Enzo Ferrari in piedi accanto a un'Alfa Romeo 8C 2300 alla Mille Miglia del 1932.
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A luci spente
- Mille Miglia 1930
L'Alfa Romeo 1750, guidata da Tazio Nuvolari e Guidotti,
sulla linea di partenza della IV Coppa delle Mille Miglia a Brescia
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Alla Mille Miglia del 1930 Giovan Battista Guidotti gareggiò in
coppia con Tazio Nuvolari al volante di un’Alfa 1750 con compressore.
Partirono senza affanni, prima di accorgersi che occorreva non lasciare
margine agli avversari. Nuvolari cominciò a darci dentro tra Bologna e
Firenze, concludendo la rimonta al controllo di Firenze: stesso tempo di
Varzi. A un minuto e mezzo seguiva Campari. A gara ripresa, ad Ancona,
tutto invariato: tempo identico a quello di Varzi. A Bologna, riscontro
successivo, la condotta aggressiva di Nuvolari fu premiata: quattro
minuti di vantaggio su Varzi, evidentemente in difficoltà con un mezzo
meno performante del previsto. A quel punto, con un distacco
attentamente da monitorare, Nuvolari, spossato, cedette il volante a
Guidotti. L’idea era di procedere regolare, senza forzare il mezzo. Il
rilevamento di Vicenza portò notizie confortanti, Varzi aveva recuperato
solo un minuto e dieci secondi, lo si poteva tenere a bada, anche se
quel satanasso non mollava mai.
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Tornò al volante Nuvolari e riportò il margine a quattro minuti.
L’imprevisto successe a Primolano, ormai era notte, quando annotarono un
concorrente che li precedeva. D’acchito fu giudicato un infiltrato, ma
ben presto capirono che chi li precedeva era proprio Varzi. A Verona il
distacco era minimo, e qui proprio Guidotti ebbe un colpo di genio.
Sollecitò Nuvolari dicendogli “dai, spegniamo i fari”. L’altro annuì e
Guidotti girò la manopola dei fari. Procedevano a centocinquanta
all’ora, il buio era fitto, ci voleva un gran fegato visto che le strade
le potevano solo intuire. Il trucco funzionò, Varzi credette di avere
partita vinta, non vedeva profilarsi alcuna insidia e dopo pochi
chilometri venne superato di slancio. Ebbe la percezione del vento dei
rivali che lo affiancavano e lo superavano, non si oppose e diede
strada, da gentiluomo del volante. Nuvolari vinse quell’edizine
all’incredibile media di oltre cento chilometri orari.
Ci vollero tre anni a Varzi per restituire il saluto a Guidotti. Da
Nuvolari se lo poteva aspettare, da un vecchio amico gli sembrò un torto
insopportabile. Ma Varzi ammise che l’avrebbe fatto lui stesso, a parti
invertite, se solo gli fosse venuto in mente.
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Straniere e italiane, con le
loro vittorie hanno segnato un’epoca dell’automobilismo
Secondo Enzo Ferrari era “La corsa più bella del mondo”,
con i suoi circa 1.600 km di strada che da Brescia portavano a Roma,
per poi ritornare nella Leonessa d’Italia. Una corsa nata nel 1927 e
tenutasi fino al 1957 per poi risorgere nel 1977 come rievocazione storica
e gara di regolarità, dedicata ad auto prodotte fino al 1957,
richiamando appassionati da tutto il mondo. La Mille Miglia rimane
infatti un appuntamento importantissimo nel panorama delle gare
dedicate alle auto storiche, un museo viaggiante che riporta in vita
gli anni in cui l’automobilismo era avventura.
La Mille Miglia è stata una
competizione automobilistica stradale di granfondo disputata in Italia
in 24 edizioni tra il 1927 e il 1957.
Si trattava di una gara in linea a percorso circolare con partenza da
Brescia e arrivo nella stessa città dopo che i concorrenti erano
arrivati fino a Roma e avevano risalito la Penisola; il percorso era
lungo circa 1 600 chilometri, equivalenti a circa mille miglia
imperiali, da cui il nome della gara.
Dal 1977 la Mille Miglia rivive sotto forma di gara di regolarità
per auto d'epoca.
La partecipazione è limitata alle vetture, prodotte non oltre il 1957,
che avevano partecipato (o risultavano iscritte) alla corsa originale.
Il percorso Brescia-Roma
andata e ritorno ricalca, pur nelle sue varianti, quello della gara
originale mantenendo costante il punto di partenza/arrivo in viale
Venezia all'altezza dei giardini del Rebuffone.
L'edizione 2017, la numero novanta della storia, è quella con il record
degli iscritti: 705.
La corsa venne ideata come gara unica (non a
tappe) e organizzata dal conte Aymo Maggi con l'aiuto di Renzo
Castagneto, dotato di ottime capacità organizzative, in risposta
alla mancata assegnazione a Brescia, loro città natale, del Gran
Premio d'Italia; tutto ciò insieme con il conte Franco Mazzotti
primo finanziatore e al decano dei giornalisti nel settore
automobilistico Giovanni Canestrini.
Fu scelto un percorso a forma di "otto" da Brescia
a Roma e ritorno, su una distanza di circa 1 600 km
(corrispondenti a circa mille miglia, da cui il nome).
Solo dopo la fine della prima Mille Miglia si decise, visto l'enorme
successo, di ripetere la prova negli anni a venire.
Nelle successive edizioni il tracciato fu
modificato per tredici volte. La prima edizione partì il 26
marzo 1927, con la partecipazione di settantasette equipaggi, due soli
dei quali stranieri (al volante delle piccole Peugeot 5 hp spider).
Ventidue vetture furono costrette al ritiro e cinquantacinque portarono
a termine la corsa. I vincitori - Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi
- a bordo di una OM, completarono il percorso in 21 ore, 4 minuti, 48
secondi e 1/5 alla media di 77,238 km/h.
Il 1938 fu segnato da un grave incidente a
Bologna. Una Lancia Aprilia, infatti, uscì di strada e
finì sulla folla uccidendo dieci spettatori, tra cui sette
bambini. Altre ventitré persone restarono ferite. In seguito a
tale sciagura il capo del governo, Benito Mussolini, decise di non
concedere più l'autorizzazione per gare di corsa su strade
pubbliche.
Nel 1940 si riuscì a organizzare una nuova gara, ufficialmente denominata Gran Premio di Brescia,
che consisteva in una corsa a circuito triangolare che toccava le città
di Brescia, Mantova e Cremona. Il circuito prevedeva nove giri in modo
da raggiungere la lunghezza di circa 1000 miglia.
Tra il 1941 e il 1946 la corsa non si disputò a causa della partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale.
Dopo la guerra
La corsa riprese alle 14:00 del 21 giugno 1947 con
la vittoria di Biondetti in coppia con Romano sulla Alfa Romeo 8C 2900B
aspirato berlinetta Touring in 16 ore 16 minuti e 39 secondi. Ma il record
assoluto se lo aggiudicò il famoso pilota inglese Stirling Moss
che nel 1955 percorse i 1600 km in 10 ore e 8 minuti, al volante
di una Mercedes-Benz 300 SLR numero 722. Si narra che il suo navigatore
Denis Jenkinson compì una ricognizione del percorso, annotandone
le caratteristiche su un rotolo di carta lungo quattro metri e mezzo
che usò per dirigere Moss durante la gara.
Nel 1957 un fatale incidente avvenuto sulla
Goitese nei pressi di Guidizzolo (ma nel territorio comunale di
Cavriana), in provincia di Mantova, e causato dallo scoppio di uno
pneumatico, costò la vita al pilota spagnolo Alfonso de Portago,
al navigatore americano Edmund Gurner Nelson, e a nove spettatori, tra
i quali erano cinque bambini. La corsa venne definitivamente soppressa.
A seguito dell'incidente Enzo Ferrari,
costruttore della vettura coinvolta nell'incidente, subì un
processo che durò alcuni anni e dal quale uscì assolto.
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Ferrari Tribute to Mille Miglia 2013
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Maranello, 2 maggio 2013 – Parte anche quest’anno dal 16 maggio il Ferrari Tribute to Mille Miglia,
l’evento che permette ai possessori appassionati della Ferrari di
partecipare alla rievocazione del più famoso gara stradale del mondo.
Gli equipaggi a bordo di Ferrari costruite dopo il 1957 scenderanno
dalla passerella di Viale Venezia a Brescia il 16 maggio aprendo
l’edizione 2013 della storica corsa. I concorrenti precederanno la
rievocazione della Mille Miglia, affrontando il tradizionale percorso
fino a Roma e ritorno su alcuni delle strade più belle d’Italia, per
tagliare il traguardo a Brescia nella notte di sabato 18.
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Le Ferrari partecipanti provengono da
oltre 20 Paesi con modelli divisi in due classifiche separate: quella
per vetture costruite dal 1958 al 1984, dette appunto Classiche, e
quelle costruite dal 1985 ai giorni nostri, un vero e proprio compendio
della straordinaria produzione Ferrari di ogni epoca selezionato da una
commissione presieduta dal Vice Presidente della Casa di Maranello,
Piero Ferrari.
Il percorso del Ferrari Tribute to 1000 Miglia
replica in tutto e per tutto quello della rievocazione, con il via a
Brescia e tappe a Bologna, Autodromo di Imola, Roma, Firenze, pista di
Fiorano per terminare di nuovo a Brescia.
Le vetture del Ferrari Tribute to 1000 Miglia
precedono quelle storiche di qualche minuto offrendo uno spettacolo
imperdibile per le decine di migliaia di appassionati che, come un tempo
e come ogni anno, si assiepano sulle strade del percorso.
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Le 10 auto che hanno fatto la storia della Mille Miglia
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OM 665 S spyder
Era il 1927 e da Brescia partiva la prima edizione
della Mille Miglia. All'arrivo davanti a tutti ci fu la OM 665 S spyder
dell'equipaggio formato da Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi, seguita
da altre due "sorelle", così da occupare completamente il
podio. Prodotta dalle Officine Meccaniche di Milano aveva un motore 6
cilindri di 2,2 litri che le permetteva di raggiungere i 150 km/h di
velocità massima.
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Alfa Romeo 6C 1750 SS Spyder Zagato
Capace di portarsi a casa le edizioni 1929 e 1930,
rispettivamente con Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari, la Alfa Romeo 6C
1750 SS Spyder Zagato era un'evoluzione della 1500, vittoriosa nel 1928.
Il motore era un 1.750 con compressore volumetrico e potenza di 85 CV.
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Mercedes-Benz SSKL Spyder
Nata sulla base della Typ S fu dedicata esclusivamente alla competizioni
e, grazie a modifiche sul telaio, pesava circa 170 kg in meno rispetto
alla versione stradale. Ne venne costruita appena un'unità, mossa da una
versione modificata del motore originale, capace di raggiungere i 300
CV di potenza. Specifiche che le permisero, con Rudolph Caracciola al
volante, di aggiudicarsi l'edizione 1931 della Mille Miglia.
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Alfa Romeo 8C 2900A Spyder
Uno dei capolavori di Alfa Romeo, forse una delle auto più famose del mondo. Un modello capace di aggiudicarsi 2 edizioni consecutive della Mille Miglia
(1936 e 1937) portando 3 vetture sul podio il primo anno e 2 (primo 2
secondo posto) l'anno successivo. La sigla stava a indicare il numero di
cilindri mentre il numero indicava la cilindrata, aumentata di 600 cc
rispetto alla versione originale lanciata nel 1931.
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BMW 328 Coupé
Giunta tra le 25 finaliste del premio "Auto più
significativa del XX secolo" la BMW 328 nacque come roadster per poi
diventare anche una coupé. Fin da subito fece registrare risultati
importanti in gara con il suo motore 1.9 da 136 CV e la capacità di
raggiungere i 220 km/h di velocità massima. Attualmente è l'unica
vettura che si è aggiudicata una vittoria sia nella Mille Miglia Classica (nel 1940) sia nella rievocazione storica. A lei è dedicata la concept 328 Hommage presentata nel 2011 a Villa d'Este.
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Ferrari 166 MM Spyder Touring
Un'auto che richiama la Mille Miglia già
nel nome: la MM di Ferrari 166 MM Spider Touring infatti richiama la
"corsa più bella del mondo", come la chiamava il Drake. Vinse l'edizione
1949 della Mille Miglia, bissando il successo dell'anno prima della
"sorella" 166 S Coupé Allemano.
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Lancia D24 Carrera Spyder Pininfarina
Bella e vincente, tanto da essere ancora oggi
considerata come una delle più belle auto da corsa della storia, nacque
per sostituire la sfortunata D20. Il motore era un V6 di 3,3 litri da
245 CV. Con Alberto Ascari si aggiudicò l'edizione 1954 della Mille
Miglia. Il suo palmares comprende anche l'edizione 1953 della Carrera
Panamericana, con il modello guidato da Juan Manuel Fangio.
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Ferrari 340 America coupé Vignale
Nel 2017 è stata venduta all'asta per 5,2 milioni di
euro, cifra non "monstre" ma comunque al di fuori delle possibilità di
molti appassionati. Giusta però per un'auto prodotta in appena 3
esemplari e derivata dalla monoposto di Formula 1. La carrozzeria prese
forma grazie alla matita di Giovanni Michelotti (allora collaboratore di
Vignale) e il motore aveva 280 CV. Vinse l'edizione del 1951 della
Mille Miglia con Gigi Villoresi.
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Mercedes-Benz 300 SLR Spyder
Vincitrice dell'edizione del 1955 con Stirling Mossa
al volante, la Mercedes-Benz 300 SLR Spyder derivava in parte dalla
monoposto di Formula 1 e non aveva nulla in comune con la 300 SL "Ali di
gabbiano". Il motore era un 2.9 8 cilindri che le permetteva di
raggiungere i 300 km/h, grazie anche al peso inferiore ai 1.000 kg.
Purtroppo l'auto è passata alla storia anche per il terribile incidente
della 24 Ore di Le Mans, sempre nel 1955, quando una 300 SLR perse il
controllo e finì tra il pubblico causando 83 morti.
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Ferrari 315 S Spyder Scaglietti
Un'auto passata alla storia non solo per il suo
design, nato dalla matita di Sergio Scaglietti, o per il suo motore V12.
La Ferrari 315 S Spyder Scaglietti è infatti nota per 2 motivi in netto
contrasto tra di loro: fu infatti l'ultima vettura ad aggiudicarsi la
Mille Miglia (1957) con Piero Taruffi al volante e fu anche il motivo
per cui la corsa non si tenne più. Ma proprio per "colpa" sua la corsa
più bella del mondo non si tenne più: a pochi chilometri dal traguardo
infatti la 312 Spyder guidata da Alfonso de Portago bucò una gomma e
finì in mezzo al pubblico mentre passava per il paese di Guidizzolo,
causando la morte di pilota, copilota e 9 spettatori.
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Prima Mille Miglia (1927):
La Lancia Lambda dei fratelli Battaglini, attraversa il Po sul ponte di barche a Casalmaggiore. |
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Revival Mille Miglia
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BMW 328 del 1937 categoria Sport
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BMW 328 Kamm Coupé
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Roma mattina - BMW 328 Touring Roadster 1937
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Roma mattina - BMW 328 Roadster 1937 - 1939
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Brescia,1947. La seconda guerra mondiale
si è appena conclusa e subito riparte la Mille Miglia. Canestrini e
Castagneto con bandiera, danno il via alla gara da loro fondata.
Sono a
bordo di una Fiat 6C 1500 carrozzeria speciale.
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San Quirico d’Orcia - (SI)
1927
Ferninando Minoia
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La Mille Miglia disputata tra il 26 e il 27 marzo 1927 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi che coprirono l'intera distanza di 1628 km su una OM 665 "Superba" S Torpedo Sport
ufficiale in 21 ore 4 minuti e 48 secondi alla velocità media di 77,238
chilometri orari seguiti da due vetture gemelle affidate a T. Danieli -
Balestrero e M. Danieli - Rosa.
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Gilco Mariani modello Fiat 1100 Sport del 1948
La Mille Miglia 1929 è stata una corsa automobilistica di velocità su strada.
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Macchina d'epoca BMW 328 del 1937
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BMW 328 con motore da 1957 CC del 1937
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Hearly Westland del 1947
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Ferrari 500 TRC del 1957 categoria sport
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1928
Giuseppe Campari
Giuseppe Campari (vincitore dell'edizione 1928 a bordo della Alfa Romeo 6C 1500 SS
e di quella del 1929 a bordo della Alfa Romeo 6C 1750 SS).
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La Mille Miglia
disputata tra il 13 e il 14 aprile 1929 su un percorso stradale da
Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Giuseppe Campari e Giulio Ramponi
che coprirono l'intera distanza di 1621 km su un'Alfa Romeo 6C 1750 SS
Spider Zagato ufficiale in 18 ore 4 minuti e 25 secondi alla
velocità media di 89,688 chilometri orari.
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1929
Giuseppe Campari
La Mille Miglia 1929 è stata una corsa automobilistica di velocità su strada.
Disputata tra il 13 e il 14 aprile 1929 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno venne vinta
da Giuseppe Campari e Giulio Ramponi che coprirono l'intera distanza di 1621 km
su un'Alfa Romeo 6C 1750 SS Spider Zagato ufficiale in 18 ore 4 minuti e 25 secondi
alla velocità media di 89,688 chilometri orari.
1930
Tazio Nuvolari
Tazio Nuvolari insieme a Giovanni Battista Guidotti dopo la vittoria nella Mille Miglia del 1930.
La Mille Miglia 1930 è stata una corsa automobilistica di velocità su strada.
Disputata tra il 12 e il 13 aprile 1930 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Tazio Nuvolari e Giovanni Battista Guidotti che coprirono l'intera distanza di 1639 km su un'Alfa Romeo 6C 1750 GS Testa Fissa Spider Zagato
ufficiale in 16 ore 18 minuti e 59 secondi alla velocità media di
100,450 chilometri orari. Questa fu la prima volta che la media superò
la barriera dei 100 Km/h.
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1934 Fiat 508 CS Coppa d'Oro "Balilla Sport"
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Alfa Romeo 6C 2300B Gran Turismo del 1937
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Aston Martin International Le Mans
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Passaggio da San Quirico d'Orcia a Bagno Vignoni
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Mercedes-Bens 710 SS del 1930
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1931
Rudolf Caracciola
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La Mille Miglia disputata tra l'11 e il 12 aprile 1931 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Rudolf Caracciola e Wilhelm Sebastian
che coprirono l'intera distanza di 1639,7 km su una Mercedes-Benz SSKL
in 16 ore 10 minuti 10 secondi alla velocità media di 101,147
chilometri orari.[1] Questa fu la prima edizione della classica bresciana vinta da un equipaggio straniero su una macchina straniera.
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CisItalia 202 SC Berlinetta Pinin Farina del 1948
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Fiat 1100 S 1948 Sport
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Alfa Romeo 6C 2500 SS 1940 turismo
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1932
Mario Umberto Baconin Borzacchini
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La Mille Miglia disputata tra il 9 e il 10 aprile 1932 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Mario Umberto Baconin Borzacchini e Amedeo Bignami che coprirono l'intera distanza di 1639,7 km su un'Alfa Romeo 8C 2300 Spider Touring ufficiale in 14 ore 55 minuti 19 secondi alla velocità media di 109,884 chilometri orari.
Fonte: Wikipedia
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Mercedes-Benz SSK 1929
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Morettini Fiat 508 S 1936
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Lagonda M 4.5 Rapide 1934
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Bugatti Type 43 del 1928
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Tazio Nuvolari (vincitore dell'edizione del 1930 a bordo della Alfa Romeo 6C 1750 GS
e di quella del 1933 a bordo della Alfa Romeo 8C 2300 SPIDER.
La Mille
Miglia disputata tra l'8 e il 9 aprile 1933 su un percorso stradale da
Brescia a Roma e ritorno venne vinta da Tazio Nuvolari e Decimo Compagnoni che coprirono l'intera distanza di 1 650 km su un'Alfa Romeo 8C 2300 Spider Zagato della Scuderia Ferrari in 15 ore 11 minuti e 50 secondi alla velocità media di 108,572 chilometri orari.
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Bugatti Type 37 con motore da 1496CC del 1927
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Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport 1930
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Auto d´epoca Porsche 550-1500 RS del 1955
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Hearly N series del 1951
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1934
Achille Varzi
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La Mille Miglia disputata tra l'8 e
il 9 aprile 1934 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno
venne vinta da Achille Varzi e Amedeo Bignami che coprirono l'intera
distanza di 1615 km su un'Alfa Romeo 8C 2300 Monza 2.6 Spider Brianza biposto della Scuderia Ferrari in 14 ore 8 minuti e 5 secondi alla velocità media di 114,307 chilometri orari.
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Astom Martin DB3 1952
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Arnolt Bristol Bolide roadster con motore da 1978 CC del 1954
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Porsche 550-1500 RS del 1954 |
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Mercedes-Benz 300 SL W198-I |
Auto incidentata Mille Miglia
1935
Carlo Maria Pintacuda
Carlo Maria Pintacuda (vincitore dell'edizione 1935 e di quella del 1937) |
La Mille
Miglia disputata tra il 14 e il 15 aprile 1935 su un percorso stradale
da Brescia a Roma e ritorno venne vinta da e Alessandro Della Stufa
che coprirono l'intera distanza di 1615 km su un'Alfa Romeo Tipo B P3
biposto della Scuderia Ferrari in 14 ore 4 minuti e 47 secondi alla
velocità media di 114,753 chilometri orari.
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Mercedes-Benz 300 SL W198-I del 1955 |
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Interni red per la Mercedes 300 SL W198-I del 1955 |
1936
Antonio Brivio
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La Mille
Miglia disputata il 5 aprile 1936 su un percorso stradale da
Brescia a Roma e ritorno, per un totale di 1597 chilometri, venne vinta
da Antonio Brivio e Carlo Ongaro su Alfa Romeo 8C 2900A
della Scuderia Ferrari, che coprirono l'intera distanza in 13 ore 7
minuti e 51 secondi alla velocità media di 121,622 chilometri
orari.
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1937
Carlo Maria Pintacuda
L'Alfa Romeo 8C 2900 A spider "botticella" dei vincitori Carlo Maria Pintacuda
e Paride Mambelli sotto la pioggia
La Mille Miglia 1937 è stata una corsa automobilistica di velocità su strada.
Disputata il 4 aprile 1937 su un percorso stradale da Brescia a Roma e
ritorno, per un totale di 1640 chilometri, venne vinta da Carlo Maria
Pintacuda e Paride Mambelli su Alfa Romeo 8C 2900A
della Scuderia Ferrari, che coprirono l'intera distanza in 14 ore 17
minuti e 32 secondi alla velocità media di 114,747 chilometri
orari.
1938
Clemente Biondetti
Le quattro Alfa Romeo 8C
2900 B MM Spider Touring preparate dall'Alfa Corse per la Mille Miglia
1938. Da sinistra a destra:
142 Pintacuda - Mambelli; 148 Siena -
Villoresi; 141 Farina - Meazza; 143 Biondetti - Stefani
La Mille Miglia 1938 è stata una corsa automobilistica di velocità su strada.
Disputata tra il e il 4 aprile 1938 su un percorso stradale da Brescia
a Roma e ritorno, per un totale di 1621,270 chilometri, venne vinta da
Clemente Biondetti e Aldo Stefani su Alfa Romeo 8C 2900 B spider
Touring dell'Alfa Corse, che coprirono l'intera distanza in 11 ore 58
minuti e 29 secondi stabilendo una
nuova velocità media record di 135,391 chilometri orari.
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Arnolt Bristol Bolide 1954 |
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Mercedes-Benz 300 SL W198-I |
Dopo la pausa del 1939, nel 1940, a guerra iniziata, si riuscì a organizzare una nuova gara,
chiamata ufficialmente Gran Premio di Brescia delle 1000 Miglia, che consisteva in nove giri
di un circuito chiuso triangolare che toccava le città di Brescia, Cremona e Mantova
in modo da raggiungere la lunghezza di circa 1000 Miglia.
Tra il 1941 e il 1946 non fu possibile organizzare la corsa a causa della seconda guerra mondiale.
1940
Fritz Huschke von Hanstein
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La Mille Miglia
disputata il
28 aprile 1940 su un percorso stradale tra Brescia, Cremona e Mantova
da ripetere nove volte, per un totale di 1486 chilometri, venne vinta
da Fritz Huschke von Hanstein e Walter Baumer
su BMW 328 che coprirono l'intera distanza in 8 ore 54 minuti 46
secondi 6 centesimi alla velocità media di 166,723 chilometri
orari.
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Mercedes-Benz 300 SL W198-I |
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BMW 328 Frazer Nash 1938 categoria Sport |
1950
Giannino Marzotto
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Giannino era esponente dei Marzotto, nota famiglia
di imprenditori del settore tessile. Figlio del conte Gaetano "iunior",
iniziò a correre nel 1948; amico di Enzo Ferrari, aveva una
passione profonda per le auto.
Riuscì a vincere due Mille Miglia, l'edizione del 1950 e del
1953, e ad arrivare 5º assoluto nel circuito francese di Le Mans
alla classica 24 ore. Ha anche partecipato due volte nella Coppa d'Oro delle Dolomiti, finendo primo nel 1950 e secondo nel 1952.
Si fece costruire una Ferrari particolarissima, la 212 Export "Uovo",
progettata per la Mille Miglia: aveva una carrozzeria molto
tondeggiante, con la griglia del radiatore praticamente tonda.
È deceduto il 14 luglio 2012 all'età di 84 anni; riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Valdagno.
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Jaguar XK 120 OTS SE Gran Turismo del 1954 |
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Arnolt Bristol Bolide roadster 1954 |
1951
Luigi Villoresi
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1951 • Un’uscita di strada con danni alla carrozzeria e il cambio bloccato in quarta marcia non tolgono a Luigi Villoresi la soddisfazione della vittoria al volante di una Ferrari 340 America. La Mille Miglia, dal 1951, assegna i numeri in base all’orario di partenza. Sul secondo gradino, sale Giovanni Bracco, che ha guidato una nuo-vissima Lancia Aurelia GT iscritta nella catego-ria Gran Turismo. Partiti: 325. Classificati: 175.
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Mercedes 300 SL W198-I ali di gabbiano del 1955 |
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Ferrari 225 S Export 1951 |
1952
Giovanni Bracco
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1952 - Giovanni Bracco a cavallo della seconda guerra mondiale corse su una Lancia Aprilia.
Vinse il Gran Premio d'Italia del 1948 (classe 2 litri di cilindrata) su una Maserati GCS prima di correre per la Ferrari (1950-1952), vincendo la Mille Miglia su una Ferrari 250 S.
Ha anche partecipato due volte nella Coppa d'Oro delle Dolomiti,
finendo primo nel 1948 e secondo nel 1950.
Con il suo pupillo più giovane, Umberto Maglioli, arrivò
secondo alla Mille Miglia del 1951 guidando una Lancia Aurelia B20. Nel
1955 corse su una Maserati 200S.
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1953
Giannino Marzotto
XX edizione della Mille Miglia disputatasi tra il 25 e il 26 aprile 1953
sul percorso Brescia-Roma. La manifestazione vide la vittoria
dell'equipaggio italiano costituito da Gianni Marzotto e Marco Crosara
su Ferrari, seguito da Juan Manuel Fangio e Giulio Sala su Alfa Romeo e
da Felica Bonetto con Peruzzi su Lancia.
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1954
Alberto Ascari
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Alberto Ascari
(Milano, 13 luglio 1918 – Monza, 26 maggio 1955) è stato
un pilota automobilistico e pilota motociclistico italiano, vincitore
del titolo di campione del mondo di Formula 1 nel 1952 e nel 1953.
Pilota completo, aveva uno stile di guida preciso e rispettoso del mezzo meccanico;
era inoltre solito imporre un elevatissimo ritmo gara nelle prime fasi
della corsa ed in seguito gestire il vantaggio che aveva accumulato]
Seppe distinguersi anche con vetture a ruote coperte. I suoi migliori
risultati furono un secondo posto alla Carrera Panamericana del 1951,
la vittoria al Rallye del Sestriere sempre nello stesso anno, il
successo alla 1000 km del Nürburgring nel 1953 ed infine la
vittoria su Lancia D24 alla Mille Miglia del 1954. Prese parte anche
alla 24 Ore di Le Mans del 1952 e 1953 guidando una Ferrari e
realizzando in entrambe le occasioni il giro più veloce in gara.
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Jaguar C-Type del 1956 |
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Jaguar C-Type del 1953 Sport |
1955
Stirling Moss
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Il 1 maggio del 1955, alla fine della massacrante maratona Stirling Moss
in coppia con il giornalista inglese Denis Jenkinson arriva da
trionfatore a Brescia in sole 10 ore, 07 secondi e 48 centesimi. La sua
media è di 157,65 Km/ora, il record della gara mai più battuto nelle edizioni successive.
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Jaguar XK 120 FHC del 1952 Gran Turismo |
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Jaguar XK 120 OTS del 1950 |
1956
Eugenio Castellotti
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Eugenio Castellotti (Lodi, 10 ottobre 1930 – Modena, 14 marzo 1957) è stato un pilota automobilistico italiano.
Nella sua carriera si
distinse particolarmente nelle gare di durata, ottenendo la vittoria
nel 1956 sia alla Mille Miglia che alla 12 Ore di Sebring (nel secondo
caso in coppia con Juan Manuel Fangio). Prese parte anche ad alcuni
campionati di Formula 1, correndo per Lancia e Ferrari, in cui giunse
per due volte al secondo posto in gara e conquistò una pole
position
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Aston Martin DB2 del 1951 |
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Ferrari 212 Export del 1951 |
1957
Piero Taruffi
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Eccellente pilota, recordman, collaudatore e progettista, il suo palmarès
è talmente vasto da poter essere confrontato solamente con quello dei
più grandi piloti di tutti i tempi. Taruffi si aggiudicò moltissime e
prestigiose gare di automobilismo e motociclismo sportivo.
Oltre ad aver conquistato diversi record mondiali di velocità, ha
progettato importanti innovazioni tecniche e contribuito allo sviluppo
di svariati prototipi, tra i quali la celeberrima Rondine, considerata la prima motocicletta dell'era moderna.
Pur ritenendosi maggiormente portato verso le corse in moto,
Taruffi è riuscito a conquistare la vittoria nelle tre più importanti
gare mondiali automobilistiche su tracciato stradale: la Targa Florio nel 1952, la Carrera Panamericana nel 1951 e la Mille Miglia nel 1957. Fu secondo nella Coppa d'Oro delle Dolomiti del 1953. Con la Mille Miglia a cinquant'anni si ritirò dalle corse.
Nella Carrera Panamericana del 1951 la stampa messicana gli affibbiò il soprannome di El zorro plateado
(La volpe argentata), per la precoce canizie e per lo stile di guida
mai irruente e sempre teso a sfruttare ogni potenzialità del mezzo
meccanico.
Nell'ottobre del 2006 è stato dedicato a Taruffi l'Autodromo di Vallelunga, da lui progettato nel 1950.
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Fiat 520 del 1928 |
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Triumph TR3 sports 20 del 1957 |
Francesco Giardini si una sua Maserati A6GCS verso il 4° posto alla Mille Miglia del 1955.
Francesco è stato un appuntamento fisso della Mille Miglia, gareggiando in questa corsa ogni anno dal 1948 al 1956.
MILLE
MIGLIA - Brescia - 11/12 Maggio 1957 |
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Piero
Taruffi si appresta a partire da Brescia per la XXIV Mille Miglia, che
lo vide vincitore in quella sfortunata edizione conclusasi con la morte
di Alfonso De Portago e del copilota Ed Nelson.
L'Ingegnere come veniva
chiamato nel mondo delle corse, era un ottimo stradista ed abile
collaudatore. Si racconta che un giorno provando una vettura sport a
300 km/h, si accorse che un cuscinetto della ruota anteriore
"fischiava".
Dopo la vittoria alla Mille Miglia, come promesso alla
moglie e a Ferrari, Taruffi si ritirò dal mondo delle corse
lasciando un segno indelebile di un gentleman di altri tempi.
Qui lo vediamo alla partenza con la sua vettura da gara, una Ferrari
315 S, mentre attende il finale del conto alla rovescia prima del via.
De Portago è partito da 4 minuti verso la sua ultima
"cavalcata". |
Nobile, appassionato di cavalli, terzo ai Mondiali di bob e primo pilota
spagnolo a salire sul podio in F1:
Alfonso de Portago è stato tutto
questo ma è destinato ad essere ricordato solo per la sua morte
(che
portò alla cancellazione della Mille Miglia)
Nel
pomeriggio del 12 maggio 1957, durante le fasi conclusive della XXIV
Mille Miglia, la Ferrari 335 S n.531 condotta dal pilota spagnolo
Alfonso de Portago e dal copilota statunitense Edmund Gurner Nelson
percorreva il lungo rettilineo tra Cerlongo e Guidizzolo, sulla strada
napoleonica Mantova-Brescia. Si trattava dell'ultima porzione di gara
che portava al traguardo di Brescia: le autovetture concorrenti
raggiungevano in quel punto velocità anche superiori a 250 km/h.
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In
vista dell'abitato di Guidizzolo, in località Corte Colomba
(territorio comunale di Cavriana), l'improvviso scoppio di uno
pneumatico fece sbandare la vettura di de Portago che, finita nel
fossato a destra, ne fuoriuscì saltando l'intera carreggiata e
schiantandosi sul ciglio sinistro ove erano assiepati molti spettatori.
L'incidente provocò la morte degli occupanti la vettura e di
nove spettatori, tra cui cinque bambini, oltre a numerosi feriti. Sul
luogo della strage fu successivamente eretto un monumento commemorativo
sulla SS236.
Monumento ai Caduti della Mille Miglia situato nel punto in cui avvenne l'incidente
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C'era una volta la Mille Miglia
Questo è un sito-blog personale non a scopo di lucro.
Si propone di rivivere alcuni frammenti storici della F1: quella dove la guida delle monoposto apparteneva ai
piloti,
su piste che oggi giudicheremmo assurde, circuiti disegnati
dal computer piuttosto che dal cuore.
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