La Formula 1 nel Tempo.....

                         Il Nürburgring è poco più di una striscia di asfalto in un paesaggio affascinante.
     Quello che lo rese speciale furono i piloti che affrontarono e superarono le difficoltà di un circuito disegnato
   per mettere alla prova la loro perizia. Incredibili prove di coraggio, spesso tinte di follia e lutto fanno del Ring
                             un luogo celebrato in modo ineguagliabile per nessun circuito moderno.
               Era un luogo che separò i grandissimi dai grandi, facendo di campioni di tutti i giorni dei veri eroi.

Once upon a time in the west
Dmitri Shostakovich - Waltz No. 2





  


Lo chiamano l'inferno verde: è il tracciato Nordschleife del Nurburgring. Jackie Stewart, uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, vinse tre volte al Nordschleife. Alcune frasi di Stewart rendono bene l'idea di quanto fosse terribile la corsaal Nurburgring:

"quando esci di casa per andare a correre al Nurburgring ti giri indietro e pensi che quella potrebbe essere l'ultima volta
che vedi la tua casa", "Se ti piace il Nurburgring, vuol dire che non stai andando abbastanza veloce..


""Se qualche pilota ti dice che gli piace il Nurburgring, sta mentendo".

La gara del 1968 vinta da Stewart si svolse in condizioni meteo tremende con pioggia, nebbia e addirittura nevischio: Stewart fu così abile nella guida che vinse con qualcosa come 4 minuti di vantaggio sul secondo. Ebbe così il tempo di sorseggiare una tazza di thè caldo, offertogli dalla moglie, mentre attendeva il passaggio del secondo sulla linea del traguardo.
L'ultima edizione della gara sul vecchio Nurburgring fu nel 1976, anno del tremendo incidente di Lauda.

• INIZIO UFFICIALE DEI LAVORI 27 Settembre 1925 • APERTURA UFFICIALE 18 Giugno1927
• PRIMA MANIFESTAZIONE 19 Giugno 1927 - G.P. di Germania • LUNGHEZZA TOTALE Km. 28,265 Nordschleife + Sudschleife • CURVE TOTALI IN ORIGINE 172, 88 a sinistra e 84 a destra • LUNGHEZZA INIZIALE NORDSCHLEIFE Km. 22,810 • LUNGHEZZA SUDSCHLEIFE Km. 7,747 • COSTO 15 Milioni di Reichsmark • IMPIEGATI circa 3.000 operaii per 2 anni di lavori

• LUNGHEZZA ATTUALE MAX circa Km. 25,700 Nordschleife + G.P. Strecke • LUNGHEZZA ATTUALE Nordschleife Km. 20,830 • CURVE Nordschleife totali 73, 33 a sinistra e 40 a destra • PENDENZA MAX in salita Nordschleife 17% • PENDENZA MAX in discesa Nordschleife 11% • PUNTO PIU' ALTO Nordschleife T13/Alte Ein. m. 620 s.l.m. •
PUNTO PIU' BASSO Nordschleife Breidscheid m. 320 s.l.m.

   


Il primo Nürburgring è probabilmente meglio conosciuto come il luogo dove i titani delle corse d’anteguerra costruirono la loro reputazione e dove diversi contendenti, nel corso degli anni, pagarono il prezzo più alto. In questo posto dove, come un serpente addormentato, la strada si insinua attraverso cime vulcaniche e foreste spettacolari, si costruirono e si infransero carriere. Per più di cinquant’anni una vittoria al ‘Ring fu il metro di valutazione di un pilota. Coloro che dominavano l’interminabile processione di curve che costituiva il tracciato erano i migliori della loro epoca ed una vittoria al ‘Ring era solitamente il segno distintivo di un vero campione.

Questa, dunque, è la loro storia. Una storia ambientata nel racconto di un circuito che solo Dio avrebbe potuto costruire e che solo pochissimi dominarono davvero.


Prima del 1927, la Germania non aveva un circuito permanente, nonostante il fatto che i suoi costruttori fossero all’avanguardia dello sviluppo automobilistico e che, come nazione, la Germania avesse già una consistente tradizione di successi. Questi iniziarono nel 1903 quando Camille Jenatzy vinse il Gordon Bennet Trophy alla guida di una Mercedes da 90 cavalli. Come conseguenza, la Germania fu obbligata ad ospitare il Gordon Bennet Trophy nel 1904 e lo fece con il benestare del Kaiser Guglielmo II. Camille Jenatzy Il successo e la popolarità di quel primo evento condussero all’introduzione nel 1907 del primo campionato tedesco (Kaiserpreis).

Nello stesso periodo, si delineò per la prima volta l’idea di un impianto per collaudi permanente ad uso dei costruttori tedeschi. Vi fu una attenta valutazione dell’idea e fu pianificata persino una ricognizione tra le montagne dell’Eifel. Alla fine non ne venne fuori nulla e pochi anni dopo la gente aveva altro a cui pensare, dato che l’Europa sprofondò nella guerra.

Alla fine del conflitto la Germania era in condizioni precarie, quindi l’idea non riemerse prima del 1921. Per prima cosa una sezione della nuova autostrada fuori Berlino fu usata per gare di rilievo nazionale e l’AVUS, come era conosciuto, ospitò il primo Gran Premio di Germania nel 1926. Nel 1925 le strade pubbliche attorno Stoccarda furono utilizzate per creare il circuito temporaneo “Solitude”, anche se le carreggiate strette erano più adatte per le motociclette. Nonostante questi tentativi la Germania non aveva ancora un circuito costruito ad hoc che potesse confrontarsi con Monza, Brooklands o Montlhéry.
Poi fu concepito il Nürburgring.




L’idea per il circuito provenì da un membro del Consiglio di Distretto dell’Eifel, il Dott. Otto Creutz. Otto Creutz Con il supporto dell’ADAC [affine al nostro ACI ndT] e dell’alltora sindaco di Colonia – e futuro cancelliere della Germania dell’Ovest – Konrad Adenauer, egli persuase il governo ad investire nell’idea. I benefici di un circuito provede dedicato, insieme alla necessità di investire in una regione economicamente depressa, erano ovvi ed fu approvato uno stanziamento governativo di 14,1 milioni di marchi. Creutz sottopose l’idea nell’aprile del 1925 e dopo meno di sei mesi, il 27 settembre di quell’anno, il Presidente della provincia del Rheinland pose la prima pietra. Il 'Ring in costruzione

Sin dal principio il Nürburgring era un progetto vasto ed ambizioso. Era concepito per essere utilizzato come un unico circuito da 17,6 miglia che poteva essere anche diviso in due sezioni. Il Südschleife era una sezione breve, di circa 4,8 miglia, disegnata per le prove e competizioni di circolo, mentre il Nordschleife – in tutte le sue 14,2 miglia – doveva fungere da vetrina per il talento e la supremazia tecnica tedesche. Entrambe le sezioni condividevano la stessa linea del traguardo che vantava una grande quantità di infrastrutture. Oltre alle tribune da 2500 posti, gli architetti avevano incluso un hotel ed un paddock, comprensivo di settanta garages al coperto. L’eccellente area pit incorporava anche la Torre Continental ad uso dei cronometristi e dei commissari di gara. Dopo soltanto quattro anni dal completamento del tracciato, un pannello elettronico per il pnteggio – il primo al mondo – fu aggiunto alla già notevole lista delle infrastrutture.

In totale il Nordschleife incorporava 172 curve – 84 a destra e 88 a sinistra – e tra loro vi erano curve che includevano ogni possibile combinazione di raggio, camber e gradiente. Per tutta la sua lnghezza il circuito era largo 6,7 metri, a parte la linea del traguardo, che era larga 20 metri e creava un imbuto naturale con cui iniziare ogni gara. Quasi ogni piega del tracciato era disegnata con l’obiettivo di mettere alla prova i migliori tra i migliori ed il vero impatto del circuito può essere percepito soltanto percorrendolo. Le auto si facevano strada lungo una strada tortuosa che comprendeva non meno di quattro villaggi, mentre dall’alto di una collina, le rovine del castello di Nürburg, una fortezza del XII secolo, dominavano l’intero circuito. Nel suo stato originario, il ‘Ring non era soltanto una pista; era la scenografia per un’opera automobilistica che solo Richard Wagner avrebbe potuto comporre.


Nel 1926, mentre oltre 2500 operai stavano sudando per trasformare il circuito in realtà, un giovane pilota tedesco – Rudolf Caracciola – balzò agli onori della cronaca dopo aver vinto il primo, piovosissimo Gran Premio di Germania all’AVUS. Rudolf Caracciola Entro i 18 mesi successivi a quell’evento il Nürburgring era finalmente pronto per ospitare il suo primo evento – l’Eroffnung-Feier.

19 giugno 1927. Corsa di Apertura al Nurburgring. Una parte dello schieramento di partenza. Con i numeri 1 e 2 sono le Mercedes Benz 680 "S", caratterizzate dal telaio più basso visibile nel confronto con la numero 3 che è una Modell "K" 24/100/140 PS. In seconda fila a sinistra si scorge il cofano di una OM, mentre con il numero 11 è una Austro Daimler.

La prima gara ebbe luogo il 19 giugno 1927 e Caracciola registrò il suo record al ‘Ring coronandolo con una vittoria. Un mese più tardi il circuito ospitò il Gran Premio di Germania che fu vinto da Otto Merz allorchè l’auto di Caracciola ebbe un guasto. Merz, che aveva reputazione di essere un uomo rude, era stato l’autista dell’Arciduca Ferdinando d’Austria ed era stato presente all’assassinio del 1914 a Sarajevo che avrebbe scatenato la prima guerra mondiale. Otto Merz

Nel 1928 Caracciola si prese la rivincita e la bandiera a scacchi con una bella vittoria a bordo di una Mercedes-Benz SS. Nel 1929, l’ultima volta in cui fu impiegato l’intero circuito da 17,6 miglia, vide anche la prima vittoria di uno straniero, quando Louis Chiron portò la sua piccola Bugatti nel parco chiuso dei vincitori. Il Gran Premio del 1930 fu cancellato a causa delle dissestate condizioni dell’economia del Paese ed un destino simile si abbattè sulla gara del 1933.

Nel 1931 Caracciola registrò una magnifica vittoria in condizioni di pioggia a bordo della sua SSKL da 7,1 litri, aiutato non poco dal lavoro perfetto svolto ai box da Alfred Neubauer. Il 1932 vide una terza vittoria per Rudolf, anche se stavolta alla guida di un’Alfa Romeo P3.



Dal 1934 e fino all’avvento della guerra, le Mercedes e le Auto Union sponsorizzate dai nazisti dominarono la serie dei Gran Premi e l’opposizione di Alfa Romeo, Bugatti e Maserati fu semplicemente annientata. Nel 1934 la vittoria arrise ad Hans Stuck ed alla squadra dell’Auto Union; i successivi cinque anni video una serie di parate che riscaldarono anche il più gelido cuore nazista. Quando alla fine giunse la guerra, il ‘Ring aveva ospitato un totale di undici Gran Premi e il punteggio finale vedeva Mercedes con sei vittorie, l’Auto Union con quattro e soltanto una vittoria a disturbare la macchina propagandistica nazista. L’anno era il 1935, l’auto era un’Alfa Romeo vecchia di tre anni ed il pilota era “il piccolo italiano” – Tazio Nuvolari.

Nel 1935 i teams di Mercedes ed Auto Union avevano dimostrato che con carrozzerie in lega leggera potevano utilizzare motori più grossi e potenti e comunque rimanere entro i limiti stabiliti per la categoria. Come conseguenza i teams arrivarono con le loro nuove macchine luccicanti. Quattro Mercedes W25 furono prodotte per Caracciola, Luigi Fagioli, Manfred von Brauchitsch ed il nuovo Hermann Lang. Contro di loro erano schierate le Auto Union con i V12 da 4,9 litri guidate da Bernd Rosemeyer, Hans Stuck, Achille Varzi e Paul Pietsch. Nel mezzo, tra una varia mescolanza di Maserati, ERA e Bugatti, c’era la Scuderia Ferrari ed entrò l’alfa Romeo P3 di Nuvolari. L’auto di Tazio era poco più di una vecchia auto con il motore alesato a 3,2 litri. La gara iniziò in una tipica giornata nuvolosa tedesca con i costruttori sponsorizzati dai nazisti che combattevano tra loro per le posizioni di testa. Per i primi 9 dei 22 giri, Nuvolari semplicemente evitò i problemi ed impostò la sua andatura. Si fece strada lentamente fino alla seconda posizione e nel decimo giro passò Caracciola ed andò in testa. Verso metà corsa i primi piloti iniziarono ad arrivare ai box per fare benzina e montare gomme nuove. Grazie alle routine ben collaudate delle soste ai box, tipicamente tedesche, l’aristocratico Von Brauchtish ripartì dopo soli 47 secondi. Fu subito seguito da un pugno di auto tedesche.

Nuvolari dovette attendere in una “tipica” sosta ai box all’italiana, della durata di oltre due minuti, prima di poter tornare in pista. Furente per il ritardo accumulato, era su di giri e guidò come un forsennato. Nelle tornate immediatamente successive superò Caracciola, Stuck e Fagioli come se fossero stati dei piloti dilettanti. Una sosta ai box più tardiva del solito, da parte di Rosemeyer portò nuovamente in seconda posizione il “piccolo italiano”. Il gap che lo separava dal leader della corsa – Von Brauchtish – era di 1′27″, con sette giri ancora da compiere. Nuvolari continuò a forzare ed il distacco diminuiva. Prima era di 1′17″, poi 1′3″; al 21° giro, solo 30 secondi separavano i due uomini. Di certo neanche Tazio avrebbe potuto colmare un tale distacco in un solo giro. Poi il destino si mise di mezzo. Conscio della minaccia costituita da Nuvolari, Manfred aveva iniziato ad innalzare il ritmo ed a sette chilometri dal traguardo pagò il prezzo per la propria guida al limite. Una gomma posteriore esplose e l’italiano si avviò a reclamare l’alloro del vincitore di fronte ad un pubblico costituito da 300.000 tedeschi, incluso lo stesso Adolf Hitler. Tazio Nuvolari


Fratelli d'Italia - ( Inno di Mameli )

Nuvolari umilia Hitler (GP 1935)

Gli organizzatori erano così sicuri che sarebbe stato un tedesco a vincere la gara che non avevano neanche una copia dell’inno di Mameli da suonare al momento della consegna della corona d’alloro a Nuvolari. Fortunatamente Tazio ne portava sempre una copia con sè come portafortuna e le note dell’inno echeggiarono sugli spalti per il disappunto della gerarchia nazista lì riunita. Era stato il trionfo delle virtù umane, di abilità e coraggio, sulla velocità e sulla potenza dei motori ed è ancora oggi considerata la corsa più eccelsa della lunga ed illustre carriera di Nuvolari.
Era nata la prima leggenda del ‘Ring.

Bernd Rosemeyer
Un altro uomo la cui storia fu sempre collegata al Nürburgring era Bernd Rosemeyer. Bernd iniziò la propria carriera nel mondo dei motori sulle motociclette ed era un vero spericolato. Finì sulle prime pagine dei giornali già nella sua seconda corsa per il team della Auto Union, quando, durante la “Eifelrennen” [letteralmente: "corsa dell'Eifel", un'altra corsa tenuta al Nürburgring, n.d.T.] del 1935 si battè con Caracciola per la maggior parte della corsa. Per l’Eifelrennen del 1936 si presentò con un’auto capace di produrre 520 CV, determinato a vincere. In questo periodo la griglia di partenza era estratta a sorte e Rosemeyer iniziò la corsa dalla terza fila. Quasi subito era in terza posizione, dietro Caracciola e Nuvolari allorchè iniziò a cadere una pioggia leggera. Quando Nuvolari inziò ad attaccare il suo vecchio rivale, Bernd si limitò a seguirlo e riuscì a farsi strada in prima posizione. La pioggia divenne foschia e successivamente nebbia. Tutti rallentarono. Tutti tranne Rosemeyer. Avendo corso sul circuito parecchie volte durante la sua carriera su due ruote, egli conosceva perfettamente il tracciato. Di conseguenza, iniziò a guadagnare oltre 30 secondi a giro e, alla fine della corsa, arrivò con un vantaggio di oltre due minuti su Nuvolari e sei minuti sulla prima Mercedes. Incredibilmente, la sua media di 117 km/h corrispondeva ai tempi di Caracciola registrati l’anno precedente – in una gara condotta in condizioni meteo ideali. Per celebrare una corsa dal risultato così evidente, i tedeschi chiamarono Rosemeyer il “Nebelmeister” – il signore della nebbia. Bernd Rosemeyer

Rosemeyer collezionò un’altra vittoria nel Grand Prix del 1935, un mese dopo ed un’altra ancora nell’Eifelrennen del 1937. Nel 1936 fece registrare un nuovo record della pista e divenne il primo uomo a compiere un giro in meno di 10 minuti. Mancò una quarta vittoria consecutiva nel Grand Prix del 1937, quando problemi alle gomme lo relegarono in quarta posizione. Quella corsa all fine fu vinta da Caracciola, anche se Rosemeyer registrò un giro alla velocità media di 138 km/h, un record che avrebbe resistito per oltre 19 anni.

L’intensa propaganda nazista che supportava il dominio delle proprie squadre ebbe come conseguenza un’affluenza di pubblico, al Grand Prix del 1938, di oltre 350.000 persone. Tuttavia l’orgoglio nazionalistico prese un altro calcio sui denti [sic, non dimentichamo che l'autore è inglese... n.d.T.] allorchè – dopo un incendio nei box per Von Brauchitsch – la corsa fu vinta da Richard Seaman. Questo evento fece di Seaman il primo britannico a vincere un Grand Prix dall’ultima vittoria di Henry Seagrave a Tours nel 1923. Richard SeamanPrima che le ombre della guerra si propagassero in Europa per la seconda volta, altre due corse furono ospitate al ‘Ring ed entrambe andarono alla Mercedes. L’Eifelrennen fu aggiudicata ad Herman Lang, Campione Europeo. L’ultimo Grand Prix fu un’altra gara bagnata e la vittoria andò una volta ancora a Rudi Caracciola. Fu la sua ultima vittoria in una competizione internazionale e con essa calò il sipario sul primo atto del dramma del Nürburgring.

Forse inevitabilmente, il circuito passò la guerra in mani militari, tuttavia quando la pace tornò infine nel 1945, esso fu restituito al controllo locale. Carri armati alleati a Nürburg



Carri armati alleati a NürburgNel 1948, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, il circuito fu nuovamente messo in servizio per gare a rilievo nazionale. Inizialmente le forze di occupazione impedirono alla Germania di competere in eventi internazionali e fu non prima del 1950 che il circuito fu usato per un Grand Prix. Quando il “circus” alla fine tornò in città, il pilota della Ferrari, Alberto Ascari, indossò il mantello di Ringmeister con tre vittorie consecutive (due delle quali durante gli anni della Formula 2).


 
Alla fine della seconda guerra mondiale il Gran Premio di Germania riprese nel 1950 
come gara per vetture di Formula 2
per poi venire inserito nel Campionato Mondiale di Formula 1 nel 1951.


Nurburgring '51 le 159 ai box

Alberto Ascari Giuseppe Farina – il primo campione del mondo – ne conseguì quattro di seguito per la Ferrari nel 1953.
 Con l’arrivo della formula da 2.5 litri la Mercedes ritornò sul palcoscenico mondiale. Giuseppe Farina Per guidare
 il suo impressionante mezzo, la Mercedes chiamò la stella d’anteguerra Hermann Lang e gli amici tedeschi Karl Kling ed Hans Hermann.
 Al loro fianco c’era Juan Manuel Fangio che emerse vittorioso nel Grand Prix del 1954. Tragicamente, fu durante questa gara
 che il ‘Ring pretese la sua prima vittima dell’epoca del Campionato del Mondo. Onofre Marimon, compatriota e protégé di Fangio,
morì durante le prove nella discesa prima della Wehrseifen.

GP Germania 1956, seconda vittoria di Fangio

Nel 1956 Fangio ripetè la vittoria per la Ferrari e nel mentre infranse il record di Rosemeyer del 1937 con un giro condotto a 141 km/h di media. Come Nuvolari è ricordato per la sua vittoria del 1935, così Fangio sarà sempre ricordato per la propria visita al ‘Ring del 1957. Questa fu l’ultima stagione completa del grande pilota che era, nonostante i 47 anni di età, all’apice della forma. Arrivò in Germania dopo aver già vinto a Buenos Aires, Montecarlo ed a Rouen. A bordo della sua Maserati 250F aveva dettato il ritmo per tutta la stagione. Quando si avvicinò alla griglia di partenza fu circondato dal team Ferrari di Mike Hawthorn e Peter Collins e dalle Vanwall di Stirling Moss e Tony Brooks. Ognuno di loro era degno del campionato e Fangio avrebbe dovuto condurre la gara della sua vita per batterli. Esattamente quello che fece. Juan Manuel Fangio.


Staccò i contendenti uno ad uno e nel terzo giro il pilota argentino era al comando; intanto aveva abbassato il record sul giro di un secondo. Nel quinto, sesto, settimo, ottavo e decimo giro ripetè l’impresa nel tentativo di costruirsi un margine. Al dodicesimo giro rientrò per il cambio gomme. In una replica virtuale della sosta di Nuvolari del 1935, il team Maserati sbagliò tutto e quando Fangio tornò in pista, era a quasi un minuto dalle Ferrari. Nel quattordicesimo giro riacciuffò 12 secondi. Due giri dopo ridusse il gap di altri 5 secondi. Quindi, con le gomme ben assettate e l’auto che dava l’impressione di essere sempre più stabile, iniziò una sequenza di giri che avrebbero polverizzato tutti i record e gli avrebbero fatto guadagnare la reputazione di migliore tra i migliori. Quattro giri più tardi aveva eroso ben 24 secondi dal record del giro e compiuto il primo giro mai effettuato ad una media di 145 km/h. Fu un impressionante dimostrazione di padronanza del veicolo che vide cadere il record sul giro ad ogni passaggio della Maserati sulla linea del traguardo. Al ventesimo giro, era appena a tre secondi da Collins.

Continuò a spingere ancora e raggiunse l’inglese all’uscita della Nordkurve. Infilò Hawthorn ed in questo modo riguadagnò la posizione di testa. Concluse la gara 3,6 secondi davanti ad Hawthorn e disse in seguito:
 “Ho fatto cose che non ho mai fatto prima e non intendo guidare più in quel modo”.

Mantenendo la parola, non lo fece mai più e quella fu l’ultima vittoria in un Grand Prix per quel grand’uomo, che sicuramente si guadagnò
 il suo posto al fianco di Caracciola, Nuvolari e Rosemeyer come quello di un vero Ringmeister.

Quando il circus tornò al ‘Ring un anno dopo, i protagonisti erano cambiati un poco ma stavolta era così anche per le auto. La minaccia inglese al dominio di quelle che Tony Vandervell chiamava “quelle maledette auto rosse” stava crescendo gara dopo gara. Lo schieramento Ferrari era ancora capitanato da Collins ed Hawtohrn i quali probabilmente vissero un déjà-vu, quando videro Moss imporsi in prima posizione fin dalla partenza. Dovette essere ancora peggio quando lo videro infrangere l’incredibile record sul giro di Fangio. Purtroppo per Moss, il destino aveva deciso che quella non sarebbe stata la sua giornata e ben presto accostò per ritirarsi. Questo lasciò gli onori al team Vanwall che contava su un giovane dentista proveniente dall’Inghilterra rurale.


1958 Nürburgring Tony Brooks e Moss - Vanwall
 Tony Brooks condusse la corsa della sua carriera
 e presto sorpassò le “rosse” per raggiungere la prima posizione. Collins ed Hawthorn si lanciarono all’inseguimento ma purtroppo questo era destinato a concludersi in tragedia.
 Collins, nel tentativo di rimanere vicino a Brooks, uscì di strada nella veloce curva a destra a Pflanzgarten. Sarebbe morto per le ferite riportate nell’incidente. Incapace di mantenere il ritmo della Vanwall, Hawthorn, che aveva visto con i propri occhi l’incidente del suo migliore amico, ruppe la frizione e fu costretto a ritirarsi. questo permise a Brooks di essere il primo britannico a vincere un Grand Prix della Germania dall’ultima vittoria di Seaman, circa vent’anni prima. Fu seguito all’arrivo da due Cooper a motore centrale.
 

Verso la fine degli anni ‘50, l’avanzata delle auto a motore centrale stava progredendo ed i successi di Salvadori e Trintignant in questa corsa prefiguravano il diverso aspetto della griglia di partenza nel 1961, quando il Grand Prix tornò sul Nordschleife. Quel giorno si sarebbe disputata un’altra corsa destinata a diventare un classico, nella quale lo status di Ringmeister sarebbe stato conferito ad un altro figliuol prodigo del mondo dei motori: Stirling Moss.

All’inizio dell’era dei motori da 1,5 litri, la Ferrari 156 a “muso di squalo” era l’auto da battere. Quando si arrivò al ‘Ring per la sesta gara della stagione, la piccola “rossa” era stata battuta una volta sola – da Moss, a Monaco. Le altre gare erano state poco più che un match esibizionistico tra l’americano Phil Hill ed il neo-eletto campione Wolfgang “Taffy” Von Trips. Durante le qualifiche, Hill polverizzò il record della pole di ben 14 secondi e nel far ciò dimostrò il valore di una leggera vettura a motore centrale su un circuito che premiava la maneggevolezza. Gli unici ostacoli posti su quella che sembrava dover essere un’altra passerella per la Ferrari erano le 718 di Bonnier e Gurney, la Cooper di Brabham (che era stata equipaggiata con il nuovo V8 Climax) ed una vecchia Lotus 18 con a bordo Stirling Moss.

Stirling non aveva mai vinto una prova del campionato al ‘Ring ma aveva dimostrato le proprie credenziali con la Vanwall del 1958 e con quattro vittorie nelle 1000 km granturismo per Maserati ed Aston Martin, con quest’ultima mentre stava per conquistare il campionato del mondo granturismo del 1959. Come nel 1958, sarebbe partito nella fila di testa. Quello che i suoi avversari non sapevano era che Stirling aveva optato per gomme da pioggia. Un acquazzone poco prima della partenza aveva convinto Stirling – nonostane i consigli contrari della Dunlop – ad usare tali gomme. Allo scopo di confondere gli avversari, aveva mascherato gli appositi riferimenti costituiti da punti verdi [sui fianchi degli pneumatici, n.d.T.] e così facendo aveva posto le premesse per una rincorsa tra gatto e topo che avrebbe potuto rivaleggiare con qualsiasi filmato d’animazione.
Brabham fece la partenza migliore ma dopo meno di un miglio era scivolato, consegnando la posizione di testa a Stirling. Malgrado i 30 CV in meno che lo separavano dalla concorrenza Ferrari, Moss si distanziò ed al quinto giro era 15 secondi in vantaggio sul suo rivale più vicino. Supportato dal tifo di casa, Von Trips fece registrare un nuovo record sotto i 9 minuti non appena la pista iniziò ad asciugarsi e portò il distacco ad appena 7 secondi. Moss stabilizzò il gap e nell’ultimo terzo di gara riuscì nuovamente a distanziarsi. Aiutato dalla pioggia negli ultimi giri, terminò la gara con un margine di 21 secondi nei confronti degli avversari ed ancora una volta la vittoria al ‘Ring fu negata ad Enzo Ferrari. Quella vittoria fu l’ultima nella carriera di Stirling anche se, come il suo mentore Fangio, aveva marcato il suo passaggio con stile.

Furono disputate altre quattro corse con le motorizzazioni da 1,5 litri al ‘Ring ed ognuna di esse fu vinta da un britannico – Graham Hill, John Surtees e Jim Clark. La vittoria di Hill nel 1962 fu seguita da una folla di 360.000 persone allorchè una pioggia torrenziale causò la corsa più lenta dal 1950. Surtees vinse nel ‘63 e nel ‘64 e registrò anche due vittorie in ambito granturismo al ‘Ring per la Ferrari, confermando ulteriormente la sua padronanza del circuito. Nel 1965 Clark, il più grande pilota della sua epoca, vinse con il suo tipico stile. Nel far ciò registrò il primo giro condotto ad una velocità media di oltre 160 km/h, sia durante le qualifiche che in gara.


John Surtees - Nurburgring 1958

John Surtees, OBE (Tatsfield, 11 febbraio 1934) è un pilota motociclistico e pilota automobilistico britannico.
 È l'unico pilota della storia del motorismo ad aver conquistato il titolo iridato sia nel Motomondiale, sia in Formula Uno.




La Cooper-Maserati di Rodriguez ripresa ad Antoniusbuche mentre
 si appresta ad affrontare la piega sotto il ponte

Jim Clark (Lotus 49-Ford Cosworth)
Nurburgring 06/08/67 



 
Foto dal ponte
di Antoniusbuche - Carreggiata 8 metri
Il 1966 vide un cambiamento nella formula, con l’arrivo dei motori da 3 litri. Come la Ferrari era stata pronta nel 1961 per la migrazione ai motori da 1,5 litri, così questa volta era il turno del team Brabham. “Black Jack” vinse nel 1966 mentre il compagno di squadra Denny Hulme registrò una vittoria, diretto verso il suo campionato del mondo del 1967.

 Negli anni successivi le gare furono dominate da piloti con nomi da donna: Jackie e Jacky. Nel 1968 la gara si tenne nelle peggiori condizioni meteorologiche possibili, tuttavia tutta la pioggia, il vento e la nebbia di cui le montagne dell’Eifel erano capaci non fermarono Jackie Stewart dal conseguire la sua prima vittoria nel posto che egli chiamò “L’Inferno Verde”.

 Le andature furono anche ridotte a livelli ante-1937 ma Jackie tagliò il traguardo quattro minuti prima del suo più vicino rivale e si guadagnò il diritto di svettare fiero tra i Ringmeister.

 Le prime competizioni con motori da 3 litri confermarono quello che era stato temuto per molto tempo: il ‘Ring stava diventando semplicemente troppo pericoloso. Come gli altri grandi circuiti di Reims, Monza e Spa, il circuito non era stato modificato ma le velocità sempre maggiori ed una nuova consapevolezza della necessità di maggiore sicurezza per i piloti sindicavano che il ‘Ring avrebbe dovuto cambiare o morire.

I Grand Prix stavano diventando più simili a show acrobatici e gli organizzatori sapevano di aver bisogno di qualcosa di meglio di barriere e reti da pollaio, per evitare che auto impazzite diventassero parte integrante del paesaggio.


           

Nurburgring anni '70
siepe
Per il 1970 il Grand Prix della Germania cambiò temporaneamente residenza ad Hockenheim poichè il ‘Ring subì importanti modifiche.
 Molte curve furono ri-profilate, dossi furono appiattiti e chilometri di guard-rail furono utilizzati ai bordi della pista. Phil Hill, che aveva corso nel “vecchio” ‘Ring affermò che questo era stato castrato. Per certi versi aveva ragione ma certamente non poteva vedere nel futuro ed essere testimone della sterilità che avrebbe aleggiato sui circuiti da Grand Prix durante gli anni ‘70 ed ‘80 quando posti come Zolder, Fuji e Las Vegas vennero aggiunti al calendario.
Dopo un anno ad Hockenheim l’evento principe tedesco tornò alla sua vera casa nel 1971 ed il dominio Jacky/Jackie continuò. Stewart guidò le doppiette Tyrrell nel 1971 e 1973, mentre Ickx registrò una bella vittoria per la Ferrari nel 1972.


Nel 1974 Mike Hailwood torna tra i protagonisti della Formula 1, al volante della McLaren-Ford M23 privata a sponsorizzazione Yardley. Con una macchina vincente, i risultati non tardarono ad arrivare: quarto posto a Buenos Aires (Argentina), quinto ad Interlagos (Brasile) e un memorabile terzo posto a Kyalami (Sud Africa). È una grande Stagione. Purtroppo, la Carriera di Hailwood in Formula 1 si conclude con una grave uscita di strada durante il Gran Premio di Germania sul difficile e insidioso circuito del Nürburgring. L’incidente avviene al 12° passaggio alla curva Bronchen, quando la McLaren del pilota inglese sbatte violentemente contro il guard-rail. Mike si frattura la gambe e resta per un lungo periodo in convalescenza.
 
Nel 1974 la Ferrari vinse ancora il titolo piloti con Clay Regazzoni mentre il 1975 vide Carlos Reutemann indossare la corona del vincitore
 per la Brabham. Il 1975 fu anche l’anno che vide il primo giro di sempre sotto i 7 minuti, quando Niki Lauda girò in 6′58″ e 6 decimi
durante le prove. Poi venne il 1976 e la definitiva sentenza di morte per il Nürburgring.




1976  

La storia della stagione del 1976 non sarebbe stata fuori posto in un romanzo di terza categoria ed è ovviamente troppo ben conosciuta per giustificarne una ricapitolazione in questa sede. Basti dire che nel secondo giro al ‘Ring, Lauda si schiantò sulla parete della collina proprio prima di Bergwerk. L’incendio che ne scaturì costò quasi la vita all’austriaco ma egli era destinato a tornare nell’abitacolo e vincere altri due campionati prima di appendere definitivamente il casco al chiodo. Purtroppo questo destino non sarebbe stato condiviso dal ‘Ring. I primi anni ‘70 videro sempre più piloti richiedere maggiori misure di sicurezza nel circuito. L’incidente di Lauda mostrò che le loro peggiori paure erano ben fondate ed il ‘Ring fu consegnato alla storia dei Grand Prix.








La realtà dei fatti era che in termini di sicurezza il circuito aveva migliori statistiche della maggior parte degli altri tracciati, anche se aveva la sua parte di vittime. Solo nelle gare valevoli come Grand Prix Viktor Junek (1928), Ernst von Delius (1937), Onofre Marimon (1954), Peter Collins (1958) Carel Godin de Beaufort (1964), John Taylor (1966) e Gerard Mitter (1969) persero la vita al ‘Ring.




Dopo il grave incidente di Niki Lauda durante il Gran Premio del 1976 il Nürburgring fu abbandonato e la gara si spostò stabilmente all’Hockenheimring, a sua volta recentemente modificato.

 
Niki Lauda
 con la moglie  Birgit Wetzinger
 

Nonostante la perdita del Grand Prix, che si trasferì presso la poco evocativa Hockenheim, il ‘Ring rimase in servizio per qualche altro anno, ospitando eventi legati alle granturismo. Alla fine fu presa la decisione di costruire un nuovo ‘Ring. Ne seguì un atto di vandalismo.
 Il vecchio complesso dei box e la tribuna furono rasi al suolo. Fortunatamente il vecchio Nordschleife fu lasciato intatto ed in questo senso
 rimane un monumento ai grandi eventi che una volta ospitò.
Il primo evento tenuto sul nuovo circuito ospitò un gran numero di vetture da Grand Prix d’epoca. Le Auto Union e le Mercedes furono riunite con persone come Lang e Fangio per un giro sul nuovo circuito. Un solo evento competitivo fu ospitato – era per Mercedes 190 berlina e fu vinto da un giovane brasiliano chamato Ayrton Senna.
Durante i suoi anni ruggenti il ‘Ring non pretese mai di essere il circuito più veloce, quello era il primato di Monza. Non fu mai neanche il luogo più mondano per le corse motoristiche, quell’onore era riservato a Monaco. Probabilmente non ha neanche una reputazione come dimora spirituale delle corse, attributo che sicuramente appartiene a Montlhéry o Brooklands. In effetti, molti piloti odiavano il circuito. Stewart lo chiamava “L’Inferno Verde” ed una volta disse: “Ero sempre sollevato quando era giunta l’ora di andarsene. L’unica volta in cui ti sentivi a tuo agio nel pensare al ‘Ring era quando ti trovavi molto lontano, rannicchiato in casa di fronte al fuoco in una serata invernale. Non feci mai un giro tirato in più di quelli assolutamente necessari. Qualunque pilota che afferma di aver amato il ‘Ring mente o non guidava abbastanza velocemente”.

In tutti i Gran Premi, dal 1927 al 1976, ci furono solo due corse in cui un Campione del Mondo, o l’equivalente Campione Europeo d’anteguerra, non finì tra i primi tre. In effetti, in quattro occasioni, tutti i tre gradini del podio furono occupati da Campioni, confermando il pedigree del ‘Ring come la prova più impegnativa del vero talento.


Fu la fine di un'epoca gloriosa. Perciò nel 1983, per poter riospitare il ricco circus della F1 e le sempre più numerose gare di trofei nazionali ed internazionali, la Nurburgring Gmbh (società di gestione dell'intero complesso) decise di costruire, al posto della quasi inutilizzata Südschleife, l'attuale moderno circuito di F1 (Grand-Prix Strecke).
Per circa quindici anni, essendo stato eliminato il tratto finale del rettilineo in comune con la "defunta" Südschleife (il settore definito "doppio rettilineo"), si utilizzò come accesso il tratto denominato T13 o Alte Einfahrt (Entrata Vecchia), ma senza una vera e propria struttura di accoglienza e parcheggio. Finalmente nel 1998, sul lato interno a circa metà del lungo rettilineo, fu creata la nuova entrata della Nordschleife, con la costruzione di nuovi paddock, di un ufficio per i controllori ed di un ristorante/bar: è così definitivamente rinato quello che oggi è il nostro sogno, quello che conosciamo, amiamo e temiamo.



Diluvio al Gran Premio del Nurburgring

Gran Premio di Germania Nurburgring 1968






Jackie Stewart

 La costante presenza della nebbia e della pioggia, consiglia gli organizzatori a rinviare la partenza di 45 minuti.
Il ritardo si spiega anche con la mediazione che fu necessaria per convincere i piloti a scendere in pista.
Anche se, ad onor del vero, Ken Tyrrell ordinò - senza troppi giri di parole  a Stewart di salire nella vettura…

Jackie Ickx con la Ferrari vanifica il risultato delle qualifiche con una partenza disastrosa, in seguito ad un eccessivo pattinamento degli pneumatici. La Ferrari di Amon parte in seconda fila.

  Ferrari 312 - F1 1968

  la Nordschleife (anello nord), da 22,834 km
Scheda tecnica
Larghezza: 1,550 m (anteriore)/1,557 m (posteriore) Peso: 523 Kg - Passo: 2,400 m
Telaio: Struttura tubolare in acciaio con pannelli in alluminio rivettati in doppia parete
Trazione: posteriore - Cambio: 5 marce e retromarcia - Freni: a disco Girling
Motore:
Num. cilindri e disposizione: 12 a V 60° - Valvole: 48 (4 per cilindro - Cilindrata: 2985,5 cm³ Potenza: 410 CV a 10600 giri - Alesaggio: 77 x 53,5 mm - Velocità massima: 310 km/h
Innovazioni tecniche : La 312 F1 del 1968 fu la terza della serie e differiva dalle precedenti in termini di una maggiore profilatura del musetto e della carrozzeria.



Tiergarten - giardino degli animali
Quindi raggiungiamo Tiergarten. Nei tempi andati qui furono seppelliti degli animali; le versioni però sono quattro: era uso seppellire gli animali non edibili, si seppellivano gli animali usati per la caccia o gli animali domestici di un nobile locale, furono seppelliti i cavalli morti in combattimento per la gloria di Nürburg.
Bé, forse la più attendibile è la prima.
Antoniusbuche - faggio di (San) Antonio - Km.0,300


Appena usciti dai coni, che c'instradano dal parcheggio al circuito, percorriamo la seconda metà del lungo rettilineo passando per Antoniusbuche. Il nome deriva da una leggenda che racconta della presenza di un enorme faggio, ai piedi del quale i locali denunciavano le cose che avevano smarrito nella speranza di poterle ritrovare. Sant'Antonio è difatti il santo delle cose perse. Qui si passa sotto un ponte (P) che segna il punto d'inizio del giro "turistico" cronometrato: il cosidetto Bridge to Gantry (BtG) parte appunto dal ponte di Antoniusbuche e termina al ponteggio pubblicitario di Döttinger Höhe



   La pioggia aumenta..... Sono le sequenze della partenza che gli spettatori vedono abbastanza            nitidamente. Da questo momento in poi, si rivela difficile anche solo capire il colore delle                         monoposto che transitano. Surtees è fermo: guasto all'accensione.

Hoenrain - Confine alto tra i campi - Ci stiamo avvicinando alla chicane di Hoenrain (costruita nel 1967 per ridurre drasticamente la velocità dopo il lungo rettilineo), dove una volta c'era un confine nella parte più alta tra due campi. In effetti ci stiamo avvicinando alla parte più alta della Nordschleife.

T13 / alte einfahrt - tribuna 13 / entrata vecchia

Passata la chicane, di fronte a noi c' è il collegamento (chiuso E) con il circuito da G.P. Quando si effettuano gare a circuiti uniti (VLN, 24 ore del Nurburgring), la Nordschleife ed il circuito da G.P. sono un'unica pista di Km. 25,359 . Noi siamo invece obbligati a fare la seconda curva a destra e raggiungere T13. E' la parte più elevata di tutto il percorso (m. 620 s.l.m.) ed è stata, per alcuni anni, il punto d'inizio della Nordschleife. L'appellativo T13 fa riferimento alla sigla delle tribune poste all'esterno della Coca-Cola kurve sul circuito da G.P. (la Coca-Cola Kurve CK e la T13 della Nordschleife sono parallele). U è il raccordo per uscire dal circuito G.P. e rientrare sulla Nordschleife (gare a circuiti uniti).


Hatzenbach - ruscello Hatzen
Bel tornante a sinistra in discesa e raggiungiamo le curve di Hatzenbach, dal nome del ruscello che scorre alla sinistra del circuito. Di fatto sono tre: la prima in discesa a destra, la seconda (dopo un raddrizzamento a sinistra) nuovamente a destra e la terza... è una "S" sinistra-destra-sinistra: inizia il divertimento!!

Hocheichen - querce alte - Km.3
Non è finita, perché subito dopo la "S" ci aspetta in agguato Hocheichen, scivolosa destra-sinistra in leggera discesa. In questo tratto, durante la costruzione, fu abbattuta parte della foresta composta anche da querce secolari. Evidentemente ai tempi non c'erano ancora i Verdi, ma le querce sono riuscite comunque a vendicarsi con questa curva infida.


                           Alla prima curva arriva Graham Hill, Chris Amon e Jackie Stewart.
    Alla nebbia, ora si somma la nuvola d'acqua che le vetture sollevano. Stewart ha davanti due sole                                                     vetture, riesce a malapena a vedere la pista.

Quiddelbacher Hohe - cima Quiddelbach
Riprendiamo in piena accelerazione e, passando vicino al punto più alto del territorio del villaggio di Quiddelbach, raggiungiamo la fine di una salita con un dubbio: freniamo prima che finisca la salita o subito dopo al "salto", appena prima però della veloce curva a destra di Quiddelbacher Hohe? In verità si potrebbe anche non frenare, ma un colpetto a salita finita non fa di certo male!!


Flugplatz - aerodromo - Km.4
Arriviamo quindi (più o meno) sparati a Flugplatz, una lieve curva a sinistra che segue alla lunga destra precedente; stiamo prendendo il volo (non per niente siamo vicini ad un campo di volo a vela) verso un rettilineo in leggera salita, che al fondo nasconde un'insidia. Prima di fare i "Socchmacher", è meglio conoscere bene la pista!

Schwedenkreuz - croce svedese - Km.5
Eccola l'insidia, non poteva che essere una croce! Veloce curva a sinistra in leggera e costante discesa, da raggiungere tenendosi a destra, ma proprio a destra!! Schwedenkreuz prende il nome da una croce di pietra presente sulla destra del circuito. Questa croce ricorda la guerra con la Svezia (1618 - 1648) e, considerata la data apposta (1638), più probabilmente ricorda l'assassinio di Hans Friedrich Datenberg (sindaco di Kalberg ed esattore delle tasse di Adenau) da parte di alcuni disertori dell'esercito svedese.

           Stewart sfonda la nuvola d'acqua che solleva la vettura che lo precede e la supera all'Adenauer Forst.
   La vettura superata è la Ferrari di Chris Amon. Peccato.....! Amon aveva tutti i vantaggi per mantenere almeno la           seconda posizione: la macchina migliore e il muro d'acqua che la Ferrari sollevava per tenere lontano Stewart.

Fuchsrohre - tubo della volpe - Km.6
Ci immergiamo ora nella discesa di Fuchsrohre: 4 o 5 curvette che non si fanno, o meglio, nelle quali conviene sempre tenere una traiettoria rettilinea, facendo il filotto ai cordoli, per teminare nella "compressione" (C) . Ah la compressione, posso solo dire che è uno dei punti in cui (come dice un Maestro della Nordschleife) se ti ritrovi con un oliva nel ehm... fai l'olio! Gli operai chiamarono così questo tratto perché qui, durante la costruzione nel 1927, una volpe spaventata si rifugiò per parecchio tempo in un tubo della canalizzazione dell'acqua; cioè, qui si sono sempre spaventati tutti, anche le volpi.

Adenauer Forst - foresta di Adenau
Risaliamo con ancora un po' di tachicardia e, dopo un sinistra-destra, ci ritroviamo nella foresta di Adenau. Ci attende una "S" super-schiacciata, quasi come due tourniquet in successione, a sinistra il più chiuso e a destra il secondo in accelerazione. Adenauer Forst è uno dei tratti tecnicamente più difficili (a dire il vero però non sono pochi!).

   Lo scozzese ora continua a spingere supera il ferrarista all'Adenauer Forst, si sente come libero.

Metzgesfeld - campo Metzges
Dopo un tratto di rettilineo, ci sembra di essere tornati alla croce svedese... ma è un'altra cosa (in tutti i sensi). E' sì un curvone a sinistra, ma che finisce in una "S" che si percorre dritta e che porta alla curva successiva. Le ragioni del nome Metzgesfeld sono sconosciute. Da una mappa del 13860 deriverebbe che fosse il terreno della famiglia Mertgends (con un errore di trascrizione del Cognome). Bò, sarà, ma a noi interessa solo che stiamo entrando in uno dei tratti più belli della Nordschleife.

Kallenhard - foresta di Kallen - Km.8
"Hard", in tedesco antico, significa "foresta di montagna". Il termine Kallen, al contrario, è di origine sconosciuta. Oramai l'abbiamo capito, stiamo correndo, immersi nella foresta, sui saliscendi delle colline vulcaniche dell'Eifel (la zona turistica tedesca ai confini con il Belgio che ospita il Nurburgring). Ora dobbiamo proprio iniziare ad impegnarci con la guida. Perché? Solo da qui?! Comunque, facciamo la destra di Kallenhard e poi.. e poi cerchiamo solo di non ostacolare i fulmini che conoscono il 'Ring al millimetro ed arrivano improvvisamente alle spalle (gli specchietti retrovisori si consumano più di freni e gomme!)


    La visibilità si è ridotta a poche decine di metri. Hill è sempre in prima posizione
                               Aumenta il distacco di Brabham da Hill...

Miss-Hit-Miss - mancare-colpire-mancare
Come dire, qui non mi resta che fare il cattedratico stringato: denominazione non ufficiale della tripla curva cieca a destra tra Kallenhard e Wehrseifen. I tedeschi la chiamano Drei Rechte (tre destri). Questo appellativo consegue alla linea di traiettoria, rispetto ai tre punti di corda (Miss-Hit-Miss), da tenere durante la curva: mancare, colpire, mancare... i cordoli! Faites vos jeux!

Wehrseifen - valle di difesa
Quindi scendiamo in questa sottospecie di cavatappi di Wehrseifen, dal nome della valle che separa gli abitati di Breidscheid e Adenau (che ora sono fusi nel comune di Adenau). Giù a destra, tornantino a sinistra, su a destra.

    Stewart guadagna secondi su Hill.

Breidscheid - striscia larga della foresta (cioè zona disboscata)
Scendiamo una volta per tutte. Questa lunga (a dire il vero sarebbero due in successione) curva a sinistra di Breidscheid è la più bassa del circuito (m. 320 s.l.m.) e prende il nome dall'omonimo e vicino villaggio. In questo tratto c'è il secondo accesso alla Nordschleife che (trovandosi quasi a metà circuito) può essere utile come uscita d'emergenza; il sottoscritto ne approfittò nel 2001 per un bullone della ruota posteriore sinistra che si era allentato. Attenzione, qui bisognerebbe fare i 50 Km/h...

Exmühle - mulino ad acqua
Con un colpetto di freni in salita, imbocchiamo la destra di Exmühle dove i cavalli, oltre alla capacità, fanno la differenza.
La fama del mulino (sottostante alla curva) è dovuta al suo proprietario che si rifiutò di vendere il terreno per la costruzione del paddock. Exmühle è anche conosciuta come Junek Kurve, dal nome del pilota ceco Viktor Junek morto qui nel 1928.

                                              Stewart ora è nella scia della Lotus di Hill.
  Sicuramente pensa quale può essere il punto migliore per tentare il sorpasso ai danni di Graham Hill.
        Sta diluviando... La gara non viene sospesa... Hulme è in testa-coda.......perde cira 1 minuto.

Lauda Linksknick - curva a sinistra di Lauda
Passiamo, con un attimo di raccoglimento, per questa veloce curva a sinistra dal nome non ufficiale, ma che ricorda il tratto di circuito in cui Niki Lauda ebbe il tremendo incidente che determinò la chiusura del circuito ai G.P. di Formula 1 (1° agosto 1976).

Bergwerk - miniera
In leggera discesa, dobbiamo decidere quando frenare; verrebbe voglia di frenare prima, ma bisogna saper aspettare e pestare il piede solo all'inizio della canalina di scolo che vediamo sulla sinistra. Siamo entrati nel lungo curvone a destra ed in discesa di Bergwerk, nome dovuto alla miniera d'argento esistente fino al 1900.

       Stewart per superare Hill deve guidare la sua Matra al meglio nel tratto del piccolo Karusell, in modo da              avvantaggiarsi in uscita ed attacare l'inglese nella curva che precede il rettilineo Dottinger Hohe. Siffert è fermo:                                                                            guasto all'accensione.

Kesselchen - piccola valle - Km.12
Ci immettiamo quindi in questo lungo rettilineo, prima sinistrorso e poi destrorso, che (a percorrerlo) proprio rettilineo non sembra. A Kesselchen, il tracciato della Nordschleife si è dovuto adeguare alle caratteristiche di questa piccola valle, tanto da prenderne il nome. E dopo una bella tirata, arriviamo alla curva della mutua... ma che mutua, del coraggio!!

Mutkurve - curva del coraggio
Per capire il nome dato a questo curvone a sinistra, bisogna già conoscere un po' la Nordschleife ed iniziare a volerla percorrere sempre più velocemente. Arrivati a Mutkurve, bè, bisogna avere parecchio coraggio per andare veramente forte!

   Intanto si susseguono testacoda e ritiri, i motori esasperati si rompono con perdite di olio rendendo l'asfalto viscido.                                                                Bruce McLaren perde 30 secondi a giro.

• Klostertal - valle del convento
Felici della propria audacia, percorriamo dapprima questa veloce destra con dosso di Klostertal, nome dovuto alla presenza (nel 14° secolo) di un convento.
Steilstrecke Kurve - Curva del percorso ripido
Poco dopo raggiungiamo un lungo tornante sempre a destra denominato la curva di Steilstrecke. Di fatto Steilstrecke (S) è un tratto di circuito, attualmente non in uso, che collega direttamente le uscite di Klostertal e di Hohe Acht. Questo nastro di strada è lungo 450 metri ed ha una pendenza massima (per gran parte della sua lunghezza) del 27%!!! Non fu costruito per le corse (anche se alcune volte fu utilizzato), ma per i test motoristici (funzione tutt'ora molto sfruttata sulla Norschleife e già considerata all'atto della progettazione).
Questa ripida salita è stata così rilevante per la storia della Nordschleife, da dare il nome a questa curva; gli aneddoti si sprecano.


               Lo scenario è infernale..... Rodriguez è in difficoltà con la sua BRM.

Caracciola Karussell - giostra di Caracciola
Dopo un breve tratto, saliamo su questa famosissima giostra, conosciuta anche come Grande Karussell (per distinguerla dal Piccolo Karussell, altra curva con caratteristiche simili). Di fatto la metà interna della carreggiata, molto angolata, fu ideata solo a fini di drenaggio dell'acqua. Ma Caracciola, per andare più veloce, provò a girare sulla superficie di drenaggio e non sulla pista vera e propria. La "traiettoria" del grande Rudolf fu presto copiata anche dagli altri piloti e così nel 1932 si decise di rivestire la superficie di drenaggio con delle lastre di calcestruzzo. Per entrare correttamente nella giostra ci si può aiutare puntando un pino. Qualcuno dice che è dura cercarlo in mezzo alla foresta... ma si vede, l'importante è non sbagliare pino!!

Hohe Acht - alto punto di osservazione
Passato il Karussell, saliamo ancora con una leggera (ma cieca) curva a sinistra (non freniamo, non ce n'è bisogno) e raggiungiamo questo tratto dove si susseguono una curva nuovamente a sinistra (qui è igienico frenare) ed una (praticamente doppia) curva a destra. Hohe Acht è il nome della vicina montagna che, con i suoi 746,9 metri, è la cima più alta dell'Eifel.
Questo tratto di circuito è di fatto il secondo in altezza, preceduto solo dal settore denominato T13.

Hedwigshöhe - cima Hedwig
Raggiungiamo quindi la Cima di Hedwig: curva a destra dedicata alla moglie dal dott. Otto Creuz (padre del 'Ring).
Pronti alla battaglia! Entriamo nei tre chilometri per me più belli in assoluto della Nordschleife.

                La pioggia e la nebbia hanno creato dei distacchi abissali, Hulme, McLaren, Gurney, Ickx, Brabham,
                                                               girano con alcuni minuti di ritardo.

Wippermann - uomo ondeggiante
I primi 500 metri circa sono una successione di destra-sinistra in cui ci si diverte a prendere almeno un cordolo in pieno, ma solo se si va veramente forte, altrimenti non serve!
Terminiamo lo shakeraggio con la doppia curva a destra di Wippermann, il cui nome deriva dal fatto che originariamente aveva una superficie molto irregolare. Già non è una curva facilissima adesso, non voglio pensarci con l'ondeggiamento!

Eschbach - torrente dei frassini
Poi ci infiliamo in questo curvone a sinistra, mezzo in salita e mezzo in discesa (una libidine!), che prende il nome da un vicino ruscello così chiamato per i frassini che lo costeggiano: Eschbach.

  La Matra blu dello scozzese sul rettilineo Dottinger Hohe entra nella nuvola d'acqua sollevata dalla Lotus di Hill.
 La supera - pochi secondi in "apnea" - poi via libera. 
 Stewart è in prima posizione nell' "inferno verde" come lui chiama          il Nurburgring. .Lo scozzese ha 8 secondi di vantaggio su Hill. Aumenta ancora il distacco da Hill 25 secondi.

Brünnchen - piccolo pozzo - km. 16
E scendiamo sulla ribalta. Qui sotto c'è una raccolta d'acqua (da qui il nome) che in passato serviva a fornire il villaggio di Herschbroich. Ma a Brünnchen abbiamo di fronte il pubblico che ci osserva: è in effetti uno dei punti d'osservazione più quotati, la gente non manca mai ed i Ring Taxi (e non solo loro) spesso si esibiscono in spettacolari scodate.
Di fatto scendiamo curvando a destra e, dopo un breve rettilineo, risaliamo sempre curvando a destra.

Eis (Hollywood)-kurve - curva ghiacciata
Dopo una curva a sinistra, raggiungiamo questa insidiosa destra praticamente perennemente in ombra e per di più anche un po' in contropendenza. Non per niente il suo nome avverte che scivolare non è poi così difficile!
Sul perché Eis Kurve sia detta anche Hollywood, non saprei, ma dopo di lei si apre di certo un altro spettacolo!


        Chris Amon in terza posizione cerca di portarsi sulla scia del pilota inglese Graham Hill.
                           Il ferrarista cerca uno spiraglio tra quel muro d'acqua, ma senza successo.


Pflanzgarten - vivaio - Km.17
Le curve chiamate Pflanzgarten sono due successive (o tre, se si considera anche la destra dopo il salto) e si trovano in una zona dove il comune di Nürburg patrocinò un vivaio di piante. Sinistra-destra-sinistra da percorrere in linea retta, curvone a destra in salita, curva a sinistra con... il salto più fotografato del Nurburgring!

Chwalbenschwanz - coda di rondine
Dopo 6-700 metri di velocità, drizzando una lunga "S" destra-sinistra-destra, raggiungiamo Schwalbenschwanz, così chiamata dai costruttori per la forma apparentemente biforcuta, a coda di rondine.
Curva a destra, salita che curva a sinistra e nuovamente a sinistra per entrare nel...

   Stewart guadagna ancora secondi, sono 34 di vantaggio su Hill. Lo scozzese inizia a pensare che sarebbe stato il         caso di gestire quel divario che - per gli altri - sarebbe stato molto difficile colmare. Il pupillo di Ken Tyrrell
      dunque inizia a rischiare molto di meno in alcuni tratti del tracciato, preoccupandosi solamente di mantenere
                       il controllo della sua Matra e di tenerla lontana dalle insidie del circuito dell'Eifel.

Kleines Karussell - piccolo Karussell
Il nome della curva deriva dalla somiglianza con il Caracciola-Karussell (lastre di calcestruzzo inclinate), ma l'inclinazione minore ed il raggio maggiore fanno sì che la si consideri Kleines Karussel, cioè la giostra piccola. Io però non la dimenticherò mai, perché qui ho rifatto la fiancata della mia cara 3,2. Solo un consiglio: è meglio entrare a metà, "scivolando" leggermente per uscire in basso.
Se si sta troppo rasenti al limite esterno delle lastre, si rischia che la posteriore destra esca dallo scalino, con le inevitabili conseguenze che io ho avuto modo di provare. Ma grazie a quell'avventura, ho conosciuto anche il mitico Bongard (il giallo carro-attrezzi del Nurburgring). Bella soddisfazione!?!

Algenkopf - collina del patibolo - Km.19
Via verso il patibolo: sulla collina alla destra del circuito, un tempo si eseguivano le esecuzioni pubbliche. E dopo la lunga, interminabile svolta a destra di Galgenkopf, si apre davanti a noi il lungo rettilineo della Nordschleife.


       Amon è sulla scia della Lotus di Graham Hill. Il ferrarista decide che il momento per attaccare Hill è arrivato.
         La sagoma della Ferrari entra nel muro d'acqua per uscirne subito, non a fianco della Lotus del britannico,
                                                                   ma fuori pista, in testa-coda.

Döttinger Höhe - cima Döttingen
Qui, sulla discesa verso la fine del nostro giro, si passa per il punto più alto del territorio del villaggio di Döttingen, a me particolarmente caro perché da sempre (Maggio 1999) il paese in cui risiedo quando sono al Nurburgring. S'incontra anche il ponte (P), in tralicci di ferro, che segna il termine del giro cronometrato (BtG).
Anche se siamo sul rettilineo, dobbiamo però rallentare perché ai "turisti" del 'Ring tocca uscire. Nei week-end qui si forma anche la coda: siamo o non siamo turisti!!!


  La monoposto del Cavallino Rampante è andata ad impattarsi contro il guard-rail. Anche se non ci sono state conseguenze
                per il pilota, l'uscita di pista ha coinciso con il ritiro della Ferrari.
 
Hill rimane in seconda posizione.
  L'austriaco Jochen Rindt con Amon fuori gara, ha sul mirino la verde Lotus di Graham Hill ma il motore della sua Brabham                                                          non è più competitivo e deve arrendersi al pilota inglese.





Stewart vince alla media di 139800 Km/h.

Matra MS 10 Cosworth


NURBURGRING

Dosso di Brünnchen 1969

Bruce McLaren  -  McLaren

Vincitore della gara  Jacky Ickx - Brabham

.Piers Courage - Brabham

Jochen Rindt - Lotus

Vic Elford - McLaren

Jo Siffert  - Lotus

Francois Cévert  - Tecno Graham Hill - Lotus


Dosso di Brünnchen



Nurburgring 1967 - Denny Hulme al dosso di Brünnchen, col sole in faccia...
Link:Curiosità



1970 - I lavori di ammodernamento  del dosso di Brünnchen 
Dopo la costruzione del Circuito Grand Prix, l'anello nord è stato privato della sola parte compresa fra la Südkehre (Curva sud) e la Nordkehre (Curva nord): tutto il resto, per fortuna, non ha subito sostanziali mutamenti, almeno dal 1970, anno in cui si resero necessari lavori
di  messa in sicurezza di molti tratti giudicati eccessivamente pericolosi.


         Il 1969 fu l'anno della consacrazione

Sempre con le Matra di Ken Tyrrell, Stewart mostrò una superiorità schiacciante in più di un'occasione. Vinse con due giri di vantaggio in Spagna, con più di un minuto in Francia e con più di un giro a Silverstone.
 Vinse poi in Sud Africa, Olanda e Italia e si laureò così campione del mondo e, fino al titolo di Alonso del 2005, rimase l'unico pilota ad aver vinto il mondiale per un marchio francese. Ed è tuttora l'unico ad aver vinto il mondiale su una vettura interamente costruita in Francia il quanto il team Renault dal 2002 ha sede in Inghilterra.

Rindt e Stewart
Nurburgring
Stewart (a destra) nei box di Zandvoort, nel 1971,
a colloquio con John Surtees.

Jackie Stewart, il campione dell’era moderna


“Sir” John Young Stewart, soprannominato Jackie, nasce a Milton, un villaggio nel Dunbartshire in Scozia, l’11 giugno del 1039. La sua famiglia è agiata, ma ben introdotta nel mondo dell’automobile: suo padre possedeva un grosso garage ed una concessionaria della Jaguar e BMC.

Fece il benzinaio nel garage di suo padre, e divenne tecnico specializzato in motori frequentando corsi serali. Vinse quattro campionati di tiro al piattello. Nel 1961 partecipò alla sua prima gara con una vettura sportiva Marcos. Nel 1962 si ritirò dal tiro al piattello, nel 1963, uscito di casa alla chetichella, corse con lo pseudonimo "A. N. Other” per la scuderia scozzese Ecurie-Ecosse. Nella maggior parte dei casi vinceva. Quando Ken Tyrrell gli offrì un posto in Formula 3, rifiutò un contratto quinquennale di 3.000 sterline, stipulando, con una stretta di mano, un contratto annuale. Nel 1964 vinse 12 gare su 53. Nel 1965, passato con la BRM in Formula 1, vinse il suo primo Gran Premio, a Monza. Nel 1966 a Spa un acquazzone lo spazzò via dalla pista. Rimase incastrato nel cockpit della BRM: i serbatoi scoppiarono. Graham hill, anche lui sul bordo della pista, lo liberò da quella situazione.La frattura alla clavicola guarì più rapidamente dei ricordi. Il risultato fu uno Stewart più maturo che, divenuto ancora più veloce grazie all’autocritica, intraprese una crociata per una maggiore sicurezza nello sport automobilistico.
Per Stewart l’amico Jochen Rindt non solo era l’avversario più  duro, ma anche un compagno di lotta per la sicurezza. Stewart dichiarò al Nurhurgring: "Cos’è cambiato qui dai tempi di Caracciola? Niente, solo gli alberi sono diventati più fitti. Spariamo gli uomini sulla luna e li riportiamo a casa sani e salvi. Perché i piloti devono morire subito?”.

Subito dopo l’incidente mortale di Rindt, nel 1970 a Monza, Jackie corse il suo giro di prova più veloce: “Ken Tyrrell mi disse: escine subito, ed aveva ragione. Al rientro da quel giro, qualcuno mi diede una bottiglia di Coca Cola, la scagliai contro un muro e mi fu chiaro come tutto quanto non avesse alcun senso...
Stewart fu il primo pilota che si fece commercializzare dall’agenzia di professionisti McCormack. Si ritirò nel 1973. Tornò in Formula 1 nel 1997 con una propria scuderia.


I primi due decenni, negli anni ‘50 e ‘60 il Campionato del Mondo di Formula 1 era solo all'inizio, la punta di un iceberg
se consideriamo tutte le gare disputate successivamente sotto il Regolamento di Formula 1.
 Il numero totale di corse non valide non era variato dall’introduzione del campionato mondiale. Molte gare celebri,
come i Gran Premi di Pau e di Siracusa, il BRDC International Trophy di Silverstone, la Race of Champions di Brands Hatch
e la citata Oulton Park Gold Cup, continuano a non far parte del Campionato del Mondo, ma furono per molti anni
terreno di competizione per molti piloti e scuderie di gran nome.




Kurt Ahrens Jr. con Jochen Rindt nel paddock del Ring (1968)
Un'infanzia difficile, trascorsa coi nonni, vittorie in tutte le categorie ma difficoltà ad emergere nella massima formula.
Quando le condizioni per vincere si concretizzano, il destino lo porta via. Rindt era un pilota velocissimo, protagonista di una corsa leggendaria a Monaco nel 1970 dove è autore di una rimonta strepitosa ai danni di Jack Brabham che raggiunse e supera all'ultimo giro.
E' stato campione del mondo postumo proprio quell'anno.
Germania '68 è stato
un Gran Premio davvero leggendario.


Il Record è rimasto a Clay Regazzoni (Ferrari)
7'06"4 (media: 192,8 km/h) Gran Premio di Germania 1975 - "tracciato di Km. 22,900".

A voler essere precisi, il record assoluto in F1 lo detiene Niki Lauda che, sempre nel 1975, conquistò la pole-position (quindi durante le prove e non in gara) con la Ferrari 312B, girando in 6'58"6 alla media di 196,4 km/h.

Il Nurburgring fu progettato e costruito come complesso di due circuiti: Nordschleife di 22.810 metri e Sudschleife di 7.747 metri.
Due stupendi circuiti distinti, ma sfruttabili anche come unico circuito di 28.265 metri, grazie ad un settore comune (il doppio rettilineo di 2.292 metri) comprendente la zona di partenza/arrivo.


La Sudschleife, con le sue 37 curve e dislivelli dal 5 al 16%, fin da subito patì la grandezza e la superiorità della Nordschleife.
 Le gare negli anni furono disputate sempre un po' a singhiozzo; molto spesso, inoltre, l'uso della Sudschleife fu legato all'uso della Nordschleife, cioè nella conformazione a circuiti uniti. Con la fine degli anni '70 cessò di essere utilizzata e nei primi anni '80 fu demolita, per far posto al nascituro GP Strecke. Proviamo a fare un giro su questo pezzo di storia dell'automobilismo sportivo




Quindi svoltiamo a SX su di un tratto che non esiste più, ma che può essere localizzato con l'inizio della strada per Welcherath (foto 1);
 è quella che incrocia il rettilineo che corre lungo il complesso del 'Ring (strada B412), con indicazione appunto per Welcherath.
Quindi prendiamo a Dx la strada per Müllenbach (foto 2).

Se vogliamo invece continuare solo sulla Nordschleife (ante anni '80), a fine rettilineo facciamo un curvone di 180° a Dx, posto più o meno a livello dell'attuale Mercedes Arena del GP Strecke, per percorrere il 2° rettilineo (attualmente non più esistente), che corre in senso contrario, parallelo e a ridosso del primo.
Parallelamente sulla destra sono ancora visibili dei tratti del vecchio circuito.
Anche se non si percorre il vecchio tracciato vero e proprio, l' emozione e tanta, perché è praticamente lo stesso!
Curva a Dx di 90°, rasente l'abitato, e si inizia a salire gradualmente.



Anche qui si possono vedere tratti del vecchio percorso correre paralleli alla strada che stiamo percorrendo. Ma, dopo un breve semi rettilineo, per vedere i resti della Sudschleife bisogna fermare l'auto ed andare un po' più all'interno e... spettacolo!

Si può ammirare una bella e lunga discesa sinistrorsa (foto 3), che prosegue con una stupenda
e sempre più ripida salita destrorsa (foto 4).
A vedere ancora oggi questo tratto, ci si immaginano auto e moto degli anni passati sfrecciare per la discesa e risalire a velocità folle, incuranti di correre immersi nel verde dell'Eifel.
La salita continua, fino a sterzare sempre più a Dx (foto 5) e si arriva dove è parcheggiata la mia bella (foto 6), quindi si sterza decisamente ulteriormente a Dx per aggirare poi, con una lunga rotonda sinistrorsa, lo Scharfer Kopf (Testa Aguzza, collina di 678 m. s.l.m.). Si percorre praticamente la stessa strada esistente, per poi dirigersi veloci (almeno quando c'era la Sudschleife, visto che questo ultimo tratto non esiste più) verso il secondo rettilineo, che correva (in senso contrario), parallelo e a ridosso del primo.
Ecco, questa è la Sudschleife, più corta, meno avvincente della sorella maggiore, ma pur sempre una gran bella pista di curve e sali-scendi immersi nella foresta, degna di piloti con il fegato, ma anche con il cuore.




Il circuito attuale non è lo stesso sul quale si gareggiava negli anni cord-occidentale, a poche decine di chilometri da Spa sede storica del Gran Premio del Belgio, era lungo in origine 22,810 km.
Costellato da una quantità incredibile di curve e controcurve (ben 174 ad ogni giro!), salite ripidissime alternate a discese mozzafiato, tornantini da prima in porfido (come l'imitatissimo Karussell), il lunghissimo rettilineo d'arrivo di quasi 4 km. a fianco del vecchio castello del Nürburg spezzato dal 1966 da una chicane che portò la lunghezza della pista a 22,835 km., perfino punti dove le vetture spiccavano letteralmente il volo (come il Flugplatz che non a caso in tedesco significa aeroporto), il circuito Nord, come viene chiamato per distinguerlo da quello odierno, è stata una vetrina unica al mondo nella quale soltanto i campioni con la "C" maiuscola hanno saputo mettersi in mostra.
Città Nurburg
Data della corsa 12 luglio 2009  - Numero di giri 60   Lunghezza
 del circuito 5,148 km  -  Distanza totale corsa 308,863 km  
Giro record 1'29'468 M.Schumacher, 2004
Fino al 1969 fu la sede permanente del Gran Premio di Germania, fatta eccezione per l'edizione del '59 disputata sul lungo ovale dell'Avus, poi nel 1970 i responsabili della Formula 1 trasferirono temporaneamente la gara tedesca ad Hockenheim per permettere ai gestori del Ring di effettuare lavori di miglioramento della sicurezza dei piloti, come ad esempio mitigare le rampe di lancio e aumentare le vie di fuga in curva.

 Nel 1971 la corsa tornò nella sua sede storica ma si capì subito che le misure di sicurezza adottate erano insufficienti; tuttavia si dovette attendere fino al 1976, quando Niki Lauda ebbe il terribile incidente che tutti ricordano, per decretare la definitiva morte (per quanto riguarda la Formula 1) del vecchio Nürburgring e lo spostamento definitivo del GP tedesco ad Hockenheim.
Nel frattempo gli organizzatori si diedero da fare per costruire un nuovo tracciato lungo poco più di 4,5 km., posto più a sud di quello classico, che possedesse caratteristiche tali da permettergli di ospitare una gara di Formula 1 moderna: ampie vie di fuga, chicane che limitassero la velocità (ma anche le possibilità di sorpasso), posti a sedere concepiti più come tribune da stadio calcistico piuttosto che da autodromo; malgrado tutto, il fascino paesaggistico del vecchio Ring, anche se ovviamente in misura minore, continua a rimanere anche in quello attuale. Il Circus debuttò sul nuovo circuito in occasione del Gran Premio d'Europa del 1984; l'anno successivo, ma solamente per quell'anno, fu sede del Gran Premio di Germania, poi un'attesa lunga 10 anni, infine nel 1995 la Formula 1 ha trovato nel piccolo Ring una sede stabile del proprio calendario: da allora vi si sono disputate le uniche due edizioni del Gran Premio del Lussemburgo nel '97 e '98 e tre Gran Premi d'Europa.
Qualche cifra per concludere. Sul circuito Nord si è corso 22 volte; solamente due piloti sono stati capaci di trionfare tre volte su questa mitica pista: Juan Manuel Fangio e Jackie Stewart; mentre Alberto Ascari, John Surtees e Jacky Ickx si sono imposti in due occasioni; sul circuito di oggi si sono svolte sette gare e l'unico a fare il bis, nel '96 e '97, è stato Jacques Villeneuve. Complessivamente la marca che ha vinto più gare sui circuiti del Nürburgring è la Ferrari.





Flugplatz 1957
 


             
Il 4 Agosto 1957, sul leggendario circuito del Nurburgring, Juan Manuel Fangio,probabilmente il pilota più forte di tutti i tempi,mette a segno la più incredibile rimonta della sua carriera e forse di tutte le corse di formula 1.Quando sono stati percorsi 10 dei 22 giri in programma una sua vittoria sembra impossibile;infatti l'argentino per un problema durante il rifornimento ha perso la bellezza di 50",lasciando così via libera alle due Ferrari 801 di Hawthorn e Collins.Addirittura al momento di risalire sulla sua Maserati il campione argentino ha un attimo di esitazione,sembra quasi voler abbandonare la competizione,poi lo si vede confabulare per un attimo col suo manager,Giambertone,e ripartire più determinato che mai.La tattica decisa è semplice quanto audace:si tratta di girare tranquilli per un paio di giri,in modo di dare l'impressione al box Ferrari che la corsa sia già decisa,per poi scatenare a sorpresa l'inseguimento,contando sul fatto che il tracciato dell'Eifel sia lungo quasi 23 chilometri.
Così al 14. giro si hanno le Ferrari al comando con quasi 50" di vantaggio,quando dal box arriva l'ordine di non forzare e Collins fà cenno ad Hawthorn di stare tranquillo che non battaglierà per la vittoria.La gara sembra decisa,ma a quel punto Fangio scatena il suo spietato inseguimento;con una guida che i presenti descrivono come ai limiti delle leggi della fisica il campione argentino inizia a guadagnare secondi a manciate.Ad ogni giro il tempo si abbassa,fino al 20. giro,quando Fangio segna il crono "inaudito",secondo le parole di Hawthorn,di 9'17"4,inferiore di oltre otto secondi a quello della pole!Quando mancano ancora due giri alla fine,Fangio infila i due ferraristi e si avvia indisturbato a cogliere il suo trionfo più leggendario."Peter e io-ricorda Hawthorn-ricorremmo ad ogni espediente a noi noto per salvare i secondi,ma Fangio continuava spietato a raggiungerci!".Da parte sua,il cinque volte campione del mondo dichiara:"Oggi ho fatto cose che non avevo mai fatto e non intendo mai più guidare in quel modo!".


Nurburgring - Flugplatz 1963
      
                     
ALBO D'ORO
Prima del Campionato Mondiale

1926 AVUS Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1927 Nürburgring Otto Merz Mercedes-Benz
1928 Nürburgring Caracciola e Werner Mercedes-Benz
1929 Nürburgring Louis Chiron Bugatti
1931 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1932 Nürburgring Rudolf Caracciola Alfa Romeo
1934 Nürburgring Hans Stuck Auto Union
1935 Nürburgring Tazio Nuvolari Alfa Romeo
1936 Nürburgring Bernd Rosemeyer Auto Union
1937 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz
1938 Nürburgring Richard Seaman Mercedes-Benz
1939 Nürburgring Rudolf Caracciola Mercedes-Benz

Gare valide per il Mondiale
1951 Nürburgring Alberto Ascari Ferrari
1952 Nürburgring Alberto Ascari Ferrari
1953 Nürburgring Nino Farina Ferrari
1954 Nürburgring Juan Manuel Fangio Mercedes-Benz
1956 Nürburgring Juan Manuel Fangio Ferrari
1957 Nürburgring Juan Manuel Fangio Maserati
1958 Nürburgring Tony Brooks Vanwall
1959 AVUS Tony Brooks Ferrari
1961 Nürburgring Stirling Moss Lotus
1962 Nürburgring Graham Hill BRM
1963 Nürburgring John Surtees Ferrari
1964 Nürburgring John Surtees Ferrari
1965 Nürburgring Jim Clark Lotus
1966 Nürburgring Jack Brabham Brabham
1967 Nürburgring Denny Hulme Brabham
1968 Nürburgring Jackie Stewart Matra
1969 Nürburgring Jacky Ickx Brabham
1970 Hockenheim Jochen Rindt Lotus
1971 Nürburgring Jackie Stewart Tyrrell
1972 Nürburgring Jacky Ickx Ferrari
1973 Nürburgring Jackie Stewart Tyrrell
1974 Nürburgring Clay Regazzoni Ferrari
1975 Nürburgring Carlos Reutemann Brabham
1976 Nürburgring James Hunt McLaren
1977 Hockenheim Niki Lauda Ferrari
1978 Hockenheim Mario Andretti Lotus
1979 Hockenheim Alan Jones Williams
1980 Hockenheim Jacques Laffite Ligier
1981 Hockenheim Nelson Piquet Brabham
1982 Hockenheim Patrick Tambay Ferrari
1983 Hockenheim René Arnoux Ferrari
1984 Hockenheim Alain Prost McLaren
1985 Nürburgring Michele Alboreto Ferrari
1986 Hockenheim Nelson Piquet Williams
1987 Hockenheim Nelson Piquet Williams
1988 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1989 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1990 Hockenheim Ayrton Senna McLaren
1991 Hockenheim Nigel Mansell Williams
1992 Hockenheim Nigel Mansell Williams
1993 Hockenheim Alain Prost Williams
1994 Hockenheim Gerhard Berger Ferrari
1995 Hockenheim Michael Schumacher Benetton
1996 Hockenheim Damon Hill Williams
1997 Hockenheim Gerhard Berger Benetton
1998 Hockenheim Mika Häkkinen McLaren
1999 Hockenheim Eddie Irvine Ferrari
2000 Hockenheim Rubens Barrichello Ferrari
2001 Hockenheim Ralf Schumacher Williams
2002 Hockenheim Michael Schumacher Ferrari
2003 Hockenheim Juan Pablo Montoya Williams
2004 Hockenheim Michael Schumacher Ferrari
2005 Hockenheim Fernando Alonso Renault
2006 Hockenheim Michael Schumacher Ferrari
2008 Hockenheim Lewis Hamilton McLaren
2009 Nürburgring Mark Webber Red Bull


Nurburgring 1957 - Le 801 di Hawthorn e Collins








Sito Blog  personale - Riproduzione Vietata