogni giorno ed ogni giorno quegli occhi
mi trasmettono un brivido, così il mio sguardo corre
lassù. Ti porto nel cuore e così sarà
sin tanto che avrò vita...
Ciao Dolce Ayrton |
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Ayrton Senna
Le formule minori
Nel novembre 1980 Ayrton si trasferì in Gran Bretagna. Conosceva già Chico Serra,
che viveva nell'isola da tre anni e conosceva l'inglese. Serra presentò
il giovane pilota a Ralph Firman, proprietario della scuderia Van
Diemen e, dopo un test, riuscì ad ottenere un ingaggio. Senna prese casa
con la moglie a Norwich, nel Norfolk. Nel 1981 esordì in Formula Ford 1600,
disputando il campionato britannico RAC e il Townsend-Thoresen: li
vinse entrambi con 12 vittorie, 3 pole e 10 giri veloci su 19 gare.
L'anno seguente passò alla Formula Ford 2000,
disputando sia il campionato britannico Pace British sia l'Europeo
EFDA: li vinse entrambi con 21 vittorie, 15 pole e 22 giri veloci su 29
gare. A fine stagione esordì nell'ultima prova del difficile Campionato
Britannico di Formula 3 conquistando pole, vittoria e giro più veloce.
Nel 1983
gareggiò nel Campionato Britannico F3 con una Ralt-Toyota del team West
Surrey Racing e lo vinse con 12 vittorie, 15 pole e 13 giri veloci su
20 gare. A fine stagione partecipò alla prestigiosa gara internazionale
di F3 di Macao
nella quale si confrontano tutti i più forti piloti della categoria:
partì dalla pole, dominò entrambe le manche e segnò il giro veloce. È di
quest'anno la decisione di adottare il cognome materno Senna, meno
comune del Da Silva usato sino all'anno precedente.
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Nel
1983 l'ultimo appuntamento di F3 si tiene sul circuito di Macao
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L'aria
è quella dell'ultimo giorno di scuola, almeno alla vigilia
della gara. La scuderia di F1 Theodor aveva la tradizione di
partecipare alla gara di Macao mettendo sotto contratto i migliori team
della formula Atlantic ma nel 1983, come ci racconta Jo Ramirez (che
lavorava all'epoca proprio per la Theodor) nella sua autobiografia, la
cosa era resa più eccitante dalla partecipazione delle F3. Macao era ritenuto una prova decisiva per un giovane: se vinceva a
Macao era ritenuto pronto per la F1 e così tutti tenevano a
far bene in quella corsa. Alla vigilia, però, non pochi piloti si lasciarono prendere
da qualche distrazione, tra cui Ayrton Senna che aveva dominato quel
campionato di F3. Ayrton, correva per il team di Eddy Jordan che per quella corsa correva
sotto le insegne della Theodor con sponsor Marlboro.
Alla vigilia, Senna si era trattenuto ad una festa più del
dovuto e aveva bevuto qualche vodka di troppo, così il
giorno dopo Ayrton era alle prese con una sbornia colossale. Si era fissato di correre due manche di 15 giri ciascuna. Al via della prima manche, Ayrton che deteneva la pole, si fece passare
da Moreno ma successivamente lo ripassò con un grande
sorpasso e vinse la manche. A questo punto, però, Ayrton sceso dalla macchina non era in
grado di stare in piedi. Disse così a Jo che sarebbe andato in hotel a dormire ma
pregò il messicano di svegliarlo per la seconda manche e di
non andarsene finchè non si fosse alzato del tutto. Anche la seconda gara fu vinta da Senna che l'anno dopo avrebbe
esordito in F1 con la Toleman. |
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1984: L'arrivo in Formula 1 con la Toleman
Nel corso del 1983 Senna svolse
i primi test su vetture di Formula 1. Dopo aver svolto una giornata di
prove alla guida di una Williams FW08C messagli a disposizione da Frank
Williams per curiosità personale, partecipò insieme a
Martin Brundle e Stefan Bellof a una sessione di prove organizzata
dalla McLaren sul circuito di Silverstone, risultando il più
veloce dei tre. Già dal mese di giugno, però, Senna
intratteneva stretti contatti con Bernie Ecclestone, patron della
Brabham, che aveva individuato nel brasiliano il profilo ideale per
sostituire Riccardo Patrese che sarebbe passato all'Alfa Romeo per la
stagione successiva[12].
Il suo ingaggio venne, però, bloccato dalla Parmalat, sponsor
principale della scuderia, che voleva un pilota italiano come seconda
guida. Senna dovette allora accettare la proposta di Alex Hawkridge
della Toleman, che gli offrì un contratto da 100.000 sterline.
Esordì quindi in Formula 1 nel 1984 (Gran Premio del Brasile).
Nel corso della sua prima stagione diede subito prova di un
talento eccezionale, cogliendo per la piccola scuderia inglese risultati
mai registrati prima: su tutti il clamoroso secondo posto nel Gran Premio di Monaco,
disputatosi sotto un diluvio. La gara venne interrotta per l'enorme
quantità di acqua che rendeva impraticabile la pista, negando ad Ayrton
(che stava recuperando oltre sei secondi al giro su Alain Prost)
una vittoria che sembrava sicura. Inoltre, la vittoria di un debuttante
su una monoposto di gran lunga inferiore alle vetture di vertice
avrebbe potuto alterare la lotta per il mondiale, che sembrava già
riservata ai grandi team. Il duello con Prost questa volta mancò, ma
Senna e Prost ebbero modo di confrontarsi più volte negli anni
successivi, fomentando un'accesa rivalità. Nel 1984 Ayrton Senna chiuse
il Campionato al 9º posto, conquistando, oltre a quello di Montecarlo,
Gran Bretagna e Portogallo. Sempre nel 1984 si verificò la sua unica
mancata qualificazione, sul circuito di Imola dove dieci anni dopo perse
la vita.
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1984
Se una persona non ha
più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere.
Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la
realtà.
Per me è uno dei principi della vita.
A.Senna
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Ayrton firma con la Toleman, la sua prima
vettura non è proprio da sogno:
aerodinamica primitiva,
motore ingestibile, pesante da guidare, fragile.
Ma da qualche parte
bisogna
pur cominciare
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Al GP di Monaco la sua Toleman
magicamentre sembra prendere le ali. |
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Ayrton
Senna da Silva debutta in Formula 1 al Gran Premio del Brasile 1984
sulla pista di Rio de Janeiro. Nel Gran Premio di casa del giovane
brasiliano, la scuderia Toleman-Hart schiera la versione B della
monoposto che aveva debuttato l’anno precedente in Formula 1.
La vettura, progettata da Rory Byrne (oggi capo progettista alla
Ferrari) è goffa ed estremamente pesante. Monta addirittura
due alettoni posteriori. Non è certo la vettura adatta per
puntare a grandi risultati. Ma è comunque una monoposto di
apprendistato per il giovane Ayrton Senna al suo primo anno nella
categoria regina dello sport automobilistico. In Prova Ayrton si piazza
sedicesimo, bastonando il compagno di squadra, il venezuelano Johhny
Cecotto. Sulla griglia di partenza qualcosa non va e fuoriesce della
benzina dal serbatoio inzuppando la tuta di Ayrton e tutto
l’abitacolo. In gara non andrà meglio quando
sarà costretto al ritiro per problemi alle turbine nei primi
giri. Ayrton capisce subito la Stagione che lo attende. Nella gara
successiva, al Gran Premio del Sud Africa a Kyalami, riesce a piazzarsi
sesto e ad ottenere il primo punto iridato in Formula 1, nonostante
abbia guidato metà gara senza la parte frontale della
Toleman. È una piccola soddisfazione. Nel successivo Gran
Premio del Belgio, a Zolder, Ayrton conquistò un altro
punto, questa volta offerto dalla FISA in seguito alla squalifica della
Tyrrell-Ford di Stefan Bellof. Riesce ad ottenere dunque un altro
“miracolo” con una monoposto goffa e obsoleta. Per
problemi di pressione del mezzo, Ayrton non riuscirà a
qualificarsi a Imola, la prima e unica volta della carriera. Per
fortuna, la nuova monoposto debutta di lì a poco. La nuova
Toleman-Hart TG184, evoluzione della monoposto precedente, venne
schierata dal Gran Premio di Francia a Digione. È nuova
sopra e sotto il vestito. Ayrton sottolinea le qualità delle
gomme Michelin che sostituiscono le Pirelli.
La Formula 1 fa tappa a Monaco, sul circuito cittadino di Montecarlo.
È la gara più ambita della Stagione. Vincere a
Montecarlo è il sogni di tutti piloti. Ayrton non
può certo auspicare alla vittoria: la sua è una
vettura da ultime file. Ma il brasiliano ha un importante alleata: la
pioggia. La pista è allagata. In Pole Position
c’è la formidabile McLaren-TAG Porsche del
francese Alain Prost. Ayrton, grazie alla sua classe
sull’acqua recupera posizioni su posizioni e, complici i
ritiri di Mansell, Piquet, Rosberg, Arnoux, Albereto, si installa in
terza posizione a ridosso delle due McLaren. Lauda viene passato con
irrisoria facilità. Prost ha paura che una vittoria sicura
possa essere persa. Invoca la sospensione della gara. Quando Senna
è ormai a ridosso di Prost il direttore di gara Jacky Ickx
sventola una bandiera a scacchi e una bandiera rossa. Prost si ferma
subito dopo aver tagliato il traguardo e gli viene esposta una bandiera
nera. In mezzo a questa confusione Senna alza il pugno convinto di aver
vinto la sua prima gara della carriera ma non è
così. Il vincitore è Alain Prost. Ayrton Senna
è secondo. I due futuri rivali sono alla prima stoccata. Ma
è Senna il vero eroe della giornata. Sotto il diluvio ha
sfiorato il miracolo da vero mago della pioggia. È un arte
imparata sin da bambino, quando sotto violenti acquazzoni correva con
il kart. Ayrton continuerà a migliorare i suoi risultati,
nonostante numerosi ritiri causati da una scarsa
affidabilità della vettura. Ma è in contrasto con
la scuderia Toleman. Sin dal Gran Premio di San Marino tiene i primi
contatti con la scuderia Lotus che gli promette un ingaggio per la
Stagione successiva.
Il 3
Giugno 1984 a Montecarlo è in programma la sesta prova del
campionato del mondo di F1. Dal cielo cade una pioggia scrosciante
mentre un pilota, sulla griglia di partenza, sente di aver la grande
occasione: si tratta di Ayrton Senna. Senna è alla sua
stagione d’esordio; la sua vettura, la Toleman, in condizioni
normali non gli permette cose eccezionali: in qualifica,
sull’asciutto, ha ottenuto solo la settima fila, nonostante i
rischi presi. All’inizio, Senna studia la situazione, poi
inizia ad attaccare e sorpassare, recuperando costantemente sui primi.
Ad un certo punto rovina una sospensione per una
“toccata”, ma nonostante questo continua nella sua
rincorsa. Sorpassa piloti come Albereto e Lauda e quindi si porta a
ridosso di Prost ma la gara è interrotta dal direttore di
corsa Ickx. Al box della Toleman fanno festa: per loro il secondo posto
è oro, anche perché c’è la
convinzione che prima o poi la sospensione sarebbe ceduta costringendo
il brasiliano al ritiro. Per Senna lo stato d’animo
è diverso: Ayrton era convinto che, in un modo o in un
altro, avrebbe portato la macchina in fondo in prima posizione e dunque
è deluso dall’interruzione della gara. |
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Una stagione non facile, qualche
problema, ma anche soddisfazioni...
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Presto abbandonerà la
Toleman, eccolo a colloquio con Peter Warr, ds della Lotus.
1 Punto GP Sudafrica - 1 Punto GP Belgio - 3 Punti
GP Monaco - 4 Punti GP Gran Bretagna
4 Punti GP Portogallo - Totale 13 Punti - 9° Classificato
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A fine stagione Senna firma per la Lotus
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1985-1987: Gli anni alla Lotus
Nel 1985 Senna passò alla Lotus, dove trovò come compagno
di squadra il pilota Italiano Elio De Angelis. Sul circuito Portoghese
dell'Estoril, teatro del secondo appuntamento stagionale, Senna ottenne
la sua prima vittoria in Formula 1, in un Gran Premio caratterizzato
dalla pioggia torrenziale. La gara portoghese mostrò nuovamente,
dopo il Gran Premio di Monaco dell'anno precedente, l'abilità
del brasiliano sul bagnato. Senna infatti, (partito dalla pole position
per la prima volta in carriera) vinse il gran premio con oltre un
minuto di vantaggio su Michele Alboreto, doppiando tutti gli altri
piloti arrivati al traguardo, compreso il terzo classificato Patrick
Tambay. Senna non riuscì a ripetersi due settimane più
tardi a Imola, dove, dopo essere stato in testa per tutta la gara, fu
costretto a cedere il comando a pochi giri dal termine dopo aver finito
la benzina. Dopo questo brillante inizio di stagione, il brasiliano
incappò in una serie di risultati negativi dovuti alla scarsa
competitività della Lotus, ma riuscì comunque a mettersi
in luce in qualifica, conquistando diverse Pole Position, compresa
quella sullo storico tracciato di Monte Carlo. Proprio sulla pista
monegasca, la determinazione e la grinta del brasiliano fecero
infuriare piloti ben più esperti del calibro di Lauda e Alboreto[16],
che accusarono Senna di ostacolare gli avversari nei loro giri di
qualificazione, con il fine di mantenere la pole position, fondamentale
in un tracciato cittadino come quello di Monaco. Il pilota brasiliano,
dopo una prima parte di stagione non facile, riuscì a
raddrizzare il campionato cogliendo quattro podi (Austria, Olanda,
Italia e Gran Bretagna) e la seconda vittoria in carriera, ottenuta sul
tracciato belga di Spa-Francorchamps, nuovamente in condizioni di
bagnato. Senna concluse il campionato in quarta posizione con 38 punti,
cinque in più del compagno de Angelis.
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1985
Le cose ti riportano alla
realtà di quanto tu sia fragile; ad un certo momento tu stai
facendo qualcosa che nessun altro è capace di fare. In
quello stesso momento sei visto come il migliore, il più
veloce, ma sei enormemente fragile.
Perchè in un piccolo
secondo, è tutto finito. A.Senna
Il contratto con la Lotus viene poi firmato nell’agosto nel
1984 e Ayrton lo annuncia alla Toleman. Alex Hawkridge, furioso in
merito alla scelta del brasiliano di abbandonare la sua scuderia,
è furioso e lo sospende per alcune gare, salvo poi rientrare
alla fine della Stagione.
Toleman tenta persino un azione giudiziaria.
Ma non si trattiene un pilota contro la sua volontà. Non
c’è niente da guadagnarci. Pagherà la
salatissima penale e andrà alla Lotus, firmando un contratto
per tre Stagioni. All’ultimo Gran Premio della Stagione, in
Portogallo, testimone di un famoso duello tra Niki Lauda e Alain Prost
per il Titolo Mondiale, riuscirà persino a salire
meritatamente sul podio. È stata una Stagione dura e
sofferta ma Ayrton ha imparato molto in questo primo anno di
apprendistato in
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Ayrton Senna Gran Premio del Portogallo 1985
Ayrton Senna - Estoril 1985
Nel 1985 Ayrton Senna da Silva passa alla scuderia di Ketteringham
Hall. Fin dai primi giri a bordo della Lotus-Renault 97T, Senna capisce
che questa è la monoposto adatta alle sue qualità
e che gli permetterà di ottenere importanti risultati.
La
monoposto è progettata dal brillante ingegnere francese
Gérard Ducarouge e dal suo assistente alla Lotus, Martin
Ogilvie. Ayrton prende il posto dell’inglese Nigel Mansell
passato alla Williams e affianca il giovane e promettente pilota
italiano Elio De Angelis.
La nuova Stagione parte con grandi speranza
da parte del focoso pilota brasiliano desideroso di affermarsi in
Formula 1. La Lotus 97T resterà per sempre quella che
consente al brasiliano di ottenere la sua prima Pole Position alla
seconda gara Stagionale, il Gran Premio del Portogallo 1985, disputato
sul circuito dell’Estoril.
In gara è ancora la
pioggia ad aiutare la cavalcata vincente di Ayrton. Le Lotus scattano
come fulmini andando subito in testa alla gara. La guida di Ayrton
è sublime e diede un eccellente dimostrazione di guida sotto
la pioggia, transitando per primo sotto la bandiera a scacchi.
È la sua prima vittoria in Formula 1. Da allora, il Campione
brasiliano è ormai il dominatore incontrastato della Pole
Position. A partire dal 1985, grazie alla Lotus e al suo formidabile
motore Renault, e sino alla prematura fine della sua carriera, Ayrton
è il punto di riferimento in questo campo. Per lui, un giro
di qualificazione è l’espressione sublime
dell’arte di pilotare. Una Pole Position è per
forza il risultato di un’osmosi quasi perfetta tra uomo e
macchina. E cosa c’è di meglio di questo posto
nella griglia, davanti a tutti gli avversari per affermare la propria
superiorità? Una gara è più aleatoria,
soggetta ad avvenimenti che non sempre il pilota riesce a dominare.
Ma
un miglior tempo durante le Prove è il risultato di un
combattimento assoluto che non lascia molto spazio al calcolo. In
questo senso, Ayrton possiede una tecnica davvero particolare. La sua
determinazione dà i brividi, mette in ansia i suoi
più ardenti ammiratori per la dose di rischio che comporta.
Ayrton Senna alla guida della Lotus nera JPS ha lasciato un ricordo
indelebile in tutti coloro che amano la Formula 1.
Senna prima vittoria Portogallo Estoril 1985
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1985 incontra praticamente tutta la dirigenza Ferrari...
Nei tre anni che
trascorre alla Lotus, Ayrton Senna vince sei gare e consolida la sua
posizione come pilota vincente. Nel 1985, oltre alla vittoria in
Portogallo, ha conquistato il suo primo successo sul difficile circuito
di Spa-Francorchamps, in Belgio. Nel 1986 si aggiudica due vittorie in
Spagna e negli Stati Uniti. A Jerez precede sul traguardo di pochi
millesimi di secondo la Williams-Honda di Nigel Mansell. A Detroit
nacque il mito di Ayrton Senna. Mentre attraversava il traguardo in
lacrime, si fermò a cercare una bandiera brasiliana tra la
folla e quando la trovò fece un giro di pista sventolando la
bandiera verde-gialla “Ordem e Progresso”. Ayrton
era molto fiero di essere brasiliano e quando vinceva una gara
sventolava sempre la bandiera del suo paese. Nel 1987 la Lotus passa
dalla livrea nera JPS alla livrea giallo-oro Camel. Il vecchio
propulsore Renault viene sostituito con il nuovo motore Honda. Ayrton
porta in gara una vettura dotata di sospensioni attive e vince per la
prima volta a Montecarlo e di nuovo a Detroit. Ma la vita resta dura.
Per vincere serve davvero un team competitivo, una macchina in grado di
imporsi sin dalla prima gara: una McLaren. |
Ayrton Senna, Lotus 97T, Gran Premio degli Stati Uniti d'America, Detroit, 1985
9 Punti GP Portogallo - 6 GP Austria - 4 Punti GP
Olanda - 4 Punti GP Italia
9 Punti GP Belgio - 6 Punti GP Europa
Totale 38 Punti 4° Classificato
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Con lui un pilota italiano di grande
talento, Elio De Angelis
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Le risorse del team sono
purtroppo insufficienti per due piloti così esigenti. |
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1986: Lotus
L'anno seguente Senna si ritrovò come compagno di squadra l'ex test driver della Ferrari Dumfries.
L'arrivo del pilota scozzese fu preceduto da molteplici trattative.
Senna spinse molto per avere come compagno il connazionale Maurício Gugelmin, ma lo sponsor del Team Lotus, la John Player & Sons,
insistette per l'acquisto di un pilota britannico. Il campionato
iniziò molto bene, con due podi nelle prime due gare; un secondo
posto in Brasile, dietro al connazionale Piquet e l'incredibile
successo a Jerez de la Frontera, in volata su Nigel Mansell, con un
vantaggio di soli 0.014 millesimi. Con questo successo Senna prese la
testa della classifica, ma con l'avanzare della stagione la
superiorità tecnica di Williams e McLaren prese il sopravvento,
con Piquet e Mansell in lotta per il titolo con il campione in carica
Alain Prost. Nonostante ciò, il bottino di Senna a fine stagione
era estremamente positivo: otto pole position, otto podi, una seconda
vittoria, sul circuito cittadino di Detroit e, per il secondo anno di
fila il quarto posto in classifica generale, dietro a Prost, campione
per il secondo anno consecutivo e al duo Williams Mansell –
Piquet.
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1986
Correre è la mia
passione. La F1 è una gran parte della mia vita. Battermi al
volante è nel mio sangue.
Non sfuggire alla lotta
è nella mia natura. Io voglio essere il più
veloce, io voglio dimostrare di essere il migliore. A.Senna
GP Imola 1986, terzo GP stagionale e terza
pole-position. Qualcuno inizia a chiamarla Senna-position. In gara però la Lotus è spesso meno efficace, in
questo caso Senna
non giungerà al traguardo.
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Anche quando non si vince correre
in F1
ha indubbiamente dei lati positivi....
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Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1986
Ayrton Senna, JPS Lotus-Renault 98T
Il Gran Premio degli Stati Uniti-Est 1986, (V Detroit Grand Prix) di Formula 1 e settima gara del campionato di Formula 1 del 1986,
si è disputato il 22 giugno sul Circuito di Detroit ed è stato vinto da Ayrton Senna su Lotus-Renault.
La foto-sintesi di un decennio, da
sinistra a destra siedono
Senna, Prost, Mansell e Piquet.
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Lotus 98T Renault
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La vettura era in monoscocca di carbonio e kevlar.
Il cambio era un ibrido Hewland/Lotus, al quale la casa inglese
aggiunse la sesta marcia. Ciò diede grossi problemi di affidabilità,
tanto che Senna preferì correre con la versione tradizionale a sole 5
marce. Basato sulla precedente 97T, il disegno del telaio sarà
ribassato, vista anche la riduzione della capacità del serbatoio a 195
litri. Il motore era sempre della Renault, ma il nuovo modello EF15bis turbo V6.
Altre innovazioni furono una gestione dei consumi tramite un
computer, un fondo piatto (già in parte introdotto nel modello 97T), un
sistema di raffreddamento intercooler e un sistema di regolazione
dell'altezza da terra. Nel corso della stagione vi furono anche dei
sospetti sulla regolarità della vettura che però non portarono a reclami
ufficiali.
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Il Gran Premio degli Stati Uniti-Est 1986 si è disputato il 22 giugno sul Circuito di Detroit
ed è stato vinto da Ayrton Senna su Lotus-Renault.
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6 Punti GP Brasile - 9 Punti GP Spagna - 4 Punti GP
Monaco - 6 Punti GP Belgio - 2 Punti GP Canada
9 Punti GP Stati Uniti
- 6 Punti GP Germania - 6 Punti GP Ungheria - 3 Punti GP Portogallo - 4
Punti GP Messico
Totale 55 punti 4° Classificato
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E'
strano...perchè Ayrton non lo era forse? Ho appena finito di
leggere i messaggi lasciati per lui e ho pianto, dopo 12 anni ancora mi
fa questo effetto...è normale, lui è
così! Ero a Imola 12 anni fa, poco più che una
bambina cresciuta con lui e per lui dopo la sua morte. Quel giorno il
cappellino con i colori del brasile in testa, la sua bandiera in mano,
posizionata sul tetto di un pollaio per poter vedere qualcosa, per
poterlo vedere, per gioire con lui, per piangere per lui. Il viaggio
verso casa, un incubo: la sua foto in tasca a pregare perchè
accadesse l'impossibile...la notte seguente, un sogno, la
realtà (a me piace pensare che sia così) lui
è tornato, mi ha accarezzato la fronte e mi ha detto di non
preoccuparmi che sta bene e che sarà sempre con noi...io ci
credo. |
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1987: Lotus
Nel 1987, dopo il ritiro dalle corse della
Renault, la Lotus trovò un accordo per la fornitura dei motori
con la Honda. Senna, in Lotus per il terzo anno consecutivo, venne
affiancato dal debuttante Satoru Nakajima, ingaggiato grazie
all'appoggio della casa motoristica nipponica. L'inizio di stagione fu
caratterizzato da fortune alterne: dopo un ottimo podio al Gran Premio
di San Marino, a Spa, terza prova del mondiale, Senna fu protagonista
di un controverso contatto con Mansell, il quale, rientrato ai box,
corse verso il garage Lotus per fare i conti con il brasiliano, a suo
dire responsabile della collisione; la rissa tra i due fu inevitabile.
All'episodio del Belgio seguirono due vittorie, a Monaco - la prima di
un incredibile record di sei vittorie - e, per il secondo anno
consecutivo, sul tracciato cittadino di Detroit. Senna, nonostante il
notevole divario tecnico con la Williams, riuscì a sopperire
alle difficoltà, restando in lotta per il mondiale per gran
parte della stagione, ma la superiorità del team di Frank
Williams divenne evidente con l'avanzare della stagione, con Mansell e
Piquet in lotta per il titolo. A Monza, nel frattempo, venne annunciato
il passaggio di Senna alla McLaren, come compagno del due volte
campione del mondo Alain Prost. Nonostante questo annuncio, Senna
riuscì a finire in maniera convincente la stagione, cogliendo il
podio in Giappone e nell'ultima gara in Australia, ad Adelaide, dove
però fu squalificato al termine della gara a causa di
un'irregolarità tecnica. Senna concluse la stagione al terzo
posto in classifica generale, dietro a Piquet, laureatosi campione per
la terza volta in carriera, e Mansell.
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Presentazione
1987
Oggi, o tra dieci anni, se ci
sarà ancora la Formula 1, il pilota sarà sempre
al centro dell'attenzione, perché il pubblico
va alle corse
per vedere i piloti piuttosto che le macchine. Il pilota
verrà sempre prima della macchina. A.Senna
Gran Premio d'Italia 1987
Il Gran Premio d'Italia 1987 è stato il 447º Gran Premio di Formula 1 della storia, corso il 6 settembre 1987 all'Autodromo Nazionale di Monza. Fu l'undicesima gara del Campionato Mondiale di Formula 1 1987 |
Il
Gran Premio d'Italia vide il debutto della nuova scuderia Coloni, con
il pilota Nicola Larini. Inoltre, la Osella schierò Franco
Forini come secondo pilota ad affiancare Alex Caffi.
La Honda annunciò di non voler più motorizzare le monoposto Williams nel 1988. L'azienda giapponese rese noto poi di aver firmato un contratto per motorizzare le monoposto McLaren.
La corsa
La
prima fila fu tutta Williams: Piquet conquistò la pole position
davanti al compagno Mansell e a Gerhard Berger, fra le prime posizioni
per il terzo Gran Premio consecutivo. Ayrton Senna (Lotus) si dovette
accontentare della quarta posizione davanti a Boutsen, Prost, Alboreto
e Fabi.
Alla partenza Mansell ebbe lo scatto migliore ma poco dopo
sbagliò a cambiare marcia, lasciando a Piquet la leadership.
Più dietro, Senna sbagliò la partenza, girando sesto alla
prima curva dietro, in ordine di posizione, a Berger, Boutsen e Prost.
Al secondo giro Berger e Mansell cominciarono un duello che si concluse
in un lieve contatto, che fece però guadagnare la seconda
posizione a Boutsen e retrocedere in quarta l'inglese. L'ordine rimase
invariato fino al 17º giro, quando Mansell passò prima il
ferrarista e poi Boutsen, riprendendosi la seconda posizione.
I
cambi gomme di metà gara rimescolarono le carte, con Senna in
testa; questo lasciò presagire una gara simile a Monaco o Detroit,
con dominio del brasiliano, in quanto tutte le vetture in gara avevano
optato per una strategia con un solo pit-stop. Le due Williams erano
seconda e terza, rispettivamente con Nelson Piquet e Nigel Mansell,
davanti a Thierry Boutsen e Gerhard Berger. Senna dominò fino al
43º giro, quando, durante l'azione di doppiaggio di Piercarlo
Ghinzani, uscì di pista alla curva Parabolica. Quando
riuscì a riprendere la pista, Piquet era passato in prima
posizione. Senna tentò di recuperare la posizione ma ben presto
soffrì di un calo di prestazioni degli pneumatici, e alla fine
il connazionale della Williams poté vincere agevolmente con 2
secondi di vantaggio. Il gradino più basso del podio venne
occupato da Nigel Mansell, che chiuse davanti al ferrarista Gerhard
Berger, a Thierry Boutsen e a Stefan Johansson.
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Gran premio del Portogallo 1987 |
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Pre-Gara - Dopo la gara a Monza, la Coloni non si presentò ad Estoril, promettendo di tornare per il successivo appuntamento a JérezA
conferma dei progressi fatti dalla Ferrari durante l'estate, la pole fu
conquistata da Gerhard Berger davanti a Nigel Mansell su Williams, Alain Prost su McLaren
e Nelson Piquet, compagno di Mansell. Ayrton Senna su Lotus si dovette
accontentare ancora una volta del sesto posto davanti a Michele
Alboreto sull'altra Ferrari e Riccardo Patrese (Brabham).
Resoconto - Alla partenza Mansell prese la guida della gara davanti al
poleman Berger, mentre più indietro l'altro ferrarista Alboreto ebbe un
contatto con Piquet. Poco dopo Derek Warwick mandò in testacoda la sua Arrows,
e per evitarlo, Nakajima e Brundle, rispettivamente su Lotus e
Zakspeed, si scontrarono. Altri piloti passarono sopra i rottami delle
vetture, con il risultato che Christian Danner, Adrián Campos,
Philippe Alliot e René Arnoux furono coinvolti nell'incidente.
Questo causò una bandiera rossa e l'annessa interruzione della
gara.
Tutti i piloti furono in grado di prendere parte alla ripartenza,
a parte Danner, Patrese e Mansell. Alla fine del primo giro, Berger si
issò in prima posizione davanti a Mansell, lasciando i due brasiliani
Piquet e Senna in lotta per la terza posizione. All'11º giro Piquet
passò Senna, e tre giri più tardi Mansell, che fino a quel momento aveva
messo pressione a Berger, dovette fermarsi a causa di un progressivo
guasto al motore. Senna cominciò a rallentare e rientrò al box con un
problema elettronico, mentre Piquet e Alboreto cominciarono un duello
per la seconda posizione.
Dopo
i pit-stop, Prost guadagnò la seconda posizione davanti a Piquet
e Fabi, mentre Alboreto, a conferma della poca affidabilità
della Ferrari, soffrì di un problema alla trasmissione. Prost
cominciò a rimontare su Berger, e l'ordine di gara rimase
stabile fino al 68º giro, quando l'austriaco soffrì di una
perdita di pressione e andò in testacoda. Prost ne
approfittò per passare ed andare a vincere la gara davanti al
ferrarista, che dovette accontentarsi del secondo posto quando sembrava
essere destinato a vincere. Il terzo posto fu di Nelson Piquet, che
mise in cassaforte altri punti per mantenere la leadership nel
mondiale. Quarto fu Teo Fabi, che riuscì, nonostante avesse
finito il carburante, a tagliare il traguardo davanti a Stefan
Johansson ed Eddie Cheever.
Questa
fu la ventottesima vittoria di Prost, che batté così il
record di 27 stabilito in precedenza da Jackie Stewart.
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A Montecarlo Aryton si esalta e ottiene un
meritato successo... ...che segna, tra l'altro, la prima affermazione di una vettura dotata
di sospensioni attive. E' la sua prima vittoria sulle strade del
principato, la quinta in carriera.
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A colloquio con il noto motorista Honda Osama Goto.
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1987, GP d'Australia sul cittadino di
Adelaide
precede Alboreto e il resto del gruppo |
3 anni in Lotus, 6 vittorie e tanti buoni
propositi
ma mai davvero in lotta per il titolo
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6 Punti GP San Marino - 9 Punti GP Monaco - 9 Punti
GP Stati Uniti - 3 Punti GP Francia
4
Punti GP Germania - 6 Punti GP Ungheria - 2 Punti GP Austria - 6 Punti
GP Italia
2 Punti GP Spagna - 6 Punti GP Giappone
Totale 57 Punti - 3° Classificato
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1988: McLaren
In Mclaren Senna trovò come compagno di squadra il “professore”
Prost, con cui iniziò una rivalità destinata a segnare la
storia della Formula 1. La netta superiorità tecnica della
McLaren MP4/4 motorizzata Honda, consentì ai due piloti di
dominare il campionato, aggiudicandosi 15 delle 16 gare in programma e
riducendo di fatto il mondiale a una lunga lotta tra di loro. L'inizio
di stagione del brasiliano fu altalenante. Alla squalifica nel GP di
casa in Brasile (a causa dell'utilizzo del muletto, azione vietata dal
regolamento di allora) seguì il ritiro nel GP di Monaco a poche
tornate dalla fine; in testa con un vantaggio di oltre 1 minuto, il
pilota paulista andò a sbattere all'uscita della curva del
Portier, regalando a Prost una vittoria ormai certa. Con l'avanzare
della stagione, tuttavia, Senna inanellò una striscia positiva
di sei vittorie in sette gare, portandosi in testa alla classifica con
un vantaggio di pochi punti sul rivale. La battaglia tra i due, sempre
più accesa, raggiunse il suo apice al Gran Premio del
Portogallo, dove Senna spinse il compagno contro il muretto dei box nel
tentativo di mantenere la testa della corsa. Ciò nonostante il
francese riuscì a portare a termine la manovra, sorpassando
Senna e involandosi verso la vittoria. A fine gara, interrogato
sull'accaduto, Prost criticò ampiamente la manovra accusando il
compagno di aver messo a repentaglio la gara di entrambi. Il campionato
si decise alla penultima gara a Suzuka. A causa della regola degli
scarti, a Senna bastava una vittoria per diventare campione, nonostante
in classifica il francese avesse più punti. In qualifica il
brasiliano ottenne la dodicesima pole position stagionale, ma questa fu
vanificata da un'esitazione in partenza che lo fece scivolare a
metà gruppo. Nonostante ciò non si arrese, e si
lanciò in una rimonta nei confronti del compagno che si
concretizzò con un sorpasso sul rettilineo del traguardo al
28º passaggio. Con questo trionfo Senna si laureò
matematicamente campione del mondo per la prima volta in carriera, con
un bottino stagionale di 8 vittorie (e ben 13 pole position) a
discapito delle 7 del compagno.
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Sei vittorie per un record (si spera) imbattibile. Chi lo vide, in prova,
in corsa, non dimentica e mai dimenticherà. Nel 1988, dopo aver
abbassato cinque volte il miglior tempo in prova, andò a sbattere in
gara. Si era distratto, dato l’enorme vantaggio.
Lui, invece di tornare
ai box, se ne tornò a casa, a piedi e furibondo.
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La stagione parte in Brasile, naturalmente
con Senna in pole
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È
il 1988. Ayrton Senna firma un contratto di tre anni portando in dote i
motori Honda. Il team McLaren è composto da Ayrton Senna
e
dal francese Alain Prost, l’uomo che quattro anni prima lo
beffò sotto la pioggia a Motecarlo, due volte Campione del
Mondo con la McLaren nel 1985-86.
Guidano una macchina veloce e affidabile, la McLaren-Honda V6 Turbo Mp4/4, macchina bassa e
affusolata progettata da Gordon Murray e Steve Nichols,
e sono
assistiti da un team preparatissimo.
Il formidabile duo domina la
Stagione vincendo 15 gare su 16. Tra Senna e Prost nasce una fortissima
competizione che caratterizzerà le annate a seguire.
Il rapporto tra Ayrton ed Alain
è professionale,
ma inizialmente anche amichevole. |
Senna
può competere da pari a pari con Prost, ormai è
un pilota completo. Con queste premesse si apre il Mondiale di Formula
1 1988 in Brasile, sulla pista di Rio de Janeiro. Per Ayrton le cose
iniziano subito bene, con una Pole Position, ma a pochi istanti dal via
si rompe il cambio: deve prendere la macchina di riserva e partire per
ultimo. Inizia una rimonta impressionante dall’ultima
posizione, la sua macchina sembra una palla da bowling che butta
giù i birilli. Ma da un momento all’altro la folla
brasiliana passa dal delirio alla delusione più nera.
Davanti a Senna sventola una bandiera nera: squalificato. Senna non
poteva prendere la macchina di riserva, non lo hanno fermato prima
perché la sua rimonta stava facendo impazzire i tifosi.
Un’ingiustizia che Ayrton non dimenticherà. La
gara finisce con la vittoria di Prost e una certezza: Senna di
darà gran filo da torcere. E infatti, due settimane dopo,
sul circuito di Imola nel Gran Premio di San Marino, Ayrton vince la
sua prima gara al volante della McLaren davanti a Prost. La tappa
successiva è il Gran Premio di Monaco, il circuito preferito
di Ayrton. E senza sforzo guadagna la Pole Position con un secondo e
mezzo su Prost. Al via prende subito la testa della corsa e domina la
gara. A metà della distanza, il distacco del francese
è vicino al minuto. Siamo a Monaco, ma per Prost
è come essere a Waterloo. E mentre i brasiliani sventolano
le bandiere e i francesi le riavvolgono accade il colpo di scena. Senna
perde all’improvviso concentrazione e va a sbattere
all’ingresso del tunnel gettando il vento una vittoria che
era sul piatto d’argento. Ayrton è furioso. Il
“Professore” Alain Prost ha dato una lezione al
focoso rivale che d’ora in poi starà
più attento. Nelle gare successive Senna e Prost si
alternano sul gradino più alto del podio. Il dominio delle
loro McLaren è schiacciate. Agli altri, Mansell, Piquet,
Berger, Alboreto, non restano che correre per il terzo posto. In estate
Senna diventa re assoluto. |
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Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1988
Il Gran Premio degli Stati Uniti 1988 fu una gara di Formula 1,
disputatasi il 19 giugno 1988 sul Circuito di Detroit. Fu la sesta
prova del mondiale 1988 e vide la vittoria di Ayrton Senna su McLaren -
Honda, seguito da Alain Prost e da Thierry Boutsen
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Al
via Senna mantenne il comando della corsa, davanti a Berger, Alboreto e
Prost; il pilota francese superò rapidamente i piloti della
Ferrari, portandosi in seconda posizione al sesto giro, ma non fu mai
in grado di minacciare seriamente il compagno di squadra, che condusse
indisturbato fino al traguardo. Nella lotta per la terza posizione ebbe
la meglio Boutsen, dopo che il pilota della Benetton aveva messo fuori
gara Berger tamponandolo e causandogli una foratura.
Anche
Nannini e Alboreto vennero a contatto; il pilota senese si dovette
ritirare poco più tardi per problemi ai freni, mentre Alboreto,
ripresa la gara nelle retrovie, si produsse in una discreta rimonta
prima di uscire di scena definitivamente per un'altra uscita di pista.
Salirono così in classifica i due piloti della Williams, che
furono però traditi entrambi dalle proprie monoposto. L'alto
numero di ritiri permise a scuderie di secondo piano di ottenere buoni
piazzamenti: De Cesaris e Martini, quarto e sesto al traguardo,
conquistarono i primi punti nella storia di Rial e Minardi, che
così evitarono le prequalifiche nella seconda parte del
campionato, mentre Palmer giunse quinto per la Tyrrell. Da segnalare
che il team di Faenza, per evitare di perdere quella posizione di
vitale importanza per il suo futuro, durante la corsa decise di non
sostituire le gomme sulla vettura di Martini[1] che, nel corso dell'ultimo giro, si tolse anche lo sfizio di sdoppiarsi di un giro dal leader della corsa, Ayrton Senna.
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Mentre Berger blocca Prost, Senna prende
il volo a Montecarlo.
L'atterraggio però sarà dei
peggiori.
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Gran Premio del Belgio 1988
Il Gran Premio del Belgio 1988 fu una gara di Formula 1, disputatasi il 28 agosto 1988 sul Circuito di Spa-Francorchamps.
Fu l'undicesima prova del mondiale 1988 e vide la vittoria di Ayrton Senna su McLaren - Honda
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Al
via Prost partì meglio del compagno di squadra, sorpassandolo al
tornante della Source; tuttavia, Senna ebbe un'accelerazione migliore
in uscita dalla curva e al termine del rettilineo Kemmel
recuperò il comando, non cedendolo più fino alla bandiera
a scacchi. I ritiri dei due piloti della Ferrari e di Patrese per
problemi tecnici lasciarono in terza e quarta posizione Boutsen e
Nannini; tuttavia, i due furono successivamente squalificati per aver
utilizzato benzina non regolamentare. Il terzo posto passò, a
tavolino, a Capelli; in zona punti entrarono, oltre a Piquet, Warwick e
Cheever.
Con questa vittoria Senna conquistò la testa del mondiale piloti,
risultando favorito rispetto al compagno di squadra anche per la regola
degli scarti (il brasiliano aveva nove risultati utili contro i dieci
di Prost; per la classifica finale sarebbero stati validi solo gli
undici migliori risultati). A cinque gare dal termine, la McLaren
conquistò matematicamente il Campionato Mondiale Costruttori.
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Infila quattro vittorie consecutive in
Inghilterra, Germania, Ungheria e Belgio e prende la testa della
Classifica Piloti. Il francese schiuma rabbia. In Ungheria supera alla
prima curva il rivale brasiliano che però torna subito sotto
e lo beffa. Dopo la clamorosa doppietta Ferrari a Monza, dove Senna e
Prost sono costretti al ritiro, mancano quattro gare
all’assegnazione del Titolo. Senna ha una leggera flessione,
Prost implacabile ne approfitta. La gara che può decidere il
Titolo Piloti è il Gran Premio del Giappone sulla difficile
pista di Suzuka. Prost è al comando del Mondiale di poco
davanti a Senna. Se Senna vince e Prost arriva secondo il brasiliano
è Campione del Mondo grazie al Regolamento degli scarti sul
punteggio finale.
Suzuka 1988
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E a Suzuka Senna parte naturalmente in Pole Position.
Al via il motore ha serie difficoltà ad avviarsi, procede a
singhiozzo: Ayrton viene sfilato da metà gruppo ma riesce
finalmente a partire. Alain Prost si è portato al comando
tallonato da Berger. Il “Professore” non crede a
quello che vede: il brasiliano è dietro e davanti ha pista
libera. Chiunque perderebbe la calma e la concentrazione, ma non un
vero Campione come Ayrton Senna. Dalla dodicesima posizione inizia la
sua rimonta a suon di sorpassi come era accaduto nella prima gara in
Brasile. Prost è sempre al comando ma non sembra andare in
fuga. La pista iniziò a piovigginare, situazione ideale per
Senna che nel frattempo si è portato in seconda posizione. A
metà della corsa Senna ha ormai raggiunto Prost. Sul
rettilineo di partenza parte l’attacco: Senna è
dietro, Prost ha una macchina da doppiare. Superare sembra impossibile,
ma c’è uno spazio molto stretto tra la macchina di
Prost e il muretto. Senna si infila e riesce a sorpassare Prost andando
a vincere la gara. È stato un anno duro, difficile, ma sul
traguardo, Ayrton Senna da Silva è Campione del Mondo di
Formula 1 1988. Sceso dalla vettura non riesce a trattenere le lacrime
per la conquista del Titolo che sognava sin da bambino. Ha sorpassato
il rivale, ha vinto la gara e ha conquistato il suo primo Titolo
Mondiale.. |
I
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GP Francia '88
al comando tallonato da
Alain
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Il 1988 è una stagione fantastica, dominata da due campioni al volante di una vettura,
la MP4-4, imbattibile. |
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Ayrton, scattato bene al via, chiude Prost
fin quasi contro
il muretto dei box prima di cedere la testa della
corsa.
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Al via Senna mantenne la prima posizione, mentre Prost fu sopravanzato da Berger.
L'austriaco oppose una strenua resistenza agli attacchi del pilota
della McLaren, permettendo così a Senna di prendere il largo; quando
Prost riuscì ad avere la meglio sul pilota della Ferrari, al 54º giro,
il suo compagno di squadra aveva un vantaggio vicino al minuto. Nel
corso del 67º giro, però, Senna ebbe un calo di concentrazione e andò a
sbattere contro le barriere del Portier, ritirandosi e regalando la
vittoria a Prost. Il francese conquistò quindi la seconda vittoria
stagionale, davanti alle due Ferrari di Berger e Alboreto; quarto chiuse
Warwick, seguito da Palmer e Patrese.
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Avevo
solo due anni quando... - Irene |
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Avevo
solo due anni quando Ayrton Senna morì, non ho mai visto una
sua gara ne letto titoli sulla gazzetta dello sport. Fino ad un anno fa
non sapevo bene chi fosse, lo conoscevo semplicemente come un grande
pilota di F1 morto in un incidente, niente di più. Mi
interessai alla sua storia il giorno dell'incidente di Kubica,
poichè citarono l'incidente di Ayrton Senna. Cercai su
Google il suo nome, curiosa di saperne di più. Trovai subito
questo sito, costruito davvero benissimo a mio parere. Credo che la
musica che hai scelto come sottofondo sia davvero giustissima;
trasmette pace, è bellissima. Iniziai a leggere dal
principio la storia di Ayrton da bambino, da ragazzo, da adulto. Mi
appassionai sempre più e mi avvicinai a lui moltissimo.
Leggendo la sua storia, i suoi pensieri, le sue frasi, guardando le
foto mi commuovo ogni volta. Adoro leggere di lui, trovare nuove
informazioni scoprire nuove cose e nelle poche occasioni che mi sono
capitate ho adorato anche parlare di lui scambiare opinioni su di lui,
sulla sua vita e sulle emozioni che riesce a trasmettere. E'
incredibile come sia riuscito ad entrarmi nel cuore così
all'improvviso e così profondamente, quando leggo di lui mi
emoziono, penso spesso a lui e alla fine così ingiusta della
sua vita. Ed è strano come riesca a fare ciò, io
non l'ho mai visto in pista non l'ho mai visto gareggiare anche se ora
posso dire che l'avrei desiderato davvero tantissimo. Penso che la sua
sia una storia magica, che lui sia stato un uomo magico e penso che lo
sia tuttora. |
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1989: McLaren
Il 1989 iniziò sulla falsariga dell'anno precedente, con un dominio
incontrastato della scuderia inglese e con Senna protagonista di tre
vittorie nelle prime quattro gare. Al Gran Premio di San Marino,
seconda prova del mondiale, la rivalità con Prost esplose
definitivamente. La sospensione della gara in seguito al violento
incidente di Berger
al Tamburello (nel quale l'austriaco riportò delle ustioni alle mani)
comportò l'organizzazione di una seconda procedura di partenza; Prost
scattò meglio, portandosi in testa, ma Senna lo passò poche curve dopo
non rispettando un accordo preso prima del via.
A questo punto Senna si involò verso la vittoria, con Prost incapace di
avvicinarsi; a fine gara i due si scambiarono accuse reciproche, con il
francese che arrivò addirittura a minacciare la squadra di non correre
il seguente Gran Premio se il brasiliano non si fosse scusato.
Nelle gare successive però, Senna fu fermato da diversi problemi di
affidabilità che permisero al compagno di prendere la testa del
campionato con un buon margine. A tre gare dalla fine il brasiliano era
distanziato di ben ventiquattro lunghezze. La matematica lo costringeva a
vincere tutte le gare rimanenti per confermarsi campione del mondo.
Senna vinse in Spagna,
dove dominò la gara dalla partenza all'arrivo, precedendo sul traguardo
Berger e Prost. Mancavano due gare: Giappone e Australia.
Lo scontro per il titolo iridato giunse al punto di maggiore tensione al Gran Premio del Giappone.
Senna, partito dalla pole position, fu sopravanzato da Prost al via; il
francese guadagnò un margine di circa cinque secondi, ma poi il
compagno cominciò a recuperare terreno, portandoglisi in scia. Al 46º
giro, nel disperato tentativo di mantenere vive le chance iridate, Senna
tentò un attacco alla Casio Triangle, ma Prost chiuse la traiettoria e i
due si agganciarono, terminando la loro corsa nella via di fuga. Il
francese, sicuro di aver conquistato il titolo, scese dalla vettura,
mentre Senna rimase al volante e, con l'aiuto dei commissari, riuscì a
ripartire. La sua vettura aveva il musetto danneggiato e il brasiliano
fu costretto a tornare ai box per sostituirlo; rientrato in pista alle
spalle di Nannini,
rimontò velocemente e al 50º passaggio lo sopravanzò, conquistando la
vittoria. Subito dopo la gara, però, Senna fu squalificato
per avere tratto vantaggio dalla spinta dei commissari, rientrando in
pista attraverso la via di fuga della chicane anziché percorrendo la
medesima;
Alain Prost diventava così campione del mondo per la terza volta in
carriera, mentre la vittoria veniva assegnata ad Alessandro Nannini, che
poteva così fregiarsi della sua prima affermazione in Formula 1.
L'episodio di Suzuka diede avvio a un mare
di polemiche tra Senna e il presidente della FISA Balestre che si
trascinò per tutto l'inverno. La McLaren, con Prost in procinto
di passare alla Ferrari, prese le difese del brasiliano, presentando
ricorso contro la decisione dei commissari al tribunale d'appello.
Questo fu respinto, con Senna che anzi fu accusato, nella sentenza del
31 ottobre 1989, di essere pericoloso per l'incolumità degli
altri piloti, in riferimento ad altri episodi controversi in cui il
pilota era stato coinvolto nelle ultime due stagioni, vedendosi
infliggere inoltre una multa di 100.000 mila dollari. Senna,
profondamente rattristato e scoraggiato, considerò il ritiro
dalle corse], accusando Balestre e la federazione di aver manipolato l'esito del campionato.
A seguito di queste accuse, la federazione rispose con la sospensione,
per sei mesi, della super licenza necessaria per correre.
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1989
Durante una gara dipendi da una
vettura che è molto complicata, che può sempre
darti dei problemi.
Non è una semplice racchetta da tennis
con cui colpisci una palla. Dipendi da una squadra intera che
collabora,
da un insieme di forze e di persone che lottano per un
obiettivo comune.
È molto complesso. Se fosse facile,
saremmo tutti campioni. A.Senna
Finalmente sul musetto il numero 1
del Campione del Mondo in carica.
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Il Gran Premio del Messico fu la quarta gara della stagione 1989, disputata il 28 maggio all'Autodromo Hermanos Rodríguez.
La manifestazione venne vinta dal pilota dalla McLaren Ayrton Senna,
seguito dagli italiani Riccardo Patrese su Williams - Renault
e Michele Alboreto su Tyrrell - Ford Cosworth.
Imola1989, al secondo start Ayrton
affianca e passa Prost alla staccata della Tosa...
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Suzuka, con uno splendido sorpasso Senna
ottiene la vittoria decisiva.....
Campionato
del Mondo di Formula 1 1989. Ayrton Senna deve difendere il Titolo
Piloti conquistato l’anno precedente. Ha curato la mente e il
corpo ed è pronto ad una nuova Stagione in Formula 1. Dopo
la beffa di Suzuka, Alain Prost comincia la nuova Stagione con fieri
propositi di rivincita. Tra Alain e Ayrton esiste un patto stipulato da
ormai molto tempo. Data la superiorità delle loro
McLaren-Honda l’imperativo è non attaccarsi alla
prima curva per non compromettere gravemente la gara di ciascuno. A
Imola, in prima fila ci sono come al solito Senna e Prost. Al via il
“Professore” parte meglio beffando il compagno di
squadra. Ayrton si accoda ad Alain e gli resta in scia. Dopo la curva
del Tamburello, Senna esce di scia e affianca Prost. Alla prima vera
curva, la Tosa, Senna infrange il patto con Prost e riprende il
comando, andando a vincere la gara. Il
“Professore”, sconfitto, è furibondo.
Dal canto suo, Senna ritiene che l’attacco al compagno di
squadra sia stato effettuato in rettilineo e non alla prima curva.
Pertanto, non avrebbe in nessun modo infranto il patto. La versione di
Prost è tutt’altro che identica. Risultato: Prost
non si fida più di Senna. Senna non si fida più
di Prost. Ron Dennis si trova nella difficile situazione di gestire una
squadra con i nervi tesi. La rivalità tra Senna e Prost
è dichiarata, si affrontano in gara in gara con rabbia
sempre più crescente. Senna è protagonista di un
buon avvio di Mondiale, e delle prime quattro gare ne vince tre. Prost
approfitta dei guai di Senna a centro Campionato e recupera punti.
Senna, complice un duello più psichico che fisico, alterna
grandi vittorie a ritiri clamorosi. Prost è meno brillante,
ma non sbaglia quasi mai. Il verdetto finale si decide ancora una volta
in Giappone, sulla pista di Suzuka, un circuito che rievoca dolci
ricordi per Ayrton, dove ha conquistato il suo primo Titolo Mondiale.
Senna è obbligato a vincere la ultime due gare per sperare
ancora nel Titolo. A Suzuka, in prima fila ci sono ancora una volta
Senna e Prost. Il “Professore” azzecca una partenza
migliore del brasiliano e va al comando. Prost monta una guardia
feroce. Senna gli si accoda e lo tallona da vicino. |
1989 Suzuka - Prost aggancia la vettura
del compagno di squadra Senna finiscono tutti e due nella via di fuga. |
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A sei giri dal
termine Senna tenta un attacco a Prost alla chicane. Il francese
chiude, le due McLaren si tamponano e restano
“incastrate” all’esterno della chicane.
In seguito, dai replay in tv si constaterà che la manovra di
Senna era corretta, e che è stato Prost a provocare
l’incidente tra le due vetture. Ma restiamo a Suzuka. Prost
si slaccia le cinture: è Campione del Mondo. Ma Senna
è Senna e non si arrende. Torna in pista e ripara il musetto
danneggiato ai box. Senna riprende a girare: fortissimo. In testa alla
corsa c’è il senese Alessandro Nannini
(Benetton-Ford) e Senna colma velocemente il gap che lo separa dal
pilota italiano. In poco tempo, Senna pressa Nannini e lo sorpassa alla
solita chicane. È al comando della gara. Solo pochi minuti
fa, il Mondiale sembrava nelle mani di Prost. La grinta e la tenacia di
Senna glielo stanno portando via. Ayrton sfreccia per primo sotto il
traguardo e con questo risultato può giocarsi il Titolo
all’ultima gara in Australia, sulla pista di Adelaide. Ma dal
paddock girano strane voci. Poco dopo l’arrivo ai box,
l’entusiasmo generale è gelato da un terrificante
comunicato della FIA: Ayrton Senna è squalificato. Per
tornare in pista dopo l’incidente con Prost, Senna ha
tagliato la chicane, fatto non regolare.
Il Titolo Piloti, il terzo
della sua carriera, va ad Alain Prost. Ayrton passa da un attimo dal
delirio per l’impresa allo sconforto più totale.
Senna attacca il Presidente della FIA, Jean-Marie Balestre, e lo accusa
di aver ordito un complotto per favorire il connazionale Prost. La
risposta della FIA è secca e decisa: sei mesi di sospensione
per il brasiliano, con una sola via d’uscita. Scuse pubbliche
a Balestre.
Ayrton scappa in Brasile, meditando sul suo futuro.
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9 Punti GP San Marino - 9 Punti GP Monaco - 9 Punti
GP Messico - 9 Punti GP Germania
6 Punti GP Ungheria - 9 Punti GP del
Belgio - 9 Punti GP di Spagna
Totale 60 Punti - 2° Classificato |
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27/08/1989 - Spa- Francorchamps
Senna parte al comando seguito da Prost e Mansell.
Arriva subito la pioggia e Senna mette tra se e il
compagno un formidabile distacco che gli garantisce di vincere in
tranquillità.
Prost di difende dagli attachi di
Mansell, fermato alcune volte dai doppiati, ed arriva secondo.
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1990: McLaren
La polemica tra Senna e Balestre si risolse solo poco prima l'inizio
della nuova stagione; alle scuse (via lettera) del brasiliano seguì il
ripristino della super licenza da parte della federazione.
Con l'arrivo di Berger al posto del francese, la situazione in Mclaren
si normalizzò, con Senna al centro del progetto tecnico del Team.
Tuttavia, il leitmotiv della stagione era sempre lo stesso: Prost contro
Senna. A due gare dalla fine i due contendenti erano distaccati di sole
nove lunghezze in favore del brasiliano. Suzuka era nuovamente la sede
dello scontro decisivo; con Prost fuori dalla zona punti, Senna poteva
fregiarsi del secondo titolo iridato. Il brasiliano dominò le qualifiche
proprio davanti all'acerrimo rivale, ma al termine delle prove
l'attenzione si focalizzò sul posizionamento della prima casella di
partenza.
Senna infatti, chiese agli steward il riposizionamento della Pole
Position sul lato più pulito della pista, dopo che questi avevano deciso
di spostare i numeri dispari (compresa la prima posizione) sul lato
sporco[42].
La richiesta del pilota Mclaren venne rigettata, con il brasiliano che
accusò nuovamente Balestre di agire in favore di Prost.
Alla partenza, il pilota della Ferrari prese il comando, sfruttando il
lato più pulito della pista. Arrivati alla prima curva, mentre il
francese si accingeva a rallentare per impostare correttamente la
traiettoria, Senna non alzò il piede dall'acceleratore, speronando Prost
ad oltre 270 Km/h. La corsa era finita per entrambi. La manovra del
brasiliano destò grandi polemiche, ma la Fia, contrariamente a quanto
fatto l'anno precedente, non sanzionò il pilota, considerando l'accaduto
come un incidente di gara. Senna era campione del mondo per la seconda
volta in carriera. Commentando l'episodio a caldo, il pilota brasiliano
affermò, alludendo all'episodio dell'anno precedente: a volte le gare
finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva. Un anno
dopo, Senna ammise pubblicamente di aver provocato volontariamente
l'incidente,
affermando che in quel gesto avevano avuto una forte influenza il
controverso episodio del 1989 e il comportamento della federazione
guidata da jean marie Balestre, a suo dire sostenitrice di Prost.
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Jerez 1990, Senna festeggia la
50° pole position
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Monaco
07/05/1990 - Montecarlo
Alla partenza Berger arriva veloce alla Mirabeau e colpisce la Ferrari di Prost e molte altre monoposto. Senna
conduce al comando tutto il GP, seguito da Alesì e Berger.
Nel finale
Senna rallenta a causa delle gomme usurate e del cambio parzialmente
rotto, così arriva primo al traguardo. |
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Ungheria
12/08/1990 - Hungaroring
Sabato Berger e Senna si qualificano in seconda fila.
Al
via Berger parte davanti a tutti, mentre Senna si piazza in quinta
posizione, che perde a favore di Alesi. Al ventunesimo passaggio Alesi
fora e lascia strada a Senna. Berger torna ai box a cambiare le gomme e
riesce sesto. Al sessantaquattresimo giro Senna si trova terzo, alle
spalle di Nannini. Nel sorpasso i due si toccano, ma Senna non riporta
danni e prosegue. A cinque giri dalla fine, Berger tenta il sorpasso a
Mansell, ma i due si toccano e si ritirano.
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Insieme
all’affetto della sua famiglia e dei suoi amici, Ayrton
riscopre i piaceri della vita con quattro mesi di sosta totale in
Brasile. Tra Ayrton Senna e il Presidente della FIA Jean-Marie Balestre
c’è sempre bufera, ma Ron Dennis ricuce lo
strappo. Ayrton ritorna in pista nel marzo del 1990 deciso a voltare
pagina. Al suo ritorno lo attente una clamorosa sorpresa. Visto che la
convivenza con Senna era impossibile, il
“Professore” Alain Prost ha deciso di andare via e
di passare alla Scuderia Ferrari. Al suo fianco, è arrivato
l’austriaco Gerhard Berger, un pilota giovane e veloce e
sicuramente più malleabile del
“Professore”. Va peggio a Prost, che dalla padella
Ayrton Senna cade nella brace Nigel Mansell, un pilota istintivo e
combattente, deciso a dare la caccia al suo primo Titolo Mondiale. La
Ferrari con due piloti tanto veloci quanto esperti si candida ad
interrompere il dominio assoluto delle McLaren. La prima gara della
Stagione è il Gran Premio degli Stati Uniti, sul circuito
cittadino di Phoenix, nell’Arizona. Senna è
protagonista di uno stupendo duello con il giovane francese Jean Alesi
(Tyrrell-Honda) e va a vincere la gara. Anche quest’anno le
McLaren sembrano imbattibili. Senna vince tre delle cinque gare
iniziali, ma il francese non si arrende. Comincia a vincere anche con
la Ferrari e tiene aperta la partita con il rivale. I duellanti si
affrontano a Monza. Senna vince la gara, e consolida il suo primato in
Classifica. Prost è secondo. Nella conferenza stampa succede
l’incredibile. Senna e Prost si stringono la mano davanti
alle telecamere dopo mesi di polemiche. Era dal Gran Premio di San
Marino 1989 che non si parlavano. Sembra ormai pace fatta, ma non
è così. Ayrton non dimentica, non è
della sua natura. |
Anche quest’anno il Titolo Piloti si decide
in Giappone. Qui che Senna ha vinto il suo primo Titolo Mondiale, qui
ha subito l’umiliazione più grande della sua
carriera e qui può consumare la sua vendetta. Senna ha le
mani sul Titolo Mondiale, Prost è alla disperazione. In Pole
Position, come al solito, c’è Senna davanti a
Prost. Al via parte bene Prost e Senna gli si accoda in scia. Alla
prima curva un clamoroso incidente mette fiori gioco i due rivali per
il Titolo. I sogni di Prost e della Ferrari vanno in fumo. Il
“Professore” attacca in modo feroce e senza peli
sulla lingua Senna. Ayrton dichiara in una conferenza stampa cosa
realmente è accaduto. “Il venerdì avevo
avvisato la FIA che la posizione della Pole era sul lato sporco e
pertanto avevo chiesto di spostare la griglia di partenza
sull’altro lato. Ma Balestre ha dato un altro ordine ai suoi
uomini. Io domenica partivo in Pole Position e in svantaggio. Ero
così frustato che mi sono promesso che chiunque fosse stato
in testa alla prima curva lo avrei buttato fuori senza pensare alle
conseguenze. Prost non sarebbe uscito per primo alla prima curva. E
così è stato. Ha fatto un errore di valutazione
quando non ha chiuso la traiettoria. E questo è il risultato
delle stupide decisioni prese dalla FIA e da Balestre”. Senna
ha fatto assaporare la stessa rabbia a Prost che gli era capitata un
anno prima.
A Suzuka sogni e gloria diventano realtà: è
Campione del Mondo per la seconda volta. |
Gran Premio di Monaco 1990 |
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Il Gran Premio di Monaco 1990 è stata una gara di Formula 1 disputata il 27 maggio 1990 al circuito di Monaco.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna alla guida di una McLaren.
Qualifiche
In
questa gara non ci sono avvicendamenti in nessuna scuderia; le
qualifiche vedono il dominio di Ayrton Senna, che conquista la pole
position davanti all'arci-rivale Prost. Continua ad impressionare
Alesi, che si qualifica in terza posizione sulla sua Tyrrell; dietro al
francese si piazzano Patrese, Berger, Boutsen, Mansell, Martini, Pirro
e Piquet. In casa Ferrari, Prost e Mansell scelgono soluzioni
differenti per il cambio, con il francese che decide di utilizzare per
il weekend sei marce anziché le abituali (per il semiautomatico
Ferrari) sette.
Gara
Poco dopo la partenza, alla
curva Mirabeau Haute Jean Alesi, con una manovra audace, supera Prost
che d'istinto allarga; Berger non se ne avvede e tampona la Ferrari.
Anche la Brabham di Modena subisce dei danni nella mischia e rimane
ferma. Fuori combattimento anche Ivan Capelli, fermatosi per un guasto
alla sua Leyton House poche centinaia di metri dopo il via. Il
tracciato è bloccato e la gara deve essere sospesa. L'austriaco
e il campione del mondo devono partire con il muletto; la vettura di
riserva Ferrari è preparata per Mansell, e ha quindi il cambio a
sette rapporti. Al secondo via tutto si svolge regolarmente e Senna
mantiene la testa della corsa davanti a Prost, Alesi, Berger, Patrese e
Boutsen; Pirro è il primo a ritirarsi, quando il motore della
sua Scuderia Italia cede già nel corso del primo giro. Mansell,
scivolato in ottava posizione dopo la partenza, cerca di recuperare,
superando Martini e portandosi alle spalle di Boutsen; tuttavia, il
tentativo di sorpasso del ferrarista al pilota belga non ha successo e
Mansell è costretto ad una sosta ai box per sostituire
l'alettone anteriore.
In testa alla corsa, Senna
conduce tranquillamente, soprattutto dopo il ritiro, dopo trenta giri,
di Prost, la cui batteria esplode. Al 35º passaggio, Piquet esce
di pista poco prima del tornante del Loews; per ripartire deve essere
spinto dai commissari e questo gli costa la squalifica. Con Senna
ancora stabilmente in testa e Alesi e Berger in lotta per la seconda
posizione, si mette ancora in luce Mansell, che si porta al quarto
posto dopo aver sopravanzato Warwick e Boutsen; tuttavia l'inglese si
deve ritirare a quindici tornate dal termine, anch'egli per un problema
alla batteria. Gli inconvenienti delle batterie Ferrari, inusuali in
Formula 1, furono probabilmente causati dall'eccessiva richiesta di
corrente del cambio elettroidraulico, continuamente sollecitato a
Montecarlo, specialmente nella versione a sette rapporti che anche
Prost alla fine fu costretto a usare. Nelle ultime fasi di gara Senna
rallenta, permettendo ad Alesi e Berger di avvicinarglisi; il
brasiliano ottiene la sua terza vittoria in carriera a Monaco,
precedendo Alesi, Berger, Boutsen, Caffi e Éric Bernard, ultimo
dei piloti al traguardo, che si era portato in sesta posizione negli
ultimi giri di gara dopo aver mandato a muro Foitek per superarlo,
ottenendo i suoi primi punti in carriera.
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Gran Premio del Belgio 1990 |
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Il Gran Premio del Belgio 1990 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 26 agosto 1990 al circuito di Spa-Francorchamps.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
Alla partenza Senna mantiene la testa della corsa, ma alle sue spalle
si crea un groviglio di vetture: Suzuki, Mansell e Piquet entrano in
collisione tra loro, coinvolgendo nell'incidente anche i due piloti
della Lotus, Warwick e Donnelly. Sempre nel corso del primo passaggio
si verifica un incidente tra Modena e Nakajima e la gara viene sospesa.
Anche al secondo via Senna resta al comando, ma la gara viene di nuovo
interrotta dopo una violenta uscita di pista di Barilla alla Eau Rouge.
Alla terza partenza, alla quale non prendono parte Suzuki e Barilla,
tutto si svolge regolarmente; ancora una volta Senna mantiene la prima
posizione, seguito da Berger e Prost. Dopo pochi giri il ferrarista
sopravanza l'austriaco, portandosi al secondo posto e lanciandosi
all'inseguimento di Senna. I tre piloti di testa effettuano un cambio
gomme; Senna torna in pista al comando, mentre Prost si inserisce
dietro a Nannini; poco dopo il francese supera il pilota della
Benetton, riportandosi alle spalle di Senna senza però riuscire
ad impensierirlo realmente. Anche Berger prova a sopravanzare Nannini,
finendo però per toccare la vettura dell'italiano; entrambi
riescono comunque a concludere la gara, con il pilota della McLaren in
terza posizione. Chiudono la zona punti Piquet e Gugelmin.
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Gran Premio d'Italia 1990 |
Il Gran Premio d'Italia 1990 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 9 settembre 1990 all'Autodromo Nazionale di Monza.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
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Suzuka, alla prima curva Senna si porta
all'interno e, pur essendo troppo indietro, attacca. |
Senna e Prost rientrano verso i box;
la
vendetta di Ayrton contro il potere sportivo si è consumata.
Ora ha un titolo in più, ma a che prezzo?
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L'idolo
locale Nigel Mansell conduce la gara fino a quando non comincia ad
avere problemi al cambio; superato da Prost in contrasto agli ordini di
scuderia, dopo essersi ritirato Mansell lancia i suoi guanti al
pubblico, dichiarando al termine della corsa il proprio ritiro (poi
ritrattato) dalla Formula 1. Prost vince la gara davanti a Boutsen e al
rivale per il campionato Senna, che in classifica generale viene
scavalcato dal francese, ora in vantaggio di due punti. Ottima
prestazione per le due Larrousse di Bernard e Aguri Suzuki, quarto e
sesto al traguardo; per entrambi si tratta del miglior risultato in
carriera. Tra i due giunge Piquet, che porta due punti alla Benetton.
Grande crisi, infine, per la Ligier; per evitare di dover effettuare le
prequalifiche a partire dal Gran Premio successivo, lo storico team
francese avrebbe dovuto ottenere almeno un arrivo tra i primi otto, ma
Larini non riesce a far meglio del decimo posto.
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Un
angelo dimenticato - Daniela |
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Sono
passati quasi dieci anni da allora, da quella maledetta domenica di
maggio in cui si é spento il sole ed é calata la
notte sul mondo della Formula 1.. Sono passati 9 anni, 9 mesi e 22
giorni, ma il mio dolore é, e rimarrà sempre lo
stesso. Ancora adesso giro su Internet alla ricerca di siti che parlino
di Lui e scopro che ci sono molte persone che soffrono, proprio come
me, a dispetto del tempo che passa e mi sento meno sola...
Seguo la Formula 1 da 31 anni cioé da quando sono nata,
iniziata a questa passione (quando ancora non distinguevo un volante da
una ruota, ma gioivo a vedere "rosso") da mio padre, tifoso delle
Ferrari e del mitico Gilles Villeneuve e, come logico, seguivo le sue
passioni ed i suoi amori.
Il giorno in cui Ayrton Senna ha mostrato al mondo di che pasta era
fatto, io avevo 11 anni. Era il 1984 e tutti, mio padre compreso, si
sono accorti immediatamente del talento di questo pilota, dallo sguardo
dolce e dal corpo gracile, che aggrediva l' asfalto, guadagnava secondi
su secondi ad Alain Prost e correva come se la pista fosse
completamente asciutta...era nato "il Re della pioggia" !!!
Odiavo Ayrton, mi vergogno a dirlo, ma quando ero piccola lo odiavo,
come quando non si riesce proprio a sopportare qualcuno che non sbaglia
mai, che é troppo perfetto per essere vero...condizionata
dai pensieri di mio padre e dal suo sviscerato amore per la Ferrari..
Poi son cresciuta ed ho cominciato a ragionare con la mia testa ed
é nato il mio grande amore per lui, l' unico, il mitico e l'
inarrivabile Ayrton Senna Da Silva. Ogni volta che guardavo la corsa e
lo vedevo prima in pole e poi sul gradino più alto del
podio, mal sopportavo i suoi trionfi, i suoi successi...la sua innata
superiorità, poi un giorno ci é riuscito...mi ha
conquistato nell' unico modo in cui avrebbe potuto farlo...correndo,
contro il tempo, contro il vento, contro le leggi stesse della fisica.
Un uragano di passione e determinazione, una vita dedicata alle corse,
ed una dedizione che non ha eguali. L'ho seguito da allora e fino al
suo ultimo respiro. Ho ammirato l'uomo ed il campione che non si
accontenta mai e che non si risparmia, né sportivamente
(quando ha trasformato il suo esile corpo in una meravigliosa scultura
fatta di muscoli scattanti), né umanamente (con le sue opere
benefiche a favore di quelli molto meno fortunati di lui)...e l'ho
pianto, disperatamente il giorno che Dio si é accorto di
aver dimenticato un angelo sulla terra.
L'8 maggio 1982 (mese infausto) il giorno in cui morì Gilles
Villeneuve io vidi mio padre piangere come un bambino, come se fosse
mancato qualcuno di famiglia, allora faticai a capire il suo dolore,
riuscivo solo a guardare Jacques, quel bimbetto di due anni
più di me che aveva appena perso il papà ed i
suoi occhioni mi sono rimasti dentro come un marchio di sofferenza.
Dopo dieci anni la storia si é ripetuta ed allora ho capito.
I miei occhi non si sono ancora asciugati definitivamente e le lacrime
per piangere non sembrano mai avere fine. Leggo di lui, del dolore
nascosto dentro le persone, di coloro che non riescono a dimenticare e
a perdonare chi lo ha rivoluto per sè e sento in loro una
comunanza di orgoglio e sofferenza che fa ancora male.
La domenica più brutta della mia vita non ero davanti alla
tivù, per fortuna ma non dimenticherò mai il
momento in cui mi telefonò mia mamma per dirmi, prima che lo
venissi a sapere da qualcun'altro, che Ayrton aveva avuto un
incidente..."non si sa niente", mi disse, "l'hanno portato via in
elicottero . Dentro di me però lo sapevo, era una
sensazione, ma talmente reale da poter essere "toccata con mano" e la
conferma stava negli occhi di mia mamma al mio arrivo a casa...
Il mondo si era fermato, il sole si era spento...una folgorazione, una
spaccatura dentro al cuore...
Da quel giorno non sono più riuscita a guardare le corse
(solo la domenica successiva nella "sua" Montecarlo, per vederlo
partire dalla prima fila, ancora una volta, come l'ultima, come
sempre), la Formula 1 mi aveva deluso.
Quello é stato il giorno in cui ho iniziato ad odiare
Schumacher, la sua faccia quadrata, la sua presunzione, la sua
arroganza...quel tedesco dallo sguardo di ghiaccio e dal cuore di
pietra che riuscì ad alzare la coppa e gioire sul podio di
Imola, in un gran premio costellato da tragedie di enorme portata (lo
stesso che, a distanza di anni, é riuscito ad ottenere la
pole ed a disputare la gara nei giorni immediatamente successivi alla
morte di sua madre).
Ma il destino a volte ci mette lo zampino ed ecco che, dopo due anni,
compare Jacques, il figlio del compianto Gilles, con lo sguardo che mai
avevo dimenticato. Grazie a lui mi sono nuovamente avvicinata alle
corse, lui mi ha regalato l'emozione più grande dopo la
notte più buia...la mia rivincita per Ayrton. Tre anni dopo,
il 26 ottobre 1997 a Jerez, Schumacher ha mostrato (anche se in molti
han voluto dimenticarlo) ciò che in realtà
é: un debole.....ed ha perso!
La verità é che sulla pista di Imola é
morta anche la Formula 1 e quelle gare fatte, anche con il coltello fra
i denti in pista, ma vissute con il cuore fuori, oggi non si vedono
più...Piloti che fanno la differenza, per intenderci, che
vincono a dispetto della tecnologia e dell'elettronica e che mettono
tutto se stessi in ciò in cui credono.
Onore ad Ayrton, un uomo vero, un uomo meraviglioso per cui il mio
cuore non smetterà mai di sanguinare. Da oggi e per sempre
con Lui. |
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1991: McLaren
Nel 1991 Senna divenne campione del mondo per la terza volta in
carriera. L'inizio di stagione fu decisivo per la vittoria del
campionato; al trionfo sul cittadino di Phoenix seguirono le vittorie ad
Interlagos (la prima davanti al pubblico di casa), Imola e Monaco, che
sommate ai problemi tecnici dei rivali consentirono al brasiliano di
prendere un margine rassicurante. Particolare fu la vittoria in Brasile;
sul tracciato di Interlagos, il brasiliano dovette lottare con problemi
al cambio dal 60º giro in poi, perdendo tutte le marce ad eccezione
della sesta. Nonostante tutto vinse, riuscendo a gestire un vantaggio di
40 secondi su Patrese, ma a fine gara svenne a causa dell'immane stress
fisico, accusando dolori lancinanti alle spalle e alle mani. Con il
passare delle gare, tuttavia, il britannico Mansell al volante della
Williams iniziò ad opporsi al dominio del pilota Mclaren, ravvivando il
campionato. Non appena lo sviluppo della vettura di Frank Williams si
perfezionò, questa divenne la macchina da battere, con Mansell che in
estate colse tre vittorie consecutive (Magny Cours, Silverstone e
Hockenheim). Tuttavia, i trionfi di Senna a Budapest e Spa, sommati al
clamoroso errore dei meccanici Williams durante il gran premio del
portogallo consentirono al brasiliano di incrementare, in maniera
decisiva, il vantaggio nei confronti del pilota Inglese. Il titolo
arrivò alla penultima gara a Suzuka. Con Mansell obbligato a vincere, a
Senna bastava un secondo posto per aggiudicarsi il mondiale. La lotta
per il campionato si risolse nelle prime battute di gara, quando
Mansell, nel tentativo di rimanere in scia a Senna, andò lungo alla
prima curva, finendo nella ghiaia e dovendosi ritirare. Sicuro della
vittoria, Senna rallentò nelle ultime fasi di gara, lasciando il
successo al compagno Berger. Da dimenticare invece la stagione per
Prost. Alle prese con una Ferrari poco competitiva, il francese non fu
mai in grado di lottare per il titolo, venendo addirittura licenziato
dalla scuderia di Maranello proprio al termine del Gran Premio di
Suzuka, dopo aver definito la macchina un camion.
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Vittoria a Monaco '91, la quarta nelle
prime 4 gare della stagione!
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Gran Premio del Brasile 1991
Gran Premio del Brasile disputato il 24 marzo 1991 all'autodromo José Carlos Pace di San Paolo.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
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Al via Senna mantiene il comando davanti a Mansell, Patrese, Alesi, Berger e Prost,
guadagnando poi un margine di circa tre secondi nei primi otto giri. A
partire da questo momento, però, Mansell comincia ad avvicinarsi e per
il ventesimo giro il vantaggio del brasiliano è ridotto a sette decimi.
Al 17º giro Prost, temendo di rimanere bloccato dietro alla Benetton di Piquet,
effettua un pit stop; Mansell lo imita al 26º passaggio, ma la sua
sosta dura ben quattordici secondi e questo lo fa scendere in quarta
posizione, alle spalle di Patrese ed Alesi. Dopo i pit stop di questi
ultimi, Mansell si trova a sette secondi dal leader della gara Senna; il
pilota britannico rimonta lo svantaggio dal rivale e sembra poterlo
superare, ma al 50º giro è costretto ad una seconda sosta da una
foratura.
Senna ha però problemi con il cambio, che per il 60º passaggio ha
perso la quarta marcia; Mansell potrebbe ancora rappresentare
un'insidia per il brasiliano, ma il pilota della Williams è costretto al
ritiro al 61º giro proprio per un problema al cambio. Il cambio di
Senna perde via via tutte le marce ad eccezione della sesta; il
brasiliano, pur a costo di grandi sforzi (a fine gara dovrà essere
aiutato ad uscire dalla vettura e faticherà ad alzare la coppa del
vincitore) riesce a rimanere in gara, nonostante diverse volte nelle
curve lente la sua McLaren quasi si fermi. Tuttavia Patrese, anch'egli
afflitto da problemi al cambio, non riesce ad approfittare delle
difficoltà del rivale e Senna vince la gara di casa davanti a Patrese,
Berger, Prost, Piquet ed Alesi.
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GP Spagna GP Spagna1991, leggendario testa a testa
con Mansell |
1991 - Ayrton vince il Campionato con
questa meravigliosa McLaren Mp4/6
eravigliosa McLaren Mp4/6
Nel
Campionato del Mondo di Formula 1 1991 il duello annunciato
èNel
Campionato del Mondo di Formula 1 1991 il duello annunciato
è ancora una volta quello tra Senna e Prost. Senna domina le
prime quattro gare (Phoenix, Interlagos, Imola, Montecarlo), mentre
Prost annaspa con una Ferrari in crisi. La prova più
esaltante di Ayrton è il Gran Premio del Brasile sulla pista
di casa. Domina ancora una volta la gara ma negli ultimi giri si
inceppa il cambio e Senna si fa male una mano nel tentativo di scalare
le marce. Perde uno ad uno tutti i rapporti del cambio. Il fisico
è sfinito anche perché le cinture che lo legano
alla vettura sono troppo strette e gli martoriano le spalle. Negli
ultimi giri stringe i denti con Riccardo Patrese (Williams-Renault)
alle calcagne. Ma ce la fa. È un’impresa
leggendaria. ancora una volta quello tra Senna e Prost. Senna domina le
prime quattro gare (Phoenix, Interlagos, Imola, Montecarlo), mentre
Prost annaspa con una Ferrari in crisi. La prova più
esaltante di Ayrton è il Gran Premio del Brasile sulla pista
di casa. Domina ancora una volta la gara ma negli ultimi giri si
inceppa il cambio e Senna si fa male una mano nel tentativo di scalare
le marce. Perde uno ad uno tutti i rapporti del cambio. Il fisico
è sfinito anche perché le cinture che lo legano
alla vettura sono troppo strette e gli martoriano le spalle. Negli
ultimi giri stringe i denti con Riccardo Patrese (Williams-Renault)
alle calcagne. Ma ce la fa. È un’impresa
leggendaria. |
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1991 GP del Brasile - una vittoria
inseguita da tempo e ottenuta nonostante problemi con il cambio
Brasile
24/03/1991 - Interlagos
Dall’abitacolo, in collegamento con i cronisti
brasiliani, Ayrton urla tutta la sua gioia da sotto il casco.
È la prima volta che trionfa nel Gran Premio di casa, una
vittoria che per un motivo e per l’altro gli era sempre
sfuggita. Sul podio, con la bandiera brasiliana, stenta quasi a
reggersi in piedi e solleva la coppa con fatica. Con avversari
praticamente inesistenti, le gare diventano passeggiate per Senna.
Domina sino al punto di annoiare. Ma Ayrton è sicuro che
qualcosa non sta andando per il verso giusto. La nuova McLaren Mp4/6
con motore Honda V12 non lo soddisfa a pieno.
Teme il recupero degli
avversari. Soltanto l’inglese Nigel Mansell prova a
contrastarlo. Guida una macchina molto veloce, la Williams-Renault
FW14, ma non ancora abbastanza affidabile. Dal Gran Premio
d’Ungheria, la McLaren riesce a recuperare nei confronti
della Williams grazie ad un motore rivisto su consiglio dei propri
piloti. Sempre al Gran Premio d’Ungheria, avviene la pace
definitiva tra Senna e Prost. Al Gran Premio del Portogallo viene
annunciato il rinnovo del contratto di Senna con la McLaren per un
altro anno
per la bella cifra di 22 milioni di vecchie lire.
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Celebre
resta il duello tra “Magic Senna” e il
“Leone d’Inghilterra” sul rettilineo
principale del circuito di Barcellona, in Spagna. Duello che si
conclude con il sorpasso a ruote inchiodate di Mansell ne confronti di
Senna. Ancora una volta, il Titolo Mondiale si decide in Giappone, a
Suzuka. Senna è nettamente in vantaggio su Mansell (16 punti
di vantaggio) e può chiudere il Campionato con una gara
d’anticipo. Mansell vola fuori pista, mentre le McLaren di
Senna e Berger dominano. Ma Ayrton lascia che sia il compagno di
squadra a vincere. Un gesto con cui Ayrton ringrazia Gerhard del
supporto e della collaborazione con la quale lavorano in McLaren.
Ancora una volta Senna è Campione del Mondo: tricampeao du
monde. |
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1991 GP del Messico - alla velocissima
curva Peralteda durante le qualifiche
la vettura sbanda nessun problema
per Ayrton
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GP di Germania , Hockenheim, 1991.
Ayrton Senna (McLaren-Honda). Bernie Ecclestone (FOCA).
Alla partenza
Mansell parte bene e mantiene la testa della corsa; alle sue spalle
Berger sopravanza il compagno di squadra Senna, che precede Prost,
Patrese ed Alesi. A fondo gruppo Blundell entra in collisione con
Larini, che è costretto al ritiro. Berger scivola in decima
posizione dopo un pit stop problematico, mentre Prost comincia a
pressare Senna. In testa alla corsa Mansell conquista un grande
vantaggio sugli inseguitori; quando entra ai box per il cambio gomme
torna in pista alle spalle di Alesi, che sopravanza dopo due tornate,
riprendendosi il comando.
Alle spalle dei due si scatena un gran duello tra Senna, Prost e
Patrese per la terza posizione; alla fine la spunta l'italiano, che
comincia a rimontare su Alesi, mentre gli altri due continuano a
contendersi il quarto posto. Al 37º passaggio Prost tenta un attacco
all'esterno alla prima chicane, ma Senna resiste, mandando fuori pista
il rivale e costringendolo così al ritiro. Questo episodio riaccende la
rivalità tra i due: a fine gara Prost dichiara che, trovandosi nella
stessa situazione, avrebbe mandato fuori pista Senna, mentre
quest'ultimo accusa il francese di "lamentarsi solo per il gusto di
farlo".
Mansell
continua a condurre la corsa fino alla fine, tagliando il traguardo
davanti a Patrese, Alesi, Berger, De Cesaris e Gachot; Senna è
classificato settimo dopo essere rimasto senza benzina all'ultimo giro
(come gli era già successo nella gara precedente), mentre
occupava la quarta posizione.
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Gran Premio del Giappone 1991 |
Il Gran Premio del Giappone 1991 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 20 ottobre 1991 sul circuito di Suzuka.
La gara è stata vinta da Gerhard Berger su McLaren.
- Prima della gara.
- La gara è decisiva per
l'assegnazione del campionato piloti: Mansell, secondo in classifica
con 16 punti di svantaggio dal primo, Senna, deve assolutamente vincere
per tenere aperta la sfida fino all'ultima gara, da disputarsi in
Australia, mentre al brasiliano basta un secondo posto per conquistare il terzo titolo mondiale in carriera.
- La Leyton House sostituisce Ivan Capelli con il giovane austriaco Karl Wendlinger.
- Johnny Herbert torna alla guida della Lotus dopo aver saltato alcune gare per concomitanti impegni nel campionato
- di Formula 3000 giapponese.
- La AGS, rimasta senza fondi, rinuncia alla trasferta in Giappone ed Australia.
- La Coloni assume il giapponese Naoki Hattori.
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Qualifiche
Durante
le qualifiche diversi piloti (tra cui Schumacher ed Alesi) hanno dei
violenti incidenti, da cui escono illesi; non è così
fortunato Éric Bernard, che si rompe una caviglia e deve
rinunciare a questa gara e alla successiva.
La
McLaren domina le qualifiche, con Berger che conquista la pole position
davanti al compagno di squadra Senna; terzo tempo per Mansell, che
precede Prost, Patrese, Alesi, Martini, Morbidelli, Schumacher e Piquet.
Gara
Al via Berger e Senna scattano bene,
mantenendo la testa della corsa davanti a Mansell; alle loro spalle,
Alesi si ritira già nel corso del primo giro per la rottura del
motore.
Nel corso del 2º passaggio De Cesaris,
in testa ad un gruppetto di vetture, esce di pista, coinvolgendo in
questo incidente diversi altri piloti; oltre all'italiano della Jordan
si ritirano Wendlinger, Pirro e Lehto.
In testa alla corsa Berger si invola al comando, mentre Senna è
tallonato da Mansell; tuttavia al 10º giro il pilota inglese esce di
pista dopo un errore alla prima curva, dovendosi ritirare. Senna è così
matematicamente campione del mondo per la terza volta; i due piloti
della McLaren conducono tutta la gara, con Senna che all'ultima curva fa
passare il compagno di squadra, lasciandogli la vittoria. Berger vince
quindi davanti a Senna, Patrese, Prost, Brundle e Modena.
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Ciao,
oggi è un triste giorno, nella mia quotidianità,
non dimentico mai quel 1° Maggio, ovunque io sia e qualunque
cosa faccia, per un attimo mi allontano e, da sola, ti penso e scopro
che ancora mi manchi, che anzi, sempre più fortemente mi
manchi, il tempo non lenisce...amplifica.
Quel giorno insieme all'interruttore del televisore ho spento anche
quello del mio cuore; che cos'era la Formula 1 senza di te? Nulla, solo
una corsa di automobili. Come avrei potuto ancora gioire e soffrire
davanti allo schermo senza di te? La tua dolcezza, la tua grinta, la
tua cordialità, il tuo cuore… non c'erano
più e io non ci potevo credere.
Quel giorno ho pianto tanto e se ancora ti vedo in un filmato o in una
foto, che gelosamente custodisco, ancora piango perché mi
manchi, mi manca quello sguardo di uomo buono e deciso, le tue
battaglie per la sicurezza, il non volerti piegare a certe regole.
Quel giorno tu non volevi che si corresse per onorare quel "giovane
ignoto"che, inseguendo il suo sogno, poche ore prima se ne era andato
e, paradossalmente, proprio tu lo hai accompagnato nel suo ultimo
viaggio, perché non si sentisse solo, perché
avesse al suo fianco un amico.
Strano destino, il tuo, noi ti volevamo, ti amavamo e ti amava
sicuramente anche quel Dio che ti ha portato via ed in cui tu credevi
tanto.
Per cinque anni non ho più visto una corsa, poi un giorno,
di sfuggita, mi appare in Tv un viso, dolce, simile al tuo, questo
ragazzo parla e noto la tua stessa pacatezza, la tua
signorilità, anche il suo nome è diverso dagli
altri ma simile al tuo, si chiama Jarno, così, timidamente,
e sporadicamente ricomincio a guardare le sue imprese, non è
un gran campione come te, ma guardarlo correre mi fa sentire
più vicina a te; spesso mi allontano dallo schermo
perché la nostalgia mi attanaglia, a volte ritorno e spero
che qualcuno parli di te, che ti ricordi in qualche modo, un collega,
un cronista , un dirigente...ma niente o quasi, eppure tu eri il numero
1 e che numero 1!
La gente ha poca memoria e ancora meno cuore, ma sappi carissimo, che
ovunque tu sia il mio pensiero ti raggiunge spesso e ti ricordo
teneramente, col cuore.
Mi manchi tanto Ayrton, te ne sei andato troppo presto, ma grazie per
quello che mi hai dato. |
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1992: McLaren
Nel 1992 Senna e la McLaren non poterono nulla contro lo strapotere
della Williams FW14B guidata da Nigel Mansell. Nelle prime cinque gare
il brasiliano arrivò al traguardo solo due volte, terzo in
Sudafrica ed a Imola, accusando in più occasioni problemi di
affidabilità. Il tempo perso per risolvere i problemi, la
tardiva introduzione del cambio al volante oltre alla scelta sbagliata
di adottare il nuovo motore Honda V12, impedirono a Senna di lottare
per il titolo, relegandolo, al termine della stagione, in quarta
posizione, dietro anche all'astro nascente della Benetton, Michael
Schumacher. Fu proprio con il giovane tedesco che Senna durante la
stagione si ritrovò a discutere più volte. I rapporti tra
i due si deteriorarono già in Brasile, secondo appuntamento
stagionale, dove il tedesco accusò pubblicamente Senna di averlo
ostacolato con comportamenti poco corretti, mentre in realtà,
come ammesso dallo stesso brasiliano al termine della gara, la sua
vettura soffriva di problemi di elettronica che causavano continui
rallentamenti. Nel Gran Premio di Francia l'accusa cadde invece su
Schumacher, dopo che questi tamponò nel corso del primo giro
Senna, costringendolo al ritiro. Dopo l'interruzione della gara, Senna,
già in borghese, prese da parte il tedesco, spiegandoli il suo
punto di vista riguardo ai rapporti con la stampa – alludendo a
quanto era accaduto in Brasile – e con gli altri piloti. I
contrasti degenerarono infine durante dei test ad Hockenheim, dove i
due si sfiorarono più volte con le ruote in pista ed ai box
arrivarono quasi alle mani. I problemi relativi alla
competitività della Mclaren e la decisione di abbandonare la
Formula 1 da parte della Honda al termine della stagione, misero in
discussione la permanenza di Senna nel team inglese, spingendolo ad
intraprendere contatti con la Williams, che però furono
interrotti dall'ingaggio di Prost (al rientro in Formula 1 dopo un anno
sabbatico), che pose il veto su un eventuale ingaggio del brasiliano al
suo fianco.. Indeciso sul da farsi, Senna meditò anche il passaggio in IndyCar (allora CART), ottenendo un test con il Team Penske del connazionale Emerson Fittipaldi sul Firebird International Raceway di Chandler, in Arizona.
Il test fu positivo, con Senna che fermò il cronometro sul 49.0 contro
il 48.5 del ben più esperto Fittipaldi, alimentando sempre di più le
voci su un possibile passaggio alla serie americana per l'anno
successivo.
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1992
Il mio più grande
desiderio è sempre stato di andare più veloce di
tutti, anche dell'orologio. Penso che con un simile pensiero,
presto o
tardi tutti i risultati arrivino come una conseguenza. A.Senna
Ungheria
16/08/1992 - Hungaroring
Con il
terzo Titolo Mondiale conquistato nel 1991 raggiunge i rivali Lauda,
Piquet e Prost nella graduatoria iridata. Davanti a lui resta soltanto
un traguardo da raggiungere: i cinque Titoli Mondiale conquistati da
Juan-Manuel Fangio. Ecco l’obiettivo non impossibile da
raggiungere: eguagliare il grande pilota argentino. La Stagione di
Formula 1 1992 comincia con una sorpresa. In rotta con la Scuderia
Ferrari, il “Professore” Alain Prost preferisce
prendersi un anno sabbatico per essere pronto a battersi per il
Campionato del Mondo di Formula 1 1993. Sembra la sera di un vecchio
Campione, ma non è così. Il
“Professore”, fine politico, ha già in
tasta un contratto per guidare una Williams-Renault nel 1993. Per
capire che l’intuizione di Prost è esatta basta
osservare le prime cinque gare. La Williams-Renault FW14C interrompe la
supremazia della McLaren-Honda. Nigel Mansell prende subito un notevole
vantaggio vincendo le prime cinque gare della Stagione. Ad Ayrton,
restano solo le bricciole. La vittoria più bella
dell’anno, Senna la ottiene proprio a spese di Mansell nel
Gran Premio di Montecarlo. Dopo un pit-stop obbligato (in seguito ad
una foratura) Mansell deve inseguire Senna lungo le stradine del
Principato. Il “Leone” attacca ma non riesce a
superare il brasiliano che va a vincere per la quinta volta sul
circuito di Montecarlo, eguagliando il record del londinese Graham
Hill. Ma è una magra consolazione. Mansell alla fine,
è Campione del Mondo. L’inglese annuncia a Monza
la propria intenzione di ritirarsi dalla Formula 1. Senna è
quarto nella Classifica Piloti alle spalle di un giovane sorprendente,
il tedesco Michael Schumacher. I due sono protagonisti di un incidente
nel corso del primo giro al tornantino Adelaide in Francia. Poco tempo
dopo, i due vengono quasi alle mani durante una sessione di Prove ad
Hockenheim, in Germania. Schumacher ha tagliato la strada a Senna. Nel
box Benetton scoppia quasi una rissa. Vengono divisi e costretti a
chiarirsi. Per Senna (tre insoddisfacenti vittorie) è stata
una Stagione amara. Ayrton sente che con la McLaren ha fatto il suo
tempo. A fine Stagione deve dire addio alla Honda, che annuncia la sua
intenzione di ritrarsi dalla Formula 1. Ci sono anche problemi
contrattuali. Ron Dennis, infatti, non è disponibile a
ritoccare l’ingaggio. Tenta di passare alla Ferrari, ma la
Scuderia di Maranello ha già sotto contratto Jean Alesi e
Gerhard Berger (che lascia la McLaren). Non può neppure
andare alla Williams-Renault perché il rientrante Alain
Prost ha posto il proprio veto sull’ingaggio di Senna.
Piuttosto che continuare così, Ayrton preferisce ritirarsi
dalla Formula 1 in attesa di una vettura più competitiva
disponibile. |
GP Brasile, nessuna speranza contro le
Williams-Renault
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Gran Premio del Sudafrica 1992 - Circuito di Kyalami.
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su Williams seguito dal
compagno di squadra Riccardo Patrese e da Ayrton Senna su McLaren.
Al via Mansell mantiene la testa della corsa; Patrese si porta alle spalle del compagno di squadra, davanti a Senna, Alesi, Schumacher e Berger.
La gara procede linearmente, senza sorpassi nelle prime posizioni; gli
unici cambiamenti sono dati dal ritiro delle due Ferrari.
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Senna vs Mansell Monaco 1992, Best F1 Battle ever
L'epica battaglia tra Senna e Mansell
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Il 31 maggio 1992 Ayrton Senna(McLaren) vinceva il gran premio di Monaco.
Per il brasiliano si trattò del quinto successo tra le strade di
Montecarlo, il quarto consecutivo. Ma quell’edizione verrà ricordata
anche per un altro motivo: il duello tra il pilota brasiliano e Nigel Mansell(Williams). Ma andiamo con ordine. Senna ottenne il terzo tempo
in qualifica ad oltre un secondo
dal poleman Mansell. Dietro l’inglese si qualificò il compagno di squadra Riccardo Patrese. |
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Al via Mansell mantenne la prima posizione, mentre Patrese si fece infilare da Senna. La gara va avanti senza sussulti fino al 71esimo,
quando il pilota inglese della Williams rientra ai box per uno “strano” cambio gomme: si era infatti allentato un dado in una ruota,
che aveva a sua volta danneggiato il cerchione. Mansell rientrò in
pista dietro Senna con cinque secondi di svantaggio.
In tre giri
recuperò il gap e si attaccò ai tubi di scarichi della McLaren. Durante
gli ultimi quattro giri,
Mansell tentò in tutti i modi di sopravanzare il rivale,
che però resistette. Senna ottenne così la prima vittoria del 1992.
Il
duello è entrato di diritto nella storia della Formula 1.
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Comunque, ecco il bilancio finale di Senna rispetto a Montecarlo:
"Monaco è sempre stata speciale per me, nel bene e nel male.
Non solo per le mie sei vittorie, tra le quali le ultime 5
consecuitive, ma anche per quel podio sotto il diluvio nel 1984, il mio
1° in F1.
Sono stato il primo brasiliano a vincere qui e anche
il primo a portare alla vittoria una vettura con le sospensioni attive
(Lotus-Honda).
Poi ho vinto con la McLaren e motori Honda a 6, 10 e 12
cilindri. Quest’anno ho vinto con un otto cilindri Ford.
Su
questa pista sono cresciuto come pilota e come uomo: quando nel 1988
andai a sbattere al Portier imparai che bisogna sempre rimanere
concentrati al massimo. Fin da quando ho vinto qui la prima volta ho
pensato al record di cinque successi di Graham Hill.
Mi sono subito
posto un obiettivo. Per me Montecarlo ha immediatamente rappresentato
una sfida in più.
Volevo arrivare a vincere qui cinque, sei
volte!" Record raggiunto per “The Magic”, il Re di
Monaco.
Vittoria a Monaco
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Il Gran Premio d'Italia 1992 si è svolto sul circuito di Monza.
La
gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren seguito da Martin
Brundle su Benetton e da Michael Schumacher su Benetton.
Al via Mansell
mantiene la testa della corsa, guadagnando immediatamente un enorme
vantaggio sugli inseguitori; l'inglese rallenta poi improvvisamente,
facendo passare il compagno di squadra Patrese.
Mansell tallona l'italiano fino al 36º giro, quando si deve ritirare
per un problema idraulico. Patrese
sembra avere la vittoria in pugno, nonostante Senna stia rimontando su
di lui, fino a quando a quattro tornate dal termine è costretto
a rallentare per via di un problema idraulico simile a quello capitato
al compagno di squadra. Senna conquista così la vittoria davanti
a Brundle, Schumacher, Berger, Patrese e De Cesaris. Per la prima volta
dal 1974 entrambe le Ferrari si ritirano nel Gran Premio d'Italia.
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Gran Premio del Sudafrica 1992 si è svolto sul Circuito di Kyalami.
La gara è stata vinta da Nigel Mansell su Williams seguito
dal compagno di squadra Riccardo Patrese e da Ayrton Senna su McLaren.
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Quando
Ayrton è volato via... - Lella |
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Quando
Ayrton è volato via quel 1 maggio ero poco più
che una bambina... Non seguivo la formula 1 ma quel giorno rimasi
incantata, come ipnotizzata dal suono del suo motore, fino a quando...
E ho sentito un gran dolore, una grande malinconia e il rimpianto di
aver scoperto troppo tardi il suono di quel motore, il SUO suono.. Poi,
leggendo e ascoltando ho scoperto che per molti, bambini, adolescenti,
adulti che non avevano mai guardato la formula 1, quel primo maggio era
la prima volta... Chissà, forse non è stata solo
una coincidenza... Ho imparato la volontà dell'uomo, la
tenacia e il coraggio, ho visto l'umiltà sul podio e la
gioia della semplicità... Una lezione di vita che non si
dimentica... |
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1993: McLaren
Nei primi mesi dell'anno, dopo aver pensato al passaggio in Formula CART o ad un eventuale ritiro dalla Formula 1,
Senna decise di firmare un accordo in extremis con la McLaren. Il
contratto, però, era a gettone: Senna avrebbe deciso di volta in volta
se correre e al termine di ogni Gran Premio gli spettava la cifra di un
milione di dollari..
La Mclaren, nel frattempo, dopo l'uscita di scena della Honda, intavolò
trattative per la fornitura dei motori con Renault e Lamborghini, ma
alla fine decise di optare per i propulsori Ford. Senna venne affiancato
in Mclaren dall'americano Michael Andretti, proveniente dal campionato
CART, che prendeva il posto di Berger, ritornato alla Ferrari.
Nonostante l'evidente inferiorità di mezzo e un rapporto con il team che
andava sempre più deteriorandosi durante la stagione,
la prima parte di campionato fu incredibilmente positiva, con Senna che
colse due vittorie, a Donington e a Monaco, che lo proiettarono in
testa alla classifica davanti al suo eterno rivale Prost. In
particolare, nella gara di Donington, Senna ottenne una delle vittorie
più belle della sua carriera: sotto l'acqua effettuò quattro sorpassi
nel solo primo giro e dominò la gara, dando quasi un minuto e mezzo di
distacco al secondo, Damon Hill, e più di un giro a Prost. A Monaco
invece, Senna colse la sesta vittoria nel principato (la quinta
consecutiva), superando il record di Graham Hill
di 5 successi e diventando il pilota più vittorioso sul tracciato
monegasco. Un mese dopo questo successo tra l'altro, con grande stupore
di Ron Dennis, accettò un rinnovo del contratto fino al termine della stagione.
Contemporaneamente, però, iniziò a trattare con la Williams il suo ingaggio per il 1994..
Nella seconda parte del campionato, tuttavia, Senna dovette lasciare
spazio allo strapotere tecnico della Williams, che con Prost colse
quattro vittorie consecutive e, approfittando delle disavventure
tecniche del brasiliano, riuscì a laurearsi per la quarta volta campione
del mondo già sul tracciato portoghese dell'Estoril, dopo aver
annunciato, nello stesso week end, il ritiro definitivo dalla Formula 1.
Senna riuscì a vincere le restanti gare della stagione 1993 a Suzuka e ad Adelaide,
consolidando il secondo posto in classifica generale ai danni del
pilota britannico della Williams Damon Hill. Al termine della corsa
Australiana, in particolare, Senna sorprese tutti, complimentandosi con
Prost nel Parc Fermé e abbracciandolo successivamente sul podio, quasi a
voler celebrare la conclusione di una delle lotte sportive più intense
degli ultimi anni.
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1993
Ogni qualvolta ti alleni o
gareggi in un Gran Premio, si crea una forte tensione, dato che ci sono
molte responsabilità
e rischi, che contribuiscono a creare
una situazione di stress.
Ma, con il tempo, si impara a controllarsi
meglio, ma mai fino in fondo. A.Senna
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In brasile passa secondo alla prima curva,
Prost sembra imprendibile.. |
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Brasile
28/03/1993 - Interlagos
Hill e Schumacher completano il podio, ma
la festa brasiliana
è tutta per Ayrton Senna.
Nessuno immagina che sarà l'ultima volta.
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Il
posto di prima guida alla Williams, dunque, è già
assegnato ad Alain Prost. Ayrton Senna deve rassegnarsi a passare un
altro anno alla McLaren (che ha schierato una nuova vettura con un
nuovo motore Ford V8 versione clienti) e soffrire. Il suo braccio di
ferro per le questioni contrattuali con Ron Dennis dura tutto
l’anno. Alla fine, riceverà la bella cifra di un
milione di dollari a gara. Ma nonostante tutto, l’avvio nel
Campionato del Mondo di Formula 1 1993 sembra buono. Alla terza gara
della Stagione, Senna sembra addirittura in grado di ribaltare tutti i
pronostici: è la perla della sua carriera. Dopo essersi
piazzato secondo dietro al vincitore Alain Prost nella gara inaugurale
della Stagione a Kyalami, Ayrton vince per la seconda volta il Gran
Premio di casa in Brasile, approfittando della pioggia. Due settimane
dopo la Formula 1 sbarca sul circuito di Donington Park in Inghilterra
per disputare il Gran Premio d’Europa. È un giorno
da lupi: la pista è allagata. Il primo giro che compie a
Donington sotto il diluvio è ormai entrato nella Leggenda.
Sorpassa Schumacher (Benetton-Ford) e Wendlinger (Sauber-Ford) e si
mette a caccia delle due Williams-Renault. Poco dopo sorpassa Hill
(Williams-Renault). Manca solo il vecchio rivale Alain Prost, che non
ha mai amato guidare sotto la pioggia. Al tornantino Melbourne Ayrton
Senna da Silva sorpassa Alain Prost e completa in solitario il primo
straordinario giro del Gran Premio d’Europa, impresa che lo
ha consacrato alla Leggenda. La gara è caratterizzata da 69
cambi gomme, sette di Prost, sei di Hill e quattro di Senna. Ayrton
vince la gara davanti a Hill e Prost, sconfitto e bagnato fradicio.
Qualche settimana dopo, approfittando dei guai di Prost alla partenza,
vince per la sesta volta il Gran Premio di Montecarlo, battendo il
vecchio record di Graham Hill, padre di Damon. Ma alla lunga, la
Williams-Renault si dimostra superiore. Senna si batte valorosamente e
vince cinque gare, ma è il vecchio rivale a trionfale nel
Campionato Piloti, conquistando il Titolo in Portogallo davanti a Senna
e Hill. Con quattro Titoli Mondiale conquistati in carriera, il
“Professore” annuncia il proprio ritiro definitivo
dalle corse in una conferenza stampa. Anche Senna ha qualcosa di
importante da annunciare. Dopo sei anni passati alla Scuderia di
Woking, lascia la McLaren con la quale ha conquistato tre Titoli
Mondiali. Andrà alla Williams, al posto di Alain Prost. La
gara dell’addio è il Gran Premio
d’Australia, sul circuito cittadino di Adelaide. Senna vince
la gara, Prost il suo quarto Titolo Mondiale. La commozione raggiunge
il suo apice sul podio. I due rivali si stringono la mano e si
abbracciano: tra i due è finalmente pace, ed è
una pace vera. È un momento di intensità folle.
Sotto quel podio regale, molti non riescono a trattenere le
lacrime.Ayrton Senna conquista la 41° e, lo scopriremo poi,
ultima vittoria della sua straordinaria carriera. Con il Gran Premio di
Adelaide 1993 si chiude un’era dominata dall’odio e
dalla rivalità tra Senna e Prost, i quali hanno scritto
pagine importanti e indimenticabili di questo sport. Se avessero saputo
come sarebbe andata a finire… |
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Gran Premio d'Australia 1993
Il Gran Premio d'Australia 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 7 novembre 1993 sul Circuito di Adelaide.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren;
per il brasiliano si è trattato della quarantunesima ed ultima vittoria
in carriera.
Il Gran Premio è stato anche l'ultimo della carriera per Alain Prost, Riccardo Patrese e Derek Warwick.
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Qualifiche
- Per la prima volta nella stagione la pole position non viene
conquistata da un pilota della Williams; il primo tempo viene ottenuto
infatti da Senna, che precede Prost e Hill. Quarto è Schumacher,
seguito da Häkkinen, Berger, Alesi, Brundle, Patrese e Suzuki.
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Gara
-La procedura di partenza deve essere ripetuta tre volte, perché
nei primi due tentativi le vetture di Katayama e Irvine rimangono ferme
sulla griglia. Al via Senna mantiene il comando davanti a Prost, Hill,
Schumacher, Berger, Brundle, Häkkinen e Alesi. Häkkinen passa
subito nelle fasi iniziali Brundle, che sarà sorpassato anche da
Alesi. Berger accusa un problema ai freni e viene passato prima da
Häkkinen al 13º giro e poi da Alesi al 19°, tornata in
cui il motore Ford lascia a piedi Schumacher. Al 27º giro invece
si ritira Häkkinen per un problema ad una ruota. Senna intanto
controlla la gara, anche se in difficoltà col motore Ford che
tende a spegnersi sotto i 7000 giri, e precede i due rivali della
Williams fino alla conclusione. Sul finire della gara Hill va in
testacoda nel tentativo di superare Prost, ma finisce ugualmente terzo
dietro al francese, dato il grande vantaggio sul quarto; chiudono la
zona punti Alesi, Berger (problemi ai freni risolti durante la gara) e
Brundle. Vincendo per la quinta volta nella stagione, Senna conquista
il secondo posto nel Mondiale ai danni di Hill; è l'ultima gara
con la McLaren e l'ultima vittoria per il brasiliano in Formula 1, nel
giorno dell'ultimo gran premio in carriera del suo grande rivale Alain
Prost, che gli lascia per il 1994 la Williams (sulla quale Senna
troverà la morte a Imola); i due si stringono la mano sul podio.
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Ayrton Senna testando o F-Indy da Penske em 1992
Senna,
indeciso su come spendere il 1993 prova la Penske. Per assicurarsi le
sue prestazioni sportive anche nel '93 Ron Dennis
dovrà
"svenarsi" .. ma ne varrà decisamente la pena.
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Senna, in realtà, non voleva correre nella Indycar (dal 1991
prese questo nome la Cart , il campionato nato nel 1979), come forse
voleva lasciar credere con quel test per avere qualche carta da giocare
nel rinnovo contrattuale con la McLaren. O meglio non voleva correre
una stagione intera, ma aveva il desiderio di correre a Indianapolis.
Dice Fittipaldi che Senna era scoraggiato dalla piega che stava
prendendo la sua carriera con la Mclaren (anche Berger lo attesta), non
più competitiva, e cosi' decise di provare nuove esperienze
al di là della F1 . Lo stesso Fittipaldi , allora pilota
della Penske, organizza il test, e Senna chiese a Roger Penske di
apprestare una terza vettura per la Indy nel tentativo di qualificarsi,
se tutto fosse andato per il meglio. Però dice Fittipaldi
che Dennis fece opposizione visto che Senna firmò anche per
il 1993, e non voleva che il brasiliano si distogliesse dal
concentrarsi sulla F1. Ovviamente Roger Penske ci rimase molto male
anche perchè la Newman Hass aveva sostituito il pilota
storico Michael Andretti con un certo Mansell.. |
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La
domenica di Pasqua del 1993, si è corso per la prima volta,
al parco di Donington.
La corsa era intitolata "gran premio
d’Europa" ed era la terza gara della stagione.
Una stagione nata già finita perché, il campione
predestinato doveva essere Alain Prost con l’imbattibile
Williams-Renault. Poco poteva fare Senna con la sua McLaren-Ford ma, le
prime due gare, avevavo riservato delle sorprese. Ayrton
riuscì a conquistare un secondo posto nella prima gara ed
una vittoria spettacolare nella seconda, in Brasile. Si arriva quindi
al terzo appuntamento con Senna al comando della classifica generale.
Non c’erano tanti spettatori, forse erano rimasti a casa
perche il tempo, quel giorno, era veramente pessimo. I pochi presenti,
non sapevano ancora che avrebbero assistito ad una corsa che avrebbe
consegnato alla storia uno dei protagonisti.
A far grande un pilota, non sono solo i risultati finali di un gran
premio ma, più spesso, i singoli episodi. Gilles Villeneuve
viene forse ricordato per le vittorie? No, ma è entrato
nella leggenda e nel cuore degli appassionati grazie alle sue imprese
che hanno fatto provare forti emozioni al pubblico. Ayrton Senna ci aveva abituato alle sue grandi gare con la pista
bagnata, quello che ha fatto la differenza in questa, si può
riassumere nel primo, fantastico giro.
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La prima fila è occupata dalle due Williams con Prost in
pole e Damon Hill al suo fianco.
L’astro nascente, Michael
Schumacher, è terzo e Senna quarto.
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La pista è allagata e, quando scatta il verde, Ayrton perde
una posizione ma, da quel momento inizia una strepitosa cavalcata che
lo porterà al comando già prima della fine del
primo giro. La facilità con cui riusciva a superare tutti
gli avversari in qualunque curva, all’esterno o
all’interno, era impressionante. Credo che tutti i presenti
abbiano guardato il primo giro trattenendo il fiato, affascinati da
quella dimostrazione di superiorità pura. Un boato ha
accolto il brasiliano al suo primo passaggio.
Il resto della gara è un classico già visto tante
volte. Senna che vola con la sua McLaren mentre gli altri arrancano fra
le pozze d’acqua.Lo stesso Michael Schumacher, considerato
fortissimo sotto la pioggia, è in difficoltà e si
deve ritirare. Le condizioni della pista variano spesso nel corso della
gara. Prost si ferma addirittura sette volte per cambiare le gomme
mentre Senna cinque. Una di queste è inutile in quanto il
brasiliano non vede il suo box ed è costretto a rientrare in
pista senza sostituire gli pneumatici. In certi momenti il brasiliano si trova con le gomme slik e la pista
bagnata ma, anche in questo caso, risulta più veloce di
tutti. Incredibile!
Alla fine, taglia il traguardo con quasi un minuto e mezzo di vantaggio
dal secondo e un giro su tutti gli altri.
Dopo questa gara, Senna si troverà inaspettatamente al
comando della classifica generale ma sa benissimo che la stagione
andrà a favore della Williams a "meno che" disse "..non
piova sempre..". Durante la conferenza stampa, Prost iniziò ad accampare
scuse lamentandosi della sua vettura, Ayrton lo zittisce subito
dicendogli:"Vuoi fare cambio con la mia McLaren? Io ci sto!".
Il commento più significativo è quello del grande
Stirling Moss che dice:"Ayrton Senna, con questa gara, si è
definitivamente consacrato come il più grande pilota di
tutti i tempi. Dopo Fangio e Clark sarà lui, ora, la pietra
di paragone per la generazione futura di piloti."
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Gran Premio del Brasile 1993
Il Gran Premio del Brasile 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 28 marzo 1993 sull'Autodromo José Carlos Pace di San Paolo.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren |
Al via Prost scatta bene, mentre il suo compagno di squadra Hill viene superato da Senna; più indietro, Andretti e Berger
hanno un incidente, con la McLaren Ford dell'americano che vola sopra
la Ferrari dell'austriaco: i due rimangono illesi. All'undicesimo giro
Hill sopravanza Senna; al brasiliano viene poi inflitto uno stop-and-go
di penalità per aver effettuato un sorpasso in regime di bandiere
gialle, cosa che lo retrocede in quarta posizione dietro Schumacher,
anch'egli successivamente punito con uno stop-and-go.
Nel
frattempo comincia a piovere. Schumacher perde tempo per un cambio
gomme problematico; nel mentre Katayama e Suzuki perdono il controllo
delle proprie vetture andando a sbattere contro le barriere. La pioggia
aumenta di intensità. Prost ha problemi nelle comunicazioni
radio: ritarda il cambio gomme, credendo di aver sentito che il box
è occupato da Hill; alla fine del rettilineo d'arrivo si
scompone, centra la Minardi Ford incidentata di Fittipaldi e si ritira.
Entra in pista la safety car, dietro alla quale si accodano Hill e
Senna; più indietro, Alesi effettua diversi sorpassi, cosa che
gli costerà uno stop-and-go.
La
pista comincia lentamente ad asciugarsi. Al 42º giro, Senna
sorpassa Hill, dopo che entrambi hanno montato le slick; Herbert si
porta in terza posizione grazie ad una sosta anticipata, ma all'ultimo
giro subirà il sorpasso di uno Schumacher in rimonta. Senna
continua a condurre fino alla fine, andando a vincere il Gran Premio di
casa davanti a Hill, Schumacher, Herbert, Blundell e Zanardi, che conquista quello che rimarrà l'unico punto della sua carriera in Formula 1.
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Gran Premio di Monaco 1993
Il Gran Premio di Monaco 1993 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 23 maggio 1993 sul Circuito di Monaco.
La gara è stata vinta da Ayrton Senna su McLaren.
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Al
via le posizioni di testa rimangono invariate ma Prost si muove con
leggero anticipo rispetto al semaforo verde e riceve di conseguenza uno
stop-and-go di 10 secondi per partenza anticipata; al momento
però di ripartire dai box dopo aver scontato la penalità
il motore gli si spegne e quando i meccanici della Williams Renault
riescono finalmente a farlo ripartire, il francese rientra al 22º
posto doppiato di un giro dal primo; riuscirà tuttavia a
chiudere quarto, nonostante il circuito di Monaco notoriamente non
favorisca i sorpassi. Il comando della corsa lo prende quindi
Schumacher, che guadagna terreno su Senna fino al 32º giro, quando
di colpo perde tre secondi, prima di ritirarsi il giro successivo per
un problema idraulico. In testa va allora la McLaren Ford di Ayrton
Senna, seguito da Hill e dal duo Ferrari, con Berger che dà vita
ad un duello rusticano con il compagno di squadra Alesi, riuscendo,
dopo un contatto al 62º giro, a passarlo al 64º giro.
L'austriaco
non si accontenta e si mette alla caccia della Williams Renault di
Damon Hill, che raggiunge al 71º giro, andandolo però a
speronare al Loews. Chi ci rimette però è solo Berger,
ritirandosi. Ayrton Senna con la McLaren Ford invece conduce la gara
fino alla vittoria (nonostante il brivido di un cambio gomme
"difettoso" che aveva portato Hill nelle sue vicinanze), la sua sesta a
Monaco (quinta consecutiva). Il brasiliano batte così il record
di vittorie nel Principato di Graham Hill e si riporta in testa al
mondiale. Alesi porta alla Ferrari il primo podio stagionale. Quinto
è Fittipaldi, ancora a punti con la Minardi Ford, quarta e
ultima volta stagionale per la scuderia di Faenza.
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L'ennesima grande prestazione è
il miglior regalo
di addio alla McLaren |
Ayrton Senna (McLaren). Alain Prost (Williams). Michael Schumacher (Benetton).
Il Gran Premio del Sudafrica 1993 disputato il 14 marzo 1993 sul Circuito di Kyalami. La gara è stata vinta da Alain Prost su Williams.
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Sul podio la riconciliazione
definitiva con Prost, giunto
al termine della sua lunga carriera in
auto.
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1993 - Per Ayrton la stagione si chiude
2° in classifica mondiale con 73 punti
forse pensa alla Williams
Il destino di Ayrton viene segnato con il passaggio
dalla McLaren alla Williams
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1994: Il passaggio alla Williams e il drammatico fine settimana di Imola
Dopo la conquista dell'ultimo titolo iridato, Prost conclude la propria
carriera. Nel 1994 Senna lascia la McLaren per trasferirsi proprio alla
Williams campione del mondo in carica. Da quell'anno il regolamento
vieta tutti i dispositivi elettronici (come le sospensioni attive e il
controllo di trazione), un punto di forza della Williams nel 1992
(FW14B) e 1993 (FW15C). Con il nuovo regolamento, la Williams perde
competitività. La monoposto progettata da Adrian Newey non
è solo meno competitiva che in passato; è anche troppo
stretta nella zona dell'abitacolo, e Senna fatica a calarvisi e di
conseguenza fatica nella guida (lo stesso Senna, dopo le prime prove
effettuate con la vettura, afferma: "Se mangio un panino non entro
più in questa macchina"). La vettura è inoltre instabile
e difficile da guidare, a causa dell'eliminazione dei dispositivi
elettronici. Senna comincia i lavori di collaudo, ma servirebbe del
tempo per risolvere tutti i problemi della vettura; è con questi
presupposti che comincia il mondiale. Nelle prime due prove Senna
conquista due pole position, però in gara colleziona due ritiri
(le due gare sono vinte dal futuro campione Michael Schumacher). Anche
nella terza prova del mondiale, il Gran Premio di San Marino, Senna
conquista la pole position, la terza di fila, ma a caratterizzare la
gara sarà ben altro. Le prove, cominciate in malo modo il
venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante
bassa (senza gravi conseguenze), e funestate il sabato dall'incidente
mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve, segneranno
profondamente lo stato d'animo di Ayrton e lo porteranno a correre con
la bandiera austriaca
nella monoposto, pensando di sventolarla in caso di vittoria in segno
di solidarietà (tale bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti
della Williams dopo l'incidente, intrisa del sangue del pilota
brasiliano).
La corsa comincia con un incidente alla partenza tra J.J. Lehto e Pedro Lamy,
in cui i rottami delle vetture provocano il ferimento di alcuni
spettatori. La safety car, entrata in pista a seguito dell'incidente, vi
rimane fino alla fine del 5º giro. Dopo la ripartenza, durante il 7º
giro, Senna esce di pista ad altissima velocità alla curva del
Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo],
che era stato modificato per consentire la guida del mezzo in quanto le
nocche del pilota toccavano l'abitacolo. Sono le 14:17. Il piantone era
stato modificato e allungato nella notte dopo le prove cronometrate,
dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della
strumentazione. La saldatura manuale si mostra però
insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara, togliendo al
pilota il controllo totale della vettura durante la percorrenza della
curva. Secondo la perizia dell'Alenia, per conto della Williams, la
saldatura non cedette, ma si ruppe il raccordo dello sterzo con i
leveraggi delle ruote, ma questo solo dopo la collisione che avvenne
per l'instabilità della vettura causata dal cattivo rifacimento
del manto stradale.
Senna infatti, praticamente passeggero di una vettura
ingovernabile, poté solo frenare (come si vede anche dalle immagini
riprese dalla videocamera montata sulla monoposto), ma non riuscì a
evitare il muro a bordo pista. L'impatto fu tremendo, coinvolgendo la
parte anteriore destra della monoposto, e fu reso ancora più letale da
un gradino d'asfalto coperto d'erba all'ingresso della via di fuga, che
fece sobbalzare la vettura facendole conservare la velocità.
Il puntone della sospensione
anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco
del pilota, dal bordo superiore. Ciò causò lo sfondamento
della regione temporale destra e provocò gravissime lesioni, che
si riveleranno fatali. In seguito il pilota brasiliano perse oltre 3
litri di sangue e, dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli
dall'équipe medica guidata dal medico della FIA Sid Watkins, fu
deciso di trasportarlo via elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna.
Qui il pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si
accertò che il danno più rilevante era il trauma cranico
provocato proprio dal puntone della sospensione. Ogni sforzo per
salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle 18:40,
all'età di 34 anni, senza aver mai ripreso conoscenza. Poche ore
dopo, la magistratura italiana ordinò l'autopsia sul corpo del
campione, nel quale non furono riscontrati altri danni fisici di
particolare gravità. Ciò è spiegabile col fatto
che l'angolo d'impatto, di soli 22º, aveva permesso una
progressiva dissipazione dell'energia cinetica, prima contro il muretto
e quindi nella sabbia. Analoghi incidenti ad alta velocità nello
stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard
Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti
senza particolari traumi da decelerazione al pilota. In Brasile furono
proclamati tre giorni di lutto nazionale, mentre a seguito delle
indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto
sotto sequestro. Il fotografo Angelo Orsi, collaboratore del
settimanale Autosprint
e amico di Ayrton, è stato l'unico a scattare una foto in cui è
visibile il volto del pilota dopo i primissimi soccorsi successivi
all'incidente. Tuttavia, egli ha deciso di non pubblicare né mostrare a
nessuno tale foto, decidendo subito di distruggerla una volta arrivato
nella redazione di Autosprint.
Molte migliorie sono state successivamente apportate a livello tecnico,
dopo che in un primo momento la Federazione aveva varato un piano
d'emergenza per il prosieguo della stagione.
Il rientro del corpo di Senna in
Brasile, sollecitato dall'allora presidente della repubblica brasiliana
al suo omologo Oscar Luigi Scalfaro avvenne con un volo sull'aereo
presidenziale italiano sino a Parigi e da lì su un volo della
Varig, per esplicita decisione del comandante dell'aereo la bara non
venne inserita in stiva ma in cabina, in uno spazio ricavato dalla
rimozione di alcuni sedili passeggeri. Durante il volo il giornalista
Livio Oricchio - connazionale del pilota - e altri amici restarono
sempre vicino al feretro.
Rimpatriata la salma di Senna, dopo i funerali di stato questa venne inumata nel cimitero di Morumbi,
nella città natale di San Paolo il 5 maggio 1994. Sedici fra
amici, rivali ed ex piloti lo accompagnarono al luogo della sepoltura:
Emerson Fittipaldi, Christian Fittipaldi, Wilson Fittipaldi, Roberto
Moreno, Rubens Barrichello, Raul Boesel, Maurizio Sandro Sala (rivale
di Ayrton ai tempi dei kart), Alain Prost (che aveva seguito la gara di
Imola come commentatore per TF1), Jackie Stewart, Johnny Herbert,
Thierry Boutsen, Gerhard Berger, Michele Alboreto, Hans-Joachim Stuck,
Derek Warwick e Damon Hill.
Il 26 aprile 1997 fu eretto un monumento in memoria del pilota
all'interno della curva del Tamburello (oggi trasformata in variante),
pressappoco nel punto in cui Ayrton ebbe l'incidente mortale. La statua,
alta circa due metri, è un corpo bronzeo che poggia su un prezioso
basamento di marmo grigio e pesa quasi 380 chili. Commissionata dal
Comune di Imola, proprietario dell'autodromo, e dalla Sagis, la società
che all'epoca aveva in gestione l'impianto, l'opera è stata realizzata
dallo scultore Stefano Pierotti di Pietrasanta (LU).
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Ayrton Senna - Commemorazioni ad Imola 20 anni dopo la tragedia
Con più di 25.000 presenze, 50.000 utenti connessi per la diretta video
in streaming dell’inaugurazione della manifestazione, e addirittura
125.000 contatti registrati per la diretta della cerimonia di
commemorazione alla Curva del Tamburello, la prima giornata dell’Ayrton Senna Tribute
ha decisamente spazzato via qualsiasi polemica riguardante i numeri
dell’organizzazione, tenuti “nascosti” fino
all’ultimo.
La manifestazione è stata inaugurata ufficialmente con l’apertura della
mostra dedicata al campione brasiliano allestita presso il Museo Checco
Costa, alla presenza di Paula Senna Lalli, nipote di Ayrton.
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Statua alla memoria di Ayrton Senna |
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Imola
1 maggio 2014 -
Nel primo pomeriggio, poi, i tanti appassionati e curiosi hanno vissuto
il momento più toccante dell’intero programma: un lungo fiume di persone
ha percorso a piedi il circuito fino alla Curva del Tamburello, luogo
del tragico schianto in cui il campione brasiliano ha perso la vita
durante il Gran Premio di San Marino del 1° maggio di venti anni fa, e
alle 14.17 in punto ha osservato un minuto di silenzio in memoria di
Senna.
Prima e dopo, le molte testimonianze e ricordi dei tanti piloti che con
Ayrton hanno condiviso anni di carriera, come Gerhard Berger, suo
compagno di squadra alla McLaren e grande amico, Riccardo Patrese, Jarno
Trulli, Luca Badoer, Ivan Capelli, Andrea De Cesaris e Pierluigi
Martini.
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Le auto guidate da Ayrton Senna.
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Quando si è sotto
pressione, in un campionato o in una gara particolare, colui che sa
combinare aggressività e calcolo otterrà il
miglior risultato.
E si ha bisogno di una mente lucida per capire
quando è il momento giusto per essere aggressivi
e quando
bisogna fare dei calcoli.
Per vincere un mondiale bisogna combinare
questi due elementi nelle dosi giuste, al momento giusto. A.Senna |
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Berger è certo: “Senna avrebbe vinto il titolo nel 1994”
"Oggi parleremmo di Senna come sette o un otto volte campione del mondo!,
ha sottolineato l'austriaco
Per Berger il compianto pilota brasiliano sarebbe diventato presidente del Brasile |
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Gerhard Berger non ha dubbi. L’ex pilota di Formula Uno, attuale numero uno del DTM, crede che Ayrton Senna
avrebbe vinto il titolo nel 1994 senza l’incidente mortale di Imola. Il
brasiliano, che a fine 1993 aveva lasciato la McLaren per prendere il
posto di Alain Prost in Williams, aveva iniziato nel peggiore dei modi
quella terribile annata.
Difatti nelle prime due gare del 1994 aveva ottenuto altrettanti
ritiri, a fronte delle pole position fatte segnare a Interlagos Aida e
Imola, dovendo fare i conti con una monoposto – la FW16 – lontana
parente della vettura dotata di sospensioni attive (successivamente
abolite) che aveva permesso a Prost di diventare campione del mondo.
“Probabilmente avrebbe vinto a Montecarlo. Da Barcellona sarebbero arrivate le soluzioni aerodinamiche che voleva – ha dichiarato Berger, grande amico di Senna, in un’intervista rilasciata a Kicker -. Da lì, penso che sarebbe iniziata un’era di successo con Ayrton Senna, Adrian Newey e la Williams. Senna avrebbe vinto quasi tutte le gare. La macchina era tanto superiore, e poi c’era lui come pilota”.
Berger ha poi aggiunto: “Penso che oggi parleremmo di Senna come
un sette o un otto volte campione del mondo, con Michael Schumacher che
non sarebbe riuscire a migliorare le proprie statistiche. Michael
non avrebbe avuto il materiale per avvicinarsi ad Ayrton. A mio avviso
sarebbe stata una storia abbastanza chiara per Ayrton Senna”.
Per l’austriaco, una volta appeso il casco al chiodo, il paulista si sarebbe dedicato alla politica: “Sarebbe
stato presidente del Brasile. Teneva sempre d’occhio la politica e,
cosa importante, aveva le competenze necessarie per farlo”.
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Amministrazione Britannica - Bank of the British Virgin Islands - Emissione Commemorativa Privata del 2014
20° Anniversario di Ayrton Senna
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