Juan Manul Fangio da molti considerato il più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi
aveva uno stile di guida preciso ma allo stesso tempo spettacolare
oltre che una profonda conoscenza della meccanica essendo stato
coinvolto nel settore delle riparazioni fin da ragazzino.
Corridore completo, seppe distinguersi anche in competizioni a ruote coperte, da ricordare i suoi numerosi piazzamenti
alla Mille Miglia, la vittoria alla Carrera Panamericana nel 1954, al
Nürburgring nel 1955 e alla 12 Ore di Sebring nel 1956 e nel 1957.
La storia di Juan Manuel Fangio
Il 24 giugno 1911 di un secolo fa nasceva da genitori italiani a Balcarce, in Argentina, Juan Manuel Fangio,
considerato insieme a Tazio Nuvolari, che però visse un'altra epoca delle corse, "il" pilota. Soprannominato "El Chueco",
lo storpio, per via delle gambe arcuate, ma anche "El Maestro", semplicemente perché era il migliore,
regalò i primi titoli iridati in Formula 1 a quattro marche: Alfa Romeo, Ferrari, Maserati e Mercedes-Benz.
Prima che arrivasse Michael Schumacher è stato il pilota più titolato
in Formula 1 e il solo a vincere per quattro stagioni di seguito,
dal
'54 al '57, ma rimane l'unico a poter vantare una vittoria ogni due
gare. Anche il Kaiser 46 anni dopo lo ha ammesso:
"Non si può fare
minimamente un paragone".
Luciano Pavarotti e Juan Manuel Fangio
MONACO - 20
maggio: David Coulthard, membro di Laureus Academy Emerson Fittipaldi,
Principe Alberto di Monaco e Niki Lauda
il 20 maggio 2003 alla
presentazione di una statua di Juan Manuel Fangio all'angolo di Rascasse
a Monaco.
F1 Tribute Juan Manuel Fangio
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Juan Manuel Fangio
Gli esordi in Argentina
L'esordio nel mondo delle competizioni
motoristiche avvenne il 25 ottobre 1936. Fangio al volante di una
vettura Ford A che pare fosse stata in precedenza utilizzata come taxi,
prese parte al Premio Circuito de Benito Juárez. Dopo essersi
qualificato in settima posizione fu costretto al ritiro in seguito ad
un guasto meccanico mentre si trovava al terzo posto; la corsa fu
funestata da un grave incidente in cui l'auto guidata da Juan Estanyo, capovolgendosi in seguito ad una sbandata, uccise il co-pilota Armando Tesone.
La seconda corsa non fu più fortunata, Fangio arrivato in ritardo alla
partenza si inserì nel gruppo con un giro di ritardo e venne in seguito
squalificato e costretto a fermarsi.
Nel 1939 iniziò a partecipare anche a competizioni su strada e fu nel 1940 che, proprio in una di queste corse, il Gran Premio Internacional del Norte, conquistò la sua prima vittoria al volante di una Chevrolet
coupé. La competizione durò due settimane su un percorso di più di
novemila chilometri, Fangio concluse con il tempo di 109 ore e 35 minuti
e con più di un'ora di vantaggio sul secondo classificato, Daniel Musso..
Nel 1941 arrivarono altre due vittorie su strada, la prima in Brasile nel Premio Presidente Getulio Vergas, la seconda nella Mille Miglia Argentina.
Dopo una sosta forzata a causa della guerra, nel 1946 Fangio tornò a
correre anche in corse a ruote scoperte cogliendo i primi buoni
piazzamenti con due secondi posti.
Nel 1947 conquistò la prima vittoria
al volante di una monoposto al Gran Premio della Città di
Rosario. Nel corso dell'anno si aggiudicò altre due prove di Formula Libre
e una su strada. Nel 1948 arrivarono altre due vittorie in formula
libera e due in competizioni su strada, per la prima volta poi Fangio
partecipò a una corsa europea, in Francia prese parte a bordo di vetture
Simca-Gordini al Gran Premio di Reims,
prese il via sia alla corsa di Formula 2 sia a quella di Formula 1 ma
fu costretto al ritiro per problemi meccanici in entrambe le
competizioni.
Alla fine dell'anno prese parte alla prova di Turismo de
Carretera denominata Gran Premio dell'America del Sud, una maratona
automobilistica della durata di quasi tre settimane su un percorso di
9500 chilometri. Fangio fu protagonista di un terribile incidente nel
corso della settima tappa, la sua Chevrolet uscì dal tracciato
cappottandosi numerose volte, il pilota argentino riportò ferite al
collo mentre il suo copilota, Daniel Urrutia
fu catapultato fuori dall'abitacolo, riportando gravi fratture al
cranio e alle vertebre cervicali e morendo poche ore dopo nel vicino
ospedale di Obrero
dove entrambi erano stati ricoverati. Sebbene profondamente scosso
dalla perdita dell'amico Fangio decise alla fine per il proseguimento
della sua carriera agonistica.
L'avventura europea
Il 1949: i primi successi
Nel 1949 Fangio ritornò in Europa e
questa volta i risultati furono straordinari, si aggiudicò
infatti in rapida successione il Gran Premio di San Remo, quello di
Pau, quello di Perpignan
e infine
quello di Marsiglia. Avrebbe dovuto partecipare anche alla Mille Miglia
tra i favoriti ma la sua Simca non arrivò in tempo dalla
Francia. Si ritirò nelle due corse successive il Gran Premio di
Roma di Formula 2 e il Gran Premio di Bruxelles di Formula 1, mentre il successivo Gran Premio dell’ Autodromo
di Formula 2 a Monza avrebbe visto la sua consacrazione definitiva,
infatti sul circuito brianzolo, approfittando di un guasto meccanico
subito da Ascari a poche tornate dalla fine mentre si trovava al
comando, si aggiudicò il quinto successo stagionale.
Al successivo appuntamento di Reims,
Fangio partecipò sia alla corsa di Formula 2 in cui fu costretto al
ritiro per un guasto mentre era al comando lasciando la vittoria ad
Ascari, sia al Gran Premio di Formula 1 ma anche questa volta si dovette
ritirare per un cedimento meccanico.
Sul finire della stagione si fecero sempre più insistenti le voci di un ritorno dell'Alfa Romeo
alle competizioni e Fangio fu indicato dalla stampa come sicuro pilota
della rinnovata scuderia. Le nuove vetture che avrebbero dovuto
debuttare al Gran Premio d'Italia
non vennero comunque ritenute ancora a punto dai vertici della casa e
l'esordio venne quindi rimandato alla stagione successiva.
Le stagioni del Mondiale
Il 1950
Le corse in Argentina
La stagione motoristica incominciò
con quattro gare in Argentina, alle quali presero parte la grande
maggioranza dei piloti europei.
Il 18 dicembre 1949 si disputò il Gran Premio Peron
sul circuito di Palermo, Fangio nonostante un incidente in prova in cui
danneggiò lievemente la sua Ferrari 166 F2 andando a sbattere
contro un albero, partì dalla prima fila, alle spalle di Villoresi
e Ascari. In gara riuscì a guadagnare una posizione, concludendo la
gara al secondo posto dietro ad Ascari. Il tifo dei fans argentini per
il loro idolo raggiunse livelli altissimi e si registrano anche alcuni
episodi di ostilità verso i piloti italiani, fortunatamente subito
rientrati.
Tale entusiasmo produsse però situazioni anche molto pericolose,
un'invasione di pista al termine della gara rischiò di tramutarsi in
tragedia quando il Principe Bira travolse la folla festante dopo aver tagliato il traguardo, fortunatamente non si registrano feriti gravi.
Il 9 gennaio 1950 si disputò poi il Gran Premio Evita Perón,
la prima fila fu identica a quella di dicembre ma a posizioni invertite
con Fangio in pole davanti ad Ascari e Villoresi. Il pilota argentino
prese subito il comando della corsa ma un consumo irregolare degli
pneumatici lo costrinse a diverse soste ai box lasciando il successo a
Villoresi.
La successiva corsa a Mar del Plata
vide Fangio protagonista di un brutto incidente insieme a Villoresi,
quest'ultimo ruppe lo sterzo e urtò la vettura dell'argentino ad alta
velocità provocandone il ribaltamento.
Fortunatamente entrambi i piloti uscirono illesi dalla carambola
ma la stampa argentina accusò Villoresi di avere provocato
intenzionalmente l'incidente per favorire il successo di Ascari.
Nei giorni successivi fu lo stesso Fangio a scagionare completamente il pilota della Ferrari da qualsiasi responsabilità.
La stagione sud americana si concluse con il Gran Premio della Città di
Rosario. Fangio partì dalla pole position e condusse la gara fin dalle
prime battute ma al 13º giro, mentre si trovava al comando con ampio
margine sul secondo, andò a sbattere contro le balle di paglia poste a
protezione del pubblico; alcuni spettatori rimasero feriti in modo lieve
mentre il pilota, uscito completamente incolume dall'incidente, fu
costretto ad abbandonare la corsa lasciando il successo a Villoresi.
Il bilancio complessivo nelle quattro corse di casa non fu certo
incoraggiante ma il pilota argentino aveva comunque dimostrato di poter
competere ad armi pari con i migliori piloti europei a parità di mezzo
meccanico e l'arrivo delle nuove Alfa Romeo avrebbe sicuramente potuto
spostare in modo deciso gli equilibri delle corse.
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Juan Manuel Fangio guida una Ferrari a Monza, 1949
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1949 - Fangio su Chevrolet |
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Nel 1949 Fangio in Argentina garaggia in monoposto |
1949 Juan Manuel Fangio Gran Premio di Francia (Maserati 4clt48)
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Gran Premio di Pau 1950
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Gara extra Campionato
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Il circuito di Pau
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Data
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10 aprile 1950
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Nome ufficiale
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XI Gran Premio di Pau
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Luogo
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Circuito di Pau, Francia
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Percorso
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2,769 km / 1,720 US mi
Circuito stradale
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Distanza
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110 giri, 304,590 km/ 189,263 US mi
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Risultati
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Pole position
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Giro più veloce
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Juan Manuel Fangio
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Juan Manuel Fangio
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Maserati in 1:43.1
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Maserati in 1:42.8
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Podio
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1. Juan Manuel Fangio
Maserati
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2. Luigi Villoresi
Ferrari
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3. Louis Rosier
Talbot-Lago
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Il Gran Premio di Pau 1950
è stata una gara di Formula 1 extra-campionato tenutasi il 10
aprile, 1950 sul Circuito di Pau, a Pau, in Francia.
La corsa,
disputatasi su un totale di 110 giri, è stata vinta
dall'argentino Juan Manuel Fangio su Maserati 4CLT/48.
È stata la prima gara della Stagione di Formula 1 1950, e si è disputata in concomitanza con il Richmond Trophy.
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Il primo Campionato del Mondo di Formula 1
Il 13 maggio esordì, sul Circuito di Silverstone e al volante di una Alfa Romeo 158, nel Campionato del Mondo di Formula 1
organizzato quell'anno per la prima volta; la corsa fu caratterizzata
da un acceso duello con il compagno di squadra Nino Farina. Fangio
cercò di avvantaggiarsi sul rivale anticipando la sosta per il
rifornimento, ma ripartì dai box prima che i meccanici avessero
completato il rabbocco dell'olio:
il motore non resistette a lungo e l'argentino fu costretto al ritiro a
otto giri dal termine, mentre si trovava in seconda posizione, per il
cedimento di una valvola. Il secondo appuntamento iridato a Monaco si
rivelerà decisamente più fortunato, Fangio partito dalla
pole position prese subito la testa della corsa, riuscendo così
a evitare di rimanere coinvolto nell'incidente del primo giro che mise
fuori gioco nove vetture e tra gli altri i compagni di squadra Farina e
Fagioli e il connazionale José Froilán González.
L'incidente fu causato da uno sbandamento di Farina che nel dopo gara
accusò proprio l'argentino di non aver lasciato lo spazio
necessario al sorpasso, provocando la carambola.
Fangio non si lasciò sfuggire
l'occasione e conquistò una facile vittoria davanti alla Ferrari
di Ascari e la Maserati del pilota di casa Louis Chiron, andando ad
agganciare Farina al comando della classifica iridata. Il successivo
appuntamento a Bremgarten in Svizzera vide Fangio partire nuovamente
dalla pole ma la gara venne condotta dal compagno di squadra Farina, il
pilota argentino si travava comunque saldamente in seconda posizione
quando, a otto giri dal termine, si ruppe il motore della sua alfetta costringendolo al ritiro. Il
18 giugno si corse poi il Gran Premio del Belgio sul Circuito di Spa.
Fangio conquistò il suo secondo successo iridato davanti a
Fagioli e il francese Rosier, Farina attardato da un problema al motore
negli ultimi giri si piazzò in quarta posizione realizzando il
giro più veloce in gara.
La penultima prova del mondiale si disputò sul Circuito di Reims
e Fangio realizzò un week end perfetto conquistando pole vittoria e
giro più veloce in gara, il contemporaneo ritiro di Farina per un guasto
alla pompa di benzina proiettò il pilota argentino in testa alla
classifica mondiale. Tutto si decise quindi sulla pista di Monza nel Gran Premio d'Italia
Fangio partito dalla pole accusò noie meccaniche sulla sua Alfa e salì
su quella del compagno Taruffi, nel tentativo di rimonta realizzò il
giro più veloce della corsa ma un ulteriore guasto lo costrinse al
definitivo ritiro lasciando così a Farina la vittoria del Gran Premio e
del Titolo mondiale. Da sottolineare come la Direzione corse dell'Alfa
Romeo per garantire ai due piloti l'assoluta uniformità di trattamento
fece estrarre a sorte dagli stessi protagonisti i numeri delle auto a
loro assegnate.
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28 agosto 1950:
il pilota argentino Juan Manuel Fangio (1911-1995), nella sua Alfa Romeo, durante l'International Trophy
Race a Silverstone.
Fangio Monza 1950
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Juan Manuel Fangio - Alfa Romeo - Silverstone, British Grand Prix - 1950.
Juan Manuel Fangio (Alfa Romeo 158) celebra la vittoria, Gran Premio di Monaco 1950.
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Il Gran Premio di Monaco del 1950 fu il secondo round del Campionato Mondiale Piloti della stagione 1950 di Formula 1 e la sesta gara complessiva di quell'annata, disputata il 21 maggio sul Circuito di Montecarlo soltanto a una settimana di distanza dalla precedente.
La gara vede una pronta rivincita del pilota argentino Juan Manuel Fangio
(sua prima vittoria in Formula 1), che la domina in un fine settimana
contrassegnato dall'incidente durante le prove del sabato ad Alfredo
Pián, che si frattura una caviglia e fa sospendere la sessione, e
durante la gara l'improvvisa ondata del primo giro alla curva del
Tabaccaio che elimina in un colpo solo una decina di concorrenti. È la
gara dove fanno il loro debutto le Ferrari (che, grazie ad Ascari, si
aggiudicherà il primo podio) e dove gareggia il primo pilota
statunitense in Formula 1, Harry Schell, che guida per la prima volta in un Gran Premio una Cooper a motore posteriore.
Gara
- Dopo due sessioni di qualifica, come da tradizione al giovedì
e al sabato, dove Charles Pozzi, Yves Giraud-Cabantous, Pierre Levegh e
Clemente Biondetti non partono, la griglia di partenza viene
condizionata pesantemente dal grave incidente occorso all'argentino
Alfredo Pián il quale, a causa di una macchia d'olio, va a
sbattere contro la tribuna con la Maserati fratturandosi una caviglia,
e non prenderà più parte a una gara di Formula 1. La
sessione del sabato viene sospesa definitivamente e le posizioni
vengono stabilizzate ai cinque migliori tempi ottenuti nella prima
sessione di prove: dalla sesta in avanti i tempi della seconda
sessione. Questo sistema penalizzerà soprattutto Luigi Villoresi
che, pur avendo ottenuto il secondo tempo assoluto, partirà
dalla terza fila in sesta posizione.
Al primo giro della gara si verifica un rovinoso incidente
multiplo quando un'ondata improvvisa invade la curva del Tabaccaio.
Fangio, già in testa, riesce a evitarla e Nino Farina
in quel momento in seconda posizione, si scontra con la Maserati di
González che prende fuoco. L'argentino riesce in breve tempo a uscire
dalla vettura con qualche ustione, e altri piloti, tentando di evitare
le due vetture, effettuano collisioni tra loro. Luigi Fagioli, in quinta
posizione, sterza bruscamente, andando in testacoda e viene urtato dal
sopraggiungente Louis Rosier. Nella carambola si ritirano
complessivamente dieci piloti (tra un parco partenti di 19). Soltanto
Fangio riesce a evitarla restando in testa alla gara. Luigi Villoresi
viene attardato in maniera irreparabile al secondo giro dalla pista
ostruita dalle vetture incidentate. Escono subito di scena due grandi
protagonisti del Gran Premio di Gran Bretagna, Farina e Fagioli, mentre
Villoresi tenta una rimonta portandosi, al 55º giro, a 32 secondi da
Fangio, prima di arrendersi al 63º giro per problemi alla trasmissione.
Prima, al 36º giro, si era ritirato anche Philippe Étancelin per una perdita d'olio.
Alla fine Juan Manuel Fangio, dopo avere doppiato tutti, e senza
grandi problemi, riesce a conquistare la sua prima vittoria in Formula
1, raggiunge Farina in testa alla classifica con 9 punti e ottiene il
primo “Grand Chelem” della storia: pole position, fastest lap, vittoria
della gara condotta sempre in testa. Con la media oraria di 98.7 km/h, è
il Gran Premio più lento di sempre. La Ferrari 125 non si è dimostrata
all'altezza delle Alfa Romeo, e già Enzo Ferrari comincia a pensare ad
una vettura tutta nuova, con motore aspirato.
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Gran Premio del Belgio 1950 |
Juan Manuel Fangio - Eau Rouge.
Il Gran Premio del Belgio del 1950 fu la quinta prova del Campionato Mondiale Piloti di Formula 1
disputato il 18 giugno 1950 sul Circuito di Spa-Francorchamps nella sua
versione completamente stradale e molto veloce di 14 km. La gara
si svolse due settimane dopo il Gran Premio di Svizzera 1950 e vi
parteciparono soltanto 14 concorrenti. La situazione della corsa
precedente viene completamente ribaltata: le qualificazioni saranno
appannaggio del pilota italiano Farina, ma la gara sarà vinta
dall'argentino Fangio, con Fagioli che si piazza ancora una volta in
seconda posizione e Rosier in terza. Nino Farina, con il quarto posto,
guadagna punti importanti nella corsa al titolo mondiale.
Gara - Farina e Fangio come al solito, sono i più veloci nella sessione di
qualifiche con Fagioli impossibilitato a tenere il loro passo. Sommer
resta davanti alla Ferrari con la sua vecchia Talbot-Lago. La gara ha
una svolgimento pressoché simile. Le Alfa Romeo fanno corsa a sé e nei
primi cinque giri ottengono un vantaggio tale che dai box viene
impartito l'ordine di rallentare. Sommer gareggia con le due Ferrari.
Quando le Alfa si fermano per il rifornimento, al 12º e 13º giro,
Raymond Sommer prende il comando della corsa. Il francese decide di
forzare nel tentativo di conseguire il maggiore vantaggio possibile
prima del suo turno per il rifornimento, ma al 20º giro è costretto al
ritiro per rottura del motore. In precedenza, al 2º giro si era ritirato
Giraud Cabantous ancora per il motore, e al 15º giro Etancelin per
surriscaldamento. Due giri più tardi si ritira anche Chaboud. Ascari
prende il comando ma deve fermarsi subito per il rifornimento e le Alfa
tornano ancora a dominare con Fangio a condurre davanti a Farina e
Fagioli. Farina soffrì di problemi alla trasmissione nei giri finali e
chiuse al quarto posto dietro la migliore Talbot-Lago classificata,
guidata da Rosier. Ascari finisce quinto. Luigi Villoresi si classifica
al sesto posto: dapprima attardato da continue soste ai box per problemi
alle candele, negli ultimi giri, complice la pioggia, non può
completare la gara insieme a Levegh, Crossley, Claes e Branca a causa
dell'invasione di pista da parte del pubblico. Con la vittoria Fangio si
porta a 17 punti, ma Farina con i tre punti della gara e il punto
supplementare del giro veloce mantiene la testa con 23 punti. Fagioli
con il terzo secondo posto supera l'argentino di un solo punto
portandosi a 18 punti. La lotta per il titolo mondiale è sempre più un
affare privato tra i tre piloti di punta dell'Alfa Romeo.
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Gran Premio di Francia 1950
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6º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 6 di 7 del Campionato 1950
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Circuito di Reims-Gueux
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Data
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2 luglio 1950
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Percorso
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7,815 km / 4,856 US mi
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1
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Juan Manuel Fangio
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Alfa Romeo
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2h 57:52.800
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Il Gran Premio di Francia 1950 si è disputato il 2 luglio 1950 sul circuito di Reims-Gueux, su una distanza di 64 giri,
per un totale di km 500,160 (64 giri x 7,815 km).
A
questa penultima prova del campionato, partecipano 18 piloti, alla
guida di 7 Talbot-Lago T26C, 6 Maserati 4CLT, 3 Alfa Romeo 158, 1
Simca-Gordini T15, ed 1 Ferrari 125 privata. La casa modenese, infatti,
non soddisfatta della prestazione della "275" aspirata nel precedente
Gran Premio del Belgio, sta studiando un nuovo motore, che si riserva
di fare debuttare nel Gran Premio d'Italia, a Monza, ultima gara
prevista per questo 1º anno di Formula 1.
Al via, è Farina a prendere il comando, seguito da Fangio e da
Fagioli, e già si profila la solita lotta in famiglia tra i "3F", ma, al
17º giro, un guasto alla pompa della benzina, costringe il pilota
torinese a fermarsi ai box, dando così la possibilità, a Fangio, di
portarsi in testa. Purtroppo, la sosta si protrae più del previsto;
Farina perde due giri, e quando torna in pista è in settima posizione.
Non è una giornata fortunata per il pilota italiano e dopo qualche giro è
costretto a fermarsi nuovamente per lo stesso problema. Ma Farina non
demorde, e, tornato in gara in quinta posizione, alle spalle dei due
ormai imprendibili compagni di squadra, di Whitehead (3º) e di Manzon
(4º), spinge al massimo, inanella una serie di 4 giri veloci, e
conquista il 3º posto, ma, dopo soli due giri, è costretto a fermarsi
definitivamente lungo il percorso.
Il primato di Fangio, fuori Farina, non è mai stato messo in
forse, ma il pilota argentino vuole dare una prova di forza, e, nelle
fasi finali, marca il giro più veloce, aggiudicandosi, per la seconda
volta in questo mondiale (la prima era successo nel GP di Monaco) una
fantastica tripletta: Pole Position, vittoria finale, e giro veloce.
Alla vigilia di Monza, ultima gara del mondiale, ciascuno dei magici
"3F" ha la possibilità di vincere il titolo, ed il favorito è Fangio,
che ha 4 punti di vantaggio su Farina.
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Il 1951: Il primo alloro iridato
La stagione vide Fangio esordire senza
successo in alcune gare extra-campionato ma al primo appuntamento
iridato in Svizzera, sul circuito di Bremgarten, centrò anche il
primo successo stagionale mantenendo la prima posizione conquistata in
qualifica guidando autorevolmente la corsa sotto una pioggia
torrenziale, il suo rivale dell'anno precedente Farina fu terzo mentre
Ascari che si sarebbe rivelata la minaccia maggiore per il titolo fu
solamente sesto. Al successivo appuntamento in Belgio, Fangio
partì nuovamente dalla pole e si divise il comando della corsa
con il compagno di squadra Farina fino al secondo rifornimento quando
subì un problema al cambio di una gomma che gli fece perdere
quasi quindici minuti e lo relegò nelle retrovie lontano dalla
zona punti. La corsa fu vinta da Farina davanti ad Ascari e Villoresi
le cui Ferrari iniziavano a insidiare le prestazioni delle Alfa.
Il weekend successivo Fangio tentò nuovamente l'avventura alla 24 Ore di Le Mans questa volta a bordo di una Talbot T26SC e con compagno di guida Louis Rosier
vincitore per la casa francese della corsa l'anno precedente. Un guasto
meccanico lo costringerà al ritiro. Ben diversa fu la sorte al
successivo appuntamento iridato di Reims,
Fangio infatti, nonostante sia stato costretto in un primo momento a
ritirarsi per il cedimento del motore, prese il posto del compagno di
squadra Fagioli e vinse in rimonta davanti ad Ascari, giunto secondo
sull'auto ricevuta da Gonzalez.
La successiva corsa di Silverstone entrerà nella storia per il
primo successo di una vettura Ferrari, José Froilán
González spezzerà infatti una egemonia Alfa Romeo che
durava da 10 Gran Premi. Grazie al secondo posto conquistato, la
classifica iridata vedeva a questo punto della stagione Fangio
nettamente al comando con 21 punti davanti a Farina staccato di 6
lunghezze.
La seguente prova di campionato, sul circuito del Nürburgring
confermò l'inversione di tendenza vista nella corsa inglese, con Ascari
che conquistò la prima pole position per la Ferrari davanti a Fangio,
l'argentino consapevole del fatto che le vetture modenesi, grazie a un
consumo di carburante nettamente inferiore, si sarebbero fermate una
sola volta ai box, cercò di spingere al massimo fin dai primi giri, ma
si dovette accontentare della seconda posizione finale e della
realizzazione del giro più veloce in gara.
Fangio incrementò comunque il suo vantaggio sul suo rivale più prossimo
in classifica mondiale che dopo la corsa tedesca era diventato il
milanese Ascari distaccato di 11 lunghezze. Si giunse così al penultimo
appuntamento del mondiale sulla pista di Monza,
a Fangio sarebbe bastato un buon piazzamento per aggiudicarsi il suo
primo titolo mondiale. Il week-end cominciò bene con la conquista della
pole davanti a Farina, ormai fuori dalla corsa per il titolo, e con
quasi due secondi di vantaggio sul terzo tempo di Ascari. La corsa si
rivelerà però ben diversa, nei primi giri Fangio e Ascari si alternarono
al comando fino alla prima sosta del pilota argentino che, costretto a
forzare per recuperare, ruppe il motore della sua Alfa consentendo così
all'uomo di punta della Ferrari di accorciare decisamente le distanze
nella classifica iridata: Fangio 28 punti, Ascari 25.
L'ultimo appuntamento del mondiale si corse sul circuito di Pedralbes
e si sarebbe rivelato trionfale per il pilota argentino, infatti
nonostante la conquista della pole con netto margine Ascari e la Ferrari
optarono per un tipo di gomme che si sarebbe rivelato inadeguato al
severo tracciato spagnolo,
lasciando così vittoria e titolo iridato a Fangio. Sul finire della
stagione l'Alfa Romeo annunciò inaspettatamente l'addio alle
competizioni motoristiche e Fangio firmò per la stagione successiva un
contratto con la Maserati ma si dimostrò anche interessato al progetto sportivo della scuderia inglese BRM
per la quale firmò un contratto esclusivo per la guida di vetture di
Formula 1 ma che lo lasciava libero di correre per altri team nel
Campionato Mondiale che si sarebbe disputato quell'anno secondo le
regolamentazioni della Formula 2.
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L'Alfa Romeo 159 (o, se si intende l'esemplare usato al Goodwood Festival of Speed, Alfetta Tipo 159)
deriva dalla Alfa Romeo 158, dominatrice dei Grand Prix dal dopoguerra
a tutto il 1950, e, della sua illustre antenata, riprende
l'impostazione generale, tranne che per la sospensione posteriore, che
è ora del tipo De Dion,
soluzione complessa e costosa, ma che i tecnici della casa milanese
ritengono necessaria per potere scaricare a terra tutta la potenza del motore, che è notevolissima.
Basti pensare che al suo debutto
ufficiale, nel Gran Premio d'Italia del 3 settembre 1950 (ultima gara
del mondiale 1950 di Formula 1), il motore, un 8 cilindri in linea di
1500 cm³, alimentato con un compressore volumetrico
Roots a due stadi, sviluppa ben 425 cavalli, a 9.300 giri/minuto, che
arriveranno a 450 a 9.500 giri/minuto nel Gran Premio di Spagna, ultima
e decisiva prova del mondiale 1951 di Formula 1. Anche gli altri numeri
di questa monoposto sono da record: il peso è di soli
710 kg, il rapporto peso/potenza, al debutto, è di
1,67 kg/cv, la capacità dei serbatoi, con l'adozione di due
serbatoi laterali supplementari è di 300 litri (ma si
giungerà anche ai 320 litri, nel Gran Premio di Gran Bretagna,
ed ai 350 litri del Gran Premio del Belgio), la velocità di
punta è di 305 km/h.
Anche il consumo di carburante era da record: l'Alfa Romeo 159
percorreva 580 metri con un litro.
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L'Alfa Romeo 159 debutta ufficialmente
nel XXI Gran Premio d'Italia del 3 settembre del 1950, con alla guida
Nino Farina, che vincerà sia il Gran Premio, sia il titolo
mondiale, e Juan Manuel Fangio, che, invece, non giungerà al
traguardo. È su questa vettura che l'Alfa gioca le sue carte nel
mondiale 1951 di Formula 1, per contrastare una Ferrari sempre
più forte, ed i fatti daranno ragione ai tecnici milanesi.
L'Alfa Romeo 159, infatti, si
aggiudica i primi 3 Gran Premi del mondiale 1951 di Formula 1, e
cioè, il Gran Premio della Svizzera del 27 maggio, con Juan
Manuel Fangio, il Gran Premio del Belgio, del 17 giugno, con Nino
Farina, ed il Gran Premio di Francia del 1º luglio, ancora con
Fangio. Si aggiudicherà, infine, anche l'ultimo Gran Premio di
quell'anno, e cioè, il Gran Premio di Spagna del 28 ottobre. Da
notare che in tutti e 7 i Gran Premi di quell'anno (non considerando la
500 Miglia di Indianapolis) l'Alfa 159 si aggiudica il giro più
veloce in gara, 5 volte con Fangio, e 2 volte con Farina, dimostrando
notevolissime doti velocistiche e di guidabilità.
Altri Gran Premi vinti nel 1951, ma non validi per il mondiale, sono: il V Ulster Trophy del 2 giugno, con Farina; il V Gran Premio di Bari del 2 settembre, con Fangio, ed il IV Goodwood Trophy del 29 settembre, ancora con Farina.
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L'Alfa Romeo 159 lascia un segno
indelebile nella storia della Formula 1, perché è stata
l'auto alla cui guida il leggendario Fangio si è aggiudicato il
suo 1º titolo mondiale, ed infine, perché, al termine della
stagione 1951, l'Alfa Romeo, ormai paga dei risultati ottenuti, ma,
soprattutto, impegnata nel rilanciare la propria produzione di vetture
di serie, decide di ritirarsi dalla Formula 1.
Vi rientrerà 20 anni dopo, nel 1971, con una esperienza
brevissima e non fortunata di fornitrice di motori (il motore 8
cilindri a V della vettura sport Alfa Romeo 33/3)
alle March 711 di Andrea De Adamich e Nanni Galli. Ma il vero rientro
ufficiale della casa milanese nel mondo della Formula 1 porta la data
del 26 ottobre 1975, quando, sulla pista sperimentale di Balocco,
verrà presentata alla stampa la Brabham-Alfa Romeo BT45.
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Il 1951 è l'anno del riscatto per il pilota argentino: l'Alfa
Romeo prepara per la stagione la "159",
un semplice
aggiornamento della già potentissima Alfetta.
Gran Premio di Svizzera 1951
Il Gran Premio di Svizzera 1951 è stata la prima prova del Campionato mondiale di Formula 1 1951; si è svolto sul circuito di Bremgarten
il 27 maggio 1951 sulla distanza di 42 giri, per un totale di 305,76 km.
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1
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Juan Manuel Fangio
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Alfa Romeo
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SA Alfa Romeo
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2:35.9
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Il secondo mondiale di Formula 1, prevede due gare in 3 giorni, la
prima in Svizzera il 27 maggio e la seconda ad Indianapolis,
mercoledì 30 maggio.
Quest'anno c'è grande attesa per la sfida tutta italiana tra le Alfa Romeo e le Ferrari, pronte a darsi battaglia.
In qualifica non c'è storia: le Alfa a Bremgarten sono più veloci
nonostante Villoresi qualifichi la sua Ferrari in prima fila dietro a
Fangio e Farina. Dietro di loro nella griglia 3-2-3 c'erano Sanesi e de Graffenried (entrambi su Alfa). Piove in gara e Fangio va in testa, seguito da Farina.
Piero Taruffi, pilota della Ferrari, sorpassa alcuni avversari fino a
giungere terzo e lottare per la testa. Fangio entra ai box ma Farina ha
deciso di non fermarsi e continuare ma Fangio è più
veloce, ritornando primo e vincendo con più di un minuto su
Taruffi, che riuscì come l'argentino a superare Farina. Sanesi e
de Graffenried finiscono quarto e quinto con Ascari, che era
convalescente dalle ustioni subite in una gara di Formula 2 a Genova il
weekend precedente, sesto. Il 7º posto doveva andare a Stirling
Moss al volante della HWM di F2 ma finì la benzina all'ultimo
giro facendosi sorpassare dal monegasco Louis Chiron su Maserati.
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Juan Manuel Fangio, su Alfa Romeo, festeggiato per la sua vittoria.
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Il GP di Francia fu la quarta prova del Mondiale 1951 e vide un quartetto di Alfa Romeo 159
contro tre Ferrari 375 e la Ferrari Thinwall Special. In aggiunta la
Gordini portò 4 vetture al GP di casa. Alfa Romeo riportò
in pista Luigi Fagioli mentre José Froilán
González guidò una Ferrari per la prima volta. In
qualifica Fangio e Farina su Alfa furono più veloci, con la
Rossa di Ascari terza a chiudere la prima fila. In partenza Ascari
andò in testa con Fangio dietro. Entrambi si ritirarono presto e
Villoresi ebbe dei problemi avvantaggiando Farina, autore di una
pessima partenza. González e Fagioli gli stavano dietro. Al suo
pit-stop Fagioli lasciò la vettura a Fangio e González fu
rimpiazzato da Ascari.
Questo non preoccupò Farina che rimase in testa fino al secondo
pit-stop, quando cominciò a soffrire di diversi problemi, lasciando così
la vittoria a Fangio, in coppia con Fagioli (unica vittoria in carriera
per il pilota italiano), con un minuto su Ascari che si aggiudicò il
secondo posto assieme al compagno di squadra González; Villoresi
concluse terzo a 3 giri. Parnell finì quarto riuscendo a piazzarsi
davanti allo sfortunato Farina.
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Due
settimane dopo il Gp di Francia i team si ritrovano a Silverstone per
il quinto round del Campionato con Alfa Romeo e Ferrari in continua
lotta per il titolo, mentre la BRM fa il suo esordio in F1 con Reg
Parnell e Peter Walker.
Nino Farina e Juan-Manuel Fangio
erano affiancati da Consalvo Sanesi e Felice Bonetto mentre la Ferrari
conferma José Froilán González accanto a Luigi
Villoresi e Alberto Ascari, ma l'argentino dispone di una vettura e un
motore più vecchio dei compagni di squadra. Questo non sembra
però così importante perché è in pole
position davanti a Fangio, Farina e Ascari tutti affiancati in prima
fila. Villoresi, Sanesi e Bonetto si qualificarono con il 5º,
6º e 7º tempo.
Le BRM non segnarono tempi ma furono ammesse alla partenza. Bonetto fa
la miglior partenza e rimane in testa per un giro ma poi deve lasciare
strada ai più veloci González e Fangio. Al 10º Giro
Fangio va in testa, ma la Ferrari dell'argentino rimane attaccato
all'Alfa Romeo. Dopo 39 giri González torna in testa ma Fangio
lo riattacca e lo risupera. Ascari, che si era ritirato, decise di
lasciare continuare González visto la situazione dell'argentino.
González riesce a ripassare davanti all'argentino dell'Alfa
vincendo di 50" la gara, è la prima vittoria della Scuderia
Ferrari in Formula 1, ed è la prima volta che l'Alfa Romeo non
vince. Villoresi finì terzo a oltre due giri dai primi due.
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Il Gran Premio di Spagna 1951 è stata l'ultima prova del
Campionato mondiale di Formula 1 1951; si è disputato il 28
ottobre 1951
sul circuito di Pedralbes, e ha visto la vittoria di Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo,
davanti al connazionale José Froilán González su Ferrari e a Nino Farina su Alfa Romeo.
L'ultima gara del mondiale si disputa a Pedralbes, un circuito cittadino vicino a Barcellona con Alberto Ascari e Juan-Manuel Fangio
entrambi bisognosi della vittoria per assicurarsi il titolo mondiale.
La Ferrari e l'Alfa Romeo portano quattro vetture ciascuna con la Rossa
che porta oltre ad Ascari, Luigi Villoresi, José Froilán
González e Piero Taruffi; l'Alfa invece corre con Fangio, Nino
Farina, Felice Bonetto e Toulo de Graffenried.
Ascari è in pole position davanti a Fangio, González e
Farina tutti in prima fila. Dietro di loro compaiono Villoresi, de
Graffenried e Taruffi.
Ascari alla partenza comanda davanti a González ma alla fine del
primo giro González è già quinto superato da Farina, Fangio e Bonetto.
Fangio facilmente passa Farina e passa Ascari al quarto giro. Il
vantaggio aumenta giro per giro, la Ferrari paga la scelta di aver messo
gomme meno larghe rispetto ai precedenti GP.
Fangio vince la corsa ed il mondiale con González secondo, Farina
terzo ed Ascari soltanto quarto; questo fu l'ultimo gran premio che la
scuderia milanese vinse nella sua storia in Formula 1.
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Fangio vince la corsa ed il mondiale con González secondo, Farina
terzo ed Ascari soltanto quarto;
questo fu l'ultimo gran premio che la
scuderia milanese vinse nella sua storia in Formula 1.
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E' il primo titolo mondiale per il pilota argentino
Fiera campionaria di Milano 1951 |
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IL pilota automobilistico Juan Manuel Fangio si sofferma presso uno stand
del padiglione della meccanica. |
ALFETTA 159
Era una 1500 con ben 425
cavalli.
Esternamente
identica alla 158 a parte il doppio scarico laterale e il posteriore meno
appuntito, se ne differenzia notevolmente a livello meccanico. Il piccolo 8
cilindri viene portato alla soglia dei 435cv a 9300giri con punte di 450 a 9500,
a livello sospensivo si assiste all'introduzione del celebre ponte De Dion al
posteriore, schema che personalmente ritengo il migliore mai creato.
Pilotata
da Juan Manuel Fangio, vince il campionato del mondo di F1 nel 1951 (il primo,
tra l'altro, di Fangio) facendo registare 313 km/h di velocità massima a Monza,
dato che si commenta da solo. La 159 fu prodotta in soli 4 esemplari poichè
venne uccisa dalla federazione che nell'anno successivo prevedeva di far correre
solo vetture di F2, relegandola così alla storia.
Il
miglior commento alla vettura è nelle parole di Fangio: "nel 1951
firmai per l'Alfa e con l'aereo atterrai in Italia. All'aereoporto c'era
quell'ingegner Busso ad aspettarmi che mi prese e mi portò subito a provare la
159, mi pare a Modena. La prima cosa che pensai dopo il primo giro fu -Madre di
Dio!-. Quell'auto era come una Dea dell'amore, richiedeva un po' attenzione e
dava tutto per far felice un uomo, con una chassis agile e poco torcente. Quando
passai alla Mercedes i tecnici tedeschi erano sempre molto preuccupati delle mie
impressioni sul motore e mi chiedevano sempre -Come le pare il nostro motore
signor Fangio?- e io tutte le volte scuotevo la testa e dicevo -Ho provato di
meglio- lasciandoli molto perplessi. Nel mio stomaco e nel mio cervello c'era
ancora quello dell'Alfetta...e c'è ancora.".
Caratteristica tecniche: n° cilindri: 8 in linea anteriore - cilindrata:
1479, 58x70
distribuzione:
Doch 2 valvole per cilindro
rapporto
di compressione: (ho solo il dato della versione aspirata, provo a naso a
ricavare quello della compressa) 12;5:1 quindi immagino +o- 7;5:1
alimentazione:
un carburatore e compressore a doppio stadio (Alfa Romeo) - cambio:
4m+r
sospensioni:
anteriori indipendenti con balestra trasversale, posteriore De Dion - peso:
620kg
Mi
impressionano i dati sulla potenza:
435cv
a 9300giri o 450 a 9600cv! da un 1500cc 2 valvole per cilindro e solo
compressore
.
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Il 1952: L'incidente di Monza
La stagione cominciò con una serie di gare di Formula Libre in Sud America, per la precisione tre in Brasile, 2 in Argentina e 2 in Uruguay, Fangio, a bordo di una Ferrari 166 si ritirò nella terza corsa carioca ma si aggiudicò tutti gli altri sei appuntamenti, realizzando la pole position
in sei circostanze e facendo realizzare per quattro volte il giro
più veloce.
Inaugurò poi la stagione europea con un sesto posto al Richmond
Trophy e partecipò per la seconda volta alla Mille Miglia
cogliendo un deludente 22º posto al volante di un'Alfa Romeo 1900.
Il 1952 vide la decisione da parte della FIA, visto l'abbandono delle
competizioni da parte dell'Alfa Romeo, di assegnare il Titolo Mondiale
Piloti secondo il regolamento di Formula 2, permettendo così ad
un numero maggiore di scuderie la partecipazione al campionato. Ad Albi
si disputò però una corsa riservata alle Formula 1 e
Fangio vi partecipò con la nuovissima BRM T15 con motore v16.
Il pilota argentino realizzò la pole position ma i proverbiali problemi di affidabilità che afflissero la vettura inglese lo costrinsero al ritiro in gara.
Stessa sorte il weekend successivo in Irlanda per l'Ulster Trophy,
dopo aver rischiato un brutto incidente durante le prove urtando un
marciapiede ad alta velocità ma riuscendo a mantenere il controllo del
mezzo,
fu costretto nuovamente al ritiro in gara per noie meccaniche. Il
giorno successivo si sarebbe svolto a Monza il Gran Premio
dell'Autodromo di Formula 2, Fangio non volle mancare all'appuntamento
milanese e, perso l'aereo, guidò per tutta la notte, arrivando
all'autodromo soltanto un'ora prima della partenza della gara. Il
regolamento non gli avrebbe permesso di prendere parte alla
competizione non avendo effettuato le prove obbligatorie ma gli altri
piloti acconsentirono a che Fangio partisse dall'ultima fila. Il
bisogno di rimontare e la stanchezza accumulata nel viaggio furono
fatali al pilota argentino che commise un errore alla prima curva di
Lesmo ed uscì di pista violentemente, capottando la vettura e
venendo sbalzato fuori dall'abitacolo.
Le condizioni generali non sembrarono all'inizio gravi ma una frattura
alla vertebra cervicale lo costrinse ad un riposo assoluto nei mesi
successivi mettendo in pratica fine alla sua stagione agonistica.
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Costruttore
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BRM
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Categoria
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Formula 1
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Squadra
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BRM
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Progettata da
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Peter Berthon
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Descrizione tecnica
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Meccanica
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Telaio
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Tubolare
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Motore
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16 cilindri a V
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Trasmissione
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Albero motore a 5 rapporti
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Dimensioni e pesi
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Lunghezza
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4013 mm
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Larghezza
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1422 mm
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Altezza
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899 mm
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Passo
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2489 mm
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Peso
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737 kg
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Risultati sportivi
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Debutto
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International Trophy di Silverstone
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Piloti
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Juan Manuel Fangio
Froilan Gonzales
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Dopo un iniziale dubbio, alla fine il mezzo venne equipaggiato con un
motore Rolls-Royce V16 1.5 da 525 cv di potenza abbinato ad un unico
compressore e gestito da un cambio manuale a cinque rapporti. Il telaio
era di tipo tubolare ed era avvolto da una carrozzeria in alluminio. Le
sospensioni erano formate da due bracci longitudinali nella sezione
anteriore e nella posteriore i due bracci erano accoppiati con un ponte
DeDion. L'impianto frenante era costituito da quattro freni a tamburo.
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Fangio dopo l'incidente di Monza del 1952
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1953 Il Campionato del Mondo di Formula 1
Completamente rimessosi dall'infortunio di Monza Fangio debuttò nel mondiale nella corsa di casa a Buenos Aires su Maserati A6GCM ma fu costretto al ritiro per un guasto al differenziale,
la corsa fu caratterizzata dal tragico incidente occorso al suo rivale
nella lotta al titolo del 1950, Nino Farina. Il pilota della Ferrari per
evitare un ragazzino che stava attraversando la pista fu costretto a
scartare bruscamente e, perso il controllo della vettura, piombò in
mezzo alla folla che assiepava i bordi del circuito. Il bilancio fu di
nove morti e quindici feriti ai quali si aggiunsero altre due vittime
provocate dall'autoambulanza che investì altri due tifosi risalendo il
circuito contromano per raggiungere il luogo dell'incidente.
Nei due appuntamenti iridati successivi Fangio fu nuovamente
costretto al ritiro, particolarmente sfortunata fu la corsa belga dove
Fangio, partito dalla pole, ruppe il motore quando si trovava al comando
della corsa, salito sulla vettura del compagno di scuderia Johnny Claes
rimontò dalla quattordicesima posizione fino al terzo posto ma
all'ultimo giro chiese troppo alla sua guida ed uscì violentemente di
pista. Sbalzato fuori dall'abitacolo la macchina nelle sue capriole si
fermò a pochi metri di distanza dall'argentino che se la cavò con delle
escoriazioni e qualche contusione.
Le successive tre gare in Francia, Inghilterra e Germania videro
altrettanti secondi posti, due volte alle spalle di Ascari, ormai sicuro
vincitore del titolo, e una alle spalle del vecchio rivale Farina.
Per la penultima prova del mondiale in
Svizzera la Maserati si presentò con un nuovo motore decisamente
più performante e Fangio realizzò la prima pole position
della stagione. Problemi di affidabilità portarono però
la scuderia a optare in gara per il vecchio propulsore; nonostante
questa scelta conservativa Fangio fu comunque costretto a sostituire la
vettura in corsa per un guasto e si dovette così accontentare
del quarto posto finale in condivisione con Felice Bonetto. Si giunse
quindi all'ultimo appuntamento iridato in Italia, sul Circuito di Monza
che tanto gli era costato caro l'anno precedente. Fangio
ingaggiò una lotta per la testa della corsa con Ascari e Farina
fino all'ultimo giro quando in un tentativo di sorpasso di quest'ultimo
nei confronti del milanese, Ascari andò in testa coda alla curva
di porfido, Farina per evitarlo fu costretto a uscire di pista e Fangio
riuscì a passare indenne andando a vincere il suo unico Gran
Premio iridato della stagione e sancendo così il suo definitivo
ritorno da protagonista nella massima serie automobilistica.
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Il Gran Premio di Albi 1953
è stata una gara extra-campionato di Formula 1 tenutasi il 31
maggio, 1953 ad Albi, in Francia. La corsa prevedeva due batterie
qualificatorie di 10 giri, una per vettura di Formula 2 e l'altra per
vettura di Formula 1, i primi sei classificati di ciascuna batteria si
qualificavano per la finale, da disputarsi su un totale di 18 giri. La
competizione è stata vinta dal francese Louis Rosier su Ferrari
375. |
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Monza - Juan Manuel Fangio e la compagna Andrea Beba Berruet
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Gran Premio d'Italia 1953
Gran Premio d'Italia 1953 nona ed ultima gara della stagione, disputata il 13 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza
vinta da Juan Manuel Fangio su Maserati, seguito dai ferraristi Nino Farina e Luigi Villoresi.
In realtà, la gara fu riservata a vetture di Formula 2, come le altre valide per il mondiale 1952
(500 miglia di Indianapolis esclusa)
Alberto Ascari Ferrari 500 - J.M.Fangio Maserati A6GCM - Nino Farina Ferrari 500
Onofre Marimon Maserati A6GCM - Luigi Villoresi Ferrari 500 - Mike Hawthom Ferrari 500
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Partenza del Gran Premio : in prima fila da sinistra a destra Ascari, Fangio e Farina
La
prima parte della gara vede una emozionante lotta a quattro tra Fangio,
Ascari, Farina e Marimon. La gara è ricordata soprattutto per il
rocambolesco finale: all'ultimo giro comanda Ascari, davanti a Farina e
Fangio, ma all'ultima curva il pilota milanese commette un errore
finendo in testacoda; Farina per evitarlo esce di pista, riuscendo
comunque a recuperare e a chiudere la gara in seconda posizione. Fangio
ottiene così un'insperata vittoria, la prima per lui dal Gran
Premio di Spagna 1951 e la prima in assoluto per la Maserati in Formula
1.
Monza 13 settembre 1953 - Fangio regala alla Masarati il suo primo campionato del mondo di formula 1
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Il 1954: Il passaggio alla Mercedes
Il 1954 vide delle importanti novità dal punto di vista
regolamentare, infatti il Titolo Mondiale Piloti sarebbe nuovamente
stato assegnato secondo le regolamentazioni della Formula 1, con motori
da 2500 cm cubici aspirati o da 750 cm cubici con
compressore, soluzione quest'ultima totalmente ignorata dalle grandi
case.
Fangio, sebbene avesse firmato un contratto con la Mercedes, prese
parte ai primi due appuntamenti della stagione al volante della nuova
Maserati 250F grazie a una clausola espressamente voluta dal pilota
argentino per evitare di perdere punti mondiali in attesa del debutto
delle Frecce d'argento.
Nel Gran Premio di casa in Argentina si impose davanti a Nino Farina e
la sua nuova Ferrari 625 mentre nel Gran Premio del Belgio colse la
seconda vittoria consecutiva davanti alla Ferrari di Maurice
Trintignant. Il successivo Gran Premio di Francia vide finalmente
l'esordio della nuova vettura Mercedes, la casa tedesca stupì il
mondo della Formula 1 con la W196,
una vettura con carrozzeria aerodinamica. Le prestazioni si
dimostrarono subito eccezionali e Fangio conquistò pole position
e vittoria (la terza consecutiva) davanti al compagno di squadra Karl
Kling che si aggiudicò il giro più veloce della gara.
Il successivo appuntamento iridato si
disputò in Gran Bretagna sul Circuito di Silverstone; Fangio
conquistò nuovamente la pole position ma il peso aggiuntivo
della carrozzeria carenata si dimostrò inadatto ai veloci
curvoni del circuito britannico e il pilota argentino dovette
accontenarsi della quarta posizione alle spalle delle Ferrari del
connazionale Gonzalez e di Hawthorn e dell'amico Onofre Marimon.
Quest'ultimo perse la vita in un tragico incidente occorsogli nelle
prove per il Gran Premio di Germania sul circuito del Nürburgring.
Nonostante la profonda amarezza per la scomparsa dell'amico Fangio
portò al trionfo la sua Mercedes che per la prima volta si
presentò in una versione a ruote scoperte ritenuta più
adatta ai tortuosi saliscendi del circuito tedesco. Il successivo Gran
Premio di Svizzera vide il quinto successo stagionale per Fangio e la
matematica certezza del suo secondo titolo mondiale.
Il penultimo appuntamento iridato si corse sulla pista di Monza
e vide per la prima volta in stagione il riproporsi del duello con
Ascari, il pilota milanese aveva infatti saltato gran parte della
stagione in attesa del debutto della nuova Lancia da Formula 1 ma aveva
ottenuto una speciale deroga per correre con la Ferrari sul circuito di
casa. Al comando della corsa si alternarono Fangio e Ascari con
l'inaspettata intrusione di Stirling Moss su Maserati. Dopo il ritiro
di Ascari per la rottura del motore il pilota inglese prese decisamente
il comando della corsa e sembrava destinato al successo finale prima
che anche il suo propulsore cedette di schianto consegnando il sesto
successo a Fangio. La corsa di Moss non passò comunque
inosservata e l'anno venturo sarebbe andato ad affiancare il pilota
argentino alla guida della Mercedes. L'ultimo Gran Premio della
stagione si corse in Spagna sul circuito di Pedralbes, Fangio condusse
una corsa tranquilla e conquistò il terzo posto finale.
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Inizia l'avventura
delle Mercedes in F1 |
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La leggenda delle Frecce d'Argento -
1954
Reims 1954 Gran Premio di Francia - Alla Mercedes w196 di Fangio fu assegnato il numero 18
Il Gran Premio di Francia 1954 fu la quarta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 4 luglio sul Circuito di Reims.
La gara segnò il
debutto in Formula 1 delle potentissime Mercedes-Benz W196 che
dominarono ampiamente la corsa con Fangio ed il debuttante Karl Kling,
classificatisi primo e secondo al termine della prova.
Chiuse il podio Robert Manzon su Ferrari. Solamente sei piloti portarono a termine l'evento.
Silverstone 1954 sul lungo rettilineo dopo le curve Chapel con la Mercedes W196
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J.M.Fangio e la sua compagna Beba - Silverstone 1954 Mercedes W196
Il Gran Premio di Gran Bretagna 1954
fu la quinta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 17 luglio sul Circuito di Silverstone. La
manifestazione vide la seconda ed ultima vittoria in carriera di
José Froilán González su Ferrari, seguito dal
compagno di squadra Mike Hawthorn e dal giovane Onofre Marimon su
Maserati, al primo podio in carriera.
Le Mercedes
non riuscirono a replicare il successo conseguito a Reims, anche se
Fangio stabilì il giro più veloce di sempre a Silverstone, abbattendo la
barriera delle 100 mph con una media di 100,35 mph.
Sette piloti fecero segnare il tempo più veloce in gara a 1'50.0, dividendosi il punto in palio.
È stato il Gran Premio di debutto in Formula 1 per la Vanwall.
Da segnalare la gara di Onofre Marimon: costretto a partire dal
fondo dello schieramento a causa del ritardo nell'arrivo delle Maserati a
Silverstone, conclude al terzo posto, riuscendo a risalire dal 28º al
6º posto nel corso del primo giro; si tratta rispettivamente del secondo
maggior numero di posizioni guadagnate in un Gran Premio (25) e del
maggior numero di posizioni guadagnate in un solo giro (22) da parte di
un pilota nella storia della Formula 1 (500 Miglia di Indianapolis
esclusa). Il compagno e connazionale Roberto Mieres,
partito 32° e arrivato 6° stabilisce in questa stessa gara il record
assoluto in questa speciale classifica, con un totale di 26 posizioni
acquisite rispetto al via.
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Il 4 luglio del '54 la Mercedes è
finalmente pronta per disputare
il suo primo gran premio di F1
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Il
telaio della W196 era una struttura reticolare in tubi di magnesio
saldati, molto rigida, ma anche estremamente leggera, basti pensare che
l'intera struttura arrivava a pesare 36 kg. Tra le novità
telaistiche, vanno ricordate le sospensioni a ruote indipendenti sui
due assi. In particolare, il retrotreno seguiva uno schema brevettato
da Scherenberg con semiassi oscillanti, schema che di lì a pochi
anni sarebbe stato introdotto anche nelle vetture stradali.
L'impianto frenante prevedeva quattro tamburi
a doppia ganascia con alettature di raffreddamento. Tali tamburi erano
sistemati entrobordo in modo da ridurre le masse non sospese e
misuravano 350 mm di diametro all'avantreno e 275 mm al retrotreno.
L'interasse del telaio era originariamente di 2,33 m, ma nel corso della carriera della W196 venne via via ridotto fino a raggiungere 2,15 m.
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- Carenata o Tipo Monza: la vettura equipaggiata con
tale carrozzeria era indicata per i percorsi più veloci, perché
permetteva di sfruttare le leggi dell'aerodinamica e raggiungere
velocità maggiori. Ma era più pesante ed ingombrante (circa 100 kg in
più), perciò risultava poco indicata per i percorsi più tortuosi, dove
invece veniva preferita la versione a ruote scoperte.
- A ruote scoperte: questa è stata la versione più utilizzata,
data la natura dei tracciati di gara. La Casa tedesca imparò a proprie
spese durante il 1954 che tale configurazione era la più adatta per i
tracciati meno veloci, poiché privilegiava maggiormente l'agilità e la
maneggevolezza.
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La W196 è una delle monoposto tecnicamente più innovative del periodo. Il motore M196 era un otto cilindri in linea bialbero bivalve da 2 496 cm³ (76 mm × 68,8 mm), del quale va senz'altro ricordata la distribuzione desmodromica, che consentiva di eliminare le molle di richiamo delle valvole
e di poter funzionare a regimi più alti anche grazie alla doppia
accensione. Un'altra novità fu l'alimentazione ad iniezione diretta,
che consentiva un miglior rendimento del motore. Tali soluzioni,
specialmente quella relativa all'iniezione diretta, vennero sviluppate
dagli ingegneri Mercedes-Benz attraverso l'esperienza acquisita sul
caccia Messerschmitt Bf 109 durante la Seconda guerra mondiale.
Il motore era fissato al telaio con un'inclinazione di 53° sul lato destro e venne disassato rispetto all'asse longitudinale della vettura. Tutto questo per permettere all'albero di trasmissione di poter passare a fianco del sedile del pilota, dato il corpo vettura dalla limitata altezza da terra (13 cm).
La potenza massima raggiunta da tale propulsore era di 260 CV,
ma durante l'attività sportiva della W196, protrattasi per un
anno e mezzo, si arrivò anche a 290 CV ad 8 500 giri/min.
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Il 4 luglio del 1954, sul circuito di Reims, si disputava il Gran
Premio di Francia di Formula 1, quarta gara della stagione (considerando
anche la 500 miglia di Indianapolis che in quegli anni era compresa nel
calendario). Questo Gran Premio rimarrà nella storia della Formula 1 per due vicende:
– il debutto vincente della Mercedes con la W196 carenata,
caratterizzata dalla distribuzione desmodromica e dalla iniezione
diretta, che dominerà con Fangio e Kling rispettivamente primo e
secondo;
– la prima vittoria di una monoposto non italiana da quando nel 1950,
era iniziato il Campionato del Mondo di Formula 1; fino ad allora
infatti avevano vinto solo monoposto Alfa Romeo, Ferrari e Maserati.
A
quell'epoca nessuna regola imponeva di correre con le ruote scoperte.
Così la
Mercedes presentò il modello w196 con le ruote incluse nella sagoma della
carrozzeria. Fangio definì la vettura "sensazionale e perfetta" e in effetti in
gara le Frecce d'argento non hanno rivali: Fangio e Kling chiudono nelle prime
due posizioni. |
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Fangio seguito da Karl Kling - Mercedes-Benz W196, GP di Francia, Circuit Reims, 1954.
Con la Mercedes a ruote carenate nel GP di Francia del 1954,
un anno trionfale per Juan Manuel Fangio
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Nella fotografia, si può
ammirare la bellissima linea delle vetture tedesche, in una prima fila
tutta argentea. Spettatore interessato, in secondo piano a braccia
conserte, è il costruttore Ilario Bandini, mentre alla sua
destra in tuta bianca e casco sotto il braccio, è Harry
Schell in conversazione.
Lo schieramento è completato dalle tre W. 196 in prima fila;
in pole la n° 18 di Fangio e la 16 di Moss, ambedue
aerodinamiche,
e la n° 20 di Kling.
Più dietro ci sono le Ferrari 555 n° 4 di
Castellotti e la n° 12 di Umberto Maglioli. Dietro, le due
Maserati 250F di Mieres e di Musso. |
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L'avventura delle Mercedes, guidata dal mitico Neubauer,
parte con il piede giusto, ma al successivo gp, quello di Silverstone, Fangio
deve accontentarsi di chiuedere al 4° posto
(pur dopo una pole costruita con il
suo talento) perchè la macchina non è adatta al tracciato. |
Così, Fangio
chiede delle modifiche: nuovi freni applicati al mozzo (per avere una migliore
aderenza anteriore)
ed una versione non carenata della monoposto per il tortuoso
tracciato del Nurburgring.
Con queste modifiche, Fangio e la Mercedes
stravincono nella gara tedesca anche se per gli argentini
è un momento difficile
dopo la morte di Marimon.
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Scheda Tecnica
Telaio
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traliccio di tubi in magnesio
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Motore
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Mercedes-Benz 2.5 L8
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Trasmissione
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cambio a 5 marce
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Lunghezza
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4025 mm
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Larghezza
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1625 mm
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Altezza
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1040 mm
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Passo
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2150-2330 mm
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Peso
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650 (a ruote scoperte)
750 (carenata Tipo Monza) kg
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Carburante
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Esso
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Pneumatici
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Continental
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Avversarie
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Ferrari
Maserati |
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GranPremio di Germania 1954
Il Gran Premio di Germania 1954
fu la sesta gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 1º agosto sul Circuito del Nürburgring. La
manifestazione fu segnata dalla tragica scomparsa della giovane
promessa argentina Onofre Marimon,
morto durante le prove a causa di un'uscita di pista; si trattò
del primo incidente mortale avvenuto nella storia dellaFormula 1.
Dopo
oltre tre ore e quarantacinque minuti di corsa vinse Juan Manuel Fangio
su Mercedes, seguito da Mike Hawthorn su Ferrari, che sostituì
in gara José Froilán González, sconvolto per la
morte di Marimon. Terza piazza per il francese Maurice Trintignant su
Ferrari.
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Dopo
la sconfitta riportata ad opera delle Ferrari nel gran premio
precedente, la Mercedes porta al Nürburgring una nuova versione a
ruote scoperte della W196 per Juan Manuel Fangio, Karl Kling ed Hermann
Lang, mentre Hans Herrmann continua ad usare il modello carenato.
La
sessione di qualifica vede Fangio conquistare la pole-position davanti
ad Hawthorn, ma è funestata dall'incidente mortale diOnofre
Marimon; mentre percorre un tratto in discesa, il giovane pilota
argentino perde il controllo della sua Maserati, esce di pista e si
ribalta diverse volte, rimanendo ucciso sul colpo. Luigi Villoresi e
Ken Wharton, compagni di squadra di Marimon si ritirano dalla
manifestazione, addolorati dal tragico evento, mentre Sergio Mantovani
decide di prendere il via.
Stirling
Moss, al volante di una Maserati privata, si schiera in terza
posizione, davanti alla Mercedes di Hans Herrmann, al trionfatore di
Silverstone José Froilán González e al
sorprendente Paul Frère su Gordini.
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Fangio è distrutto dalla morte di quello che considera
il suo allievo.
Con il successo nel gran premio di Svizzera, Fangio si
laurea campione del mondo.
Gran Premio d'Italia 1954 |
J.M.Fangio (16) - Alberto Ascari (34) - Stirling Moss (28)
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1954 - Fangio davanti ad Ascari alla curva di porfido a Monza
Il Gran Premio d'Italia 1954 fu l'ottava gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 5 settembre
all' Autodromo Nazionale di Monza. La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes, seguito dai ferraristi Mike Hawthorn
e José Froilán González, che sostituì durante la gara l'italiano Umberto Maglioli.
Aspetti sportivi
Pochi giorni prima della gara venne reso noto che Villoresi vi avrebbe partecipato alla guida di una Maserati,
dietro concessione della Lanciacon cui era sotto contratto.
GP Francia - 1954
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GP Svizzera - 1954
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GP Germania - 1954
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GP Gran Bretagna - 1954
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Gran Premio di Svizzera 1954
Il Gran Premio di Svizzera 1954 fu la settima gara della stagione 1954 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 22 agosto sul Circuito di Bremgarten.
La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes,
seguito da José Froilán González su Ferrari
e da Hans Herrmann, di nuovo su Mercedes.
Con questa vittoria il pilota argentino si è aggiudicato con due gare di anticipo il suo secondo titolo mondiale.
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Juan
Manuel Fangio ha l'opportunità di aggiudicarsi, con una vittoria
su questo circuito, il suo secondo titolo iridato in Formula 1, ma, a
sorpresa, è il connazionale José Froilán
González, su Ferrari ad ottenere la pole position. I due
argentini precedono Stirling Moss, Maurice Trintignant e Karl Kling,
mentre è da segnalare il ritiro di Robert Manzon dalla
manifestazione a seguito di un violento incidente occorsogli durante le
prove.
Al
via, sotto la pioggia battente, Fangio si sbarazza senza troppi
problemi di Gonzalez, che pochi giri dopo viene sopravanzato anche da
Moss. Il giovane pilota inglese inizia allora ad attaccare la Mercedes
del pilota argentino, ma viene presto raggiunto dal connazionale Mike
Hawthorn, in rimonta dopo essere scattato dalla sesta posizione. I due
ingaggiano un'avvincente lotta per la seconda posizione, che si
conclude solo quando Moss è costretto al ritiro, al 21º
giro, per un guasto alla pompa dell'olio. Anche Hawthorn, 9 giri dopo,
deve abbandonare la corsa per un problema al motore della sua Ferrari,
lasciando così strada a Gonzalez, che ottiene un facile secondo
posto. Intanto, Fangio si scatena vincendo una gara a senso unico,
doppiando tutti gli avversari tranne Gonzalez, che arriva quasi un
minuto dopo di lui. A punti giungono anche Hans Herrmann, Roberto
Mieres, per la prima volta a punti in Formula 1, e Sergio Mantovani,
che bissa il quinto posto del gran premio precedente. Con questa
vittoria, l'argentino ottiene il secondo titolo mondiale della sua
carriera.
Questo è stato l'ultimo Gran Premio di Formula 1 corso in territorio svizzero: a seguito del tremendo incidente della 24 Ore di Le Mans 1955,
infatti, il governo svizzero abolirà ogni genere di gare all'interno
dei confini della nazione. Il Gran Premio di Svizzera tornerà nel
calendario iridato nel 1975 (gara non valida ai fini della classifica), e
nel 1982; in entrambi i casi, tuttavia, i Gran Premi si correranno in Francia.
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Il 1955
Il terzo titolo Mondiale
La stagione automobilistica 1955 si
aprì come di consuetudine in quegli anni con la corsa di casa
per Fangio: il Gran Premio d'Argentina. La gara, che vide il pilota
argentino partire dalla pole position, verrà ricordata per il
caldo torrido che costrinse la maggior parte dei piloti a svariate
soste ai box per cedere la vettura ai compagni di scuderia e poter
così avere una tregua dall'arsura. Fangio incurante delle
condizioni proibitive completò la corsa senza bisogno di alcun
cambio e si portò quindi subito in testa al mondiale. La seconda
prova iridata si disputò sul circuito di Montecarlo,
Fangio realizzò ancora una volta il miglior tempo in prova,
questa volta a pari merito col milanese Ascari la cui Lancia D50
iniziava a mostrarsi come seria antagonista al dominio Fangio-Mercedes.
Il pilota argentino in gara fu costretto al ritiro per delle noie
meccaniche mentre Ascari finì la sua corsa nelle acque del porto
mentre si trovava al comando. Il rivale di tanti Gran Premi, uscito
miracolosamente incolume dal pauroso incidente, sarebbe scomparso a
Monza solo quattro giorni più tardi nel testare una vettura
Sport, suscitando profonda commozione nell'amico e collega.
In segno di lutto la Scuderia Lancia
non partecipò ufficialmente al successivo appuntamento in Belgio
ma fornì comunque assistenza a Eugenio Castellotti che
conquistò inaspettatamente la pole position davanti a Fangio. Il
pilota argentino in gara prese subito il comando della corsa che si
aggiudicò davanti al compagno di squadra Stirling Moss. Identico
risultato si ebbe nel successivo appuntamento iridato sul circuito di
Zandvoort, Fangio fu invece battuto dal compagno di squadra nel Gran
Premio di Gran Bretagna sul circuito di Aintree; quando Moss gli chiese
se lo avesse lasciato vincere sul circuito di casa, l'argentino rispose
'no, oggi sei semplicemente stato il migliore'. L'ultima prova iridata
a Monza si rivelò la passerella trionfale per Fangio che vinse
la corsa davanti al compagno di squadra Piero Taruffi, aggiudicandosi
così il sesto successo stagionale e il terzo Titolo Mondiale.
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Mercedes-Benz W196
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La W196 non fu presente per tutto il
Campionato del 1954, ma debuttò solo il 4 luglio al Gran Premio
di Francia 1954 nella versione carenata Tipo Monza, nata per funzionare meglio sulle alte velocità del circuito di Reims. Fangio e Karl Kling fecero segnare la 1a e 2a
posizione finale, mentre il giovane Hans Herrmann conquistò il
giro più veloce in gara. La stessa versione dell'auto venne
impiegata a fine stagione a Monza, dalla quale prese il soprannome.
L'errore commesso dal reparto sportivo Mercedes-Benz, capitanato ancora
una volta da Alfred Neubauer, fu quello di riproporre la vettura
carenata a Silverstone, decisamente meno veloce, e la vettura
risultò difficile da maneggiare e poco agile: come risultato,
Fangio e Kling finirono per urtare i coni in gomma utilizzati per
delimitare il tracciato, ammaccando la carrozzeria in più punti.
Fangio, inoltre, ebbe anche dei problemi al cambio e terminò la
gara al quarto posto.
Le cose cambiarono decisamente al Nürburgring,
dove le W196 vennero schierate con carrozzeria a ruote scoperte
(richiesta con insistenza da Fangio). Contemporaneamente, il motore
beneficiò di 10 CV in più. Stavolta Fangio tornò a vincere, ma la
manifestazione venne funestata dal tragico incidente, avvenuto durante
le prove, in cui perse la vita il pilota Marimon su Maserati. |
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Anche le due gare successive, in Svizzera e a Monza,
videro Fangio trionfare. La gara di Monza, in particolare, fu resa
avvincente dal memorabile recupero di Fangio ai danni della Maserati di Stirling Moss.
Il Gran Premio di Spagna, atto finale del mondiale del '54, fu invece
vinto da Mike Hawthorn su Ferrari, ma oramai i conti erano fatti: con
sei vittorie su otto gare totali, Fangio poté laurearsi campione
del mondo.
Per la stagione 1955, la rosa dei piloti della squadra corse
Mercedes-Benz si arricchì con l'arrivo di Stirling Moss a fianco di
Fangio, Kling ed Hermann.
La prima tappa, tenutasi a Buenos Aires, vide il trionfo di Fangio
davanti alla sua gente. A Montecarlo, invece, la W196 dell'argentino
ebbe problemi meccanici che permisero a Trintignat di aggiudicarsi la
gara. |
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Al
Gran Premio del Belgio e al successivo in Olanda, Fangio tornò
ancora a vincere, mentre in Gran Bretagna fu la volta di Stirling Moss
a tagliare per primo il traguardo.
Ed ancora Fangio fu il vincitore dell'ultima tappa, quella di Monza:
anche la stagione vide l'argentino trionfare e riconfermarsi campione
del mondo.
Quella
del 1955, però, fu una stagione funesta: a Monza, il grande
Alberto Ascari perse la vita mentre provava una Ferrari. Qualche tempo
dopo, alla 24 Ore di Le Mans, vi fu il gravissimo incidente alla SLR di
Levegh, che uscì di pista finendo sulle tribune ed uccidendo
oltre 80 persone. Fu un grave colpo psicologico (e non solo) per la
Casa tedesca, che al termine di quella stagione si ritirò dalle
competizioni.
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Gran Premio d'Argentina 1955
Il Gran Premio d'Argentina 1955
fu la prima gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 16 gennaio sul Circuito di Buenos Aires.
La manifestazione fu vinta da Juan Manuel Fangio su Mercedes.
A
causa del caldo torrido (circa 35 °C all'ombra e
55 °C in pista) molti piloti si avvicendarono sulle vetture
durante la gara creando situazioni curiose nella classificazione
finale: al secondo posto terminarono González, Farina e
Trintignant su Ferrari. Sul gradino più basso del podio di nuovo
Farina e Trintignant insieme a Maglioli sempre alla guida di una
Ferrari.
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Gara
Nelle
prove ufficiali, Alberto Ascari spreme ciò che può dalla
sua Lancia D50 ma la pole position va alla Ferrari di Froilán
González. Ascari segna un tempo di mezzo secondo superiore ed
è in seconda posizione, affiancato da Juan Manuel Fangio su
Mercedes, quarta la Maserati di Jean Behra.
La Mercedes di Juan Manuel Fangio è la più lesta al via e si
porta in testa, seguita dalla Ferrari di Gonzalez e dalla D50 di Ascari.
Al 3º giro inaugura la serie dei ritiri delle Lancia la D50 di
Villoresi, che accusa la rottura dei condotti del carburante.
Al termine del quarto giro, Gonzalez forza l'andatura e supera Fangio,
mantenendo il comando fino al 10º giro. In questa fase, anche Ascari
supera Fangio, cosicché al termine del 10º giro abbiamo questa
situazione: 1º Gonzalez (Ferrari), 2º Ascari (Lancia) a 1"9, 3º Fangio
(Mercedes) a 3"8 e 4º Moss
(Mercedes) a 9"9. Eugenio Castellotti prosegue attardatissimo, anche
perché sofferente a causa dell'elevata temperatura. All'11º giro, Ascari
supera Gonzalez e si porta al primo posto; frattanto, al 16º giro,
Eugenio Castellotti, vittima di una insolazione, non riesce a
proseguire, si ferma al box e cede la sua vettura all'appiedato
Villoresi. Non sarà che uno dei numerosissimi avvicendamenti di piloti
alla guida di una macchina: a causa del caldo, infatti, soltanto Juan
Manuel Fangio e Roberto Mieres
riusciranno stoicamente a completare il Gran Premio senza farsi dare
cambi. La D50 di Ascari riesce con un po' di fatica a mantenere la testa
e la situazione, al termine di 20 giri, lo vede al primo posto con
circa 2” di margine su Gonzalez e 13” su Fangio. Ma arriva il fatale 22º
giro, allorché Ascari finisce fuori di strada dopo un testa coda: la
vera ragione della piroetta non sarà mai accertata, dal momento che se
la versione semi-ufficiale parla di una macchia d'olio, molti propendono
a credere che la causa risieda nell'estrema instabilità della D50.
Villoresi
dopo aver rilevato la D50 attardatissima di Castellotti tenta
faticosamente un recupero, che viene però interrotto al 36º
giro, quando a sua volta esce di strada. A poco più di un terzo
di gara, ecco dunque che tutte e tre le Lancia sono fuori gioco. Il
Gran Premio prosegue con Fangio che percorre in testa l'ultima
metà di gara aggiudicandosi la corsa con 1 minuto e mezzo di
vantaggio sulla Ferrari di Gonzalez, condotta anche da Nino Farina e da
Maurice Trintignant, e addirittura due (o più) giri sugli altri
cinque equipaggi superstiti.
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Il 1955 si apre con la prematura scomparsa di Alberto Ascari a
Monza, mentre era alla guida di una Ferrari Sport prestatigli
dal compagno di scuderia Eugenio Castellotti. Fangio lo
ricorderà come il pilota con più classe e coraggio mai esistito.
Juan Manuel #Fangio - Daimler Benz AG - Autodromo Oscar y Alfredo Galvez, Buenos Aires 1955
Gran Premio di Monaco 1955
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Qualifiche
I risultati delle prove ufficiali sanciscono la superiorità di
Juan Manuel Fangio, di Alberto Ascari e del giovane Stirling Moss su
tutti gli altri. Fangio ed Ascari, addirittura, segnano il medesimo
tempo, ma Moss, con la seconda Mercedes, è staccato di appena
1/10 di secondo. Bene anche Castellotti, che riesce a spiccare il
quarto miglior tempo ed a piazzarsi così in seconda fila. Gli
altri due alfieri della Lancia sono più staccati: Villoresi
è settimo, Chiron è 19°, cioè penultimo. Le
Ferrari non brillano (Maurice Trintignant, il miglior ferrarista,
è in quarta fila con il nono tempo) mentre le Maserati appaiono
relativamente più veloci (Jean Behra quinto, Roberto Mières
sesto, Luigi Musso ottavo). La Gordini meglio piazzata, quella di
Robert Manzon, è appena tredicesima, preceduta dalla Vanwall di
Mike Hawthorn.
Gara
Ascari non è autore di una partenza azzeccata, ed al primo giro si
ritrova in quarta posizione, preceduto da Fangio, dal compagno di
squadra Castellotti e da Moss. Al 10º giro, dietro al leader Fangio,
troviamo Moss, poi Ascari che ha appena superato Castellotti, e la
Maserati di Behra. Quest'ultimo però rinviene fortissimo e ri-supera
prima Castellotti e poi anche Ascari, portandosi al terzo posto alle
spalle del duo Mercedes. Al 35º giro, Castellotti è costretto al box per
far controllare una ruota
ma anche per rabboccare il carburante. Al 40º giro la situazione è: 1°
Fangio, 2° Moss (molto vicino al compagno di marca), 3° Behra a 43” e 4°
Ascari a 50”, 5° il sorprendente Maurice Trintignant con la Ferrari
(staccato però di 1'20” da Fangio), 6° Mières e 7° Villoresi. Al 42º
giro, Behra si ferma lungamente al box per sistemare un raccordo della
tubazione dell'olio e viene doppiato. Alla Maserati si pensa di far
passare Behra alla guida della macchina di Cesare Perdisa
(in miglior posizione), mentre al bolognese non resta che sistemarsi al
volante della più attardata macchina di Behra. Poco prima di metà gara,
il primo vero colpo di scena di questo Gran Premio: Fangio si ritira
per la rottura del ponte. Passa così a condurre Moss, con 1'22” di
vantaggio sulla D50 di Ascari. Tutti gli altri sono già stati doppiati:
Trintignant è 3°, Mières è 4°.
Malgrado l'enorme vantaggio, Stirling Moss continua a tirare come
un ossesso, forse per giungere a doppiare anche Ascari, che è l'ultimo
concorrente a pieni giri. Ecco che quando mancano venti giri al termine
Moss è fermato da un guasto di motore e Ascari si trova in testa; i
numerosi italiani presenti si accingono a festeggiare il nuovo leader
della corsa, quando il milanese, alla “chicane” del porto, finisce in
mare.
Come riferito dallo stesso Ascari nelle ore successive, la causa del guaio sarebbe stata il bloccaggio del freno
anteriore destro, che avrebbe innescato una sbandata verso l'esterno,
incontrollabile: dovendo scegliere tra un muretto di sabbia, una piccola
tribuna affollata e l'acqua, il pilota finisce per scegliere
quest'ultima, considerandola il male minore. Una seconda ipotesi è
quella della sbandata sull'olio lasciato sul tracciato dal motore in
avaria della Mercedes di Stirling Moss, transitata poco prima. Alberto
comunque sguscia dalla macchina inabissata e risale a galla raggiungendo
il sommozzatore che già si è tuffato in suo soccorso. Anche se
ricoverato precauzionalmente all'ospedale di Monte Carlo, il pilota è
praticamente illeso.
Al comando del Gran Premio viene così a trovarsi il regolare
Trintignant con la Ferrari. Il solo ulteriore momento entusiasmante
della corsa è dato dall'inseguimento di Castellotti, che si porta a 15”
dal nuovo leader e riduce poi il distacco fino a soli 11”.
L'inseguimento però non ha successo, e nelle ultime tornate il lodigiano
della Lancia è costretto a ridurre il ritmo, tanto che alla fine il
distacco sale nuovamente a 20”. La corsa si conclude con la prima
vittoria in Formula 1 di Maurice Trintignant (coltivatore di viti in
quel di Nîmes e zio dell'attore Jean-Louis),
con il posto d'onore di Castellotti con la D50, con la terza piazza
della Maserati di Behra condotta anche dal giovane Cesare Perdisa
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Gran Premio del Belgio 1955
Il Gran Premio del Belgio 1955 fu la quarta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 5 giugno sul Circuito di Spa-Francorchamps.
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Malgrado
gli stati d'animo di Eugenio Castellotti, di Vittorio Jano e dei
meccanici non siano dei migliori per via della recente scomparsa di
Alberto Ascari, a cui è seguito il ritiro ufficiale della Lancia
dalla Formula 1, grazie anche all'ennesimo potenziamento del motore (si
parla di oltre 265, forse 270 CV), la Lancia D50 ottiene addirittura la
pole position davanti alle Mercedes di Fangio e di Moss, che risultano
staccati di 5/10 di secondo l'argentino, e di 1”e1/10 l'inglese.
A seguire, la Ferrari di Nino Farina, la Maserati di Jean Behra, la
terza Mercedes di Karl Kling, la Maserati di Luigi Musso e via via gli
altri.
Al segnale di via, Fangio assume autoritariamente il comando, che
non abbandonerà più fino al traguardo. Nella sua scia si lanciano Moss,
Castellotti e Farina. Al 10º giro (poco meno di 1/3 di gara) la
situazione è: 1° Fangio (Mercedes), 2° Moss (Mercedes) a 11”, 3°
Castellotti (Lancia) a 41”, 4° Farina (Ferrari) a 44” Il quartetto
marcia in quest'ordine fino al 16º giro, dopodiché la D50 di Castellotti
deve abbandonare la lotta per il cedimento della trasmissione
(probabilmente del cambio
in particolare), forse troppo sollecitata dalla aumentata potenza del
motore. Il Gran Premio prosegue senza troppi scossoni, con i primi tre
posti occupati stabilmente da Fangio, Moss e Farina.
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Gran Premio di Gran Bretagna 1955
Karl Kling, J.M.Fangio, Alfred Neubaur (Manager) , Stirling Moss
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1955
fu la sesta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 16 luglio sul Circuito di Aintree. La manifestazione
vide la prima vittoria in carriera di Stirling Moss su Mercedes,
seguito a poca distanza dai compagni di squadra Juan Manuel Fangio e
Karl Kling.
Il Gran Premio ha visto il debutto del futuro tre volte Campione del Mondo Jack Brabham;
qualificatosi all'ultimo posto, l'australiano risale in gara fino alla
12ª posizione, prima di ritirarsi per un guasto al motore.
Pur mancando ancora quattro gare alla fine del campionato, la
successiva cancellazione dei Gran Premi di Germania, Svizzera e Spagna
rese quello britannico il penultimo della stagione. Per questo motivo,
Fangio si laureò per la terza volta Campione del Mondo di Formula 1 con
una gara di anticipo sulla fine del Campionato.
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Gran Premio d'Olanda 1955
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Fangio e Moss a Zandvoort '55
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Il Gran Premio d'Olanda 1955
fu la quinta gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di
Formula 1, disputata il 19 giugno sul Circuito di Zandvoort. La
manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes,
seguito dal compagno di squadra Stirling Moss e dall'italiano Luigi
Musso su Maserati.
Il Gran Premio ebbe luogo una settimana dopo la tragedia di Le Mans.
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1 |
Juan Manuel Fangio |
Mercedes W196 |
Daimler-Benz AG |
2 |
Stirling Moss |
Mercedes W196 |
Daimler-Benz AG |
3 |
Karl Kling |
Mercedes W196 |
Daimler-Benz AG |
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Nella stagione è protagonista il dualismo tra Fangio e il suo
nuovo compagno di squadra: Stirling Moss. Al nuovo Gran Premio
d'Italia,
che si disputa per la prima volta anche sull'anello
dell'alta velocità, Fangio trionfa con la strepitosa media di
206 km/h a bordo
della Mercedes W196. Fangio si laurea campione
del mondo per la terza volta e la Mercedes,
a seguito del
mostruoso incidente di Le Mans, la Mercedes si ritira.
Gran Premio d'Italia 1955
Il Gran Premio d'Italia 1955 fu la settima ed ultima gara della stagione 1955 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata l'11 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza su .
La manifestazione vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Mercedes,
seguito dal compagno di squadra Piero Taruffi e da Eugenio
Castellotti su Ferrari.
Per
questa edizione si decise di cambiare il layout della pista. Le curve
di porfido furono eliminate e sostituite da una sola curva a destra con
raggio crescente a cui fu dato il nome di Parabolica. Inoltre venne
costruito un nuovo anello ad alta velocità. Il 26 luglio la
Lancia che aveva deciso per il ritiro dalle competizioni a seguito
della morte di Alberto Ascari, aveva ceduto tutto il materiale residuo
alla Scuderia Ferrari. Quest'ultima decise quindi di portare a Monza
quattro Lancia D50, una delle quali con funzioni di muletto: le tre
unità da gara sono affidate ad Eugenio Castellotti, a Nino
Farina ed a Luigi Villoresi. Oltre a queste, la scuderia iscrisse anche
tre Ferrari 625.
Il responso delle prove assegnò un
margine notevole alle Mercedes-Benz, che segnarono i migliori tempi con
Juan Manuel Fangio (già matematicamente Campione del Mondo 1955
e poleman della gara), Stirling Moss e Karl Kling. Dal canto loro, le
D50 si comportarono onorevolmente: Castellotti segnò il quarto
tempo, Farina il quinto, Villoresi l'ottavo. La migliore tra le Ferrari
4 cilindri del tipo 625 si classificò appena dodicesima, con
Umberto Maglioli. Le D50 però, che in questa occasione
adottavano le gomme Englebert utilizzate dalla Ferrari ma che fino ad
allora avevano sempre montato gomme Pirelli, furono vittime di
molteplici dechappaggi; la Ferrari poteva soltanto utilizzare gli
pneumatici contrattualmente previsti, per cui si finì con
l'optare per il ritiro delle D50 dalla corsa, per evitare qualsiasi
rischio.
Eugenio Castellotti, comunque, prese il via utilizzando una
Ferrari 625, un muletto con cui aveva partecipato ad una parte delle
prove, ponendosi al 4º posto dello schieramento e sfruttando così la
prestazione ottenuta con la D50 (una mossa consentita dal regolamento in
vigore).
Il Gran Premio, che quell'anno si corse
lungo il circuito completo di km 10 comprendente l'anello di alta
velocità appena ultimato, fu dominato dalla Mercedes di Juan
Manuel Fangio, che partiva dalla pole position e non abbandonò
più la posizione di testa fino al termine della galoppata di 50
giri per 500 chilometri. La Mercedes (che metteva in lizza le vetture
del tipo carenato per Fangio e Moss e due vetture a ruote scoperte per
Taruffi e Kling) faceva corsa a sé e Piero Taruffi, dopo i
ritiri di Moss e di Kling, ottenne un bel secondo posto; terzo
Castellotti con la Ferrari 625.
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“Il ritiro della Mercedes portò finalmente Fangio alla Ferrari.
E con essa arrivò il quarto titolo di campione del mondo”
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L'iride rosso di Fangio
Per la stagione 1956 Enzo Ferrari ingaggia il miglior pilota del
momento, Juan Manuel Fangio. L'argentino si è appena aggiudicato
due titoli
mondiali con la Mercedes dopo quello del 1951 con l'Alfa Romeo; con le vetture
del cavallino cercherà quindi di conquistare il suo quarto iride.
Fangio riesce nell'intento, ma la sua è una vittoria molto
sofferta. Nei primi due Gran Premi, quello di casa sua e quello di Montecarlo,
ottiene un primo e un secondo posto ma soltanto grazie alla collaborazione dei
suoi compagni di squadra Luigi Musso e Peter Collins che gli cedono le proprie
vetture, in quanto quella dell'argentino in entrambe le occasioni aveva ceduto
per problemi meccanici. In Belgio si ritira senza appello, in Francia è quarto,
poi trionfa in Gran Bretagna e in Germania rilanciandosi per la conquista del
titolo.
E' la volta della gara decisiva, quella di Monza. Sono tre i
piloti ancora in corsa per il mondiale: Fangio, Moss e Collins. Il pilota
inglese della Maserati domina e vince, ancora una volta Fangio è costretto al
ritiro dopo 20 giri per noie al motore, ma dopo altri 15 giri Collins, che è
secondo, si ferma ai box e cede la macchina all'argentino che conclude così
alle spalle di Moss e si laurea ancora una volta campione del mondo.
In quell'occasione Collins dimostrò uno spirito di sacrificio
ineguagliabile rinunciando alle sue chances per favorire quelle del
quarantacinquenne Fangio: l'inglese era convinto di poter avere in futuro altre
possibilità di vittoria iridata. Purtroppo non sarà così: due anni più tardi
il ventiseienne Collins morirà in un tragico incidente sul mitico e terribile Nürburgring.
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Il 1956: L'approdo in Ferrari
Il primo appuntamento col il mondiale si ebbe come sempre in Argentina,
Fangio alla guida della Lancia-Ferrari D50 partì dalla pole
position ma un guasto nelle prime fasi di corsa lo costrinse al ritiro;
dai box fecero fermare il compagno di squadra Musso e il pilota
argentino ritornò in corsa ma dopo solo quattro giri uscì
di pista alla curva Ascari, così chiamata in onore dello
scomparso bi-campione del mondo, e fu aiutato a ripartire dal pubblico,
cosa vietata dal regolamento. Fangio si rese protagonista di una
rimonta forsennata e a poche tornate dal termine raggiunse l'ex
compagno di squadra Moss che si trovava al comando sulla sua Maserati
250F e lo superò, nel tentativo di resistere al pilota argentino
Moss ruppe il motore e fu costretto al ritiro.
La vittoria di Fangio suscitò molte polemiche e il conte Nello
Ugolini, direttore del reparto corse della Maserati sporse un reclamo
ufficiale che venne però ignorato dalla Federazione
Internazionale. Questi quattro punti conquistati da Fangio si sarebbero
poi dimostrati decisivi a fine stagione per l'assegnazione del titolo
mondiale. Nella successiva corsa di Monaco partì dalla pole
position ma fu autore di una gara stranamente fallosa, un testa coda
alla salita di Saint Devote danneggiò il lato destro della
vettura e una successiva uscita di pista alla curva del Tabaccaio lo
costrinsero al ritiro con una ruota danneggiata; i box fecero fermare
il compagno di squadra Peter Collins e Fangio rimontò fino al
secondo posto alle spalle di Moss che vinse il Gran Premio. Si giunse
quindi al Gran Premio del Belgio, Fangio fece registrare nettamente il
miglior tempo in prova davanti a Moss e in gara si alternò al
comando col corridore inglese finché quest'ultimo perse una
ruota e fu costretto al ritiro, salito sull'auto del compagno di
squadra avrebbe concluso la corsa al terzo posto mentre Fangio,
nettamente al comando accusò gravi problemi alla trasmissione
della sua Ferrari e dovette abbandonare; la vittoria andò al
compagno di squadra Collins, il quale vinse anche il successivo
appuntamento iridato sul circuito di Reims portandosi saldamente al
comando della classifica mondiale.
Fangio fu nell'occasione solamente quarto a causa di un guasto alla sua
Ferrari che lo costrinse a una lunga sosta ai box, nel dopogara
l'argentino si lamentò aspramente delle decisioni della Scuderia
che, a suo dire, non gli consentiva in maniera adeguata la difesa del
titolo conquistato l'anno precedente. Si giunse quindi al Gran
Premio di Silverstone, Moss partito dalla pole position mantenne il
comando della corsa fino al cedimento del propulsore, Fangio prese
così la testa e vinse la corsa interrompendo così una
serie negative senza successi che durava da sette gran premi; il
compagno di squadra Collins fu secondo ma a causa della divisione del
punteggio con lo spagnolo Alfonso de Portago con cui aveva condiviso la
vettura, conquistò soli tre punti portando così Fangio a
una sola lunghezza di distacco in classifica. Il successivo
appuntamento al Nürburgring vide una netta affermazione del pilota
argentino che si ritrovò alla vigilia dell'ultima corsa iridata
sul circuito di Monza con un netto vantaggio sul compagno di squadra
Collins.
Appiedato in gara dalla sua D50 per la rottura dello sterzo la scuderia
chiese a Luigi Musso di fermarsi ma il pilota italiano che si trovava
in seconda posizione sul circuito di casa ignorò l'ordine e
continuò la sua corsa. Con Moss al comando e Collins in terza
posizione ecco avvenire uno degli episodi considerato di maggiore
sportività nel mondo delle corse automobilistiche. Collins, con
la possibilità concreta di diventare campione del mondo in caso
di guasti ai piloti che lo precedono, alla sosta ai box per il cambio
degli pneumatici lasciò la sua vettura a Fangio pronunciando
queste parole "Maestro, sono ancora giovane e avrò tempo per
vincere un titolo, lei forse no, prenda la mia auto e vinca". Fangio
rimontò fino al secondo posto a pochi secondi da Moss, anche
grazie al ritiro di Musso che subì a sua volta la rottura dello
sterzo sulla sua Ferrari, e vinse così il suo quarto titolo
mondiale. Sebbene in un primo momento sembrò sicura la
riconferma dell'argentino con Ferrari sopraggiunsero in seguito
divergenze di carattere economico e, visto l'accasarsi dell'inglese
Moss alla nuovissima Vanwall, Fangio decise di correre la stagione 1957
al volante della rinnovata Maserati 250F.
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Juan Manuel Fangio sulla sua Ferrari 290 MM alla Mille Miglia del 1956. Finì quarto.
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Juan Manuel Fangio vince il suo quarto titolo piloti, il terzo di fila. |
Il primo successo di Juan Manuel Fangio con la Ferrari
.
Il Gran Premio d'Argentina 1956
fu la prima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 22 gennaio sul Circuito di Buenos Aires. La
manifestazione fu vinta dalla Ferrari numero 34 guidata dall'italiano
Luigi Musso (sua unica vittoria in carriera) e dal Campione del Mondo
in carica Juan Manuel Fangio, al debutto sulla vettura di Maranello
dopo il ritiro dalle corse della Mercedes.
Completano il podio il francese Jean Behra e il britannico Mike Hawthorn, entrambi su Maserati.
Gran Premio di Monaco |
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GP Monaco - J.M.Fangio, Peter Collins Ferrari D50 |
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Il Gran Premio di Monaco fu la seconda gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 13 maggio
sul Circuito di Montecarlo. La
manifestazione fu vinta da Stirling Moss su Maserati, seguito da Peter
Collins e Juan Manuel Fangio,che condivisero una Ferrari D50 durante la
corsa. Terzo classificato Jean Behra su Maserati.
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Il Gran Premio di Francia 1956 fu la quinta gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 1º luglio sul Circuito di Reims. La corsa vide la seconda vittoria consecutiva di Peter Collins su Ferrari,
seguito dal compagno di squadra Eugenio Castellotti e dal francese Jean Behra su Maserati.
Gran Premio di Gran Bretagna 1956 |
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1956 fu la sesta gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 14 luglio sul Circuito di Silverstone.
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito
dalla coppia Alfonso de Portago-Peter Collins e da Jean Behra.
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Gran Premio di Germania 1956 |
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Gran Premio di Germania 1956 - J.M.Fangio su Ferrari
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Il Gran Premio di Germania 1956 fu la settima gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 5 agosto sul Nürburgring.
La corsa vide la vittoria di Juan Manuel Fangio su Ferrari, seguito da Stirling Moss e da Jean Behra.
Piloti |
Costruttori |
Motori |
- 20° vittoria per Juan Manuel Fangio
- 20º giro più veloce per Juan Manuel Fangio
- 1º Gran Premio per Giorgio Scarlatti
- 1° e unico Gran Premio per André Milhoux
- Ultimo Gran Premio per Louis Rosier
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- 25° vittoria per la Ferrari
- 75° podio per la Ferrari
- 20º giro più veloce per la Ferrari
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- 25° vittoria per il motore Ferrari
- 75° podio per il motore Ferrari
- 20º giro più veloce per il motore Ferrari
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"Maestro, sono ancora giovane e avrò tempo per vincere un
titolo, lei forse no, prenda la mia auto e vinca".
Vintage Juan Manuel Fangio onboard camera Monaco
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GP Francia - 1956
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GP Monaco 1956 - J.M.Fangio Ferrari Lancia D50 - macchina condivisa con Eugenio Castellotti
Monza 1956 - Alfonso de Portago (Ferrari) Juan Manuel Fangio (Ferrari)
Gran Premio d'Italia 1956 ottava gara della stagione 1956 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 2 settembre sull'Autodromo Nazionale Monza.
La corsa vide la vittoria di Stirling Moss
su Maserati, seguito dalla coppia Peter Collins-Juan Manuel Fangio
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Il 1957: Il ritorno alla Maserati
Il campionato del mondo incominciò subito con un successo sul
circuito di casa a Buenos Aires, si ripeté poi a Monaco e a
Rouen mentre fu costretto al ritiro per un cedimento del propulsore al
Gran Premio di Gran Bretagna disputato sul Circuito di Aintree. Fangio
tornò al successo al Nürburgring dove colse quella che
sarà da molti considerata una delle più belle vittorie
nella storia della Formula 1. Concluderà la stagione iridata con
due secondi posti a Pescara e a Monza aggiudicandosi così il suo
quinto e ultimo titolo mondiale.
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FANGIO ON BOARD Ferrari F1 1957 ”Aerautodromo” di Modena
L'aerautodromo di Modena era un impianto sportivo che si trovava a Modena lungo la via Emilia.
In esso erano contemporaneamente sia le struttur
e tipiche di un
aeroporto (pista in cemento, torre di controllo, aviorimesse) che quelle
di un autodromo (direzione gara, box, tribune),
da qui la particolare
denominazione. Sull'area su cui sorgeva l'impianto, in principio
periferica ma ormai inglobata dal tessuto urbano della città,
sorge oggi
il parco Enzo Ferrari . (che ha completamente cancellato il tracciato della pista)
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Le Maserati 250F di Moss e Fangio
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Il Gran Premio d'Argentina 1957
fu la prima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula
1, disputata il 13 gennaio sul Circuito di Buenos Aires.
La manifestazione vide il trionfo della Maserati, con la vittoria del
campione del mondo in carica Juan Manuel Fangio, seguito da Jean Behra
e dalla coppia Carlos Menditeguy-Harry Schell, tutti sulla vettura
italiana.
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Il 1957 vede Fangio protagonista di un nuovo cambio: a conferma
della sua infedeltà e del suo cercare sempre la macchina
migliore,
il Chueco sceglie la Maserati 250F. Una monoposto che
non rappresenta una vera e propria novità. Infatti è la macchina
che lui lasciò nel '54 per approdare alla Mercedes. Gli anni e i
numerosi interventi l'hanno migliorata al punto di renderla la
monoposto da battere.
Maserati 250F
Tipo |
aspirato, 6 cilindri in linea, anteriore, longitudinale. |
Monoblocco |
in alluminio con sette cuscinetti di banco |
Testata |
in alluminio |
Albero a gomiti |
in acciaio stampato |
Cilindrata totale |
2.494 cm3 |
Cilindrata unitaria |
415,67 cm3 |
Alesaggio x corsa |
84 mm x 75 mm |
Distribuzione |
cascata d'ingranaggi, 2 alberi a camme in testa, 2 valvole per cilindro |
Accensione |
2 candele per cilindro |
Alimentazione |
3 Weber 42 DCO3 doppio corpo; dal 1955 3 Weber 45 DCO3 doppio corpo |
Carburante |
50% metanolo, 35% benzina a 80 ottani, 10% acetone, 4% benzolo, 1% olio di ricino. |
Raffreddamento |
ad acqua con pompa centrifuga. |
Rapporto di compressione |
12:1 |
Potenza massima |
1954: 240 CV a 7.200 giri/min; 1957: (270 CV a 8.000 giri/min) |
Potenza specifica |
96-108 CV/litro |
Peso |
197 Kg, inclusa la frizione |
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MOTORE 12 CILINDRI A V DI 60° |
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Tipo |
aspirato, 12 cilindri a V di 60°, anteriore, longitudinale |
Cilindrata totale |
2.476 cm3 |
Cilindrata unitaria |
206,3 cm3 |
Alesaggio x Corsa |
68,5 mm x 66 mm |
Distribuzione |
doppio albero a camme in testa per bancata, 2 valvole per cilindro |
Accensione |
2 candele per cilindro |
Alimentazione |
3 Weber 35 IDM |
Potenza massima |
310 CV a 10.000 giri/min. |
Potenza specifica |
125,2 CV/litro |
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TRASMISSIONE |
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Trazione |
posteriore |
Cambio |
transaxle, unità 4 marce in blocco con il diffrenziale; dal 1955 unità a 5 marce |
Differenziale |
ZF a slittamento controllato |
Frizione |
monodisco a secco di fabbricazione Maserati |
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TELAIO |
tubolare a tralicccio con tubi in acciaio cromo-molibdeno |
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SOSPENSIONI ANTERIORI |
Indipendenti a quadrilateri deformabili, ammortizzatori Houdaille. |
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SOSPENSIONI POSTERIORI |
ponte De Dion, balestra trasversale, ammortizzatori Houdaille. |
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FRENI |
tamburi Maserati in alluminio, con 2 ceppi all'anteriore e 1 al posteriore, comando idraulico |
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PNEUMATICI |
Pirelli Stelvio, 5.50 x 16 anteriori, 7.00 x 16 posteriori |
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CERCHI |
a raggi Borrani da 16" |
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CARROZZERIA |
pannelli di alluminio martellati a mano |
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DIMENSIONI CORPO VETTURA |
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Passo |
2.280 mm |
Carreggiate |
anteriore 1.300 mm, posteriore 1.250 mm |
Lunghezza |
4050 mm |
Altezza |
950 mm |
Peso a vuoto |
630-670 kg |
Capacità serbatoio carburante |
200 litri |
Capacità serbatoio olio |
20 litri |
Esemplari costruiti |
circa 35 |
Gran Premio di Monaco 1957
Il Gran Premio di Monaco 1957 fu la seconda gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 19 maggio sul Circuito di Montecarlo. La
manifestazione vide la vittoria del campione del mondo in carica Juan
Manuel Fangio
su Maserati, seguito da Tony Brooks e da Masten Gregory.
Percorso 3.145 Km - Distanza 100 giri, 314,5 km
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In qualifica Fangio ottiene il giro più
veloce con a seguire Collins e Moss che partono al suo fianco in prima
fila, mentre Brooks e Hawthorn scattano dalla seconda. Dietro di loro, sulla griglia 3-2-3, vi sono Trintignant e la Maserati di Carlos Menditeguy e Harry Schell .
Fangio scatta bene al via ma Moss prende
il comando poco dopo la prima curva. Di lì a poco l'episodio chiave
della gara: per evitare la Vanwall di Moss, Collins sterza per evitare
la collisione ma così facendo finisce contro le protezioni a bordo
pista. Fangio riusce a passare senza problemi mentre Brooks frena
bruscamente tanto da essere tamponato da Hawthorn. Le Ferrari sono
mestamente l'una accanto all'altra. Siamo solo al 4^ giro e i due
ferraristi sono già ritirati. Von Trips è terzo con Menditeguy quarto e quinto Schell. Le prime due posizioni non cambieranno più.
E'
una vittoria schiacciante per Fangio che vince anche a Montecarlo
seguito da Brooks su Vanwall e da Masten Gregory su Maserati.
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1957. Il Principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly premiano Manuel Fangio,
vincitore del Gp di Montecarlo |
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1957. Fangio e Behra sul podio della 12 ore di Sebring
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Sebring, 1957.
I vincitori della 12 ore, Juan Manuel Fangioe Jean Behra |
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Il Gran Premio di Gran Bretagna 1957 fu la quinta gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 20 luglio sul Circuito di Aintree.
La
corsa vide la vittoria di Stirling Moss e Tony Brooks (prima in
carriera per Brooks), che si avvicendarono alla guida di una Vanwall,
seguiti dall'italiano Luigi Musso e dal britannico Hawthorn, entrambi
su Ferrari.
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Gran premio di Francia 1957
Pos |
N° |
Pilota |
Costruttore |
Giri |
Tempo/Causa Ritiro |
1
|
2
|
Juan Manuel Fangio
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Maserati
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77
|
3:07:46.4
|
2
|
10
|
Luigi Musso
|
Ferrari
|
77
|
+50.8 secs
|
3
|
12
|
Peter Collins
|
Ferrari
|
77
|
+2:06.0
|
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Dopo quarto titolo mondiale
abbandona la Scuderia Ferrari e torna in Maserati, con la quale il 4
agosto del 1957 al volante di una 250 F compì sul circuito del
Nurburgring quella che rimane ad oggi come la sua impresa più grande, la
sua corsa più bella che gli valse il suo quinto titolo mondiale,
superando a pochi secondi dalla bendiera a scacchi le Ferrari di
Hawthorn e Collins dopo una rimonta impressionante. Il suo palmarés in
Formula 1 a quel punto vanta 24 vittorie, 35 podi, 29 pole position, 48
partenze dalla prima fila e 23 giri veloci .Juan Manuel Fangio vince in Argentina, a Monaco e al Nurburgring
compie un capolavoro stabilendo
per 10 volte consecutive il
record sul giro.
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Le Maserati 250F di Juan Manuel Fangio (N°1) e di Jean Behra (N°2)
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Nurburgring
Partenza Gran Premio di Germania 1957
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Nurburgring 4 agosto 1957 |
La Maserati 250F di Manuel Fangio partì subito forte, con l’argentino
che arrivò al momento del pit stop in prima posizione, con più di trenta
secondi di vantaggio sulle Ferrari di Hawthorn e Collins. La perfetta
tattica del Tridente venne però vanificata da alcuni problemi nella
sostituzione di una ruota che ritardarono l’ingresso in pista di Fangio
che, una volta rientrato in gara, si trovò in terza posizione, con ben
45 secondi di ritardo su Peter Collins a undici giri dalla fine. Avendo
ancora da scaldare gli pneumatici, la Maserati 250F perse terreno,
trovandosi a dieci giri dal termine con un distacco di 52 secondi.
Proprio in questo momento Juan Manuel Fangio tirò fuori tutto il suo
talento e iniziò a far segnare giri veloci, battendo il suo record per
ben 9 volte, 7 delle quali di fila, scendendo fino ad un crono di 9
minuti 17 secondi e 4 decimi, oltre otto secondi in meno che in
qualifica.
Al penultimo giro Fangio riuscì così a recuperare Collins,
superandolo in un tratto strettissimo sotto ad un ponte, sorpassando
anche Hawthorn poche curve dopo con una manovra al limite che lo
costrinse a mettere due ruote della sua Maserati 250F fuori dalla pista
sull’erba. Il pilota sudamericano continuò poi ad imporre il suo ritmo
anche nell’ultimo giro, concludendo con un vantaggio di 3.6 secondi su
Mike Hawthorn e staccando di ben 35.6 secondi Peter Collins: una
vittoria memorabile che gli consegnò il suo quinto titolo mondiale
facendo vincere a Maserati il suo primo titolo Costruttori.
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Cinque volte campione. Juan Manuel Fangio taglia il traguardo al Nürburgring 1957. La miglior gara della sua vita.
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Fangio successo al Nürburgring. E' la 24ma ed ultima vittoria (su 51 GP disputati) del Chueco.
Piloti |
Motori |
Costruttori |
- 5º e ultimo titolo Mondiale per Juan Manuel Fangio
- 24ª e ultima vittoria per Juan Manuel Fangio
- 1º Gran Premio per Dick Gibson, Tony Marsh, Brian Naylor e Carel Godin de Beaufort
- 1° e unico Gran Premio per Paul England
- Ultimo Gran Premio per Umberto Maglioli
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- 9° vittoria per il motore Maserati
- 1º Gran Premio per il motore Porsche
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- 9ª e ultima vittoria per la Maserati
- 1º Gran Premio per la Porsche
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Gran Premio d'Italia 1957
La corsa
vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito da Juan Manuel
Fangio su Maserati e da Wolfgang von Trips su Ferrari.
Si registrò anche l'unica presenza nel mondiale per la 250F TD,
dotata del nuovo motore V12, condotta da Jean Behra, che, dopo una
quinta posizione nello schieramento di partenza, non riuscì a
completare la gara.
A Monza lascia vincere Moss e la piazza d'onore
gli basta per conquistare il quinto titolo,
il quarto
consecutivo, di Campione del Mondo.
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Gran Premio di Pescara 1957
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Il XXV Circuito di Pescara, anche detto Gran Premio di Pescara 1957, fu la settima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 18 agosto sul Circuito di Pescara.
La manifestazione vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito dalle Maserati di Juan Manuel Fangio ed Harry Schell.
L'evento
si svolse eccezionalmente a causa della improvvisa cancellazione dei
Gran premi di Belgio e dei Paesi Bassi. Il tracciato di Pescara era
rinomato al tempo come uno dei percorsi per gare automobilistiche
più ostici e pericolosi, ma era famoso perché dal 1924 vi
si svolgeva la Coppa Acerbo: pertanto gli organizzatori del campionato
poterono confidare sulla scelta di un circuito ampiamente già
collaudato e prestigioso.
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22 dicembre 1957 - Fangio all'inaugurazione dell'ippodromo di Comodoro
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Il 1958: L'addio alle corse
Dopo aver conseguito il 5º titolo iridato, nel 1958 Fangio prese parte saltuariamente alla stagione motoristica
senza concluderla, partecipando a poche gare. Terminò così la sua
carriera sportiva, ritirandosi dalle competizioni per dedicarsi alle
attività imprenditoriali avviate in precedenza, come la gestione dei
numerosi garage
di sua proprietà e, soprattutto, l'importazione e distribuzione
in Argentina dei prodotti Piaggio, dei quali aveva ottenuta
l'esclusiva.
Nonostante la sua ridotta presenza alle gare, occorse a Fangio un
episodio assai particolare; probabilmente il più singolare della sua
carriera sportiva. Il 23 febbraio alloggiava nell'Hotel Lincoln dell'Avana per partecipare al Gran Premio di Cuba e, poco prima della gara, venne sequestrato dai barbudos di Fidel Castro,
nel riuscito intento di attuare un'azione dimostrativa di risonanza
mondiale. Il sequestro durò poche ore e Fangio venne liberato al termine
del GP, con le scuse dei guerriglieri cubani che gli chiesero anche l'autografo. Dal canto suo, Fangio ringraziò i barbudos
per avergli impedito la partecipazione ad un pericoloso GP che, nel
frattempo, era stato sospeso a causa di un gravissimo incidente che
aveva coinvolto cinque monoposto e causato 6 morti e 26 feriti. Per la cronaca, il commando era formato da Arnol Rodríguez e Faustino Pérez, poi divenuti ministri nel governo rivoluzionario castrista.
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Il 1958 è l'anno del ritiro, dopo due Gran Premi, Argentina e
Francia, conclusi al quarto posto.
La tragica morte del suo ex
compagno di scuderia, Luigi Musso, a Reims lo induce a chiudere
col mondo dell'agonismo. Il 9 settembre al Gran Premio d'Italia
Juan Manuel Fangio si
presenta in borghese: la sua carriera è finita. Non abbandona il mondo dell'auto,
diventerà responsabile della
filiale Mercedes - Benz a Buenos Aires.
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L'avvenimento più curioso che accadde al pilota argentino fu al
secondo Gran Premio di Cuba in programma il 23 febbraio del 1958
sul circuito del Malecòn. Curioso, perché sebbene Fangio non
corse quel Gran Premio fu lui il vero protagonista della scena.
L'allora dittatore dell'isola, Fulgencio Batista, volle che il
corridore argentino partecipasse al Gran Premio di Cuba perché
l'immagine del suo governo stava passando un periodo di forte
crisi. Per contrastare le volontà del dittatore si era formato
un gruppo di rivoluzionari chiamati "Movimento 26 luglio"
comandati da Fidel Castro dalla Sierra Maestra. Lo scopo dei
rivoluzionari era impedire che Fangio disputasse il Gran Premio.
La notte del sabato un gruppo di uomini armati sorpresero el
Chueco nel suo albergo all'Avana. Fangio non si impaurì, grazie
ai suoi nervi d'acciaio diede seguito alle richieste degli
uomini armati senza contrastarli. Il suo manager Gamberone
ricorda l'argentino come il più calmo della vicenda. El Chueco
fu trasportato nella periferia dell'Avana. Sistemato in una casa
dei rivoluzionari stette lì fino alla conclusione della gara.
Per nulla impaurito conversò tutto il tempo. Arrivò al punto di
dire che i sequestratori gli fecero un gran favore, la sua
Maserati "450 S" aveva dei problemi e sebbene avesse fatto la
Pole non avrebbe vinto la gara. I sequestratori si scusarono più
volte con il Maestro. Il loro intento non era far del male al
penta campione ma semplicemente contestare il governo di
Batista. Nel frattempo la notizia dell'avvenuto sequestro
dell'asso del volante fece il giro del mondo. Finita la corsa il
Movimento di Fidel, raggiunto il suo obiettivo, dovette
procedere al rilascio del pilota. Questa operazione comportava
seri rischi. Gli uomini di Batista avrebbero potuto ucciderlo
incolpando poi il Movimento di Fidel. Fangio di comune accordo
con i sequestratori fu portato all'Ambasciata argentina. Dopo 27
ore il sequestro si era già concluso e Fangio era sano e salvo.
Il Movimento 26 luglio aveva raggiunto il suo scopo e Fangio
vide incrementarsi la sua popolarità.
Un anno e mezzo dopo il nuovo capo del governo di Cuba, Fidel
Castro, invitò il campione a ritornare nell'isola. Ma Fangio
ritornò a Cuba solo nell'81 nelle vesti di responsabile del
marchio Mercedes - Benz per effettuare una vendita di camion al
governo dell'Avana.
Gran Premio di Francia 1958
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l Gran Premio di Francia 1958 fu la sesta gara della stagione 1958 del Campionato mondiale di Formula 1,
disputata il 6 luglio sul Circuito di Reims
Percorso 8.302 Km - Distanza 50 Giri, 415,100 Km
Reims 1958 . 8 Stirling Moss - 4 J.M.Fangio - 16 Harry Schell
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La
corsa vide l'ultima vittoria in carriera di Mike Hawthorn su Ferrari
(che non vinceva dal Gran Premio di Germania 1956), seguito da Stirling
Moss su Vanwall e dall'altro ferrarista Wolfgang von Trips. Il pilota
romano Luigi Musso morì durante il Gran Premio a causa di
un'uscita di pista
al nono giro mentre si trovava all'inseguimento del
compagno di squadra Hawthorn.
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Con il quarto posto in gara si concluse anche la carriera di Juan Manuel Fangio.
La sua Maserati
non fu mai competitiva ed a fine gara fu sul punto di essere doppiata
dal leader della corsa Mike Hawthorn il quale, in segno di rispetto per
il grande campione conosciuto come il maestro, frenò e consentì a Fangio di completare la gara a pieni giri.
Al termine della gara la leggenda argentina disse semplicemente ai suoi meccanici "è finita".
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Nel
1960, a causa delle difficolta’ economiche in cui versava
l’azienda,la Maserati decise di ritirarsi completamente dalle
competizioni sportive,
lasciando un piccolo gruppo di privati
continuarea correre con la 250F, finche’ la vettura fu poi
sorpassata tecnologicamente dall’introduzione
delle vetture a
motore centrale
1959 - Visita di Fangio a Monza
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L' "OPERAZIONE FANGIO"
Lo spessore del personaggio Fangio lo si può cogliere da un episodio che
nel 1958 accadde a Cuba, negli ultimi mesi del violento regime di
Fulgencio Batista, la cui popolarità aveva ormai raggiunto il punto più
basso, mentre quella di Fangio era al culmine. Batista voleva dimostrare
di avere il pieno controllo dell'isola e nel 1957 si inventò il GP dell'Avana
al quale aveva invitato a suon di dollari i migliori piloti del mondo:
la prima edizione fu vinta proprio da Juan Manuel Fangio. Il dittatore
cubano volle bissare nel 1958, ma barbudos, i suoi oppositori capeggiati da Fidel Castro ed Ernesto Guevara,
riuscirono a rovinargli la festa: la sera delle qualifiche si presentò
dall'argentino (autore fra l'altro della pole position) un commando che lo rapì per 27 ore,
quanto bastava perché non prendesse parte al Grand Prix e i giornali di
tutto il mondo parlassero della vicenda, come del resto accadde. A
Fangio non fu torto un capello ed anzi fu trattato con estrema
deferenza. Il campione aveva capito le intenzioni del "Movimento 26
luglio" e, pur non dicendolo apertamente, appoggiava quanto stavano
facendo quelle persone per il loro paese.
Dopo il rilascio alle autorità
argentine, per anni definì quei rivoluzionari i suoi "amici
sequestratori", e non li denunciò mai, anzi. Tornò a Cuba un anno e
mezzo dopo, a rivoluzione compiuta, accolto con tutti gli onori che
meritava chi, solamente con la forza della sua fama, aveva aiutato Cuba a
voltare pagina.
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1948 - Primo Gran Premio Internazionale General San Martin
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1949 Secondo Gran Premio Juan Domingo Peron
1949 -Terza Coppa Acciòn de San Lorenzo
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1948 - Secondo Gran Premio
Juan Domingo Peron
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1949 Terzo Gran Premio Juan Domingo Peron |
1950 Terzo Gran Premio Internazionale General San Martin
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1950 -Quarta Coppa de acciòn San Lorenzo 1950 - GP Juan Domingo Peron 1951
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1951 - Gran Premio Maria Eva Duarte de Peron
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1951 - Gran Premio Maria Eva Duarte de Peron
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GP di Montevideo 1952
Tredicesimo Gran Premio Rio de Janeiro 1952
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Frasi di Juan Manuel Fangio
Ho
imparato ad affrontare le corse come si gioca una partita a biliardo.
Se colpisci la palla troppo forte non vai da nessuna parte.
Se gestisci
la stecca con cura puoi dare la direzione e guidare con più finezza.
Le donne guidano la nostra vita.
Il pilota di un'auto da corsa è solo un componente.
L'uomo pazzo finisce al cimitero.
Quando ho corso con la Mercedes, ho pensato di imparare il tedesco.
Ma mia moglie non voleva vivere in Germania.
Memoriale di Senna e Fangio |
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Donington Park Circuit, Leicestershire
Questo memoriale rappresenterà un tributo duraturo ai successi di due grandi sportivi ed è reso possibile dalla generosità dei loro devoti fan in tutto il mondo.
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Ayrton Senna amico di Juan Manuel Fangio
1993 - Ayrton Senna ha vinto il Gran Premio del Brasile, dove ha ricevuto il trofeo sul podio dal suo idolo Juan Manuel Fangio.
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CALCOLATORE DEL RISCHIO
Juan non faceva distinzioni. Per lui F.1, Carrera, Endurance o la Mille Miglia si equivalevano. Esperti, giornalisti e lo stesso Enzo Ferrari restano del parere
che difficilmente potremo riavere un asso capace di tanta continuita' nel successo.
Nei tracciati impegnativi, la sua guida raggiungeva la perfezione, che non sapeva spiegare lui stesso.
«Ho
imparato a calcolare il rischio, quando indossavo l'uniforme militare, e
condensavo il mio pensiero durante le lunghe tappe, come quella da
Buenos Aires,
attraverso le Ande sino a Lima nel Peru'. Che vuoi, papa' e
mamma' mi hanno forgiato cosi'», e dopo un attimo di pausa aggiungeva:
«Ma dimmi un po' a te questo carattere non piace?».
Juan Manuel
Fangio ci lascio' all'eta' di 84 anni, (1995) dopo aver trascorso i
giorni del suo tramonto a Barcarce (Buenos Aires).
Che strano questo grande, indimenticabile campione del mondo!
FOTOGALLERY
Juan Manuel Fangio - Gran Premio di Siracusa 1956.
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Gran Premio d'Italia 1955
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Gran Premio di Svizzera 1954
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Gran Premio d'Italia 1956
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Gran Premio di Gran Bretagna 1956
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Gran Premio di Monaco 1955
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Gran Premio del Belgio 1955
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Gran Premio del Marocco 1957
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Gran Premio di Monaco 1957
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Gran Premio di Monaco 1956
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Gran Pemio di Francia 1957
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Gran Premio di Svizzera 1954
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Gran Premio di Germania 1954
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Gran Premio di Svezia 1956 |
Gran Premio di Germania 1957 |
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Gran Premio di Francia 1956 |
Gran Premio d'Italia 1955 |
Gran Premio di Pescara 1957
Il XXV Circuito di Pescara, anche detto Gran Premio di Pescara 1957, fu la settima gara della stagione 1957 del Campionato mondiale di Formula 1, disputata il 18 agosto sul Circuito di Pescara.
La manifestazione vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall, seguito dalle Maserati di Juan Manuel Fangio ed Harry Schell.
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L'evento
si svolse eccezionalmente a causa della improvvisa cancellazione dei
Gran premi di Belgio e dei Paesi Bassi. Il tracciato di Pescara era
rinomato al tempo come uno dei percorsi per gare automobilistiche
più ostici e pericolosi, ma era famoso perché dal 1924 vi
si svolgeva la Coppa Acerbo: pertanto gli organizzatori del campionato
poterono confidare sulla scelta di un circuito ampiamente già
collaudato e prestigioso.
Tuttavia, gli organizzatori dovettero superare varie difficoltà e la
gara risultò mutilata di alcune partecipazioni importanti. L'ANAS,
infatti, fu piuttosto restia a concedere il proprio nulla osta circa
l'idoneità del circuito stradale, per il pericolo che gli spettatori
avrebbero corso, anche tenuto conto della tragedia di Guidizzolo, avvenuta solo 3 mesi prima. Inoltre, Enzo Ferrari aveva deciso di disertare le gare in Italia, in aperta polemica con la magistratura che aveva aperto un'inchiesta sulle responsabilità della Ferrari, proprio nell'incidente occorso a De Portago.
Scongiurato
di desistere dalla decisione e anche subendo vari e pesanti attacchi di
parte giornalistica e politica, il "Drake" rimase a lungo irremovibile:
sportivamente concesse ai suoi piloti di partecipare con vetture di
altre Case, ma le monoposto della Scuderia Ferrari non si sarebbero
dovute muovere da Maranello.. Solo in extremis concesse una vettura a Luigi Musso a condizione che venisse iscritta "privatamente" dal pilota.
Il circuito cittadino di Pescara,
che misurava oltre 25 km (25,579 km), è ancor oggi il
tracciato più lungo dove si sia mai disputata una gara di
Formula 1.
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Gran Premio di Svizzera 1954
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Gran Premio di Gran Bretagna 1955
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Gran Premio di Albi 1953
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Gran Premio di Gran Bretagna 1955
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Gran Premio di Gran Bretagna 1954
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Gran Premio di Germania 1954
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Gran Premio di Monaco 1956
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Gran Premio d'Italia 1954
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Gran Premio di Monza 1955
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Gran Premio di Francia 1954
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Gran Premio di Monaco 1950 |
Gran Premio d'italia 1953 |
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Gran Premio di Cuba 1957
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Gran Premio di Germania 1954
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Gran Premio di Monaco 1957 |
Gran Premio di Francia 1953 |
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